Aperture dei negozi, arrivano le feste e le regole non ci sono ancora

A pochi giorni dal “ponte dei Santi” si riaccende l’attenzione sulle aperture festive degli esercizi commerciali.

In base al nuovo disegno di legge, Ognissanti rientra tra le giornate in cui tenere le serrande abbassate. Ma a distanza di un anno e mezzo, il testo è ancora fermo in Senato. È facile quindi aspettarsi che molti negozi e centri commerciali anche nella nostra provincia il primo novembre saranno aperti.

La normativa in fase di discussione fissa dei paletti sul tema delle aperture e chiusure degli esercizi commerciali e mette a disposizione dei contributi per i piccoli negozi, affinché possano rinnovarsi sia nei locali, sia tecnologicamente. Nel dettaglio, introduce l’obbligo di chiusura per almeno 12 festività, di cui 6 derogabili a livello locale, e istituisce un fondo di 50 milioni di euro per i piccoli negozi. Due elementi che dovrebbero dare un primo segnale di riequilibrio tra la Gdo e i negozi di vicinato, che non hanno dipendenti o che hanno difficoltà a gestirli.

La Fida, Federazione italiana dettaglianti dell’alimentazione, avvicinandosi il periodo delle feste natalizie e, con esse, il rischio concreto di trovare i supermercati aperti nei giorni di Natale, Santo Stefano e Capodanno, invita a riprendere in mano il Disegno di Legge. «Non si tratta di una questione soltanto di carattere morale – spiega Donatella Prampolini Manzini, presidente Fida e vicepresidente di Confcommercio Imprese per l’Italia -, perché il tempo da dedicare alla famiglia è comunque sacrosanto, non solo per i lavoratori dipendenti ma anche per gli imprenditori. Si tratta ugualmente di una questione di carattere economico, perché la deregolamentazione delle aperture festive ha portato solo all’impoverimento del tessuto commerciale: non ha fatto crescere i nostri fatturati ma soltanto spostato quote di mercato verso la grande distribuzione».

La Federazione ha anche lanciato l’ipotesi di un “patto tra galantuomini” con i rappresentanti della Gdo, per garantire almeno la chiusura degli esercizi commerciali durante le feste natalizie di Natale, Santo Stefano e Capodanno.

L’accordo andrebbe a beneficio, oltre che dei commercianti tradizionali, anche dei dipendenti della grande distribuzione che con la legge di liberalizzazione – denunciano i sindacati – sono stati costretti ad accettare di lavorare nei giorni festivi senza riconoscimenti aggiuntivi e senza più turni certi di riposo naturale e feste comandate.

Ricordiamo che, in base alle norme approvate con il cosiddetto “Salva Italia” (L. 214/2011) e in particolare l’articolo 31, commi 1 e 2 (Orari e Apertura nuovi esercizi) e l’articolo 34 (Liberalizzazione delle attività economiche ed eliminazione dei controlli ex-ante), oggi l’apertura è concessa per tutte le giornate dell’anno. Con la revisione in atto le date interessate dalle chiusure sarebbero Natale, Santo Stefano, Capodanno, Epifania, Pasqua, Pasquetta, 25 aprile, 1° maggio, 2 giugno, Ferragosto, 8 dicembre, 1° novembre.


Regolamento anti-ludopatia, «calano i clienti, ma i giocatori accaniti si organizzano»

Si scatena in città la protesta dei bar e delle tabaccherie contro il nuovo regolamento antiludopatia di Palafrizzoni. A due settimane dall’entrata in vigore dell’ordinanza che vieta di giocare a Vlt e slot machine e di vendere e acquistare Gratta e vinci e biglietti della lotteria in alcune fasce orarie della giornata, il contraccolpo sui cassetti delle attività è pesante. Per alcuni commercianti, la “perdita” arriva anche al 30-50% e c’è chi ha ridotto gli orari di apertura e non sa se riuscirà a mantenere al lavoro i dipendenti. Non solo. Il provvedimento non sembra avere ottenuto neppure l’effetto sperato. A detta degli operatori, i giocatori abituali non hanno smesso di farlo, ma si sono spostati fuori città, a Gorle, Seriate, Stezzano o “si sono spostati” a giocare negli orari non vietati.

