Regione, i candidati alla presidenza:
«Così sarà il futuro del commercio» 

LE TRE DOMANDE

1) È già stato riconosciuto che in Lombardia la rete commerciale della media e grande distribuzione è sovradimensionata rispetto ai bisogni reali dei consumatori eppure le superfici di vendita hanno continuato a crescere (secondo i dati di Confcommercio Lombardia nel periodo 2005-2011 la superficie di vendita della rete distributiva al dettaglio è aumentata da 15,1 a 16,3 milioni di metri quadri con un incremento del 6,5%, mentre i consumi pro capite in termini reali sono diminuiti dell’1,8%). Ora la crisi dei consumi ha cominciato a farsi sentire anche sui grandi gruppi e le grandi strutture. Quale può essere il nuovo modello di sviluppo per il commercio?

2) Nelle scorse legislature è stato individuato nei “Distretti del commercio” lo strumento per il sostegno al commercio di vicinato e il rilancio dell’attrattività dei centri urbani. È un percorso che avrà seguito? Servono correttivi o nuovi obiettivi e modalità?

3) Il problema occupazione sta emergendo in maniera drammatica anche nel terziario, fino a qualche tempo fa capace, invece, di reggere e assorbire le uscite dagli altri settori. Quali gli interventi in programma?  

Umberto Ambrosoli

«Sostegno ai distretti che sapranno
proporre un’effettiva progettualità»

1) La crescita delle grandi e medie superfici commerciali è avvenuta sulla base di aspettative che, a partire dalla crisi del 2008, non si sono materializzate. Tenendo conto dei tempi richiesti per lo sviluppo dei grandi punti vendita, ciò spiega l’attuale situazione di difficoltà di una parte della grande distribuzione. In questo senso, la nostra impostazione di politica commerciale sarà centrata sul controllo e l’indirizzo delle polarità commerciali, sia di quelle pianificate (centri e parchi commerciali, outlet), sia di quelle naturali (centri storici, grandi vie commerciali urbane).

2) Il sostegno ai Distretti commerciali urbani continuerà perché è l’unica politica che può davvero aiutare il commercio indipendente che si raccoglie in quelle che ho appena chiamato polarità naturali. Ma le risorse a disposizione dovranno essere concentrate sui Distretti che dimostreranno di essere in grado di proporre una effettiva progettualità. In passato almeno una parte delle risorse destinate ai Duc sono state sprecate, come dimostrano i non pochi casi di Distretti che oggi non svolgono più nessuna reale attività.

3) Il rilancio del terziario non può che passare da interventi in grado di liberare le energie di tutti coloro che vogliono iniziare un’attività e che oggi si trovano ostacolati da vincoli burocratici a tutti i livelli. Bisogna rimuoverli e lasciare che l’imprenditorialità e l’innovazione, in particolare di quella di tanti piccoli operatori, possa arrivare al mercato.

Roberto Maroni

«Una moratoria per i centri commerciali»

1) «Ritengo sia assolutamente necessaria una moratoria in materia di costruzione di nuovi centri commerciali. Occorre valorizzare il piccolo commercio e i negozi di vicinato, rivedere il sistema di distribuzione così da mettere un freno ai grandi operatori. La prima cosa da fare è una fotografia di ciò che già esiste in modo tale da avere un’idea precisa di cosa c’è. Prima di rilasciare nuove licenze per grandi centri, ci occuperemo della moratoria. Siamo contrari al massacro dei piccoli negozi».
 
2) «Il percorso dei “Distretti del Commercio” andrà certamente seguito perché in questi anni si è rivelato molto utile al rilancio e al sostegno ai negozi di vicinato. La nostra proposta, tuttavia, intende implementare questo strumento servendosi sempre più di risorse messe a disposizione dall’Unione Europea. L’obiettivo è mettere le radici per una vera e propria politica di rilancio di questo settore, che corre il serio rischio di implodere a causa del proliferare senza controllo di grandi centri commerciali. Investire energia a sostegno dei negozi al dettaglio non significa solamente dare ossigeno ad un settore in crisi bensì rimettere al centro i piccoli centri».

