Prenotazioni on line, «per i ristoratori una sfida da non rimandare»

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La presentazione della convenzione con TheFork nella sede Ascom Bergamo Confcommercio. Da sinistra, Oscar Fusini, Petronilla Frosio e Andrea Arizzi

Quello delle prenotazioni on line è un tema non più rimandabile per il Gruppo ristoratori dell’Ascom di Bergamo, che hanno scelto di confrontarsi con TheFork, il portale che fa capo a TripAdvisor e che sta guadagnando sempre più consensi tra i consumatori. «A San Francisco l’88% delle prenotazioni viaggia su OpenTable, il sito più utilizzato negli Stati Uniti, ma anche l’Italia si sta muovendo. Un sondaggio realizzato ad aprile di quest’anno nelle grandi città – ha evidenziato Andrea Arizzi, direttore commerciale di TheFork Italia nell’incontro tenutosi ieri nella sede cittadina dell’associazione – dice che una persona su tre usa il nostro portale per prenotare un pranzo o una cena. La strada è perciò segnata e in un futuro non troppo lontano chi non sarà prenotabile sarà fuori dal mercato».

Certo i dubbi degli operatori e le criticità rimangono. A cominciare dal problema delle recensioni e delle classifiche, che spesso e volentieri non fotografano esattamente la realtà dei locali, anche a causa dei falsi giudizi e della compravendita di commenti. «Deve però finire la contrapposizione netta, ristoratori da una parte, TripAdvisor dall’altra – ha affermato il direttore dell’Ascom Oscar Fusini -, la migrazione dal telefono alle app è in atto e queste piattaforme sono in grado di interpretarla al meglio. Dobbiamo perciò dialogare e trovare soluzioni che superino le attuali difficoltà. Con TripAdvisor, a livello nazionale, stiamo lavorando, ad esempio, per introdurre almeno delle categorie, una segmentazione dell’offerta che renda evidenti le differenze. Un conto è un ristorante stellato, un altro un agriturismo, insomma».

«Affrontare il tema delle prenotazioni on line è una questione di sopravvivenza – ha aggiunto la presidente del Gruppo Petronilla Frosio – e il primo passo è conoscere la realtà, gli strumenti, solo così si possono fare valutazioni e prendere decisioni. E dialogare con i portali è fondamentale, per evidenziare le criticità e fare incontrare meglio domanda e offerta». La categoria però dovrebbe essere più pronta. «Non basta lamentarsi, occorre partecipare. È incontrandosi, mettendo a confronto idee ed esperienze che arrivano risultati nuovi».

Dal canto suo, TheFork, che attualmente conta 8.500 ristoranti iscritti in Italia, una settantina in Bergamasca, offre visibilità e possibilità di trovare nuovi clienti e strumenti per la gestione che mandano in soffitta il vecchio libro dove annotare le prenotazioni telefoniche. C’è la possibilità di avere sempre sotto controllo la sala, organizzare i turni del servizio, effettuare promozioni per le serate che “girano” meno e dare vita ad una banca dati dei propri clienti che raccoglie esigenze e preferenze di ognuno per offrire un servizio su misura e impostare strategie di fidelizzazione. Ha anche corretto alcune storture della rete. Le recensioni, ad esempio, possono essere inserite solo da chi ha prenotato e si è presentato al ristorante, è inoltre obbligatorio indicare il costo medio e il costo di almeno nove portate, così che si possa più facilmente individuare la categoria della proposta. Per la sola fascia dei ristoranti stellati è poi partita la prenotazione con carta di credito che permette di “congelare” una certa cifra e di trattenerla nel caso il cliente non si presenti, il cosiddetto no-show.

La società offre tre livelli adesione, quello base non prevede costi fissi ma una commissione per ogni coperto prenotato e consumato che va da 2 a 4 euro (più Iva) per la cena e da 1,5 a 2,5 euro per il pranzo. Comprende la pubblicazione del ristorante sul portale TheFork, la possibilità di inserire il pulsante di prenotazione sul proprio sito (senza commissioni) e su TripAdvisor. Le altre due formule, Pro e Pro+, comprendono software gestionali e hardware. Grazie alla convenzione nazionale con Fipe, gli associati Ascom Bergamo Confcommercio possono usufruire di uno sconto su entrambi i pacchetti, per Pro un canone mensile di 24 euro anziché 30 e per Pro+ di 75 anziché 89.

Per poter accedere alla tariffe scontate è necessario richiedere l’attestazione dell’iscrizione alla Area accoglienza dell’Associazione (035 4120133).


