Bergamo, alla Domus il ristorante é didattico

02 TASTEL’Istituto alberghiero iSchool varca i confini scolastici di via Ghislandi 57, a Bergamo, e approda negli spazi della Domus Bergamo, in piazza Dante con una mission speciale: «Taste, a School Restaurant Experience», il ristorante didattico gestito, dal 6 aprile per un anno, direttamente dagli studenti. A confrontarsi con il nuovo progetto sono gli allievi delle classi seconda, terza, quarta e quinta dell’Istituto Professionale Alberghiero che si alterneranno elaborando piatti della tradizione con il chiaro scopo di concorrere al riconoscimento della Lombardia Orientale come Regione Europea della Gastronomia 2017. I ragazzi possono così mettere alla prova le competenze apprese nel corso di studi in iSchool e confrontarsi con una vera cucina e con veri commensali. Il tutto, contribuendo alla valorizzazione turistica locale in chiave enogastronomica.

01 TASTE«Il ristorante didattico è un’esperienza unica per i nostri studenti: un’occasione di formazione a diretto contatto con il mondo del lavoro. Attraverso la simulazione d’impresa, accresceremo le loro competenze e li metteremo faccia a faccia con l’operatività di un vero ristorante. Non solo, non saremo concorrenziali rispetto ai ristoratori del territorio, ma con loro lavoreremo in tandem, promuovendo le eccellenze locali e distinguendoci per un servizio dal carattere esclusivamente didattico, con una qualificata formazione professionale, e per la temporaneità della nostra proposta» – dichiara Valentina Fibbi, titolare con Francesco Malcangi di iSchool. Tutte attività che saranno coordinate dai docenti tecnico-pratici, mentre i ragazzi forniranno a ogni commensale una dettagliata illustrazione del menù, dei prodotti che lo compongono e delle tecniche di preparazione dei piatti che saranno degustati, sempre stagionali e non concorrenziali a Slow Food, promossi presso Domus in collaborazione con Mercato della Terra di Slow food e valorizzando la cantina ERG – Regione Gastronomica Europea. In collaborazione con altri esercenti e commercianti della città, inoltre, verranno organizzate iniziative a tema, che prevedranno anche il coinvolgimento dei più piccoli.

Non solo: il ristorante didattico, attraverso Domus Bergamo Off, consentirà agli studenti di conoscere e visitare i produttori con cui Domus crea una relazione preferenziale e nel periodo estivo potranno implementare l’esperienza attraverso l’Alternanza Scuola Lavoro. Progetto che concorrerà alla formazione professionale dei giovani che dall’impegno in Domus trarranno importanti feedback: alla clientela, infatti, in un punto all’interno dell’esercizio, sarà chiesto di esprimere il proprio giudizio corredato da eventuali suggerimenti. «Da sempre siamo convinti che la formazione lavorativa sia un privilegio e un’opportunità di apprendimento per i nostri studenti. Così, oltre a metterli in condizioni operative ottimali, li avviciniamo a un contesto in cui preparazione, risultati, tempo e attività caratterizzano sinergicamente la buona riuscita del servizio. Per questo abbiamo deciso di presentare loro questa sfida: in Domus, potranno mettere a frutto le competenze maturate nell’ambito di eventi istituzionali e di piazza, quali ad esempio I Maestri del Paesaggio o la Settimana dell’Energia o gli eventi al Museo delle Scienze Naturali Caffi stimolando ancora di più la loro fantasia e la loro professionalità. Siamo convinti che questa sarà per loro una grande occasione di crescita e che così facendo potremo contribuire sempre più alla creazione di un centro cittadino vivo, fucina di eccellenze e di creatività» – ha concluso Fibbi. Taste conta 35 coperti per il servizio in sala ed è aperto per tutto il periodo estivo, dal martedì al sabato, accessibile su prenotazione attraverso il sito dedicato www.taste.ischool.bg.it sull’app dove saranno sempre consultabili aggiornamenti di menù, preparazioni e disponibilità, o direttamente c/o Taste. Non solo, in loco sarà attiva una promozione temporary di prodotti degli esercenti locali, preparati con la collaborazione di stagisti iSchool. Il servizio sarà attivo dal martedì al venerdì, dalle 12:30 alle 14 e il meuù settimanale, a 12 euro, sarà compostoda un1 antipasto a buffet servito a vista, da un primo o un secondo (a settimane alterne) con piatto ERG della settimana alternativo al main course, un dolce a buffet servito a vista e un bicchiere di vino

 


È di Trescore il miglior gelato alla frutta

È “Lo Chef del Gelato” di Trescore Balneario ad aver dato la migliore interpretazione dei gusti frutta, tema del quarto concorso di Gelateria artigianale promosso dai Gelatieri bergamaschi aderenti all’Ascom.

L’accostamento tra i gusti lampone al basilico di Riviera e banana allo zenzero con sfoglie di cioccolato fondente del Vietnam di Vito Giammello ha conquistato la giura, che ieri all’istituto alberghiero Serafino Riva di Sarnico ha valutato le creazioni delle 19 gelaterie bergamasche in gara e delle quattro squadre di allievi delle scuole alberghiere.

