Importanti novità per quello che riguarda l’imposta di soggiorno in città: a partire da giugno l’imposta di soggiorno sarà ancora determinata per persona e per pernottamento, ma sarà quantificata nella misura del 5% sul costo del pernottamento, al netto di IVA e di eventuali servizi aggiuntivi con il limite massimo di 4 (quattro) euro a persona per pernottamento. Per i pernottamenti effettuati presso gli “Ostelli della gioventù” l’importo sarà quantificato nella misura fissa di 0,50 euro (cinquanta centesimi) a persona per pernottamento. Per promuovere una maggiore permanenza e per favorire le famiglie sono esentati i minori di 18 anni e l’imposta è applicata fino ad un massimo di cinque pernottamenti consecutivi. Grazie alla modifica del calcolo della imposta di soggiorno il Comune di Bergamo sarà in grado di siglare degli accordi con le piattaforme per la prenotazione degli alloggi online in modo che le stesse trattengano direttamente l’imposta di soggiorno che sarà versata direttamente al Comune di Bergamo.
Un provvedimento che quindi non solo punta a semplificare la questione, realizzando un unico metodo di calcolo applicabile a tutte le categorie, ma che introduce anche un principio di equità tra strutture alberghiere ed extra-alberghiere, tenendo conto ai cambiamenti degli ultimi dieci anni nel turismo.
Inoltre sarà a breve pubblicato sul sito VisitBergamo un comodo “tool” che permetterà di calcolare l’imposta di soggiorno in modo automatico inserendo semplicemente il costo del pernottamento al netto di Iva e comprensivo di eventuale prima colazione e il numero degli ospiti. “Si tratta di un importante riordino – il vice sindaco e Assessore al bilancio Sergio Gandi – che non modifica in modo sostanziale gli introiti per il Comune di Bergamo, ma aggiorna e adegua alle caratteristiche della ricettività turistica cittadina la tassa di soggiorno. Finora la tassa di soggiorno era stata differenziata in base alle strutture d’accoglienza (3,50 euro a notte e a persona per gli alberghi a 4 stelle, di 2,50 euro per i tre stelle, di 2 euro per le case di ferie, gli affittacamere, le case e gli appartamenti per vacanza, i B&B e gli agriturismi, di 1,70 euro per gli alberghi a due stelle, e 1 euro per le strutture ad una stella e per gli ostelli): è evidente che questo tipo di regolamentazione non tenga più conto dell’evoluzione della ricettività del nostro Paese e della nostra città. Di qui la necessità di una rimodulazione”.