Tabaccai, in 3.500 a Roma
per chiedere allo Stato più attenzione

Grande adesione alla protesta dei tabaccai che ha portato a Roma oltre 3.500 operatori: «sapevo di poter contare sui miei colleghi e sulla compattezza della categoria, ma non mi aspettavo una così grande partecipazione alla manifestazione odierna», ha affermato il presidente della Federazione italiana tabaccai, Giovanni Risso . "La manifestazione di oggi – ha rilevato Risso nel suo discorso in piazza Bocca della Verità – serve a concentrare l'attenzione dello Stato su fenomeni che recano grave danno non solo a noi tabaccai ma, soprattutto, all'erario». Spiegando le ragioni della protesta, Risso ha sottolineato come i problemi della categoria coincidano con minori entrate per lo Stato. «I dati in nostro possesso, unitamente a quelli diffusi nei giorni scorsi dal Dipartimento delle Finanze – ha sottolineato – testimoniano un allarmante calo di entrate per le casse dello Stato. Si tratta di un trend altamente negativo cui bisogna porre quanto prima rimedio». «Attraverso una maggiore lotta al contrabbando, innanzitutto, di cui da tempo denunciamo una massiccia ripresa. Ecco perché abbiamo chiesto alle istituzioni che si intervenga con tutti i mezzi possibili a stroncare il traffico illecito del tabacco». «Non siamo certo noi tabaccai, che paghiamo i diritti di concessione sulle nostre attività, i soggetti da accusare di scarsa responsabilità, tutt'altro. Non lo siamo riguardo al tabacco, non lo siamo nemmeno rispetto al Gioco pubblico», ha aggiunto il presidente della Fit. «Proprio a questo proposito – ha commentato – è importante sottolineare ancora una volta che noi tabaccai non solo siamo operatori professionali del gioco per conto dello Stato ma che, grazie alla nostra rete, sottoposta a controlli serrati, abbiamo contribuito a sottrarre il comparto alla criminalità organizzata». «La stessa criminalità che continua a rendere la nostra categoria, triste primato, la più colpita dai fenomeni criminosi come furti e rapine. Ben venga dunque l'utilizzo della moneta elettronica a favorire la nostra sicurezza, se si trovano sistemi per neutralizzarne i costi, almeno per quei prodotti o servizi svolti per conto dello Stato». «Insomma – ha concluso Risso – siamo la rete più diffusa, professionale e sicura al servizio dello Stato. Ci aspettiamo che lo Stato riconosca il nostro lavoro e che intervenga per difendere, anche attraverso la regolamentazione della vendita e della pubblicità delle sigarette elettroniche, la nostra redditività e le entrate erariali».