Le lamentele di baristi e tabaccai riguardano gli orari, ma anche i contenuti del provvedimento.

«Abbiamo perso molti clienti, soprattutto nell’orario della colazione – dice Stefano Foresti del bar omonimo nella galleria di Borgo Palazzo, sotto l’Ascom -. Molti  non vengono più a prendere il caffè, preferiscono andare nei bar a 500 metri a Seriate dove possono fare quello che vogliono».

«Ricevo ogni giorno lamentele da parte dei colleghi. I più penalizzati sono i bar del centro che lavorano in pausa pranzo – afferma Luca Mangili presidente provinciale della Fit, la federazione dei tabaccai, e titolare della tabaccheria-ricevitoria lotto alla stazione delle autolinee -. Io stesso sono due settimane che non compro gratta e vinci. Diversi clienti che venivano a prendere le sigarette e giocavano un gratta e vinci ora si fermano a Stezzano e non vengono più da me».

Saverio Ventura al Bar Ventura di via Corridoni conferma che «la flessione nei guadagni si sente» ed evidenzia una conseguenza non prevista:«La maggior parte dei clienti si è spostata a giocare negli orari in cui è concesso. Quelli che perdiamo sono i clienti che sono lì in quel momento».

Gianbattista Gamba dell’edicola e tabaccheria di via Carnovali è perentorio: «È una rovina. Prima compravo 20 pacchi di gratta e vinci, questa è la terza settimana che non li acquisto. I clienti che si fermavano nell’andare al lavoro per comprare le sigarette e giocare, ora comprano tutto a Stezzano. Spero che a livello di Governo ci pensino».

«Non è tanto la vendita singola del gratta e vinci ma quello che gli va intorno – spiega Alberto Venturini della tabaccheria di via San Bernardino -. A parte qualche cliente che abita in zona, gli altri, che si fermavano per andare al lavoro, li ho persi. Ipotizzavo una perdita del 30% ma sono già oltre il 50%. «Se fosse un provvedimento nazionale va bene – aggiunge – ma così si danneggia qualcuno e si favoriscono gli altri».

Sempre nella galleria della Clementina, in Borgo Palazzo, Roberto Foresti della tabaccheria accanto al bar rileva che «spegnere le slot ogni tanto va bene, è anche giusto, ma non ha senso limitare la vendita di gratta e vinci. Chi è ludopatico compra un pacchetto di gratta e vinci e se lo porta via. Quelli che vengono a prendere le sigarette e comprano un gratta e vinci non sono giocatori patologici. Noi abbiamo la concessione per venderli non si può fermare il nostro lavoro. Così si fanno chiudere le attività. Anche per le scommesse? Che cosa c’entra bloccarle?».

Anche i clienti sono scontenti: «Alcuni si mostrano perplessi, altri si lasciano andare a commenti anche coloriti» dice Mangili. E i giocatori mostrano resistenze: «Sono seccati, si chiedono perché a Gorle potevano giocare fino a cinque minuti prima e qui non lo possono fare. Inoltre può immaginare cos’è dire a un giocatore che ha giocato 150 euro che devo spegnere la slot? C’è da litigare con alcuni», evidenzia Roberto Foresti.

L’ordinanza ha già avuto come conseguenza anche tagli sugli orari di apertura delle attività e questo minaccia di ripercuotersi sui posti di lavoro. «Noi siamo in un piccolo centro commerciale, un po’ di gente gira, ma prima dell’ordinanza la mattina era un continuo viavai, ora dalle 7.30 alle 9.30 se entrano cinque clienti è tanto. E la domenica con le scommesse sportive dalle 11 alle 14 eravamo pieni. Ora tengo chiuso» dice ancora Roberto Foresti. «Al bar  siamo in due. La ragazza che mi aiuta cominciava alle 8.30, ora la faccio venire alle 9.30, cosa facciamo in due a quell’ora che non c’è nessuno?», racconta sulla stessa lunghezza d’onda Venturini.

