Dalle cartoline religiose parlanti all’appaia calzini, ecco le idee d’impresa a Start Cup

A Bergamo le nuove idee imprenditoriali non mancano. Lo dimostra anche quest’anno Start Cup, la business plan competition dell’Università degli Studi di Bergamo, giunta alla settima edizione, che supporta gli studenti e i giovani del territorio, ma anche chi ha qualche anno in più, nello sviluppo di attitudini imprenditoriali e nella costruzione di un progetto d’impresa.

Dopo una prima fase di formazione, il percorso affronta ora il suo momento clou. Mercoledì 5 ottobre, alle ore 16.30, al campus universitario di Sant’Agostino, in Città alta, i rappresentanti dei 16 progetti ammessi alla finale presenteranno le proprie idee alla giuria e al pubblico con la formula dell’elevator pitch, ossia il discorso che un imprenditore farebbe ad un investitore se si trovasse per caso con lui in ascensore. Un modello che obbliga a descrivere sé e la propria attività sinteticamente, chiaramente ed efficacemente.

Quest’anno i progetti sono valutati anche “on line”. Sul sito di Start Cup Bergamo, infatti, è possibile ascoltare brevi presentazioni video delle idee e votarle.

Per i vincitori sono previsti premi di denaro e in servizi a supporto della creazione d’impresa. I progetti di Start Cup Bergamo riceveranno ulteriori opportunità di premi, servizi, finanziamenti e accelerazione, anche internazionale, dal network Start Cup Milano Lombardia e Premio Nazionale dell’Innovazione, prima a Milano per la finale regionale e poi a Modena per la finale nazionale.

Ecco le idee in gara

Aghostino

Un piccolo “attrezzo” che permette di risolvere un problema specifico e comune a tutti: trovare i calzini appaiati nel posto giusto e al momento giusto.

Art Surfing

È un social che mette in contatto artisti, appassionati di arte e proprietari di spazi interessati ad ospitare eventi e mostre d’arte, diventando curatori per un giorno.

Ascensore Sicuro

Manutenzione di ascensori mediante sensori controllati da remoto ed installazione display video in cabina.

Ascolta la mia voce

Audio- cartoline per il mercato dei souvenir religiosi. Tra quelle realizzate c’è già il discorso alla lune di Papa Giovanni XXIII.

BedForU

Un portale che vuole aiutare chi è in cerca di un appartamento o di un coinquilino oppure chi ha un appartamento libero ed è disposto ad affittarlo ad uno studente universitario, facilitando la scelta dell’appartamento e del coinquilino più adatto.

Cluerz

Un servizio al turismo che, attraverso un’app mobile, consente di vivere la visita ad una località come una caccia al tesoro, con tanto di trofeo virtuale.

DazePlug

DazePlug è un dispositivo che, una volta posizionato in un garage, automatizza completamente il processo di ricarica di un veicolo elettrico eliminando ogni contributo umano alla attività di ricarica.

FearOff

Un dispositivo di sicurezza indossabile che consente, grazie ad un impulso, di inviare una richiesta di soccorso multipla attraverso il proprio smartphone. Una lista di destinatari pre impostati all’interno dell’applicazione riceverà un sms contenente la posizione gps della persona in difficoltà. Utile in situazioni di pericolo come valanghe, terremoti, aggressioni.

Inogra

È una farina a base di legumi secchi. Ha un elevato tenore proteico, un minor apporto di carboidrati, la presenza di molte fibre e vitamine e una naturale assenza di glutine. Inogra® è il nome commerciale del composto di farine con il quale si vuole produrre pasta secca corta in diversi formati.

Marketing4.fitness

È un “Sistema Intelligente di Marketing automatico” per palestre.

PeekEasy App

Un’app che consente di seguire i propri interessi da un territorio scelto. È basata sugli hashtag e copre qualsiasi interesse.

SmokyFiber

È l’unico progetto attualmente in circolazione che si propone di combinare la raccolta di un rifiuto altamente inquinante e dannoso per l’ambiente, come i mozziconi di sigaretta, e il riutilizzo dello stesso con il duplice scopo di ottenere energia e un materiale ad alte prestazioni tecniche.

Solving Solution

Un prodotto brevettato che rappresenta un’evoluzione della tecnologia a sali d’argento nata per contrastare la formazione batterica nei fluidi a base acquosa in sostituzione dei più pericolosi e impattanti battericidi chimici. Completamente atossico, trova applicazione sia nella stabilizzazione dei fluidi utilizzati nelle lavorazioni meccaniche e in in differenti altri settori.

TouriSmART

Un’applicazione ideata per fornire un supporto completo, pratico e personalizzato, per una visita a scopo artistico – culturale.

Tropico dei Colli

Una proposta agli agricoltori bergamaschi di coltivare piante da frutto esotiche naturalmente adatte a crescere e produrre nel nostro territorio.

TrucksApp

Un compagno di viaggio virtuale che parla e dialoga letteralmente con il camionista, utilizzando un innovativo sistema di interazione vocale. Il camionista potrà chiedere assistenza sui vari punti d’interesse e le risposte avverranno tramite consultazione di un enorme database continuamente aggiornato tramite l’interazione degli stessi camionisti di tutta Europa.

