Macellai, riconferma per Coffetti: “La categoria deve vincere la sfida del ricambio generazionale”

Il numero dei negozi è in calo da anni. Il presidente del gruppo Ascom al terzo mandato:”Il nostro è un lavoro che richiede molti sacrifici”

Ettore Coffetti è stato riconfermato alla guida del Gruppo Macellai di Ascom Confcommercio Bergamo. Classe 1972, di Bergamo, Coffetti è al suo terzo mandato e per il prossimo quinquennio sarà affiancato da un direttivo ormai assodato. Confermati, infatti, i due vicepresidenti Giuseppe Oberti (70 anni, Grone) e Nicola Cazzaniga (36 anni, Canonica d’Adda), e il consigliere Luciano Pandolfi (66 anni, Cologno al Serio). Tra le incognite che il settore dovrà affrontare nei prossimi anni c’è sicuramente quella del ricambio generazionale, vera scommessa della categoria per riportare in auge un mestiere che richiede competenze e tanto sacrificio. Sul territorio, infatti, il numero dei negozi dedicati alla carne è in calo e da 251 attività nel 2017 (di cui 22 in città) si è scesi a 232 (di cui 17 in città) a fine 2021: un deficit di 19 unità (-7,5%).

“A pesare sulla categoria è sempre il ricambio generazionale – conferma Ettore Coffetti -. Il 50% delle macellerie bergamasche sono in attività da più di 25 anni, con il mestiere che richiede un saper fare altamente specifico che nella maggior parte dei casi viene tramandato di padre in figlio. E oggi non sono tanti quelli che scelgono di continuare l’attività di famiglia: fare il macellaio vuol dire infatti avere competenze tecniche, pratiche, logistiche e amministrative e non tutti hanno la volontà di intraprendere un lavoro che richiede molti sacrifici”.

Il rovescio della medaglia è nei numeri di un settore che tiene, capace di diversificare l’offerta adeguandosi alle nuove richieste dei consumatori e, quindi, proponendo piatti “pronti a cuocere”, prodotti di gastronomia, primi piatti: “In questi ultimi due anni i vari lockdown e il blocco della ristorazione hanno fatto riemergere il valore delle macellerie di quartiere – conferma Coffetti -. Dietro a una fetta di carne ci sono infatti competenza, qualità, cortesia e assistenza che in altri spazi di vendita non si trovano. Ora vogliamo continuare su questa strada organizzando magari delle iniziative all’aria aperta”.


Al via IMeat a Modena. E domenica c’è la finalissima del Campionato Italiano Giovani Macellai

Si svolgerà il 12 settembre in occasione dell’unica fiera in Italia dedicata al negozio di macelleria, gastronomia e ristorazione specializzata

Creare un contesto di relazione dove domanda e offerta possono incontrarsi per ampliare le rispettive attività e valutare nuove e moderne idee e strategie in un mercato che deve inevitabilmente evolvere e guardare a un futuro più aperto e innovativo. È sempre stato questo l’obiettivo della società Ecod fin da quando, qualche anno fa, ha dato avvio al progetto fieristico iMEAT che, crescendo di edizione in edizione, è diventato una realtà ben definita nel contesto fieristico nazionale. La settima edizione di iMEAT si terrà dal 12 al 14 settembre 2021 a ModenaFiere.

Le novità dell’edizione 2021

Tante le novità dell’edizione 2021 a cominciare dalla suddivisione dell’esposizione in tre aree distinte: una dedicata ad attrezzature, macchinari, ingredienti; l’altra, iMEAT Eccellenze, alle specialità di prodotto finito; infine, la novità programmata da tempo e rimandata per cause di forza maggiore: iMEAT Farm, ideata per mettere in collegamento allevatori e produttori di carni di alta qualità con il mondo della macelleria allo scopo di creare una sinergia costruttiva.
Confermati i tre giorni espositivi proprio per riuscire ad intercettare un target di visitatori ancora più ampio, con esigenze di spostamento e programmazione diversificate dando ai negozi di macelleria e di gastronomia, alla ristorazione e alle aziende agrituristiche, l’opportunità di essere presenti per aggiornare o innovare la propria attività.