«Il problema della ludopatia c’è, ma questa ordinanza non va bene – riconosce Roberto Foresti -. Dovrebbe essere fatto un tavolo con gli altri sindaci e con noi operatori per trovare una soluzione concordata per gestire la situazione».

Intanto Lottomatica sta analizzando le vendite nelle tre principali tabaccherie della città e medita di fare ricorso.


Clusone, il rilancio del centro passa anche da WhatsApp

Dopo l’esperienza di successo di Treviglio e Bergamo, anche i commercianti di Clusone puntano su WhatsApp e su Facebook per condividere informazioni, lanciare proposte, insomma, fare gruppo.

La pagina è già attiva all’indirizzo Clusone Centro-associazione, mentre il gruppo whathsapp, riservato ai soli commercianti del paese, sarà attivato nei prossimi giorni.

sala riunione clusoneL’iniziativa è dell’associazione “Clusone Centro” ed è stata illustrata ieri sera alla sala Legrenzi del Museo Mat durante un incontro pubblico di fronte a una  platea gremita di cittadini, molti dei quali commercianti. La serata è stata anche l’occasione per affrontare la questione del centro storico, un tema caldo per la cittadina seriana e i suoi commercianti.

«Il centro storico deve tornare ad essere il punto focale della nostra cittadina. Oggi non c’è nessun motivo per visitarlo» ha denunciato il presidente dell’associazione Gino Percassi. Percassi ha illustrato alcune proposte per  far rinascere il centro storico. Prima tra tutte, la revisione della Ztl: l’idea è di ridurre la zona a traffico limitato nei periodi di bassa stagione, quando la gente è poca, per favorire l’ingresso delle auto e portare così un maggiore afflusso e ritorno economico, e di estenderla nei mesi estivi negli orari serali e con l’introduzione il sabato di un’isola pedonale. Un’altra proposta avanzata è di rendere omogenei gli orari di apertura dei negozi e di garantire l’apertura estiva la domenica mattina e tutti i mercoledì. L’idea ha ottenuto un largo consenso e sarà al centro di un nuovo incontro a breve che dovrebbe portare prima dell’estate a presentare i nuovi orari in Comune.

Tra i temi indicati come strategici per il centro storico da Clusone Centro non potevano mancare i parcheggi. «Servono altri parcheggi soprattutto di tipo terminale a uso di chi sosta tutto il giorno – ha detto Percassi – il Parco ex Giovannelli/ex tribunale acquisito dal Comune sono aree fondamentali per poter garantire l’accessibilità al centro senza entrarci con l’auto».

L’assemblea si è conclusa con l’invito ai presenti di inviare le proprie proposte e riflessioni all’indirizzo mail commercianti.clusone@gmail.com o attraverso le pagine Facebook di “Clusone Centro”.

riunione commercianti clusone«Le proposte sono state lanciate, ora bisogna trovare il consenso – ha commentato Roberto Ghidotti, funzionario dell’Ascom al termine dell’incontro -. Mi auguro che la presenza folta dei commercianti all’incontro sia il segno dell’unità che è mancata in questi anni. Auspico che sia il primo passo per una nuova modalità di lavoro dei commercianti. È importante che facciano squadra, massa critica, che partecipino alle riunioni, che indichino delle soluzioni. Questo permetterà di andare al confronto con l’Amministrazione e a colloquio la Proloco per far ritornare Clusone un centro vitale per la Valle Seriana. La creazione di una pagina Facebook e di un gruppo WhatsApp è un passo fondamentale in questo senso. Le esperienze di Treviglio e di Bergamo dicono che è una mossa vincente».


