Osterie d’Italia Slow Food: “Miglior carta dei vini” alla Trattoria Visconti di Ambivere

La Trattoria Visconti di Ambivere, presente nella guida Osterie d’Italia Slow Food dal 2003 e uno dei pochi locali a livello nazionale a potersi fregiare anche nell’edizione 2020 del triplice premio chiocciola-bottiglia-formaggio, è l’unica trattoria in assoluto a vedere riconosciuta la propria cantina come la più significativa tra tutte. Inoltre, è una dei sette locali della provincia di Bergamo recensiti in una guida che ne conta 1656 in tutta Italia.

È motivo di straordinaria gioia meritare una segnalazione di questo calibro che dà senso al lavoro appassionato che quotidianamente svolgiamo insieme ai nostri collaboratori, ai nostri produttori di fiducia e che già trova riscontro nell’entusiasmo dei tanti clienti curiosi di esplorare la nostra carta dei vini in continua evoluzione ma con tante etichette frutto di ricerca personale esplorando di persona cantine in tutta Italia, Europa e addirittura oltreoceano – dice il titolare Daniele Caccia . Una cantina che abbiamo costruito nel tempo con la convinzione che ogni piatto riesca esaltato da un calice con il vino capace di incontrare il gusto dei nostri ospiti e di valorizzare ingredienti e ricetta. Circa 900 le etichette presenti, suddivise in 200 bollicine, 100 vini bianchi, 500 vini rossi, 50 vini da dessert e 50 formati speciali”.

Punti forti della carta vini sono sicuramente i vini del territorio bergamasco, con predilezione per i produttori che rispettano la naturalità delle colture. Punte d’eccellenza in lista nella produzione di nicchia del Moscato di Scanzo Docg, dei Nebbioli della vicina Valtellina, bollicine di Franciacorta e vini da tutto il panorama nazionale con focus su piccole cantine di langa e toscana. Circa 120 gli Champagne in carta di cui più della metà importati direttamente e proposti in carta a meno di 50€ a bottiglia, inoltre è presente un’accurata selezione di Riesling della Mosella, bianchi e rossi francesi.

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TRATTORIA VISCONTI: LA STORIA

La presenza di un locale con mescita di vino e giochi di bocce risale agli ultimi anni dell’Ottocento. I primi documenti in nostro possesso che attestano l’esistenza della trattoria risalgono al 1932. Leone Visconti, nato nel 1893 nella frazione Genestraro di Ambivere, sposato e padre di 5 figli, viene a conoscenza della messa in vendita dello stabile in via Umberto I, in centro al paese: lo acquista con il terreno annesso con il “diritto a subingredire nella licenza di trattoria, per il prezzo di lire trentottomila” (come da trascrizione del Regio ufficio delle ipoteche di Bergamo in data 25 aprile 1932 X).

Leone Visconti e la moglie Adelina Locatelli gestiscono la trattoria fino al 1969: Leone si occupa della cantina oltre che della coltivazione dei vigneti e dei terreni circostanti; Adelina cucina gli animali da cortile allevati personalmente e le tante altre pietanze proposte agli avventori di ogni giorno così come pranzi più elaborati in occasione delle feste di paese.

Nel 1969 Leone lascia in eredità casa, terreni e licenza di trattoria ad uno dei figli, Alfredo. Dal 1992 la licenza viene trasferita a Maria Fiorella che opta per una ristrutturazione completa dei locali pur mantenendo inalterato l’aspetto esterno.

 

LA TRATTORIA VISCONTI OGGI

La Trattoria Visconti è una dimora dall’atmosfera raccolta e familiare, nel centro storico di Ambivere, un piccolo paese a pochi chilometri da Bergamo. La famiglia Visconti ne segue direttamente la gestione da quattro generazioni, attenta alle evoluzioni del gusto e alle esigenze di una clientela di cui cerca di stimolare la curiosità con iniziative speciali come serate a tema, incontri con produttori, osti, amici e vignaioli. La famiglia tutta impegnata nella gestione è composta da mamma Fiorella in sala con qualche salto in cucina, papà Giorgio che si occupa di orto, giardino e accoglienza, Daniele in sala e in cantina, Roberto ai fornelli.

Punti di forza della cucina sono l’utilizzo delle materie prime di territorio unite al rispetto delle preparazioni di tradizione bergamasca, accompagnate da scelte ben precise nell’utilizzo di farine non raffinate, lievito madre per la preparazione del pane fatto in casa, uova e carni del pollaio o di agricoltura biologica al fine di portar in tavola agli avventori preparazioni fresche e salutari.

