Cuore di donna, premio 2024 a Giulia D’Ambrosio, Trattoria “Da Giuliana”

Zambonelli: “Un’istituzione, oltre che una donna dal cuore e dal coraggio straordinari”

Cuore, coraggio e passione: la spinta per fare impresa e districarsi tra vari impegni richiesti da famiglia e lavoro. Per premiare le donne imprenditrici, multitasking per natura, Confcommercio Bergamo dedica il riconoscimento “Cuore di donna” a una figura femminile del nostro territorio che si sia distinta per coraggio e passione nella sua impresa.  Il premio Terziario Donna Confcommercio Bergamo, ideato l’anno scorso nel 2023, gode del patrocinio di Confcommercio Imprese per l’Italia, Fipe-Federazione Italiana Pubblici Esercizi e Federalberghi. La targa, con l’immagine di un cuore stilizzato, marchio del premio, è stata consegnata quest’anno a Giulia D’Ambrosio, titolare di “Da Giuliana– Trattoria D’Ambrosio Giuochi e Bocce”,  storica attività di famiglia in Via Broseta, aperta nel 1943 dai genitori Antonio e Anna.  “Rappresenta un’istituzione nell’accoglienza e nella ristorazione- commenta Giovanni Zambonelli, presidente Confcommercio Bergamo-. Una donna speciale, esempio unico per l’imprenditoria femminile, dal carattere e dal cuore straordinari. Oltre all’impegno nel lavoro nell’attività di famiglia, si è sempre distinta per attività benefiche in prima linea e a fianco di associazioni importanti, oltre che per la promozione del territorio” Il premio è stato consegnato oggi, 8 marzo, in occasione della Giornata internazionale della Donna, nella sede cittadina dell’associazione dal presidente Giovanni Zambonelli, dal vicepresidente vicario Luciano Patelli e dal direttore Oscar Fusini. Alla cerimonia erano presenti anche Giampietro Rota (presidente Grossisti vino e bevande) e Lorenzo Cereda.

Giulia D’Ambrosio, “Da Giuliana” Trattoria D’Ambrosio

Giulia D’Ambrosio, per tutti “la Giuliana”, più che chef-patronne  della trattoria che porta il suo nome  in Via Broseta è un’istituzione. Il  suo modo unico di fare accoglienza, con modi schietti e diretti come la sua cucina, è un marchio di fabbrica. Tanto che nei momenti difficili che hanno segnato la sua vita negli ultimi anni, la saracinesca senza la sua irrinunciabile regia si è abbassata anche per mesi. Il tempo di rimettersi in pista con il suo solito piglio e la sua forza e riprendere a rimboccarsi le maniche e a correre avanti e indietro per il suo locale, dove si divide tra sala e cucina, telefono, accoglienza e magazzino. Quando ha riaperto, 400 ultra-tifosi atalantini sono scesi in strada con lo striscione “Bentornata Giuliana”.  Nella storica trattoria con giuochi e bocce, come ricorda l’insegna datata 1943, tutti si sentono come a casa. È il luogo d’incontro e mondanità bergamasco per antonomasia: ai suoi tavoli si sentono a proprio agio calciatori e operai, avvocati e muratori, poeti e imprenditori, attori e commesse. Dell’Atalanta è una super tifosa, sempre presente in tribuna: tutte le maglie che ci sono nel locale, da Super Pippo a Zappacosta fino a Grassi, passando per Carrera, Conti, Freuler, Djimsiti, Hateboer e moltissimi altri, raccontano questo insostituibile legame. Come le foto di celebrità, sportivi, cantanti, politici e imprenditori: tutti ai tavoli in un posto semplice eppure raro, che mantiene  inalterata nel tempo la sua magia, senza cambi di menù e rivoluzioni particolari, se non quello di restare sempre fedele a se stesso.  Tutti  ritrovano in questa insegna un’atmosfera conviviale e spensierata e una cucina semplice e genuina, con ricette tradizionali della tradizione lombarda, mediata nei gusti da divagazioni mediterranee che sono nel dna di famiglia, nelle origini pugliesi di papà Antonio (originario di Bisceglie) e mamma Anna, presenza che è stata sempre insostituibile-  e altrettanto compianta – nel ristorante  come in famiglia, madre di tre figli, Mimmo, Pinuccia , oltre a Giuliana, che l’ha sempre affiancata in trattoria.
Oltre al modo unico di fare accoglienza, Giuliana è stata da ragazza campionessa italiana di bocce e tiro al volo, finalista di Miss Italia 1977 (Selezione Fotografica), impegnata in  gare automobilistiche e di sci. Non è da meno il suo impegno nella beneficenza e nell’attivismo in associazione, a partire dall’Aob- Associazione Oncologica Bergamasca di cui è vicepresidente. Appassionata di moda e grandi griffe, bambolotti e peluche,  porta ad ogni viaggio e tour per mercatini un dettaglio unico pronto a fare la differenza nel suo locale.

