Bando “Nuova impresa”: dalla Regione contributi per stimolare l’imprenditorialità

Possono accedere le imprese che hanno aperto una nuova attività in Lombardia a partire dal 27 luglio. Domande dal 1 al 20 dicembre

Nuovi contributi per stimolare l’imprenditorialità sul territorio: è questo l’obiettivo del bando “Nuova impresa”, misura promossa da Regione Lombardia e dal sistema camerale lombardo finalizzata a sostenere l’avvio di nuove imprese e l’autoimprenditorialità, quale opportunità di ricollocamento dei soggetti fuoriusciti dal mercato del lavoro, attraverso l’erogazione di contributi a fondo perduto sui costi connessi alla creazione delle nuove imprese.
Possono accedere al bando le imprese del commercio (inclusi i pubblici esercizi), terziario, manifatturiero e artigiani che hanno aperto una nuova attività  – sede legale e operativa –  in Lombardia a partire dal 27 luglio 2021. Per nuova attività si intende un nuovo soggetto giuridico e non derivante da trasformazione di impresa esistente. Non si considera nuova impresa l’attivazione di una nuova sede operativa sul territorio da parte di imprese già esistenti.
La dotazione finanziaria è di 4 milioni di euro e l’agevolazione consiste nella concessione di un contributo a fondo perduto fino al 50% della spesa ritenuta ammissibile, che dovrà essere pari ad almeno 5.000 euro, e comunque nel limite di 10.000 euro per impresa. Sono ammissibili spese come gli oneri notarili, i costi relativi alla costituzione d’impresa, onorari per prestazioni fiscali e contabili, canoni di locazione e sviluppo di piani di comunicazione, acquisto di macchinari, attrezzature, arredo nuovo e acquisto di software e hardware. Le domande potranno essere presentate dal 1 dicembre al 20 dicembre, salvo esaurimento anticipato fondi.

Per informazioni e per l’eventuale presentazione delle domande: finanza.agevolata@fogalco.it – Tel. 035.4120262.


Contributi per le start up: martedì 10 settembre fari accesi sul Bando Archè

Martedì 10 settembre, alle 14.30 alla sede di via Borgo Palazzo 137, Ascom Bergamo Confcommercio accende i fari sul nuovo bando regionale “Archè – nuove MPMI – Sostegno alle start-up lombarde in fase di avviamento e consolidamento” che prevede 16 milioni di euro a sostegno delle start up lombarde.
 
Il convegno farà il punto sulle opportunità offerte dal bando che dà la possibilità di inoltrare richieste di contributo a fondo perduto, fino ad un massimo di € 50.000 a fronte del 40% delle spese ammissibili, per progetti di avvio di Pmi e Liberi Professionisti attive da massimo 2 anni (Misura A) e richieste di contributo a fondo perduto fino ad un massimo di € 75.000 a fronte del 50% delle spese ammissibili per progetti di consolidamento di Pmi e Liberi Professionisti attive da più di 2 anni e fino a 4 anni (Misura B). Le domande potranno essere presentate a partire dal 2 ottobre al 15 novembre fino a esaurimento delle risorse).
 
All’incontro interverranno Oscar Fusini, direttore Ascom Confcommercio Bergamo, Antonio Arrigoni, segretario Fogalco, e Oliver Pellegrino, direttore della Pellegrino Consulting Services che presenterà il bando e le sue modalità di partecipazione. La partecipazione è gratuita, è richiesta la registrazione entro il 6 settembre su: www.ascombg.it.


Niente Irap per i nuovi negozi. L’Ascom: «Ma non dimentichiamo chi c’è già»

Misura annunciata nel giugno scorso, la Giunta della Regione Lombardia ha approvato ieri la delibera con la quale azzera per tre anni l’Irap sulle nuove attività nei centri storici dei Comuni capoluogo e in quelli con una popolazione al di sopra dei 50mila abitanti.

Il provvedimento, in vigore in via sperimentale dal primo gennaio al 31 dicembre 2018, riguarda l’apertura di attività commerciali e di attività artigianali che vendono i propri prodotti nei locali di produzione o adiacenti e sono in possesso dell’annotazione della qualifica artigiana nel registro delle imprese (ad esempio, sono ammesse pasticcerie, gelaterie e panifici ma non le attività commerciali di servizi). L’agevolazione non si applica agli esercizi nei quali risultino installati apparecchi di gioco, in coerenza con l’impegno di Regione Lombardia in materia di prevenzione del gioco d’azzardo patologico. Le imprese, inoltre, devono avere sede legale e operativa nel territorio lombardo.

L’aliquota ordinaria dell’Irap è il 3,9% sul valore della produzione netta. Il peso dell’operazione è stimato in 2 milioni di euro di mancato gettito nelle casse regionali a fronte dei 13 milioni incassati annualmente. Ma si tratta di un mancato gettito puramente teorico, come ha avuto modo di ricordare l’assessore al Economia Crescita e Semplificazione Massimo Garavaglia, dal momento che attualmente il saldo tra aperture e chiusure è negativo, mentre l’intervento di sostegno potrebbe riportare in positivo le entrate fiscali.

