Lavoro e progresso economico, 75 premi dalla Camera di Commercio

Riconoscimenti alla fedeltà al lavoro e alle imprese più longeve e innovative, 3 premi al femminile 

Domenica 22 ottobre il presidente della Camera di commercio Carlo Mazzoleni ha premiato, nell’ambito dell’iniziativa di riconoscimento del lavoro e del progresso economico, 41 lavoratori
dipendenti, 31 imprese ‒ di cui 4 coltivatori diretti ‒ e 3 donne imprenditrici. La cerimonia si è svolta a partire dalle ore 10 presso la centrale Daste e Spalenga con la presenza
dei premiati, accompagnati in molti casi dai famigliari con cui hanno voluto condividere la gioia di questo momento.
Il riconoscimento del lavoro e del progresso economico è l’iniziativa con cui la Camera di commercio tradizionalmente celebra in una cerimonia pubblica coloro che, con l’esempio di una
vita dedicata al lavoro, hanno contribuito con impegno costante alla crescita dell’economia locale, nei diversi settori economici.
Il concorso prevede, come da tradizione, il riconoscimento alle imprese con più di 30 anni di ininterrotta attività e ai dipendenti del settore privato con almeno 30 anni di servizio presso la
stessa impresa (25 se donne). L’edizione di quest’anno ha visto per la seconda volta la premiazione delle donne imprenditrici con oltre 30 anni d’età, una specifica categoria istituita l’anno scorso per riconoscere la partecipazione della donna al mondo dell’impresa. In questo ambito la provincia di Bergamo rimane ancora di oltre due punti inferiore al dato nazionale, mentre le cariche d’impresa femminili sono solo un terzo di quelle maschili.
Il presidente della Camera di commercio, Carlo Mazzoleni ‒ complimentandosi con tutti i premiati, che hanno raggiunto nella propria vita professionale una tappa significativa sancita dal
premio di un’istituzione pubblica ‒ ha sottolineato l’importanza dell’esperienza accumulata da ogni lavoratore nel corso degli anni.
Questo patrimonio, ha sottolineato il presidente, “oltre che rappresentare un motivo di orgoglio individuale, dà fierezza all’intera comunità economica e sociale bergamasca, la quale si costruisce
grazie all’apporto di ciascuno e ora è una ricchezza, morale e certamente anche materiale, di cui tutti godiamo. Raggiungendo tappe personali ognuno ha – ciascuno per la sua parte – contribuito a
far perseguire importanti mete alle realtà imprenditoriali in cui opera o ha operato, così come all’intero territorio bergamasco. È questo l’impegno che vogliamo celebrare oggi”.
La cultura d’impresa e quella del lavoro rappresentano una sfaccettatura importante di quanto quest’anno la città di Bergamo festeggia insieme alla città di Brescia, entrambe “Capitale italiana
della cultura”. Le due città sono accomunate da una operosità con pochi pari, e sono caratterizzate da una concentrazione manifatturiera senza eguali a livello europeo.
La capacità di fare impresa è stata recentemente celebrata attraverso il progetto della Camera di commercio di Bergamo MADE Film Festival, dedicato al racconto d’impresa e del lavoro, svoltasi
proprio a Daste, luogo che testimonia la storia manifatturiera del territorio.

Benemeriti

Tra i premi, anche tre riconoscimenti speciali a Paolo Malvestiti,  al professore Mario Comana, ordinario di Economia degli intermediari finanziari alla Luiss Guido Carli di Roma,  e all’amministratore delegato di Ipsos e fondatore di Ipsos Public Affairs Nando Pagnoncelli “per il loro contributo al progresso economico della nostra collettività, per il loro impegno a favore del benessere e della crescita culturale del nostro territorio, anche al di fuori della nostra provincia”, ha dichiarato il presidente Mazzoleni, nel consegnare la benemerenza camerale.

Giovanni Paolo Malvestiti inizia il suo percorso lavorativo come dipendente nel settore delle calzature – pelletteria per poi approdare nel mondo dell’imprenditoria nel settore del commercio aprendo nel giro di alcuni anni più società e gestendo più punti vendita nel territorio bergamasco. Il percorso lavorativo di Malvestiti rappresenta l’iter di crescita professionale, personale e imprenditoriale tipico degli imprenditori bergamaschi. Nel suo percorso lavorativo ha anche saputo incarnare l’anima sociale che caratterizza il settore del terziario, favorendo la costituzione di un’ importante associazione locale: Acea, Associazione Commercianti e Artigiani di Osio Sotto, realtà che ha creato l’humus per la futura nascita dei Distretti del Commercio, realizzati da Regione Lombardia nel periodo in cui è stato Presidente di Ascom Confcommercio Bergamo e per la cui costituzione si è speso personalmente.

Dal vertice del sistema associativo del terziario bergamasco è stato chiamato a presiedere la Camera di Commercio di Bergamo per un doppio mandato, nel quale ha saputo rappresentare in modo trasversale gli interessi di tutte le categorie economiche del territorio. La sua capacità di ascolto e di dialogo con tutti gli interlocutori, insieme al suo spirito di intraprendenza, hanno contribuito a sviluppare il ruolo e la rappresentatività dell’ente camerale all’interno del mondo istituzionale bergamasco e lombardo.

 

 

Premio imprese in rosa

Mazzoleni con Andreini, Genini e Bosatelli

Sono tre le donne imprenditrici premiate per il loro impegno e la loro capacità di resilienza. Raffaella Andreini, fondatrice e titolare di Half Crown Pub di Antegnate, ha ottenuto il riconoscimento per l’introduzione di innovazione digitale in un’attività tradizionale come quella di ristorazione e intrattenimento. Tra il 2019 e il 2020 ha investito nell’ App Cei Food  per consentire ai clienti in piena pandemia di ordinare comodamente da casa menù e specialità e continuare a lavorare in piena sicurezza. Oggi l’App continua a riscuotere un ottimo successo e consente di ricevere ordini e consegne.

