Fusione dei Comuni della Presolana, è l’ora decisiva. Domenica il referendum

onore Scatta l’ora decisiva per il progetto di unione dei Comuni della Presolana. Domenica 20 novembre ci sarà l’atteso referendum consultivo e gli abitanti dei cinque paesi dell’Alta Val Seriana coinvolti dal progetto – Cerete, Fino del Monte, Onore, Rovetta e Songavazzo – saranno chiamati a esprimere la propria opinione.

Il voto dei cittadini sarà decisivo: perché la fusione si realizzi è necessario che il “sì” vinca in ognuno dei cinque Comuni. Nel caso vincesse il “no” anche in uno solo dei paesi, l’unione salterebbe. Se gli abitanti si esprimeranno invece in modo favorevole in tutti i paesi, inizierà la procedura per creare il nuovo Comune di 8.440 abitanti, esteso su un territorio di 67,6 chilometri quadrati, più grande di Clusone e di Castione della Presolana. E nel frattempo un commissario prefettizio, affiancato dai cinque sindaci, “traghetterà” le Amministrazioni fino all’appuntamento elettorale dell’aprile-maggio 2017, per la scelta del sindaco del nuovo Comune unico.

Sul possibile nome del nuovo Comune saranno gli stessi cittadini a esprimersi nel corso della consultazione; i nomi proposti sono Borghi Borlezza, Borghi Presolana, San Narno, Larna, Valborlezza e Valleggia.

Il progetto di fusione è stato portato avanti dai sindaci Cinzia Locatelli di Cerete, Matteo Oprandi di Fino del Monte, Angela Schiavi di Onore, Stefano Savoldelli di Rovetta e Giuliano Covelli di Songavazzo. Secondo i promotori, la creazione di un unico apparato politico e amministrativo porterebbe risparmi economici, migliori servizi grazie a personale più specializzato e più omogenei e un maggior aumento del peso politico-amministrativo all’interno del territorio seriano e bergamasco. Sul fronte del no al progetto le minoranze di Rovetta e Cerete, unici paesi nei quali dei consiglieri si sono apertamente schierati contro il progetto.

Partecipano al referendum regionale consultivo gli elettori iscritti nelle liste elettorali valide per le elezioni del Consiglio Regionale e residenti sull’intero territorio dei Comuni di Cerete, Fino del Monte, Onore, Rovetta e Songavazzo, che abbiano compiuto il 18esimo anno di età entro il giorno fissato per il referendum. Le votazioni si svolgeranno dalle ore 8 alle 21.


Ardesio, anche Sgarbi al convegno su cibo e promozione del territorio

Ad Ardesio ci si interroga su come coniugare prodotti tipici, ambiente e cultura con l’aiuto anche del critico d’arte Vittorio Sgarbi.

Venerdì 28 ottobre l’Ardes, Associazione di promozione sociale per le Ricerche e le Divulgazioni Etnografiche e Storiche organizza – alle ore 20.30, nella Sala del teatro dell’Oratorio Don Riccardi di Ardesio – il convegno: “Quali Prodotti della Val Seriana a Km Zero?”, ad approfondire le opportunità di un legame virtuoso tra agricoltura, gastronomia e territorio.

La serata è organizzata in collaborazione con il Miur – Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Isiss Val Seriana, Comune di Ardesio, Pro loco Ardesio e PromoSerio. Sarà introdotta dal presidente di Ardes Guido Fornoni e dai saluti di Fabio Molinari, dirigente Miur, Alessio Masserini, dirigente scolastico dell’Isiss Valle Seriana, dal sindaco di Ardesio Yvan Caccia e dal presidente di Promoserio Guido Fratta. Seguiranno le relazioni di Andrea Messa su “I grani della Valle Seriana”, Paolo Valoti “Sentieri e rifugi per promuovere un turismo consapevole tra qualità e tipicità del territorio alpino orobico” e Claudio Cecchinelli “Il facilitatore turistico, una professione tutta da inventare”.