In provincia di Bergamo ad essere interessato è il solo capoluogo, in particolare l’area del Duc, il distretto urbano del commercio che comprende il centro, Città alta, Borgo Santa Caterina e Borgo Palazzo. In base all’andamento delle aperture nell’ultimo anno, l’Ascom stima in circa 110 le attività commerciali che potranno godere dell’agevolazione più una ventina di imprese artigiane, per un totale di 130 insegne. «L’azzeramento dell’Irap – commenta il direttore Oscar Fusini – è un primo passo positivo per il rilancio delle attività di vicinato nei centri storici, non può però essere l’unico. È auspicabile che le misure di sostegno per le nuove attività si accompagnino a provvedimenti strutturali finalizzati alla sopravvivenza dei negozi già esistenti, che fanno sempre più fatica a resistere».

L’agevolazione, inoltre, pur importante può non avere grande impatto, soprattutto per piccole attività. «Nel settore commerciale il turn over è elevato – rileva Fusini -, molto spesso le nuove insegne non reggono e chiudono dopo qualche anno. È perciò fondamentale prevedere anche strumenti che rendano stabili questi sforzi imprenditoriali».

«L’abolizione dell’Irap per le nuove attività – conclude – si combina con le deroghe regionali per l’insediamento di medie strutture nei centri storici e insieme può, in ogni caso, contribuire a ridare vivacità e slancio alla rete commerciale».


Treviglio, contributi fino a 10mila euro per chi riapre i negozi sfitti

treviglio568.jpgIl Comune di Treviglio incentiva la riapertura dei negozi sfitti della zona meridionale del Duc con un bando da 82mila euro presentato ieri. A disposizione contributi a fondo perduto fino al 70% delle spese sostenute per il ripristino strutturale degli immobili, la riqualificazione degli esterni e servizi innovativi, per un massimo di 10mila euro.

Destinatarie sono le micro, piccole e medie imprese del commercio, del turismo, dell’artigianato e dei servizi che sceglieranno di rialzare le serrande dei locali vuoti nell’area delimitata dalle vie Galliari e San Martino a Nord e dalla circonvallazione interna nelle altre tre direzioni, circa una ventina di spazi.

L’iniziativa si inserisce all’interno del progetto #centro25 con il quale il Duc di Treviglio ha partecipato al bando regionale Sto@ 2020, ottenendo un finanziamento di 130mila euro (il massimo concesso) finalizzato espressamente a rilanciare le zone a maggiore rischio di desertificazione commerciale nei distretti urbani.

Il progetto complessivo agisce su tre leve: far più bella l’area, animarla con attività culturali, eventi e iniziative promozionali e promuovere la ricollocazione degli spazi sfitti. Sul primo punto, quello della riqualificazione, sono previsti interventi in piazza XXV aprile e di ripristino strutturale, ma anche una riprogettazione della raccolta dei rifiuti urbani, a favore della pulizia e del decoro.

L’azione per favorire la riapertura dei negozi sfitti è ampia. Oltre ai fondi del bando, prevede sgravi sulle tasse comunali, accordi con le banche per agevolare l’accesso al credito e un’innovativa piattaforma digitale, realizzata dall’Ascom, che offre una mappatura aggiornata dei locali disponibili e fa incontrare chi cerca uno spazio con chi lo affitta o vende. Per ridurre l’impatto negativo delle vetrine vuote, inoltre, si prevede di abbellirle con immagini grafiche che promuovono il Duc. In programma anche la formazione degli operatori commerciali su temi innovativi come la vendita online.

Roberto Ghidotti«I negozi sono fondamentali per la vivibilità dei centri urbani – ricorda Roberto Ghidotti, presidente del Duc di Treviglio e responsabile dei distretti dell’Ascom di Bergamo – lo sa bene la Regione che ha destinato un’apposita misura, il bando Sto@ 2020, per favorire la riapertura delle vetrine sfitte. La Bergamasca ha risposto mettendo in campo importanti progettualità, che hanno portato tutti e quattro i distretti urbani coinvolti (oltre a Treviglio, Bergamo, Seriate e Romano di Lombardia), ad ottenere il massimo dei contributi. In tutti i casi si cerca di riaccendere l’interesse agendo su più versanti: quello della riqualificazione urbana, quello dell’animazione e, soprattutto, mettendo a disposizione strumenti che agevolano la riapertura. Gli incentivi del Comune sono una leva importante, molto interessante è anche il salto tecnologico che stiamo realizzando nell’incontro tra domanda e offerta, grazie al quale trovare il negozio più giusto per la propria attività sarà molto più facile».

Tra i requisiti per partecipare al bando, quello di rimuovere gli apparecchi per il gioco d’azzardo alla scadenza del contratto e di non procedere con nuove installazioni. Non possono partecipare sexy shop, centri benessere, call center, sale giochi e scommesse.

Gli interventi devono riguardare il ripristino strutturale o igienico-sanitario del locale, la riqualificazione di vetrine, facciate, insegne (solo fronte strada) e il miglioramento dei servizi alla clientela o al cittadino, ad esempio wifi gratuito e vetrine interattive.