Sara Bosatelli della Gelateria Mandorlacchio di Bergamo ha “puntato a rimodernare le attrezzature dell’attività rilevata, scegliendo macchine a minore impatto ambientale e realizzando gelati, partendo solo da prodotti naturali. Ogni semilavorato è bandito e gli ingredienti vengono selezionati con cura; alta l’attenzione ai clienti intolleranti con gelati senza lattosio, a basso indice glicemico. Marella Genini, titolare di Bau House a Sorisole, è stata premiata per la sua particolare attività di asilo diurno per cani. Un servizio innovativo, che risponde a una domanda in forte crescita

 

Imprese

Sono 31 le imprese premiate per la loro storia: Schiavi spa di Bossico con 94 anni di attività familiare nelle costruzioni  edili; Arredamenti Premarini sas di Spirano, con 64 anni di attività familiare arredamenti e arredo ufficio; Cooperativa Consumo Ardesio di Ardesio, con 63 anni di ininterrotta attività commercio di prodotti alimentari; Mcf srl di Canonica d’Adda, con 61 anni di attività nelle lavorazioni, costruzioni meccaniche di materiali metallici; La dolciaria bergamasca degli eredi di Tironi Giovanni di Tironi Costanza & c sas di Albano sant’Alessandro con 54 anni di attività nella produzione confetti e dolciumi; Spada Roberta di Bottanuco, con 54 anni di ininterrotta attività commercio elettrodomestici; Cooperativa agricola e di consumo di Treviglio di Treviglio con 49 anni di attività familiare commercio al dettaglio di attrezzature e prodotti per l’agricoltura; Fratelli Marabini srl di Orio al Serio, con 46 anni di attività commercio, noleggio, manutenzione carrelli elevatori; Autoriparazioni Merisio di Merisio Aldo e c snc di Bergamo, con 44 anni di ininterrotta attività riparazione automezzi in genere e applicazione dispositivi motulesi; Parrucchiere da Nando di Confalonieri Fernaldo di Clusone con 44 anni di ininterrotta attività; Azzola Maria Teresa di Bergamo con 43 anni di attività di disegnatrice; Cooperativa edilizia Acli casa soc. coop di Bergamo con 43 anni di attività nelle costruzioni edilizie; Neodecortech spa di Filago con 41 anni di attività nella produzione di carte decorative per l’industria del mobile e del pavimento; Pubbliluce srl di Villa d’Ogna, con 41 anni di attività impianti elettrici; Verpol srl di Ghisalba,  con 41 anni di attività nelle verniciature industriali; Effegieffe srl di Azzano San Paolo, con 40 anni di  attività nella lavorazione del ferro; Gasparina di Sopra Soc. coop. sociale di Romano di Lombardia, con 40 anni di attività nei servizi terapeutico-educativi a carattere residenziale; La sirena srl di Serina con 38 anni di attività pasticceria; Caffetteria Gritti Alessandra di Zogno, lavanderia da 37 anni; L’oasi Piu’ srl di Villongo, con 37 anni di attività di gelateria; Salus-srl di Bergamo con 37 anni di ininterrotta attività commercio al dettaglio di calzature; Vailati Luigi sas di Vailati Antonella e Vailati Raffaele di Fontanella, con 37 anni di ininterrotta attività commercio di prodotti alimentari; Vavassori Pulizie snc di Tiraboschi v & c di Nembro con 37 anni di ininterrotta attività pulizie civili e industriali; Albergo Miralago di Arrighetti Bruno & c snc di Bossico con 35 anni di ininterrotta attività di ristorante albergo; Gelateria Pandizucchero di Tellini Ivano di Treviolo con 33 anni di ininterrotta attività gelateria; Fae Technology spa di Gazzaniga con 32 anni di ininterrotta attività realizzazione schede ed apparecchiature elettriche/elettroniche; Carlessi Loredana e Marinella snc di Castel Rozzone con 31 anni di ininterrotta attività commercio al minuto drogheria. Quattro i coltivatori diretti premiati, tutti allevatori di bovini o bovini da latte: Giovan Battista Ghirardi di Algua, Società Agricola Brembofarm di Pontirolo Nuovo, Agostino Lazzarini di Fontanella e Sperandio Filisetti di Endine Gaiano.

Dipendenti

Dai 25 anni di anzianità ai 48: una vita spesa alle dipendenze della stessa azienda, con un legame di fiducia fortissimo, costruito giorno per giorno. Sono 41 i dipendenti premiati domenica dalla Camera di Commercio, qui nella foto di gruppo. 


Confcommercio e Banca d’Italia: economia in frenata in Lombardia, si rischia la stagnazione

Il Prodotto interno lordo lombardo è cresciuto solo dell’1,3% rispetto al corrispondente periodo 2022. Un rallentamento che preoccupa 

Frena l’economia lombarda con il rischio di una possibile stagnazione per questa seconda parte del 2023. Uno scenario preoccupante che emerge da alcuni fra i dati illustrati oggi nell’evento di Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza con Banca d’Italia (Sede di Milano) svoltosi in Confcommercio Milano con il Report di Banca d’Italia sull’economia regionale. Nel primo semestre dell’anno il Prodotto interno lordo lombardo è cresciuto solo dell’1,3% rispetto al corrispondente periodo 2022. Un evidente rallentamento dato che lo scorso anno il Pil nei confronti del 2021, era stato del 3,8%. L’inflazione ora è al 5,3%, ma le componenti di fondo indicano una stabilizzazione. La prospettiva, insomma, è che non prosegua la discesa. In crescita il costo medio dei prestiti per le imprese: fra il 5,4% e il 6% con una forte esposizione di rischio di rialzo dei tassi. Preoccupazioni, inoltre, per l’aumento dei costi di materie prime ed energia – in particolare gas e petrolio – dovuti soprattutto agli effetti della guerra tra Israele e i palestinesi di Hamas. In calo gli investimenti: – 3,6% nel settore industriale secondo le previsioni delle imprese per il 2023 nei confronti dell’anno precedente.
Cresce invece il commercio al dettaglio (+ 4,7% nel primo semestre di quest’anno), ma a valori correnti: non tenendo perciò conto dell’andamento dei prezzi e dei volumi effettivi di vendita.
Nel Report della Banca d’Italia, indicazioni più positive sono emerse per turismo e ristorazione e nel mercato del lavoro (con una crescita dell’occupazione dell’1,5% nel primo semestre 2023 e migliori performance in particolare per i servizi).
“Dopo un 2022 in decisa crescita, il rallentamento quest’anno dell’economia lombarda è preoccupante. Soprattutto per due motivi: aumento dei costi di materie prime ed energia a causa del più che drammatico conflitto in Israele che rischia di ampliarsi e che si aggiunge a quello in Ucraina. E per l’inflazione che ha fermato la sua discesa e potrebbe invertire la rotta” ha affermato Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio. Per quanto riguarda il salario minimo, da Sangalli giunge l’indicazione di valorizzare lo strumento della contrattazione collettiva. “Sul salario minimo – rileva – sarebbero controproducenti interventi legislativi. Il punto centrale è dare più forza alla contrattazione collettiva tra le organizzazioni d’imprese e dei sindacati maggiormente rappresentativi. Nei contratti stipulati da Confcommercio, infatti, il salario minimo orario al livello più basso è già oltre i 9 euro”.
Nei contratti collettivi nazionali del terziario (applicato a 2,8 milioni di lavoratori) e del settore turismo la paga oraria, nel livello più basso, va dai 9,47 ai 9,80 euro. La retribuzione oraria più alta dai 16,73 ai 20,60 euro.
“La contrattazione collettiva – prosegue Sangalli – è un valore aggiunto perché contiene un sistema articolato di welfare aziendale (come, ad esempio, assistenza sanitaria integrativa e previdenza complementare), dunque uno strumento prezioso che può garantire maggiore sostenibilità economica e sociale”. In Confcommercio Milano il Report di Banca d’Italia è stato illustrato da Giorgio Gobbi, direttore della Sede di Milano di Banca d’Italia assieme a Paola Rossi (capo Divisione analisi e ricerca economica territoriale e Francesco Bripi (Divisione analisi e ricerca economica territoriale) di Banca d’Italia (Sede di Milano). Sui temi economici di attualità  – inflazione e riduzione del potere d’acquisto; aumento dei tassi d’interesse e difficoltà di accesso al credito; lavoro e formazione; mercato immobiliare – si è focalizzata la successiva tavola rotonda – moderata da Andrea Silla, caporedattore vicario Rai Tgr Lombardia – con Vincenzo Albanese (titolare Wea Consulting); Babila Bruni (direttore Risorse Umane Mandarin Oriental Hotel Group); Paolo Ferré (presidente FederAscomfidi); Sebastian Gatto (amministratore delegato Savini Group); Antonio Morgese (amministratore Gelaterie Rigoletto).

