Expo 
e turismo, 
le grandi 
chance 
del mondo rurale

Expo e turismo, le grandi chance del mondo rurale

image_pdfimage_print

Al semestre di Expo si guarda anche come ad un significativo convogliatore di presenze turistiche e il mondo rurale può, in questo senso, essere visto come un facilitatore dello sviluppo che le opportunità di Expo genereranno nei territori.
Come da più parti annunciato, si stima che Expo 2015 genererà un incoming di circa 20 milioni di visitatori, che a sua volta potrebbe tradursi in un incremento di ben 4 miliardi in termini di valore aggiunto. Questo imponente afflusso, unito alla complessa rete di opportunità che si è inteso creare con un evento di queste proporzioni, è tra quelli che più facilmente innesterà nei territori vicini ad Expo processi di sviluppo, le cui ricadute interesseranno localmente non solo il turismo ma anche altre categorie economiche.
Si vogliono qui segnalare con maggiore enfasi le opportunità che uno specifico settore turistico fa intravedere al riguardo, ovvero l’offerta legata al turismo rurale e al cosiddetto turismo lento, unitamente all’indotto che ne segue. Si tratta di un comparto che potrebbe peraltro ricevere ulteriori stimoli a partire dal primo semestre del 2015 grazie all’entrata in vigore del nuovo Programma per lo Sviluppo Rurale, che in Lombardia punterà a stimolare la cooperazione e la creazione di sinergie lungo l’intera filiera agricola e agroindustriale, al fine di promuovere l’innovazione di prodotto e di processo mediante iniziative di rete.
In quest’ottica, le ricadute di Expo per il turismo rurale andranno a coinvolgere non solo le aziende agricole votate alla multifunzionalità, ossia alla fornitura di servizi quali appunto l’ospitalità agrituristica, ma anche tutte le categorie commerciali che a vario titolo saranno in grado di rispondere alle esigenze degli appassionati di questa tipologia di vacanza.
Oggigiorno, quando si parla di turismo rurale, ci si riferisce ad un modello che include nei propri servizi voci quali alloggio e ristorazione, come pure eccellenze eno-gastronomiche, attività ricreative e sportive all’aria aperta, beni culturali, paesaggio, eventi, benessere. Tale tendenza, secondo uno studio di Unioncamere riferito alle preferenze degli italiani in fatto di viaggi e vacanze effettuato a dicembre 2013, è valsa al settore una percentuale di gradimento in continua crescita. A livello europeo, le cifre riferite al comparto del turismo rurale sono ancor più interessanti, se si considera che sono circa 500.000 le micro-imprese coinvolte e circa sei milioni i posti letto che configurano la capacità ricettiva del settore. Il prodotto va dal B&B al self-catering, dai ristoranti ai servizi turistici in generale, totalizzando un volume di affari equivalente al 15% della capacità turistica europea.
I dati provengono dal convegno annuale organizzato dal 6 all’8 ottobre ad Alpbach, in Austria, dalla Federazione Europea del Turismo Rurale (EuroGites), il cui tema verteva appunto sul futuro del turismo rurale. Tema ripreso e ulteriormente approfondito, in chiave di sviluppo in rete dell’offerta turistica rurale e “slow”, nel corso del primo salone internazionale dedicato a questo settore, “Agri Travel & Slow Travel Expo”, svoltosi, sempre a ottobre, nei padiglioni della Fiera di Bergamo. Segno, non ultimo, della vivacità e della propensione degli operatori attivi in questo ambito economico-commerciale, a dialogare su più fronti, allargando le trame dell’imprenditorialità fino a renderle creativamente e concretamente disponibili ad intrecci virtuosi e sempre più trasversali.