BlaBlaCar, ecco quali viaggi condividono i bergamaschi

Tra costi dell’auto privata e poca comodità dei servizi pubblici, anche i Bergamaschi hanno individuato nella condivisione dei passaggi un’alternativa. È così che BlaBlaCar, la più grande community di passaggi in auto, con oltre 25 milioni di utenti iscritti in 22 Paesi, è arrivata a registrare nella nostra provincia la quota di 10.200 utenti, che ogni mese usano il sistema per i propri spostamenti, con trend in costante crescita.

Le destinazioni principali per i viaggi da Bergamo – secondo i dati forniti da BlaBlaCar – sono Milano, Torino, Verona, Padova, Trento, Bologna, Venezia, Genova e Roma. La distribuzione dei viaggi durante l’anno è abbastanza stabile, con dei cali solamente ad agosto e gennaio per i viaggi verso tutte le città, a testimonianza che gli spostamenti sono spesso legati a ragioni di lavoro.

Ma pure per andare in vacanza il sistema che mette in contatto automobilisti con posti liberi a bordo delle proprie vetture e persone in cerca di un passaggio per la medesima destinazione piace. Considerando solo le offerte di passaggio disponibili da Bergamo questo fine settimana, per cui è previsto bel tempo, si notano numerosi viaggi verso le destinazioni di mare e montagna: da Genova a Riccione, dal Trentino alla Valle d’Aosta.

A raccontare il percorso da startup a leader globale di BlaBlaCar, sarà in città sabato 16 aprile (alle 17, al Bergamo Science Center in piazzale degli Alpini) Silvia Conti, PR manager Italia, che farà luce su questo settore, che congiunge le nuove dinamiche del web alle più tradizionali, seppur sempre attuali, problematiche legate alla viabilità e ai trasporti.

Il servizio permette di risparmiare fino al 75% sul costo totale del viaggio, con l’ulteriore vantaggio della maggiore piacevolezza data dal poter incontrare nuove persone e scambiare quattro chiacchiere durante il tragitto.

L’appuntamento con Silvia Conti è inserito nel calendario @aperinfo di Talent Garden Bergamo in collaborazione con UBI Banca Popolare di Bergamo e Associazione BergamoScienza. È aperto a tutti su prenotazione, fino ad esaurimento dei posti. A seguire uno spritz tutti assieme.


Soggiorni in case private, obbligatorio comunicare le generalità degli alloggiati

foto bed & breakfastAnche per i soggiorni brevi in case private è necessario identificare e comunicare alla polizia le generalità chi vi alloggia.

Il Ministero dell’Interno, sollecitato da Federalberghi, chiarisce, con una nota, l’obbligo di trasmettere alle questure l’identificazione di chi passa anche solo qualche giorno di vacanza presso privati che affittano immobili o stanze per periodi brevi. La notizia è stata accolta con favore da Ascom Bergamo.

«La nota del Ministero è per noi importante, perché definisce con chiarezza un obbligo fondamentale per la sicurezza – commenta Giovanni Zambonelli, presidente degli Albergatori di Ascom Bergamo -. Come Associazione siamo favorevoli allo sviluppo di nuove forme di ospitalità, ma vorremmo che avessero regole chiare e condivise. Il libero mercato è un mercato in cui tutti possono partecipare, ma a parità di condizioni, e questo ora non sempre avviene. Auspichiamo che lo stesso criterio di uguaglianza  venga esteso anche alla parte fiscale oggi ancora avvolta nell’incertezza».

La nota del Ministero nasce in risposta ad una richiesta di chiarimento di Federalberghi che da tempo richiama l’attenzione delle istituzioni sui rischi indotti dalla proliferazione di attività di accoglienza, che, sotto la definizione di “sharing economy”, ha generato di fatto un mercato parallelo che si sottrae a qualunque obbligo, a partire da quelli basilari in materia di sicurezza. Ora la risposta del Ministero introduce una maggiore chiarezza, ponendo l’obbligo di segnalazione per tutti coloro che svolgono attività ricettiva in modo non episodico e occasionale e con finalità di lucro e quindi anche per chi affitta il proprio immobile per periodi brevi.