I dati dell’inflazione a Bergamo

In base ai recenti dati Istat sull’inflazione annuale, Bergamo è la settima provincia a livello lombardo, decisamente al di sopra della media nazionale, in cui occupa il 21esimo posto con un incremento pari a 1318 euro all’anno per famiglia, con un’ inflazione che raggiunge il + 5% su base annua (era il +4,7% ad agosto). Il maggiore aumento tendenziale si rileva nei pacchetti vacanza, con +18,5%, a seguire i servizi di alloggio (+13,4%), i servizi finanziari (+7,6%), i servizi di trasporto (+6,7%), i prodotti alimentari (+6,1%), la ristorazione (+2,3%).


Agricoltura e diritto al cibo, una giornata formativa in Camera di Commercio il 28 ottobre

Dalla sostenibilità ambientale ed economica per l’export allo sguardo a Gerico per una case history di economia circolare 

La Camera di Commercio di Bergamo organizza due seminari che si terranno nella giornata del 28 ottobre al Palazzo dei Contratti e delle manifestazioni in sala Mosaico, Via Petrarca 10. I due incontri si collocano all’interno del palinsesto delle attività  dell’evento territoriale dedicato ad “Agricoltura e diritto al cibo” in programma dal 25 al 30 ottobre. Il seminario programmato per la mattina del 28 ottobre alle ore 9.00, dal titolo  “Sostenibilità economica e ambientale per l’export – Gerico si racconta – esempio virtuoso di economia circolare – le paste ripiene”, è organizzato dalla Camera di Commercio di Bergamo, in collaborazione con Unioncamere Lombardia e vedrà anche presentazione della delegazione palestinese di Gerico e, a seguire l’intervento di Silvia Tropea Montagnosi che tratterà dell’esempio virtuoso dell’economia circolare ovvero delle paste ripiene.
Il secondo seminario, dal titolo Il valore dell’acqua per l’agricoltura in un clima che cambia”, organizzato dalla Camera di Commercio di Bergamo e Coldiretti  in collaborazione con l’Università degli Studi di Bergamo,  si terrà  nel pomeriggio del 28 ottobre alle ore 14.30.
La sostenibilità, economica, sociale e ambientale, deve essere intesa come opportunità di marketing per la competitività in tutti i mercati. Per operare con successo nei mercati esteri l’imprenditore deve dotarsi di metodologie e tecniche sostenibili e trasformare il suo agire in un percorso di crescita, di valorizzazione, concependolo come un’opportunità di differenziazione. Nell’approcciare o consolidare la propria presenza sui mercati esteri di interesse, per l’imprenditore diviene necessario saper comunicare il contenuto di sostenibilità dei propri prodotti e dell’azienda valutandone/gestendone i costi dando priorità di intervenendo a quei mercati in cui il concetto di sostenibilità è già un must. Il seminario intende chiarire questi aspetti e indicare gli strumenti operativi per prendere le decisioni su processi, certificazioni e comunicazione, con una panoramica dei modelli utilizzati e delle buone pratiche con particolare attenzione al settore food.

Il programma della giornata

Seminario/webinar “Sostenibilità economica e ambientale per l’export”

ore 9.15 – Saluti introduttivi – Raffaella Castagnini, Camera di commercio di Bergamo.
ore 9.25 – Intervento Rita Bonucchi, esperta di Unioncamere Lombardia: Cosa significa sostenibilità.
Un po’ di storia.
Definizioni.
Certificazioni.
Il ruolo della sostenibilità nell’export.
I mercati più sfidanti.
I settori più critici.
Quanto costa sostenere la sostenibilità e quanto conviene per il nostro export.
Come comunicare la sostenibilità.
La sostenibilità come fattore competitivo per l’export.
Disegnare un modello di transizione alla sostenibilità.
Intervento della delegazione di Gerico

ore 10.45 | 11.10 – Delegazione di Gerico presentazione del contesto economico e loro approccio ai mercati internazionali. Esempio virtuoso di economia circolare

ore 11.20 – Intervento Silvia Tropea Montagnosi, giornalista ed esperta di gastronomia;
“Il caso delle paste ripiene – esempio virtuoso di economia circolare”.

ore 12.20 – Question Time e Conclusione lavori

Per iscriversi al Webinar (parte relativa alla Sostenibilità per l’Export, ore 9.15–10.40) occorre prima iscriversi alla piattaforma di LombardiaPoint e – solamente dopo – registrarsi all’evento. Chi seguirà l’evento in collegamento online, il giorno prima riceverà direttamente all’indirizzo email utilizzato al momento della registrazione il link per accedere con Google Meet.

Per informazioni: lombardiapoint.bergamo@bg.camcom.it;  internazionalizzazione@lom.camcom.it


“Credito Ora”: liquidità immediata per le imprese della ristorazione e attività storiche

Una ulteriore ingente misura straordinaria di Regione Lombardia finalizzata a prevenire le crisi di liquidità delle micro e piccole imprese dei settori dei servizi di ristorazione e delle attività storiche e di tradizione causata dall’emergenza sanitaria ed economica Covid-19.

“Da 10 mesi le attività di ristorazione e di somministrazione al pubblico si trovano nell’impossibilità di svolgere con regolarità la propria attività per le motivazioni che tutti conosciamo legate all’emergenza sanitaria con conseguenze pesanti anche dal punto di vista finanziario ed economico, oltre che organizzativo – ha dichiarato Gian Domenico Auricchio, presidente Unioncamere Lombardia -. Le imprese del settore versano in una situazione molto difficile con una esigenza impellente di liquidità. “Credito ora”, grazie all’ingente intervento della Regione, è un aiuto concreto a chi si trova in difficoltà immettendo liquidità a favore delle imprese con procedure snelle e veloci affidate operativamente al sistema camerale.” “Questo è un settore già molto provato, messo ancora più in crisi dalle incertezze del governo nazionale. Perciò oltre a Credito Ora, misura di grande importanza per il settore, abbiamo realizzato anche l’avviso 1-ter di Si’ Lombardia”, ha dichiarato Alessandro Mattinzoli, assessore allo Sviluppo Economico di Regione Lombardia. 