The green Wire, tre bergamaschi in bici per rilanciare il mondo bio

green wirePercorreranno mille chilometri, 120 al giorno, in bicicletta, il mezzo sostenibile per eccellenza. L’obiettivo di tre ragazzi bergamaschi è testimoniare la varietà del mondo bio in Italia girando il documentario autoprodotto che dà il nome al loro progetto, “The green wire”.

I protagonisti dell’avventura su due ruote sono Alfredo Amadori e Sergio d’Adda, entrambi di 27 anni, il primo, commesso in un negozio di prodotti biologici e organizzatore dell’iniziativa, l’amico dipendente in un’azienda di spedizioni, e Alessandro Pagnocelli, 26, perito informatico. Simbolo del viaggio è una ruota dalla forma di un gomitolo di filo verde, opera del fumettista Marco Locati, lo slogan è “Si gira in bio” e promotore del viaggio è Spazio Gate della Malpensata, a Bergamo.

La partenza è fissata per il 18 giugno. A girare le riprese del film sarà Simone Marchi che seguirà la spedizione a bordo di un’auto gpl. «Vogliamo mostrare ai nostri coetanei come il rispetto della terra possa essere la chiave per risolvere molti problemi – spiega Alfredo -. Se consumiamo cibo sano garantiamo la nostra salute e se il prezzo è equo si rispetta anche il lavoro di chi opera nella filiera, oltre ad adottare un comportamento etico che salvaguarda la biodiversità del pianeta».

Al centro del documentario ci sono l’amore per l’ambiente, la qualità dei prodotti, la spesa consapevole, l’istruzione, la formazione e il trattamento dei lavoratori. Le aziende che saranno visitate lungo il percorso sono tutte certificate, nessuna offrirà denaro ai tre giovani per avere visibilità. L’unica richiesta dei ragazzi? Vitto e alloggio. La prima tappa sarà all’apicoltura Casa Pietra di Salsomaggiore Terme, in provincia di Parma, dove si tratterà l’importanza delle api per l’ecosistema. Poi si andrà all’azienda agricola Podere Roccolo a Rimini, specializzata in ortaggi, legumi, erbe aromatiche e conserve, alla Girolomoni di Montebello, leader nell’export del bio, fondata da Gino, cresciuto tra i valori contadini e che è riuscito a fermare la fuga dalla campagna. Alla Delicious Nature di Ascoli Piceno si approfondirà la coltivazione dello zafferano, alla Sant’Angelo di Termoli la biodinamica. Prima di visitare il frantoio Galantino di Bisceglie, i tre giovani documenteranno lo sfruttamento dei braccianti nel ghetto di Rignano Garganico, nel Foggiano, dove il caporalato arruola i migranti, che vivono ammassati in baracche, pagandoli due euro a cassone di pomodori.

Le mete saranno documentate sui social con un doppio appuntamento live quotidiano e articoli pubblicati sulla pagina Facebook The green wire. «Creeremo e sfrutteremo una piattaforma di comunicazione anche attraverso un canale YouTube e una vera redazione che diffonderà articoli divulgativi, in modo da poter avere, prima e durante il viaggio, un contatto diretto con chi ci seguirà. Lo chef vegano bergamasco Stefano Broccoli preparerà un piatto con i prodotti di ogni azienda e, una volta tornati a casa, organizzeremo dei The green wire workshop – anticipa Amadori -. Mostreremo tutto il materiale raccolto durante il progetto per continuare a tendere il filo verde».


“Vorrei fare il pizzaiolo”: quando un corso ti cambia la vita

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C’è chi decide di cambiare vita, chi è costretto ad inventarsi un lavoro e chi semplicemente vuole apprendere l’arte e metterla da parte per quando potrà realizzare il suo sogno imprenditoriale.

Il corso “Vorrei fare il pizzaiolo” ha accompagnato l’Accademia del Gusto di Osio Sotto sin dalla sua nascita ed è tra i più gettonati, complice il fatto che a salire in cattedra ci sia un maestro indiscusso come Tiziano Casillo, che rimbalza come una trottola da un angolo all’altro del globo, conteso a livello internazionale. Anche se capita a volte che sia il mondo a venire ad Osio Sotto, come quando una classe di pizzaioli è arrivata da Taiwan nel 2015 per seguire un corso intensivo di Pizza Art.

Il corso è davvero trasversale per età e nazionalità e vede a fianco di Casillo, Oxana Bokta, che oltre a svolgere il ruolo di assistente dei docenti in Accademia, vanta una specializzazione nelle tecniche dei lievitati. «La soddisfazione più grande per noi è vedere tanti corsisti realizzare il sogno di aprire una pizzeria o diventare ottimi pizzaioli», spiega Daniela Nezosi, direttrice dell’Accademia del Gusto. In 13 anni, al ritmo di tre edizioni l’anno, il corso – che in 40 ore garantisce una full-immersion dalle tecniche di impasto alla scelta delle materie prime, al bilanciamento del topping- ha sfornato ben 500 pizzaioli.