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LA GUIDA OSTERIE D’ITALIA 2020

La buona cucina mantiene giovani. Il 17 settembre arriva in libreria Osterie d’Italia 2020, l’iconica guida dello star bene a tavola firmata Slow Food Editore che quest’anno entra nella quarta decade di vita ed è in forma come non mai: più ricca, più comoda, più di servizio. Per celebrare l’importante anniversario, Osterie d’Italia 2020 si presenta con una rinnovata veste grafica e un formato leggermente ridotto, ideale da portare in valigia, in borsa oppure nel portaoggetti dell’auto.

Anche nei contenuti ci sono delle novità: sempre nell’ottica di rendere Osterie d’Italia una perfetta compagna di viaggio, oltre alla tradizionale “chiocciolina” che segnala le eccellenze e alla “bottiglia” che premia le selezioni dei vini più interessanti e rappresentative del territorio, i curatori Marco Bolasco ed Eugenio Signoroni hanno pensato a nuove icone di servizio e a indicazioni per identificare le osterie vicine ai caselli autostradali e alle stazioni ferroviarie. Sono 1656 le osterie recensite dall’edizione 2020, con un incremento di 184 rispetto all’anno scorso e un ricambio del 20% circa. L’ambita Chiocciola è stata assegnata a 268 locali, mentre sono 399 quelli che si sono meritati la Bottiglia per l’offerta enoica. Per garantire l’attualità del giudizio e delle informazioni, ogni locale recensito è stato visitato – in forma rigorosamente anonima – negli scorsi 10 mesi. Sono state quasi 400 le potenziali nuove osterie provate, per un totale che supera i 2000 locali visitati dagli oltre 300 collaboratori della guida.

 La regione più rappresentata è il Piemonte con 143 osterie, mentre quella con il maggior numero di nuovi ingressi è la Campania con 37.

Da trent’anni Osterie d’Italia racchiude meglio di ogni altra pubblicazione i valori fondanti di Slow Food ed è non a caso una delle guide più vendute d’Europa. Osterie d’Italia non è soltanto una guida gastronomica ma piuttosto il racconto di un’Italia che a tavola coltiva le proprie tradizioni sapendole però declinare in chiave contemporanea. Proprio come le sue osterie che dopo il declino degli anni Novanta sono oggi – anche grazie all’opera di tutela e promozione di Slow Food – luoghi dell’innovazione e non della nostalgia, della qualità appassionata e non della “cucina alla buona”.

Le osterie selezionate da Slow Food sono in tutto e per tutto luoghi moderni, capaci di proporre un nuovo modello di ristorazione contrapposto alla moda dei consumi globali e fondato prima di tutto sul fattore umano: sul piacere di stare bene a tavola, scoprendo i sapori della tradizione locale più genuina senza rinunciare alla qualità del servizio e dell’ambiente. Ogni locale è una finestra su un microcosmo economico, sociale e culturale dove si pratica quella cultura del territorio che proprio Slow Food da sempre applica e diffonde. Una cultura nella quale il giusto valore torna a prevalere sul prezzo imposto, anche nel listino. Osterie d’Italia 2020 è stata presentata il 16 settembre al Piccolo Teatro di Milano. Nel corso dell’evento sono stati presentati gli osti che si sono meritati la Chiocciola e sono stati attribuiti sei premi speciali: miglior novità, miglior giovane, miglior carta dei vini, miglior interpretazione della cucina regionale, miglior dispensa, miglior oste.


I bergamaschi a Cheese: Presìdi, aziende e pure la birra

 

L’undicesima edizione di Cheese scalda i motori. La grande manifestazione casearia organizzata, ogni due anni, da Slow Food Italia e Città di Bra è in programma dal 15 al 18 settembre nella cittadina incastonata tra Langhe e Roero. Quest’anno il focus è sui formaggi rigorosamente a latte crudo e sulle storie di centinaia di allevatori e casari eroici provenienti da tutto il mondo.

Folta, come sempre, la pattuglia delle aziende bergamasche. A cominciare dai Presìdi Slow Food che sostengono produzioni tradizionali e di piccole dimensioni che altrimenti andrebbero perdute. Dalla Bergamasca arriveranno quello dell’Agrì di Valtorta e dello Stracchino all’antica delle valli Orobiche.

Per quanto riguarda le aziende, l’appuntamento è in piazza Carlo Alberto e piazza Roma, con il Mercato italiano e internazionale di Cheese che espone i migliori prodotti di casari, pastori, formaggiai e affinatori italiani e di tutto il mondo. Ci saranno Quattro Portoni di Cologno al Serio, Casarrigoni di Taleggio, Arrigoni Battista di Pagazzano, presente con il consorzio Gourm.it, La Via Lattea di Brignano Gera d’Adda e Sergio Arrigoni di Taleggio.

In piazza Spreintenbach troverà posto, invece, la Piazza della birra, e tra i birrifici artigianali presenti è stato selezionato anche il Birrificio Indipendente Elav di Comun Nuovo.