Il bando Credito Ora

Il bando “Credito Ora” consiste in contributi per l’abbattimento del tasso di interesse applicato ai finanziamenti di istituti di credito per operazioni di liquidità. E’ inoltre previsto un ulteriore contributo a copertura del costo della garanzia, compresi i costi di istruttoria, per le pratiche presentate tramite i Consorzi garanzia collettiva fidi (Confidi), che si impegnino ad applicare tariffe calmierate sulle operazioni oggetto di agevolazione. I finanziamenti agevolati dal contributo devono essere destinati ad operazioni di liquidità, come specificato dal contratto di finanziamento, per far fronte all’attuale situazione di emergenza.

Alle imprese che presentano domanda per il tramite di un Confidi è riconosciuta altresì una copertura del 50% dei costi di garanzia, compresi i costi di istruttoria, fino ad un valore massimo di € 300,00. Per ottenere la copertura dei costi di garanzia, la domanda deve essere obbligatoriamente presentata da un Confidi. I contributi sul costo della garanzia sono erogati congiuntamente al contributo in abbattimento tassi. L’agevolazione è concessa al lordo della ritenuta di legge del 4% ai sensi dell’art. 28 comma 2 del DPR 600/73.

Ogni impresa può presentare una sola domanda relativa a un solo contratto di finanziamento e tale contratto non deve essere già stato oggetto di agevolazione in conto interessi.

 

Per informazioni
Tel. 0354120262 – info@fogalco.it


Commercio e servizi, crollo del fatturato nel secondo trimestre

C’era da aspettarselo. Per le imprese bergamasche attive nel commercio al dettaglio la perdita di fatturato su base annua registrata nel secondo trimestre raggiunge il -17,1%, più che raddoppiando il divario negativo registrato nei primi tre mesi. Tale calo, pur molto rilevante, si conferma tuttavia più contenuto rispetto agli altri macro-settori analizzati (industria -20,3%, artigianato -22,3%), per via della presenza di segmenti importanti della distribuzione commerciale che non hanno subito gli effetti negativi della quarantena, rimanendo aperti durante tutto il periodo di confinamento. Si tratta, da un lato, degli esercizi specializzati alimentari, composti soprattutto da negozi di piccole dimensioni, e, dall’altro, di quelli non specializzati, che comprendono la grande distribuzione a prevalenza alimentare. I supermercati, in particolare, si sono trovati a fronteggiare un forte incremento della domanda, per via della crescita del consumo domestico di prodotti alimentari a scapito di quello esterno. Non va però dimenticato che i negozi non alimentari, che occupano la maggioranza degli addetti del settore, sono stati uno dei comparti più colpiti dall’emergenza sanitaria, con vendite inferiori di circa il 30% rispetto al livello del 2019.

I prezzi tornano a crescere (+0,8% rispetto al trimestre precedente) dopo la stabilità dei primi tre mesi dell’anno: anche in questo caso è determinante l’apporto degli esercizi non specializzati, dove la domanda in forte crescita di alcuni prodotti, sia alimentari sia legati all’igiene della casa, e le difficoltà di approvvigionamento hanno causato un rincaro dei listini. Le valutazioni sugli ordini ai fornitori, nel confronto con lo stesso periodo dell’anno precedente, vedono una netta prevalenza delle indicazioni di diminuzione su quelle di aumento. I giudizi sulle scorte confermano la situazione di sovrabbondanza che caratterizza i magazzini. Entrambi gli indicatori risentono delle difficoltà dichiarate dai negozi non alimentari.

L’indice del fatturato scende a quota 72,6, il livello più basso raggiunto da quando sono disponibili i dati dell’indagine (2006); rispetto al livello del trimestre precedente la variazione è pari a -10,4%. Il risultato provinciale non solo è in aggravamento rispetto al primo trimestre, ma mostra anche una flessione più marcata rispetto alla media regionale. Si allarga di conseguenza il gap negativo tra l’indice di Bergamo e quello regionale.

La distribuzione delle risposte all’interno del campione mostra un’espansione della quota di imprese che dichiarano una diminuzione del fatturato su base annua (63%), tuttavia si conferma la presenza di una quota rilevante di imprese con fatturato in crescita (28%), con una componente significativa di imprese che registrano guadagni di fatturato superiori ai 5 punti percentuali (26%). Questa distribuzione estremamente polarizzata, con solo l’8% di imprese che dichiarano una situazione di stabilità, è la conseguenza del diverso impatto del confinamento sui canali commerciali, anche se l’evoluzione del secondo trimestre vede un generale peggioramento.

Analizzando i dati sulle vendite di ipermercati e supermercati in provincia di Bergamo, emerge un rafforzamento della dinamica positiva evidenziata nei primi tre mesi dell’anno. Le vendite risultano infatti in accelerazione sia in valore (+8,8% su base annua) che in quantità, evidenziando come la situazione di emergenza sanitaria abbia avvantaggiato questo canale distributivo per via del maggiore consumo di beni alimentari e di prodotti per la cura e l’igienizzazione della casa.

Tiene l’occupazione   
Nonostante il calo di fatturato complessivo, non si registrano ancora contraccolpi evidenti sul fronte occupazionale, dove il numero di addetti mostra un lieve incremento (+0,4%) tra l’inizio e la fine del trimestre. In particolare l’occupazione risulta in crescita nei negozi non specializzati, che hanno dovuto fronteggiare sia una crescita della domanda sia le difficoltà logistiche legate agli approvvigionamenti e all’adeguamento ai protocolli di sicurezza, mentre il numero di addetti cala in misura limitata nei negozi non alimentari, dove le misure di sostegno all’occupazione hanno per il momento evitato un tracollo occupazionale.
Le aspettative degli imprenditori bergamaschi attivi nel commercio al dettaglio mostrano un rasserenamento per il prossimo trimestre ma in misura meno marcata che negli altri settori.

Le imprese dei servizi si confermano tra le più colpite         
Le imprese dei servizi si confermano tra le più colpite dallo shock causato dal Covid-19: nel secondo trimestre 2020 a Bergamo il divario del fatturato rispetto allo stesso periodo del 2019 raggiunge il -24,2% (era il -12,1% nel primo trimestre). Si conferma l’estrema eterogeneità che l’impatto dell’emergenza sanitaria ha avuto sui diversi comparti dei servizi: le attività di alloggio e ristorazione in particolare hanno ricevuto il danno maggiore, con un calo dei livelli di attività che supera il 50%. Meno penalizzati sono risultati il commercio all’ingrosso, con un calo di circa il 25%, e soprattutto i servizi alle imprese (-15% circa), che pur risentendo delle difficoltà dei loro clienti hanno potuto nella maggior parte dei casi proseguire l’attività lavorando in remoto.  
I prezzi proseguono per ora la debole dinamica positiva (+0,2% la variazione rispetto al trimestre precedente), a differenza di quanto accade in regione. L’evoluzione futura dei prezzi sarà il frutto di due dinamiche che agiscono in senso opposto: da un lato la crescita sul fronte dell’offerta dei costi legati all’adeguamento ai protocolli di sicurezza, dall’altro la debolezza della domanda finale.