Bergamo, slot e gratta e vinci solo lontano dai pasti

slotmachineCon una spesa nel 2015 di oltre 2.500 euro a persona (neonati compresi) e di quasi 6.000 euro all’anno a famiglia (per un totale di 1.812.680.000 euro), Bergamo capoluogo è di gran lunga al di sopra della media provinciale (+54%) per il peso economico del gioco d’azzardo. Per la prima volta, inoltre, la città è riuscita a conoscere i dati del gioco online, che vale oltre 200 milioni di euro, mentre il Comune ha svolto un’ampia indagine conoscitiva mappando tutte le strutture esistenti in città e intervistando oltre 15mila studenti delle scuole secondarie di Bergamo. Ne è emerso che il 58% dei minorenni gioca nonostante sia vietato dalla legge, il 15% addirittura una volta a settimana e ben il 73% di essi sa esattamente in quali strutture sul territorio consentano il gioco anche agli under 18.

È da queste premesse che muove il regolamento approvato dalla Giunta Gori ieri che intende contrastare e prevenire le patologie legate al gioco d’azzardo lecito: dal regolamento (che passerà al vaglio del Consiglio Comunale il prossimo 6 giugno) scaturirà un’ordinanza che istituirà delle fasce orarie in cui in città non solo non sarà consentito giocare a VLT e slot machine, ma anche, ad esempio, vendere e acquistare gratta e vinci e biglietti della lotteria in tutti luoghi che si trovano a meno di 500 metri da scuole, oratori e da quelle strutture individuate dalla Legge Regionale (a Bergamo praticamente nella totalità dei luoghi in cui è possibile giocare). Si tratta di tutte quelle forme di gioco che possono generare un progressivo isolamento e conseguentemente patologie e dipendenze. Le fasce orarie sono state così individuate: dalle 7,30 alle 9,30, dalle 12 alle 14 e dalle 19 alle 21, tutti orari in cui il consumo di gioco, soprattutto quello tra aperitivo e cena, si dimostra essere più elevato.

Il Comune introduce regole ferree per quello che riguarda la reclamizzazione del gioco (divieto nei luoghi pubblici e di proprietà del Comune, divieto di utilizzo di insegne luminose che attirano al gioco, obbligo di esporre materiale informativo) e il divieto di offrire possibilità di giocare d’azzardo a meno di cento metri da bancomat, negozi “Compro Oro”, banchi dei pegni.

«Intendiamo così proteggere persone sole, giovani e anziani, le categorie più fragili della nostra città – spiega il sindaco Gori – sappiamo che vi sono molte persone che non tornano a casa a pranzo prese dalla foga del gioco, persone che addirittura dimenticano di andare a prendere i figli a scuola, pensionati che buttano metà o più della loro pensione nei gratta e vinci. In questo modo cerchiamo di mettere un freno al dilagare di dipendenze e patologie gravi, che arrivano a mettere in ginocchio tanti nostri concittadini e le loro famiglie. Si tratta di una piaga sociale e come tale va combattuta».

Dal provvedimento saranno esentate alcune categorie di gioco, come le sale bingo (a Bergamo funzionano come luoghi di aggregazione con spazi di somministrazione enogastronomica, lontane quindi dall’isolamento di VLT e slot), il Lotto tradizionale (che si sviluppa con una dinamica completamente diversa, ovvero con tre estrazioni a settimana) e il Totocalcio (con una cadenza ancor più rarefatta).

«Non siamo contrari al gioco legale – conclude Gori –, anche perché l’alternativa sarebbe un gioco gestito dalla criminalità organizzata. Pensiamo invece che si debba contrastare un fenomeno che comporta il degrado delle relazioni familiari e affettive, che comporta la perdita del lavoro e che ricade su una fetta di popolazione fragile, come giovani e anziani».

