Gli incentivi green previsti a settembre rappresentano un’altra occasione mancata per sostenere la mobilità degli agenti di commercio, come sottolineato con amarezza dalla FNAARC, la Federazione degli agenti e rappresentanti di commercio Confcommercio. La misura, infatti, include per le microimprese i mezzi N1 e N2 – ovvero gli autoveicoli prevalentemente per trasporto merci – ma esclude le auto utilizzate dalla stragrande maggioranza degli agenti per svolgere la propria attività di microimpresa, trasportando i propri prodotti – vale a dire cataloghi, campionari e materiali per la promozione delle vendite – al pari di altre aziende. Un’occasione mancata per 2084 agenti di commercio bergamaschi e per 210mila agenti italiani, che percorrono mediamente 60.000 km all’anno per promuovere i prodotti e i servizi delle aziende che rappresentano.
“L’auto è a tutti gli effetti il nostro ufficio mobile- dichiara Fabio Fracassi, presidente Fnaarc Bergamo- . Acquistare o sostituire l’auto è tra le priorità, ma molti stanno rinviando l’acquisto per gli elevati costi. Lo stesso tetto di deducibilità fiscale, fermo dal 1986 a 25.822 euro, impedisce alla categoria di contribuire alla transizione ecologica, poiché il prezzo medio di acquisto di un’auto elettrica che sia adeguata alle esigenze degli agenti è decisamente elevato. Già siamo penalizzati da una fiscalità anacronistica, essere stati praticamente esclusi dagli incentivi per le auto elettriche non tiene in considerazione una categoria come la nostra che utilizza l’autovettura come strumento di lavoro principale”.
La Federazione aveva da tempo avviato un’azione di sensibilizzazione verso il Governo per risolvere un problema annoso per la categoria, l’esclusione da incentivi e sgravi mette in difficoltà gli agenti di commercio.
“La questione ormai non ha bisogno di troppe argomentazioni: l’adeguamento del tetto di deducibilità dell’auto è fermo da quasi quarant’anni- continua Fracassi– . Eppure, solo negli ultimi 20 anni, i prezzi delle autovetture sono aumentati del 44%. Questa inadeguatezza fiscale ai valori di mercato delle auto costringe gli agenti a cambiare auto con minore frequenza, contribuendo ad aggravare la crisi del settore dell’automotive. Ci auguriamo che la politica accolga finalmente la nostra istanza”.