3) «Non ci può essere rilancio del terziario senza una politica di rilancio degli altri settori. Non esiste modello occidentale che viva di solo terziario. Per sostenere il nostro sistema produttivo e occupazionale è fondamentale garantire un corretto e semplice accesso al credito, in particolare per le piccole imprese, per gli artigiani, i commercianti o gli agricoltori, che rappresentano la spina dorsale della nostra economia. Del resto la funzione sociale delle banche sarebbe proprio questa: sostenere gli imprenditori, i lavoratori e le famiglie, e non utilizzare i soldi che hanno in cassaforte solo per investimenti di carattere finanziario. Per questo mi impegnerò con determinazione per fare in modo che le banche, qui in Lombardia, tornino a fare le banche, erogando il credito alle imprese e ai cittadini, e se non lo faranno sono pronto a ingaggiare battaglia, arrivando persino a farle commissariale».

Gabriele Albertini

«Una boccata d’ossigeno dallo sviluppo
del commercio elettronico»

 
1) L’economia lombarda deve la sua tenuta e la sua capacità di reazione anche alle sue imprese commerciali, che nel nostro territorio hanno saputo affrontare meglio di altre la crisi e soprattutto hanno in sé le capacità e le risorse per voltare pagina. Il loro sforzo, tuttavia, da solo non basta. Occorre infatti creare l’ambiente normativo e le condizioni economiche perché le imprese in difficoltà possano risollevarsi e quelle ancora in buona salute possano pensare a uno sviluppo, creando nuova occupazione e innescando così un circolo virtuoso con ripercussioni positive anche sui consumi.
La Regione può e deve assumersi questa responsabilità. Noi siamo pronti con un programma molto chiaro e concreto: vogliamo da una parte alleggerire la pressione fiscale sulle imprese che assumono (riduzione dell’Irap, garanzie per il credito, fondi venture capital), dall’altra favorire l’accesso al mercato del lavoro da parte dei giovani e dei disoccupati (formazione mirata e Dote Lavoro).
Una boccata d’ossigeno per il commercio in Lombardia potrà arrivare con l’espansione del commercio elettronico, in grado di contribuire a compensare il calo delle vendite che si registra oggi sia per i piccoli esercizi che per la grande distribuzione. È un comparto ancora giovane e in crescita, a cui non vogliamo far mancare il sostegno della Regione, introducendo misure di incentivazione per l’avvio di attività di e-commerce delle micro, piccole e medie imprese, e meccanismi che rendano più facile per i cittadini effettuare gli acquisti on line.
Su questo punto sarà molto importante promuovere anche l’alfabetizzazione digitale, dal momento che circa il 40% delle famiglie lombarde non ha ancora accesso a internet. L’impegno della Regione dovrà concentrarsi quindi su progetti di formazione mirata di cittadini e lavoratori, sui servizi di assistenza negli spazi pubblici attrezzati già presenti (come biblioteche, centri anziani, uffici comunali), sullo sviluppo delle piazze telematiche per accedere alla rete (servizi, informazioni, partecipazione), sulle modalità facilitate di accesso digitale ai pubblici servizi (ad esempio applicazioni per smartphone), che favoriscano la familiarità con i nuovi mezzi.
  
2) I distretti del commercio hanno dato buoni risultati, per questo intendiamo proseguire su questa strada, rilanciando ulteriormente le realtà distrettuali e di filiera emergenti. Contemporaneamente abbiamo intenzione di sostenere la politica europea dei cluster regionali per creare meta-distretti nei settori agroalimentare, energia e ambiente, turismo, information technology e scienze della vita.
Per rafforzare i distretti sarà importante valorizzare anche l’attrattività dei centri urbani: pensiamo a sgravi fiscali e misure di promozione per la riqualificazione delle strutture ricettive, introducendo standard innovativi e maggiormente qualificanti dell’ospitalità lombarda (dal wi-fi gratuito all'uso di prodotti tipici, ecc.).
Abbiamo inoltre intenzione di mettere a sistema l’offerta turistica della Lombardia attraverso un’attività di coordinamento dei diversi attori (enti locali, associazioni di categoria, non profit) e con l’attivazione di strumenti condivisi per la promozione degli itinerari turistici e delle peculiarità del territorio (portale del turismo, app, partecipazione a fiere, presentazioni all'estero, ecc.), anche utilizzando la grande occasione di Expo 2015.
 