Oltre alle regole, anche la comunicazione ha un ruolo importante nel contrasto alla ludopatia. Su questo versante il Comune di Bergamo, l’Ats locale e molti altri partner (tra i quali Federconsumatori, Cisl, Associazione Polizia Locale, i Comuni dell’Ambito 1, Università degli Studi di Bergamo, Patronato San Vincenzo, Auser) hanno studiato e lanciato in questi giorni la campagna  “Azzardo Bastardo” per sensibilizzare ai rischi e ai problemi legati al gioco d’azzardo.


Esselunga, i dipendenti approvano l’accordo sul lavoro domenicale

ESSELUNGA-1Con il 60,3% di voti favorevoli, le lavoratrici e i lavoratori dei 155 negozi di Esselunga, chiamati ad esprimersi, nelle giornate di venerdì 26 e sabato 27 febbraio, hanno approvato l’ipotesi di accordo sperimentale per la regolamentazione del lavoro domenicale, firmato da Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs.

Hanno votato più di 15.000 addetti: un dato altissimo che conferma come il tema, nell’epoca delle liberalizzazioni degli orari commerciali, sia tra i più delicati e sentiti per chi opera nella Gdo. A Bergamo, nei quattro punti vendita di città e provincia, ha votato il 70% degli aventi diritto, in 309 si sono espressi per il “sì” all’accordo (76.9%), 88 sono stati i contrari.

L’intesa, dal carattere fortemente innovativo, prevede una programmazione trimestrale del lavoro domenicale che valorizzi la disponibilità volontaria dei lavoratori. Entrerà in vigore il 2 maggio 2016 e avrà la durata di un anno. Le parti si sono impegnate a monitorarne costantemente gli effetti. Nei negozi si effettueran­no confronti preventivi per definire gli organici necessari a garantire il presidio domenicale; la volontarietà rimarrà il criterio prioritario.

Ai lavoratori assunti con obbligo della prestazione verranno garantite domeniche libere dal lavoro che la contrattazione decentrata potrà ampliare nella numerica di partenza prevista dall’accordo nazionale. Sempre la contrattazione di punto vendita potrà agire sul numero massimo delle domeniche potenzialmente lavorabili e introdurre compensazioni quali un sabato e domenica liberi ogni 10 domeniche lavorate.

«Riteniamo questo accordo uno strumento utile a migliorare le relazioni sindacali con una delle più importanti imprese italiane della Grande Distribuzione – sottolinea Alberto Citerio, segretario generale Fisascat Cisl Bergamo – e auspichiamo che Esselunga dimostri nella fase di gestione disponibilità ad accogliere con spirito costruttivo le proposte che verranno avanzate a livello territoriale. Speriamo – continua Citerio – che questa occasione sia un buon viatico per il settore della Gdo, ancora in attesa del rinnovo del Ccnl. Ringraziamo tutte le lavoratrici e i lavoratori che hanno partecipato attivamente alle tante assemblee informative e massicciamente al referendum, contribuendo alla riuscita di questo importante momento di partecipazione e democrazia».

 

 


Borgo Santa Caterina, oggi i locali possono chiudere alle 2 di notte

Come è avvenuto per la vigilia di Natale, anche per la notte del 5 gennaio 2016 il Comune di Bergamo ha autorizzato la chiusura posticipata alle ore 2 del giorno successivo per tutti gli esercizi di
somministrazione di alimenti e bevande di via Borgo Santa Caterina e delle vie limitrofe, accogliendo la richiesta dei gestori.

L’autorizzazione è concessa in deroga all’ordinanza dello scorso luglio che, per contenere il disturbo ai residenti, ha limitato gli orari di apertura e chiusura delle attività commerciali di alcune vie della città dalle 6 del mattino alle 00,30 del giorno successivo (un’ora dopo per i locali che soddisfano certi requisiti). La deroga vuole «offrire ai cittadini che intendono festeggiare questo particolare momento dell’anno la possibilità di trattenersi presso tali pubblici esercizi anche oltre gli orari stabiliti di chiusura al pubblico».

