Albino, «la Ztl ha messo
in ginocchio i negozi»

Si respira tensione tra i negozianti di via Mazzini, la via centrale del commercio di Albino, per la Ztl che sta mettendo in ginocchio le loro attività: c’è chi ha già chiuso, chi sta riducendo gli orari ai propri dipendenti, chi ne ha già lasciato a casa qualcuno e chi sta pensando di spostarsi in un’altra zona più accessibile. Tanto è vero che sulle vetrine del centro è comparsa, dai primi giorni di maggio, una locandina che recita: “Ztl: noi non l’abbiamo voluta!”.
«Abito ed ho un’attività nel centro storico – afferma Ernesto Cugini, titolare del negozio Cugini Scarpe – e, secondo me, la Ztl può andare benissimo quando le persone ci sono, ma dal momento che questo flusso di persone non c’è, perché la passeggiata che il Comune si aspettava non si è realizzata, la Ztl non ha ragione di esistere, anzi è solo un danno. Tutti si aspettavano il passeggio, ma dopo una certa ora non c’è nessuno».
I primi a soffrirne sono gli alimentari, tanto che sabato 11 maggio è stato l’ultimo giorno di attività per il negozio di frutta e verdura La Buona Natura: «Chiudo perché, a parte la crisi generale, il Comune non ha aiutato per niente noi commercianti – spiega la titolare Monica Ubiali –. Anzi, nel mio caso, la Ztl ha inciso tantissimo sulla decisione di lasciare. Le clienti che venivano a fare la spesa con delle belle borse, non potendo parcheggiare, preferiscono andare al centro commerciale dove arrivano all’auto col carrello. Incontri con l’amministrazione ne abbiamo fatti e abbiamo fatto tutto il possibile. Ma non si sono mossi dalle loro idee e questo ci ha tagliato le gambe. Per il futuro non so cosa fare. Spero che i miei colleghi siano più fortunati di me»
Il provvedimento è stato «devastante – anche secondo Monica Frosio, titolare del Panificio Zanetti –. Ho dovuto diminuire l’orario al personale, fin dove riesco, perché il lavoro è calato veramente. Il pomeriggio c’erano mamme coi bambini che venivano, prendevano la merenda e poi andavano al parco. Ora, invece, più nessuno: vanno al centro commerciale e non le vediamo più. Il mio futuro lo vedo drammatico. Sono qui da vent’anni e garantisco che non ho mai vissuto una situazione del genere. Sto valutando anche il fatto di licenziare, perché se non abbiamo incrementi, non possiamo tenere il personale. Oppure di andare via da Albino, di prendere un’altra sistemazione: si parla di costi enormi, di rifarsi una clientela e non abbiamo più vent’anni. Dopo averci messo anima e cuore – è l’amara conclusione -, lavorando giorno e notte, ci troviamo con nulla di sicuro tra le mani».
Calo dei clienti anche per Paolo Acerbis dell’alimentari e macelleria di via Vittorio Veneto 1, angolo via Mazzini: «Ho ridotto parecchie ore di lavoro ai due ragazzi che hanno il contratto a chiamata – afferma -, perché la Ztl è stata purtroppo allungata rispetto a quello che era stato concordato con il sindaco e la giunta. Il lavoro è diminuito tantissimo al pomeriggio, perché alle 18, quando si riapre al traffico, tutti ormai sono a casa; e il sabato, aprendo la via alle 19, tutte le persone che venivano a fare la spesa pesante, perché potevano parcheggiare, non vengono più. Un’altra cosa che ci era stata promessa, erano i parcheggi lungo via Mazzini: con il comandante dei vigili, in base alle misure, ne avevamo individuati 25 realizzabili, ma ce ne hanno concessi solo 8 o 9».
La Ztl, nella forma attualmente applicata in via Mazzini e relative vie di accesso, è entrata definitivamente in vigore dal primo marzo 2013, chiudendo l’ingresso alle auto dalle 14 alle 18 dal lunedì al venerdì e dalle 13 alle 19 il sabato e i giorni festivi. Ma non è sempre stato così: «Senza lasciarci scelta, con la precedente amministrazione era partita una sperimentazione della Ztl dalle 9.30 alle 11.30 – ricorda Emanuela Poli, della Caffetteria Mazzini nonché presidente delle Botteghe –. Abbiamo chiesto di spostarla al pomeriggio, e dovevano essere due ore dalle 14.30 alle 16.30, il periodo in cui i bambini escono dall’asilo e dalla scuola e le mamme sono in giro. Ma l’amministrazione cosa ha fatto? Prima l’ha istituita dalle 13 alle 18 e abbiamo chiesto di attivarla almeno alle 14. E il sabato era dalle 12 alle 19 con il risultato che a mezzogiorno erano ancora aperti anche i negozi alimentari, ma non avevano più clienti, perché non poteva più entrare nessuno. Insomma decisioni prese senza nessuna attenzione al nostro lavoro».
Un altro elemento determinante è dato dalle multe: dal primo marzo, in un solo mese, ne sono state staccate circa 380, con una media di 93 euro a contravvenzione, che oltre ad aggravare l’esodo di chi prima si recava ad Albino per le spese, denota, secondo i commercianti, una segnalazione non chiara ai varchi di accesso: «La gente non passa più perché non sa più se deve passare al mattino o al pomeriggio – conferma Susanna Picinali, del negozio Susanna Home Design –. Non conoscendo ancora bene gli orari e facendo fatica a capire dai pannelli del varco, ci sono state molte multe, un disagio davvero pesante, e perciò la gente non è incentivata a venire da noi. Possiamo dire che quelle persone a cui è arrivata la multa, ad Albino non vengono più».
Multe che colpiscono anche chi sosta brevemente durante le ore di accesso per un acquisto al volo. «C’è subito il vigile che fa la contravvenzione – sottolinea con rammarico Carla Petteni della Tabaccheria Petteni – e non è bello che per un pacchetto di sigarette si prendano 35 euro o più di multa». Sostanzialmente «la problematica è legata al fatto che per tanti negozi il passaggio è la cosa fondamentale – commenta Loredana Cugini, della cartolibreria Valoncini di via Vittorio Veneto –, perché abbiamo articoli che necessitano di acquisti veloci. Non potersi fermare anche solo per pochi minuti ha creato un decremento del lavoro considerevole. In un momento in cui già di per sé il commercio risente della crisi, la Ztl ha aumentato le difficoltà».
E se proprio il Comune vuole questa zona a traffico limitato, «si poteva fare anche la via più bella, mettendo fioriere e panchine – conclude Roberto Gritti, artigiano titolare di Fantasie di vetro –. Invece, è stata fatta di botto; noi ci siamo opposti, ma non c’è stato nulla da fare. Comunque la maggioranza di noi negozianti è contraria e non siamo stati noi a volerla».

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