“Tilde”, a Treviglio il panettiere che rilancia i grani antichi

Simone conti con la moglie Marisol
Simone conti con la moglie Marisol

Cresciuto nel negozio di alimentari gestito per mezzo secolo da suo papà Pino, storico commerciante trevigliese scomparso il mese scorso, Simone Conti sembrava lontano anni luce dal raccoglierne il testimone: si è laureato in Lingue e Letterature Straniere all’Università di Bergamo, in Editoria a Londra, dove ha vissuto e conosciuto la moglie Marisol Malatesta – pittrice peruviana e tutor all’ateneo di Bournemouth, al suo fianco nella nuova avventura, dopo una parentesi a Barcellona – occupandosi di fotografia e mantenendosi lavorando nei ristoranti della City.

Finché, dopo tante esperienze, ha ritrovato la strada di casa, aprendo un forno artigiano, nella frazione di Castel Cerreto, dove produce pane a pasta madre e recupera grani antichi. Le pagnotte sono a pezzatura grande, sugli 850 grammi, e destinate a negozi e ristoranti. Annessa, però, c’è la bottega per la vendita diretta. Il laboratorio, 120 metri quadri nella corte padronale di via Contessa Piazzoni, si chiama “Tilde”, come il simbolo dell’infinito che è impresso nel suo pane, usato in spagnolo e, fin dal Medioevo, dagli amanuensi per abbreviare risparmiando carta e inchiostro. «Richiama la mia filosofia: cura e rispetto della tradizione, usando tecnologie moderne», spiega Simone.

La svolta è avvenuta proprio a Londra, dove era “fuggito” nel 2005 con l’obiettivo di migliorare l’inglese. Il nonno paterno, Luigi, era agricoltore e aveva un banco al mercato. Il padre iniziò a stare dietro al bancone della carne che era dodicenne. Due anni dopo aveva ottenuto il primo contratto in regola. Dopo quattordici anni di lavoro come dipendente, il grande salto: l’opportunità, colta al volo, di comprare l’attività, diventata a conduzione familiare.

«Ricordo, da bambino, quando facevo da accompagnatore per le consegne con il furgoncino. Mio papà ha sempre amato il suo mestiere, tanto da dimenticarsi di aver raggiunto i requisiti per la pensione, ma ha anche sempre condotto una vita durissima e io, al contrario dei miei familiari, ho scelto di fare altre esperienze», sorride il panettiere.

Tilde - forno artigiano - Treviglio - paneMentre cercava la sua strada, Simone si è mantenuto prima lavando i piatti, poi arrivando a occuparsi di pasticceria e diventando cuoco nella capitale inglese. L’incontro che gli ha aperto un nuovo mondo è stato con Giorgio Locatelli, il più famoso chef italiano a Londra, che vanta clienti come Madonna, Robbie Williams, Johnny Deep o i Beckham. «Mi ha fatto apprezzare la filosofia di Slow Food ed è stato allora che ho maturato il mio progetto – dice Conti -: usare farine ottenute da varietà di cereali rare e superiori per migliorare il prodotto, renderlo più aromatico e salutare, favorendo l’economia locale e facendo tornare sovrana la biodiversità alimentare». I grani provengono da aziende che praticano un’agricoltura in piccola scala, investono in pochi ettari di campi e non usano pesticidi. Il glutine è limitato. La macinatura avviene a pietra naturale in modo che il chicco non sia spaccato, né schiacciato, ma pelato, conservando tutte le proprietà nutritive originali. Il lievito madre è da farine tipo 2 e integrale con germe di grano e parte della fibra.

Difficile da lavorare, la miscela è impastata da una macchina speciale a braccia tuffanti, dopo un passaggio in apposite celle frigorifere che fanno ritardare la fermentazione. Il prodotto si mantiene in tutta la sua bontà per almeno per cinque giorni. Segreti e tecniche che Simone ha imparato frequentando un master a Bra nel 2010. Tornato a Londra, ha preso spunto da ciò che accadeva a Hackney, il quartiere dove viveva con Marisol, dalla riscoperta delle botteghe e del cibo a chilometro zero già avviata. A Bristol, al Bordeaux Quay, ristorante che ricicla anche l’acqua piovana, ha invece appreso l’importanza della sostenibilità, mentre all’E5 Bake House di Londra l’arte della panificazione, impastando ogni giorno a mano. «Gli inglesi si ispirano molto ai francesi nelle tecniche, ma sono più integralisti e sono copiati anche dagli americani. Nulla è approssimativo o lasciato al caso, da loro ho imparato l’importanza delle lievitazioni lunghissime, che superano le venti ore e che quasi nessuno, da noi in Italia, propone perché antieconomiche, ma che io metto in pratica ogni giorno», ammette.