Il secondo posto è andato alla gelateria L’Oasi di Villongo di Giuseppe Mologni, che ha proposto “Mediterraneo”, ossia mandorla di Puglia aromatizzata agli agrumi di Sicilia e mirto di Sardegna con olio extravergine di Sicilia, mentre in terza posizione si è classificata La Voglia Matta di Zanica, di Daniel Rossi, con “Fusion benessere”, che ha abbinato due emblemi dell’alimentazione salutistica come le bacche di Açai e di Goji al gelato al pesto di pistacchio di Sicilia salato. Nella competizione riservata alle scuole alberghiere la vittoria è andata all’Ipssar di San Pellegrino con gli allievi Cassis, Bielli, Roncelli, Chiofano e Macetti che hanno presentato il gelato alle mandorle Garibaldine, valorizzando una varietà del frutto. In gara anche i “padroni di casa” del Serafino Riva, l’Ipssar Sonzogni di Nembro e il Cfp di Clusone.

La giuria era composta dal Maestro Pierpaolo Magni, fondatore della Coppa del Mondo della Gelateria, in veste di presidente, dagli chef Petronilla Frosio (ristorante Posta di Sant’Omobono), Roberto Proto (Il Saraceno di Cavernago), Alessia Mazzola (Al Gigianca di Bergamo) e dalla giornalista Emanuela Balestrino. I lavori sono stati coordinati da Luciana Poliotti, giornalista e studiosa di storia del gelato artigianale e della gastronomia.

Non nasconde la soddisfazione per il successo il vincitore Vito Giammello, 53 anni, che solo un anno fa ha aperto a Trescore la sua gelateria, nuovo sbocco professionale dopo una carriera nella ristorazione, come racconta l’insegna “Lo Chef del Gelato”. «Banane e lampone? No l’ispirazione non me l’ha data la canzone di Morandi – dice sorridendo – quanto l’abbinamento dei colori, che era uno dei parametri del giudizio. Il resto lo ha fatto il gusto, coltivato in tanti anni al lavoro in cucina. Sono un neofita del settore, ho ancora tanto da imparare – ammette -, e la vittoria mi dà fiducia per continuare su questa nuova strada che ho scelto di intraprendere perché mi dava la possibilità di sviluppare un’iniziativa in proprio. Gelato e gastronomia, del resto, sembrano sempre più spesso destinati a dialogare tra loro e io intendo propormi proprio come punto di incontro».

Giammello ha anche vinto la classifica dedicata al gusto, L’Oasi di Villongo quella dell’aspetto visivo, mentre per l’originalità è stata premiata La Crem di Vertova di Marcello Gusmini, che ha utilizzato pera, ricotta al cioccolato e mostarda cremonese. «Il concorso – commenta il presidente dei Gelatieri bergamaschi Ascom, Massimo Bosio – rappresenta un’occasione prima di tutto per incontrarsi tra colleghi, scambiare idee e informazioni, anche grazie al momento conviviale della cena di gala. Ma è pure uno stimolo importante per mettersi in gioco professionalmente. Ci partecipa, in fondo, vuole fare bene e così sperimenta, crea, approfondisce, ha l’occasione di uscire dalla visione strettamente commerciale del prodotto. Magari i gusti che abbiamo assaggiato non entreranno nelle vetrine dei punti vendita, ma sono comunque cose nuove e interessanti che fanno crescere il settore. La presenza di tre chef in giuria – evidenzia – ha spinto i concorrenti a pensare a qualcosa che possa finire anche in un piatto anziché sul cono ed è un’opportunità in più per le gelaterie, che spesso forniscono anche i ristoranti».


Sarnico, basta una telefonata per fare la spesa in tre negozi

Se il futuro del commercio tradizionale è nelle iniziative di rete, Sarnico può fare scuola. I negozianti di via Lantieri, in Contrada, sono scesi in campo con un servizio originale, pensato per le famiglie che hanno poco tempo e in generale per i clienti anziani o malati che hanno difficoltà a spostarsi.

Giovanni Viviani e Franco Pedrocchi del negozio di frutta Dicottedicrude, Gianfranco Ghisalberti della omonima panetteria e Tommaso Giacomini della Antica Salumeria della Contrada hanno creato un utile sodalizio e lanciato la spesa e consegna a domicilio congiunta.

La formula è questa: basta telefonare ad uno dei tre negozi per fare la spesa in tutti e tre e ricevere i prodotti ordinati a casa, in un’unica consegna: dal pane alla pizza, ai dolci, dall’ortofrutta ai succhi espressi, fino a salumi, formaggi e prodotti di gastronomia. Il servizio è promosso dal lunedì al venerdì, al costo di un euro. «L’idea è nata dalla richiesta di alcuni nostri clienti – spiega Giovanni Viviani -. Ci chiedevano il favore di unire alla spesa di frutta e verdura qualche panino, oppure dell’affettato. Allora ci siamo trovati e abbiamo pensato di farne un servizio per i nostri clienti. Abbiamo comprato una bicicletta elettrica per fare le consegne e siamo partiti». «L’idea era di ampliare la gamma e la clientela – dice –. Certo non possiamo competere con la grande distribuzione, è un servizio pensato soprattutto per la spesa quotidiana, ma ha il vantaggio di dare freschezza e qualità».

