Sangalli: «Serviva più coraggio nei tagli alle spese improduttive»

Carlo Sangalli 1«Tre buone scelte, una nota dolente e una aspettativa mancata». È in sintesi il giudizio che la Confcommercio esprime sulla Legge di Stabilità varata dal Consiglio dei Ministri.

«Il Governo intrapreso la strada giusta – ha commentato il presidente Carlo Sangalli – che è quella della riduzione delle tasse, perché se non perdiamo quel triste primato della pressione fiscale tra le
più alte al mondo diventa impossibile qualsiasi prospettiva di crescita».  E spiega: «Tra le buone scelte, sicuramente la sterilizzazione delle clausole di salvaguardia, cioè per il 2016 non ci sarà l’aumento dell’Iva. La seconda è l’incremento della franchigia Irap e la terza è la proroga delle agevolazioni fiscali sulle ristrutturazioni edilizie e l’ecobonus».

«L’ aspettativa mancata – prosegue – è che secondo noi ci voleva più coraggio nella riduzione della spesa pubblica improduttiva per trovare quelle risorse necessarie per arrivare ad una generalizzata riduzione della aliquota Irpef».

LE MISURE

TASSE SULLA PRIMA CASA ADDIO

È la misura sulla quale punta maggiormente il governo. Sono circa 19 milioni gli italiani che saranno esentati dal pagamento della Tasi sulla prima casa (anche per gli inquilini). Una misura “per tutti”, ricorda Renzi, che spera di rilanciare i consumi vincendo le resistenze dell’Ue. Ha un valore di 3,7 miliardi.

L’IRES PIÙ BASSA D’EUROPA

L’obiettivo è ambizioso. Il governo intende portare l’ imposta sul reddito delle società dall’attuale 27,5% al 24% nel 2017 (3,8 miliardi). La novità è la possibilità che un primo calo possa esserci già nel 2016 se la Commissione Ue autorizzerà un margine di flessibilità dello 0,2% (3,1 miliardi) per l’ emergenza immigrati.

CARO IVA E BENZINA, PERICOLO SCAMPATO

Niente aumento dell’Iva, né delle accise sulla benzina. È la misura più corposa della legge finanziaria ma anche quella che veniva data per scontata. La sterilizzazione delle clausole previste dai governi precedenti vale 16,8 miliardi di euro.

CANONE RAI

Dal 2016 la tassa governativa per la tv pubblica si pagherà all’interno della bolletta elettrica e calerà dagli attuali 113,5 euro a 100 euro nel 2016 e 95 euro nel 2017. La nuova misura permetterà di “stanare” circa sei milioni di evasori.

SUPERAMMORTAMENTI PER LE AZIENDE

Chi investe in azienda potrà ammortizzare il 140% dei propri investimenti. È una misura, una tantum, che vuole spingere gli imprenditori a finanziare. La misura varrà per tutto il 2016 ma anche per chi anticipa ed investe a partire dal 15 ottobre 2015 (170 milioni solo per l’ultimo trimestre 2015, poi un miliardo per il 2016).

NO FLESSIBILITÀ PENSIONI MA OPZIONE PART-TIME

Nessun intervento sulle pensioni ma misure specifiche: opzione donna (esteso al 2016), settima salvaguardia degli esodati, innalzamento della no tax area per i pensionati over 75 e facilitazioni per chi si avvicina all’uscita dal mondo del lavoro. Gli over 63 anni, inoltre, potranno optare per il “part time” negli ultimi anni lavorativi con oneri minimi a carico dello Stato (100 milioni). Il sistema, nelle intenzioni dell’esecutivo, dovrebbe favorire l’ingresso di nuovi assunti.

SGRAVI ASSUNZIONI, “MA AFFRETTARSI”

Anche nel 2016 le aziende che vorranno assumere potranno beneficiare delle agevolazioni concesse dal governo. La decontribuzione, però, calerà progressivamente: del 40% l’ anno prossimo (834 milioni) e ulteriormente nel 2017. Lo sgravio sarà valido in ogni caso sempre fino al 2018. “Affrettarsi”, ha consigliato il premier.

FONDO SANITÀ SALE, MENO DEL PREVISTO

Si passa dai 109 miliardi del 2014 ai 110 di oggi fino ai 111 del 2016. L’incremento c’è ma si tratta di 2 miliardi in meno rispetto a quanto inizialmente pattuito con le Regioni. Saranno salvaguardati, promette Beatrice Lorenzin, i livelli essenziali di assistenza.

VIA L’IMU AGLI IMBULLONATI

Non si conteggeranno più gli imbullonati per il calcolo delle imposte immobiliari (350 milioni).