Giovane e “smart”: ecco il profilo di chi condivide il viaggio

Giovane sì, ma non per forza studente. Ha un età media di 31 anni (il 76% degli utenti si colloca nella fascia tra i 18 e i 40 anni, mentre il 16% ha un’età compresa tra i 41 e i 50 anni) il viaggiatore italiano che utilizza il ride sharing, ossia la condivisione di un passaggio in auto per lunghi spostamenti e delle spese relative. Lo ha evidenziato una ricerca dell’Istituto di Management della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa una platea di 5mila utenti di BlaBlaCar. È emerso che solo il 21% dei ride sharer è costituito da studenti, mentre ben il 71% è i composto da lavoratori attivi (in maggioranza impiegati e liberi professionisti). Tra questi, il 69% ha un contratto a tempo indeterminato e il reddito lordo annuo in media è di 24.000 euro.

Il 60% degli intervistati risiede nel Nord Italia: il 20% in Lombardia, il 12% in Emilia Romagna e l’8% nel Veneto, ma anche regioni del Centro come Lazio e Toscana si trovano ai primi posti con rispettivamente l’11% e l’8% di utenti.

Un viaggiatore tre volte smart

Lo studio definisce il viaggiatore in ride sharing italiano tre volte smart. Perché nell’85% dei casi si dichiara sempre connesso a internet, nell’82% si tratta di persone che fanno shopping online e, nell’83%, possiedono uno smartphone, da cui utilizzano l’app di BlaBlaCar in 2 casi su 3. Chi condivide l’auto, offrendo o ricercando passaggi con BlaBlaCar, è smart anche perché pensa al risparmio: la prima ragione per cui il ride sharing viene preferito ad altre modalità di viaggio è proprio quella economica, indicata sia da quanti usano il servizio come conducenti che da coloro che sono passeggeri. Per addirittura il 99% degli intervistati, BlaBlaCar è vantaggioso o molto vantaggioso rispetto ad altre soluzioni di trasporto.

Inoltre, il ride sharer italiano è smart anche perché si preoccupa dell’ambiente: il 61% degli utenti indica la tutela ecologica tra le principali motivazioni per cui sceglie di utilizzare il servizio. E a ragione: nel 58% dei passaggi offerti, il conducente riceve tante richieste da riuscire a occupare tutti i posti liberi nella propria auto.

La forza del passaparola

A spiccare è anche il grado di coinvolgimento degli utenti all’interno di una community, il cui successo dipende proprio dal fatto che i suoi membri siano attivi e responsabili nei confronti degli altri. Dopo ogni viaggio effettuato con BlaBlaCar, i passeggeri hanno la possibilità di lasciare un feedback ai conducenti con cui hanno viaggiato e viceversa, condividendo informazioni che saranno utili agli altri viaggiatori nella scelta dei propri compagni di strada. Dalla ricerca emerge che ben il 93% degli utenti lascia sempre o spesso un feedback, contribuendo a un sistema che contribuisce a generare fiducia tra persone che non si sono mai incontrate in precedenza.

Se il nome BlaBlaCar fa riferimento al “livello di chiacchiera” che ogni utente può indicare sul proprio profilo (da Bla per i più silenziosi a BlaBlaBla per chi ama raccontarsi), non stupisce che la community sia composta da persone che amano condividere, anche a voce, le loro esperienze: il 99% degli utenti consiglia ad altre persone di utilizzare il servizio, innescando un passaparola tanto positivo da essere la ragione per cui il 50% degli utenti si è iscritto alla piattaforma.


In vacanza? I bergamaschi ci vanno con BlaBlaCar

Auto, treno, aereo? Pare proprio che i bergamaschi abbiamo una nuova opzione tra i mezzi di trasporto per le vacanze. È BlaBlaCar, social network di ride sharing, che mette cioè in contatto automobilisti con posti liberi a bordo e passeggeri che desiderano viaggiare nella stessa direzione, permettendo loro di condividere le spese di benzina e pedaggio (modalità diversa dal car sharing, che è l’autonoleggio a ore, e dal car pooling, la condivisione del viaggio tra colleghi, tiene a precisare la piattaforma).

I dati forniti dall’azienda segnalano nei fine settimana del 3-5 luglio e del 17-19 luglio, da e per Bergamo, un incremento dei viaggi lungo le tratte che collegano la città alla capitale e ad altri grandi centri urbani e una crescita dei viaggi verso le località di vacanza. Solo nell’ultimo fine settimana, sono stati oltre un centinaio i passaggi offerti da Bergamo a Roma e quasi altrettanti nella direzione opposta.