A Sgarbi, che presenta il libro “La costituzione e la bellezza”, scritto con il costituzionalista Michele Ainis, sarà chiesto di evidenziare i punti di forza artistici e culturali del territorio. Nell’occasione, il professore sarà libero di utilizzare l’appellativo “capre”, diventato un tormentone, senza temere di offendere. Il soprannome degli abitanti è, infatti, “i cavre de Ardés” (le capre di Ardesio).

 


Cusio, due giorni dedicati all’antico mulino e al mais della Val Brembana

antico-mulino-di-cusioUn fine settimana per scoprire l’antico mulino di Cusio, che risale al XVII secolo e ancora oggi è funzionante, e conoscere il Mais della Val Brembana. Sabato 22 e domenica 23 ottobre è in programma “Festa d’autunno al Borgo del Mulino” un appuntamento con la tradizione e la gastronomia fatto di attività, laboratori, dimostrazioni e degustazioni

IL PROGRAMMA

SABATO 22 OTTOBRE
  • dalle 15 – dimostrazione del funzionamento dell’Antico Mulino di Cusio
  • dalle 15,30 – attività e laboratori per bambini presso il Mulino (a cura di Kairòs)
  • ore 16 – La Merenda del Mugnaio, con dolci a base di farina macinata al Mulino
  • ore 16,30 – passeggiata nel borgo e visita a un piccolo campo di Mais locale
  • ore 17,30 – L’Aperitivo del Mugnaio con degustazione di polenta preparata con la farina del Mulino
DOMENICA 23 OTTOBRE

La giornata sarà rallegrata dai Canti Popolari dei “Coscritti di Premana”

  • dalle 10,30 – mercatini di artigianato e prodotti locali
  • dalle 10,30 – dimostrazione del funzionamento dell’Antico Mulino di Cusio
  • ore 11,30 – aperitivo all’Antico Mulino
  • ore 12,30 – Il Pranzo del Mugnaio. Menù: polenta con la farina integrale di mais del Mulino, nosècc e osèi scapà
  • ore 14,30 – danze popolari al Mulino con il gruppo Folkinvalle
  • dalle 15 – Laboratori, caldarroste e pomeriggio in compagnia con canti e divertimento

Info: 348 1842781 – info@altobrembo.it


Giovani in alpeggio per migliorare la convivenza con orsi e lupi. Ecco com’è andata

Un’estate di volontariato verde, per mettere in contatto – pacifico – uomo, natura e grandi predatori. Si è conclusa l’iniziativa che ha visto 31 ragazzi e 5 pastori collaborare nel nome della tutela ambientale con il progetto Pasturs, messo in campo da Cooperativa Eliante Onlus, con la partnership di Parco delle Orobie bergamasche e WWF Bergamo – Brescia, in collaborazione con Coldiretti Bergamo e con il contributo di Fondazione Cariplo.

Un progetto che, con l’obiettivo di ridurre i rischi conseguenti alla presenza dei grandi predatori sulle Orobie, ha coinvolto oltre 40 persone (su 200 che ne avevano fatto richiesta), mettendole al dal 13 giugno all’8 settembre al servizio delle Orobie. Renato Balduzzi in Alpe Cardeto, Silvestro Maroni in Alpe Vodala, Giuseppe Salvi in Alpe Venano, Andrea Morelli in Alpe Manina ed Emanuele Manzoni in Alpe Monte Fioraro, sono i cinque allevatori che hanno accolto i volontari, facendosi aiutare nel lavoro quotidiano: spostare e montare le reti elettrificate, sorvegliare il gregge, fare la legna e accendere il fuoco, cucinare, fare il fieno e mungere i bovini. Ma anche: sistemare le pozze di abbeverata del bestiame, supportare gli allevatori nella transumanza e nel carico del bestiame sui camion, tagliare le ortiche, sistemare i sentieri, dare da mangiare agli agnelli e molto altro ancora.

«È stato emozionante uscire dalla vita quotidiana per tuffarsi in un mondo tradizionale, eppure, “nuovo” agli occhi di molti di noi – ha dichiarato Alessio Pacati, 21 anni di Treviolo, studente dell’Università della Montagna di Edolo –, è essenziale sapersi adattare: agli orari di lavoro molto lunghi e alle condizioni metereologiche che in montagna, più che mai, sono davvero determinanti, ma è un’esperienza che consiglierei a chiunque!».