La verifica delle domande e l’assegnazione dei contributi è a sportello, ossia secondo il termine di arrivo. Le domande possono essere presentate dalla data di pubblicazione del bando fino al 30 settembre 2018.


Avete un’idea d’impresa e volete svilupparla? Affrettatevi per Start Cup

start cup bergamo 2Se avete un’idea di business che vi frulla nella testa, vi restano ancora alcune ore per iscrivervi a Start Cup Bergamo 2017, il progetto dell’Università di Bergamo per formare gli imprenditori di domani.

Si chiudono infatti a mezzanotte di mercoledì 7 giugno i termini per partecipare all’ottava edizione di Start Cup School, il percorso di formazione imprenditoriale avanzato, sviluppato con le Università di Cambridge e Maastricht, che fornirà tutti gli elementi – teorici e pratici – utili allo sviluppo dell’idea e alla verifica in un piano d’impresa pronto per essere sottoposto agli investitori.

Gli iscritti potranno inoltre beneficiare di un accompagnamento imprenditoriale, a cura di tutor accademici e mentorship industriale promossa da imprenditori locali. Le iscrizioni possono essere perfezionate su www.startcup.unibg.it

Start Cup Bergamo 2017 è un progetto dell’Università degli Studi di Bergamo, gestito dal Servizio Ricerca e Trasferimento Tecnologico, con il coordinamento scientifico del Center for Young and Family Enterprise (CYFE), Centro di Ateneo che dal 2010 si occupa di studi e ricerche sul fenomeno imprenditoriale. Collaborano i Centri GITT, CCSE ed ELab, ed è supportato dai partner di Start Cup Bergamo: UBI Banca, Bergamo Sviluppo (Azienda Speciale della Camera di Commercio di Bergamo), Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Bergamo, Associazione BergamoScienza, Jacobacci & Partners, Research for Enterprise Systems (RES) srl, UNICA Point.

Nella scorsa edizione di “Start Cup Bergamo”, la business plan competition che premia le migliori proposte di imprenditoria giovanile, si è classificato al primo posto DazePlug di Giacomo Zenoni (UniBg), un dispositivo di ricarica per vetture elettiche che, una volta posizionato in un garage, automatizza completamente il processo di ricarica del veicolo elettrico. Il progetto è stato premiato con un periodo di accelerazione dell’idea imprenditoriale presso il polo di innovazione tecnologica dell’Università di Cambridge.

Secondo classificato: Tropico dei Colli di Giulia Serafini. La startup propone agli agricoltori di coltivare piante da frutto esotiche naturalmente adatte a produrre nel nostro territorio, piante che con ridotta manodopera producono frutti dall’alto valore aggiunto, anche biologico. È già possibile visitare l’impianto sperimentale a Bergamo, per conoscere le piante e i frutti da vicino. Il progetto è stato premiato con un’attività di accompagnamento imprenditoriale per lo sviluppo del business presso Confindustria Bergamo.

Al terzo posto si è invece piazzato SmokyFiber di Giorgia Carissimi (UniBg). L’unico progetto attualmente in circolazione che si propone di combinare la raccolta di un rifiuto altamente inquinante e dannoso per l’ambiente, come i mozziconi di sigaretta, e il suo riutilizzo con il duplice scopo di ottenere energia e un materiale ad alte prestazioni tecniche. Giorgia Carissimi è stata premiata con un’attività di accompagnamento imprenditoriale per lo sviluppo del proprio business presso Bergamo Sviluppo.


Le idee sono sempre più “in rosa”. Le storie di tre donne che hanno svoltato

donna impresa

L’imprenditoria è da declinarsi, non a caso, al femminile. Sono sempre più le donne che scelgono di mettersi in proprio o di lanciarsi nel mondo del lavoro da protagoniste magari dopo anni di difficoltà a trovare impiego. Non manca poi chi decide di investire in un’idea e sceglie di mollare quel lavoro “fisso e sicuro” che tanti invidiano.

In provincia di Bergamo le imprese femminili sfiorano il 20% del totale: a fine 2016 se ne contavano 18.698, pari al 19,6% delle attività registrate, cifra che colloca la provincia al terzo posto dopo Milano e Brescia. In Bergamasca sono diffuse soprattutto nel settore del terziario, tra cui spiccano il commercio all’ingrosso e al dettaglio (33,4%), le attività di confezioni, la ristorazione e le attività di alloggio (oltre il 30%) e le attività dei servizi d’informazione e di informatica. Le imprese femminili giovanili bergamasche – ossia quelle in cui controllo e proprietà sono in prevalenza under 35 – sono 2.646, l’11,4% delle imprese femminili registrate. Le imprese rosa con presenza maggioritaria di cittadini stranieri sono 2.125 e rappresentano il 9,7% del totale delle aziende femminili. Quanto alla forma giuridica d’impresa, la più diffusa è quella individuale, che interessa più di 6 imprese su 10. Il 24,4% delle imprese individuali è femminile, l’incidenza scende attorno al 15% per le società di capitale e di persone. La presenza femminile nel settore cooperativo è invece più alta, pari al 16,4%.