L’indice del fatturato scende al di sotto del minimo raggiunto nel 2014, attestandosi a quota 71,2; la variazione rispetto al trimestre precedente è pari al -13,6%, una velocità di caduta in ulteriore lieve peggioramento rispetto a quella registrata nei primi tre mesi dell’anno. In due soli trimestri la perdita cumulata dell’indice è stata di oltre 22 punti, un crollo senza precedenti nella serie storica: nella recessione del 2008-2009 i punti persi erano stati circa 11, mentre in quella del 2011-2012 il calo complessivo era stato di circa 10 punti. Il confronto con l’andamento regionale evidenzia un risultato simile.

Nonostante l’aggravamento della perdita media di fatturato su base annua, la quota di imprese che dichiarano un livello di fatturato inferiore al 2019 rimane di circa due terzi (67%), in linea con il trimestre precedente. Un segnale del deterioramento della situazione proviene però dall’assottigliarsi della percentuale di imprese che dichiarano una crescita di fatturato, che passa dal 27% al 20%.

A differenza degli altri macro settori analizzati dall’indagine, nei servizi cominciano a vedersi effetti negativi dell’emergenza sanitaria anche nei livelli occupazionali delle imprese, probabilmente per via della quota più elevata di contratti con un minor grado di protezione. La variazione del numero di addetti tra inizio e fine trimestre è pari al -0,6% e al netto degli effetti stagionali la diminuzione risulta ancora più significativa. Va detto che la tendenza positiva che aveva caratterizzato gli anni precedenti si era già interrotta alla fine del 2019.

Il settore dei servizi ha pagato probabilmente il conto più salato della pandemia, con un calo dei livelli di fatturato mai registrato in precedenza e una perdita significativa di posti di lavoro. Gli imprenditori, che nel primo trimestre avevano correttamente previsto l’entità della crisi, manifestano ora maggiore ottimismo riguardo al futuro: il saldo tra aspettative di crescita e di diminuzione per il prossimo trimestre mostra un netto miglioramento. Si tratta di valori ancora decisamente negativi e distanti dai livelli pre-Covid, che risentono del maggior pessimismo di comparti come le attività di alloggio e ristorazione.

Commenta il presidente della Camera di Commercio, Carlo Mazzoleni: «Commercio e servizi hanno subito un contraccolpo molto significativo dalla pandemia. Gli imprenditori del commercio al dettaglio esprimono aspettative in miglioramento, ma con cautela perché la crescita delle vendite alimentari dovrebbe rientrare nei prossimi mesi e la domanda espressa dai consumatori dovrà fare i conti con le ripercussioni sul reddito disponibile delle famiglie. Per quanto riguarda i servizi, c’è ancora molta incertezza sulle prospettive, ma il miglioramento delle aspettative testimonia la volontà degli imprenditori di continuare l’attività anche dove lo shock è stato più forte».


Camera di Commercio, un secondo semestre pesante per l’economia bergamasca

Prosegue la caduta della produzione manifatturiera in provincia di Bergamo, riflettendo nei dati del secondo trimestre del 2020 gli effetti della pandemia e delle misure di contenimento adottate. Secondo le ultime rilevazioni il divario rispetto ai livelli produttivi dello stesso periodo del 2019 ha raggiunto il -20,1% per le imprese industriali con almeno 10 addetti e il -22,3% per quelle artigiane con 3 o più addetti. L’indice della produzione, che fa riferimento al livello medio del 2010 pari a 100, scende per entrambi al minimo storico: rispettivamente 85,2 per l’industria e 78,7 per l’artigianato. In compenso, risalgono le aspettative degli imprenditori con un miglioramento del clima di fiducia rispetto al primo trimestre, anche se resta negativo il saldo tra previsioni di crescita e di diminuzione, ben lontano dai livelli dell’anno scorso.
Per l’industria bergamasca il calo congiunturale della produzione rispetto al trimestre precedente risulta pari al -11,6%, con una accelerazione rispetto al primo trimestre (quando era di -9,8%). Nel complesso, il risultato della provincia di Bergamo è però leggermente migliore di quello registrato a livello regionale: in Lombardia il calo congiunturale è stato del -12,7% con una variazione su base annua del -20,7%.
Lo shock economico non ha colpito tutti i settori in modo uniforme: sono state minori le perdite per l’industria alimentare e la chimica, mentre gomma-plastica e meccanica hanno mostrato un calo vicino alla media complessiva. I contraccolpi più pesanti hanno riguardato i comparti legati alla filiera della moda, con perdite produttive su base annua nell’ordine del 40%.
Il fatturato, che nel primo trimestre aveva evidenziato un calo su base annua più limitato, nel secondo trimestre registra una discesa più pronunciata con un -20,3% rispetto ai livelli del 2019, in linea con il dato della produzione.
Anche il dato sugli ordinativi mostra un ulteriore peggioramento della dinamica: quelli relativi al mercato interno scendono del -26,1% su base annua (la variazione tendenziale era pari al -10,5% nel primo trimestre), mentre gli ordini esteri, che nel primo trimestre avevano fatto registrare un segno ancora positivo, mostrano adesso un forte calo (-22,6%). Come previsto, con l’allargarsi della pandemia agli altri paesi anche la domanda estera è venuta progressivamente a ridursi.
Gli strumenti a sostegno dell’occupazione e il blocco dei licenziamenti hanno per ora “congelato” il dato sull’occupazione delle imprese. Mentre la Cassa Integrazione è utilizzata dal 74% delle imprese industriali intervistate a Bergamo, il numero di addetti risulta in lieve calo rispetto al trimestre precedente (-0,2%).
Il calo della produzione manifatturiera bergamasca nei due primi trimestri del 2020 è di intensità maggiore anche in confronto alla crisi finanziaria internazionale del 2008-2009. Le aspettative degli imprenditori registrano però nel secondo periodo un miglioramento dei livelli di fiducia, con saldi tra le previsioni di aumento e diminuzione della produzione che, pur negativi, si riducono significativamente (per la produzione la differenza tra pessimisti e ottimisti passa da  -58,8% a -16,1%). I risultati sono in linea con una possibile ripresa nella seconda parte dell’anno, anche se la fiducia rimane lontana dai livelli pre-Covid, con tempi di pieno recupero tutti da valutare.
Anche il calo della produzione dell’artigianato manifatturiero bergamasco nel secondo trimestre è stato molto rilevante. Con una variazione congiunturale di -10,2% – in rallentamento in confronto ai primi tre mesi dell’anno (-16%) – la perdita su base annua si attesta a -24,3%, dato lievemente meno marcato rispetto alla media lombarda. Anche il fatturato e gli ordinativi interni registrano flessioni superiori al 20% rispetto allo stesso periodo del 2019 (rispettivamente -22,3% e -21,9%), completando un quadro di estrema gravità per l’artigianato produttivo della provincia; l’unico indicatore a mostrare una sostanziale tenuta è quello relativo al saldo occupazionale (-0,1% nel trimestre), spiegato dall’ampio ricorso alla Cassa Integrazione (72% delle imprese). Come per le imprese industriali, le aspettative degli imprenditori artigiani indicano un miglioramento per il prossimo trimestre, anche se il livello di fiducia è più basso che nell’industria. L’indicatore su cui le valutazioni sono più ottimiste è la domanda estera, per cui il maggior grado di dipendenza dell’artigianato dal mercato domestico si traduce in valutazioni più pessimistiche degli imprenditori sulla possibilità di una ripresa in tempi rapidi.
Anche per le imprese bergamasche dei servizi prosegue il significativo calo dei livelli di fatturato, che fa registrare una perdita su base annua del -24,2% dopo il -12,1% del primo trimestre. Le attività di alloggio e ristorazione si confermano il settore più colpito, con una diminuzione di fatturato superiore al 50%, mentre i servizi alle imprese riescono a limitare i danni grazie alla possibilità di lavorare in remoto.
Il commercio al dettaglio conferma la flessione più ridotta tra i macro settori analizzati (-17,1% la variazione di fatturato su base annua), per via della tenuta dei consumi alimentari di cui hanno beneficiato soprattutto i supermercati. Le perdite risultano però molto ingenti per i negozi non alimentari, dove le vendite risultano diminuite di circa il 30%. Commenta il presidente Carlo Mazzoleni: “Ci aspettavamo questi risultati perché il blocco produttivo è iniziato con marzo ma ha interessato soprattutto il secondo trimestre. Si tratta di numeri certamente preoccupanti, tuttavia le aspettative espresse dagli imprenditori intervistati mostrano un miglioramento del clima di fiducia rispetto al periodo precedente, cosa che fa auspicare risultati più incoraggianti per il prossimo trimestre.”