Per il resto, la quattro giorni offre appuntamenti, iniziative e prodotti di ogni tipo, dalle piazze tematiche ai laboratori, dagli incontri alle degustazioni, agli spettacoli.

Tutte le info su cheese.slowfood.it


Slow Fish, il pesce buono e sostenibile torna protagonista a Genova

Slow Fish, l’evento internazionale dedicato al pesce e alle risorse del mare, approda al Porto Antico di Genova dal 18 al 21 maggio 2017.

“La rete siamo noi” è il tema dell’ottava edizione dell’appuntamento – organizzato dall’associazione Slow Food Italia e dalla Regione Liguria, in collaborazione con il Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali – che a partire dal 2004 ha consolidato un insieme di conoscenze, scambi e relazioni tra centinaia di “nodi”: pescatori, artigiani e cuochi da tutto il mondo che si incontrano per condividere e sostenere un approccio buono, pulito e giusto alla filiera ittica, alla biodiversità marina e all’equilibrio delle acque dolci.

Per saperne di più tornano anche le Conferenze, in cui i grandi temi scientifici al centro dei dibattiti internazionali – cambiamento climatico, valorizzazione delle risorse e sprechi – sono approfonditi da ricercatori, interpreti del mondo della pesca e istituzioni con un linguaggio accessibile e diretto.

Per aiutare i visitatori a “leggere” l’evento, i ciceroni di Slow Food propongono i Percorsi Slow “Che pesci prendere”, pensati per le scolaresche e il pubblico in visita. Il punto di partenza è Casa Slow Food, dove incontrare le comunità della pesca provenienti da tutto il mondo, aggiornarsi sui progetti della Chiocciola e sfogliare le ultime novità pubblicate da Slow Food Editore.

Da qui si salpa per un divertente viaggio tra gli stand, dove dialogare con esperti ed espositori, assaggiare specialità ittiche e approfondire le tematiche al centro della manifestazione. Come ad esempio il binomio cibo-salute, per chiarire dubbi e sfatare falsi miti sul pesce a tavola, grazie ai Master of Food guidati da dietisti e cuochi. Non può mancare un focus sulla tutela della biodiversità, narrata (e proposta in degustazione) dagli chef dall’Italia e dal mondo all’opera nei 15 appuntamenti della Cucina dell’Alleanza: un vero e proprio teatro in cui gli attori cucinano e raccontano gli ingredienti delle loro ricette, provenienti da produzioni rispettose dell’ambiente e del benessere animale.

E per chi vuole vedere i protagonisti della rete internazionale sbizzarrirsi ai fornelli, l’appuntamento è tra le bancarelle di pesce fresco e conservato, olio, sale e spezie del Mercato con i Fish-à-porter: una cucina, nello stile della Boqueria di Barcellona, nella quale cuochi e pescatori si alternano preparando piatti semplici e gustosi e spiegandone la storia, gli ingredienti, le particolarità.

Coorganizzatrice di Slow Fish fin dalla sua prima edizione, la Regione Liguria presenterà quest’anno uno spazio di promozione turistica dal nome #Lamialiguria, caratterizzato da ristorazione continua e degustazioni, incontri con pescatori e artigiani, laboratori del gusto con il pesto in diretta.

Ma non finiscono qui le novità di Slow Fish 2017, che si affiancano agli appuntamenti ormai immancabili per gli habitué della manifestazione genovese: oltre all’Enoteca con 300 etichette italiane, Piazza delle Feste ospita la Mixology, per imparare a bere consapevolmente e carpire tutti i segreti dai migliori bartender genovesi. Ai calici di vino e ai cocktail si abbinano le creazioni di Pizza n’ Fish, con i pizzaioli italiani attenti alla ricerca delle materie prime di stagione e del proprio territorio, e le proposte del Punto Gamberi, per apprezzare i gamberi rossi e rosa appena pescati nelle acque sanremesi, nelle loro forme più pure e sublimi, semplici ed essenziali.

Gli amanti della tradizione brassicola italiana possono invece soddisfare la propria curiosità ricercando il proprio stile in Piazza Caricamento e abbinando a un buon boccale di birra lo street food delle Cucine di strada, dei Food truck e degli spazi delle regioni italiane: un vero e proprio condensato di tradizioni gastronomiche regionali on the road. E per completare in bellezza la giornata a Slow Fish, ecco i grandi nomi della gastronomia italiana negli Appuntamenti a Tavola: sei cene i cui protagonisti sono piatti che parlano di acque dolci e mari aperti, dall’anteprima di mercoledì 17 a domenica, godendo dell’affascinante vista di Eataly Genova o respirando le atmosfere del centro storico con il Cavo Ristorante.