La finale è inserita nel calendario di BergamoScienza. Partecipano Luca Grilli, Dipartimento di Ingegneria Gestionale PoliMi; Gabriele Grecchi, co-founder & ceo, Silk Biomaterials e Consultant Z-Cube Research Ventures (Zambon Group); Arcangelo Rociola, giornalista di CheFuturo e coordinatore di Startupitalia.


Imprese di pulizia, Bergamo in finale a Barcellona

imprese di pulzia pulitori-qualificati-confartigianato-bergamoIl Gruppo Pulitore Qualificato di Confartigianato Imprese Bergamo in trasferta a Barcellona giovedì 29 settembre per la fase finale delle premiazioni organizzate dalla rivista internazionale di settore European Cleaning & Hygiene.

Il Gruppo partecipa alla competizione nel settore “Migliore iniziativa capace di elevare il profilo e la percezione del settore della pulizia professionale a livello locale o più ampio”. La documentazione presentata, ricca dei ventidue anni di storia del Gruppo, dei percorsi formativi pratici e teorici, delle varie partecipazioni a fiere, della ricostruzione video realizzata in occasione del ventennale del corso, ha consentito al Gruppo di arrivare nella terna dei finalisti.

Una delegazione del Gruppo sarà quindi presente a Barcellona il giorno della premiazione, accompagnata dalla soddisfazione di tutta la categoria per un’affermazione che aggiunge ulteriore valore al marchio di Pulitore Qualificato.

 


La birra Via Priula piace anche al Giappone. Due medaglie a Yokohama

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Non solo l’acqua. Ora è anche la birra di San Pellegrino a conquistare i palati internazionali. Al concorso The International Beer Cup 2016, svoltosi nei giorni scorsi a Yokohama, in Giappone, il birrificio Via Priula ha ottenuto due medaglie.

Quella d’argento con la “Camoz” nella categoria Imperial Stout in stile americano e quella di bronzo con “Rosa!”, tra le birre di frumento alla frutta.

birra-yokohamaLa competizione è storica. Si tiene infatti sin dal 1996 ed ha come obiettivo diffondere una maggiore conoscenza delle diverse birre del mondo. Raccoglie prevalentemente i prodotti dei birrifici giapponesi ma negli ultimi anni ha aperto le porte anche a produttori dalle altre parti del mondo, in considerazione dell’espansione nel mercato asiatico di prodotti artigianali diversificati e di qualità,

Quest’anno ha raccolto la partecipazione di oltre 600 birre da 25 Paesi, che sono state valutate da 60 giudici di 20 nazionalità diverse, che hanno assegnato medaglie d’oro, d’argento e di bronzo in 106 stili birrari.

Via Priula ha partecipato per la prima volta al concorso e non nasconde la soddisfazione per il bel risultato. Per festeggiare giovedì 28 settembre nel proprio locale di via Matteotti, dalle 18 alle 20, offre un aperitivo con birra Rosa! e assaggio di finger food giapponesi. Chi vorrà potrà fermarsi a cena e gustare i piatti Via Priula e una specialità dalla cucina giapponese, reinterpretata nello stile del locale.

Per info e prenotazioni: 338 6438705 oppure info@birrificioviapriula.it


Negozi di Valore, scopriamo le idee premiate dalla Regione

Attività che sanno rinnovarsi e guardare al futuro grazie a marketing e a strategie di vendita innovative o a virtuosi rapporti di rete e di filiera. E ancora start up che portano avanti nuovi punti di vista, ma anche iniziative che legano il commercio all’arte e alla cultura. A loro la Regione ha dedicato il concorso Negozi di Valore, che ha eletto nei giorni scorsi i propri “campioni”, ossia 22 insegne – tra le 138 domande di partecipazione ricevute da tutta la Lombardia – riconosciute come modelli vincenti in dieci diverse categorie e come tali capaci di ispirare il sistema delle micro, piccole e medie imprese del commercio. In questo ristretto novero, la pattuglia bergamasca è nutrita, con ben cinque attività premiate, seconda posizione nel “medagliere” dopo gli otto riconoscimenti andati a Milano. In base al piazzamento, i vincitori si sono aggiudicati premi da 8mila a 2mila euro e parteciperanno alle azioni di promozione legate al concorso. Saranno inoltre al centro di un evento a loro dedicato che si terrà il prossimo 20 ottobre al Palazzo della Regione.

PANIFICIO MARCHESI

Fatto il brand ora punta al franchising

panificio-marchesi

Quinto assoluto e primo dei bergamaschi, il panificio Fratelli Marchesi di Bergamo si è contraddistinto per la capacità di unire tradizione e innovazione e, in particolare, per la creazione di un brand che ha fatto fare un salto di qualità all’immagine (e alle vendite!). «L’attività nasce con il panificio nel quartiere di Boccaleone nel 1961, al quale si poi è aggiunto il negozio in via Borgo Palazzo (all’altezza dell’incrocio con viale Pirovano ndr.), dove è stato anche trasferito il forno», ricorda Roberto Marchesi, che nel 2012 ha scelto di dare continuità all’azienda di famiglia lasciando il lavoro nell’organizzazione di fiere.