Il premio

Il riconoscimento Terziario Donna è alla seconda edizione. L’anno scorso venne assegnato alla famiglia Amaddeo, in ricordo di Angelina Scopelliti, per tutti Lina, scomparsa a ottobre 2022, che ha portato avanti per più di 65 anni assieme a Mimmo, mancato nel 2017, il ristorante nel cuore del borgo storico di Bergamo Alta.


Cuore di donna, il nuovo premio Ascom dedicato all’imprenditorialità femminile

Il primo riconoscimento va alla memoria di Lina Scopelliti, co-fondatrice di “Da Mimmo” in Città Alta

Cuore, coraggio e passione: la spinta per fare impresa e districarsi tra vari impegni richiesti da famiglia e lavoro. Per premiare le donne imprenditrici, multitasking per natura, Ascom Confcommercio Bergamo dedica un nuovo riconoscimento. Nasce con questo intento “Cuore di donna”:  un riconoscimento che annualmente premia una figura femminile del nostro territorio che si sia distinta per coraggio e passione nella sua impresa. Ogni anno a una donna imprenditrice di particolare valore sarà consegnata una targa per ricordare e dare valore all’impegno messo nella propria impresa. Il premio Terziario Donna Ascom Confcommercio Bergamo, gode del patrocinio di Confcommercio Imprese per l’Italia, Fipe-Federazione Italiana Pubblici Esercizi e Federalberghi.
Il premio Cuore di donna 2023 è stato consegnato alla famiglia Amaddeo, per ricordare Angelina Scopelliti, per tutti Lina, scomparsa a ottobre scorso, che ha portato avanti per più di 65 anni assieme a Mimmo, mancato nel 2017, il ristorante nel cuore del borgo storico di Bergamo Alta.  Madre di sette figli, Lina è  stata co-fondatrice del locale “Da Mimmo”, aperto nel 1965, uno dei più frequentati non solo dai bergamaschi ma anche da turisti e visitatori. Il premio è stato consegnato alla famiglia Amaddeo nella sala del ristorante, che ha sede nello spazio della Casazza, palazzo del 1357, un tempo sede del servizio postale veneziano. Qui i coniugi Amaddeo hanno costruito il loro successo con una cucina semplice e autentica, dalla pizza alla cucina di mare, alla melanzana alla parmigiana, piatto iconico storicamente preparato da mamma Lina assieme alla mozzarella in carrozza. L’insegna Da Mimmo è cresciuta negli anni e con le nuove generazioni e ogg,i oltre a Mimì La casa dei sapori, annovera “Da Mimmo ai Colli” all’interno del Golf Club e dal 2017 “Lina Food Lab”, laboratorio e “ghost kitchen” che rende omaggio nel nome alla fondatrice.
“Il premio rappresenta un tributo alle donne e alla loro imprenditorialità- sottolinea il presidente Ascom Confcommercio Bergamo Giovanni Zambonelli-. Il primo riconoscimento va in ricordo di una donna, Lina Scopelliti, che con il marito Mimmo ha fatto a suon di impegno e sacrificio la storia della ristorazione in Città Alta”.
“Un premio dedicato a una donna che ha saputo conciliare famiglia e imprenditorialità, a una presenza discreta e umile che ha sempre dimostrato di essere un pilastro di un’impresa storica e di grande valore come Da Mimmo” ha aggiunto Alessandra Cereda, presidente  di Terziario Donna Ascom Confcommercio Bergamo.
“Cuore: coraggio e passione,  sono due elementi chiave per fare impresa, ancora più se alla guida di un’insegna c’è una donna- commenta Oscar Fusini, direttore Ascom Confcommercio Bergamo-. Nell’anno che ci vede Capitale della Cultura con Brescia, il pensiero è andato a Lina, che ha dato il suo insostituibile contributo a fare di Da Mimmo un simbolo per antonomasia dell’accoglienza e ristorazione d’eccellenza”.


