Borgo Palazzo più accessibile, mappe in braille per aiutare i non vedenti

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Nicola Viscardi (a sinistra) con gli studenti del progetto “Orientiamoci”

Metti un laboratorio artigiano tecnologico e multidisciplinare, un borgo che vuole rigenerarsi e un gruppo di studenti desiderosi di misurarsi su un progetto concreto. Uniscili all’attenzione per le persone con disabilità e all’entusiasmo dei giovani ed ecco “Orientiamoci”, un progetto per la stampa 3D di cartine in braille da apporre ai semafori di via Borgo Palazzo, per agevolare nel loro percoso le persone cieche e ipovedenti.

A realizzarlo sono i ragazzi di quarta e quinta dei corsi per elettricisti e carrozzieri dell’Abf di Trescore Balneario all’interno dell’ArtiLab, lo spazio attrezzato e gestito dai Giovani di Confartigianato Bergamo che ha recuperato una vetrina sfitta (l’ex sede Ubi Banca al numero 93) e si è aperto alla città e al territorio con seminari, eventi e workshop.

Grazie alla tecnologia 3D i ragazzi hanno messo a punto delle mappe tattili, facilmente realizzabili e con costi bassi, che posizionate agli incroci possono aiutare le chi ha handicap visivi ad orientarsi e a muoversi con maggiore sicurezza.

Le schede hanno già ricevuto l’approvazione della sezione provinciale dell’Unione italiana ciechi e sono state presentate al tavolo per l’abbattimento delle barrire architettoniche, ora attendono l’ok dal Comune per l’installazione. «L’iniziativa ha molteplici valenze – evidenzia Nicola Viscardi, presidente della associazione Botteghe di Borgo Palazzo e componente del Gruppo Giovani Artigiani -. La principale è che mostra ai ragazzi che possono “inventarsi” un lavoro, che possono dare una risposta sociale cimentandosi in un percorso imprenditoriale. È un tema importante la promozione dell’imprenditorialità, stimolare a mettersi in gioco e dare risposte ai bisogni, anche grazie alle nuove tecnologie. Il progetto inoltre è strettamente legato al Borgo, nasce nel suo laboratorio e potrà migliorare l’accoglienza e l’accessibilità complessiva, renderlo alla portata di tutti».

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Nuove tecnologie, ora le pmi possono contare anche su un laboratorio

bergamo tecnologica e laboratorio intellimech ritValorizzare ed aumentare il contenuto tecnologico del manifatturiero moderno. È l’obiettivo di Bergamo Tecnologica, il progetto finanziato dalla Camera di Commercio per favorire l’introduzione di nuove tecnologie e di modelli di adozione tecnologica, tra cui l’additive manufacturing, ossia la stampa 3D, e le piattaforme di open source manufacturing. L’iniziativa – realizzata da Bergamo Sviluppo in collaborazione con il sistema associativo locale e il supporto tecnico-scientifico dell’Università degli Studi di Bergamo e del Consorzio Intellimech – ha visto la sua prima edizione nel 2015, coinvolgendo 27 imprese, e verrà replicata quest’anno.

Parte dall’analisi e dai check up aziendali e si sviluppa attraverso consulenze personalizzate e momenti formativi. Le novità sono la realizzazione di un’area laboratoriale che sarà il punto di riferimento per le imprese che vorranno implementare o semplicemente conoscere alcune opportunità che la tecnologia offre per rendere più efficienti i processi o migliorare i propri prodotti e l’attivazione di uno Sportello Tecnologico rivolto alle Mpmi del territorio, per supportarle nel processo di innovazione, affiancandole nella definizione della tecnologia e delle metodologie più opportune.

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Con un evento al Point di Dalmine, sono stati presentati i risultati della prima edizione di Bergamo Tecnologica, la nuova annualità e il laboratorio, attrezzato dal consorzio Intellimich. «Ci troviamo non solo a testimoniare la continuità dell’impegno della nostra Camera di Commercio in tema di innovazione, ma diamo anche il benvenuto ad un laboratorio di ricerca dove verranno realizzati nuovi progetti e dove potremo vedere in funzione le più alte tecnologie che le nostre aziende sono state in grado di produrre», ha affermato il presidente della Camera di Commercio Paolo Malvestiti. «La nostra azienda speciale ha già maturato una elevata esperienza nella gestione di progetti complessi, tanto da essere riconosciuta anche sul territorio nazionale, e queste ulteriori iniziative non fanno che confermarlo».

