“Bergamo segua Nizza per rilanciare il centro”

SentieroneNon c’è un appunto da fare all’intervista di Fontana, ha raccontato e spiegato senza indugi cosa è il centro città di oggi. Tra le righe ha definito, a mio avviso, “bigotta” le mentalità di Bergamo. Come dargli torto? Io viaggio meno di lui per il mondo ma mi basta pensare cosa è diventata la citta di Nizza, Francia, oggi. E’ diventata una città che si è trasformata, vestita, truccata e ringiovanita dopo un percorso di una decina d’anni a questa parte. Verde Verde e ancora Verde, a portata di famiglia, vivibile e bella. Hanno costruito una metropolitana leggera a raso strada senza un becco di un semaforo, quando passa suona la campana che ti avverte di toglierti dai binari, per noi fantascienza! Hanno raso al suolo metri cubi di cemento e fatto un parco metropolitano pazzesco, verde, giochi, fontane ecc…. Questa trasformazione è avvenuta, per chi volesse informarsi, in place Massena, place du paillon e place Garibaldi. Noi abbiamo un centro grigio, spoglio e confuso. Pensiamo se avessimo un Sentierone verde, un parco cittadino per le famiglie, invece di un parchetto spelacchiato dentro palazzo Frizzoni. Senza pensare a quanti bistrot o caffè o ristoranti potrebbero completare l’offerta dei posti a sedere fuori, anche d’inverno, a fare da aggregatori a genitori e nonni che vedrebbero dietro un spuntino i bambini giocare in tutta sicurezza. Magari un centro ben illuminato, non con una decina di sistemi di illuminazione diversa, che sembra di stare alla fiera del lampione. Sicuramente un centro a misura d’uomo gioverebbe al commercio, unirebbe via XX settembre a via Tasso, gioverebbe al turismo, e perché no, gioverebbe alle insegne commerciali che oggi sono veramente orientate verso il basso. Per sfizio personale mi permetto di fare due proposte extra: siccome via XX Settembre, via S.Alessandro e via S.Orsola sono strette e male esposte al sole, perché non installare degli specchi sui tetti che portino luce nelle suddette via soprattutto d’inverno? D’estate, siccome via XX settembre è torrida e ha spesso il sole basso che camminare controluce acceca chi cammina, non installare, diciamo, dei mega “ombrelloni” per creare un po’ di sollievo? Io non sono architetto o designer ma mi risulta che di tali figure in Italia ce ne siano, anche se spesso la loro firma la troviamo, come spesso capita, all’estero. Se Il Sindaco e i loro assessori dicono che Bergamo è una città europea, cosa che a me non risulta, osservo che per essere città europee bisogna fare cose europee, passando anche da queste osservazioni.

                                                                                                                                                                                                                                                                 Michele Garufi – Ottica Garufi (Bergamo)

 

 

 

Più servizi e apertura mentale per rilanciare la città

Complimenti a Tino Fontana, che con grande eleganza e tanta sincerità, è riuscito a raccontare con parole chiare, la vera realtà che in questo momento vive la nostra città di Bergamo. Sono una commerciante del centro città, precisamente di via S.Alessandro; per quanto mi riguarda, è da tempo che con Giuseppe Zilli (mio carissimo amico) lamento il degrado costante che ogni giorno, miei cari, si sente ma ancora di più si vede. Io ho avuto la fortuna di viaggiare e girare il mondo, vi posso assicurare che Bergamo ha tanto da lavorare. Cultura, apertura mentale, meno tasse e affitti più bassi, più servizi e voglia di amare la vita; solo con questi elementi si può migliorare una città meravigliosa che è Bergamo e secondo il mio punto di vista, è proprio da qui che si deve partire.

                                                                                                                                                                                                                                                                                           Loredana Odillà Andreani

 

 

 

 

Serve una migliore cultura dell’accoglienza

Tino Fontana, nell’intervista pubblicata su La Rassegna del 12 febbraio scorso dal titolo “Bergamo è ancora chiusa. Ma il centro si può rilanciare” , ha detto tutto quello che doveva dire circa un atteggiamento generalizzato (cittadini e istituzioni) che di fatto impediscono alla città di Bergamo, così come quelle località bergamasche che di turismo dovrebbero vivere, di sviluppare un potenziale che, però, è salito a bordo dell’aereo sbagliato, quello ancora fermo nell’hangar per il motivo sopra accennato.

La sensazione, per chi guarda con un certo interesse lo sviluppo turistico del territorio, è quella che le cose importanti, che il più delle volte sono anche quelle meno onerose, per dare fiato allo sviluppo, sono quelle che non vengono prese nella giusta considerazione.

Tino Fontana ne ha fatto un lungo elenco per poi concludere amaramente: “Bergamo non è mai stata una città aperta, ma credo che il centro si sia ulteriormente appiattito. Tutti i centri del mondo vivono laddove c’è una certa cultura dell’accoglienza e solo se si sa ricevere ed attrarre gente. Credo che a Bergamo la tanto ricercata “valorizzazione del centro” resti un bello slogan”.

                                                                                                                                                                                                                                                                                                                    Giuseppe Zilli

 

 

 

Affitti, i proprietari dei locali facciano la loro parte

Come tutti quelli che viaggiano e lavorano al’estero, il buon Fontana ha la visione ampia, tutt’altro che provinciale. Fa benissimo a mettere il dito nel problema dei problemi: la sostenibilità degli affitti. In effetti, si possono programmare le migliori politiche urbanistiche, mettere in calendario eventi su eventi, ma se c’è la crisi e i portafogli restano vuoti i consumi non cambieranno mai marcia. E pagare i canoni elevati resta impossibile. Per questo credo che anche i proprietari degli immobili debbano fare la loro parte, abbassare le pretese in attesa di tempi migliori.

                                                                                                                                                                                                                                                                                                         Un commerciante