Sono sempre più anche le aspiranti imprenditrici: nel 2016 si sono rivolte al Punto Nuova Impresa, lo sportello di orientamento della Camera di Commercio di Bergamo, 264 donne, pari al 43,35% degli utenti del servizio. Le principali richieste accolte dal Punto Nuova Impresa hanno riguardato la ricerca di eventuali finanziamenti (per il 29,27% del totale), le procedure burocratiche che l’avvio d’impresa comporta (per il 21,27%), seguite dalla normativa di riferimento (14,01%) e dalle procedure legali (11,51%). Quanto all’età, l’identikit degli aspiranti imprenditori – non si discosta il quadro per le imprenditrici – è di giovani tra i 30 e i 39 anni (per il 31,69%) se non giovanissimi dai 20 ai 29 anni (29,56%), per lo più inoccupati o disoccupati (per il 33,99%). Non manca chi si trova ad aprire un’impresa tra i 40 e i 49 anni (il 19,70%) e oltre (il 9,69%  ha tra i 50 e i 59 anni, mentre sfiora il 5% l’incidenza degli over 60).

Ecco qui raccontate tre storie di imprese di successo, nate da esperienze e vissuti completamente diversi. C’è l’esperta di marketing e promozione, l’ideatrice delle sorpresine del Mulino Bianco, il primo fenomeno italiano di baby-collezionismo di massa, che ha ideato un brevetto e sta avendo grande successo con le prime audiocartoline religiose al mondo. C’è l’ex manager che si è fatta da sé, partendo da un lavoretto come cassiera part-time, e ha deciso di mollare tutto per dedicarsi più alla famiglia inaugurando un’attività di e-commerce nell’allestimento di feste e eventi. C’è l’ex segretaria di uno studio contabile che ha detto addio a pratiche e numeri per dedicarsi alla sua passione per le creme naturali, aprendo un negozio della prima catena franchising di cosmesi biologica.

Le imprenditrici

Ascolta la mia voce

L’audiocartolina si evolve e va in aiuto di medici e pazienti

Graziella Carbone ha fatto sognare una generazione intera ideando le “sorpresine” del Mulino Bianco, che han dato vita ad un vero e proprio baby – collezionismo (e non solo) di massa, tanto da essere inserito con i pezzi più significativi nell’esposizione, attualmente in corso, “Giro Giro Tondo – Design for Children” alla Triennale di Milano. Sono un centinaio le sorpresine fornite al museo per l’esposizione dalla collezione privata di Graziella Carbone. «Dal 1983 al 1993 sono stati realizzati per Mulino Bianco 1 miliardo e 700 milioni di pezzi delle 785 sorpresine con relative varianti, racchiuse in una scatolina come quella dei fiammiferi, per richiamare la famiglia e la cucina – commenta l’ideatrice delle gomme, della meridiana, delle carte gioco e degli origami inseriti in ogni confezione di merendine -. Se le mettessimo una in fila all’altra farebbero una volta e mezzo il giro del mondo».

La “mamma” delle sorpresine è un vulcano di idee continue e dopo l’apertura al mondo della sua casa di Trescore Balneario riadattata a bed & breakfast, due anni fa ha brevettato le prime audiocartoline, applicate inizialmente in ambito religioso, fondando “Ascolta la mia voce”.  Il progetto, entrato nell’Incubatore d’Impresa della Camera di Commercio e salutato come una delle idee più innovative dalla Start Cup dell’Università di Bergamo sia provinciale che regionale, si propone l’obiettivo di tenere compagnia a fedeli con la Preghiera Semplice di San Francesco, con tanto di ritratto del Cimabue riprodotto direttamente dal Museo della Porziuncola di Assisi, o con il Discorso alla Luna, con la voce di Papa Giovanni XXIII, solo per citare le prime cartoline prodotte.

«La malattia che si è poi portata via mio marito ci ha portato a frequentare centri e ricoveri – racconta Graziella Carbone -. Dopo la sua scomparsa mi sono messa a lavorare ad un’idea per tenere compagnia ed accompagnare le giornate dei malati, di chi fatica a leggere o di chi ha perso la vista. Così in un giorno di febbraio 2015 ho pensato alle vecchie cartoline musicali di auguri che con la loro musica facevano sorridere ogni festeggiato e ho subito pensato a come replicare l’idea con una voce registrata».  Nasce così “Ascolta la mia voce”, non senza un accurato studio di fattibilità e un’indagine di mercato, visto che marketing e promozione sono stati e sono tutt’oggi – visto che la collaborazione con Il Mulino Bianco ed altre aziende come Lactis continuano – il pane quotidiano di Graziella Carbone.