«Innanzitutto ho lavorato sulla comunicazione, dovevamo essere riconoscibili, non avevamo un marchio né un’insegna. Il prodotto era di livello, ma nessuno sapeva da dove venisse e che i nostri due negozi erano la stessa cosa – spiega -. Così abbiamo deciso di studiare il cliente più a fondo e creato il marchio “Panificio Marchesi”, in modo che fosse coerente con l’idea che aveva di noi». Viene quindi creato il logo, vengono rifatte le insegne dei negozi e parte del layout, rivisto il mix merceologico. Si investe su alcuni prodotti di punta, “Il Panettone Marchesi” e “La Colomba Marchesi”, che hanno anche un sito web proprio, si sviluppa la pasticceria secca a marchio e diventa una promozione stabile “LaBorsaMarchesi”, un paniere di specialità a prezzo fisso.

Il terzo punto vendita, aperto nel 2013 in centro città, in piazza Pontida, diventa il luogo che sintetizza al meglio l’immagine aziendale, valorizzando la produzione propria, la qualità e la disponibilità di prodotti sempre freschi». Il tutto si accompagna ad un’accurata promozione, che naturalmente passa anche dal web e dai social. «Questa nuova impostazione – prosegue Marchesi – ha dato risultati positivi sul fronte delle vendite e dello sviluppo dell’attività, che abbiamo misurato e documentato nel dossier presentato in Regione. Dal punto di vista delle risorse umane, ad esempio, rispetto al 2012 abbiamo inserito quattro nuove persone, di cui tre sotto i trent’anni».

Ulteriori novità sono dietro l’angolo. Entro la fine dell’anno il panificio aprirà un nuovo punto vendita in un altro quartiere della città e si sta valutando l’idea di creare un franchising. «Il modello è il negozio di piazza Pontida – riferisce il vulcanico titolare – piccole dimensioni, poco personale, solo prodotti del nostro forno o selezioni di alta qualità e un’offerta sempre fresca durante tutta la giornata».

FOTO OTTICA SKANDIA

Il negozio di fotografia diventa “emozionale”

ottica-skandia - gruppoQualche metro più in là, un altro dei negozi “di Valore” è Foto Ottica Skandia. «Che dei cinque negozi premiati a Bergamo due siano di Borgo Palazzo non mi sembra un caso», rileva il giovane titolare Nicola Viscardi che è anche presidente dell’associazione Botteghe di Borgo Palazzo e crede fortemente nella capacità degli imprenditori del commercio di essere protagonisti in città.

Nicola Viscardi«Abbiamo partecipato al concorso nella categoria “Legacy di Valore”, dedicata alla continuità aziendale lungo le generazioni e al connubio tra tradizione e innovazione – racconta -. Dopo il riconoscimento di Negozio Storico, che abbiamo ottenuto nel settembre scorso, è un altro premio che ci dà grande soddisfazione anche per rendere omaggio a nonna Ornella, che resta una colonna della nostra attività. È stata lei, nel ’57, insieme al nonno Nicola ad aprire il negozio di fotografia. Tornavano dalla Svezia dove erano emigrati per lavoro». «Ripercorrere le tappe della nostra storia per documentarle alla Regione – evidenzia – è stato interessante prima di tutto per noi, ci ha infatti permesso di leggere meglio il nostro percorso e di inquadrare con più chiarezza i passi futuri. Quello dei nonni è stato il momento del coraggio e dei sacrifici. La seconda generazione, ossia mio padre Giovanni e mio zio Roberto, ha affrontato lo sviluppo nel settore dell’ottica, con me, che sono la terza generazione, l’attenzione passa dall’interno all’esterno del negozio. Ciò che oggi può fare la differenza – spiega – è fare rete con gli altri commercianti, a livello di associazione di via e di settore. Significa poter dare un messaggio più forte, realizzare economie di scala sul versante della promozione e non solo. Per quanto riguarda nello specifico l’ottica, che è una professione tecnica e sanitaria, significa poter contare su una formazione continua altamente professionalizzata».

L’evoluzione non si ferma. La prossima novità riguarda l’area della fotografia. Il negozio sarà rinnovato entro dicembre e diventerà un “luogo d’ispirazione” per realizzare con le proprie fotografie oggetti e opere. «Ai tempi dell’analogico si calcolava che ogni italiano utilizzasse un rullino da 36 pose all’anno e lo facesse sviluppare. Oggi si scattano migliaia di foto ma non se ne stampa nessuna, logico ripensare la nostra attività – rileva -. Il negozio darà la possibilità di realizzare con le proprie fotografie home decor, magliette e tantissimi altri oggetti. Sarà organizzato per postazioni e fortemente emozionale. Il fotografo non sarà più colui che esegue un’operazione ma colui che aiuta a raccontare la vita per immagini, a cominciare dai bellissimi fotolibri».

WHY NOT cooperativa sociale

Ciborobico: un negozio, tre missioni

Di valori ne esprime parecchi Ciborobico, il negozio della cooperativa sociale Why Not, aperto da marzo 2015 in via Promessi Sposi a Bergamo, premiato dal concorso nella sezione “Start up di Valore”. Tanto per cominciare sta contribuendo a ripopolare di servizi il Villaggio degli Sposi, tra i quartieri cittadini più sguarniti di botteghe; si occupa inoltre di accompagnare nel mondo del lavoro minori in difficoltà e infine punta in maniera convinta sulle piccole produzioni locali, offrendo uno sbocco commerciale alle aziende e un’accurata selezione ai consumatori. L’ordine dei tre fattori può anche essere diverso, a seconda del punto di vista che si vuole privilegiare, ma il risultato non cambia: è un progetto che mette in primo piano gli aspetti sociali.