Nel suo forno a Castel Cerreto, l’artigiano si concentra su quattro varietà. La prima è la più antica, il grano tenero che mescola sei-sette tipi di semi, forniti dall’azienda agricola Floriddia di Peccioli, nel Pisano. «Ogni risultato è un esperimento, provano a coltivare diverse specialità e quel miscuglio diventa il frutto tipico di quel territorio, un unico irripetibile altrove», aggiunge Marisol.

I nomi dei semi sono, per citarne alcuni, il monococco, la sarragolla, la tumminia, il farro spelta e il farro dicocco. Poi, i grani siciliani, i tre farri e la segale Val di Gesso. A fornire la materia prima sono anche il Mulino della Riviera di Dronero e dal Sobrino a La Morra, nel Cuneese, Del Ponte a Castelvetrano, in provincia di Trapani, e Podere Monticelli a Villanova del Sillaro, nel Lodigiano.

Il locale possiede uno spazio che sarà dedicato alle esposizioni d’arte e in programma ci sono anche corsi per i bambini. «L’educazione è la base, la differenza non sta nel prezzo, ma nella qualità, le nuove generazioni devono saper distinguere una fetta “vuota” da una ricca di vitamine», è l’opinione della coppia. La produzione iniziale è di 300 chilogrammi a settimana. A questi si aggiungono biscotti, dolci, focacce e la rivendita di prodotti del territorio come latte, uova, confetture, miele, lumache. Tra tanta esperienza, la più importante resta però quella di papà Pino: «Lui vale più di qualsiasi master, lo ricordo sempre felice dietro al bancone, conosceva i nomi dei clienti, scambiava battute in dialetto, li consigliava. Mia mamma e due mie sorelle gli erano sempre vicine – ricorda l’artigiano del pane -. Per lui i problemi non dovevano entrare nella bottega, doveva accogliere il suo cliente. Con il sorriso».

Tilde - forno artigiano - Treviglio - paneTilde

via Contessa Piazzoni 7/a
Treviglio – Castel Cerreto
www.tildeforno.com

 


Treviglio, il negozio gourmet già guarda al Canada

Vuole creare una storia nel settore alimentare e ha deciso di partire da un negozio campione nella sua cittadina, Treviglio. Omar Buttinoni, 41 anni, ha aperto “Leonardo”, in via Verga, non una semplice gastronomia, ma un negozio che si basa sulla filosofia del mangiar bene e sano e che diventerà il marchio per i prossimi franchising, prodotti inclusi. Papà imprenditore nel settore farmaceutico e mamma psicologa, attiva nella mediazione familiare, il trevigliese vanta una lunga esperienza nel suo settore. A 24 anni gestiva la discoteca Stonehenge, in piena movida milanese, dedicando particolare attenzione alla ristorazione.

Dopo quattro anni, è arrivata la svolta. «Cercavo un club più grande, ma è capitata l’occasione di occuparmi del ristorante “Il capanno”, all’interno del parco zoo della Preistoria a Rivolta d’Adda, poi del “Volo a vela” a Valbrembo, scoprendo la mia vera strada, anche se non ho mai tralasciato il divertimento, organizzando eventi – spiega Buttinoni -. Con “Leonardo” ho voluto riscoprire le tradizioni e i sapori italiani, con materie biologiche da sempre, senza ogm, né conservanti».

leonardo negozio pasta fresca treviglio (1)Nella bottega, dallo stile vintage e familiare, si trovano in mostra sugli scaffali passate di pomodoro, mieli, pesti verdi e gialli al curry, raffinatezze come la marmellata di corbezzoli o d’uva, ideale da spalmare sul pane per la colazione, per farcire crostate o preparare sorbetti, la grandina di manzo da consumare fredda in insalata, il riso integrale venere color nero e quello corallo, al radicchio e con salsiccia e fagioli. Per la frutta sciroppata ci sono i vasetti con uva e castagne. Svariati i legumi, considerati il cibo più prezioso, mentre vino e olio extravergine sono biologici e vanno a ruba.