«Il segreto è la passione: i pastori, che fin da subito si sono mostrati cordiali nei miei confronti, lavorano giorno dopo giorno proprio grazie alla passione. Mi hanno insegnato molte cose sul loro mestiere, dimostrando cura e attenzione nei confronti degli animali e disponibilità a confrontarsi con la mia “visione da universitaria”, studiosa di allevamenti, facendomi finanche ricredere su alcuni aspetti legati al benessere animale», ha commentato invece Nadia Rizzi, 25 anni, studentessa di Scienze e tecnologie delle produzioni animali presso la facoltà di Veterinaria di Milano.

Il progetto, infatti, ha permesso di realizzare un reale avvicinamento tra città e montagna, con gli universitari interessati a conoscere da vicino un mondo diverso da quello quotidiano, proponendo ai pastori domande, dubbi e curiosità sul loro lavoro, e i pastori, dal canto loro, contenti della compagnia giovane e interessata, con cui condividere le tante e impegnative attività, scambiando, al tempo stesso, piacevoli chiacchierate.

Un’esperienza resa possibile dalla volontà e collaborazione di Cooperativa Eliante, Parco delle Orobie bergamasche, WWF Bergamo-Brescia e Coldiretti Bergamo di ridurre il rischio derivante dal ritorno dei grandi carnivori sulle Alpi Orobie bergamasche, favorendo lo sviluppo sostenibile delle comunità locali, e, al tempo stesso, mantenendo gli attuali livelli di biodiversità naturale, grazie anche all’impiego di recinzioni elettrificate e cani da guardiania. In controtendenza in un periodo in cui il conflitto e la strumentalizzazione in materia di predatori sembrano prevalere, il progetto Pasturs si fa così portatore di un segnale opposto di convivenza possibile e pacifica.
Grazie al prezioso contributo dei volontari, il progetto è infatti riuscito a facilitare l’adattamento dei pastori all’arrivo dei grandi carnivori, con il risultato collaterale di far incontrare il mondo della pastorizia e quello ambientalista / cittadino: se da un lato, infatti, i volontari hanno apportato al mondo dell’allevamento competenze specifiche e buone pratiche in tema di conservazione degli ecosistemi, dall’altro, i pastori hanno messo in campo esperienza pratica e conoscenza del territorio.

In particolare, a prendere parte al progetto come volontari, sono stati: Nunzia Moretti, Elisabetta Mauri, Mario Cornaro, Andrea Piscopello, Francesca Patania da Siena (dedicherà la sua tesi di laurea proprio ai pastori abruzzesi del progetto), Camilla Tortosa, Beatrice Longhi, Nicole Gargantini e Silvia Grossi, studentesse di Allevamento e Benessere Animale, Alessio Pacati, 21 anni, studente dell’Università della Montagna di Edolo, Nadia Rizzi, 25 anni, studentessa presso la facoltà di Veterinaria di Milano, Flavio Rossi, Elisa Signorini di Parma, Gloria Patamia di Lugano, Michela Albano, arrivata dalla Sicilia, Amirah Al Jawazneh, studente del corso di laurea in Allevamento e Benessere Animale, Eric Carminati, Cynthia Guerra, Chiara Bertuletti, Elide Aldeni, Marta Ferrari, 22 anni, studentessa di ingegneria ambientale, Adriano Caccia, 34 anni di Milano, del progetto di “montagna terapia” per disabili, Valerio Di Feo, Silvia De Gaetano, Rosita Bertocchi, Marina Poletti, Elio Speziale, Alessandro Trivella.

In totale, grazie anche alla loro collaborazione, sono stati portati in alpeggio 4.800 ovini, 105 caprini, 150 bovini, 26 equini (asini e cavalli), realizzati 5 recinti a prova di orso e lupo e consegnati 3 cuccioli di Pastore abruzzese in collaborazione con il Circolo del Pastore Maremmano Abruzzese (C.P.M.A.).