Nasce da tre amici con esperienze diverse, Massimo Radaelli, 45 anni, ingegnere elettronico in una multinazionale americana prima che chiudesse, Andrea Vezzoli, educatore, e Davide Minola, occupato in precedenza nella cooperazione sociale e nel sindacato. Hanno fondato la cooperativa nel dicembre 2014 ed oggi contano su una quindicina di altri soci. «Non è una cooperativa di consumo, non serve la tessera per fare acquisti – precisa Radaelli -. Ciborobico è un negozio, ma lo pensiamo soprattutto come uno strumento: per far conoscere il buon cibo che viene prodotto a Bergamo e per aiutare ragazzi che vivono situazioni di fragilità nel loro primo approccio al mondo lavoro». La fascia è quella tra i 16 ed i 19 anni, effettuano tirocini nell’ambito dell’alternanza scuola-lavoro o percorsi di inserimento lavorativo. «Solitamente le cooperative sociali si occupano di assemblaggio meccanico o pulizie – prosegue -, con questo progetto abbiamo voluto offrire un’alternativa, la possibilità di conoscere diversi aspetti del lavoro. Accompagniamo i ragazzi nei loro primi passi, aiutandoli a capire le loro inclinazioni, a scrivere il curriculum, a cercare le opportunità di lavoro, a sostenere un colloquio, costruendo un percorso ad hoc per ognuno».

Sugli scaffali la scelta è il più possibile a chilometro zero, compatibilmente con la stagione per il capitolo frutta e verdura, che è comunque sempre biologica. Poi ci sono i formaggi (della Val di Scalve, Val Imagna, l’agrì di Valtorta Presidio Slow Food), il latte, le farine del mulino di Cerete, il mais rosso di Rovetta, marmellate, sughi, pane a lievitazione naturale, il miele dell’apicoltura Grisa che ha sede proprio al Villaggio degli Sposi. E ancora vini e birre artigianali. Non mancano le serate per far conoscere prodotti e produttori, che spesso e volentieri vanno oltre la semplice degustazione e diventano veri e propri momenti culturali e di approfondimento.

Il negozio vuole essere un punto di riferimento per chi cerca alimenti locali di qualità, ma si sta rivelando anche un servizio per il quartiere. «Abbiamo prodotti buoni ma non siamo una gioielleria – conclude Radaelli -, i prezzi sono accessibili e si sta facendo avanti anche per la spesa di tutti i giorni l’idea di preferire un formaggio tipico a quello industriale».

LIBRERIA SPAZIO TERZO MONDO

La voce dei libri portata nelle scuole e nelle manifestazioni

La libreria Spazio Terzo Mondo di Seriate è un esempio di longevità ma soprattutto di capacità di reinventarsi in un settore colpito più di altri dalla crisi, dalla distribuzione organizzata e dai nuovi canali di acquisto. È stata premiata nella sezione “Arte di Valore” dedicata a chi promuove l’arte nelle sue diverse forme. «Difficile resistere solo vendendo libri – annota Giorgio Personelli, uno dei sei soci che compongono l’attuale assetto aziendale della libreria, aperta nel 1984 -, per questo abbiamo rivolto sempre più la nostra attività all’esterno e integrato servizi e proposte».

È la libreria, per citare l’iniziativa più nota, che cura la direzione artistica del festival Fiato ai Libri, ricco cartellone di letture con attori e autori di grande livello organizzato con i sistemi bibliotecari e giunto quest’anno all’11esima edizione. Con il trasferimento, 11 anni fa, nella nuova sede in via Italia si è inoltre dotata di un bistrot che offre cibi, vini e birre selezionati e di spazi, compreso un giardino, dove organizzare serate ed eventi.

spazio-terzo-mondo«Siamo sei soci, potrebbe sembrare che siamo in tanti, invece siamo tutti impegnati a tempo pieno, ognuno nell’area di competenza: la somministrazione, la gestione della libreria e l’attività in esterno, che è quella che ci impegna di più – evidenzia Personelli -. In pratica non c’è un giorno in cui non siamo presenti in una scuola o una biblioteca della Bergamasca, ma anche fuori provincia, con iniziative legate ai libri e alla lettura rivolte agli studenti delle medie e delle superiori: è parte integrante del nostro lavoro. Certo le ore non si contano, siamo aperti con orario continuato dalle 9 alle 19.30, il venerdì e sabato fino alle 24 e poi ci sono tutte le iniziative. Partecipiamo anche manifestazioni, rassegne e festival, siamo una vera libreria di territorio, che intreccia collaborazioni in tutti i sensi, sviluppa progetti, collabora con i diversi soggetti».

MOGI CAFFÈ

Arte, letteratura e aggregazione attorno a una tazza di caffè

Anche Mogi Caffè è stata premiata nella categoria “Arte di Valore”. Fondata nel 2007 dai fratelli Monica e Gianluigi Forcella, la torrefazione ha sede in via Moroni a Bergamo ed ha tra i propri obiettivi non solo offrire miscele per un ottimo espresso a bar e caffetterie, ma anche creare relazioni salde e durature con i luoghi in cui è presente, optando per una politica di marketing che fa della letteratura, dell’arte e della cultura i propri valori fondativi e distintivi. «Mogi Caffè – spiega Monica Forcella – si è sempre impegnata a sostenere quelle manifestazioni che “aprissero” al territorio contenuti ad alto valore aggiunto (umano, letterario, artistico, aggregativo) soprattutto quando tali manifestazioni erano al loro esordio e quindi necessitavano di fiducia ed incoraggiamento oltre che di un fattivo supporto economico».