Meno parole, più profumi e colori: il marketing emozionale conquista le imprenditrici bergamasche

171114 terziario donna - seminario neuromarketing

Migliorare le vendite grazie al neuromarketing: è la sfida lanciata dal workshop organizzato oggi, martedì 14 novembre, dal Gruppo Terziario Donna dell’Ascom di Bergamo, il coordinamento che rappresenta e accompagna la crescita delle imprese al femminile del commercio, del turismo e dei servizi.

Il seminario, dal titolo “Lo shopping si fa emozionale, come aumentare le vendite con il neuromarketing”, tenuto dall’esperta Barbara Monteleone ha portato 40 tra imprenditrici (la maggioranza) e imprenditori ad acquisire gli strumenti ideali per la propria attività, per migliorare l’esperienza d’acquisto e mettere in campo strategie vincenti e innovative.

A decidere, parola della scienza, non è mai solo il cervello: «Dal 75 al 95% delle decisioni sono prese in modo non conscio – sottolinea Barbara Monteleone -. È questa la media rilevata dai neuroscienziati e oggettivata con i più disparati sistemi di rilevazione, dalla risonanza magnetica in ambito medico agli “occhialini” nei punti vendita. La nostra parte non conscia è sempre attiva e funziona senza fatica o dispendio energetico a differenza di quella più razionale».

Bastano pochi accorgimenti per migliorare l’esperienza di acquisto e incrementare le vendite: «Si parte dall’accoglienza, da un sorriso, da una caramella o da un fiore donato – continua la docente -. La sfida di coinvolgere emotivamente il consumatore si gioca sulla multisensorialità, dai colori ai profumi, dalla musica alle immagini, che sono più efficaci delle parole del 60%».

Il corso fa parte di un progetto nazionale formativo di Terziario Donna – Confcommercio Imprese per l’Italia, che ha selezionato e coinvolto dieci associazioni territoriali. Il primo seminario si è svolto a Cagliari il 18 settembre. Il tour formativo ha fatto poi tappa a Genova, Potenza, Foggia e Taranto. Da Bergamo il workshop approderà quindi a Padova, Cremona, Chieti e Pistoia-Prato.

«Il corso ha rappresentato un’occasione importante per tutti i settori: capire il cliente e rispondere alle sue aspettative, anticipandone se possibile i desideri, è fondamentale per qualsiasi attività – sottolinea Alessandra Cereda, presidente provinciale di Terziario Donna -. Per essere competitivi e conquistare nuove quote di mercato non bisogna per forza prestarsi al gioco di sconti, ribassi e promozioni, ma investire sul miglioramento dell’esperienza d’acquisto e cercare di coinvolgere emotivamente e con rinnovata sensibilità il consumatore».

 

Norma Mazzoleni, imprenditrice di Every Press, multistore Dif all’aeroporto di Orio al Serio, consigliere di Terziario Donna, è pronta a fare tesoro degli spunti offerti dal corso: «Cercheremo di rendere più accogliente il punto vendita e di migliorare ulteriormente il percorso di shopping, cercando di coinvolgere emotivamente il consumatore».