leonardo negozio pasta fresca treviglio (2)Nel banco frigo c’è la pasta fresca, prodotta dagli artigiani di un laboratorio, modellandola e richiudendola a mano: tortelli alla borragine, ravioli ripieni al salmone, alle noci e agli spinaci, fagottini al cinghiale, oltre ai più comuni casoncelli, cappelletti, gnocchi, pappardelle, tortelli alla zucca caserecci, secondo un menù che viene integrato dalle novità in base alla stagione. Accanto, ci sono altre eccellenze di nicchia: le olive ammaccate del Cilento, le salse alle gocce di moscato, alle cipolle e ai mirtilli.

Il prezzo è commisurato alla qualità. «Chi assaggia torna e la nuova clientela non manca mai», sorride Buttinoni che ha in programma l’ampliamento dell’offerta con paste fresche per intolleranti a lattosio, glutine e uova, oltre ai salumi. L’attività, inoltre, non si fermerà a Treviglio. Dopo l’estate è in programma l’apertura di un punto vendita in franchising a Monza e ci sono i contatti per sbarcare a Vancouver. «A richiedere la vera qualità italiana è la comunità di connazionali, i gestori per il Canada li ho già individuati, i prodotti avranno il marchio Leonardo e la pasta fresca sarà conservata sotto vuoto in modo da poter essere venduta entro un paio di settimane», anticipa. Anche se il sogno è un altro. «Essere presenti a New York, ci arriverò, un passo alla volta».


Treviglio, la Fiera agricola inaugura il nuovo polo espositivo

fiera agricola treviglioPer il 35esimo compleanno, la Fiera Agricola di Treviglio e della Bassa pianura bergamasca cambia cornice. Sarà infatti la manifestazione che inaugura il primo lotto del nuovo polo fieristico voluto dal Comune in via Roggia Murena – Zona Pip 2, a ridosso della stazione ferroviaria, che avrà una superficie complessiva di 14mila mq, più 4mila destinati ai parcheggi, e che sostituisce ed amplia nelle funzioni l’area del ex Foro Boario.

L’appuntamento è da venerdì 22 a lunedì 25 aprile e vedrà la presenza di circa 120 espositori provenienti, oltre che dalla Bergamasca, dalle province di Brescia, Mantova, Cremona, Lodi e Milano. Nata nel 1981 per rispondere alle esigenze del settore agricolo e porsi come punto di incontro e di scambio tra le realtà che gravitano sulla pianura, la rassegna mantiene inalterata la propria vocazione di vera e originale espressione del comparto agricolo e zootecnico, ma oggi può contare anche su spazi più comodi e funzionali.

L’inaugurazione sarà alle 19, alla presenza delle autorità. In primo piano tra gli appuntamenti, le Mostre ufficiali zootecniche in collaborazione con l’Associazione Provinciale Allevatori di Bergamo, ovvero la Mostra Provinciale della Razza Frisona, quella dei Suini e quella del Coniglio riproduttore.

Sempre apprezzate le iniziative dell’Associazione Norcini Bergamaschi, che proporrà una degustazione del “salame tradizionale bergamasco” e l’ormai tradizionale concorso provinciale dedicato al salume.

Il carnet si completa con incontri, convegni, dibattiti, degustazioni, presentazione di prodotti tipici del territorio e proposte mirate di turismo enogastronomico in collaborazione con la Pro Loco di Treviglio. Sono state inoltre coinvolte le scuole per favorire la conoscenza e l’interazione tra le giovani generazioni e la cultura rurale del territorio.

Strettamente a tema anche la linea del ristorante-bar allestito per accogliere i visitatori, con 200 posti a sedere e menù rigorosamente tipici bergamaschi.

La fiera è aperta venerdì della 19 alle 23, sabato, domenica e lunedì dalle 9 alle 23.

Dal 2005 l’agricoltura è comunque di casa a Treviglio tutti i mercoledì mattina in piazza Cameroni, dove si svolge il mercato degli agricoltori organizzato dalla Fiera Agricola della Bassa Bergamasca, il primo nato in Lombardia.