3) Per cominciare intendiamo ridurre l’Irap per le aziende che assumono giovani, donne e over 50 e per chi investe nella formazione; vogliamo poi rafforzare il sostegno al credito (Confidi) e il sistema delle garanzie per le piccole e medie imprese di tutti i settori, attivando linee specifiche per la Lombardia attraverso il Fondo centrale di garanzia e sperimentando partnership fra confidi e fondazioni bancarie.
Pensiamo di sostenere le nuove imprese anche attraverso fondi di venture capital ad hoc, destinati anche agli incubatori di ricerca e agli spin-off innovativi delle aziende già esistenti. Vogliamo inoltre rendere più agevole il rapporto con le Università e i centri di ricerca, e offrire un aiuto a imprese e Università per utilizzare al meglio i fondi europei.
Veniamo al mercato del lavoro, che vogliamo rendere più aperto e flessibile. Formazione e accesso facilitato sono centrali nel nostro programma: pensiamo di sperimentare nuovi modelli di ingresso per i giovani, in accordo con le associazioni datoriali e sindacali, in grado di superare le rigidità attuali, garantendo un apprendistato formativo per i diplomati e contratti di ingresso per i laureati sul modello dei vecchi Contratti Formazione Lavoro. Riteniamo inoltre necessario promuovere la contrattazione decentrata e di secondo livello, per permettere la sperimentazione di nuove flessibilità e opportunità occupazionali per i giovani e le categorie più a rischio.
Desidero infine parlare della Dote Lavoro, l’iniziativa con cui la Regione Lombardia sostiene – attraverso la riqualificazione o la ricollocazione – i lavoratori colpiti dalla crisi che percepiscono ammortizzatori sociali in deroga, cassa integrazione straordinaria o che sono iscritti a liste di mobilità ordinaria. Noi vogliamo confermare ed estendere questo importante strumento, che dovrà coprire l'intero ciclo lavorativo e i diversi bisogni: occupazione giovanile, inserimento professionale delle persone con disabilità, ricollocazione dei lavoratori in situazioni di difficoltà (con particolare attenzione al reinserimento dei lavoratori over 50), riqualificazione professionale (anche attraverso esperienze all’estero), autoimprenditorialità. In questo ambito pensiamo di promuovere lo studio di un progetto mirato alla preparazione professionale delle figure richieste da Expo 2015, che rappresenta una grande opportunità per sviluppo del mercato del lavoro lombardo e nazionale, soprattutto per i giovani.

Silvana Carcano

«Vogliamo riportare le persone nei centri delle città»

1) Questi dati dimostrano come il modello della grande distribuzione e dei grandi centri commerciali sia destinato ad essere un modello perdente. Il nuovo modello di sviluppo della rete del commercio che il Movimento 5 Stelle intende portare avanti in Lombardia è quello del sostegno ai negozi di vicinato nei centri cittadini, che riporti le persone nei centri delle città e dei paesi, con una riqualificazione urbana degli stessi. Il Movimento 5 Stelle intende sostenere soprattutto le economie che si basano sulla filiera corta e sul chilometro zero. I soldi devono rimanere il più possibile sul territorio, favorendo lo sviluppo dello stesso e limitando allo stesso tempo elevati impatti ambientali derivati dai trasporti delle merci. Favorendo questo modello riteniamo che i centri urbani possano tornare ad essere veri e propri centri di aggregazione ed esercitare la funzione sociale che li ha caratterizzati nel passato.

2) I Distretti del Commercio sono uno dei rari esempi di buona progettualità da parte del governo regionale negli ultimi vent’anni, pertanto noi riteniamo necessario continuare questo modello al fine di valorizzare, come detto, i centri urbani e le aggregazioni tra Pmi.
Al Movimento 5 Stelle non interessa smantellare tutto ciò che è stato fatto dai precedenti amministratori, vogliamo cambiare completamente obiettivi andando verso un modello di economia sostenibile, ma riteniamo indispensabile dare continuità a quei, seppur pochi, modelli che hanno funzionato in passato, anche se proposti da governatori con cui ci sentiamo in netto contrasto.
I Distretti del Commercio infatti sono stati in grado di fare del commercio un fattore di integrazione, di coesione sociale e di valorizzazione di tutte le risorse di cui dispone un territorio. Permettono la competitività delle realtà commerciali urbane ed una ristrutturazione del contesto in cui si trovano, creando quindi una visione d’insieme e rigenerando completamente il ruolo dei centri urbani. Questo strumento è, a nostro modo di vedere, un esempio concreto di condivisione delle attività necessarie al territorio messo in atto dagli enti locali in concerto con le realtà commerciali, i rappresentanti delle categorie e i cittadini.