ANCORA ECOBONUS E SCONTI MOBILI PER GIOVANI COPPIE

Confermato lo sgravio fiscale del 65% per i lavori di efficientamento energetico al quale si aggiunge un ulteriore misura a favore delle coppie under 35 che, pur senza ristrutturare casa, comprano mobili.

LOTTA ALLA POVERTÀ

Il Governo mette sul piatto 600 milioni per il 2016, 1 miliardi per il 2017 e altrettanti nel 2018. Le risorse dovrebbero essere destinate ai nuclei familiari in difficoltà economiche al cui interno c’è un minore. Ed aggiunge altri 90 milioni sono destinati a misure a favore di persone disabili che sopravvivono ai genitori. Finanziato per 400 milioni il fondo per la non-autosufficienza. Aumentano le risorse per il Servizio Civile.

OK ALL’USO DEI CONTANTI FINO A 3.000 EURO

“È una misura che vuole semplificare la vita agli italiani”. Così ha spiegato Renzi presentando l’ innalzamento del consenso all’uso del denaro contante dagli attuali 1.000 euro fino a 3mila. L’obiettivo è favorire i consumi.

NUOVA LINFA ALL’AGRICOLTURA

Fisco agevolato (405 milioni) ma soprattutto via l’Imu dai capannoni agricoli e l’Irap per agricoltura e pesca. Le misure nel loro insieme valgono, secondo le stime del ministero, almeno 800 milioni.

LA CULTURA PER IL RILANCIO

È uno dei “pallini” del premier che con la Legge di Stabilità destina 150 milioni in più nel 2016, 170 nel 2017 e 165 dal 2018. Avremo 500 cattedre d’eccellenza (40 mln nel 2016), l’assunzione di 1.000 nuovi ricercatori (45 milioni nel 2016) e 6.000 borse di medicina. Viene estesa anche ai quotidiani e ai periodici diffusi elettronicamente l’aliquota agevolata dell’Iva al 4%.

COMUNI VIRTUOSI

Con un allentamento del patto di stabilità interno, le amministrazioni con i conti in regola potranno finalmente investire il loro tesoretto di risorse per strade, scuole, marciapiedi e giardini. Si tratta di investimenti stimati in circa un miliardo di euro.

IL RILANCIO DAL SUD

Circa 450 milioni nel prossimo triennio per la Terra dei Fuochi ma soprattutto risorse per il Fondo di garanzia dell’ Ilva di Taranto e lo “stanziamento definitivo” per l’autostrada Salerno-Reggio Calabria.

PARTITE IVA

“Una sorta di Jobs act per i lavoratori autonomi”, ha definito Renzi le norme per le nuove partite Iva che prevedono un’aliquota forfettaria del 5% sotto i 30.000 euro di reddito. Il costo, secondo le stime, si aggira sui 300 milioni.

 


Scendono le tasse sulle imprese, ma non per commercio e pmi

calcolatrice - fisco - tasseLe tasse sulle imprese sono diminuite quasi del 10% nel 2014 (9,9%) e il prelievo sulle aziende si è ridotto di 2,6 miliardi di euro. Questo sgravio fiscale vale due terzi delle risorse necessarie per abolire la Tasi sulla prima casa (3,5 miliardi) ed è arrivato con gli interventi sull’Ace, l’Aiuto alla crescita economica, e sull’Irap. Ha beneficiato di queste misure oltre un’impresa su due (il 57,3%) e una su tre ha giovato di entrambi i provvedimenti.

La notizia emerge da un working paper dell’Istat condotto sulla base di un nuovo modello di microsimulazione basato sulle dichiarazioni fiscali delle imprese per analizzare l’impatto delle recenti riforme della tassazione aziendale. E che guarda al 2014, cioè prima dell’arrivo di nuovi sconti, scattati nel 2015: la più sostanziosa riduzione dell’Irap, dalla quale può ora essere tolto il costo del lavoro, e la decontribuzione sui nuovi assunti con il jobs act.

In particolare, viene analizzato l’effetto sui conti 2014 di di tre misure: il potenziamento dell’Ace che permette di dedurre dalle imposte il rendimento nozionale del capitale, la più ampia deducibilità del costo del lavoro dell’Irap e il nuovo trattamento delle perdite introdotto nel 2011.