Nel 2012 nasce così l’idea di sponsorizzare la redazione itinerante “l’Eco Cafè” del quotidiano cittadino, che sino ad ora a collezionato 61 tappe in piazze e centri storici. Negli anni 2009 e 2010 l’azienda ha sostenuto, in veste di main sponsor, le prime due edizioni del festival della letteratura “Presente Prossimo”, promuovendo l’incontro tra autori e pubblico negli auditorium delle biblioteche della Bergamasca e nelle scuole, trasformando la letteratura individuale in letteratura collettiva, in luoghi solitamente orfani di tali occasioni (biblioteche di piccoli paesi o collocate in zone difficilmente raggiungibili). «La cultura è per tutti, di tutti, tramite questi appuntamenti Mogi ha voluto che fosse anche accessibile a tutti», sintetizza la titolare.

Per quanto riguarda l’arte, nel 2010 ha aderito alla prima edizione del progetto “The Blank: Bergamo modern and contemporary art”, il cui scopo è la promozione dell’incontro tra arte contemporanea e pubblico mettendo in rete tutte le gallerie, i musei, le istituzioni pubbliche e private, gli artisti ed i project spaces presenti sul territorio bergamasco, diventato una tappa obbligata di formazione per i giovani professionisti.

Ha anche sostenuto Made in Bergamo, associazione di giovani designer, architetti e creativi bergamaschi, negli eventi di auto-promozione sia sul territorio – animando il Sentierone per tutto il 2012 ed il 2013 – che all’estero (Londra e New York), offrendo quelle occasioni di visibilità che le nuove leve faticano a trovare.

«Abbiamo sostenuto il territorio valorizzando gli attori stessi del territorio – riassume Monica Forcella -: comuni cittadini che sono ritornati a “vivere” i loro paesi, artisti, amanti della letteratura e creativi indipendenti, utilizzando a tal fine il caffè quale naturale “aggregante”».


Negozi di Valore, la cinquina vincente di Bergamo

Dei 22 “Negozi di Valore” lombardi, ben cinque sono bergamaschi. I loro dossier sono stati infatti premiati tra le 138 candidature al concorso “Negozi di Valore” promosso da Regione Lombardia per valorizzare la capacità delle attività commerciali di generare attrattività, grazie a iniziative di marketing, a strategie di vendita innovative o per la capacità di dare valore pubblico alla propria funzione.

Sono il panificio Fratelli Marchesi di G. Battista, con sedein via Borgo Palazzo a Bergamo  e altri due punti vendita in piazza Pontida e nel quartiere di Boccaleone (che si è classificato il 5° posto), l’Ottica Skandia, sempre in via Borgo Palazzo a Bergamo (15° posto), Why not – Cooperativa sociale Onlus che gestisce il negozio Ciborobico di via Promessi Sposi a Bergamo (16° posto), la libreria Spazio Terzo mondo di Seriate (17° posto) e Mogi Caffè di via Moroni a Bergamo (18° posto).

Il concorso era suddiviso in dieci categorie: Filiera di Valore, Shopping di Valore, Distretti di Valore, Brand di Valore, Innovazione di Valore, Legacy di Valore, Start up di Valore, Impegno sociale di Valore, Ecosostenibilità di Valore e Arte di Valore.

I negozi bergamaschi sono stati premiati come Legacy di Valore l’Ottica Skandia, Brand di Valore il Panificio Marchesi, Start up di Valore la Cooperativa Why not e Arte di Valore la Libreria Terzo mondo e Mogi Caffè.

A seconda del piazzamento, i 22 vincitori si sono aggiudicati premi da 8mila a 2mila euro e parteciperanno alle iniziative di promozione legate al concorso. Saranno premiati in occasione di un evento a loro dedicato che si terrà il prossimo 20 ottobre al Palazzo della Regione.


Panettone Day, sei bergamaschi in finale a Milano

Ci sono anche sei creazioni bergamasche tra le 25 in lizza per la finale di Panettone Day, il concorso promosso da Braims, azienda di ingredienti per la pasticceria, in partnership con Novacart, per premiare i migliori panettoni artigianali realizzati dai propri clienti e promuovere l’eccellenza della pasticceria italiana.

A valutarli, una giuria di esperti presieduta da Iginio Massari con Gino Fabbri, Salvatore De Riso e Chiara Maci, sabato 17 settembre, dalle 10, al Palazzo delle Stelline a Milano, nel corso della manifestazione Sweety of Milano, il grande vento in cui la migliore pasticceria italiana incontra il pubblico offrendo la possibilità di partecipare a show cooking, masterclass e degustazioni.

Nella categoria “Panettoni Tradizionali” sono quattro, su 20 finalisti, i bergamaschi in concorso: Amelia Paolina Cabra, della Pasticceria Braga di Levate; Fabio Gotti, di Bontà di Grano di Scanzorosciate; Flavio Mazzilli della Locanda della Corte di Alzano e Luigi Bonadei de Il Fornaio Bonadei di Clusone. In questa sezione è richiesto ai partecipanti di realizzare il proprio “Panettone Tradizionale” nell’assoluto rispetto del disciplinare di legge secondo alcune caratteristiche fondamentali: gusto, forma, colore, qualità ingredienti, profumo, sofficità/fragranza, taglio; alveolatura, uniformità di distribuzione della frutta, cottura.