«Ho subito contattato il mio fornitore storico, con cui in tanti anni di lavoro abbiamo ideato centinaia di articoli promozionali e sorprese, per trovare i chip per registrare la voce e curare l’impaginazione delle audiocartoline – spiega l’imprenditrice -. Con il progetto Step e Incubatore d’Impresa di Bergamo Sviluppo ho validato l’idea imprenditoriale intervistando 300 persone durante la Fiera del Libro di Bergamo ed altre 300 ad Assisi all’uscita dal bookshop del Museo della Porziuncola. I risultati sono stati davvero positivi: il 50% del pubblico trasversale della Fiera ha dichiarato che avrebbe acquistato un’audiocartolina, tra questi l’80% per regalarlo e il 20% per sé. Fuori dal Museo della Porziuncola, con mia sorpresa e soddisfazione, il 100% degli intervistati ha dichiarato che l’avrebbe comprato non solo per sé ma anche da regalare e riteneva più che congruo un prezzo di vendita di 8-9 euro».

audiocartolina Ascolta la mia voce

L’idea diventa presto un brevetto e viene trasformata in realtà, con uno studio accurato di ogni aspetto, dalla registrazione vocale alle musiche, tutte realizzate ad hoc, alla veste grafica. Il progetto imprenditoriale conserva poi sin dagli esordi un’anima solidale: parte del ricavato sarà infatti impiegato per la realizzazione di sussidi didattici per malati di Alzheimer, in collaborazione con la Fondazione Santa Maria Ausiliatrice di Bergamo. «L’obiettivo è realizzare 92 audiocartoline di Santi, con registrazioni ascoltabili in media fino a 90-100 volte. La voce, originale nel caso di Papa Giovanni XXIII o la mia che interpreto preghiere e scritti dei Santi, viene incisa in studio e accompagnata da musica realizzata in esclusiva» precisa Carbone.

A maggio, nel mese della Madonna, partirà la raccolta fondi, lanciata sulla piattaforma statunitense di crowdfunding Kickstarter per la traduzione delle audiocartoline in altre lingue, preparandosi a rispondere al trend in crescita del turismo religioso che ogni anno muove nel mondo 330 milioni di fedeli. Ma una novità molto interessante rappresenta l’applicazione medica di Ascolta la mia voce, che sta entusiasmando gli operatori del settore, dai medici alle big company farmaceutiche. L’idea innovativa consiste in una scheda paziente personalizzata e “parlante” sotto forma di audiocartolina, dove il medico può incidere direttamente la propria voce, dando indicazioni e terapie, che si possono così riascoltare a casa data la scrittura proverbialmente arzigogolata dei camici bianchi: «L’audiocartolina speciale è dotata di due chip: uno per registrare e uno per ascoltare – spiega Graziella Carbone -. Il medico può incidere la propria voce indicando terapie e consigli fino a 50 volte e il paziente o chi per esso, penso ad esempio a badanti o familiari, può riascoltarlo quando desidera a casa. È uno strumento davvero semplice e immediato, che consente di fugare ogni dubbio su terapie e consigli riascoltando la voce del proprio medico, senza dovere ricontattarlo o affannarsi a cercare ricette e prescrizioni».

PalaParty

L’ex manager ora spopola con gli allestimenti per le feste

Silvia Gabriele si è costruita una carriera da manager partendo da un contratto come cassiera part-time a Roma da Unieuro per poi approdare direttamente a Monticello d’Alba, nel quartier generale di Oscar Farinetti fino alla sua cessione dell’azienda al gruppo britannico Dixon. È poi passata all’azienda Cellularline con il ruolo di category manager, accompagnando lo sviluppo dell’azienda nella distribuzione di prodotti. Trovato l’amore a Bergamo, qui ha messo su famiglia, continuando a lavorare per Cellularline in tutta Italia fino al 2013, anno in cui, con la seconda gravidanza si è concessa un anno di riflessione, che l’ha portata poi a dimettersi da manager.

Nel 2014 nasce di così PalaParty, portale di e-commerce, frutto della passione per l’allestimento della tavola e l’organizzazione di eventi di Silvia Gabriele, non senza un’attenta analisi di business pianificata con piglio manageriale. «Ho presentato, dopo mesi di analisi di mercato e ricerca prodotti, il mio business-plan in Camera di Commercio, cogliendo l’opportunità del bando per entrare nell’Incubatore di Impresa – spiega -. Il mercato è emergente: ormai ceramiche e porcellane cedono il posto a tavola a piatti, posate e bicchieri studiati per l’occasione, a tema con la festa. Il “servizio buono” ormai si usa per contesti formali e grandi occasioni. Per feste e ricorrenze, a partire dagli eventi riservati ai più piccoli, si cerca un modo diverso e divertente per apparecchiare la tavola».

Prima di decidere di sbarcare sul web è stata data priorità ad una gestione perfetta di magazzino e consegne: «La logistica è centralizzata e garantisce consegne in tutta Italia entro le 48 ore. La collaborazione con Amazon ci sta portando ottimi risultati. Per farci conoscere sul territorio abbiamo aperto a Natale un temporary-store in centro a Bergamo, tra via XX Settembre e via Tiraboschi, con allestimenti per la tavola dedicati alle festività». PalaParty ha ampliato l’offerta con alcuni prodotti a marchio privato, a partire da una bombola ad elio usa e getta proposta a 19,90 euro, con un erogatore particolare, e ha ottenuto la distribuzione in esclusiva del brand inglese Talking Table, tra i leader nell’allestimento. Tra i prodotti di maggior successo gli allestimenti della tavola per i più piccoli e i kit per fare foto simpatiche per rendere meno ingessati gli scatti di matrimoni ed altri eventi, oltre ad un’insolita campana che lancia stelle filanti al posto del riso, molto richiesta per la canonica uscita dalla chiesa.