Al Gigianca, l’osteria in città

Anche se non ci sono le classiche tovaglie a quadretti bianchi e rossi e tavoli e sedie di arte povera, ad imitare i locali del passato, l’Osteria Al Gigianca, col sottotitolo di “premiata officina gastronomica”, si propone come autentica osteria in città, rispettando, debitamente aggiornati ai tempi, lo spirito e la cucina di questa tradizione. Un carattere riconosciuto anche dall’ultima edizione della guida Osterie d’Italia di Slow Food, dove è presente, unica segnalazione nel perimetro cittadino, dal 2014 e dove ha mantenuto il simbolo della bottiglia, a sottolineare la particolare attenzione alla carta dei vini.

Luigi “Gigi” Pesenti, 40 anni, e la moglie Alessia Mazzola, 38, hanno iniziato questa attività nel 2010 a Bergamo in via Broseta al numero 113, in una saletta luminosa, arredata con gusto, che può ospitare al massimo 40 coperti. Una dimensione che già di per sé suggerisce il loro orientamento verso un rapporto molto stretto con la clientela: la qualità, insomma, piuttosto che i numeri. A chiarire ulteriormente gli obiettivi c’è l’adesione al progetto SlowCooking, una rete di ristoranti lombardi che si riconoscono nei concetti di semplicità, valorizzazione delle materie prime, rispetto pragmatico per coloro che lavorano la terra, amore verso il proprio territorio.

«Alessia ed io venivamo da esperienze diverse – racconta Gigi Pesenti –. Io facevo il promoter di eventi anche musicali mentre lei è laureata in Scienze dell’educazione e per pagarsi gli studi lavorava in una pizzeria da asporto. All’inizio abbiamo avuto a disposizione uno chef professionista, che per sette mesi ha insegnato ad Alessia a gestire la cucina, poi abbiamo camminato con le nostre gambe. Visto che nella mia precedente attività ero parecchio in viaggio, nell’impostare la nostra linea mi sono rifatto a quello che mi piaceva trovare come cliente».

La carta di Al Gigianca è abbastanza contenuta ma di certo stuzzicante. Si tratta di una cucina che prende spunto dal territorio, da alcune ricette della tradizione magari con qualche variante, ma fondamentale è il riferimento al bacino per il reperimento delle materie prime. «Siamo molto legati alla stagionalità – prosegue Pesenti -. Per le verdure abbiamo il nostro orto a Locate, che viene coltivato dal papà di Alessia, e poi ci riforniamo da una cooperativa bio. In carta abbiamo solo pesce di lago mentre per il menù di mezzogiorno usiamo pesce azzurro nel rispetto della sostenibilità. Anche per le carni siamo attenti ai metodi di allevamento e produzione, vogliamo che gli animali siano rispettati, che si tratti di allevamenti etici».

al-gigianca-pecora-gigante-bergamasca-con-crema-di-patate-e-chutney-di-barbabietolaQuesti principi si concretizzano in una serie di piatti tra i quali spiccano il baccalà mantecato con crostini di polenta o la Caesar Salad con pecora gigante bergamasca tra gli antipasti, il risotto ai peperoni e patè di missoltino oltre agli immancabili casoncelli alla bergamasca tra i primi, mentre tra i secondi sono particolarmente gettonati il coniglio alla bergamasca con polenta, le lumache trifolate, la pecora gigante bergamasca con crema di patate e chutney di barbabietola e il filetto di lavarello del Sebino. I prezzi vanno dai 10-12 euro di antipasti e primi, ai 13-17 dei secondi, mentre per i dolci si spendono in media 6 euro.

al-gigianca-orto-autunno-2015«Abbiamo due menù degustazione (da 32 o 35 euro ndr.) – ricorda il patron – ed i clienti che vengono da fuori ci chiedono prevalentemente i casoncelli, la pecora bergamasca, il coniglio e il baccalà. Quanto ai vini, sono un appassionato e per questo ne abbiamo una buona selezione sia di italiani sia di altre nazioni come Francia, Germania, Austria, Slovenia, Spagna e Ungheria. Particolare riguardo dedichiamo anche ai formaggi, sempre di produzione locale, con la presenza di presìdi Slow Food».

E se Gigi si muove bene in sala, ai fornelli c’è Alessia, una passione per la cucina. «Passione e cuore sono i primi ingredienti – afferma convinta –. Io li ho ereditati da mia mamma Sandra che ha fatto la cuoca nelle mense scolastiche e le mamme dei bambini andavano a chiederle come mai a scuola mangiassero i broccoli e a casa no!». «Personalmente – spiega – seguo la tradizione e sono poco propensa ad innovare per forza, l’ispirazione mi viene da quello che vedo, da quello che trovo dai fornitori e da ciò che offre la stagione. Adesso, ad esempio, stiamo proponendo la tagliata di pecora gigante bergamasca, è ancora fuori dalla carta perché è un piatto che si esaurisce in fretta. La carne ce la porta la moglie del pastore, Danilo Agostini di Bolgare, che praticamente è in perenne transumanza. È un animale che mi dà grande sicurezza anche per il modo in cui viene allevato e poi pure della pecora non si butta via niente. Tolti i tagli nobili, con il resto si fanno il ragù e le polpette e con le ossa si fa il fondo». A dimostrare che anche il titolo di premiata officina gastronomica è pienamente meritato.