Il workshop arriva nel momento giusto per Cristina Pontiggia, manager di Airport Hotel di Bagnatica e consigliere di Terziario Donna: «Stiamo rivoluzionando la hall e faremo tesoro dei suggerimenti avuti al corso. Le emozioni sono fondamentali in ogni esperienza di soggiorno e viaggio: io stessa sono rimasta profondamente colpita da ospite in hotel da una parete sensoriale con profumo di mandorla in un albergo a New York. Giocheremo su dettagli e multisensorialità per rendere l’esperienza di soggiorno appagante, a partire dall’accoglienza».

Le strategie del neuromarketing sono fondamentali per un acquisto ad altissimo investimento emotivo, oltre che economico, come la casa, dall’abitazione alla residenza per le vacanze. «In una società fortemente improntata sulla tecnologia, bisogna ancora investire nelle emozioni – il pensiero di Laura Feltri, di Casa Feltri, consigliere del Gruppo Mediatori Immobiliari – Fimaa Bergamo -. Stiamo rivoluzionando il nostro sito web e lo faremo cercando di coinvolgere chi lo visita, raccontando le case in vendita e riservando le informazioni tecniche ad una scheda. Quando accompagniamo i clienti a visitare una casa, dobbiamo aiutarli ad immaginarsi a viverla ogni giorno, a vedere soddisfatte le loro esigenze e aspettative. E alla fine anche un acquisto importante come quello di una casa, avviene quasi sempre di pancia».

A Bergamo si contano 5.656 imprese femminili (dato Ascom su Elaborazione Cciaa a novembre 2017), di cui in città 832.  Negli ultimi cinque anni le imprese guidate da donne sono incrementate del 6%.


Emozionale e scientifico, con Terziario Donna alla scoperta delle nuove frontiere del marketing

Migliorare le vendite grazie al neuromarketing: è questa la sfida lanciata dal workshop organizzato dal Gruppo Terziario Donna dell’Ascom di Bergamo, che rappresenta e accompagna la crescita delle imprese al femminile del commercio, del turismo e dei servizi.

L’appuntamento è martedì 14 novembre, nella sede cittadina Ascom di via Borgo Palazzo 137 (Aula Corsi) per una full immersion, dalle 9.30 alle 16, alla scoperta dell’origine delle motivazioni inconsce che guidano gli acquisti. La partecipazione è aperta a tutte le imprenditrici (con prenotazione obbligatoria entro lunedì 13 novembre).

Il seminario, dal titolo “Lo shopping si fa emozionale, come aumentare le vendite con il neuromarketing”, si pone degli obiettivi pratici di business: grazie alla guida dell’esperta Barbara Monteleone si acquisiranno gli strumenti ideali per la propria attività, per migliorare l’esperienza d’acquisto e mettere in campo strategie vincenti e innovative.

Il corso fa parte di un progetto nazionale formativo di Terziario Donna- Confcommercio Imprese per l’Italia, che ha selezionato e coinvolto dieci associazioni territoriali. Il primo seminario si è svolto a Cagliari il 18 settembre. Il tour formativo ha fatto poi tappa a Genova, Potenza, Foggia e Taranto. Da Bergamo il workshop approderà quindi a Padova, Cremona, Chieti e Pistoia-Prato.

«Il corso rappresenta un’occasione importante per tutti i settori: capire il cliente e rispondere alle sue aspettative, anticipandone se possibile i desideri, è fondamentale per qualsiasi attività – sottolinea Alessandra Cereda, presidente provinciale di Terziario Donna -. Per essere competitivi e conquistare nuove fasce di mercato non bisogna per forza prestarsi al gioco di sconti, ribassi e promozioni».

Il Neuromarketing consente di incidere sulla percezione che i consumatori hanno di un’impresa e dei suoi prodotti o servizi. Al termine della giornata le imprenditrici potranno migliorare l’esperienza del cliente, ottimizzare le risorse e aumentare le vendite.