Treviglio, una domenica piena di eventi. Dai commercianti esposizione di “tuning”

treviglio

Domenica 17 aprile, a partire dalle 10, il Mercato Coperto di piazza Cameroni a Treviglio sarà invaso dalle auto modificate per la seconda edizione di Treviglio Tuning. La manifestazione è organizzata a scopo benefico da Lions Club Treviglio Fulchéria in collaborazione con i Commercianti Trevigliesi e il Distretto del Commercio di Treviglio. In esposizione ci sarà una carrellata di 40 auto modificate.

Il Tuning è infatti una passione che porta a modificare, elaborare, personalizzare, truccare, variare, trasformare il mezzo meccanico (auto, moto, scooter, camion, fuoristrada) per migliorarlo, correggere i difetti, rettificare, perfezionare e rifinire. La personalizzazione riguarda sia l’aspetto prestazionale (influisce quindi inevitabilmente sulla meccanica del motore o dell’assetto) sia estetica (riguarda la carrozzeria) ed è effettuata o da operatori del settore, meccanici qualificati (elaboratori, preparatori) o con il fai date dagli appassionati nel box di casa.

Per la manifestazione sarà allestita un’area ristoro con hamburger & altri stuzzichini. Ricco il programma collaterale. I visitatori potranno anche fare un giro al mercatino dell’antiquariato per le vie del centro storico, partecipare alle visite guidate proposte da “Andar per dimore antiche e nobili palazzi” e fare shopping nei negozi. Per raggiungere il centro sarà a disposizione un bus navetta.

 


Treviglio, «che emozione la storia del commercio!»

“Sumtum faciat, oportet, qui quaerit lucrum”.  Ovvero “per guadagnare bisogna spendere”. Cita Erasmo da Rotterdam la mostra sul “commercio a Treviglio dai celti fino a domani”, ideata e curata dal trevigliese Lino Ronchi, salumiere in pensione, appassionato di storia locale, che ha aperto i battenti venerdì al Centro civico e rimarrà allestita fino a domenica primo maggio.

Un’iniziativa che ha conquistato commercianti anziani e giovani, ma anche decine di cittadini, accorsi in forze all’inaugurazione.

L’emozionante taglio del nastro è stato affidato a quattro commercianti storici le cui attività insieme compiono ben 500 anni: Silvio Gelmi, del negozio di casalinghi e giocattoli, Alessio Stefanoni del negozio di casalinghi, Roberto e Ilaria Carsana per Carsana Confezioni e Gian Enrico Bresciani, ex macellaio, che ha aiutato Ronchi ad allestire la mostra.

All’evento ha collaborato, oltre all’amministrazione, l’Associazione commercianti, professionisti e  artigiani trevigliesi che ha curato l’addobbo floreale e l’allestimento del buffet. «Abbiamo voluto dare un segno di continuità tra l’associazione di una volta e quella che è oggi. Tante cose sono cambiate ma c’è piena sintonia – ha detto il presidente Gabriele Anghinoni -. È una mostra bellissima che ha riscosso tantissima attenzione. In esposizione ci sono fotografie inedite, mai viste neppure sui social network. Carlo Ronchi ha fatto un lavoro certosino e prezioso nel ricostruire la storia del nostro commercio. È un patrimonio che dobbiamo valorizzare e diffondere. Abbiamo usato tutti i canali social per farla conoscere. Ci aspettiamo attenzione anche nei giorni a venire».

La mostra ha avuto anche il plauso dell’Ascom: «L’esposizione contribuisce a rievocare il mondo delle attività commerciali che hanno operato e ancora operano a Treviglio ricreando le atmosfere delle vecchie botteghe e delle grandi famiglie di commercianti. È un’iniziativa lodevole – ha affermato il direttore Oscar Fusini – perché permette di salvare dall’oblio i negozi del passato e le loro storie ma anche perché permette di comprendere come il commercio sia cambiato e continui a farlo negli anni, il tramonto di alcune professioni e la nascita di nuovi bisogni e nuovi modi di fare commercio. In questo senso può essere anche un’occasione per stimolare la riflessione e l’incubazione di idee e progetti nuovi. Il titolo in latino dice che per guadagnare bisogna spendere. Con la crisi dei consumi questo va inteso come un invito non tanto ad aumentare i consumi interni quanto a tornare a investire. La storia del commercio è storia di un sistema di relazioni e di persone quindi di un tessuto sociale ancora prima che economico che rappresenta la ricchezza dei nostri centri storici».