«Si tratta di un progetto fortemente voluto dalla Camera di Commercio in rappresentanza di tutto il sistema territoriale, realizzato da Bergamo Sviluppo – ha ricordato il direttore Cristiano Arrigoni – e finalizzato a supportare il nostro sistema imprenditoriale nell’avvicinarsi sempre di più ai temi legati alla Fabbrica Intelligente e a tal fine realizzato in collaborazione con l’Università degli Studi i Bergamo e il Consorzio Intellimech, che già opera in tali ambiti».

bergamo tecnologica e laboratorio intellimech 2 (1)Intellimech ha quindi deciso di aprire una propria sede operativa anche presso il Polo Tecnologico di Dalmine, oltre a quella già consolidata presso il Kilometrorosso. «L’iniziativa – ha evidenziato Gianluigi Viscardi, vice presidente di Bergamo Sviluppo con delega all’Innovazione e presidente nazionale di Fabbrica Intelligente – è finalizzata a mettere insieme le diverse competenze per dare il via a progetti di supporto alle nostre imprese e renderle più competitive. Vuole mettere in evidenza le eccellenze e offrire a chi ancora non lo fosse gli strumenti adeguati per aumentare la capacità innovativa, tutto ciò ispirandosi al modello della Fabbrica Intelligente».

«La collaborazione della nostra università con Bergamo Sviluppo e Intellimech si va sempre più consolidando – ha dichiarato il rettore dell’Università degli Studi di Bergamo Remo Morzenti Pellegrini -. L’Università può offrire molto al sistema imprese e iniziative come questa rappresentano il giusto anello di raccordo con il sistema produttivo».

IL LABORATORIO

Si tratta di uno specifico spazio all’interno dell’Incubatore Manifatturiero di Bergamo Sviluppo, attrezzato dal Consorzio Intellimech con strumentazioni e dispositivi specifici finalizzati a dare avvio a nuove attività di ricerca applicata. In quest’area verranno presentati i prodotti di eccellenza e letecnologie di punta delle imprese bergamasche realizzate nell’ambito dei diversi progetti di innovazione, compresi i prodotti di eccellenza realizzati dalle imprese presenti nell’Incubatore Tecnologico. Avrà valenza territoriale e sarà il punto di riferimento per le imprese che vorranno mettere in atto processi di ricerca, applicazione e industrializzazione o semplicemente conoscere meglio strumenti e opportunità.

LO SPORTELLO TECNOLOGICO

È rivolto alle Mpmi bergamasche per supportarle nel processo di innovazione, affiancandole nell’identificazione della tecnologia e delle metodologie più opportune. Compito dello sportello sarà anche essere un “osservatorio” delle tecnologie per la “Fabbrica Intelligente”, la cui conoscenza sarà diffusa sul territorio mediante incontri di divulgazione specifici. Oltre al servizio informativo, potrà offrire un servizio di assistenza tecnica personalizzata, che permetterà la realizzazione di un’analisi di pre-fattibilità tecnica sulle tematiche emerse durante l’incontro. L’obiettivo del servizio sarà fornire un affiancamento pratico e operativo all’impresa che, partendo dalle informazioni di innovazione funzionale e formale identificate nella fase di sportello, possa generare nuove idee e trasformarle in tempi brevi in prodotti da lanciare sul mercato a costi competitivi.

 


Stampa 3D, un settore in crescita

Ampiamente soddisfatte dell’andamento della propria azienda e del mercato in cui operano, risultati positivi sia in termini di fatturato sia di occupazione, investimenti in R&S e formazione. Questa la fotografia del settore della stampa 3D, formato in prevalenza da piccolissime imprese con fatturati inferiori al milione di euro (77,4%), che occupano fino a 9 dipendenti (68,1%).

È quanto emerge dall’Osservatorio 3DPrint Hub realizzato da Senaf in occasione di 3DPrint Hub, l’appuntamento che ha fatto incontrare a Fieramilanocity l’universo della stampa 3D con il mondo produttivo italiano. All’Osservatorio oltre sei imprese su dieci del comparto hanno dichiarato di essere ampiamente soddisfatte del proprio andamento aziendale attuale e dimostrato di credere nel mercato in cui operano, con ben il 74,1% che prevede una crescita a livello generale nei prossimi 3 anni.