A Bergamo si contano 5.656 imprese femminili (dato Ascom su elaborazione Cciaa a novembre 2017), di cui in città 832. Negli ultimi cinque anni le imprese guidate da donne sono cresciute del 6%.

La partecipazione al seminario è libera, con prenotazione obbligatoria entro lunedì 13 novembre (pietro.bresciani@ascombg.it). Per informazioni: segreteria tel. 035 4120135


Commercianti, piccole strategie per essere internazionali

terziario-donna-ascom-incontro-internazionalizzazione-6

Internazionalizzare non significa solo aprirsi ai mercati esteri, ma anche accogliere nelle proprie attività la clientela straniera, che nella nostra città e provincia è sempre più numerosa. È questo il messaggio che il Gruppo Terziario Donna Ascom lancia ai commercianti di Bergamo. Se ne è parlato nel corso dell’incontro-aperitivo in lingua “Internazionalizzazione oggi: dall’accoglienza all’opportunità di mercato” promossa per gli associati al Centro Magus di via Camozzi a Bergamo.

Alcuni consulenti che seguono da anni attività che si rivolgono ai mercati esteri hanno spiegato le mini-opportunità che possono permettere di avvicinare la clientela straniera, ad esempio il Tax Free Shopping, le procedure per non applicare l’Iva agli stranieri che acquistano nelle negozi, la partecipazione a corsi di lingua mirati a commesse e commercianti per servire i clienti nella loro lingua e accorgimenti banali ma efficaci come la traduzione in lingua straniera delle pagine Facebook e dei menù per i ristoranti. I partecipanti hanno avuto inoltre l’occasione di mettersi in campo parlando con loro e tra loro in diverse lingue straniere.

«Quando si parla di internazionalizzazione si pensa a un imprenditore che parte con la valigia per aprire un’attività all’estero. Così molti pensano che non faccia al caso loro. In realtà si può internazionalizzare la propria attività anche rimanendo dove si è – afferma Claudia Marrone, presidente del Gruppo Terziario Donna Ascom -. Non occorre fare grandi investimenti, basta imparare le lingue straniere e sfruttare alcune piccole opportunità».

L’internazionalizzazione è quindi alla portata di tutti, dal piccolo panificio di quartiere al negozio di abbigliamento, dal ristorante alla bottega di alimentari. «In passato bastava lavorare con i clienti locali, oggi invece qualunque attività ha occasione di avere contatti con l’estero – spiega Marrone -, i clienti stranieri sono sempre di più e sono una grande occasione di business che va studiata e colta. Gli stessi fornitori a volte sono fuori dall’Italia».

terziario-donna-ascom-incontro-internazionalizzazione-4Un aiuto per avvicinare i clienti stranieri viene da due servizi che si possono caricare sul Pos che si ha in negozio. Il primo (Tax free) permette di effettuare acquisti esentasse ricevendo una ricevuta valida per il rimborso dell’Iva senza bisogno di compilare nulla; l’altro (Multicurrency) consente di pagare nella propria valuta estera, con il doppio beneficio per il cliente di capire subito quanto spende e per il commerciante di facilitare gli acquisti senza costi aggiuntivi di transazione (il pagamento viene accreditato in euro) e con il riconoscimento da parte della banca dello 0,50% sulla transazione. (Per maggiori informazioni: Global Blu, operatore convenzionato con Federmoda ldurante@globalblue.com)

terziario-donna-ascom-incontro-internazionalizzazione-3

L’iniziativa ha avuto anche uno scopo benefico: nel corso della serata è stato raccolto un piccolo contributo per l’associazione “Aiuto donna Centro antiviolenza Bergamo”, un gruppo di 18 volontarie, tra cui avvocati civili e penali e psicologhe, che dal 1999 offre assistenza alle donne maltrattate e in pericolo. Il prossimo 25 novembre ricorre infatti la giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne.