«Ognuno di noi, a titolo di cortesia, lo faceva già – ricorda Tommaso Giacomini -. I nostri negozi sono tutti qui, in 20 metri, e questo ha dato l’input all’iniziativa. Ci è sembrata un’idea carina, diversa dal solito e i clienti sono stati contenti». «L’unione fa la forza – sottolinea Gianfranco Ghisalberti – abbiamo puntato alla minima spesa per la massima resa: il costo è stato molto limitato (la spesa delle locandine per far conoscere il servizio e la bicicletta) e l’iniziativa è apprezzata, anche se nella nostra zona c’è una esasperazione della grande distribuzione e tanti vanno a fare la spesa nei centri commerciali. È un aiuto che si fa alle persone più in difficoltà per orari o per motivi di salute. Il negozio di vicinato ha questa caratteristica. Quando vai a portare la spesa ti riconoscono dalla voce e sono tranquilli. È il sociale che conta per noi piccoli negozi di vicinato. Abbiamo questa funzione».


“Fai un salto”: è il bufo bufo il marchio turistico di inValcavallina

inValcavallina marchioIl Comitato turistico inValcavallina ha fatto un salto. Anzi due. Fondato il 12 dicembre scorso per volontà dei 18 comuni della Valle Cavallina con la partecipazione di una cinquantina di soci privati, il Comitato si è dotato di una veste grafica, un logo territoriale, un segno distintivo che, in modo semplice e con tratto essenziale, rappresenta in sintesi la valle. Il tratto scelto si riferisce al simpatico rospo bufo-bufo, che in primavera dà vita a un raro fenomeno naturalistico. Dalle colline della Valle Cavallina, infatti, scendono migliaia di anfibi che vanno a deporre le loro uova in riva al lago per poi tornarsene nei luoghi di provenienza. Il bufo-bufo è stato disegnato e dipinto con tratti moderni dallo studio grafico Lino Olmo di Onore, vincitore tra i partecipanti al concorso lanciato sul territorio dal Comitato. “Fai un salto”, recita lo slogan che accompagna il logo, per invitare i turisti a venire in Valle Cavallina a scoprire le tante bellezze che ha da offrire, già a partire dal lago di Endine. Il Comitato si è dotato di una struttura di lavoro che abbracci i diversi ambiti del turismo, creando tavoli ad hoc con persone di relativa competenza. Così è già operativo il tavolo di Arte e Cultura (ArC), che sta mappando i siti di interesse culturale; seguito dal tavolo degli operatori turistici, che vede coinvolti ristoratori, albergatori, conduttori di B&B, produttori di vini e prodotti tipici. A breve partirà anche un lavoro sull’aspetto prettamente naturalistico. La mole di dati che verranno raccolti dai gruppi di studio presto prenderà forma in un portale ora in fase Beta, che si sta predisponendo per il lancio definitivo e operativo e che potrà gestire anche il servizio booking. L’operatività delle news e degli eventi proposti sul territorio dai vari enti, agenzie culturali o associazioni, è già social attraverso la pagina Facebook, che viene aggiornata più volte al giorno. Nel frattempo il Comitato ha dovuto superare alcuni ostacoli di tipo burocratico che potranno portare alla  riformulazione di una cartellonistica turistica di pregio e alla integrazione di fondi, acquisiti da alcuni bandi regionali e provinciali. Ora si attendono indicazioni attuative (non ancora espresse) rispetto alla nuova legge del turismo approvata l’ottobre scorso dalla Regione Lombardia.

Il presidente Andrea Vanini, già assessore alla Cultura del Comune di Trescore Balneario, si dice soddisfatto del lavoro sin qui compiuto e sottolinea che “il marchio turistico è stato il primo obiettivo che ci siamo posti, siamo contenti del risultato: la Val Cavallina è da sempre considerata una valle di passaggio, fugace, temporanea, ma questa soluzione ci permette di usare questa cosa a vantaggio del territorio”. Molte le risorse già recuperate dal comitato turistico “a dimostrazione che lavorare in rete permette di reperire più facilmente le risorse – bandi e finanziamenti”. Molto c’è ancora da fare. “Ci sono molte aspettative sul lavoro del comitato, che vogliamo mantenere. Ma il percorso è lungo: la promozione del territorio passa anche attraverso un diverso approccio culturale al turismo, al turista, e al senso di appartenenza territoriale. In questo dobbiamo essere pazienti, non ci sono scorciatoie che possiamo prendere, ma fare tutto il sentiero.”


Risparmi per 2 milioni grazie alle idee dei dipendenti

Nei mesi scorsi il Comune di Bergamo ha organizzato, così come prevede la legge, una sorta di “concorso di idee” rivolto al proprio interno: un’iniziativa atta a migliorare e snellire la macchina amministrativa e i servizi stessi che vengono erogati dal Comune. Hanno risposto 259 dipendenti (quasi il 30% del totale), con ben 146 progetti che sono stati inviati direttamente all’Organismo Indipendente di Valutazione per il vaglio finale. Insomma, i dipendenti del Comune di Bergamo hanno inviato i propri suggerimenti per migliorare tantissime cose sugli argomenti più disparati: alcune di queste proposte sono state ritenute inammissibili, ma molte di queste hanno trovato riscontro positivo e già nelle prossime settimane si decideranno i gruppo di lavoro per la loro attuazione. Si va dalla raccolta dell’acqua piovana per irrigare le piante nei periodi di siccità nei quali è vietato l’uso dell’acqua potabile, all’utilizzo di un microchip che possa indicare immediatamente i dati dei padroni dei cani che vengono ritrovati per le strade cittadine (evitando così di portare gli animali al canile), dal prolungamento della validità della Senior e della Family Card (che già quest’anno avranno durata biennale, ma che in futuro potranno durare anche di più) alla sostituzione con i LED dell’attuale illuminazione all’interno dei musei civici: tutti progetti in grado di generare risparmi o maggiori entrate per il Comune. “Prevediamo – spiega il vicesindaco del Comune di Bergamo Sergio Gandi – che si generino risparmi per circa 600mila euro all’anno per i prossimi tre anni, con un risparmio complessivo per le casse pubbliche di circa 2 milioni di euro entro il 2018. Il risparmio, disponibile a risultati raggiunti e certificati, andrà per il 50% a beneficio dei servizi del Comune di Bergamo, mentre la restante parte sarà accantonata per i dipendenti: il 20% nel fondo dal quale si pescano annualmente gli incentivi ai lavoratori, il restante 80% a favore proprio degli estensori delle proposte