L’esposizione è visitabile da lunedì a venerdì dalle 15 alle 18, sabato e festivi dalle 15,30 alle 18,30 ed è a ingresso libero. Per informazioni: trevigliomusei@comune.treviglio.bg.it.


Cinquecento anni in quattro: i negozi storici inaugurano la mostra sul commercio trevigliese

foto Treviglio old - verticaleOltre 1.000 documenti tra visure camerali, schede di negozi, foto storiche, cartoline e persino vecchie pubblicità. Dopo un lavoro di ricerca e catalogazione lungo 20 anni, l’8 aprile vede la luce la mostra “Sumtum faciat, oportet, qui quaerit lucrum – Il commercio a Treviglio dai celti fino a domani”.  L’esposizione è allestita alla sala Crociera del Centro civico culturale di Treviglio (vicolo Bicetti, 119 e potrà essere visitata fino al primo maggio. Si potranno vedere documenti, manifesti, reperti ma anche testimonianze, ricordi del passato e oggetti che un tempo venivano usati nelle botteghe, come i vecchi bidoni e pentolini del latte, le prime affettatrici, i coltelli dei macellai prestati dal Museo del Viale di Verdello. Il percorso si svolge in 50 pannelli e allestimenti e ripercorre la storia del commercio di Treviglio e più in generale lo sviluppo del commercio bergamasco.

L’iniziativa è di Carlo Ronchi, conosciuto come Lino, 70 anni, salumiere in pensione di Treviglio. Ronchi ha ricostruito, insegna dopo insegna, l’evoluzione del commercio locale, con l’intento di salvare dall’oblio famiglie, prodotti e mestieri ormai quasi scomparsi, che hanno accompagnato la società dall’Ottocento a oggi. Un immenso lavoro per salvare materiale degli archivi privati e delle scatole dei ricordi. I documenti, scansionati ed archiviati, si intrecciano con i racconti raccolti passando da un negozio all’altro, a suon di pedalate con la sua inseparabile bicicletta. «Il progetto originale era di realizzare un libro – spiega Ronchi, che della mostra è autore e curatore -. Poi l’idea non si è concretizzata. Qualche tempo fa il direttore della Biblioteca di Treviglio mi ha proposto di realizzare una mostra e così eccoci qua. In esposizione ci sarà meno della metà del materiale che ho raccolto in questi anni e che ha riempito 30 faldoni. Solo le copie delle licenze commerciali sono 2.400, alcune risalgono al 1927».

Ronchi ha iniziato la sua ricerca negli anni Novanta, è andato in bicicletta via per via, ha ricostruito, vetrina dopo vetrina, l’antica mappa dei negozi, alcuni dei quali ci sono ancora oggi. Poi è andato avanti. «Sono un filatelico – racconta – girando per i mercatini ho trovato moltissimo materiale: quando vedevo qualcosa sul commercio lo compravo è così che ho scoperto che in passato i commercianti di Treviglio usavano i fasci trevigliesi come unità di misura. Il commercio è cambiato molto. Basta pensare che un tempo vino, olio, biscotti, in pratica tutti i prodotti erano venduti sfusi». «Purtroppo dalla mostra sono rimasti esclusi alcuni commercianti famosi  di Treviglio – dice -. Chissà, magari in futuro ne faremo un’altra».

Negozio Gelmi foto storica - Treviglio

Il taglio del nastro, in programma domani, sarà affidato a quattro commercianti storici le cui attività insieme compiono ben 500 anni: Silvio Gelmi, del negozio di casalinghi e giocattoli, Alessio Stefanoni del negozio di casalinghi, Roberto e Ilaria Carsana per Carsana Confezioni e Gian Enrico Bresciani, ex macellaio, che ha aiutato Ronchi ad allestire la mostra. Il rinfresco sarà affidato alle Botteghe del Centro, l’addobbo floreale del chiastro è stato offerto dal fiorista Gabriele Anghinoni, presidente dell’associazione dei Commercianti trevigliesi.