Cinque invece i finalisti per il “Panettone Creativo Dolce”, ossia un prodotto che, nel rispetto del disciplinare di legge, abbia farciture, bagne, coperture, glassature, decorazioni, frutta o altri ingredienti caratterizzanti diversi da quelli del panettone tradizionale. In questo caso sono due le proposte orobiche in gara, quella di Adriano Anastasio della Pasticceria Adriano di Seriate e di Silvano Marchesi, del Panificio Marchesi di Bergamo.

Il concorso ha raccolto 150 concorrenti da tutta Italia. I 25 finalisti avranno l’ulteriore opportunità di esporre e vendete per tutto il mese di ottobre i propri panettoni nel temporary shop firmato Panettone Day che sarà aperto in corso Garibaldi.


Caseificio Taddei, doppietta di premi e nuovi prodotti

Vincere un concorso caseario nazionale è già difficile, figuriamoci la doppietta nel giro di una settimana: eppure per il caseificio Taddei di Fornovo nulla sembra impossibile, grazie alla tenacia e al rigore con cui i titolari Massimo e Camilla curano la qualità dei loro formaggi, che li ha portati a esportare in mezzo mondo, ottenendo recentemente anche preziosi ordini proprio nella tana del nemico, quei francesi che sono stati “sfidati” durante il Salon du Fromage di Parigi, riscuotendo consensi unanimi, non solo per il taleggio Dop, per il quale già Edoardo Raspelli aveva “incoronato” la coppia regina bergamasca, ma per tante altre delizie del palato che hanno saputo portare alla conoscenza del mercato transalpino.

Tornando alla doppia vittoria italiana, la medaglia d’oro con il Blutunt all’Alma Caseus in occasione di Cibus e quella d’argento per la Toma bergamasca al CaseoArt di Pandino, la soddisfazione è grande, anche se Camilla Taddei, che da sempre cura il marketing e la parte commerciale, sa bene che queste soddisfazioni fanno parte di un percorso che arriva da lontano: «Sia io che mio marito Massimo conosciamo la nostra azienda e il cammino compiuto negli anni, ma questi riconoscimenti ufficiali, che arrivano da esperti del settore, garantiscono per noi che il lavoro fatto non è solo di parole ma di costanza e serietà, proiettando sempre di più l’azienda in un mercato di qualità».

Per il Blutunt, erborinato bergamasco molto gettonato negli ultimi anni dagli appassionati, è stato addirittura un percorso in crescendo a Cibus: dopo due argenti, ecco arrivare l’oro: «È un riconoscimento – aggiunge Camilla Taddei – alla qualità e alla crescita costante che negli anni ha avuto questo formaggio, pur collocandosi sempre in una fascia di nicchia del mercato. Premia il lavoro e il rispetto delle regole: viene infatti prodotto seguendo un disciplinare imposto dalla Camera di commercio di Bergamo e per questo può fregiarsi del marchio “Mille Sapori di Bergamo” ed è certificato dalla CSQA».

E se il Blutunt, come il Taleggio e il Salva Cremasco, possono dirsi veterani di Casa Taddei, ha destato impressione la Toma Bergamasca, per la prima volta proposta in un concorso e subito premiata a Pandino: «La nostra toma – spiega Camilla – rappresenta un’altra produzione sulla quale abbiamo investito tempo e lavoro fino ad arrivare al risultato che ci eravamo prefissati e cioè un formaggio che si colloca nella nostra tradizione, con una pasta morbida ed elastica, sapore delicato con retrogusto di fieno e una stagionatura importante. L’argento ricevuto a Pandino è stato una bellissima quanto inaspettata sorpresa, anche se sinceramente ci speravamo perché da buoni produttori e stagionatori conosciamo le potenzialità di questo formaggio».

Sperimentare e proporre, accanto ai caci della tradizione, sempre nuove golosità è una prerogativa dei Taddei, che hanno già pronta un’altra novità: «La passione per questo lavoro ci solletica sempre a creare cose nuove – spiega ancora Camilla – e quando Massimo sparisce dall’ufficio per chiudersi in caseificio a “confabulare” con i casari e il responsabile di stagionatura, vuol dire che qualcosa bolle in pentola. Questo nuovo prodotto che sta già riscuotendo un notevole gradimento da parte dei nostri clienti è “Il Quartino del Casaro”, formaggio a crosta lavata con una stagionatura di 60/70 giorni e un gusto deciso. Buon appetito!».


Numero uno al mondo, Bottura: «È la cultura l’ingrediente principale in cucina»

La cucina di Massimo Bottura è la migliore del mondo. Già numero due nella classifica “50 Best Restaurant”, l’Osteria Francescana dello chef modenese è ora salita sulla vetta del prestigioso premio della rivista inglese Restaurant Magazine, arbitro e guida del gusto internazionale al pari delle stelle Michelin. Bottura è stato votato da un panel di oltre mille esperti di gastronomia di tutto il mondo e incoronato vincitore nell’evento in scena questa notte nel lussuoso Cipriani Wall Street di New York. Ha scalzato dal vertice i fratelli Roca di El Celler de Can Roca, di Girona, mentre al terzo posto si è piazzato l’Eleven Madison Park di New York.