Qui tutte le informazioni sull’iniziativa del Comune di Bergamo


La costoletta alla milanese, tra vitelli e bufale

I temi del cibo e della sua storia paiono fornire un impareggiabile campo di tiro per la proverbiale propensione milanese a spararla grossa. Se ne ha evidenza sin dal XIII secolo, quando Bonvesin de la Riva, sbandierando l’opulenza dei consumi alimentari della metropoli lombarda, enumerava la bellezza di 300 forni del pane, 440 botteghe di beccaio ed oltre mille bottiglierie.

Combinazione vuole che in quegli anni a Parigi, le cui mura fornivano asilo ad una popolazione più che doppia di quella residente in riva ai navigli, fosse documentata la presenza di soli 62 panettieri, 42 macellai e 130 osti. Trascorrono poco più di due secoli, ed il repertorio delle frottole gastronomiche meneghine si rimpingua ulteriormente grazie all’eccentrica penna di Ortensio Lando. A quella che è a buon titolo considerata la capostipite delle guide enogastronomiche del Bel Paese, l’eclettico poligrafo allega invero uno scherzoso catalogo de gli inventori delle cose che si mangiano e beveno i cui nomi – superfluo precisarlo – sono dal primo all’ultimo inventati di sana pianta.

Ma le iperboli di Bonvesin e le fantasiose congetture del Lando quasi svaniscono dinnanzi all’alluvione di fanfaluche che negli ultimi 50 anni ha inondato la discussione sulle origini della costoletta alla milanese, e che ancor oggi stenta a rientrare negli argini. Il tema, va riconosciuto, è piuttosto delicato. La pietanza è stata infatti elevata ad emblema culinario del nostro Risorgimento e la questione della sua paternità è divenuta un punto d’orgoglio nazionale. Su un fronte si schiera chi poco patriotticamente insinua che si tratti di un imprestito austriaco, dato che a Vienna si cucina una scaloppa impanata alla quale, checché se ne dica, la vivanda meneghina somiglia parecchio. Dall’altro lato della barricata v’è invece chi ritiene che tali illazioni vadano controbattute con ogni mezzo, senza lesinare il ricorso a colpi bassi.

La sarabanda delle mistificazioni ha inizio nel 1963, anno in cui Felice Cunsolo – pubblicista siciliano autoelettosi paladino della gastronomia padana – dà alle stampe un volumetto celebrativo della tradizione culinaria lombarda. Nel testo si fa menzione di un fantomatico rapporto da Milano del Feldmaresciallo Radetzky a beneficio di tale conte Attems, qualificato come attendente del Kaiser Francesco Giuseppe. Nella relazione, apparentemente conservata all’Archivio di Stato di Vienna, si “informava l’imperial governo che i milanesi sapevano cucinare qualcosa di veramente straordinario, la costoletta di vitello intinta nell’uovo, impanata e fritta nel burro”. Peccato che nella capitale austriaca non vi sia traccia della missiva, ed ancor meno si abbia evidenza di alcun Attems che all’epoca figurasse tra i ruoli di vertice dell’esercito asburgico. D’altronde parrebbe quantomeno singolare che il serioso governatore militare del Lombardo-Veneto osasse addentrarsi in frivole digressioni gastronomiche nel relazionare il proprio quartier generale da uno dei punti più caldi dell’Impero.

Ancorché fabbricata ad arte, la storiella di Radetzky suona comunque apparentemente credibile: il Feldmaresciallo, buona forchetta ed impenitente donnaiolo, non manca di suscitare sottaciute simpatie anche tra gli avversari. Ci casca il Comune di Milano, che presta credito alla bubbola inserendola nella delibera di attribuzione della DE.CO alla ricetta. La bevono persino gli austriaci, i quali, facendo sfoggio di afflato cosmopolita, paiono finanche onorati di attribuire ascendenze d’oltreconfine alla loro schnitzel.

Dalla frottola si lascia abbindolare anche Gianni Brera, ben lieto di poter fare da grancassa alle rivendicazioni milanesi. Non pago, l’ineffabile elzevirista, a propria volta tutt’altro che schivo della boutade, rincara la dose millantando la testimonianza nientemeno che di Stendhal. Secondo Brera il grande scrittore francese, nel resoconto di una scampagnata effettuata nel 1818, avrebbe infatti encomiato la succulenza della fettina impanata degustata nell’agro a nord di Milano. Ma in realtà negli appunti brianzoli di Henri Beyle, tra scurrili allusioni alla facilità di costumi delle donne locali e didascaliche divagazioni sull’architettura delle dimore patrizie, della pietanza non v’è neppure l’ombra.