LA PROVA

Come d’abitudine assaggiamo la proposta per la colazione di lavoro. Al Gigianca il menù è inserito nella carta stessa ed è graficamente ben curato, soprattutto molto chiaro: un piatto 11 euro, due piatti 16 euro, due piatti più il dolce del giorno 19 euro. Coperto, acqua, un bicchiere di vino della casa e caffè sono compresi.

La scelta non è molto ampia in termini numerici ma è l’originalità dei piatti, non banali e nemmeno ricorrenti nei menù a prezzo fisso, a fare la differenza in senso positivo.

Crema di carote e zenzero con calamari e crostini alle erbe, maccheroncini ai broccoli e salsiccia, orecchiette alle cozze e fagioli sono le opzioni tra i primi piatti. Costine di maiale con verza e polenta e pesce del giorno (nell’occasione la trota), invece, le proposte per i secondi. Tutti piatti, soprattutto i primi, che stimolano la curiosità oltre all’appetito. Qualche attimo di indecisione e poi puntiamo sulle orecchiette alle cozze e fagioli e sulle classiche costine di maiale con verza e polenta che contenevano anche del buon cotechino.

Due piatti decisamente apprezzabili per scelta e preparazione che unitamente al servizio impeccabile e alla raffinatezza, non appariscente ma piacevole, del locale rendono il rapporto prezzo-qualità ottimo.

algigianca-salaOsteria Al Gigianca

via Broseta 113
Bergamo
tel. 035 5684928
chiuso la domenica tutto il giorno e il lunedi a pranzo


Slow Food, la proposta della Bassa: «Bergamo unita in una sola Condotta»

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«La Fao riconosce a Slow Food il più grande progetto mondiale di conservazione della Biodiversità. È il più grande bene della Comunità e noi vogliamo che sia affidato proprio alla Comunità il compito di salvaguardarlo». Parole del vicepresidente nazionale di Slow Food, il bergamasco Lorenzo Berlendis, in apertura dell’assemblea annuale dei soci della Condotta Slow Food Bassa Bergamasca nella sala delle Capriate al Castello di Pagazzano.

Salvare e valorizzare i prodotti della terra è quindi la prima azione di tutela della Biodiversità e Slow Food Bassa Bergamasca intende essere in prima linea su questo fronte con una serie di azioni tutte legate al territorio. Lo ha spiegato bene la fiduciaria della Condotta, Barbara Schiavino, che ha elencato le iniziative messe in campo lo scorso anno: «L’attività 2015, tra i tanti eventi organizzati, è stata caratterizzata da due impegni prioritari proprio sui temi della biodiversità, anzitutto il grande lavoro svolto in vista e all’interno di Expo – ha detto mentre scorrevano le foto degli interventi della delegazione trevigliese al Padiglione Slow Food di Expo a Milano –  e poi la valorizzazione dell’agroalimentare del nostro territorio, con l’indagine e il sopralluogo a tante aziende ed esercizi agroalimentari, la selezione sulla base di criteri di qualità e sostenibilità ambientale ed il successivo inserimento nella nuova Guida nazionale “Fare la spesa con Slow Food”:  ben 25 tra aziende di produzione e di trasformazione e botteghe della Bassa sono state selezionate e pubblicate. Sono gli artigiani del cibo, sono loro i primi difensori della biodiversità». Schiavino ha anche sottolineato l’impegno di Slow Food nel fare rete e nel coinvolgere in eventi e progetti le associazioni del territorio, alcune delle quali presenti in sala.

Per celebrare la ricorrenza del trentesimo anniversario dalla fondazione di Slow Food, Chicco Crippa ha annunciato importanti novità e un calendario ancora più ricco di appuntamenti in grado di coinvolgere tutto il territorio di competenza, la pianura che va dall’Oglio all’Adda. «Due gli ambiti prioritari che confermiamo nel 2016 per diffondere la cultura della Biodiversità e promuovere il diritto  al “cibo buono, pulito e giusto” per tutti, la scuola e quella che noi chiamiamo la “Comunità del cibo”. L’impegno didattico anzitutto: proseguirà la  collaborazione con la Cooperativa Alboran, la rete S.O.S. e Labter Treviglio, in alcuni progetti sulla biodiversità e la cultura del cibo, che coinvolgeranno gli Istituti Superiori della città. Due filmati realizzati dagli stessi studenti hanno mostrato il lavoro della Condotta all’interno della Suola professionale “Lavorare nell’agroalimentare” di Caravaggio, degli istituti professionali ABF e Zenale Butinone di Treviglio. È stato avviato anche il “Progetto Nuova Pelesa”,  un nuovo lavoro di ricerca e comunicazione multidisciplinare che intende approfondire gli aspetti storici, agronomici, culturali ed ambientali di quel sito e del nostro territorio di pianura. Da quest’anno poi l’ulteriore novità di un intervento anche a livello di scuola dell’infanzia con la realizzazione di  un orto didattico all’interno della scuola materna “Il cerchio magico” di Treviglio».