Se non manca chi ha deciso di rinunciare ad un mestiere che comunque impone grandi sacrifici, la maggior parte dei corsisti non si è arreso alle prime difficoltà ed è riuscito con successo a trovare lavoro o a diventare imprenditore di se stesso, anche dopo gli “anta”. Ecco alcuni di questi casi.

“Del Vicolo” di Scanzo, da disoccupata a pizzaiola provetta insieme alla figlia

Emilia Persico si è ritrovata all’improvviso disoccupata nel 2006, a 44 anni e con due figli, dopo aver lavorato una vita come impiegata amministrativa. «Ho cercato quindi di seguire la mia passione per la cucina, che mi accompagna da sempre, da quando da ragazzina lavoravo d’estate in alberghi e ristoranti. Così ho trovato lavoro la sera in un ristorante-pizzeria, finché mi sono ritrovata per un imprevisto a sostituire il pizzaiolo. Io non amo l’improvvisazione, così mi sono iscritta al corso dell’Accademia del Gusto e sono stata catapultata in un mondo di grammature, lievitazioni e tecniche di impasto».

Dopo il corso non esita a investire liquidazione e risparmi nella sua pizzeria d’asporto “Del Vicolo” di Scanzorosciate: «Quando lavoravo in azienda passavo ogni giorno davanti a questo negozio in pieno centro con la saracinesca abbassata. Così ho chiuso in fretta il contratto», spiega Emilia Persico, che abita a Nembro.

La pizzeria ha anche una saletta con una ventina di posti a sedere per gustare pizze tradizionali e gourmet appena sfornate, come quella con Moscato di Scanzo o le più ricercate con tartufo, porcini e misticanza. Con la sua passione ha contagiato anche sua figlia Elena, laureata in Lingue e Letterature straniere, che vanta la partecipazione ai campionati europei di pizzeria e all’edizione Pizza in Rosa di Rimini.

È un locale al femminile: «Purtroppo c’è ancora l’idea che il pizzaiolo debba essere un uomo e capita ancora che qualcuno rimanga sorpreso nel vedere due donne a infornare e sfornare». Il sogno nel cassetto è quello di aprire una pizzeria nel Nord Europa, confessa Emilia, che però aggiunge con molta concretezza: «Per ora ci concentriamo sulla nostra attività che in questi 10 anni ci ha dato grandi soddisfazioni».

Nembro, al “Forno 89” la passione è più forte dell’allergia

La passione per la pizza è stata più forte dell’allergia agli acari della farina per Cristian Osio, originario di Brembate, che ha voluto coronare il suo sogno di diventare pizzaiolo. Una passione nata a Londra, dove si trasferisce a 19 anni e si arrabatta con lavori come lavapiatti e barista fino ad approdare a Brixton da “Franco Manca”, dove Giuseppe Mascoli ha sdoganato la pizza verace napoletana. Inizia con uno stage, ma sfornare pizze a centinaia scatena l’allergia e alla fine deve rinunciare al lavoro pochi mesi dopo l’assunzione.

Prova a passare in cucina, nel locale di Jamie Oliver a Piccadilly Circus, ma decide presto che i fornelli non fanno per lui: «Ho resistito tre mesi, non riesco ad immaginarmi che pizzaiolo – ammette Cristian, che si è tatuato sul bicipite una verace napoletana -. Per me fare la pizza è una magia: è un prodotto che cambia ogni giorno e il risultato non è mai scontato». Così è tornato in Italia dove ha iniziato una cura con tanto di vaccino immunologico per tenere a bada l’allergia e ha viaggiato per scoprire i segreti della vera pizza campana. Poi è stato in Finlandia, dove ha la fidanzata con la valigia pronta per l’Italia e ha fatto la stagione estiva in Grecia, a Samos. Da poco più di un mese ha inaugurato a Nembro “Forno 89”, pizzeria d’asporto con qualche tavolino. «Finalmente posso proporre la mia idea di pizza, a lunga lievitazione, con un buon cornicione ben puntinato, cotta nel forno a legna per eccellenza, realizzato con Biscotto di Sorrento. Ho scelto ottimi prodotti, dalla provola affumicata di Latina alla ricotta Dop, a pelati di qualità e propongo pizze della tradizione campana, da quella con cicoli e ricotta a quella con friarelli e provola affumicata. Spero che la mia pizza, senz’altro diversa da quella “bergamasca”, riesca a conquistare il paese».