Screditata proditoriamente la comunque dubbia lectio della paternità asburgica, il fronte nazionale della costoletta deve quindi misurarsi con la ben più problematica assegnazione di un passato remoto alla vivanda. Vi si cimenta tale Romano Bracalini, che tra le pieghe dell’autorevole Storia di Milano di Pietro Verri scova un pranzo monastico del 1148 nel corso del quale furono serviti dei lombulos cum panitio. Ancorché intaccato dalla corruzione maccheronizzante del basso medioevo, è comune consenso che il latinorum dell’inciso ponga la parola fine al dibattito sulle origini. Ma, ancora una volta, le cose non stanno esattamente così.

Se invero sussistono pochi dubbi a riguardo della lombata cui allude il testo – ed ancor meno sulla sua cottura allo spiedo in un unico trancio – la decifrazione di panitio è altresì un rompicapo cui non riesce a fornire una soluzione definitiva neppure lo stesso Verri. L’eminente storico propone diverse glosse: una piuttosto improbabile polentina di panìco – o delle pagnottelle di fior di farina – da accompagnarsi al piatto, o ancora del pangrattato con cui, come illustrato da Martino da Como nel Quattrocento, si spolverizzavano gli arrosti sul finire della cottura. Certo è che, tra le diverse alternative, occorre far esercizio di assai fervida immaginazione anche solo per approssimarsi alla fattispecie di una braciola dorata nel burro.

Sgombrato il campo da forzature ed aperte falsificazioni, viene dunque da interrogarsi su quali siano le effettive radici della vivanda. La più accreditata tra le ricostruzioni provviste di serio fondamento storiografico è quella elaborata da Massimo Alberini, che menziona un celebre trattato del francese Menon – La Science du Maître d’Hôtel cuisinier, pubblicato nel 1749 – nel quale è racchiusa la ricetta delle cotelettes de veau frites. Da Parigi la piccata di vitello impanata sarebbe quindi giunta a Milano sotto il nome di cotoletta rivoluzione francese.

Il colpo è di quelli che manderebbero al tappeto l’orgoglio gastronomico di un intero paese. Ma il fronte nazionale della costoletta può tirare un sospiro di sollievo: sussiste invero solida evidenza che la tecnica dell’impanatura delle carni sia di irrefutabili origini italiane. La sua prima codificazione è infatti riportata nella cinquecentesca Opera di Bartolomeo Scappi, che la propone per la preparazione di alcune frattaglie bovine. Alcuni decenni più tardi è il magistrato bolognese Vincenzo Tanara ne L’economia del cittadino in villa a ribadirne l’utilizzo per l’accomodamento di rigaglie ed altri tagli.

Tutt’altro che occasionalmente, entrambe le segnalazioni paiono convergere sulla città di San Petronio: se il Tanara spese l’intera esistenza all’ombra delle due torri, anche lo Scappi, prima della sua nomina a cuciniere pontificio, prestò a lungo servizio nel capoluogo emiliano alle dipendenze del Cardinal Campeggio. E combinazione vuole che Bologna sia parimenti patria di una rinomata scaloppa impanata, ancor oggi fritta nello strutto così come raccomandato cinque secoli fa dal cuoco secreto di Pio V. Scampato quindi il pericolo di un’indigesta affiliazione parigina, con ogni verosimiglianza la costoletta alla milanese deve comunque rassegnarsi a veder consegnato in mani forestiere – ancorché non straniere – il proprio titolo di primogenitura.


Idea, in fiera quattro giorni nel futuro del mobile

Idea mobileCome sarà il mobile del futuro? Come cambierà in funzione di quanto sta accadendo in un mercato sempre più esigente? E come si riuscirà a conciliare la sua crescente domanda con la protezione dell’ambiente? A Idea Fiera (dal 12 al 15 aprile, a Bergamo Fiera) le risposte a questa e altre domande in una sorta di “dietro le quinte” della filiera del mobile, grazie un format fieristico di tipo attivo: nato per dare un contributo progettuale al futuro del comparto del mobile. La formula intende infatti promuovere il confronto collaborativo fra i grandi produttori di macchine per la lavorazione del legno, i fornitori di componenti e i designer: tutti fortemente stimolati dalle grandi opportunità presentate dalla innovazione tecnologica, la crescente domanda di sostenibilità e le positive previsioni del mercato internazionale. A Idea si potrà entrare nel vivo dei processi di creazione del mobile per meglio orientare i propri progetti e piani per il futuro. Questo grazie anche al ricco programma di convegni, continuamente aggiornato sul sito www.ideafiera.it.

Fra i grandi nomi che porteranno al pubblico degli addetti ai lavori stimoli e novità di interesse per l’uditorio, c’è Ikea che interverrà venerdì 15 aprile, alle 11, in sala Caravaggio, parlando, nel primo dei due interventi in programma, di More from Less: light weight board materials (Di più con meno: i pannelli leggeri) ovvero del futuro “leggero” del mobile e dell’arredamento. Molto atteso anche l’intervento di SCM Group Furniture on Demand: close to the Customer (Mobili on demand, vicini al cliente) e quello del Centro Studi Industria Leggera di Milano (CSIL) che illustrerà le previsioni del mercato internazionale per l’anno in corso e il 2017. Un mobile “leggero”, ad emissioni quasi zero, rifinito seguendo i principi della sostenibilità; assemblato in modo facile, senza l’utilizzo di colle, con uso di ultrasuoni e parti stampate in 3D: gestito da software rivoluzionari capaci di allineare efficacemente tutti i processi di lavorazione grazie all’Industry 4.0. Sarà un concentrato di tecnologia nel rispetto dell’ambiente il mobile del futuro.