Un’esperienza che tornerà a giugno 2017 e a cui sarà possibile candidarsi da gennaio 2017 rivolgendosi a pasturs@wwfbergamo.it – www.pasturs.org

 


Averara, la sagra della castagna raddoppia

 

sagra-della-castagna-redivo-averaraA Redivo di Averara, in alta Valle Brembana, la storica sagra della castagna raddoppia e fa il pieno di iniziative interessanti e golose. La manifestazione, che compie 42 anni, si terrà in due week end: sabato 1 e domenica 2 ottobre, sabato 8 e domenica 9 ottobre. Sarà un’occasione per fare festa, valorizzare i prodotti locali e per far conoscere questo angolo di Bergamasca davvero particolare.

Non è un caso che proprio a Redivo venga celebrato questo frutto: i boschi della località di Averara infatti sono tra i più ricchi di castagni. L’associazione Castanicoltori, che organizza la sagra in collaborazione con il Comune di Averara e con il contributo dell’azienda Soluna, negli ultimi anni ha recuperato alcuni castagneti abbandonati. Un tempo costituivano un’importante fonte di sostentamento per la popolazione, poi lo spopolamento ha contribuito a dimenticare questa risorsa, ora riscoperta.

sagra-della-castagna-redivo-avrerar-2Il programma della sagra prevede per sabato 1 ottobre alle ore 14 la distribuzione del materiale informativo sotto i portici di Averara. Alle 14.30 “Camminata al castagneto” con Stefano D’Adda. Alle 17 “Un castagno divino”, degustazione di vini bergamaschi. “Troviamoci all’osteria”, alle 19, apertura di tre osterie a tema: l’atmosfera e l’offerta ristorativa di un tempo con musica e racconti in spazi caratteristici di Redivo.

Domenica 2 ottobre alle 10 “Profumi di erbe” con Gianfranco Goglio che guiderà i visitatori in un gioco alla scoperta delle erbe salutari dell’azienda Soluna. Alle 11 “Tra i rami”, dimostrazione di tree-climbing e potatura eseguita da Alessandro Regazzoni. “Caccia fotografica”, alle 14, con Paolo Ferrante e Aramis Egman che condurranno i visitatori lungo un percorso tra gli alberi “giganti” del bosco. Le fotografie prodotte saranno esposte domenica 9 ottobre sotto i portici.

averara-castanicoltoriSabato 8 ottobre alle 10 “Madre natura e le sue magie” con l’apertura dei laboratori dell’azienda Soluna. Alle 11 “Camminata al castagneto” con Lorenzo Lego. Alle 15 “Passione nelle mani”, dimostrazioni di artigianato nella struttura-laboratorio a Redivo e alle 17 “Un salto in osteria”, due chiacchiere e un bicchiere prima della cena tradizionale con piatti a base di castagne.

Domenica 9 ottobre, alle 10 “Caccia ai tesori di Averara”: Simona Bellini accompagna i visitatori in un percorso alla scoperta della storia del paese. Alle 11 “L’alchimista brembano”, produzione e distribuzione di un distillato, con Gianfranco Goglio dell’azienda Soluna. Per chiudere, alle 15, “Lippa, cos’è?”: dimostrazione del gioco della lippa e giochi d’altri tempo con la partecipazione aperta al pubblico. Sempre domenica 9 ottobre dalle 10 alle 17 “Dire, fare, giocare”, animazione per i più piccoli con Barbara Stacchetti e Patrizia Geneletti del Teatro Prova.

Per tutta la durata della manifestazione alcune vie saranno chiuse al traffico. L’organizzazione consiglia di utilizzare i parcheggi segnalati in zona: ex asilo, campo sportivo, ditta Siga, Municipio, lungo fiume Mora. Sarà inoltre operativo un bus-navetta messo a disposizione per raggiungere la frazione Redivo partendo dai Portici.

È gradita la prenotazione agli eventi, telefonando ai numeri 366 9598725 – 333 3072758, ai quali ci si può rivolgere anche per ogni altra informazione.