Covid, l’impatto sull’organizzazione del lavoro

La Camera di commercio di Bergamo, nel realizzare lo studio sulla congiuntura economica, ha
condotto a cavallo tra aprile e maggio un’indagine presso 735 imprese bergamasche appartenenti
ai settori del manifatturiero, commercio e servizi per sondare gli effetti del confinamento da Covid-
19. La rilevazione è avvenuta alla conclusione del periodo più grave dell’emergenza sanitaria, cosa
che permette di sviscerare quali siano stati gli effetti della pandemia sull’organizzazione e sulle
prestazioni aziendali. Va segnalato che mancano le risposte di molte imprese dei servizi alla
persona, alloggio e ristorazione, in quanto chiuse.
Oltre che sul fatturato, l’epidemia ha inciso sulla struttura organizzativa e sul personale per oltre il
50% dei casi in tutti i settori, con una punta del 68% nell’industria. Le nuove condizioni della
domanda hanno comportato in gran parte dei casi una riduzione dell’attività, soprattutto
nell’industria. Il commercio al dettaglio alimentare e non alimentare presenta invece una situazione
più variegata: meno indicazioni di riduzione e una parte di imprese che dichiarano un incremento di
attività. Una minoranza di imprese hanno convertito la propria attività.
L’impatto si è fatto sentire anche sulle modalità di approvvigionamento, produzione e
distribuzione. Le imprese industriali hanno denunciato interruzioni di linee di fornitura nel 53% dei
casi e un rallentamento nel 61%. Per l’artigianato la situazione è stata meno grave e ancor meno
per i servizi, meno dipendenti dal rifornimento di merci.
Il lavoro agile ha rappresentato uno strumento importante per consentire la prosecuzione
dell’attività in condizioni di sicurezza durante l’emergenza: l’ha attivato il 66% delle imprese
industriali bergamasche (63% in Lombardia). È stato invece poco compatibile con l’attività del
commercio al dettaglio e dell’artigianato, dove lo scarso utilizzo è spiegato anche dalla ridotta
dimensione delle aziende: il numero di addetti risulta infatti una variabile strettamente correlata alla
diffusione del lavoro agile. Prevale l’implementazione di soluzioni temporanee, essendo poche le
imprese già strutturate per il lavoro a distanza: in questo senso il Covid-19 ha forzatamente
accelerato un processo di cambiamento.
Il ricorso alla Cassa integrazione è lo strumento adottato dalla maggior parte delle imprese per
conservare la forza lavoro comprimendo i costi: nella manifattura lo ha attivato circa l’80% del
campione intervistato. Altri provvedimenti sono stati il blocco delle assunzioni e il mancato rinnovo
dei contratti in scadenza. Se i numeri dell’analisi congiunturale mostrano una provvisoria tenuta
occupazionale, questo sondaggio fotografa una situazione di forte incertezza, che potrebbe
sfociare in una significativa diminuzione dell’occupazione nell’autunno.
La riduzione della domanda e la cancellazione degli ordini rappresentano l’effetto negativo più
citato dalle imprese dei settori dell’industria e dei servizi, mentre le imprese artigiane avvertono
anche problemi finanziari e di liquidità. Per le imprese del commercio al dettaglio assumono
rilevanza centrale le chiusure e le limitazioni imposte all’attività dalle misure di contenimento
dell’epidemia, soprattutto per gli esercizi non alimentari, seguiti da difficoltà finanziarie e di liquidità.
Il settore del commercio è tuttavia quello con la percentuale più elevata di imprese che non
segnala particolari problemi.

I mancati incassi dovuti all’emergenza sanitaria rappresentano perdite che non saranno
recuperate, salvo nell’industria dove la maggioranza prevede il recupero con tempi generalmente
superiori all’anno.
La situazione finanziaria delle imprese appare problematica in oltre il 40% dei casi per i settori
dell’artigianato, dei servizi e del commercio al dettaglio; l’industria, con una dimensione media
superiore e una maggiore solidità patrimoniale, registra invece una percentuale più elevata di
imprese che non dichiarano condizioni finanziarie critiche.
La quota di imprese che segnala difficoltà tali da metterne a rischio la sopravvivenza non è
purtroppo trascurabile, passando dal 3% dell’industria al 9% di artigianato e servizi e salendo
ulteriormente nei comparti più a rischio come le attività di alloggio e ristorazione e i servizi alla
persona. Una quota di imprese non ha subito ricadute economiche negative: si tratta di una parte
minoritaria del tessuto imprenditoriale per tutti i comparti, con la consueta eccezione del
commercio, dove raggiunge il 31%.
La principale sfida di fronte alle imprese per uscire dalla situazione di emergenza è la ricerca di
nuovi clienti e mercati, visto che le ripercussioni economiche causate dal Covid-19 indeboliranno
probabilmente a lungo la domanda interna. Al secondo posto, la diversa organizzazione del lavoro
per rispettare le regole di sicurezza imposte dalla fase di convivenza con il virus, con una
crescente attenzione al tema all’aumentare delle dimensioni aziendali. Al terzo posto la ricerca di
nuovi prodotti o servizi per venire incontro ai cambiamenti di comportamenti e abitudini indotti
dall’emergenza.
Gli imprenditori fanno fronte comune nel sollecitare interventi da parte delle istituzioni, in primo
luogo l’agevolazione del credito e il sostegno finanziario, richiesto soprattutto dai servizi e dal
commercio al dettaglio; la moratoria delle imposte; il sostegno al reddito d’impresa e il ristoro dei
danni subiti, interventi richiesti dall’artigianato. Per l’industria rileva particolarmente il rafforzamento
degli ammortizzatori sociali, esigenza avvertita anche dalle imprese medio-grandi degli altri settori.
“Il sondaggio sugli effetti del Covid-19 presso un campione eterogeneo e limitato delle imprese
bergamasche” ‒ commenta il presidente Mazzoleni ‒ “ci offre spunti di riflessione. Sembra di
poter rilevare, in particolare, che i riflessi sull’occupazione, per ora mascherati dallo strumento
della Cassa integrazione, si potranno fare sentire se la ripresa tardasse troppo a lungo. Inoltre
appaiono allarmanti le risposte riguardo le difficoltà che possono mettere a rischio la
sopravvivenza dell’impresa.”