Non solo Christo. Il Sebino sarà il primo grande lago collegato da bici elettriche

CONVEGNO 02.04.2016

I social media sono lo strumento strategico per valorizzare e lanciare il turismo in rete. È questo, in sintesi, il messaggio lanciato alla platea gremita dell’Accademia Tadini di Lovere sabato mattina nel corso del convegno nazionale “Il marketing turistico e i social media”. L’incontro, organizzato dal Comune di Lovere in collaborazione con il Club de “I Borghi più belli d’Italia”, rientra nella serie di incontri promossi dal Club in diverse parti d’Italia e rivolti alle amministrazioni locali che ne fanno parte, con lo scopo di realizzare una promozione permanente online dove ciascuno promuove se stesso promuovendo tutta la rete. Fiorello Primi, presidente dell’associazione de “I Borghi più belli d’Italia” ha sottolineato come i social media siano un elemento essenziale della promo-valorizzazione della rete e ha indicato come L’Italia dei Borghi, così poco conosciuta ma così affascinante, rappresenti uno degli elementi più importanti per lo sviluppo del turismo in Italia negli anni a venire. 

Per Danilo Maiocchi, direttore generale dell’Assessorato allo Sviluppo Economico di Regione Lombardia, i social, e più in generale la rete, non solo hanno reso globale la competizione per intercettare il flusso crescente di viaggiatori, ma sono stati al contempo causa ed effetto dell’affermazione di un pubblico di utenti sempre più frammentato ed esigente. «Da questa consapevolezza – ha spiegato – è nata la grande spinta che l’assessore regionale allo Sviluppo Economico Mauro Parolini ha voluto imprimere, attraverso l’azione strategica della nostra DMO Explora, nel ripensamento radicale della presenza digitale e della promozione della Lombardia come destinazione turistica. E i primi risultati sono già molto soddisfacenti: il nuovo brand “inLombardia”, nato proprio con l’obiettivo di creare un marchio inclusivo, immediato, ottimale per le strategie web, lo scorso mese si è infatti posizionato nella Top ten della “Top Twitter Campaigns” di BlogMeter, l’osservatorio che ogni mese svela le campagne hashtag più twittate».

Giovanni Guizzetti sindaco di Lovere e coordinatore del G16 (l’aggregazione territoriale dei sedici comuni rivieraschi del lago d’Iseo), dopo aver ripercorso l’esperienza di Lovere come Borgo più bello d’Italia, ha ricordato come il bando dei Distretti dell’attrattività e il costante colloquio mantenuto con l’Assessore regionale al Commercio e Turismo Mauro Parolini, le Province di Bergamo e Brescia ed i relativi Consiglieri delegati al turismo Gori e Raineri riguardo l’esperienza del “G16” abbia permesso di costruire con la Regione un accordo di programma nell’ambito di un progetto di eccellenza per la valorizzazione turistica dei grandi laghi lombardi. L’accordo, sottoscritto lo scorso mese di gennaio e finanziato con un contributo di € 300.000, prevede la realizzazione di una serie di attività volte alla promozione e valorizzazione integrata in ambito turistico del Sebino. Fra queste: la caratterizzazione turistica del territorio mediante l’installazione di manufatti in pietra locale con informazioni turistiche ed identificative delle varie Comunità; l’acquisto di cinque e-bike per ciascuno dei sedici Comuni e l’attivazione di un servizio sperimentale di e-bike sharing che permetterà al Sebino di essere il primo, tra i grandi laghi italiani, ad essere completamente collegato da una mobilità lenta e sostenibile da offrire ai suoi visitatori; comunicazione innovativa e sistema di co-marketing IAT (blog emozionale, social wall, social network, contest fotografico su Instagram, blogtour, realizzazione brochure bilingue di promozione turistica del Sebino, implementazione portale www.balneazionelagoiseo.it); il potenziamento della rete di informazione turistica mediante l’installazione in ognuno dei sedici Comuni di touch screen con informazioni e contenuti bilingue; la definizione di percorsi di valorizzazione del patrimonio culturale del Sebino; l’attivazione dell’iniziativa “Young Artists Factory” per valorizzare il lago d’Iseo utilizzando i suoi luoghi come vetrina d’arte e creatività, aiutando i giovani artisti a farne il loro ambiente di lavoro.

Al convegno è intervenuto anche Giorgio Gori, sindaco di Bergamo e consigliere con delega al Turismo della Provincia di Bergamo, che ha illustrato l’innovativo progetto “Visit Bergamo” realizzato da Turismo Bergamo, come esempio virtuoso di promozione del territorio. Un progetto di marketing territoriale dalla straordinaria complessità e vastità e che trova nel nuovo portale e nei social network ad esso collegati non solo visibilità, ma anche la necessaria semplificazione per consentire un’esperienza fruibile e attrattiva a beneficio dell’utenza.

«L’approfondimento delle dinamiche in continua evoluzione che contraddistinguono il marketing turistico – ha rimarcato Gian Luigi Raineri, consigliere con delega al Turismo della Provincia di Brescia – è per tutti noi una preziosa opportunità da cogliere per acquisire consapevolezza delle potenzialità ancora inespresse dal bellissimo ambiente in cui viviamo. Rivolgendo un plauso agli organizzatori, sono certo che l’intelligente e professionale utilizzo dei social media, unito all’impegno congiunto delle due Province, dei Comuni rivieraschi e delle realtà territoriali, con il concreto sostegno di Regione Lombardia, consegnerà ai cittadini ed ai turisti un territorio migliore sia nelle strutture che nei servizi ed un’incisiva immagine internazionale».  