L’esposizione è aperta da lunedì a venerdì dalle 15 alle 18, sabato e festivi dalle 15,30 alle 18,30 ed è a ingresso libero. Per informazioni: trevigliomusei@comune.treviglio.bg.it


Treviglio, «le navette possono aiutare lo shopping»

Dal disagio all’opportunità. Per sopperire alla mancanza di parcheggi a ridosso del centro in occasione dei lavori per il rifacimento di piazza Setti, il Comune di Treviglio ha istituito un servizio di trasporto pubblico – frequente e per di più gratuito! – che offre la possibilità non solo di affrontare il problema contingente ma anche di ipotizzare un nuovo modo di muoversi in città. I minibus hanno cominciato a circolare lo scorso 23 dicembre senza incontrare, è il caso di dirlo, grande interesse da parte dei trevigliesi (e per questo suscitando le polemiche di diversi schieramenti politici che hanno denunciato le corse a vuoto al costo di 430 euro al giorno), ma avranno l’effettivo banco di prova da mercoledì 2 marzo, quando la piazza sarà chiusa per consentire prima lo spostamento dei sottoservizi e poi l’avvio del cantiere, che consegnerà alla città un’ampia area pedonale e due piani interrati di parcheggi e box.

treviglio ti porto in centroPer i commercianti le navette sono una chance, tanto è vero che il logo del Distretto del commercio compare sul materiale informativo – mappa, orari e locandine – che promuove il servizio, denominato “Ti porto in centro”. «Ad oggi non possiamo dare un giudizio sull’iniziativa perché piazza Setti non è ancora stata chiusa e non si è ancora manifestata, perciò, la necessità di utilizzare un’alternativa – afferma il presidente dell’Associazione Commercianti trevigliesi Gabriele Anghinoni –, possiamo dire però che crediamo nel fatto che il servizio di bus possa dare un segnale per vivere la città e il commercio in maniera diversa, con meno auto e più facilità nel muoversi a piedi».

Non a caso il pieghevole che illustra i percorsi delle due linee (una con partenza dalla stazione Ovest e una dal piazzale del cimitero) cita l’offerta del “centro commerciale all’aria aperta” forte di oltre 200 negozi, oltre a bar, ristoranti, servizi e ai due mercati settimanali e riporta pure il calendario degli eventi. «I bus diventeranno anche un mezzo per informare cittadini e visitatori delle iniziative del Distretto – annuncia Anghinoni –, saranno infatti rivestiti con una grafica apposita che farà spazio anche agli eventi che organizziamo e diventeranno perciò dei promoter itineranti delle iniziative del commercio».

È già previsto che il servizio, che va dalle 7.45 alle 20 dal lunedì al sabato con frequenza di 15 o 30 minuti a seconda delle fasce orarie, possa essere esteso alla sera e nei festivi in occasione delle manifestazioni, offrendo una soluzione ai problemi di traffico e parcheggi in circostanze di grande afflusso. Ad esempio è già stato stabilito che le navette circoleranno domenica 28 e lunedì 29 febbraio, festa cittadina, quando saranno allestite le bancarelle della fiera della Madonna delle Lacrime, e domenica 6 marzo per la rievocazione storica “Miracol si grida”. «Le valutazione le faremo passo dopo passo – dice il presidente dei Commercianti – noi lo consideriamo un inizio per pensare anche ad un allungamento del percorso che metta in collegamento centro e periferia».

Lo scarso utilizzo delle navette nei primi due mesi non preoccupa l’amministratore di Treviglio Futura, la società di trasformazione urbana interamente partecipata dal Comune di Treviglio, che sta curando il rifacimento di piazza Setti ed ha lanciato il servizio. «Un periodo di test serviva – afferma Paolo Gatti -, per verificare i percorsi, i tempi di percorrenza nelle diverse situazioni di traffico, le fermate: non è così immediato che tutto funzioni. Poi siamo passati all’informazione realizzando locandine e mappe, in distribuzione da circa un mese con il coinvolgimento dei negozi, e presto renderemo i mezzi riconoscibili vestendoli con il logo e l’immagine del progetto, insomma stiamo lavorando perché il servizio venga conosciuto e utilizzato».

Se un errore c’è stato è stato chiamarle navette. «È riduttivo e genera fraintendimento – nota Gatti -. Con navetta si intende un semplice collegamento da un punto all’altro, qui invece abbiamo realizzato due linee vere e proprie e l’abbozzo di un sistema di trasporto per il prossimo futuro. Al di là del cantiere di piazza Setti, sono sul piatto temi più generali come accessibilità, mobilità e qualità dell’aria. Treviglio è una città che sta vivendo delle trasformazioni e le navette possono essere considerate un punto di partenza del cambiamento. Significa che si può pensare di muoversi in modi alternativi, in bicicletta, a piedi e se non si vuole camminare si prende la navetta che permette di salire e scendere dove è più comodo e gratuitamente. È un vero e proprio servizio per la mobilità, tanto è vero che è collegato con le stazioni, comodo se si deve prendere il treno e per chi arriva a Treviglio e vuole raggiungere il centro».