Thymiama

Addio alla scrivania per aprire la profumeria bio

Francesca Vedovelli ha deciso nel 2013, a 29 anni, di dire addio una volta per tutte al lavoro di scrivania in ufficio, come segretaria di uno studio contabile, per aprire il suo negozio. Da sempre appassionata di cosmesi naturale e bio, impegnata nella ricerca di prodotti e trattamenti per se stessa, ha scelto di mettere a frutto le conoscenze acquisite sul campo e la sua passione per diventare imprenditrice.

«Avevo ricevuto un invito per l’inaugurazione del negozio Thymiama di Milano, una delle prime aperture italiane della prima catena in franchising di bioprofumerie nata a Roma. Ho chiesto un supporto al mio ex datore di lavoro, che oggi è il mio commercialista, per business plan e progetto imprenditoriale e nel giro di qualche mese sono diventata anche io franchisee della catena, aprendo la terza profumeria italiana Thymiama».

Il nome greco racchiude l’idea di un profumo naturale, l’essenza di una cura consapevole di sé. La scelta della sede è ricaduta su via San Tomaso, a due passi dall’Accademia Carrara: «Cercavo una via di passaggio, ma non troppo commerciale, dove vi fossero ancora piccoli negozi e botteghe artigiane. Da sempre sono legata a questa zona, a due passi da Borgo Santa Caterina, dove per anni mia zia ha avuto il negozio di ceramiche artistiche MammaRo’, una delle prime realtà artigianali a creare una rete franchising». Il negozio in questi anni ha fidelizzato una clientela ormai affezionata e sempre attenta a ingredienti, etichette, provenienze, eccipienti: «La maggior parte della clientela è giovane e giovanissima, dai 18 ai 30 anni in media – spiega Francesca Vedovelli -. Si informa molto su internet e attraverso i social, con un occhio sempre attento al rapporto qualità prezzo, che è anche un mio pallino perché la diffusione del biologico deve essere accessibile a tutti. Non mancano clienti vegane che possono contare su un’ampia gamma di prodotti, ovviamente anche cruelty free, come ogni altra referenza in assortimento in negozio. C’è anche una clientela più matura, che apprezza principi anti-age naturali e che magari scopre il beneficio di una cura naturale dopo anni di creme contenenti siliconi e petrolati».

La crisi comunque si fa sentire anche in un settore di nicchia come questo: «In questi tempi si sta attenti alla spesa che riguarda tutto ciò che non è strettamente necessario, ma non posso comunque lamentarmi dell’andamento dell’attività, anzi continuo a sentirmi una privilegiata perché ho l’opportunità di fare ogni giorno un lavoro che mi piace».


Imprenditori si diventa, con il percorso di alta formazione di Bergamo Sviluppo

1703 Bergamo Sviluppo - presentazione logica e start me up (1)L’attitudine al fare impresa si può anche imparare e coltivare. Per farlo c’è un’ iniziativa tutta nuova di Bergamo Sviluppo, l’Azienda Speciale della Camera di commercio. Si chiama “Start Me Up – Percorso di alta formazione per lo sviluppo dell’autoimprenditorialità” ed è rivolta a coloro che desiderano sviluppare le competenze necessarie per la progettazione e il lancio di una startup ma anche approfondire modelli e strumenti utili per cogliere le sfide del mercato e sviluppare decisioni strategiche.

C’è tempo fino a venerdì 24 marzo per presentare la propria candidatura al percorso. Chi sarà ammesso (sulla base di un colloquio conoscitivo per la valutazione di competenze individuali, attitudini imprenditoriali, motivazioni, fattibilità, validità nel tempo e carattere innovativo del progetto d’impresa) potrà contare di 150 ore di formazione d’aula e su un pacchetto di ore di consulenza specialistica.

Le lezioni si svolgeranno da inizio aprile a metà luglio 2017, in orario serale, nelle aule formative di Bergamo Sviluppo, in via Zilioli 2, e affronteranno le seguenti tematiche: business design & concept, strategie di marketing per le startup, organizzazione e pianificazione aziendale, canali di finanziamento, competenze per diventare imprenditori, tutela e valorizzazione della Proprietà Industriale. Il corso avrà un taglio concreto ed esperienziale attraverso la discussione di casi aziendali, lo svolgimento di esercitazioni, lo sviluppo e l’analisi di business plan.

Gli aspiranti imprenditori che avranno garantito una presenza in aula per almeno il 75% del monte ore potranno poi beneficiare di consulenze individuali per lo sviluppo e l’avvio del progetto imprenditoriale, fino a un massimo di 25 ore. Le consulenze potranno riguardare aspetti legati alla validazione dell’idea d’impresa, all’analisi del mercato di riferimento, all’individuazione della clientela target, alla definizione di una strategia promozionale, alla tutela della Proprietà Industriale, alla stesura di contratti.

Il percorso, finanziato dalla Camera di Commercio di Bergamo, è realizzato nell’ambito del progetto LOGIC@ – Linea di Orientamento per Giovani e aspiranti Imprenditori per Creare Autoimprenditorialità e si avvale del supporto tecnico-scientifico dell’Università degli Studi di Bergamo, in particolare del Centro di Ateneo CYFE-Center for Young and Family Enterprise.