Cascate del Serio, domenica apertura con festa a Maslana

cascate del serio 2L’apertura di settembre delle cascate del Serio si accompagna anche quest’anno alla festa del borgo di Maslana, unendo tradizioni e sapori allo spettacolo del triplice salto d’acqua.

L’appuntamento è domenica 18, quando è fissata la penultima delle aperture stagionali della diga del Barbellino (l’ultima sarà il 9 ottobre). La fragorosa discesa – la più alta d’Italia e la seconda in Europa con i suoi 315 metri – si terrà dalle 11 alle 11.30, dopo di che ci si può trasferire nel borgo dove alle 12, in località Polli, si celebrerà la messa e dalle 12.30 si aprirà il ristoro con specialità di montagna, tra cui “veri” casoncelli di produzione casalinga, formaggi e salame tipici e torte fatte in casa.

La giornata prosegue con lo spettacolo, dalle 14 alle 16, del gruppo folcloristico “I Brighella”, che dal 1971 si dedica alla valorizzazione degli usi e costumi della terra di Bergamo coltivando la danza e il canto popolare di gruppo.

maslanaPer assistere alle cascate occorre arrivare a Valbondione. Il ticket per il parcheggio dell’auto è di 5 euro. Da qui si prosegue fino alla frazione di Grumetti; si lascia la strada carrabile e si intraprende il sentiero segnalato con segnavia CAI 332 che porta all’antico abitato di Maslana. Si attraversa il ponte della Piccinella, si segue il sentiero a sinistra arrivando all’osservatorio floro-faunistico nei pressi della zona dei grandi macigni. Il percorso è facile, la durata è di circa 90 minuti.

Una seconda opzione, sempre facile e della stessa durata, è quella che da Valbondione imbocca la comoda mullattiera segnalata con segnavia CAI 305 che porta al rifugio Curò. Si sosta anche in questo caso nei pressi della zona dei grandi macigni, ideale punto di osservazione per la cascata.

L’ufficio turistico consiglia l’abbigliamento da montagna e offre anche la possibilità di raggiungere le cascate accompagnati da guide alpine. I percorsi proposti sono due, entrambi con partenza dal palazzetto dello sport, e prevedono soste didattiche e culturali. Il costo di partecipazione è di 5 euro (prenotazioni all’Ufficio Turistico Valbondione – www.turismovalbondione.it – tel. 0346/44665)


Rifugi, la stagione entra nel vivo. «In aumento gli stranieri»

È partita a rilento la stagione turistica in alta quota. Dopo le piogge del mese di giugno, i gestori dei rifugi orobici contano sulle ultime due settimane di luglio e sul mese di agosto per raddrizzare l’estate.

I due ultimi weekend hanno registrato un buon numero di presenze, soprattutto nei fine settimana: la maggior parte sono lombardi, ma ci sono prenotazioni anche da parte di olandesi, tedeschi e americani. Sono due categorie molto distinte: i camminatori sfegatati partono di buon mattino con qualsiasi tempo, zaino in spalla, Gps alla mano; i “buongustai” fanno una gita di una giornata, arrivano la domenica con le famiglie e non si muovono.

Se la  maggior parte dei visitatori si ferma a dormire per una notte, quest’anno ci sono anche diversi camminatori che si fermano per 2-3 giorni. Prenotano anche in gruppi di quattro o cinque persone. E sembra che i giovani siano tornati ad apprezzare la montagna e le camminate.

«A giugno abbiamo avuto un calo del 30% rispetto allo scorso anno. Luglio sta andando un po’ meglio ma le presenze sono comunque in calo del 20%», dice Elisa Balduzzi del Rifugio Olmo, ubicato a 1.819 metri di altezza in una conca poco sotto il passo Olone con vista sul dolomitico versante sud della Presolana.

Il 2015 è però stato un anno eccezionale. «È tutto legato al tempo, il meteo può compromettere una stagione, quindi confidiamo in un’estate stabile e soleggiata. Se il meteo ci assiste potremo fare una bella stagione» spiega Elisa Rodeghiero del Rifugio Benigni in Alta Valle Brembana. Valle Brembana, un piccolo rifugio a quota 2.222 metri sulla testata della Valle di Salmurano, a breve distanza  dal Lago Piazzotti.