Il risultato rilancia ad altissimo livello la cucina italiana, che ha ottenuto anche il 17esimo posto con il ristorante Piazza Duomo di Enrico Crippa ad Alba, il 39simo con Le Calandre degli Alajmo a Rubano e il 46esimo con il Combal Zero di Rivoli, di Davide Scabin, new entry nella graduatoria.

«Il miglior ingrediente per il futuro è la cultura. La cultura porta conoscenza e apre consapevolezza». Queste tra le prime ed emozionate parole del nuovo “numero uno”. Un concetto che gli è caro e che aveva avuto modo di illustrare anche nell’intervista rilasciata ad Affari di Gola nel 2010. Ve la riproponiamo.

 

«È la cultura l’ingrediente principale in cucina»

di Roberta Martinelli (da Affari di Gola, maggio 2010)

È nella top ten dei migliori ristoranti al mondo. Come si sente?

«È una soddisfazione ma anche una grande responsabilità. Quando si vince un premio devi immediatamente pensare al futuro, tornare a casa e reinvestire. Subito provi un sentimento di gioia poi pensi agli eventi che devi fare, ai clienti che fanno centinaia di chilometri per venire da noi e ti rendi conto che dovrai cercare di rimanere al ristorante il più possibile per cucinare, poi salutare, poi ringraziare. Ringraziare è una parola fondamentale per noi chef. Prima bisogna ristorare, poi far passare dei bei momenti agli ospiti».

Come si arriva a un riconoscimento così importante?

«È il risultato di un lavoro di squadra, di un lavoro giorno dopo giorno, testa bassa, tanta umiltà e 10% di talento come diceva Picasso».

Qual è l’ingrediente più importante in cucina?

«Il pensiero, la tua cultura. È l’ingrediente che non puoi comprare. Per la tecnica puoi avere il più grande tagliatore del mondo, per la materia prima il miglior parmigiano ma il tuo pensiero è unico e irripetibile. Cucinare significa trasmettere attraverso la tua passione emozioni. Ai giovani lo dico sempre: studiate, studiate, più studi e più approfondisci i tuoi interessi».

Quali sono i piatti che più la rappresentano?

«Piatti che stiamo pensando e che saranno in carta nel futuro: la patata in attesa di diventare tartufo, l’insalata di pollo che non c’è, la zuppa di rottura di confine tra il dolce e il salato, con piselli e asparagi».

C’è una definizione giusta per la sua cucina?

«È una cucina moderna, attuale, che vive il presente. Una cucina in evoluzione, che prende il meglio della materia prima e la trasforma con grande rispetto».

Cosa significa fare avanguardia in cucina?

«Per fare l’avanguardia non puoi criticare, devi conoscere tutto, dimenticare e creare dal nuovo. I cuochi che non interpretano musica scritta da altri e la suonano loro sono chef d’autore».

C’è un limite a quanto si può far pagare un piatto o una cena?

«Ci sono ristoranti nei quali si spendono 700/800 euro che devono chiudere perché hanno spese troppo alte e altri che hanno prezzi più bassi, 20 coperti e poco personale che fanno altrettanta fatica. Anche chi cerca di tenere prezzi contenuti deve sempre fare i conti con ciò che è il costo del personale: il costo dato dai ragazzi che sacrificano la loro vita, perché credono nell’avanguardia. Poi è logico non esagerare, stare attenti al mondo che sta cambiando».

Dove sta andando la cucina italiana?

«Al massimo del livello. Solo noi in Italia forse non abbiamo capito che questa nuova cucina è formata da un gruppo solido di gente che si rispetta, di cuochi che stanno portando la ristorazione italiana ai vertici assoluti. Dobbiamo solo riuscire a fare sistema, avere appoggio istituzionale».

Conosce la cucina bergamasca? E i nostri ristoratori?

«Apprezzo molto i fratelli Cerea».

Ora che è considerato tra i migliori chef al mondo non si monterà la testa?

«Non credo. Odio l’arroganza. Se mi chiede quale materia prima ho cucinato le rispondo l’arroganza di certi cuochi che abbiamo cucinato e servito».

Cosa c’è nel futuro di Bottura?

«Sempre il futuro».

 

A Bergamo lo chef c’era stato invece nel settembre scorso nella speciale edizione di GourmArte in occasione dell’Expo tra la Domus Bergamo di piazza Dante e il Balzer. Ecco cosa aveva preparato e la galleria dell’evento

 


“Pioniere” del Valcalepio, a Falconi di Villongo l’onorificenza di Cavaliere

«Con orgoglio posso asserire di aver iniziato a 7 anni a pigiare con i piedi l’uva nei tini e di aver portato sulle spalle la famosa “brentina” e la “barile”». Parole di Angelo Falconi, titolare dell’Azienda Vinicola Valcalepio dei Fratelli Falconi di Villongo, che in occasione della Festa della 2 giugno è salito sul palco di piazzale Alpini a Bergamo per ricevere dalle mani del prefetto Francesca Ferrandino il diploma dell’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine “Al Merito della Repubblica Italiana”, concessa dal presidente Sergio Mattarella, su proposta della presidenza del Consiglio dei Ministri, e assegnata quest’anno in totale a 9 bergamaschi, ai quali si aggiunge un’onorificenza di Ufficiale.