I costi per l’erario della deducibilità dell’Irap sono di circa 1,2 miliardi l’anno e portano a un taglio delle tasse del 4,5% per le imprese. L’Ace, invece, a quattro anni dalla sua introduzione, pesa sulle casse dello Stato per 1,4 miliardi (il 60% in più di quanto stimato nel primo anno di applicazione) e comporta un taglio delle tasse per le aziende del 5,4%. Questa misura, secondo lo studio, è «la più efficace per stimolare la crescita» e i suoi benefici si manifesteranno a pieno con l’arrivo dalla ripresa, ma già adesso riguardano sia le piccole imprese che le grandi. Al contrario, secondo gli autori, l’impatto del nuovo trattamento delle perdite è ridotto.

La recente riforma della tassazione porta vantaggi soprattutto per le imprese industriali e di medio-grande dimensione, i gruppi di imprese e quelle del Nord Italia. La percentuale dei beneficiari aumenta all’aumentare della dimensione aziendale facendo ipotizzare che per le realtà di maggiori dimensioni sia più facile approfittare delle opportunità di sconti fiscali legati all’accumulo di capitale o alle assunzioni. In generale, «la pressione fiscale rimane alta nel commercio e nelle imprese di piccole dimensione», mentre è più bassa per le realtà appartenenti a gruppi.


Imu e Tasi, quattro imprese su dieci preferiscono l’accorpamento

Nonostante alcuni indicatori segnalino un’inversione di tendenza (Pil in rialzo, diminuzione dei fallimenti e crescita degli occupati), la ripresa appare ancora fragile, tanto che famiglie e imprese non pare se ne siano accorte. È il dato generale che emerge dall’Osservatorio Confcommercio-Format sulle imprese del terziario. L’indagine, costruita sul format “Le tre domande”, a giugno ha riguardato l’ipotesi di introduzione della local tax, il bonus di 80 euro e la riduzione del cuneo fiscale.

Ecco cosa ne pensano gli intervistati

LOCAL TAX

Sull’ipotesi governativa di introduzione di un’unica imposta locale, la cosiddetta “local tax”, al posto di quelle attualmente esistenti:

  • il 40,8% delle imprese del terziario preferisce l’accorpamento di Imu e Tasi. In prevalenza sono imprese del commercio e dei servizi, di piccole dimensioni, del Centro e del Sud Italia;
  • il 33% indica l’accorpamento di Imu, Tasi, Tosap e l’imposta di pubblicità. Sono soprattutto imprese del turismo e dei servizi, di piccole dimensioni;
  • il 26,2% sceglie l’accorpamento di Imu, Tasi e Tari. Sono in prevalenza imprese del commercio e dei servizi, di medie e grandi dimensioni, del Nord Ovest.

IL BONUS DI 80 EURO

Quanto al bonus di 80 euro erogato ai lavoratori dipendenti con reddito fino a 24.000 euro, la quasi totalità degli imprenditori del terziario, il 96,7%, non ritiene che sia una misura sufficiente per la riduzione della pressione fiscale.

LA RIDUZIONE DEL CUNEO FISCALE

Il Governo ha ridotto il cuneo fiscale escludendo il costo del lavoro dei dipendenti a tempo indeterminato dall’Irap. Per l’86,9% degli imprenditori del terziario ciò è insufficiente per il calo delle tasse sulle imprese. In particolare: il 77,5% ritiene che questa misura non vada incontro alle esigenze delle piccole imprese senza dipendenti, mentre il 22,5% vorrebbe ulteriori interventi sull’Irap, escludendo anche il costo dei lavoratori a tempo determinato.


Meno tasse alle imprese. Zogno ha preceduto Bergamo e raccoglie risultati

OLYMPUS DIGITAL CAMERA

L’area industriale di Zogno
 foto Galizzi G. – www.valbrembanaweb.com

 

Meno tasse e più agevolazioni per incentivare le attività produttive, industriali, artigianali e i negozi di vicinato. L’idea arriva dal Comune di Zogno che, in controtendenza con le restrizioni economiche e i tagli dettati dalla crisi, ha deliberato per il quinto anno di fila un pacchetto di sgravi fiscali per risollevare l’economia e dare slancio all’occupazione. A beneficiarne saranno soprattutto le piccole botteghe di prossimità, quelle più colpite dalla concorrenza delle grandi catene di distribuzione, ma ancora tanto preziose per le fasce deboli della popolazione, spesso impossibilitate a compiere lunghi spostamenti.

Ma pure le imprese industriali e artigianali, dove Zogno si segnala come precursore, con un piano di rilancio che, fatte le dovute proporzioni, somiglia a quello adottato di recente dal sindaco di Bergamo. «Che dire? Gori ha copiato da noi», scherza il vicesindaco e assessore al Commercio di Zogno Giampaolo Pesenti. Già, perché il progetto “Bergamo città semplice e low tax per attrarre imprese innovative”, promosso da Giorgio Gori per snellire la burocrazia e riportare in città aziende e start up, ha molti punti in comune con quello che a Zogno è diventato ormai un piano consolidato.

