Ubi Banca, i fondi battono il “Listone” ma non avranno la maggioranza. Moltrasio resta presidente

La lista di minoranza dei fondi, con il 51% dei voti incassati all’assemblea di Ubi Banca, alla fiera di Bergamo, ha battuto il “Listone” presentato dal Patto tra gli azionisti storici di Bergamo, Brescia e Cuneo che ha ottenuto il 48,48% delle preferenze. Un fattore di sorpresa tra i soci, che non cambia comunque gli equilibri sulla carta. I fondi non avranno infatti la maggioranza del Consiglio di sorveglianza, ma eleggono i tre componenti presentati alla vigilia del voto (Giovanni Fiori, Paola Gannotti e Patrizia Giangualano) in qualità di rappresentanti della lista di maggioranza, mentre i primi tre rappresentanti della lista del patto (Andrea Moltrasio, Mario Cera, Armando Santus) entrano in quota nei posti riservati alla lista di minoranza. In seguito. l’assemblea ha integrato il CdS, composto da 15 componenti, con altri 9 nomi tratti dal “Listone”: si tratta di Gian Luigi Gola, Pietro Gussalli Beretta, Pierpaolo Camadini, Letizia Bellini Cavalletti, Renato Guerini, Giuseppe Lucchini, Francesca Bazoli, Sergio Pivato e Alessandra Del Boca. Solo tre, quindi, i rappresentanti espressi dal territorio bergamasco: Moltrasio, che si conferma presidente del CdS, Guerini e Santus.

Ubi bancaPrima del voto, Aldo Poli, rappresentante del Patto di sindacato azionisti di Ubi, ha auspicato che il CdS confermi Franco Polotti e Victor Massiah, rispettivamente presidente e ad del consiglio di gestione, in quanto «hanno ben guidato la banca in un periodo non facile, il che rappresenta una garanzia fondamentale per il futuro». Il presidente del CdS Moltrasio, ha invece aperto alla possibilità di un’aggregazione bancaria ma a determinate condizioni. «La cosa più importante – ha sottolineato parlando ai soci – è che si abbia chiaro che tipo di banca e di missione si vogliono realizzare. Ad ogni modo, dobbiamo avere ben presente i principi della nostra governance e il fatto che siamo una banca che vuole rimanere solida». Quanto alla banca unica a cui si sta pensando e che comporterebbe l’integrazione delle sette banche territoriali di Ubi Banca, “i risparmi fiscali e organizzativi – ha aggiunto Moltrasio – sarebbero significativi ma per ora non evidenziamo i numeri.  Il vero tema – ha aggiunto il presidente – è coniugare la necessità di una razionalizzazione con il superamento di questo modello senza rinunciare ai marchi storici, che significa anche vicinanza delle banche ai territori, alle famiglie e alle imprese. Su questo bisognerà lavorare, non c’è niente di scontato».

Nel corso dell’assemblea, la prima dopo la trasformazione dell’istituto in spa (presente il 46,85% del capitale, in rappresentanza di 3.027 soci, dei quali circa 1.500 intervenuti) il consigliere delegato Massiah ha paragonato la situazione in cui si trova la banca a quella in cui si era trovato Dick Fosbury quando, negli anni Sessanta, aveva inventato il salto con la schiena. «Di fronte alla necessità di superare un ostacolo – ha detto Massiah – c’é chi ha pensato di cambiare: assomiglia al nostro sistema oggi, dove la ripresa è faticosa, i tassi sono negativi e il peso del costo del credito problematico è elevato». Tuttavia, «la nostra solidità non è in discussione: non a caso leggiamo sui giornali ipotesi di nostri coinvolgimenti in risoluzioni di problemi di altri attori bancari ma quello che ci interessa è – afferma ancora il consigliere delegato – lavorare sulla nostra redditività, senza prendere scorciatoie pericolose: la disciplina di bilancio è fondamentale e non rinunceremo alle logiche di sostenibilità nel medio-lungo periodo che ci hanno sempre contraddistinto». Poi Massiah ha chiarito che sul piano fusioni bancarie non c’è nessun dossier aperto, precisando inoltre che una buona fusione deve avere comunque chiarezza assoluta sulla creazione di valore e sulla governance. L’ad ha quindi aggiunto che in vista della presentazione del nuovo piano industriale, entro il primo semestre dell’anno, verranno verificate “la fattibilità dei miglioramenti economici e gestionali derivanti dalla soluzione banca unica. Sperimenteremo modelli distributivi utilizzando le miglior soluzioni presenti oggi sul mercato”.

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