«Ogni giorno anche a Bergamo e dintorni ci sono casi di violenza di tutti i tipi, fisiche ma anche psicologiche, che forse sono anche peggiori. Ad oggi abbiamo 300 pratiche aperte e riguardano donne di ogni età ed estrazione sociale, si può pensare sia un problema che riguarda le donne extracomunitarie, ma il 60% sono italiane  – spiega la responsabile Angela Gipponi -. Il problema è capire il rischio in cui si trovano. Finalmente anche le Forze dell’ordine hanno al loro interno un gruppo che accoglie queste donne e anche gli ospedali»

Lo scopo dell’associazione è accompagnare le donne a prendere una decisione per uscire dalla violenza in cui si trovano. «Non è facile, a volte le perdiamo ma loro almeno sanno di avere qualcuno con cui parlare e di poter contare sulla massima riservatezza – dice Gipponi -. Tutte le conversazioni sono secretate, lo stesso numero di telefono del centro quando ci chiamano è nascosto e non compare». Lo sportello dell’associazione si trova in via San Lazzaro 3 (sopra l’ufficio servizi sociali) ed è aperto dal lunedì al sabato ma le operatrici sono reperibili anche la domenica. Il numero per contattarle è 035 212933, la mail è info@aiutodonna.it. Per maggiori informazioni si può visitare il sito www.aiutodonna.it e la pagina facebook. Tra le iniziative promosse dall’associazione, la mostra “Nemmeno con un fiore”, opere di Oliviero Passera, dal 17 al 27 novembre alla Sala polivalente di Dalmine e, nella stessa sede, il 25 novembre uno spettacolo monologo dal titolo “Bambole”.

terziario-donna-ascom-incontro-internazionalizzazione-5

 

 


Dedurre le spese per colf, badanti e baby sitter: la proposta di Terziario Donna per dare una mano alla crescita

confcommercio - assemblea terziario donna

Terziario Donna Confcommercio ha rilanciato la propria proposta di legge per introdurre la possibilità per il datore di lavoro di dedurre dal reddito le spese sostenute per la retribuzione dei collaboratori familiari, comprese baby sitter e badanti. Lo ha fatto nei giorni scorsi alla terza edizione del Forum “Donne motore della ripresa”, a Roma nella sede confederale, affrontando il tema del contributo che può dare l’imprenditoria femminile alla crescita del Paese. Anche se in Italia ci sono più donne (anche laureate) che uomini, le imprenditrici rappresentano solo un terzo del mondo imprenditoriale – è stato rilevato -. La conciliazione tra gli “impegni di cura” e quelli di lavoro rendono l’imprenditoria un’opzione meno attrattiva per le donne, sottraendo più che in altre economie avanzate competenze, risorse e opportunità al presente e futuro dell’Italia.

Chi invece sceglie di affidarsi a dei collaboratori familiari affronta delle spese, che risultano necessarie per la produzione di reddito. «A nostro parere sussiste una connessione funzionale diretta tra i costi ed oneri sostenuti per i servizi di cura dell’ambiente e di assistenza ai familiari e la produzione dei compensi che concorrono alla formazione del reddito – spiega Terziario Donna -. Reddito sul quale lo Stato ci richiede il puntuale pagamento delle tasse senza formulare alcuna considerazione accessoria. Riteniamo che, per ragioni di equità, lo Stato debba permetterci di depurare la nostra situazione reddituale complessiva di un costo che è essenziale perché questa prenda vita e corpo».

«Il lavoro all’interno della famiglia e per le cure domestiche funziona da “calmiere dei costi” del servizio pubblico – evidenzia la proposta -. C’è un atteggiamento parassitario dello Stato che realizza enormi risparmi (ad esempio evitando la istituzionalizzazione degli anziani), ma è il momento di aprire la discussione e la riflessione su questo aspetto della nostra organizzazione sociale ed è anche il momento di operare in concreto. Questa situazione determina di fatto condizioni di svantaggio, e dunque di discriminazione, che si riflettono sulla libera entrata delle donne nel mondo del lavoro cosiddetto produttivo, in quanto lavoro retribuito. Questo condiziona il libero svolgersi delle prestazioni di lavoro e ostacola le opportunità di avanzamento».