E i frutti si possono già raccogliere: «La nostra amministrazione è da sempre impegnata nell’individuazione di strumenti che incrementino il livello occupazionale nel nostro Comune – spiega Pesenti –. Con il presente provvedimento vogliamo confermare lo sgravio degli oneri di urbanizzazione a favore di tutte le imprese industriali e artigianali che intendono realizzare nuovi edifici produttivi, ristrutturare o ampliare quelli esistenti. Il bilancio di questi cinque anni è positivo: abbiamo avuto un potenziamento di insediamento produttivo nuovo con a regime 500 dipendenti ed è in corso un altro recupero di un’area industriale».

In particolare, il provvedimento prevede l’esenzione, almeno parziale, dal pagamento degli oneri di urbanizzazione primaria e secondaria relativi ai permessi di costruire rilasciati nel corso del 2015, a condizione che le opere di urbanizzazione primaria per rendere agibili gli edifici e le aree interessate dall’intervento siano esistenti o realizzate direttamente e contestualmente dalle imprese beneficiarie.

E da quest’anno c’è una novità in più che riguarda la tariffa sui rifiuti: «Dal 2015 il nostro pacchetto di interventi si arricchisce di un’altra agevolazione – prosegue il vicesindaco di Zogno – l’esenzione totale per due anni dal pagamento della Tari per chi inizia nuove attività produttive e industriali in capannoni realizzati su aree dismesse o in immobili inutilizzati. L’agevolazione Tari, potrà riguardare anche nuove attività produttive svolte in immobili già utilizzati».

È inoltre prevista una riduzione del 30% sulla Tari per i bar senza slot-machine: «Questo è un intervento significativo – precisa Pesenti – per combattere uno dei fenomeni di dipendenza più gravi all’interno della nostra comunità: la ludopatia».

Il piano di interventi del Comune di Zogno si completa con il mantenimento, anche per il 2015, di una aliquota Imu contenuta (pari allo 0,86%) sui capannoni industriali: «Le agevolazioni relative all’esonero della tariffa rifiuti nei due anni successivi all’apertura di una nuova attività nel corso del 2015, e l’aliquota Imu dello 0,86% – conclude il vicesindaco – sono applicate anche a favore delle attività commerciali di vicinato. Queste ultime, nel corso del 2015, saranno interessate anche da un bando comunale all’interno del distretto delle attrattività per ottenere contributi a favore della propria attività commerciale. Le agevolazioni sono cumulabili e non sono in contrasto con altre agevolazioni finanziarie previste da leggi comunitarie e nazionali, ma non verranno concesse a chi non è in regola con i versamenti contributivi assistenziali, previdenziali e con i tributi comunali».


“Ben venga la cedolare secca, ma gli affitti in centro restano insostenibili”

Sentierone_1Luciano Patelli, presidente Fimaa Bergamo, commenta con favore la proposta avanzata da Confcommercio e Anci per estendere la cedolare secca alle locazioni commerciali. I proprietari immobiliari potrebbero beneficiare di contratti agevolati nel caso affittino i negozi ad attività merceologicamente assenti individuate dalle amministrazioni comunali e riducano considerevolmente i canoni di locazione rispetto a quelli di mercato correnti.

«E’ un passaggio importante per fare rivivere le città e ricreare dei punti d’incontro specialmente in quei quartieri trasformati sempre più in dormitori. Purtroppo per rilanciare il commercio servono interventi ben più decisi. Ad ogni modo, nel caso la proposta venisse accolta, i risultati positivi non tarderanno ad arrivare come accade sempre quando vengono tradotte in pratica idee concrete ed efficaci come questa. La cedolare secca dovrebbe essere estesa però a tutte le attività commerciali, non solo a certi negozi e a determinate categorie merceologiche».

I canoni di locazione in questi anni si sono comunque già ridotti, eccezion fatta per il centro, dove gli affitti sono ormai insostenibili con i consumi al palo: “I contratti nelle zone più centrali non sono stati rivisti e per la maggior parte delle attività sono insostenibili, come mostrano chiusure eccellenti, con imprese storiche che si vedono costrette ad abbassare la saracinesca. Più che di agevolazioni sarebbe bene studiare tasse e canoni in base all’effettiva sostenibilità delle imposte. Molte imprese credono di poter far fronte ad un affitto elevato, ma in molti casi tra tasse e canoni alle stelle finiscono col reggere solo qualche anno o anche purtroppo solo alcuni mesi”.