Treviglio, “Inaccettabile la chiusura
del Teatro Filodrammatici”

Egregio Direttore,
Con la rappresentazione de “La leggenda di Redenta Tiria" si chiudeva sabato scorso la stagione di prosa 2012/13 del Teatro Filodrammatici della mia città, Treviglio. Mentre si smorzavano gli applausi seguiti alla magistrale interpretazione di Corrado D'Elia, e cominciavano gli "a rivederci alla prossima stagione", si dispiegava sul palcoscenico un grande telone bianco, e tra la costernazione dei presenti veniva comunicata la definitiva chiusura dei battenti dello storico Teatro agli spettacoli. Motivazione di questa decisione: "Mancano i fondi, fine dei finanziamenti: colpa della crisi". Sbigottiti restammo tutti in silenzio, poi seguirono i commenti, i "perché" e soprattutto le proteste per la fine di una manifestazione culturale di cui questa città reca vanto da oltre venticinque anni.."CRISI". Parola tragica che mi riporta lo sgomento in cui, ancora bambina, mi sentii precipitare alla
comunicazione della dichiarazione dell'ultima guerra. Forse sovrastata dalla tensione di tutta la famiglia, raccolta intorno a una radio, scoppiai in un pianto disperato.E' un paragone personale, ardito, quasi irragionevole. Allora ci aspettavano giorni di sacrifici, privazioni, tragedie. Adesso, almeno speriamo, non sarà la stessa cosa.Ma anche se dovremo rivedere il nostro tenore di vita, esasperato da un consumismo sfrenato, come privarci di un bene come la cultura, forma di civiltà di cui il teatro è parte importante fin dai tempi più antichi? E' la domanda di uno spettatore qualunque , per chiedere a chi di dovere che venga riveduta questa decisione estrema, con l'invito a ridurre, se mai, ben altri inutili sprechi. E la speranza che gli storici sostenitori del nostro Teatro Filodrammatici – a cui hanno dedicato passione e impegno tanti trevigliesi e bergamaschi, col sostegno della stampa locale – continuino ad esserne i meritevoli artefici.
Con stima e fiducia,
Maria Valsecchi Fugazzola