Quarant’anni di carriera tra garanzie, finanziamenti e qualche “braccio di ferro” con gli istituti di credito per far valere le ragioni delle pmi del commercio, del turismo e dei servizi. Il direttore della Fogalco, Cooperativa di Garanzia Ascom Confcommercio Bergamo, Antonio Arrigoni il 30 giugno va in pensione e chiude nel migliore dei modi la sua parentesi lavorativa. La Fogalco, dalla sua costituzione, nel 1978, alla fine del 2019, ha garantito finanziamenti per un importo complessivo di oltre 630 milioni di euro e conta su 3.241 soci. E dietro questi numeri ci sono le storie degli imprenditori e delle piccole aziende che magari senza una consulenza finanziaria personalizzata o un finanziamento o una rimodulazione di un prestito farebbero fatica, oggi più che mai dopo l’emergenza Covid, a stare sul mercato. Antonio Arrigoni, classe 1958, originario di Teveno di Vilminore di Scalve, ha accompagnato lo sviluppo e l’evoluzione della cooperativa di garanzia Fogalco, fondata nel 1978, di cui è stato il primo dipendente, assunto dall’allora presidente Cesare Dolci, nella vecchia sede dell’Associazione Esercenti e Commercianti della Provincia di Bergamo di Via Zilioli (ex Borsa Merci). In Fogalco dal 15 novembre 1982, ha vissuto i profondi mutamenti sul fronte del credito e dei finanziamenti, dal passaggio all’euro agli accordi di Basilea, dai nuovi parametri di rating alla garanzia vigilata da Banca d’Italia. Nel 2009 ha accompagnato con il presidente di Fogalco Riccardo Martinelli la costituzione di Asconfidi Lombardia, organismo vigilato da Banca d’Italia, espressione del sistema confederale lombardo e delle principali associazioni di categoria. Dal 2009 al 2016 Arrigoni, ha ricoperto per due mandati consecutivi, il ruolo di consigliere di gestione del “super-confidi”. “I Confidi sono stati un vero e proprio “ammortizzatore per il credito” per le micro e piccole imprese- sottolinea Arrigoni-. Il confronto con il sistema bancario è stato a volte serrato, ma sempre corretto e leale, per cercare di condividere gli aspetti qualitativi e andamentali nella valutazione del merito creditizio”. Il momento d’oro dei Confidi, al pari dell’andamento economico, sono stati gli anni Ottanta e Novanta: “Con la crescita del ricorso al credito attraverso i Confidi e la consapevolezza del loro valore, vi è stato un significativo riconoscimento del ruolo svolto attraverso l’ottenimento di contributi pubblici finalizzati a irrobustire i Fondi Rischi; lo scenario in cui si operava ci attribuiva il ruolo di agevolatori del ricorso al credito ma anche e soprattutto di calmieratori del costo del denaro, in un periodo in cui i tassi di interesse arrivavano a due cifre”. Con l’entrata in scena delle nuove norme sul capitale, gli “accordi di Basilea”, il sistema imprenditoriale ha fatto i conti con la “stretta al credito” conseguente all’applicazione dei nuovi e più stringenti parametri di rating: “La loro attuazione ha, in parte, penalizzato l’imprenditore in quanto il modesto peso attribuito agli elementi qualitativi e andamentali nel merito creditizio si è contrapposto ad un peso significativo invece degli elementi quantitativi, dal bilancio alla struttura finanziaria”. L’entrata in scena della “garanzia pubblica” attraverso la legge 662/96 (Fondo di Garanzia Pmi) ha disintermediato il Confidi: “Le Banche hanno fatto uso massiccio della garanzia pubblica e, quindi, i volumi di attività si sono ridotti notevolmente –spiega Arrigoni-. E’ indispensabile, quindi, confrontarsi anche sull’attività “connessa e strumentale” assistendo l’imprenditore con una consulenza personalizzata per individuare il fabbisogno finanziario e reperire le più idonee risorse, offrendo un servizio insostituibile che consenta di rilanciare una realtà che pure ha svolto un ruolo cruciale nello sviluppo e nel sostegno del nostro tessuto economico”.
Per il momento, il ruolo di direttore di Fogalco viene assunto ad interim dal direttore di Ascom Confcommercio Bergamo, Oscar Fusini.