slow food bassa bergamasca - assemblea 2016 - platea ritLa biodiversità sarà protagonista da subito, domenica 10 aprile in occasione della ricorrenza dello Slow Food Day alla Cascina Pelesa di Treviglio, con la raccolta e la Sagra dell’asparago biologico e il successivo giovedì 14 in piazza Garibaldi con la presentazione e degustazione del “menù biodiverso” preparato dagli studenti cuochi e pasticceri di ABF. Imperdibile l’inaugurazione del “Mercato della Terra” (il 9 aprile in piazza Dante a Bergamo), organizzato insieme alle altre due condotte bergamasche.

Da segnalare anche due partecipazioni importanti: al Salone del Gusto-Terra Madre di Torino e al festival “Bucineinfiore”, in Toscana, dove con il patrocinio della Pro Loco trevigliese, verranno presentati alcuni prodotti tipici della zona. Nel corso dell’anno, a maggio verrà organizzato un corso di degustazione della birra artigianale e in autunno un corso base di degustazione del vino. Continuerà la collaborazione con Libera nel promuovere l’educazione alla legalità e l’informazione contro la piaga delle Agromafie; proseguirà l’impegno nella difesa del suolo e del territorio agricolo in collaborazione con Legambiente. Insieme a tante altre iniziative: per conoscere l’olio bergamasco e l’attività di frantoio, per visitare aziende locali e degustarne i prodotti, per conoscere il parco dell’Oglio e la sua enogastronomia, per riscoprire storie e ricette di antiche osterie di pianura, per partecipare con “laboratori del gusto” a feste e sagre gastronomiche.

E alla fine, la ciliegina di una proposta “politica” lanciata dalla Bassa alle Condotte sorelle di Bergamo e Valli orobiche: «Uniamoci in un’unica grande condotta provinciale che promuova, in maniera ancora più forte ed univoca in tutta la Bergamasca, la filosofia e l’azione a favore del cibo “buono, pulito e giusto” coordinando tutti i progetti e le iniziative, comunicando con un unico sito Internet, ma organizzandoci in modo decentrato con  delegazioni territoriali».

L’assemblea ha approvato il Bilancio economico e finanziario della Condotta e si è chiusa con il saluto di Slow Food Lombardia portato dalla segretaria regionale Gigliola Casati. L’incontro è proseguito, come vuole la tradizione, in forma conviviale con la cena dei soci a base di prodotti della nostra terra e dei nostri artigiani del cibo. E non poteva mancare un brindisi finale ai 30 anni di Slow Food.

 


Osterie Slow Food, a Bergamo confermate due “Chiocciole”

un piatto della Trattoria Dentella di Bracca

 

Ha debuttato al Cheese di Bra (Cn) l’edizione 2016 della guida Osterie d’Italia di Slow Food, il volume che racconta la ristorazione italiana di tradizione e di territorio, giunto alla 26esima edizione.

Nella lista delle “Chiocciole”, simbolo attribuito ai locali in particolare sintonia con la filosofia Slow Food per ambiente, cucina e accoglienza, assegnato in totale a 250 insegne, Bergamo ottiene due conferme. Il riconoscimento è infatti andato ancora una volta alla Trattoria Dentella di Bracca e all’Osteria Burligo di Palazzago.

Nella sezione “Formaggi” che raccoglie i locali con un’ottima selezione di prodotti caseari la segnalazione è di nuovo per Dentella, mentre al capitolo “Bottiglie”, che rimarca la presenza di una bella proposta di vini, all’Osteria Burligo si aggiungono il ristorante Collina di Almenno San Bartolomeo e l’Osteria Al Gigianca di via Broseta a Bergamo.

Queste le anticipazioni emerse in sede di presentazione.

Rispetto al 2015, la guida segnala 146 locali in più, sopratutto in Liguria e a Venezia. Salutando la guida e gli osti presenti, Carlo Petrini, fondatore di Slow Food, ha definito le osterie «salde espressioni delle passate generazioni e delle nuove originalità dei giovani». «Noi con Osterie d’Italia – ha spiegato – ci siamo impegnati a mantenere alta l’attenzione su questo autentico modo di interpretare la ristorazione, in un momento in cui persino i grandi chef hanno capito che l’alta ristorazione non può essere tale senza la cura della materia prima, il valore aggiunto del territorio, il prezioso sapere delle conoscenze tramandate. La moda passa, una nuova scuola si può imporre, ma le buone pratiche e la cura per la qualità rimangono sempre».