Magda Antonioli, direttrice del Master in Economia del Turismo dell’Università Bocconi, ha spiegato che le scelte strategiche in ambito turistico si giocano necessariamente su due livelli interagenti: quello aziendale e quello di destinazione. Le soluzioni per posizionarsi e rispondere alle esigenze di una domanda sempre più conscia, di nicchia e mossa da motivazioni incentrate su elementi di autenticità, su emozioni etc. impongono un uso attento e adeguato della tecnologia, partner più o meno occulto di qualsiasi azione di management. Antonioli ha sottolineato il ruolo fondamentale esercitato dalle ICT soprattutto per le “destinazioni minori”, intese nel senso di non ancora entrate nei circuiti principali del turismo, ma non di “seconda scelta”, caratterizzate da tanti attori di piccole e medie dimensioni. «Le tecnologie – ha spiegato – enfatizzano differenze, agiscono riducendo i costi ed accrescendo l’efficienza operativa, avvicinano mercati lontani e identificano nuovi canali di vendita, abbattono varie barriere, razionalizzano il processo produttivo: insomma creano nuovi modelli di business». 

Antonio Cadei, esperto di comunicazione web, ha tracciato il nuovo scenario della strategia comunicativa del Club de “I Borghi più belli d’Italia” focalizzata sullo sviluppo di contenuti qualitativi utilizzando i social network e la metodologia dell’“Inbound marketing”. «È fondamentale – ha rimarcato Cadei – che la comunicazione dell’offerta turistica “prodotto Borghi” sia al passo coi tempi e la presenza digitale del brand sia autorevole e significativa per portare vantaggio alle realtà imprenditoriali e ai comuni aderenti».

«Borghi Italia Tour Network – ha spiegato il direttore commerciale Rosa Maria Musco – ha trasformato il progetto culturale dei “Borghi più belli d’Italia” in un importante prodotto turistico per i mercati internazionali, unitario, fortemente integrato e flessibile. Il prodotto è “esperienza” turistica e BITN promuove l’Italia attraverso itinerari regionali e interregionali fortemente esperienziali. Esperienze consapevoli al di fuori delle rotte più battute, nel rispetto dell’ambiente, dei luoghi e delle tradizioni. Una visione d’insieme del nostro Paese, con le sue bellezze e lo straordinario patrimonio delle sue diversità. Itinerari, laddove la fruizione della bellezza in tutte le sue declinazioni è la motivazione e la destinazione ne è la diretta conseguenza».

Rocco Corsetti, presidente del Consorzio “Ecce Italia”, ha evidenziato come il rinnovato progetto di collaborazione con “Eataly Roma” abbia visto, per il 2016, un incremento significativo di visibilità per le aziende di eccellenza associate e per l’intera rete de “I Borghi più belli d’Italia”. In un’area interamente dedicata è infatti possibile non solo acquistare, ma anche degustare i prodotti tipici dei Borghi in versione street food, nonché i piatti della tradizione rivisitati dagli chef della Boscolo Etoile Academy. Il tutto in uno spazio dall’allestimento fortemente rievocativo, in cui il “prodotto Borghi” viene presentato in tutta la sua componente attrattiva.

«Oggi più che mai – ha spiegato Giorgio Kindinis, direttore generale di Explora S.C.p.A. – si parla di multicanalità, iperconnettività, digitalizzazione, reputation e recensioni, e il turismo è il settore in cui questo fenomeno è comparso per primo rivoluzionando radicalmente il modo di viaggiare, di ispirarsi, di informarsi e di prenotare. L’utente è fruitore delle informazioni ma anche protagonista e attore delle stesse. Per questo motivo la strategia di Explora, attraverso i canali di inLombardia, è quella di puntare su una comunicazione online e social costante e di qualità per accompagnare l’utente durante tutte le fasi della customer journey. Quindi canali social attivi, coinvolgenti e partecipativi che premiano l’interazione degli utenti, un portale e più siti web verticali per raccontare al meglio le esperienze che la destinazione può offrire, un’attività di coinvolgimento degli influencer della rete che si fanno ambassador della destinazione. Un esempio di questa attività è #inLombardia365, un viaggio che dura un anno e che vede blogger e instagramers alla scoperta del territorio attraverso tappe tematiche; l’iniziativa nelle prime due tappe già concluse sta portando ottimi risultati come oltre 8.000 menzioni sui social e 41 milioni di impression in rete oltre che una soddisfazione di protagonisti, territori e operatori della visibilità e della qualità di rappresentazione portata».

