Negozi, in via Tasso è emergenza chiusure. «Colpa della Ztl»

In via Tasso negli ultimi mesi hanno chiuso diverse attività e purtroppo ce ne sono di nuove pronte ad abbassare la saracinesca. Nell’area dove vige la ztl e l’occhio elettronico non perdona il minimo sgarro a suon di multe – di cui molte addebitate agli stessi commercianti senza la minima, piccola deroga – diverse attività si vedono costrette a gettare la spugna, tra canoni d’affitto rimasti alle quotazioni di tempi d’oro di cui non si avverte ahimè un ritorno nell’era plumbea dei consumi e lo scarso passaggio nella via, che pure resta tra le più belle della città.

Basta fare un solo passo oltre il varco elettronico per imbattersi in vetrine desolatamente vuote. Il laboratorio di oreficeria Giampaolo Giardina, al civico 91,  ha scelto di lasciare il negozio dove invitava con ben due vetrine a scoprire le proprie creazioni per tornare a dedicarsi esclusivamente all’attività artigianale nel suo atelier orafo, ma a Ibiza. Da qualche settimana il negozio di abbigliamento di Luana Gargantini, al civico 95, che esponeva in ben cinque vetrine abiti griffati, ha deciso di abbandonare la via e trasferire altrove la propria attività. Ha chiuso anche dall’altra parte della strada  il negozio di elettronica IStore Pineapple, al 46, specializzato nella vendita, assistenza e riparazione di dispositivi hi-tech, la classica attività di cui si ha sempre bisogno quando tablet e smartphone fanno le bizze.

Resiste ma solo per pochi mesi, fino all’estate,  come confermato dalla titolare del negozio franchising, il primo negozio monomarca del marchio Save The Queen aperto al 115 di via Tasso,  alla fine del 2014: «Ho finito oggi di dare disdette ad affitto e utenze – allarga le braccia la titolare, senza perdere però il sorriso e lo spirito positivo latino che le sue origini peruviane impongono, come tiene a ricordare -. Purtroppo manca il passaggio e la via sta morendo, come mostrano le continue ed eccellenti chiusure. E nonostante la situazione sia difficile e complicata, gli affitti sono alle stelle. Terrò aperto ancora qualche mese, credo fino ad agosto e poi, a malincuore, mi vedrò costretta a lasciare questo lavoro che amo ed un marchio che dovrebbe solo inorgoglire il made in Italy, che per noi stranieri resta un mito. Perché nessun artigiano al mondo sa disegnare e fare scarpe come quelli italiani».

Anche in Contrada Tre Passi, dove ha chiuso da poco un negozio specializzato nell’abbigliamento baby, è  amaro il bilancio tra negozi sfitti o in vendita, attività di cui si annuncia la cessione come la Piadineria e il negozio d’abbigliamento Nice &Chic che purtroppo comunica l’imminente chiusura: «I canoni d’affitto sono impossibili- spiega Laura Cerretti, che ha lavorato anni per griffe d’alta moda a Milano -. La via è bella ma sembra che si stia facendo di tutto per farla morire. Per di più le auto parcheggiano davanti alle vetrine e basta che posteggi un Suv qui davanti per annullare la mia presenza ai passanti, tanto che molti stanno scoprendo solo ora, dopo un anno e mezzo,  la mia esistenza».

Per porre sotto i riflettori l’emergenza chiusure nella via due commercianti si sono fatte carico della questione e hanno informato ieri sera, 31 marzo, il sindaco Giorgio Gori. «Non c’è passaggio nella via e alle 18 sembra scatti il coprifuoco – spiega Silvana Caglioni della storica Pasticceria Salvi -. La ztl è stata attivata senza pensare al posteggio: purtroppo gli orari del parcheggio del Pam in via Camozzi sono insufficienti. La domenica e la sera infatti è chiuso e per le nostre attività è un vero disastro.  È assurdo istituire una ztl in un piccolo tratto di strada, in attesa che si realizzi il progetto di una pedonalizzazione da piazza Pontida a piazza Santo Spirito, anche se l’amministrazione Gori si è subito attivata per rimuovere i paletti che rendevano claustrofobica la via e per migliorarla con fioriere. Non c’è però alcuna tolleranza per le operazioni di carico e scarico nemmeno per noi commercianti: purtroppo riceviamo multe non appena si sgarra l’orario, nonostante il furgone riporti l’insegna del negozio, rendendo evidente a prima vista che si tratta di un veicolo autorizzato».

L’incontro con il sindaco «ha rassicurato sull’istituzione dell’isola pedonale da Piazza Pontida a Piazza Santo Spirito, ma purtroppo non a breve- continua Stefania Caglioni-. Si parla di almeno un anno e mezzo d’attesa per il completamento della pedonalizzazione: in quest’arco di tempo rischiamo di vedere morire altri negozi. Purtroppo togliere la ztl non è possibile, ma intendiamo batterci per vedere migliorare le cose. Per ora il sindaco ci ha assicurato che sui display della ztl partirà a breve un’applicazione per indicare il parcheggio più vicino. Nel prossimo incontro invieremo una relazione al Comune su alcuni eventi che intendiamo realizzare per animare la via che, senza commercio, è bene che tutti ne abbiano la consapevolezza, rischia di morire davvero».

I commercianti della via si stanno attivando per incentivare il passeggio e lo shopping nella via: «La situazione è difficile e il rischio degrado è dietro l’angolo, tanto che ogni sera ci troviamo a ripulire fioriere e sporcizia- commentano dal Ristoro Pugliese di Via Tasso- . La via potrebbe essere davvero più bella e vissuta, ma sembra che per prendere ogni iniziativa si debbano smuovere montagne. Ogni giorno è inzuppato di burocrazia. Ad esempio, abbiamo fatto richiesta di mettere qualche tavolino sulla via per invogliare la gente ad entrare al ristorante, ma sembrava impossibile ottenere il permesso. Fortunatamente il sindaco ha mostrato disponibilità e ha invitato la via a presentare un progetto, che studieremo con il distretto del commercio». Un grande problema da affrontare è quello del parcheggio: «Per noi ristoranti è un incubo- continuano dal Ristoro Pugliese-. La sera il parcheggio di Via Camozzi chiude alle 21 e la domenica è chiuso tutto il giorno. Così per chi viene da fuori l’idea di cenare in Via Tasso diventa già complicata per la caccia ad un posteggio. Speriamo si trovi una soluzione con il gestore».

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