Inoltre, rispetto al primo weekend di luglio, nello scorso fine settimana sono aumentati del 19% i passaggi offerti da Bergamo verso Rimini e dell’87% quelli da Bergamo verso Bari. Sono decine anche i viaggi in partenza da Bergamo verso le località balneari della Campania, come Sorrento, e della Calabria, come Tropea.

La Lombardia è del resto la prima regione in Italia per numero di iscritti (il 20%), in un contesto che vede dominare il Nord (l’Emilia Romagna ne conta il 12%, Veneto e Piemonte l’8%), seguito dal Centro (con Lazio e Toscana ai primi posti con rispettivamente l’11% e l’8% degli utenti).

Valori assoluti la società non ne fornisce né per l’Italia né per le altre 18 nazioni in cui opera (Belgio, Croazia, Francia, Germania, Gran Bretagna, Lussemburgo, India, Messico, Olanda, Polonia, Portogallo, Romania, Russia, Serbia, Spagna, Turchia, Ucraina e Ungheria). In totale però sono circa 20 milioni e il nostro Paese, dove il servizio è partito nel 2012, viene definito come uno dei più attivi.

Il funzionamento è semplice e grazie al sistema dei feedback tipico dei social, che premia gli utenti più affidabili e facilita la scelta dell’autista o del passeggero più in linea con le proprie esigenze, si riduce la diffidenza di viaggiare con degli sconosciuti. Basta inserire il tratto che si vuole percorrere e la data per vedere la lista dei passaggi disponibili, con orari, punti di ritrovo, prezzi e una scheda del conducente con età, tipo di auto, voto generale e sulla guida, grado di esperienza con BlaBlaCar, giudizi degli utenti e altri dettagli richiesti dal sito, come l’interesse per fare conversazione e ascoltare musica, la possibilità di fumare a bordo e portare animali. Il portale si impegna a garantire che gli utenti siano persone reali, non sono accettati nomi fasulli o username e foto, email e i numeri di cellulare vengono verificati. Il resto lo fanno proprio i commenti che raccontano ogni viaggio.

Per chi offre il passaggio il procedimento è ugualmente snello. Il prezzo della tratta è a persona (non una divisione della spesa tra gli occupanti) e viene consigliato dal sito, «cercando il giusto equilibrio tra le esigenze del conducente e del passeggero in modo che tutti risparmino e nessuno venga penalizzato».

Proprio l’aspetto economico è il più apprezzato. Il 99% dei 5mila intervistati nell’ambito di una ricerca realizzata dall’Istituto di Management della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa ha definito BlaBlaCar vantaggioso o molto vantaggioso rispetto ad altre soluzioni di trasporto. Ed è il passaparola la chiave della sua diffusione, con nuovamente la quasi totalità del campione (99%) che ha affermato di consigliare il ride sharing ad altre persone, uno dei dati ritenuti più sorprendenti ma anche significativi dal management italiano commentando lo studio.

Il parere di chi lo usa

Francesca C.

La studentessa universitaria bergamasca doveva tornare a casa dopo il capodanno a Firenze. «Il periodo era di altissima stagione e il treno troppo caro, così con il mio ragazzo, che già conosceva il servizio, abbiamo deciso per BlaBlaCar – racconta -. Per andare sul sicuro abbiamo scelto il conducente in base alle recensioni, ne aveva tante e una più positiva dell’altra e in effetti il viaggio è stato comodissimo e piacevole. Abbiamo parlato tutto il tempo, anche con l’altro passeggero BlaBlaCar». «Ovviamente ci si deve un po’ organizzare – precisa -. Ci siamo incontrati a Prato e la macchina ci ha lasciato ad una stazione del metrò di Milano, due punti comunque comodi, che non ci hanno creato disagi. Il costo? 16 euro».

Nonostante la prima positiva esperienza non è così sicura che affronterebbe lo stesso viaggio da sola. «Ma su un percorso più breve lo farei – afferma Francesca -. Ho visto che ci sono anche tanti passaggi da Bergamo a Milano e per chi frequenta l’università sono un’opportunità. Si spendono 3 o 4 euro rispetto ai 5.50 del treno e senza l’affollamento e i ritardi così frequenti sulla linea ferroviaria».

G.B.

Professionista impegnato tra Bergamo e Roma, ha utilizzato BlaBlaCar su questa tratta in alcune occasioni. «Il punto di forza del social è senza dubbio il prezzo – rileva -. Su un percorso lungo però ci sono gli svantaggi del maggiore tempo e stanchezza rispetto ad un volo o al treno. Resta interessante per certi orari, ad esempio se si finisce tardi la sera e si vuole viaggiare di notte, e soprattutto su tratte “scomode”, che richiedono molti cambi, come accade quasi sempre partendo o arrivando a Bergamo».