Resta fermo il rispetto dei limiti di rumore stabiliti dalla specifica normativa in materia.


Benzinai, meno aperture festive. Ma garantiti i turni per gpl e metano

benzinaiAlleggeriscono gli obblighi e introducono maggiore flessibilità gli indirizzi generali ai Comuni sui gli orari e i turni di apertura degli impianti di distribuzione carburanti fissati dalla Regione. La Giunta della Lombardia ha infatti approvato la delibera che modifica le norme in tema di obbligo di chiusura, turni e servizio notturno.

Queste le principali novità

  • OBBLIGO DI CHIUSURA

È annullato l’obbligo di chiusura nel giorno feriale successivo al servizio effettuato la domenica o nei giorni festivi infrasettimanali. Nelle domeniche e nei giorni festivi infrasettimanali dovrà essere garantito il rifornimento di carburante attraverso specifico turno da un sedicesimo degli impianti nel territorio provinciale (attualmente i turni sono otto), ad eccezione delle settimane di agosto, durante le quali deve essere garantito il rifornimento di carburante con turno da parte di un ottavo degli impianti esistenti e funzionanti nel territorio provinciale.

  • TURNI

Regione Lombardia verificherà la disponibilità nella copertura dei turni tra gli impianti eroganti di gas petrolio liquefatto e di metano per favorire la reperibilità di tali carburanti per l’utenza.

  • COMUNI

Sarà data facoltà ai Comuni di promuovere intese, anche intercomunali, con le Organizzazioni sindacali dei gestori maggiormente rappresentative, per concordare turni di servizio in deroga a quelli di cui alle presenti disposizioni purché garantiscano un’offerta adeguata e livelli di servizio adatti all’utenza.

  • SERVIZIO NOTTURNO

Il servizio notturno, svolto dalle ore 22 fino alle ore 7, non necessita più di autorizzazione. Il gestore dell’impianto di distribuzione carburanti che intende svolgere il servizio notturno effettua ora una comunicazione al Comune competente.

Il commento dell’assessore al Commercio Mauro Parolini

«Semplificazione, sburocratizzazione e flessibilità sono i principi che hanno ispirato e guidato questo aggiornamento e che ci permettono di consegnare a Comuni e operatori un quadro normativo rinnovato, che snellisce gli adempimenti e le procedure di pianificazione delle aperture e chiusure domenicali e festive, tenendo anche conto delle mutate condizioni di mercato e dell’interesse dei consumatori», è il commento di Mauro Parolini, assessore al Commercio, Turismo e Terziario di Regione Lombardia. «La modifica è nata da un proficuo ed attento confronto con le parti sociali e accoglie le richieste del comparto – ha ricordato -, formulate in sede di Consulta Regionale Carburanti, con l’obiettivo di incrementare l’efficienza del mercato e il corretto ed uniforme funzionamento della rete distributiva». «Abbiamo inoltre cercato di garantire la fornitura di gpl e di metano, che per numero di impianti fa già della Lombardia un’eccellenza nel panorama nazionale ed europeo, ma su cui Regione, anche alla luce della conformazione del nostro territorio che lo rende particolarmente vulnerabile agli inquinanti atmosferici e delle procedure di infrazione europee, sta continuando ad investire risorse e policy per migliorare la qualità dell’aria e il servizio rivolto ai consumatori».

 


Discoteche vietate ai minorenni, i gestori sono d’accordo

Per il mondo del divertimento è in arrivo una stretta di controlli sulla sicurezza. La chiusura del Cocoricò di Riccione, dove alcuni giorni fa è morto un ragazzino minorenne a causa dell’assunzione di ecstasy, ha messo le discoteche al centro del mirino e ha fatto emergere la necessità di una disciplina più rigorosa.

Il Governo ha annunciato tolleranza zero sulle irregolarità e l’introduzione di nuove regole più restrittive, la prima è il divieto di ingresso per i minorenni, con sanzioni adeguate in caso di mancati controlli da parte dei gestori.