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Andrea Zandonai e Claudio Colosio hanno evidenziato i risultati delle prime settimane di attività del Social Media Team @visitlakeiseo: oltre alla definizione dell’hashtag ufficiale del lago d’Iseo #visitlakeiseo, sono stati aperti i profili “Visit Lake Iseo” sui social network Facebook, Twitter, Instagram, Youtube, Pinterest, Google+ e Tumblr. Molto positivi i numeri in particolar modo dei profili su Instagram e Facebook: nel primo caso sono stati superati i 5.500 follower, nel secondo i 3.000 “mi piace” e le 40.000 visualizzazioni settimanali. Grande inoltre l’interesse suscitato dal contest fotografico su Instagram #TheRomanticChoice, che vanta già la partecipazione di più di 1.000 appassionati fotografi da tutta Italia, dal social wall che raccoglie in tempo reale le migliori condivisioni degli utenti e dal blog emozionale #visitlakeiseo, una vera e propria piazza digitale dove l’utente può, per esempio, visualizzare e commentare le fotografie postate su Instagram, inviare la propria esperienza o partecipare ai concorsi che vengono proposti periodicamente. Ottimo il riscontro anche del nuovo portale turistico ufficiale del lago d’Iseo www.iseolake.info che, da alcune settimane, si presenta con una veste grafica completamente rinnovata e un’organizzazione dei contenuti più funzionale e intuitiva. Il sito, aggiornato dai tre I.A.T. del lago e dall’A.G.T. di Iseo, è totalmente compatibile con dispositivi mobili quali smartphone e tablet e presto interagirà con i totem touch screen che, nell’ambito del progetto del “G16”, saranno posizionati in tutti i sedici comuni del lago. Nel corso delle prossime settimane saranno infine organizzati blogtour, educational e photowalk con l’obiettivo di promuovere e valorizzare le tradizioni e la cultura locale, nonché le bellezze storico-artistiche e paesaggistico-ambientali del Sebino mediante il coinvolgimento di influencer del web e di giornalisti di testate di rilievo nazionale e internazionale.

«La creazione di una piattaforma universale e l’installazione di postazioni touch screen – ha annunciato Luca Fabbri della società Astra Cooperativa – permetterà l’erogazione di informazioni ufficiali in una rete capillare che conta ad oggi più di 120 Comuni tra Lombardia, Toscana, Emilia Romagna, Liguria, Piemonte e Veneto. Veri e propri uffici informazione virtuali attivi 24 ore su 24 ed aggiornati quotidianamente nei suoi contenuti. Il “G16” si unisce all’innovazione con i suoi 16 comuni e si proietta nel futuro».


Dentrofuorilemura, ecco i vincitori del concorso fotografico

Sono Alessandra Melacarne di Bergamo, con la foto notturna dalle Mura intitolata “Come d’incanto”, Klaus Dell’Orto di Montevecchia (Lc) con “Rosso tra le mura” e Giovanni Rigamonti di Costa Masnaga (Lc) con “Sentinelle luminose” i primi tre classificati al concorso fotografico “Dentrofuorilemura” organizzato dall’associazione artistica Art Haus con Terra di San Marco, InNova Bergamo, Credito Bergamasco, Aeroclub Taramelli e Comune a sostegno della candidatura Unesco delle Mura di Bergamo.

Sono stati premiati domenica 3 aprile negli spazi della porta Sant’Agostino in Città Alta insieme ad altri 25 finalisti selezionati tra i 170 concorrenti che hanno mandato una fotografia con la propria visione delle mura di Bergamo. Tutte le opere arrivate in finale compongono ora la mostra che, sempre in porta Sant’Agostino, sarà visitabile fino al 15 aprile.

Sottotitolo del contest era “Se alzi un muro, pensa a ciò che resta fuori”. Questi gli scatti esposti


Quanto ne sai di sport? Nei panifici scatta la gara

la presentazione allo stadio di Bergamo dello speciale Pane dell’Atalanta firmato dall’Aspan

 

Continua il programma di Stagioni di Pane, il progetto promosso dall’Aspan in collaborazione con l’Ascom di Bergamo, che vede coinvolti i panifici della Bergamasca in una serie di iniziative nel corso dell’anno dove il pane, alimento protagonista della quotidianità, cerca di raggiungere il consumatore in modo più intimo e personale, andando a ricercare luoghi e persone nelle loro vite contemporanee.

Dopo aver celebrato il valore del pane nella tradizione contadina a gennaio (in occasione della Festa di Sant’Antonio Abate, patrono dei panificatori), le passioni e gli innamorati a San Valentino, la creatività dei bambini a Lilliput a marzo, ora tocca allo sport.

Il 6 aprile, Giornata mondiale dello sport, i consumatori potranno infatti partecipare all’evento declinato da Stagioni di Pane, recandosi nei panifici che aderiscono all’iniziativa e compilando lo “Sportometro”, un simpatico quiz che mette alla prova la conoscenza dello sport e alla fine regala un allegro e divertente profilo delle proprie competenze. Qualche esempio? Si chiede che cos’è un “Hansoku” nel karate, di quali discipline è composto il biathlon, in quale sport si “cazza la scotta” e in quale c’è il ruolo del “pilone”.

I clienti potranno inoltre scrivere nel “Panalbo degli sportivi” che troveranno nel punto vendita, lo sport che praticano e il nome di un grande sportivo di quella disciplina, saranno inoltre invitati a partecipare al sondaggio su qual è lo sport preferito in Bergamasca compilando velocemente una locandina che sarà appesa in panificio, e scegliendo tra calcio, pallavolo, basket, nuoto, danza, sci, karate, rugby, golf, atletica, motociclismo e altro. Tutti i risultati saranno poi pubblicati e condivisi sulla Pagina Facebook “Stagioni di pane di Aspan”e per tutti i clienti sportivi che parteciperanno all’iniziativa, come sempre, è previsto un omaggio da parte del panificio aderente all’iniziativa.