Non così affascinato dalla possibilità di conoscere gente e socializzare offerta dal servizio, ne sposa invece appieno lo spirito sostenibile. «È un sistema che rinnova l’uso dei mezzi di trasporto e che condivido per principio – evidenzia -. È corretto e doveroso non consumare più di quanto è necessario e poter ridurre e ottimizzare l’impatto delle auto è davvero importante». Ed è anche per questo che sta pensando di iscriversi anche come conducente. «Non è un problema offrire un passaggio e quando ci sarà l’occasione giusta inserirò la mia proposta».

Mario D.

La qualifica è di “ambasciatore”, ossia il più alto livello tra esperienza e feedback assegnato dal sito. Iscritto dall’agosto del 2013 conta di aver dato passaggi ad almeno 300 persone. Del resto sulla strada ci sta un bel po’. Senese, 40 anni, vive a Milano, lavora al Kilometro Rosso e ogni due settimane torna in Toscana. «Cercavo un modo per condividere le spese di viaggio, anche perché i miei spostamenti sono piuttosto regolari e l’ho trovato», spiega.

Complice la buona classifica, oggi viaggia quasi sempre al completo. «Qualcuno dice che offrire passaggi con BlaBlaCar può nascondere una vera professione – nota -, ma non potrà mai succedere perché i prezzi non garantiscono una remunerazione adeguata per il lavoro. È invece un’opportunità interessante per chi si sposta in auto e può recuperare le spese».

Tra poco il sito dovrebbe estendere l’obbligo di prenotazione on line con carta di credito, già presente nel Nord Ovest, a tutta la penisola. Una modalità che consentirà alla società di trattenere per sé una percentuale (mentre sino ad ora le transazioni avvenivano direttamente tra gli utenti) ma anche di riconoscere un contributo al conducente nel caso in cui il passeggero non si presenti. «La nuova procedura non mi preoccupa – dice Mario -, mi sembra solo che si snaturi un po’ il senso dell’iniziativa, che si basa soprattutto su vantaggi e fiducia reciproci. E poi, almeno per quanto mi riguarda, i “bidoni” sino ad ora sono stati davvero pochi, uno o due in tutto».

Di cattive esperienze non ne ha da raccontare (a parte una partenza anticipata al mattino presto per fare un favore ad un utente che poi non si è nemmeno presentato e un’ospite capace di lamentarsi di tutto). E comunque a prevalere sul bilancio complessivo sono gli incontri, compresi quelli con gli stranieri che danno la possibilità di parlare inglese. «Il profilo di chi usa BlaBlaCar è più diversificato e trasversale di quanto si pensi – rileva – per età e professioni. Ho dato un passaggio anche ad un’ottantenne. Diffidenze? Il sistema dei feedback dà informazioni e garanzie. Qualche volta mi è però capitato di essere stato contattato da genitori preoccupati di sapere con chi viaggiano i figli».

Matteo P

Fiorentino di 29 anni, si è trasferito a Bergamo per lavoro e 3 o 4 volte al mese fa ritorno in riva all’Arno. Anche lui è classificato con il grado più alto di “ambasciatore”.

«Mi sono sempre trovato bene – esordisce -. Ho cominciato come passeggero, avevo un braccio ingessato e non potevo guidare ma non mi andava l’idea di prendere il treno. Quando ho ripreso l’auto ho pensato che poteva essere interessante anche offrirli i passaggi. Si risparmia, si chiacchiera, il che non è male perché quattro ore di viaggio da soli sono noiose, e si è contenti un po’ tutti». Sorprese negative non ne ha mai avute («in questo il sistema dei feedback aiuta – nota-, più ce ne sono e più le informazioni diventano attendibili e ci si può regolare) e nel suo percorso ha inserito anche l’aeroporto di Orio al Serio, così ha spesso occasione di viaggiare con turisti che hanno scelto questa soluzione per muoversi in Italia.

Capita anche di accordarsi per qualche variazione rispetto ai punti di incontro o alle “fermate”. «Fa parte dello spirito del sistema – rileva -, se si possono fare modifiche le si fa volentieri, ci si viene incontro, bisogna essere tutti un po’ flessibili».