Da Osio alle Canarie con le migliori pizze di Maspalomas

Mario Gritti ha gestito per più di dieci anni il “Bar da Mario” di Osio Sotto, finché la crisi ha messo a dura prova l’attività e ha deciso di iscriversi al corso Ascom con il sogno di aprire un bar-pizzeria d’asporto alle Canarie. «Rimettersi in gioco a 50 anni non è facile, ma grazie al corso dell’Accademia del Gusto e ai preziosi consigli di Tiziano Casillo e Oxana Bokta sento di aver davvero imparato un mestiere. Con molti colleghi del corso ci scambiamo ancora oggi consigli sulle farine, sugli impasti e su altri piccoli dettagli che però fanno sempre la differenza».

Il tempo di trasferire la sua numerosa famiglia, che conta ben quattro figli – Elena, Alessandra, Matteo e Valentina – alle Canarie e ambientarsi e Gritti ha aperto con la moglie Eliana un ristorante pizzeria a Maspalomas, Las Palmas, dal nome “Pasion Loca”. «Mia moglie si occupa della cucina, io della pizzeria e mia figlia Elena cura il servizio in sala, mentre gli altri figli sono ancora impegnati negli studi e la più piccola va all’asilo».

Le soddisfazioni non mancano: «Il nostro locale è apprezzato e per me non c’è soddisfazione più grande nel ricevere i complimenti per la pizza, valutata tra le migliori della cittadina».

A Siviglia la pizza d’asporto di Claudio parla “El Italiano”

Claudio Previtali, originario di Albegno di Treviolo, si trasferisce otto anni fa a Barcellona per amore della moglie Mar, originaria di Siviglia, ma si scontra con la difficoltà di trovare un impiego in Spagna, dopo aver lavorato in campo metalmeccanico nella Bergamasca.

«Ho sempre avuto passione per la pizza e da ragazzino avevo lavorato anche una stagione in un bar pizzeria, così ho deciso di rimettermi in gioco a 49 anni e di tornare sui banchi di scuola all’Accademia del Gusto – racconta -. Conoscevo Tiziano Casillo dai tempi in cui aprì la sua prima pizzeria ad Albegno, ma vederlo all’opera mi ha davvero aperto un mondo e ha rafforzato la mia passione. In barba a chi diceva che non ce l’avremmo fatta, io e mia moglie abbiamo aperto una pizzeria d’asporto. Su consiglio di Casillo ho puntato sulla qualità e sull’italianità. E così è stato anche nel nome “El Italiano”, perché tutti qui mi han sempre chiamato così.È bello sentirsi dire dai clienti che gustando la mia pizza li ho riportati in Italia o entrare nel novero delle migliori pizzerie sivigliane».

Londra, l’ex operaio alla corte di Gordon Ramsay ora sogna lo street food con la pizza

Mattia Pasinetti, perito elettrotecnico, dopo sei anni di lavoro da elettricista e uno da operaio, decide, ancora giovanissimo, a 25 anni, di cambiare vita e di imparare i segreti che stanno dietro ad una buona pizza. Dopo il corso all’Accademia del Gusto decide di trasferirsi a Londra, dove dopo tre mesi riesce a trovare lavoro come pizzaiolo da Sua Maestà Gordon Ramsay in uno dei suoi locali, a “York and Albany” a Camden Town.

«Nel locale portavo avanti la pizzeria con un altro ragazzo italiano e poi davo una mano in cucina – racconta -. L’head-chef mi ha poi affidato quasi tutti i turni in cucina ed ho visto quanto lavoro ci sia dietro ad un grande piatto. Mi si è presentata l’occasione di lavorare nello street-food, tra catering e ricevimenti, per Born and Raised e così ho cambiato lavoro. Ogni giorno affronto un servizio diverso, dai party ai festival, dai compleanni al catering per il cinema, mi sposto di continuo e per me è davvero stimolante».

La passione per la pizza non l’ha mai abbandonato: «Il mio sogno è quello di aprire una mia attività nel settore dello street food, declinato però all’italiana, a partire ovviamente dalla pizza».

Cisano, l’impresario edile ora guida anche “La Locanda di Cri”

Il suo locale Enio Panzeri, impresario edile, l’ha costruito davvero mattone dopo mattone nel 2005 a Cisano Bergamasco. Dopo averlo dato in gestione, nel 2014 si trova all’improvviso con il locale sfitto e decide così, a 53 anni, di mettere a frutto la sua passione per la buona tavola e di tornare sui banchi di scuola all’Accademia: «A inizio anno mi sono iscritto al corso di cucina con Francesca Marsetti e poi ho appreso i segreti dell’arte pizzaiola con Tiziano Casillo. A dicembre 2014 ho inaugurato con mia moglie Cristina, che si occupa della sala, “La Locanda di Cri”, rinnovando completamente gli ambienti», racconta Panzeri.