1703 Bergamo Sviluppo - presentazione logica e start me up (3) - rit

Il progetto LOGIC@ è la sintesi e l’evoluzione delle diverse attività che l’Azienda Speciale svolge da anni a favore di chi desidera avviare un’attività imprenditoriale o l’ha avviata da poco. Grazie a questa nuova cornice, nel 2017 Bergamo Sviluppo potenzia alcune iniziative già in atto e lancia nuove proposte, supportando tutte le fasi legate allo startup d’impresa, da quella preliminare di approccio e definizione dell’idea imprenditoriale a quella successiva di progettazione, fino all’avvio dell’attività. Il tema, del resto, è sempre più cruciale. L’autoimprenditorialità e lo sviluppo d’impresa sono infatti sbocchi sempre più presi in considerazione sia dai giovani che progettano il proprio futuro professionale sia da chi ha perso il lavoro e vuole crearsi un’alternativa.

LOGIC@ e il percorso di alta formazione Start Me up sono stati illustrati ieri nel corso di una conferenza stampa alla quale hanno preso parte Andrea Vendramin, segretario generale f.f. della Camera di Commercio di Bergamo, Angelo Carrara, presidente di Bergamo Sviluppo, il direttore Cristiano Arrigoni, Emanuel Canini, referente Punto Nuova Impresa e Giorgio Ferrari, referente del nuovo progetto S.TE.P. – Servizio per TEstare Progetti d’impresa.

Le domande di adesione a Start Me Up devono essere presentate entro venerdì 24 marzo all’indirizzo mail raso@bg.camcom.it o via fax allo 035/247169, oppure brevi manu alla segreteria di Bergamo Sviluppo, in via Zilioli 2 a Bergamo (3° piano).


Start-Up Factory, anche Bergamo fa scuola ai nuovi imprenditori

start-up-factory-2Anche Bergamo ha portato la propria testimonianza a “Start-Up Factory”, il grande evento che Confcommercio Lombardia e Cariplo Factory, in collaborazione con Capac Politecnico del Commercio e Scuola Superiore, hanno organizzato allo Spazio “Base” Area ex Ansaldo di Milano, dedicato a start up, a imprese che vogliono avviare un percorso di rete, aspiranti imprenditori e liberi professionisti, ma anche agli studenti.

Obiettivo dell’incontro era offrire strumenti per dare corpo all’idea imprenditoriale o consolidare l’impresa già avviata, attraverso focus di informazione e orientamento sui diversi aspetti del business, con la possibilità di partecipare a desk di consulenza gratuita.

A raccontare la propria esperienza anche Luca Bonicelli, presidente del Gruppo Giovani dell’Ascom di Bergamo, che sta traghettando la salumeria di famiglia a Villa d’Ogna, classico esercizio di vicinato, verso il catering, con puntate anche all’estero. «Fare impresa oggi non significa solo sviluppare progetti high tech – spiega Bonicelli -, ma anche rinnovare e sviluppare qualcosa che c’è già. E non conta nemmeno da dove si viene, ma contano dove si vuole andare, la passione e la volontà per arrivarci. Nel mio caso, da perito chimico sono finito a fare il cuoco e l’imprenditore, mi sono ritrovato a portare avanti un’attività storica con la necessità di aprire anche nuovi orizzonti, in pratica una start up anche se non nell’accezione propria del termine».

Chi vuole lanciarsi in un’attività in proprio deve però muoversi con attenzione, perché se è vero che la nuove aperture in Lombardia sono in media 160 al giorno (33mila nel primo semestre), in prevalenza nel terziario (il 64,7%) e per un terzo su iniziativa di giovani, è altrettanto vero che quasi un terzo del totale non arriva ai tre anni di vita. «Fare impresa si può, ma non deve essere una scelta di ripiego, magari perché non si trova lavoro o lo si ha perso – prosegue Bonicelli -. È un percorso che va costruito con scrupolo, informandosi, studiando il mercato, valutando tutti i costi di gestione. In questo le associazioni di categoria come la nostra possono aiutare, dando indicazioni e supporto. È un tema che come Gruppo Giovani seguiamo con particolare interesse e che vogliamo sviluppare per proporci sempre più come un punto di riferimento per la nuova imprenditoria. Confrontarsi e fare rete è infatti importante, non solo dal punto di vista professionale, ma anche umano».

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Aprire un bar, dieci regole per non sbagliare

Aprire un bar? Più facile a dirsi che a farsi. Per qualcuno può essere un’ancora di salvezza dopo aver perso il lavoro, per altri la realizzazione di un sogno. La possibilità di veder nascere e crescere un progetto proprio, di lavorare a contatto con le persone, in un settore piacevole come quello del tempo libero, può essere in effetti allettante. Tuttavia, buttarsi nella mischia senza una professionalità alle spalle può rivelarsi un serio azzardo. La concorrenza è considerevole e il mercato oggi non perdona chi s’improvvisa.