Camera di Commercio, premiati in 85 per la fedeltà al lavoro

Domenica 15 dicembre 2019, alla fiera di Bergamo, la Camera di Commercio ha premiato 85 tra imprenditori e dipendenti che si sono distinti nel loro lavoro. Nel dettaglio: 6 coltivatori diretti, 15 imprese e 65 lavoratori rimasti nella stessa azienda. Insieme a loro sono stati premiate tre personalità benemerite che si sono distinte nei settori commercio, industria e cultura:  Guido Barcella, benemerito per il settore commercio, classe 1960, entrato nel 1983 nell’azienda di famiglia – l’Elettroforniture Barcella – fondata dal padre Oreste nel 1949 e diventato amministratore nel 1991 con l’azienda che passa da 5 agli attuali 28 punti vendita e che quest’anno raggiunge l’importante traguardo dei 70 anni di attività;  Gianangelo Cattaneo, benemerito per il settore industria, presidente di Plastik, impresa che nasce nel 1961 per la produzione di sacchetti per l’azienda di famiglia che produceva bottoni, giocattoli e articoli plastici. Ora Plastik è specializzata nella trasformazione delle materie plastiche, è una solida società internazionale a conduzione familiare particolarmente attenta al tema della sostenibilità e può contare sull’esperienza e sulla professionalità di 240 dipendenti; e Claudia Ferrazzi, benemerita per il settore cultura. Ha percorso una carriera esplosiva tra l’Italia e la Francia nel campo della gestione dei beni culturali. Dopo nemmeno tre mesi di lavoro con il sindaco Sala, che l’aveva scelta per coprire il ruolo strategico di responsabile del marketing territoriale, lascia Milano in direzione Parigi. Ha collaborato fino a tempi recentissimi con il presidente francese Emmanuel Macron sempre in tema di cultura.

Per la categoria “Imprese” sono stati premiati: Donazelli Gian Angelo, Crotti srl, MIE di Donghi Sergio snc, Bottega della chiave di Maffeis Adriano, Officine Maffeis srl, Gennaro e Pia di Mangiarulo Massimo e fratelli sas, Tecnograf di Pulcini Vittorio e c. snc, CGC di Guerini e Carrara snc, La Busa di Zanardi Tobia, Lavanderia Stireria Anna di Giobbi Giovanni e c. snc., Ongaro Ugo, Mora Venanzio, Roby’s Garage di Caglioni Roberto, Bettinelli Lorenzo srl;

Per la sezione “lavoratori dipendenti”: Nicoletta Lubrina, Chiara Sanga, Annadele Sana, Massimo Mercanti, Wainer Mario Minoia, William Minoia, Alessandro Previtali, Gianfranco Valota, Santino Dossi, Elena Gherardi, Roberto Speranza, Marino Marco Cividini, Roberto Mazzola, Giovanni Luigi Guerini, Claudio Rocchetti, Luigi Benaglia, Romeo Foiadelli, Albio Fumagalli, Renzo Angelo Radaelli, Marina Pergolizzi, Giancarlo Falchetti, Nadia Gusmini, Maurizio Oberti, Daniela Benigna, Romina Daniela Plebani, Ruggero Poloni, Michela Seiti, Giovanni Paolo Franzoni, Aristide Piacentini, Paola Bonacina, Fabio Ruggeri, Francesco Brugali, Nadia Galeazzi, Valentino Invernici, Silvia Angela Milani, Marino Minotti, Roberto Quaranta, Matteo Baldi, Angelo Beltrami, Andrea Amigoni, Michele Epis, Maurizio Pellegrinelli, Ivan Vigani, Roberto Tavormina, Marco Tironi, Pierbattista Zucca, Antonella Cattaneo, Cristina Monzio Compagnoni, Riccardo Mario Morotti, Gustavo Cabrini, Giacomo Carissimi, Angelo Cenati, Barbara Gelmini, Tarcisio Ginesi, Felice Palamini, Roberto Martinelli, Enrico Arizzi, Enrico Ferrom Mauro Guerini, Pierdomenico Manzoni, Catia Bettoni, Moira Francesca Marella, Corrado Milesi, Daniela Ravelli, Arduino Vanini.

Nella sezione “Coltivatori diretti” sono stati premiati: Gianbattista Finetti, Luigi Locatelli, Martino Rota, Pietro Orsani, Ignazio Carrara, Franco Angiolino Gatti.

“Il premio della Camera di commercio è destinato a quanti hanno dedicato al lavoro una parte importante delle proprie energie ottenendo risultati di soddisfazione personale e gratificazione materiale e morale, consolidando il benessere delle proprie famiglie e dell’intera comunità. Si tratta di donne e uomini che hanno costituito e costituiscono la vera ricchezza della terra bergamasca, veri artefici del progresso e del benessere” dice il presidente Malvestiti.

Il premio, inizialmente destinato al riconoscimento della sola anzianità di servizio dei lavoratori dipendenti, con il passare del tempo ha visto la modifica nei criteri di ammissione, nelle categorie dei partecipanti e nei parametri di giudizio della longevità delle imprese e dell’anzianità dei dipendenti previsti dal bando, dimostrando la capacità della Camera di commercio di interpretare i nuovi orientamenti del mondo dell’imprenditoria e del lavoro.


