Con la cultura si mangia? A Bergamo, la risposta sembrerebbe proprio essere affermativa. È quanto emerge dallo studio commissionato dal Comune di Bergamo a Prometeia, società di consulenza specializzata in indagini di questo genere su tutto il territorio nazionale che nei mesi scorsi ha scandagliato l’offerta e la risposta culturale a Bergamo.
Ad uno sguardo approfondito, quello appunto affidato a Prometeia, emergono dati e comportamenti molto interessanti per quello che riguarda la cultura a Bergamo. In primo luogo il Comune di Bergamo produce servizi culturali per tutto il territorio provinciale, con la città che dimostra un’elevata attrattività culturale soprattutto per quel che riguarda teatro e attività concertistica. Intorno a un milione (991.483) sono stati calcolati i partecipanti degli eventi culturali cittadini nel solo 2016, 467 invece i soggetti che operano a Bergamo nel settore, per un totale di 1.377 addetti.
Interessante anche il dato riguardo la spesa delle famiglie per beni e attività culturali: nel 2016 a Bergamo si registra una media per abitante notevolmente più alta rispetto al resto del Paese, con ben 137,6 euro spesi in cultura rispetto ai 95,5 euro spesi nel resto d’Italia. Una differenza che pare trovare corrispondenza nella grande passione per il teatro che dimostrano i bergamaschi: l’attività teatrale e concertistica corrisponde a una percentuale altissima della spesa complessiva, pari al 72% del totale, rispetto al 48% della media nazionale.
Notevole il dato che riguarda la spesa del Comune di Bergamo per la cultura, oltre ai 10,6 milioni di euro di investimenti sui contenitori culturali, Palazzo Frizzoni spende oltre 8 milioni di euro per le attività culturali (2,7 milioni per eventi, festival e servizi), il teatro (984mila euro), le biblioteche (2,1 milioni) e i musei (2,.2 milioni di euro).
Con la cultura si fa impresa. Il valore aggiunto nel 2016 è pari a 161 milioni di euro: ogni euro creato nel settore della cultura genera 1,8 euro addizionali di valore. Anche a livello di occupazione i numeri si dimostrano molto interessanti, con 3.359 occupati del settore compreso l’indotto (10 occupati nel settore sostengono altri 15 occupati addizionali nell’economia della città).
I turisti per motivi culturali (in presenze) sono in crescita costante negli ultimi tre anni, con una spesa media giornaliera di 54 euro dei turisti italiani, di 82 per quel che riguarda i visitatori stranieri. Insomma, il PIL culturale per abitante generato all’interno del Comune di Bergamo è il doppio rispetto alla media nazionale, con ben 483 euro per abitante contro i 254 della media italiana (420 della media lombarda).
“La cultura è innanzitutto strumento di crescita individuale e di coesione sociale, e fornisce gli strumenti critici per affrontare i temi della contemporaneità” commenta Nadia Ghisalberti, Assessore alla Cultura del Comune di Bergamo. “Ma è anche una crescita economica di rilievo che coinvolge il territorio, sia in termini di professionalità e di occupazione sia in termini di indotto. Per la prima volta Bergamo ha una mappatura dell’economia della cultura, una fotografia della situazione attuale sulla quale costruire strategie di sviluppo futuro”