Tra i rifugisti – sono circa 50 quelli censiti nella nostra provincia – c’è un moderato ottimismo. Per Fabrizio Gonella del Rifugio al Coca di Valbondione «A parte maggio e giugno, luglio sta andando bene, siamo contenti. Abbiamo molte presenze soprattutto nei weekend. Vengono dalla Lombardia e anche dalla Germania, dai paesi dell’est e dagli Stati Uniti. Siamo in uno degli angoli più suggestivi e selvaggi delle Orobie e da qui partono numerosi itinerari di arrampicata su roccia e lungo canaloni e couloir. Speriamo sia una buona stagione».

«È un periodo buono. Vediamo più stranieri, soprattutto durante la settimana e qualche pernottamento in più – rileva Fabio Arizzi del Rifugio Curò, a 1.915 metri, nella conca del Barbellino, l’area escursionisticamente più interessante di tutte le Alpi Orobie – Le occasioni sono tante. C’è tutta una serie di bellissime e non troppo impegnative vette, a quote che spesso sfiorano i 3000 metri, inoltre ci sono la riserva naturale Belviso-Barbellino e le vicine Cascate del Serio».


Peghera, il Taleggio interpretato dallo chef Mainardi

Peghera, in Val Taleggio, patria del famoso formaggio e luogo d’eccellenza per la stagionatura, organizza una sagra che permette di conoscere i segreti della produzione e le virtù gastronomiche.

L’appuntamento con l’ottava edizione è per domenica 24 luglio ed avrà come ospite Andrea Mainardi, lo chef bergamasco conosciuto con l’appellativo di “atomico”, per la creatività e l’energia del carattere. Noto in tv per la partecipazione alla Prova del Cuoco di Raiuno e la conduzione dei programmi Ci pensa Mainardi e Tra due Fuochi su FoxLife, sarà il protagonista di uno showcooking alle 10.45.

La giornata, dalle 9.30 alle 18, propone bancarelle con prodotti artigianali ed un programma che unisce sapori, cultura e intrattenimento. Alle 9.45 si terrà una dimostrazione di caseificazione, mentre, dopo lo showcooking dello chef, si potrà pranzare con un menù tipico nei ristoranti convenzionati al costo di 18 euro. Alle 14 sono previste due visite, alle cantine di stagionatura del Taleggio Dop o alla Pala di San Giacomo del pittore Palma il Vecchio nella chiesa Parrocchiale. Ci saranno anche uno spettacolo di burattini (alle 15) ed un emozionante esibizione di freestyle in bici, oltre ai gonfiabili, a una mostra e al servizio ristoro.


Cascate del Serio, apertura notturna con soste golose

L’apertura in notturna delle cascate del Serio, in programma sabato 16 luglio dalle 22 alle 22,30, si accompagna alla scoperta dei sapori locali.

“Cascata sotto le stelle – tra gusto e tradizione” è la formula inaugurata lo scorso anno dell’iniziativa, che unisce allo spettacolo del triplice salto d’acqua illuminato da potenti fari alcune soste golose. Si comincia alle ore 17 all’antico borgo di Maslana con l’aperitivo e l’antipasto di “Sapori Seriani” accompagnati da mostre fotografiche sulla storia e la natura del territorio, intrattenimenti musicali, folcloristici e la rievocazione di antichi mestieri e tradizioni.

La cena prosegue in località “Pià del’arda”, a pochi metri dal famoso ponte romano, dove verrà servito il piatto unico chiamato “la pietansa”. All’Osservatorio di Maslana, ottimo punto per godersi la cascata, sarà invece possibile gustare il dolce, mentre per il caffè ci si potrà recare in una delle attività convenzionate in paese.

La quota partecipazione è di 20 euro per gli adulti, 12 per i bambini fino a 12 anni. Comprende gadget e buono pasto per ogni tappa. Poiché il percorso si sviluppa prevalentemente su sentiero montano, è obbligatorio utilizzare un’adeguata attrezzatura (scarponcini, torcia elettrica, maglione, giacca impermeabile) ed è sconsigliato ai bambini sotto i 5 anni.