Commercio e servizi, inversione di tendenza. Crescono giri di affari e occupazione

Tiene il commercio, meglio i servizi, e buoni segnali per l’occupazione. Dopo tre segni negativi in altrettanti trimestri consecutivi, l’indagine congiunturale sul secondo trimestre del 2019 registra una variazione positiva per il fatturato delle imprese del commercio con almeno tre addetti: la variazione su base annua è pari al +0,8%. L’indice destagionalizzato del fatturato, che si attesta a una quota inferiore di circa mezzo punto al valore del terzo trimestre 2017, sembra aver interrotto la fase discendente, pur essendo ancora molto lontano dai livelli pre-crisi. Anche la Lombardia registra la stessa crescita di fatturato per le imprese del commercio (+0,8% su base annua).
“Il miglioramento che leggiamo nei numeri era stato anticipato dalle aspettative degli imprenditori – commenta il presidente Paolo Malvestiti -. La crescita risente tuttavia anche dell’effetto della Pasqua, dato che nel 2019 le vendite legate a questa festività si sono concentrate nel mese di aprile, mentre lo scorso anno si erano realizzate soprattutto in marzo. Non dimentichiamo che rispetto al 2007 l’indice del fatturato è ancora sotto di oltre 25 punti.”

Commercio: crescita trasversale a tutti i comparti
L’analisi settoriale evidenzia come lo sviluppo registrato nel trimestre sia condiviso dai principali comparti oggetto dell’indagine sul commercio al dettaglio. Anche le vendite di ipermercati e supermercati confermano il miglioramento registrato dall’indagine congiunturale con una crescita su base annua significativa sia in valore che in quantità. Tali incrementi rappresentano una svolta positiva rispetto ai trimestri precedenti e confermano il miglioramento evidenziato nel trimestre scorso.
L’occupazione delle imprese del commercio al dettaglio evidenzia un saldo positivo dell’1%, confermando la tendenza in corso dal 2016. L’andamento delle aspettative degli imprenditori nei trimestri scorsi aveva evidenziato una tendenza al miglioramento, poi effettivamente rivelatasi. Queste previsioni sembrano però arrestarsi nel secondo trimestre, con saldi che, analizzati in media mobile, mostrano un lieve ripiegamento per tutte le variabili (volume d’affari, ordini ai fornitori, occupazione), fotografando una situazione di incertezza riguardo all’evoluzione attesa per la seconda parte dell’anno.

Bene il settore dei servizi
Il settore dei servizi nel secondo trimestre del 2019 archivia un risultato decisamente positivo: la crescita su base annua del fatturato per le imprese con almeno tre addetti è pari al +3,4%, in accelerazione rispetto sia al trimestre precedente che alla media del 2018. In Lombardia i servizi proseguono la fase di crescita ma a un ritmo rallentato rispetto alla velocità del 2018, situazione che per il momento non si è manifestata a Bergamo. Anche i prezzi proseguono la tendenza al rialzo con un +1,1%.
“Anche in questo trimestre le imprese bergamasche continuano a registrare un risultato significativamente migliore rispetto alla media lombarda – commenta Malvestiti -. Ma dato che la Lombardia che ha iniziato prima la fase di ripresa esiste ancora un divario tra Bergamo e la regione, seppure esso sia in fase di riduzione.”
Per comparti, aumentano il fatturato i servizi alle imprese, le attività di alloggio e ristorazione e il commercio all’ingrosso, che a livello regionale inizia a evidenziare delle difficoltà mentre in provincia continua a crescere. Anche dal punto di vista occupazionale il secondo trimestre 2019 ottiene un risultato significativo: la variazione del numero di addetti tra inizio e fine trimestre è pari a +2,5. Tale incremento conferma la fase positiva degli ultimi tre anni, che ha consentito il sostanziale recupero dei livelli occupazionali del 2010.


L’ente camerale pronto a rinnovare il direttivo

Il Consiglio della Camera di Commercio di Bergamo ha compiuto il primo passo verso il rinnovo del suo direttivo.

Il mandato dell’attuale Consiglio scadrà l’11 marzo 2020 e le operazioni di rinnovo saranno avviate il 13 settembre 2019, ovvero 180 giorni prima della scadenza.
In base alla nuova normativa, il Consiglio della Camera di Bergamo è composto da 22 consiglieri ai quali si aggiungono i 3 seggi in rappresentanza delle Organizzazioni sindacali dei lavoratori, delle Associazioni di tutela degli interessi dei Consumatori e degli utenti e dei Liberi Professionisti.

I consiglieri sono ripartiti tra i diversi settori economici secondo procedure di calcolo definite dai regolamenti ministeriali. I parametri da prendere in considerazione per determinare il numero dei consiglieri spettanti a ciascun settore sono quelli riferiti al 31 dicembre 2018 per quanto riguarda il numero delle imprese e l’importo del diritto annuale versato, mentre quelli relativi all’indice di occupazione e al valore aggiunto sono riferiti al 31 dicembre 2016 e sono pubblicati sul sito del MISE con Decreto direttoriale 30 maggio 2019.

Il Consiglio ha pertanto approvato la futura composizione: 1 seggio spetterà all’agricoltura, 4 all’artigianato, 6 all’industria, 4 al commercio, 1 alla cooperazione, 1 al turismo, 1 ai trasporti e spedizioni, 1 al credito e assicurazioni e 3 ai servizi alle imprese. A questi si aggiungono, come detto, i 3 consiglieri in rappresentanza di Sindacati, Consumatori e Professionisti.

Con l’approvazione della composizione del nuovo Consiglio, la Camera di commercio si è dotata anche di un nuovo Statuto. Numerose novità introdotte negli ultimi anni dal legislatore hanno ridefinito il ruolo del sistema camerale e richiedevano un adeguamento statutario. Sotto il profilo delle funzioni, secondo il nuovo Statuto la Camera dedicherà specifica attenzione alla pubblicità legale e tutela del consumatore e della fede pubblica, al sostegno alla competitività delle imprese e del territorio mediante assistenza tecnica per la creazione di startup e per la preparazione delle PMI ai mercati internazionali; alla valorizzazione del patrimonio culturale nonché allo sviluppo e promozione del turismo, all’orientamento al lavoro e alle professioni, al supporto alle imprese attraverso la promozione della digitalizzazione e al miglioramento delle condizioni ambientali.

Novità anche per l’azienda speciale, Bergamo Sviluppo, dove è stato previsto che i membri del Consiglio di amministrazione durino in carica tre anni e decadano contestualmente al termine del mandato del Consiglio camerale.

A sottolineare il cambiamento è stato rinnovato anche il logo della Camera di commercio, che valorizza l’emblema del Sant’Alessandro in veste di ufficiale romano, campeggiante tra l’immagine della “Torre dei caduti” e quella della “Torre Civica”, sullo sfondo di una linea di montagne, contornato dalla dicitura “Al servizio dei valori bergamaschi”, affiancato dalla denominazione “Camera di Commercio Bergamo” secondo il tratto grafico proposto dall’Unioncamere Nazionale, con ciò contemperando il valore della dimensione locale a quello della linea grafica proposta dal livello nazionale del sistema.

Sono soddisfatto di questo primo passaggio – commenta il Presidente Malvestiti – perché si è svolto nella piena sintonia tra i consiglieri e in un clima di dibattito positivo. Ciò mi rassicura sul fatto che il percorso che porterà al marzo 2020 con l’insediamento dei nuovi Organi e l’elezione del nuovo Presidente sia caratterizzato dalla massima coesione”.