“La locanda del locandèr ca sa fa ol so mester” come rivendica anche sul sito, è un tempio della buona cucina e un indirizzo rinomato per la pizza: «Ho deciso di puntare sulla qualità, a partire dalla scelta degli ingredienti, perché uscire a mangiare una pizza deve essere un piacere e non un ripiego. Così nascono le nostre pizze, dalla più semplice con fiordilatte, pomodoro e basilico alle ricette gourmet».


L’Ascom accende i riflettori sui “Ristoranti 2.0”

the_fork_ristoranti_spesa_italiani_2017-800x573“Ristoranti 2.0” è l’evento organizzato da Ascom Bergamo Confcommercio e rivolto a tutti i ristoratori di città e provincia. L’appuntamento è per giovedì 15 giugno, alle 15.30, nella sala corsi dell’Associazione per la presentazione di TheFork, applicazione per iOs e Android e sito web che consente di scoprire e prenotare migliaia di ristoranti in Italia ed Europa. TheFork, brand di TripAdvisor, è la piattaforma leader in Europa per le prenotazioni online di ristoranti, con un network di oltre 40mila ristoranti a livello globale e quasi 14 milioni di visite al mese.

La piattaforma mette in contatto utenti e ristoranti, permettendo ai primi cercare e prenotare il tavolo online e ai secondi di aumentare le prenotazioni e la fedeltà dei clienti. Attraverso TheFork (sito e app) gli utenti possono facilmente selezionare un ristorante in base alle loro preferenze (per esempio localizzazione, tipo di cucina e prezzo medio), consultare le recensioni degli utenti, controllare la disponibilità in tempo reale e prenotare all’istante online.

Per i ristoranti, TheFork fornisce un software che consente di ottimizzare le prenotazioni e le operazioni, e di migliorare servizio e ricavi, secondo i principi dello Yield Management, pratica utilizzata con successo nel settore turistico che permette di variare i prezzi a seconda delle disponibilità. Alla presentazione bergamasca, la prima nella nostra provincia, saranno presenti il direttore di Ascom Bergamo Confcommercio, Oscar Fusini, la presidente del Gruppo ristoratori dell’Associazione, Petronilla Frosio e il responsabile The Fork per l’Italia, Andrea Arizzi.

Per prenotazioni consultare www.ascombg.it


Imprese & Territorio in campo su innovazione e welfare

Imprese & Territorio

L’assemblea plenaria di Imprese e Territorio si è riunita ieri, lunedì 12 giugno, per accogliere i nuovi presidenti che hanno assunto recentemente la guida di tre delle dieci associazioni aderenti (Leone Algisi di Cna, Elena Fontana di Confesercenti e Giacinto Giambellini di Confartigianato) e il nuovo direttore di Confesercenti Filippo Caselli.

Il presidente Giorgio Ambrosioni ha relazionato sullo stato di avanzamento dei lavori del “Tavolo per lo sviluppo e la competitività di Bergamo”, istituito presso la Camera di Commercio, che vede costantemente impegnati numerosi componenti del Comitato Unitario e che sta arrivando alle definizione delle prime attività progettuali su importanti tematiche.

I cinque tavoli, risultato del percorso Ocse fortemente sostenuto da Imprese & Territorio, stanno concludendo la prima fase degli incontri che daranno alla Cabina di Regia un ventaglio di progettualità con tempistiche differenti sulle quali partire per il rilancio socio-economico del territorio.

Particolare importanza poi è stata data alla presentazione, effettuata dal coordinatore Edoardo Ranzini, delle linee strategiche del Progetto “Bergamo Pmi Innovation Hub” che prende spunto dalle importanti riflessioni emerse dalla ricerca del Consorzio Aaster del professor Aldo Bonomi sull’avanzamento del livello tecnologico ed innovativo delle Pmi del territorio. I driver del progetto saranno presentati nei prossimi giorni ad uno dei cinque tavoli Ocse, quello dedicato all’Innovazione.

Anche il tema del Welfare di territorio è stato affrontato per via delle attività che il Comitato Unitario ha attivato con i soggetti istituzionali locali preposti (Ats Bergamo) e con Ubi Banca, realizzatrice di un ricco portale sull’argomento. Prima della pausa estiva è previsto un incontro con i sindacati confederali territoriali per affrontare insieme possibili scenari futuri su questo importantissimo tema.