Nulla vieta, anzi sarà opportuno, che con il proseguimento dell’esperienza se ne valutino vantaggi, criticità e si attuino eventualmente modifiche. «Poiché oggi il Comune è commissariato, una prima verifica sarà chiamata a farla la nuova amministrazione, alla luce dei dati dopo la chiusura del parcheggio – rimarca l’amministratore della Stu -. La cosa certa è che non si tratta di uno spreco ma di un investimento per una mobilità diversa all’interno di Treviglio».

Intanto il programma prevede che il servizio resti istituito fino alla chiusura del cantiere di piazza Setti. La fine dei lavori è prevista entro 18 mesi.


Treviglio, l’ex bancario che alleva lumache

GiamPrimo Riva- allevatore lumache  TreviglioPer i francesi, le escargot sono un vanto della loro raffinata cucina. Noi italiani le abbiamo considerate per anni una leccornia, mentre oggi le lumache sembrano essere un cibo meno gradito. Ciononostante, nella Bergamasca c’è chi ha puntato sull’elicicoltura, o allevamento a ciclo biologico completo dei molluschi da terra. A Treviglio, infatti, a febbraio dello scorso anno è nata la Lumacheria del Cerreto, ideata dallo spirito imprenditoriale di GianPrimo Riva, bancario in pensione e buongustaio doc.

«La mia intenzione è portare nel piatto un’eccellenza, un prodotto controllato e non importato dall’Est Europa e dal Maghreb, come spesso accade nei mercati», spiega il neo agricoltore che offre un prodotto selezionato per la gastronomia e completo di etichettatura.

Riva possiede un ettaro di terreno in via Canonica, accanto alla Cascina Pelesa. Di questi, tremila metri sono stati destinati alla sua nuova attività e suddivisi in sette recinti: cinque per la riproduzione e due per l’ingrasso delle chiocciole. La varietà è la Helix Aspersa, detta Vignaiola, dal guscio solido e screziato. Dai 15mila esemplari iniziali si è arrivati ad allevarne 300mila nella covata. Da adulte, le lumache arrivano a pesare dai 12 ai 14 grammi ciascuna, 9 asciugate. Ora hanno trovato riparo sotto la terra per il letargo e la raccolta, stagionale da maggio a settembre, si attesta sui 20 quintali. La differenza con le sorelle selvatiche, la cui caccia è vietata in Lombardia dal primo marzo al 30 settembre, sta nella qualità dell’alimentazione. «Una lumaca in libertà può mangiare di tutto, dalle erbe amare che si riflettono nel suo sapore ad altre per noi velenose», spiega Riva. I suoi molluschi si nutrono di insalata, cavolo cavaliere, bietola da taglio, girasole. Ma sono anche ghiotti di verdure e frutta zuccherine come carote e mele e, d’estate, anguria e melone. L’agricoltore deve fare i conti con la moria della specie, pari al 20% del totale. I nemici principali, in inverno, sono i topolini che faticano a trovare cibo e lo stafilino, un insetto che entra nel guscio e le consuma.

allevamento lumache - TreviglioPrima di essere vendute, le lumache vengono riposte nelle cassette dove sono fatte spurgare e asciugare per quindici giorni. A richiederle sono privati, ristoranti e organizzatori di feste patronali. Le ricette sono moltissime: ci sono gli spiedini di lumache lessate alternate a scalogno e salvia, possono prestarsi come ingrediente principale per fondute, frittate, primi come spaghetti o risotti. C’è chi le gusta fritte, trifolate, in salsa verde, in zimino o in gelatina, meglio se accompagnate da vino bianco secco o rosato, come per il pesce. La Lumacheria del Cerreto conferisce parte del suo prodotto all’industria di lavorazione di Cherasco nel Cuneense per ottenere vasetti al pomodoro, al naturale o con spinaci e speck.