L’Associazione dei locali da ballo (Silb) è concorde ma chiede al Ministro dell’Interno una serie di iniziative e soluzioni che tutelino il settore.

In particolare, che i locali notturni vengano classificati in base a criteri come la musica proposta e l’età dei frequentatori, così da aumentare i controlli in quelli frequentati dai minorenni; che l’età per la somministrazione di superalcolici venga alzata a 18 anni; che vengano intensificati i controlli da parte delle forze dell’ordine e che al personale dei locali addetto alla sicurezza venga riconosciuto il diritto di perquisire e selezionare la clientela all’ingresso del locale.

Le discoteche chiedono inoltre  l’eliminazione del divieto di somministrare bevande alcoliche dopo le ore 3 nei locali che consentiranno l’ingresso ai soli maggiorenni e la creazione di una cabina di regia presso il Ministero per la supervisione e il controllo dei locali in relazione al consumo di alcool e droga.

«Prendiamo  le distanze da coloro che in qualche misura favoriscono un accesso incontrollato delle persone e possono favorire lo sballo – dice Oscar Fusini, direttore dell’Ascom di Bergamo -, ma non si può demonizzare tutto il sistema del divertimento, la maggior parte dei locali serali e da ballo sono gestiti con coscienza. Se il divertimento resta sano è un’industria importante. Se si colpisce tutti si consegna il divertimento all’abusivismo».

Sulla chiusura delle discoteche l’Ascom è scettica. «Non risolvono il problema a monte – dice Fusini -. Anche se si chiude un locale ce ne sarà sempre un altro dove andare».

«Il problema dello sballo non riguarda solo i locali notturni ma tutte le situazioni che vedono grandi aggregazioni di giovanissimi – segnala Paolo Visinoni, presidente del Gruppo Sale da ballo Ascom -. Il divieto di ingresso in discoteca per i minorenni è una misura positiva e condivisibile perché poi quando i ragazzini sono all’interno dei locali è molto difficile limitare le loro consumazioni. Certo per molti locali significherà una perdita di clienti. In contropartita ci auguriamo che venga definito un orario di chiusura nazionale (oggi ci sono differenze di orari da un comune all’altro ndr.) e che la possibilità di vendere alcolici sia innalzata per tutti alle 4 di mattina».


Negozi, «sì a una regolamentazione delle aperture festive»

negozioLa totale liberalizzazione del commercio avviata all’inizio del 2012 non ha prodotto né maggiore concorrenza né particolari stimoli ai consumi o all’occupazione. Lo ha evidenziato la Confcommercio nell’audizione presso la commissione Industria del Senato nell’ambito del disegno di legge sugli orari degli esercizi commerciali.

Il provvedimento, già approvato dalla Camera, prevede l’obbligo di chiusura per 12 giorni all’anno (primo e 6 gennaio, 25 aprile, Pasqua, lunedì dell’Angelo, primo maggio, 2 giugno, 15 agosto, primo novembre, 8 dicembre, Natale e Santo Stefano) e la facoltà per ogni singolo esercente di derogare per un massimo di sei date, comunicandolo al Comune.

Nella sua posizione Confcommercio ha sostenuto la necessità «di proseguire verso la realizzazione di una regolamentazione minima e ragionevole in materia di orari dei negozi, peraltro assolutamente compatibile con i principi e le prassi prevalenti in Europa in materia di libertà di concorrenza. L’obiettivo è quello di arrivare ad avere deroghe certe all’interno di un chiaro quadro normativo. Solo così si può contribuire a consolidare il modello distributivo italiano, fatto di piccole, medie e grandi imprese, consentendo ai territori di valorizzare la propria vocazione turistica e commerciale. Allo stesso tempo si rispetterebbe il valore sociale di queste imprese, mantenendo un adeguato livello nell’offerta dei servizi ai consumatori».