Un clima di fiducia che si riflette anche sui risultati aziendali: sul fronte dei fatturati, infatti, solo l’8,4% dichiara nel 2014 un calo rispetto agli ultimi tre anni, mentre per ben il 65,1% è aumentato e per il 26,5% è rimasto stabile. Le previsioni per il 2015 seguono questo percorso di crescita, con quasi sette aziende su dieci (69%) che prospetta un aumento e il 27,4% che prevede una chiusura nel segno della stabilità. Dal punto di vista dell’occupazione, sia la chiusura del 2014 sia le previsioni per il 2015 indicano una situazione di stabilità o di crescita. Entro l’anno in corso, se il 56,6% non prevede di variare il numero di addetti, è ben il 43,4% a voler assumere. Nessuna impresa ha invece indicato un taglio dell’organico.

Ma qual è il principale ambito di applicazione della stampa 3D? La spinta del settore – illustra l’Osservatorio 3DPrint Hub – arriva da quello industriale poiché  molte imprese manifatturiere hanno colto le potenzialità di questa tecnologia “integrata” ai propri processi produttivi. Ne sono fortemente convinte le aziende del comparto, secondo le quali avrà non solo un’alta diffusione a livello industriale (per il 68%) ma sarà uno strumento che implementerà ma non sostituirà gli attuali processi di produzione (per il 71,1%); solo il 18,2% crede che entro cinque anni sarà presente in tutte le abitazioni e utilizzata a livello consumer.

Per quanto riguarda il mercato di riferimento, le imprese che si occupano di stampa 3D trovano in quello interno lo sbocco principale, con il 73% che ha dichiarato di non esportare o di avere un fatturato generato dall’export inferiore al 10%. Il mercato italiano, del resto, sembra racchiudere forti potenzialità,  caratterizzato da un tessuto imprenditoriale formato da una moltitudine di micro e piccole imprese dell’industria manifatturiera e a cui la stampa 3D può dare un contributo per migliorare i processi produttivi.

Nonostante il momento positivo, le imprese del settore temono alcuni fattori critici che potrebbero minarne la crescita. Tra questi gli “aspetti fiscali” (indicato dall’80,8%), la “burocrazia” (79,4%), il “costo della forza lavoro” (74,1%), i “tempi giudiziari in caso di controversia” (70,4%), i “tempi di pagamento” (70,2%) e “l’accesso al credito” 69,9%.  «La stampa 3D esiste già da tempo ma il suo vero sviluppo è avvenuto solo negli ultimi anni – commenta Emilio Bianchi, direttore di Senaf -. La sperimentazione, l’innovazione, la R&S e la formazione hanno contribuito al processo di trasformazione e di diffusione della tecnologia e le imprese sembrano averne colto l’importanza.  Da un lato quasi nove aziende su dieci hanno infatti destinato quest’anno una quota del proprio fatturato in ricerca e innovazione, con punte che superano il 30%; dall’altro tutte hanno investito ore e risorse nella formazione interna».

 


Cornici, vasi, braccialetti, giocattoli: le stampe 3D dei bergamaschi

Un tempo erano fabbri e falegnami, oggi le botteghe del su misura si affidano a scanner e stampanti 3D. Il commercio che cambia ha anche il volto di questi nuovi negozi, dove di scaffali colmi di merce non ce ne sono, ma basta arrivare con un file, un modello o semplicemente un’idea per uscirne con l’oggetto che si voleva, nella forma, nelle dimensioni, materiali e colori desiderati. L’esatto contrario delle produzioni di massa che disseminano il medesimo articolo in ogni angolo del globo.

Anche a Bergamo stanno sorgendo queste nuove attività che uniscono alla vendita di stampanti 3D il servizio di stampa di oggetti (ma anche di scansione e modellazione nel caso il cliente non disponga già del progetto digitale), il tutto accompagnato da corsi e consulenze. E non si propongono come studi o laboratori per professionisti o addetti ai lavori, ma si affacciano con le loro vetrine sulle vie della città, strizzando l’occhio a chi passa e mostrando nel concreto le potenzialità di questa tecnologia nella vita di tutti i giorni.

3D garage - Linda Mapelli e Stefano Reale

In via Pignolo  10/a, 3D Garage è aperto dallo scorso novembre. A guidarlo è Linda Mapelli, architetto 35enne, affiancata dal marito Stefano Reale, anch’egli architetto che si occupa di ricerca. Appassionati a questa tecnologia, vi hanno visto la possibilità di una svolta professionale. «La stampa 3D è il futuro – spiega Linda -. Non siamo ancora al punto che ognuno abbia in casa la propria stampante per realizzare da sé i propri oggetti, ma oggi i prezzi sono già accessibili: si possono trovare a 500 euro, il costo di uno smartphone, ed è probabile che si diffonderanno». Nell’attesa ci si può rivolgere ad un negozio che stampa per noi, un po’ come accadeva ai tempi delle copisterie e delle cartolerie nell’era bidimensionale. «Le applicazioni sono infinite – evidenzia –, da qui l’ampia gamma delle richieste che riceviamo».