Startup innovative, a Bergamo sono 116. La maggior parte opera nei servizi

idea innovazione

In Italia ci sono 7.241 startup innovative (dato della sezione speciale del Registro delle imprese aggiornato a fine maggio 2017). Un numero significativo e in costante crescita. La normativa che regola questa forma societaria (D. Lgs. 179/2012) è infatti entrata nel suo quarto anno di operatività e lo scorso dicembre un primo pacchetto di circa 820 startup è fuoriuscito dal regime agevolato per raggiunti limiti di età.

La Lombardia è la regione che di gran lunga ne ospita di più: 1.655, seguita da Emilia Romagna (798), Lazio (687), Veneto (646) e Campania (516). In provincia di Bergamo risultano registrate 116 startup innovative, in maggioranza nel settore dei servizi (83) e dell’industria-artigianato (24).

La Camera di commercio bergamasca, nel presentare il nuovo servizio AQI – Assistenza Qualificata Imprese alternativo all’atto pubblico per la costituzione della società, ha anche scattato una fotografia più dettagliata. Per quanto riguarda i principali ambiti di attività, 24 startup operano nella produzione di software o consulenza informatica, 23 nella ricerca scientifica e sviluppo, 10 in attività professionali, scientifiche o tecniche, 6 nella fabbricazione di computer e prodotti di elettronica e altre 6 in attività di consulenza.

Tra queste, 26 sono imprese ad alto valore tecnologico in ambito energetico, 18 hanno una presenza femminile maggioritaria, forte o esclusiva, 26 hanno una presenza giovanile maggioritaria, forte o esclusiva.

Per quanto riguarda i requisiti per poter essere una startup innovativa, 65 rispettano il primo requisito, ossia sostengono spese in ricerca e sviluppo maggiori o uguali al 15% del maggiore valore tra costo e valore totale della produzione; 30 rispettano il requisito del personale qualificato (almeno i 2/3 dei dipendenti o collaboratori con laurea magistrale oppure 1/3 di dottorati, dottorandi o laureati con almeno tre anni di attività di ricerca certificata); 30 startup rispettano il terzo requisito (impresa depositaria o licenziataria di privativa industriale, oppure titolare di software registrato); nove aziende soddisfano più di un requisito.

Startup innovative

La definizione

Con l’obiettivo di promuovere la crescita sostenibile, lo sviluppo tecnologico e l’occupazione, in particolare giovanile, nell’autunno del 2012 il Governo ha adottato il DL 179/2012, che ha introdotto la definizione di nuova impresa innovativa, la startup innovativa.

Le startup innovative sono società di capitali, costituite anche in forma cooperativa, che hanno come oggetto sociale esclusivo o prevalente lo sviluppo, la produzione e la commercializzazione di prodotti o servizi innovativi ad alto valore tecnologico.

I requisiti

• sede principale in Italia o in uno Stato UE o EEA (spazio economico europeo) con sede produttiva o filiale in Italia
• costituite da non più di 60 mesi
• ultimo bilancio non superiore a 5 milioni di euro
• non distribuire utili
• non nascere da fusione, scissione o cessione di ramo di azienda

Le startup innovative devono inoltre presentare almeno una di queste caratteristiche:

• spese in ricerca e sviluppo maggiori o uguali al 15% del maggiore valore tra costo e valore totale della produzione
• almeno i 2/3 dei dipendenti o collaboratori con laurea magistrale oppure 1/3 di dottorati, dottorandi o laureati con almeno tre anni di attività di ricerca certificata
• almeno un brevetto o privativa industriale

I vantaggi

Per le startup innovative è stato predisposto un pacchetto di misure molto articolato, che interviene in materia di semplificazione amministrativa, mercato del lavoro, facilitazioni burocratiche ed agevolazioni fiscali per le pratiche del Registro Imprese, non assoggettamento alla procedura di fallimento. Condizione fondamentale per beneficiare di tali vantaggi è che le startup siano iscritte nell’apposita sezione speciale del Registro delle Imprese.


Pane al pane, alla Carrara si cena con ricette del Seicento

baschenisLunedì 26 giugno, la Fondazione Accademia Carrara, in collaborazione con l’Aspan e in  occasione di Evaristo Baschenis a 400 anni dalla nascita, tra musica e cucina, propone “Pane al Pane”, cena in Museo per rivivere le ricette della tradizione bergamasca del Seicento. Un menù ideato da Silvia Tropea Montagnosi, esperta di storia della cucina e realizzato da Bonicelli-salumeria & Catering, ispirato alle corti seicentesche, dove pani raffinati e dolci, insaporiti con zucchero e spezie, erano prelibatezze gastronomiche che rendevano uniche le tavole delle famiglie di alto rango sociale.