«Anche i dati più recenti indicano che le imprese del commercio al dettaglio continuano a chiudere», ha ricordato la Confederazione. «Poco meno di 23mila nei primi tre mesi di quest’anno con un saldo negativo per oltre 10mila unità rispetto alle nuove aperture – e i consumi continuano a mostrare ritmi di ripresa ancora inadeguati a recuperare quanto perso dal 2007 ad oggi (-7,6%) e comunque insufficienti a dare qualche beneficio ai negozi di vicinato».

Il testo del provvedimento ha intanto messo in allarme il mondo dell’e-commerce. Nel disegno di legge sono indicate attività escluse dalla chiusura obbligatoria (come ristoranti, bar, cinema, mercatini, edicole, negozi d’artigianato locale), ma tra queste non sono citati il commercio elettronico e i distributori automatici. Stando così le cose i siti di vendita on line italiani dovrebbero chiudere per sei giorni all’anno, risultando penalizzati rispetto alle piattaforme con sede negli altri Paesi.


Santa Caterina, il 24 il secondo “Venerdì del Borgo”. Da lunedì il coprifuoco per i locali

Dopo il centro e Borgo Palazzo, la “movida” arriva questa sera in Borgo Santa Caterina per il primo dei quattro appuntamenti con “I Venerdì del Borgo” promossi dall’Associazione Borgo Santa Caterina. Come ormai da tradizione consolidata, la via sarà chiusa al traffico (dalle 19) e ci saranno negozi aperti, mostre, ristoranti all’aperto e bar con servizio in strada. Verranno proposti inoltre musica, balli, stand, laboratori creativi e attività d’intrattenimento per tutte le d’età.

Le prossime date della manifestazione sono il 24 luglio, il 28 agosto e l’11 settembre. Le ultime due in concomitanza con il calendario di Bergamo Balla, ossia le serate in centro con area pedonale, shopping e animazione  – con tutte le forme di danza e ballo – promosse dal Comune.

Da lunedì invece scatterà il “coprifuoco” per i locali serali della via. Entrerà infatti in vigore l’ordinanza del sindaco che, sulla scorta del nuovo Regolamento per la convivenza tra residenti ed esercizi, limita gli orari delle attività che creano problemi di vivibilità o di ordine pubblico e sicurezza e impone la chiusura a mezzanotte e mezza (e l’apertura dalle 6).

I locali interessati dall’ordinanza sono stati individuati in base ad un’istruttoria e possono ottenere un’ora in più di apertura, fino cioè all’1.30, impegnandosi attraverso la sottoscrizione di un accordo con il Comune a mettere in atto soluzioni che minimizzino il disagio.

In Borgo Santa Caterina il provvedimento riguarda tutti gli esercizi, comprese le attività artigianali, ad eccezione dei ristoranti Tijuana, La Gradisca, Enoteca Zanini, Chiringuito e per il bar Divina. Hanno presentando le proprie buone prassi per ottenere il bonus di apertura di un’ora Marika’sss e Doma.

Dal 13 luglio nell’intera via sarà inoltre vietata dalle 23 alle 7 la vendita di alimenti e bevande per asporto in contenitori di vetro o latta, fatta eccezione per la consegna a domicilio. L’uso del vetro è permesso all’interno dei locali o nei dehors mentre, nel caso i clienti che consumano al banco abbiano la possibilità di uscire all’esterno dei locali, dovranno essere utilizzati contenitori di plastica usa e getta o richiesta per il bicchiere una cauzione a rendere non inferiore a 2 euro.

La chiusura anticipata alle 00.30 riguarda anche altri singoli locali in città. Due in via Bonomelli, al numero 11 e 13/b, l’Arri’s Bar di via Piccinini (ex Hemigway), l’Elite Cafè di via Borfuro (che ha aderito al protocollo del Comune),  due in via Moroni (ai numeri 90 e 168), e ancora in via Previtali 14, in via Pitentino 2 e al 14/a di piazza Pontida.