«Rispetto a 25 anni fa oggi è più difficile fare la guida – hanno affermato i curatori Marco Bolasco ed Eugenio Signoroni -. Non è più, infatti, solo un lavoro di ricerca, ma di vera e propria selezione per distinguere cosa è identitario e autentico e cosa non lo è».

Tra le novità, il simbolo della “Chiave” assegnata alle osterie che offrono ospitalità per la notte. Sono inoltre segnalate le osterie accessibili anche ai disabili o disponibili a preparare menù senza glutine, quelle che aderiscono al progetto Alleanza Slow Food dei cuochi, che hanno un orto di proprietà o un menù vegetariano. La selezione Scelti per voi, invece, indica i piatti più significativi della regione e le osterie in cui gustarli.

Per ampliare lo sguardo a tutto il mondo della gastronomia, sono segnalati anche bar e pasticcerie per una sosta piacevole e negozi in cui acquistare prodotti locali di qualità. C’è pure la sezione Oltre alle osterie, con locali di particolare eleganza e legati ai princìpi di Slow Food, ma il cui prezzo è troppo elevato per rientrare nella selezione delle osterie.

I numeri della guida 2016

1.707 Locali segnalati
250 Chiocciole
190 Locali del Buon Formaggio
372 Locali rinomati per i vini
513 Locali con orto di proprietà
458 Locali che propongono un menù vegetariano
282 Osterie con alloggio
146 Nuove segnalazioni rispetto all’edizione 2015
380 Collaboratori


Erbe spontanee, a Ornica raccolta e cena itinerante

Come ormai tradizione, all’interno della manifestazione Le Erbe del Casaro, che si svolge nei comuni di Altobrembo, la nostra Condotta Slow Food Valli Orobiche organizza, con la cooperativa Donne di Montagna di Ornica, la “Passeggiata delle Buone Erbe Spontanee” con l’accompagnamento di Marilisa Molinari, fitopatologa di ERSAF Lombardia, che rillustrerà anche le caratteristiche e l’utilizzo delle erbe spontanee di montagna in cucina.

Il programma della giornata:

ore 15 – ritrovo a Ornica all’ufficio turistico. Si raccomandano calzature e abiti adatti e cestini di vimini o borse di tela per la raccolta delle erbe (niente plastica sottolineano i promotori)

ore 15,30 – passeggiata di riconoscimento e studio di erbe e fiori per prati di Ornica

ore 18 – conferenza sulle erbe spontanee delle nostre valli con audiovisione;

ore 19,30 – cena itinerante nel borgo con menù a base di erbe spontanee (salame e formaggi nostrani, focaccia al sambuco e torte salate con silene; viarol e lasagne con erbette; arrosto farcito con silene e formaggio, patate e polenta; torte caserecce e caffè)

Allieteranno la serata ”Gli Alegher”

Il costo è 25 euro, i posti disponibili 50

Prenotazioni: Silvio Magni 335 336 334 condotta@slowfoodvalliorobiche.it; Donne di Montagna 345 4108 538 info@albergodiffusoornica.com entro e non oltre il 28 maggio


Treviglio, al via la raccolta fai da te di asparagi

asparago castel cerretoLe incertezze meteo non lo rendono ancora un appuntamento sicuro, ma è un inconveniente che va messo in conto se si vuole entrare in contatto con la campagna e i suoi ritmi. L’iniziativa è però di quelle interessanti, perché riguarda un prodotto la cui coltivazione non è troppo diffusa in Bergamasca, l’asparago, e perché lo si può raccogliere da soli sul campo, con tutta la soddisfazione che questo comporta.

Domenica 26 aprile alla Cascina Pelesa di Castel Cerreto, frazione di Treviglio, viene organizzata la “Sagra del primo asparago” con stand e bancarelle di prodotti a chilometro zero e di associazioni e la raccolta fai da te dei preziosi turioni, coltivati sui terreni della cascina con metodo biologico dalla Cooperativa Castel Cerreto. La manifestazione, realizzata in collaborazione da diverse associazioni, è stata scelta dalla Condotta della Bassa bergamasca di Slow Food per celebrare lo Slow Food Day, la giornata dedicata alla presentazione delle attività e dei valori del movimento che si tiene in questo mese su tutto il territorio nazionale.

Per chi vuole raggiungere la cascina in bicicletta l’appuntamento è alle 9.30 alla Cooperativa famiglie lavoro, per un percorso di circa 5 chilometri adatto anche per i bambini. Alle 11 è prevista l’apertura degli stand, alle 12.30 l’aperitivo solidale promosso da Arci Fuorirotta e alle 13 il pranzo a cura degli Amici del Serìt con dimostrazioni e consigli in diretta per la preparazione dei piatti a base di asparagi. Nel menù anche salumi e formaggi a km zero, vino e birre artigianali. Nel pomeriggio sono in programma una sessione di percussioni di gruppo (drum circle), un concerto di musiche e balli da tutto il mondo e due Laboratori del Gusto, quello per i grandi  ha per titolo “Degustare, non solo mangiare”, mentre ai piccoli è invece dedicato “Prepariamo insieme dolci coccole”.