La serata prevede la visita alla Sala espositiva Evaristo Baschenis a cura dei conservatori della Carrara dalle 19 e, a seguire, una cena mise en place nel Salone d’onore. Il menù Saporitezze di pane prevede: Castègne, löanghina e fiurit; Carne de porcho; Torta di herbe, gniferi e rape rosse; Pane di fave con pasta madre (grano, orzo, avena, farro, fave e ceci); Peveroni assai piccioli.

A seguire Pollo in carpione con Insalata assai saporita e Formài con mostarda di pere. Nella cesta del Baschenis, Brasadelli, Cinnamomi, Savoiardi e Offelle. Per chiudere, Torta con le mandorle e crema gelata. La cena sarà bagnata dai vini Terre del Colleoni Brut Doc e Valcalepio. Il pane realizzato con la farina Quivicino ottenuta con i grani della Lombardia. I posti disponibili sono 80, il costo a persona di 65€.

Info: segreteria@lacarrara.it, 035 234396


Federmanager, Colombo confermata alla presidenza. Ecco il nuovo Direttivo

Bambina Colombo è stata confermata presidente di Federmanager Bergamo. A rinnovarle la fiducia, per un secondo mandato, gli undici componenti del neo eletto Consiglio Direttivo dell’organismo di rappresentanza dei dirigenti delle imprese industriali della provincia di Bergamo, durate la recente seduta d’insediamento. Alla vicepresidenza è stato chiamato Davide Orabona (consigliere nel precedente esecutivo). Riconfermata nell’incarico di Tesoriera Silvia Gardini, mentre neo segretario provinciale dell’associazione è Ciro Ciaccio.
Del nuovo Direttivo di Federmanager Bergamo, che rimarrà in carica per il triennio 2017-2020, fanno inoltre parte i Consiglieri: Paolo Aquino, Stefano Capponi, Roberto Coretti, Pierluigi Gatti, Claudio Pesenti, Giovanni Pezzoli e Maurizio Vavassori. Mentre Orabona, Gardini, Aquino, Capponi e Coretti rappresenteranno i dirigenti in servizio, Colombo, Ciaccio, Gatti, Pesenti, Pezzoli e Vavassori daranno voce ai manager in pensione. Contestualmente, si è provveduto al rinnovo del Collegio dei Revisori dei conti. Sono risultati riconfermati: Atos Catò, Riccardo Locatelli ed Emilio Ludrini.

La presidente ha messo in evidenza la percentuale dei dirigenti in servizio, pari al 45% dei quasi 1500 aderenti, una fra le più alte in assoluto a livello nazionale. “E ciò lo si deve alle attività di coinvolgimento dei Colleghi durante la passata consigliatura”. A proposito della modalità di voto on line, adottata per la prima volta a Bergamo e tra gli ancora rarissimi casi a livello nazionale, Colombo esprime un giudizio più che favorevole: “Il consuntivo di questo esperimento ha fatto emergere tre aspetti positivi. Il primo: Federmanager Bergamo si conferma Territoriale d’avanguardia; il secondo: abbiamo registrato la miglior adesione in assoluto di candidati (16 rispetto agli 11 necessari); il terzo: la formula è decisamente piaciuta agli associati”.

Per quanto riguarda le prossime scadenze, la Presidente ne indica due: “L’Assemblea annuale, per l’approvazione del Bilancio 2016, è stata convocata per mercoledì 21 giugno nella Sala Conferenze dell’Università di Bergamo al Chiostro di Sant’Agostino, in Città Alta. Un seminario sul tema ‘Industry 4.0’, invece, sarà invece in agenda per ottobre”.

 

 


Il “mercato” del falso continua a crescere. Abbigliamento e accessori tra i prodotti più contraffatti

 

Guardia di Finanza - abbigliamento contraffattoIl mercato del falso in Italia vale 6,9 miliardi di euro ed è in crescita del 4,4% rispetto al 2012. Lo rileva una ricerca del Censis realizzata per il Mise, che indica come produrre e commercializzare gli stessi prodotti nei circuiti dell’economia legale comporterebbe 100.000 unità di lavoro in più. Senza la contraffazione, inoltre, la produzione interna registrerebbe un incremento di 18,6 miliardi, con un valore aggiunto di 6,7 miliardi. L’emersione della contraffazione significherebbe anche un aumento del gettito fiscale, tra imposte dirette (su impresa e lavoro) e indirette (Iva), perché oggi il mercato del falso sottrae all’erario 1,7 miliardi di euro. Se si considerano anche le imposte che deriverebbero dalla produzione attivata in altri settori dell’economia, il gettito fiscale complessivo aumenterebbe a 5,7 miliardi di euro, pari al 2,3% del totale delle entrate dello Stato per le stesse categorie di imposte. Ai primi posti tra i prodotti contraffatti abbigliamento e accessori, per un valore stimato di 2,2 miliardi (il 32% del totale). Sono falsificati soprattutto giubbotti, capi sportivi e, tra gli accessori, borse e portafogli. Segue il settore degli audiovisivi, con un valore pari a quasi 2 miliardi (il 28,5% del totale).