3) Le nostre proposte per il rilancio dell’occupazione in Regione lombardia sono le seguenti:
– assicurare servizi stabili ed affidabili per aiutare coloro che creano imprese ed occupazione, supportando in particolare le Pmi (sconti fiscali Irap e Irpef per chi assume con contratti di lavoro stabile, penalizzando chi preferisce contratti atipici);
– fornire servizi mirati per le persone non tendenti “all’occupabilità” bensì all’occupazione, trasformando i centri per il lavoro in perni della ricerca di occupazione e non meri fornitori di servizi per la formazione degli inoccupati e/o disoccupati;
– rendere efficiente la formazione professionale con progetti finalizzati sia all’ingresso nel mondo del lavoro, sia all’approfondimento e integrazione della preparazione professionale mirate ad una ricollocazione qualificata e proficua;
– tendere a servizi universalistici validi per tutti i lavoratori e per coloro che sono in cerca di impiego. I servizi per l’impiego devono rivolgersi a tutti in maniera eguale e non fornire servizi per categorie (giovani, donne in reinserimento lavorativo, soggetti coinvolti in crisi occupazionali, etc), fornendo un reale servizio all’occupazione e alle necessità di flessibilità di lavoro degli inoccupati e disoccupati.

Carlo Maria Pinardi

«Una Lombardia più attrattiva per ridare slancio all’economia»

1) Credo che la grande distribuzione abbia ormai raggiunto la massima capacità produttiva e, se è vero che non dovremo aspettarci passi indietro, è difficile che si verifichino, in generale, passi avanti. È inutile comunque negare che bisogna ripensare al commercio alla luce del restringimento dell’area dei consumi e che per le piccole realtà c’è la necessità di integrare, ottimizzare e rendere il più possibile efficiente la gestione e l’organizzazione. L’attenzione ai negozi di vicinato, che hanno una funzione sociale molto importante, è fondamentale e l’impegno di fondo deve essere non far sentire l’imprenditore abbandonato dalle istituzioni, o peggio ancora vessato, come avviene oggi, dall’eccessiva tassazione e dalla burocrazia. Sto imparando a conoscere questa condizione perché mio figlio ha da poco ha rilevato un bar ed è paradossale vedere che i problemi sono più le normative e un fisco che penalizza chi fa le cose in regola, che la contrazione degli scontrini. Il momento è difficile e negozi ed esercizi chiudono, ma non può essere che chiudano per colpa dello Stato.

2) Il consorzio tra le attività deve essere agevolato in tutti i modi come tutto quando può portare ad un patto di vicinanza nei territori. Per gli esercizi commerciali significa guadagnare efficienza e competitività, pensiamo a gruppi per acquisire i prodotti o allo sviluppo del chilometro zero che permette di ridurre anche solo i costi di trasporto. L’obiettivo comune deve essere l’aumento dell’attrattività dei centri storici, attraverso una precisa caratterizzazione, la capacità di distinguersi. I grandi numeri dell’aeroporto di Orio al Serio rappresentato una grande potenziale per Bergamo, occorre fare in modo che i visitatori non si limitino ad una toccata e fuga.

3) Il lavoro è il primo punto del nostro programma. Il movimento è nato per dare speranze e opportunità ai disoccupati di lungo periodo, alle donne, ai giovani. È un problema di carattere nazionale, di competitività del Paese, ma per quanto compete alla Regione abbiamo precise indicazioni: il recupero dell’efficienza per ridurre l’Irap e l’addizionale Irpef e dare così un segnale per la competitività. Dalla lotta agli sprechi contiamo inoltre di mettere a disposizione risorse per una nuova imprenditorialità nel campo dell’ospitalità. Una priorità del nostro programma è, infatti, far diventare la Lombardia più attraente per i visitatori, promuovendo un’azione a tutto tondo che va dal recupero e dalla riqualificazione dei centri storici e dal patrimonio edilizio alla cultura e a tutte le risorse del territorio. Un punto strategico è entrare in maggiore collegamento con i grandi flussi turistici dalla Cina, dall’India, dal Brasile, senza dimenticare l’Europa. In questo quadro trova posto anche lo sviluppo di un nuovo modello di commercio.