Se domenica non siete liberi o se il meteo costringerà gli organizzatori a rimandare alla prossima settimana (per gli aggiornamenti c’è la pagina Facebook dell’azienda agricola), nessun problema. Castel Cerreto ha scelto l’autoraccolta come modalità di vendita, quindi è sempre possibile concedersi il gusto di fare la spesa sul campo, non solo di asparagi, ma anche di frutta, ma mano la stagione prosegue (fragole, albicocche, piccoli frutti, meloni, uva da tavola e kiwi).

La Cascina Pelesa è in via Canonica 148.  Contatti Slow Food: Chicco Crippa 335 8127207 – slowdood.treviglio@gmail.com

 


Slow Food Day, a Bergamo mercato agricolo e taglieri

slow food-day quadratoSabato 18 aprile si tiene in tutta Italia la quinta edizione dello Slow Food Day, giornata in cui le Condotte si mettono a disposizione per dare informazioni su Slow Food e sui principali progetti associativi, per far conoscere i Presidi, i prodotti delle Comunità del cibo e quelli dell’€™Arca del territorio, per offrire momenti didattici e divulgativi insieme agli agricoltori locali che producono in modo sostenibile. Le manifestazioni di quest’anno sono dedicate al cibo quotidiano “Buono, Pulito e Giusto”.

In città l’appuntamento è in piazza Pacati, nel quartiere di Monterosso, dalle 9 alle 14. La Condotta Slow Food Bergamo sarà presente al “Mercato Agricolo e Non Solo” insieme con la Cooperativa Sociale Aretè, Comunità del Cibo – Terra Madre – Slow Food, che per l’occasione presenterà il libro “Progetto Aretè – Costruzione di un modello di impresa agricola con finalità sociali”. Organizzerà anche un incontro di educazione alimentare per la prima classe della scuola media Camozzi di Monterosso presso l’ostello e preparerà il “Tagliere slow” composto dai prodotti del Mercato, accompagnati dal pane di filiera bergamasca del progetto Aspan e dai vini del Consorzio Valcalepio.  Contatti: enrico.radicchi@tiscali.it 348 2896002; Stefano Golino fiduciario@slowfoodbergamo.it 334 1181594

La Condotta della Bassa bergamasca sarà invece in campo domenica 26 alla Cascina Pelesa (via Canonica 148 – Treviglio – frazione Geromina), ospiti della Cooperativa agricola Castel Cerreto, per una giornata che avrà come protagonisti gli asparagi biologici, con possibilità di raccolta fai da te e tante altre iniziative.Contatti: Chicco Crippa 335 8127207 – slowdood.treviglio@gmail.com

 


Slow Food, sette aziende orobiche in fiera a Stoccarda

Logo fiera SLOW FOOD - stoccardaSpecialità bergamasche in vetrina in Germania, a Slow Food, fiera del buon gusto dei prodotti alimentari artigianali che si terrà a Stoccarda dal 9 al 12 aprile 2015.

La manifestazione è ispirata ai principi del “buono, pulito e giusto” sui quali si basa la filosofia Slow Food ed è una grande mostra–mercato durante la quale i visitatori potranno acquistare, scoprire e degustare generi alimentari e gastronomici di provenienza mondiale.

Sette le imprese bergamasche presenti grazie al piano di partecipazione coordinato da Confartigianato Bergamo: il caseificio Latteria Sociale Valtorta, il salumificio Ca’ del Botto srl, l’Azienda Agricola Tenuta degli Angeli e l’Azienda Agricola Salera, la panetteria Bontà del Grano, il birrificio Hop Skin srl ed il Pastificio Orobico srl.

Ad arricchire la promozione dei prodotti enogastronomici ci sarà la presentazione in chiave turistica del territorio bergamasco, in particolare della zona del Lemine, grazie alla partecipazione presso lo stand del personale dell’antenna del Romanico. L’iniziativa rafforza la proficua collaborazione avviata già da tempo con la Regione del Baden-Württemberg e, nello specifico, l’accordo tra la Città di Ludwisburg e la Camera di Commercio di Bergamo assieme ad Imprese & Territorio, per promuovere una cooperazione bilaterale tra i territori di Bergamo e Provincia e della Regione di Stoccarda.

Confermando tale volontà, l’8 aprile a Ludwisburg, il presidente della Provincia di Ludwisburg, Rainer Haas riceverà la delegazione di imprese partecipanti alla Fiera.