Auto, sicurezza e servizi: anche l’impresa risparmia

Risparmio - euro - calcolatrice

Nel carnet di convenzioni per gli associati messo in campo da Ascom per il 2017 ci sono offerte che riguardano in modo mirato la vita di impresa: il settore dell’automotive, dei prodotti e servizi e della logistica.

Per quanto attiene alle quattro ruote, l’associazione commercianti offre agli iscritti sconti per l’acquisto di auto nelle concessionarie AZ Veicoli e Oberti Renault, sulle quote di immatricolazione e messa in strada e sul trasferimento di proprietà dagli Autosalonisti Ascom; ribassi dal 10% al 20% su interventi effettuati presso l’officina meccanica di Bonini a Bergamo; sconti sulle pratiche auto, patenti e scuole guida da Aci; un anno gratuito di polizza furto-incendio per l’acquisto di auto Bmw, Mini, Land Rover nei concessionari Lario Bergauto di Bergamo.

Anche in materia di prodotti e servizi gli associati Ascom possono contare su più offerte: prezzi ridotti su vari servizi tra cui il rimborso Iva da Tax Refund; sconti sulla fornitura e posa di dissuasori mobili contro lo sfondamento della vetrina da Albaelettronic di Pedrengo; riduzioni sulle prestazioni di riabilitazione ortopedica, traumatologica e sportiva presso l’Iro Medical Center di Azzano San Paolo; buoni sconto fino a 350 euro per l’acquisto di registratori di casa e sistema touch screen da Brevi Due di Bergamo.

Per conoscere tutti gli sconti e avere informazioni su come usufruirne è sufficiente contattare l’ufficio soci Ascom al numero 035 4120304 (referente Giorgio Lazzari).


Attente al risparmio ma più ottimiste, le famiglie bergamasche al rientro dalle ferie

Bergamaschi campioni lombardi nel gestire i conti di casa e risparmiare, ma anche più ottimisti verso il futuro rispetto ad un anno fa.

Alla ripresa delle attività economiche dopo la pausa estiva l’indagine “Famiglie e consumi” realizzata dalla Camera di commercio di Monza e Brianza in collaborazione con DigiCamere offre un quadro più sereno rispetto a fabbisogni e destinazione di spesa, ma evidenzia anche che l’attenzione a non sprecare e a limare il superfluo è ormai una costante.

La fotografia è stata scattata a luglio e rispetto alla medesima rilevazione effettuata l’anno precedente segnala un innalzamento della quota delle famiglie lombarde che riescono a risparmiare, salita al 23% dal 12%. A ciò si aggiunge il 65% delle famiglie che invece va in pareggio, mente il 9% ha dovuto attingere ai risparmi e il 3% indebitarsi. A Bergamo la percentuale di chi riesce a mettere da parte qualcosa è maggiore, il 32%, valore più alto tra tutte le province rilevate. Cala, di conseguenza, quella di chi chiude il bilancio domestico in parità (57%), è leggermente inferiore il dato di chi preleva dai propri risparmi (8%) e uguale alle media regionale quello di chi si indebita (3%).

La leva su cui i bergamaschi preferiscono agire per risparmiare è la riduzione degli sprechi, in particolare quelli alimentari, attuata dal 40% degli intervistati, seguita dalla rinuncia ad alcune uscite a cena, in pizzeria o consumazioni al bar (32%), cui fa da contraltare la scelta di passare più tempo libero in casa o da amici e parenti (15%). Un buon 26% ha anche dichiarato di fare più attenzione ai consumi di elettricità, riscaldamento e telefono. Il 27% non ha invece modificato le proprie abitudini, il 7% ha preferito riparare anziché sostituire abiti, elettrodomestici e mobili, la stessa percentuale di chi ha deciso di usare meno l’automobile.

A questo si accompagna uno sguardo più positivo sul futuro. È infatti salita dall’8 al 12% la quota dei lombardi che vedono la propria situazione economica in miglioramento per l’anno che verrà. A Bergamo il dato è del 13%, contro il 74% di chi prevede una situazione invariata e l’ancora significativo 14% di chi pensa andrà peggiorando.

L’indagine si sofferma anche su un aspetto critico come i costi sanitari. A questo riguardo il 65% dei bergamaschi afferma di aver speso come prima, ma l’11% ha rinunciato alle cure dentistiche, il 9% alla prevenzione e il 5% ad altre visite specialistiche. Il 9% ha invece speso di più per la salute.