Vengono contraffatti anche i prodotti alimentari, per un valore di 1 miliardo di euro, pari al 14,8% del totale. Tra i prodotti in crescita negli ultimi tempi ci sono gli apparecchi e i materiali elettrici, soprattutto cellulari e componenti, con un valore di 732 milioni di euro (il 10,6% del totale). Un altro settore in crescita è quello degli orologi e dei gioielli, che si distingue per la contraffazione di prodotti di alta gamma e che nel mercato del falso vale oggi 402 milioni di euro (il 5,8% del totale). Segue il settore del materiale informatico, costituito soprattutto da componenti hardware per computer, tablet, schede di memoria, chiavette Usb, per un valore di 282 milioni di euro (4,1% del totale). Nel 2016 in Italia Guardia di Finanza e Agenzia delle Dogane hanno effettuato 14.768 sequestri, intercettando 26 milioni di articoli falsi. Tra le province italiane al primo posto si trova Napoli, con oltre 6 milioni di pezzi sequestrati, pari al 24% del totale. Segue Roma, con circa 4 milioni di pezzi (15,2%), e Catania, con 2,6 milioni di prodotti fake (10%). Rispetto al 2015 le confische diminuiscono del 6,6%, ma soprattutto si riduce la dimensione media dei carichi. E’ l’effetto di una tecnica ben precisa per sfuggire ai controlli: ridurre i carichi, mischiare gli articoli falsi con gli originali, utilizzare i corrieri online per piccole spedizioni di merce. Ma anche separare il prodotto dai segni distintivi, in modo da far passare alle dogane un prodotto neutro, e per questo meno esposto a controlli, e di far viaggiare separatamente le etichettature o i confezionamenti.

 


La Camera di Commercio lancia AQI, da cittadino a socio di start up innovative in due ore

È stato presentato nei giorni scorsi il nuovo servizio AQI (Assistenza Qualificata Imprese) che apre la possibilità di una procedura semplificata presso la Camera di Commercio per la costituzione di start up innovative. Attraverso l’utilizzo di un modello standard tipizzato per la redazione dello statuto, si offre un’alternativa meno costosa rispetto all’atto pubblico. Il servizio, attivo dal 25 maggio 2017, ha già visto la costituzione di cinque startup innovative in forma di srl. Il Punto Nuova Impresa è coinvolto nelle fasi propedeutiche. In seguito l’AQI verifica i requisiti per la costituzione dell’impresa, compresi quelli della normativa antiriciclaggio, e convoca i soci per la stipula dell’atto costitutivo. In questa sede i funzionari camerali effettuano l’autenticazione di firma, la registrazione dell’atto e la trasmissione della pratica al Registro Imprese, che iscrive la posizione nella sezione ordinaria e nella sezione speciale delle startup innovative, consentendo l’immediata operatività della società.

I soggetti interessati a costituire una startup innovativa in forma di srl possono richiedere per posta elettronica un appuntamento al Punto Nuova Impresa. Il Pni illustra all’aspirante imprenditore quali documenti sono necessari per la costituzione, lo supporta nella stesura e nel controllo dei documenti e carica la documentazione sulla piattaforma dedicata. Si passa in seguito alla seconda fase che prevede il coinvolgimento dell’ufficio AQI Assistenza Qualificata Imprese. L’AQI, istituito in Camera di Commercio, verifica i requisiti per la costituzione dell’impresa, compresi quelli previsti dalla normativa antiriciclaggio e convoca i soci per la stipula dell’atto costitutivo e dello statuto. In sede di stipula l’ufficio AQI procede all’autenticazione di firma, alla registrazione dell’atto e alla trasmissione della pratica all’ufficio del Registro Imprese, che effettua l’iscrizione nella sezione ordinaria e nella sezione speciale delle startup innovative, consentendo l’immediata operatività della società stessa. Il sistema camerale ha realizzato tramite Infocamere l’applicazione web Atti Startup per la predisposizione guidata di atto costitutivo e statuto, mentre informazioni relative alle startup innovative sono disponibili sul portale su startup.registroimprese.it.

Punto Nuova Impresa c/o Bergamo Sviluppo

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