Tute blu, “in Lombardia si rischiano 5mila esuberi entro dicembre”

lavoro4735.jpgSono 3.361 i metalmeccanici licenziati in Lombardia dall’inizio dell’anno. Rispetto a un anno fa, il ricorso alla mobilità si è attenuato. Nello stesso periodo del 2015 sono stati infatti 4.403 i licenziamenti. Anche nel riscontro mese su mese, nel trimestre luglio/settembre gli esuberi segnano il passo, facendo registrare addirittura un dimezzamento (1.229 lavoratori licenziati).
Nella torta dei licenziamenti fanno la parte del leone i distretti industriali di Varese (145), Milano (142) e Bergamo (114 con un totale di 492 dall’inizio dell’anno). Valori leggermente più bassi a Brescia (62), Monza e Brianza (72), Como (48) e Lecco (41). Nel complesso la riduzione dei licenziamenti è quasi generalizzata.
“Mentre infuria la battaglia referendaria, dei metalmeccanici che non hanno contratto, scioperano e sono sottoposti a esuberi, si parla sempre meno. C’è il rischio concreto che entro fine anno in Lombardia si sfondi la soglia psicologica dei 5.000 licenziamenti: un’enormità se si considera l’arretramento della base economico-produttiva di questi ultimi anni e la contrazione delle produzioni” – argomenta Mirco Rota, segretario generale della FIOM Cgil Lombardia.
“Ancora una volta – aggiunge Rota – siamo di fronte a una diminuzione che maschera problemi di sistema ben radicati come dimostrano le vertenze aperte di Alstom Ferroviaria, Linkra, Belleli, giusto per fare qualche nome. La cassa integrazione e i licenziamenti diminuiscono, ma contestualmente non c’è un aumento di quegli indicatori che ci dicono che la ripresa sia stata agganciata. Senza provvedimenti eccezionali, siamo destinati ad assistere a un lento declino dei settori un tempo trainanti dell’economia lombarda, un tempo locomotiva d’Europa. Regione Lombardia deve prendere atto di questa situazione e intervenire, stimolando la crescita e tutelando i settori che oggi risentono dell’assenza di investimenti e innovazione tecnologica”.

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