«Vogliamo mettere in evidenza – prosegue il documento – che nel caso in cui il lavoro all’interno della famiglia sia svolto da soggetto estraneo alla stessa, il compenso versato al collaboratore familiare costituisce un esborso necessario per la produzione di reddito. Se non deleghiamo le mansioni domestiche a un altro soggetto non possiamo utilizzare le nostre energie e le nostre competenze. Non possiamo nemmeno cercare una collocazione nel mondo del lavoro. Non possiamo svolgere serenamente la nostra attività professionale. Non possiamo produrre reddito. Quando invece lo facciamo, possiamo avere un percorso lavorativo durante il quale produciamo reddito. A nostro parere sussiste dunque una connessione funzionale diretta tra i costi ed oneri sostenuti per i servizi di cura dell’ambiente e di assistenza ai familiari e la produzione dei compensi che concorrono alla formazione del reddito».

Oggi in Italia questi costi vengono sostenuti dalla persona, ma non viene riconosciuta la loro inerenza alla produzione di reddito, altri paesi dell’Unione europea, invece, come Svezia, Belgio e Germania hanno inserito nella normativa fiscale agevolazioni relative ai costi per servizi domestici di cura della casa, baby sitting, e finanche aiuto ai bambini per i compiti a casa. Anche la Francia ha prodotto un documento di programmazione che include agevolazioni fiscali riconnesse ai costi degli impiegati in casa.

Ulteriore aspetto non trascurabile è che, secondo le promotrici, l’agevolazione fiscale avrà l’effetto di fare aumentare il numero dei contratti regolarmente denunciati con l’emersione di centinaia di migliaia di rapporti di lavoro che attualmente si svolgono in nero. «I dati di numerose ricerche ci dicono che il settore del lavoro domestico in Italia è l’unico che non conosce la crisi e che è in continua espansione – rileva Terziario Donna -. Ma ci dicono anche che il lavoro domestico illegale è più esteso di quello regolare. Almeno il 40% dei rapporti di lavoro che si stimano in vigore risulterebbe totalmente o parzialmente irregolare. La emersione di questi contratti di lavoro evidentemente farebbe abbassare il tasso di disoccupazione, e, ulteriore vantaggio, porterebbe nelle casse dell’Inps un considerevole montante di contributi previdenziali. Questo effetto andrebbe a compensare il minore gettito contributivo che in questi anni si sta verificando e che è destinato ad aumentare ancora a causa dell’aumento della disoccupazione e della precarizzazione del lavoro».

Il testo

Proposta di legge (Deducibilità ai fini Irpef delle spese sostenute per collaboratori familiari)

All’art. 10, comma 1, del testo unico delle imposte sui redditi, approvato con D.P.R. del 22 dicembre 1986, n.917, è aggiunta la seguente lettera:

m) le spese sostenute per la retribuzione dell’opera dei collaboratori familiari, nella misura massima di € 9.000,00 annui, ivi comprese tutte le voci retributive, anche differite, e relativi oneri contributivi. La deduzione è riconosciuta a condizione che il rapporto di lavoro sia regolato conformemente alla normativa vigente, ivi compresa l’apertura di una posizione previdenziale. Sono altresì deducibili, nella medesima misura, le prestazioni qualificabili come occasionali. Nella nozione di collaboratori familiari ai sensi di cui al precedente periodo sono ricompresi anche i soggetti che prestano servizio di vigilanza o assistenza a familiari o altri conviventi, in ragione dell’età o per malattia. Se il collaboratore familiare presta servizio di vigilanza ovvero assistenza a figli di età inferiore a 12 anni, la deduzione di cui al primo periodo della lettera è riconosciuta nella misura massima di € 6.000,00, con esclusione dei casi in cui i destinatari delle prestazioni di assistenza sono affetti da malattia invalidante per i quali si applica il limite di deduzione indicato nel primo periodo.