Alte 315 metri, le cascate del Serio le maggiori d’Italia e le seconde in Europa. Anche in alcune delle successive date di apertura – diurne – sono previsti eventi all’insegna del gusto. L’appuntamento di settembre (domenica 18) sarà in concomitanza con la festa di Maslana, mentre quello di ottobre (il 9) si sposerà al Sagra del formaggio e dei sapori seriani. In agosto l’evento sarà domenica 21.

www.turismovalbondione.it


L’ex hostess che difende il commercio di montagna

barbara pesenti bolò (1)Dietro al banco dell’unico negozio di alimentari di Gerosa – circa 380 abitanti confluiti dopo la fusione con Brembilla nel Comune unico di Val Brembilla – c’è un’ex hostess con la voglia di mettersi in gioco per la propria terra. Si chiama Barbara Pesenti Bolò e dopo aver volato per sette anni da un continente all’altro, ora macina chilometri in auto tra le consegne della spesa agli anziani delle frazioni e l’impiego pomeridiano e festivo alla reception di un hotel in città.

Ha respirato da sempre l’aria della bottega che papà Alfredo aveva scelto di affiancare all’attività di stagionatura di formaggi e al piccolo macello con produzione di salumi avviati negli anni Cinquanta. Ma presto ha allargato gli orizzonti. La scuola alberghiera, l’Università di Lingue e il sogno di diventare assistente di volo coltivato sin dalle medie che si realizza superando, nell’aprile del ’95, le selezioni per Eurofly, allora compagnia di Alitalia che si occupava dei charter. «Erano tempi in cui fare la hostess era un traguardo di prestigio – ricorda Barbara -, ancor più se si lavorava per Alitalia. L’addestramento è stato lungo e impegnativo, con tanto di esame al ministero dei Trasporti, ma avevamo anche dei privilegi, begli alberghi, rimborsi spese, una vita agiata, non lo si può negare».

barbara pesenti bolò (2)Prima di stanza a Orio al Serio e poi a Malpensa, ha volato in tutta Europa, nel Nord Africa, in Kenia, Tanzania, Maldive, Sri Lanka, Canada, Caraibi, Kazakistan, Russia, accompagnando all’inizio soprattutto pellegrini, poi turisti, ma anche i soldati italiani in missione nell’ex Jugoslavia e squadre di calcio come Juventus, Inter e Milan. Negli ultimi tre anni della sua carriera è stata capocabina, con il compito cioè di coordinare i passeggeri e l’equipaggio, oltre che di occuparsi degli aspetti burocratici del volo. Di racconti della sua vita ad alta quota ne ha una valigia piena, dai brividi per la mancata discesa del carrello o per l’atterraggio fuori pista o per il falco finito nel motore alla responsabilità di prendersi cura di oltre 150 passeggeri rimasti a terra a Cuba per un problema tecnico e di convincerli a risalire a bordo quando è stato risolto, fino alle sorprendenti ingenuità di chi saliva su un aereo per la prima volta.

Nel febbraio del 2002 ha però detto basta. «Con l’attacco alle torri gemelle del 2001 c’è stata una drastica riduzione dei voli charter – spiega -, restavamo a terra in attesa di essere chiamati e per me era una noia assoluta. In più si stavano facendo avanti i voli low cost, il settore stava cambiando e così ho deciso di chiudere questa pagina professionale». La conoscenza delle lingue e l’esperienza nel settore turistico le sono valse un incarico al ricevimento dell’Hotel Trezzo, appena aperto, oggi Villa Appiani, dove è rimasta per altri sette anni, tornando nel frattempo ad avvicinarsi all’attività di famiglia.