Premesso che è prima di tutto un sistema utilissimo in ambito tecnico e professionale «perché abbatte i tempi di realizzazione del prototipo di qualsiasi oggetto», non manca chi ne approfitta per creare un articolo personalizzato. «Abbiamo stampato anche un mezzo busto di Vasco Rossi per un regalo – ricorda Linda Mapelli – e poi armi fantasy, addirittura un’armatura medievale, dei fermalibri che riproducevano una macchina fotografica d’epoca cara alla committente, e ancora un braccialetto con ciondoli a tema per una ragazza con la passione per la moto, la navicella spaziale di Star Wars, … non ci sono davvero limiti». «Abbiamo stampato il pezzo che mancava ad un appassionato di modellismo – aggiunge – e si rivolgono a noi anche orafi e designer».

I materiali sono in prevalenza termoplastiche, ma anche gesso e metalli. Il costo del pezzo è fissato al centimetro cubo. «Ragionando su oggetti per i privati, possiamo dire che un articolo stampato in 3D costa il 20-30% in più di un prodotto con le stesse caratteristiche fatto in serie – rileva -. La cosa che però conquista è il fatto che il cliente è, in pratica, l’artefice del prodotto». Oltre alla fantasia dei bergamaschi nell’ideare oggetti, stupisce anche la trasversalità dell’interesse per la disciplina. Tra i primi corsisti di 3D Garage c’era anche un ingegnere in pensione di 83 anni.

3d studio lab -Stefania Boyer e Marco Misiani

A febbraio ha aperto invece i battenti al pubblico 3D Studio Lab, in via Broseta 76/E, nei locali di Noris Foto, dove la stampa era di altro tipo. Coetanei – 42 anni –, i due soci sono la grafica Stefania Boyer e l’architetto Marco Misiani, che sono cresciuti in zona ed hanno scelto di restare nel quartiere, anche se l’attività non è certo di vicinato. Marco aveva già virato nel commercio aprendo un negozio di sigarette elettroniche, Stefania si era appassionata alla realizzazione manuale di piccoli oggetti in plastiche polimeriche. Nella stampa 3D hanno visto una nuova prospettiva, dove far convergere le proprie esperienze e la propria creatività.

«Per la vendita delle stampanti su larga scala – dice Marco – i tempi non sono ancora maturi, ma il service di stampa ha già ingranato». Designer, architetti, ingegneri, piccole aziende per la prototipazione e studenti (ad esempio quelli che devono realizzare un plastico), sono i clienti tipo, ma non manca chi vuole fare un regalo speciale, portarsi a casa un oggetto personalizzato o rimettere in sesto un pezzo al quale si era affezionati realizzando il ricambio ormai introvabile. «Farlo è piuttosto semplice – racconta -. Su Internet ci sono siti che mettono a disposizione gratuitamente prodotti già modellati. Si possono poi decidere dimensioni, spessori, colori e creare l’oggetto che si ha in mente, che diventa un pezzo unico. In alternativa si possono scansionare oggetti per poi riprodurli».

Appendiabiti, cornici, giocattoli, vasi di design, contenitori, cover per smartphone sono solo alcuni esempi. E poi c’è tutta l’area della decorazione, dei gadget e della comunicazione, «ad esempio una wedding planner ci ha contattato per segnaposti e bomboniere». Il materiale più utilizzato è il Pla, una plastica vegetale biodegradabile, poi l’Abs, più resistente e il Pla flex, gommoso, ma c’è anche una stampante che utilizza argilla, ceramica e porcellana. Il costo varia in base al tempo necessario per la stampa ed è di 10 euro all’ora più Iva.

«La scelta di aprire un negozio vero e proprio – dicono – è perché vogliamo far conoscere questa tecnologia e il modo migliore è mostrare cosa realizza e come funziona». E l’attitudine creativa di Stefania promette poi di dare vita oggetti disegnati in proprio. «Non è comunque un mestiere facile – precisano –. Servono formazione e poi ore e ore di esperienza e tentativi per trovare la giusta alchimia tra macchina, materiale e geometria del pezzo».