Falconi è originario della frazione Collepiano del comune di Adrara San Martino, località già vocata per la coltivazione della vite, da dove proviene la sua famiglia. “Colplano”, in latino, è citata in un testamento redatto dal notaio Flaccadori e depositato presso l’Archivio notarile di Stato, che documenta di un lascito ai poveri di Adrara di due carri di vino da parte di un certo Bernardo Falconi nel 1533. La tradizione di operosità della famiglia Falconi come viticoltori sulle colline di Collepiano ha dunque radici lontane.

Nel 1948 la famiglia al completo si trasferisce nel capoluogo, ad Adrara, e più avanti a Villongo. Nel 1952 i Falconi sono obbligati a fare la licenza di commercio pur continuando a coltivare la vite e a produrre vino con iscrizione all’Associazione Coltivatori Diretti.

È nel 1952 che nasce l’Azienda Vinicola Valcalepio. Ricorda Angelo Falconi: «Ritiravamo il mosto di vino dai viticoltori della zona Valcalepio, essendo la nostra produzione, nonostante fosse cospicua, insufficiente ad accontentare la nostra affezionata clientela. È per questo che è nata l’idea di chiamare la nostra Azienda Vinicola Valcalepio. Fino alla nascita, nel 1974, del disciplinare della Denominazione di origine controllata abbiamo sempre venduto il vino con la dicitura Rubino di Valcalepio per il rosso e Fior di Valcalepio per il bianco». Precoce quindi l’intuizione della famiglia, che ha creduto nella vocazione vinicola della valle dalla quale provenivano le uve utilizzate per la vinificazione.

Cav.Angelo FalconiL’Azienda ha potuto continuare a tenere in etichetta la denominazione di Azienda Vinicola Valcalepio dei F.lli Falconi ricevendo tramite decreto l’autorizzazione del Ministero dell’Agricoltura e Foreste di Roma.

Angelo Falconi, 74 anni con oltre 50 di lavoro in azienda, è ancora impegnato in prima persona nell’attività, che ha sede sulla strada provinciale per i Colli di San Fermo e si dedica all’imbottigliamento e alla commercializzazione, forte di una consolidata clientela.

Associata al “Consorzio Tutela Valcalepio”, è un’impresa storica e una delle prime vinicole bergamasche, premiata anche nel 2012 dalla Camera di Commercio di Bergamo con il Riconoscimento del lavoro e del progresso economico.


Cavalieri del Lavoro, Mattarella nomina Pierino Persico

pierino persicoC’è il bergamasco Pierino Persico tra i 25 nuovi Cavalieri del Lavoro nominati dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha firmato quest’oggi il decreto, su proposta del Ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda.

Nato ad Albino l’8 ottobre del 1947, è dal 1976 alla guida della Persico Spa, oggi conosciuta in tutto il mondo per gli stampi e i prodotti all’avanguardia nei settori automotive, nautico e industriale. Il riconoscimento arriva nel 40esimo dell’attività, nata come modelleria in legno, in un sottoscala ad Albino – come ama ricordare -, e diventata simbolo di innovazione, capacità imprenditoriale ma anche profondo attaccamento al territorio.

Gli altri Cavalieri del Lavoro

  • BEDESCHI Guglielmo – Industria meccanica – Veneto
  • BOSCAINI Sandro – Industria vitivinicola – Veneto
  • BUCCI Massimo – Industria meccanica – Emilia Romagna
  • CANDELA Alberto Armando – Industria cancelleria e belle arti – Lombardia
  • CASELLI Ettore – Servizi finanziari/Credito – Emilia Romagna
  • CESARONI Alvaro – Industria meccanotronica – Marche
  • CLEMENTI Gabriele – Industria elettronica – Toscana
  • COLOMBO Roberto – Industria tessile/abbigliamento – Piemonte
  • COPPO Pierluigi – Industria complementi d’arredo – Lombardia
  • COZZANI Francesca – Industria manufatti in metallo – Liguria
  • DALLARA Giampaolo – Industria automobilistica – Emilia Romanga
  • DI AMATO Fabrizio – Servizi di ingegneria – Lazio
  • FARINA Maria Bianca – Servizi finanziari/assicurazioni – Lazio
  • FAZIOLI Paolo – Artigianato/fabbrica di pianoforti – Friuli Venezia Giulia
  • MARENZI Claudio – Industria tessile/abbigliamento – Piemonte
  • MOLTENI Carlo – Industria arredamento – Lombardia
  • MONTIPO’ Fulvio – Industria meccanica – Emilia Romagna
  • MOSCHINI Massimo – Industria metallurgica – Campania
  • NOCENTINI Paolo – Industria spedizioni/logistica – Toscana
  • PATANE’ Luca Pietro Guido – Industria turismo – Lombardia
  • PEYRANI Alberto – Industria elettromeccanica – Piemonte
  • PINO Nicola Giorgio – Attrezzature da trasporto – Campania
  • TABACCHI Ermenegildo Dino – Industria occhialeria e ottica – Veneto
  • VILLA Daniela – Industria chimica/cosmetica – Lombardia

Il discorso di Pierino Persico all’assemblea di Confindustria Bergamo del 2014 ospitata nello stabilimento della Persico 

L’intervista a sua moglie Isa Colombi, l’altra metà dell’impresa