Nel 2005, due anni dopo la scomparsa del padre, è diventata titolare del negozio, La Bottega di Gerosa, che gestisce insieme alla mamma Gabriella e poco dopo ha aperto anche il suo bed and breakfast, Bellavista. «All’epoca era l’unico – evidenzia – e si lavorava bene, soprattutto con gli stranieri: scandinavi, spagnoli, americani, anche francesi e svizzeri discendenti dei nostri emigranti, in visita ai parenti. Dopo tanto viaggiare, mi piaceva l’idea di sviluppare il turismo nella mia zona. Con il mio compagno, Pier Beretta, abbiamo anche organizzato per cinque anni un servizio di escursioni con i quad. Si chiamava Berghem Trekking Quad ed era un modo un po’ diverso per conoscere la vita sulle nostre montagne. Sempre accompagnati e su tracciati autorizzati, i piccoli gruppi raggiungevano gli allevatori negli alpeggi ai Piani di Artavaggio, potevano dormire in rifugio e assistere la mattina seguente alla produzione dei formaggi. Abbiamo smesso perché i costi erano troppo alti per un’attività strettamente stagionale, anche al bed and breakfast i flussi sono calati, probabilmente perché intanto l’offerta è cresciuta, ma non ho rinunciato all’idea di realizzare qualcosa legato al turismo e non mi sono lasciata sfuggire l’opportunità di ottenere il patentino di accompagnatrice turistica».

Oggi la sua vita si divide tra la gestione del negozio, la mattina, e la reception dell’Hotel Petronilla a Bergamo, alcuni pomeriggi e la domenica. «Un modo per integrare le entrate – evidenzia -, ma anche per restare in contatto con la clientela internazionale». «Se mi si chiede che mestiere faccio, direi commerciante con spirito turistico – precisa -, ma mi rendo conto che la bottega potrà andare avanti solo fino a quando mia madre riuscirà a darmi una mano. È triste, ma è così. Abbiamo il pane fresco, frutta, verdura e, sulla scorta del lavoro di mio padre, mi piace scegliere i formaggi della Val Taleggio e della Val Brembana (è pure assaggiatrice Onaf ndr.), i salumi, le confetture, il miele di produttori locali. Ci sono poi gli alimentari confezionati, i surgelati e un po’ tutto ciò che può servire in casa. Ogni mattina con la Panda faccio il giro delle frazioni per consegnare la spesa agli anziani e portare loro le ultime notizie dal paese, su tutte, ahimè, quelle dei funerali. Siamo un servizio essenziale per loro e una comodità per chi ha bisogno di qualcosa all’ultimo momento o per le informazioni ai turisti, che naturalmente sono ben lieta di dare, ma non è sufficiente per assicurare un futuro al negozio. Il fatto è che le spese e gli oneri sono troppi e non sono sostenibili lavorando, di fatto, nei soli quattro mesi estivi quando c’è un po’ di movimento turistico. L’inverno da noi dura otto mesi e sono lunghi a passare. Qualcuno dovrebbe riflettere su questa situazione e fare qualcosa. A Gerosa ha chiuso anche la farmacia e non riesco a immaginarmi il paese senza più neanche il negozio, che per chi abita qui rappresenta soprattutto l’occasione per uscire di casa ogni mattina e scambiare qualche parola».

barbara pesenti bolò (3)La passione, l’intraprendenza, le competenze e l’apertura mentale acquisita entrando in contatto con le culture del mondo, si scontrano, dunque, con le difficoltà del commercio in montagna. «Per ora andiamo avanti – rassicura Barbara -, so che la scelta sarà solo mia e un po’ di responsabilità per la comunità dove vivo e sono cresciuta la sento». Ma sta già pensando ad un modo diverso per dare il proprio contributo alla Valle. «Mi piacerebbe organizzare dei tour estremamente personalizzati per piccoli gruppi. Accompagnarli alla scoperta delle nostre bellezze, paesaggistiche, naturali, storiche o artistiche a seconda delle preferenze, portarli nei locali più caratteristici, far assaggiare le tipicità gastronomiche incontrando i produttori, con una speciale attenzione alla natura e all’ecosostenibilità. Di persone nelle mie diverse esperienze lavorative ne ho conosciute parecchie e questi incontri mi hanno dato molto. Una delle cose che ho capito è che chi viaggia apprezza soprattutto la possibilità di entrare in contatto diretto con i luoghi e la gente del posto, di vivere la realtà locale». Insomma una “hostess sul territorio”.