Secondo i dati forniti dall’Ascom, a Bergamo oggi ci sono 2.640 bar, di questi 385 solo in città. Da maggio a giugno di quest’anno hanno aperto 77 attività e 47 hanno chiuso. Solo nel mese di luglio sono nate ben 17 nuove insegne e 12 sono sparite. Numeri che danno l’idea della “precarietà” del comparto.

Il consiglio, quindi, è di analizzare il mercato e progettare con cura la propria attività. Per facilitare il compito la rivista Affari di Gola ha stilato la lista delle dieci regole da seguire per partire con il piede giusto, dall’idea allo studio dei costi, dalla scelta della posizione alla promozione, compresi agli errori da non fare. Vi anticipiamo il decalogo, rimandandovi per i dettagli al mensile, in edicola e on line da oggi.

  1. AVERE UN’IDEA BEN DEFINITA

  2. FARE BENE I CONTI

  3. SCEGLIERE LA COLLOCAZIONE GIUSTA

  4. DIFFERENZIARSI DALLA CONCORRENZA

  5. TARGET E OFFERTA SU MISURA

  6. LA QUALITÀ VINCE

  7. CURARE LA VETRINA E L’INSEGNA

  8. SAPER ACCOGLIERE

  9. GESTIONE ANALITICA E PRECISA

  10. PROMOZIONE E SOCIAL NETWORK


Diventare imprenditore e fare impresa. Ti riconosci in questi sei “stili”?

Tre imprenditori e tre imprenditrici. Settori diversi. Storie diverse. Li mette a confronto una tavola rotonda che vuole raccontare cosa significa oggi gestire un’impresa e come si combinano tra loro capacità personali, organizzative e modelli di ispirazione e di riferimento.

L’appuntamento è mercoledì 20 luglio, dalle 15, nelle sale del Palazzo dei Contratti e delle Manifestazioni in via Petrarca 10 a Bergamo. È organizzato da Bergamo Sviluppo su proposta del Comitato per la promozione dell’imprenditorialità femminile della Camera di commercio e realizzato in collaborazione con il sistema associativo provinciale.

È pensato, in particolare, per aspiranti e neo imprenditori, che potranno conoscere come nasce e si sviluppa uno stile imprenditoriale e gestionale, che è certo frutto di doti personali o acquisite, ma anche di esempi provenienti da persone o modelli con cui si entra in contatto nel corso della propria formazione o esperienza lavorativa.

A portare la propria esperienza sono:

Adriano Galizzi, 26 anni, fondatore dell’azienda agricola che porta il suo nome, con sede a Leffe. È un ingegnere gestionale ed è figlio di imprenditori del settore tessile (la Cogal che produce spugne per hotel di lusso e ha alcuni  punti vendita di biancheria). Una strada che sembrava già tracciata «ma contrariamente a quanto tutti pensavano, il mio amore per la terra ha avuto il sopravvento», spiega. Ha deciso di coltivare il mais Spinato di Gandino ed ha allestito un laboratorio specializzato per la produzione di gallette, il primo in Lombardia, inaugurato nel settembre 2016. Nei giorni scorsi la sua iniziativa è stata premiata dalla Coldiretti con l’Oscar Green.

Ines Fumagalli ha aperto alla Roncola di Treviolo “Il cestino saporito”, un’attività che nasce dal desiderio di riportare nel quartiere il negozio alimentare di vicinato, presentato però in una veste nuova e dinamica. Offre infatti tre proposte: bar, punto vendita di prodotti selezionati e corsi di cucina.

Pietro Trapletti, con la Balsamo srl di Casazza prosegue l’attività avviata dal padre nell’ambito dei trasporti con conducente, ma l’ha allargata e oggi organizza e cura la gestione completa della logistica di grandi eventi in Italia e all’estero, nei settori dello spettacolo, della musica e business.

Federica Cavalli, ha dato vita e gestisce “Come un fior di loto”, un’agenzia che organizza eventi culturali. La sua esperienza imprenditoriale però nasce da più lontano. I genitori hanno infatti fondato una officina meccanica a Caravaggio, che ancora oggi lei gestisce con la sorella e la madre. Ha sempre respirato “aria imprenditoriale” e oggi continua a sdoppiarsi tra l’attività di famiglia e la produzione, promozione di spettacoli, eventi, progetti didattici e corsi.

Davide Aresi, giovane imprenditore, intarsiatore, coadiuvante dell’azienda del papà, la Aresi Mario mobili in stile di Brignano Gera d’Adda. L’azienda crea mobili artistici, punta anche all’estero e sulla comunicazione digitale e social. Insieme stanno affrontando il passaggio generazionale.

Silvia Podetti, insieme al fratello conduce l’azienda creata dal padre prima come ditta individuale e poi con la madre trasformata in snc. Oggi la Podetti Luigi e C è una srl che si occupa di progettazione, realizzazione e manutenzione di impianti idrotermosanitari civili e industriali nonchè di impianti di condizionamento d’aria e antincendio. La società è specializzata nella fornitura e posa in opera di impianti e articoli idraulici, termici e sanitari.

I lavori saranno aperti dalla presidente del Comitato camerale Ida Rocca e moderati dalla giornalista Simona Befani. La partecipazione è gratuita.