Treviglio, due incontri dedicati a Lea Garofalo

La-scelta-di-LeaIn occasione della “Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne”, il Centro Antiviolenza Sportello Donna della cooperativa Sirio di Treviglio e il Presidio di Libera della Bassa Pianura Bergamasca – “Testimoni di Giustizia” si presentano sul territorio con un evento dedicato a Lea Garofalo, la testimone di giustizia uccisa dai suoi familiari per aver osato trasgredire e ribellarsi ai codici delle ‘ndrine.

L’appuntamento è martedì 24 novembre – anniversario della morte della donna, avvenuta nel 2009 – alle ore 20.45 nell’auditorium del Centro civico di Treviglio, in Largo Marinai d’Italia, per la presentazione del libro “La scelta di Lea Garofalo. La ribellione di una donna della n’drangheta”. L’autrice, Maika De Maria, cronista che, per Narcomafie, il giornale dell’Associazione fondata da Don Luigi Ciotti, ha seguito i processi di primo e secondo grado per l’omicidio, ricorderà la figura di Lea Garofalo, il suo coraggio di scegliere di stare dalla parte della legalità e della giustizia discutendone con la giornalista Daniela Invernizzi.

Il giorno successivo, mercoledì 25 novembre, Marika De Maria parlerà di Lea Garfoalo agli studenti delle scuole superiori in un incontro dalle 9 alle 11 al Teatro TNT di Treviglio.

L’iniziativa è realizzata con il Patrocinio del Comune di Treviglio e della Provincia di Bergamo (settore Istruzione Formazione Lavoro e Politiche sociali), la collaborazione della Rete S:O.S., la Commissione Pari Opportunità di Treviglio, il Consiglio delle Donne del Comune di Treviglio, Contatto – Rete contro il maltrattamento alle donne – Territorio Cremasco.


A Treviglio il ristomarket che fa cucinare il cliente

Matè come Madre terra è il nuovo ristomarket di Treviglio che trasforma il cibo in esperienza di vita. Per la prima volta, nella Bergamasca sbarca una formula innovativa: oltre alla forte attenzione alle intolleranze, i prodotti possono essere acquistati nella bottega del locale e cucinati dallo stesso cliente nell’area “You cook”.

Alla base del progetto c’è una filosofia salutistica, concetti come la nutraceutica e la nutrigenomica che spingono a consumare alimenti che ci fanno stare meglio e, in alcuni casi, ci aiutano a guarire. «Nei  prossimi anni, la scienza riuscirà a mappare il genoma del cliente ottenendo informazioni preziose per fargli assumere ciò di cui necessita», spiega Fabio Duca della società Treverde che ha ottenuto lo spazio nell’ex Upim dopo essersi aggiudicata il bando comunale. Per rifornire il locale è nata la cooperativa agricola Cascine nelle terre di ghiaia con una decina di soci tra Arzago, Pandino, Treviglio e Pontirolo. I loro prodotti sono in vendita, dalle 8 alle 20, nella bottega. Si possono trovare carne bovina romagnola e marchigiana, pasta fresca, verze, patate e la zucca dalla buccia verde scura, oltre a valeriana, soncino e lattuga garantiti dalle estese serre.

Dopo aver fatto la spesa il cliente può decidere di cucinare per 14 suoi ospiti nell’area show cooking: al centro ci sono i fornelli, attorno i commensali che assistono alla preparazione. Si può provare l’esperienza affiancati da uno chef dell’Abf di Castel Rozzone oppure delegare al cuoco ogni mansione. Lo chef di Maté è Roberto Raimondi. Scegliendo dal menù su tablet si possono gustare le sue prelibatezze, le torte e i pasticcini di carne di Gio Fenili, il gelato fior di mucca ottenuto da latte appena munto, la birra prodotta da Heineken a Comun Nuovo, non pastorizzata e con solo 4,8 gradi o scegliere tra 25 etichette del distributore piemontese Vino libero. A metà novembre comincerà la lezione alimentare “Bella bimbi”, il sabato e la domenica a pranzo. I ragazzi, sempre più bombardati da spot di merendine, avranno davanti a loro un buffet ricco di tentazioni: chi sceglierà le combinazioni più bilanciate sarà premiato. Il 10 novembre debutta “Sit Down”: ogni martedì, alcuni bambini si trasformeranno in camerieri per far riflettere sulla loro patologia. I posti sono 115 all’interno, altrettanti fuori d’estate. Prezzi per tutte le tasche, dai 9 ai 15 euro a pranzo fino ai 45 per la cena.