La finalissima del Campionato Italiano Giovani Macellai

Il programma di eventi collaterali, oltre ai corsi teorico-dimostrativi, contempla una giornata dedicata alle gare e altre iniziative in corso di definizione. Tutto nell’ottica di creare suggestioni da trasporre e personalizzare nel proprio negozio o attività. Sempre vivace l’attività di Federcarni, operativa nell’area offerta da Ecod: come ogni anno, infatti, la Federazione Nazionale Macellai parteciperà e domenica 12 settembre, presso l’area Federcarni, si svolgerà la Finalissima del Campionato Italiano Giovani Macellai (clicca qui) In programma ci sono anche altre iniziative che offriranno momenti di formazione e intrattenimento.

Registrazione esclusivamente online

Attualmente sono attive le registrazioni online per visitare iMeat: l’ingresso è gratuito ma la registrazione online è obbligatoria (in fiera non sarà attiva la biglietteria). Sul sito di iMeat è possibile richiedere il biglietto di ingresso compilando, in tutte le sue parti, il modulo di registrazione online: per accedere al sito clicca qui.

Per accedere al quartiere fieristico di ModenaFiere sarà obbligatorio essere in possesso del Green Pass.

 


Emergenza Covid, attestato di merito a 500 attività alimentari che non hanno mai chiuso

Ad alimentaristi, macellai, fruttivendoli e ambulanti alimentari una pergamena in riconoscenza dei sacrifici fatti durante i mesi di pandemia

Ascom Confcommercio Bergamo sta provvedendo a consegnare un attestato di ringraziamento alle attività alimentari associate che si sono distinte durante il lockdown e che non hanno mai chiuso. Oltre 500 soci tra alimentaristi, macellai, fruttivendoli e ambulanti alimentari riceveranno una pergamena in riconoscenza della passione, dell’impegno, del coraggio dimostrato e dei sacrifici fatti durante i mesi di pandemia. “Dovendo ancora prestare attenzione alle norme per il contenimento della pandemia – sottolinea Oscar Fusini, direttore Ascom Confcommercio Bergamo – non riusciamo a organizzare una cerimonia collettiva di consegna nella nostra sede cittadina e per questo stiamo invitando le attività coinvolte a ritirare l’attestato presso la sede in via Borgo Palazzo 137 o nelle delegazioni Ascom più vicine”.

Oltre all’attestato, gli associati riceveranno anche una locandina con le indicazioni per partecipare alla raccolta fondi a sostegno de “Il Bosco della Memoria”, il progetto promosso dall’Associazione dei Comuni virtuosi e dal Comune di Bergamo e in fase di realizzazione al Parco della Trucca. Il sostegno al progetto si concretizzerà tramite la Fondazione della Comunità Bergamasca Onlus e la campagna coinvolgerà tutti gli associati Ascom e Aspan che possono effettuare un bonifico sul conto corrente legato ai rispettivi fondi presso la Fondazione.

La targa commemorativa

Infine, in direzione Ascom si è tenuta nei giorni scorsi una cerimonia riservata per la consegna delle targhe commemorative alle famiglie del presidente di Ascom 50%Più (Franco Pulcini) e di due consulenti (Giuseppe Rosignoli e avv. Giancarlo Lodetti) scomparsi nel 2020.


Prove di taglio con i macellai Ascom alla Fiera di Sant’Alessandro

Alla Fiera di Sant’Alessandro, domenica 1 settembre, va in scena l’arte dei macellai nella preparazione delle carni. Anche quest’anno il Gruppo Macellai di Ascom ha scelto la storica Fiera di Sant’Alessandro per presentare al pubblico l’arte di selezione e preparazione che sta dietro ad ogni grande ricetta a base di carne. Domenica 1 settembre dalle 16 alle 18 i macellai bergamaschi terranno una dimostrazione di disossatura e sezionamento di manzo, vitello e maiale, illustrando le caratteristiche di ogni singolo taglio e i segreti per riconoscerne a vista d’occhio qualità e freschezza. «L’iniziativa mostra al pubblico il lavoro che sta dietro al bancone, dalla selezione degli animali alla lavorazione delle carni– sottolinea il presidente del Gruppo Macellai Ascom, Ettore Coffetti-. Con la nostra professionalità sappiamo sempre consigliare al meglio i nostri clienti in base al piatto che intendono preparare. In macelleria non si acquistano solo prodotti di qualità, controllati e con indubbi valori nutrizionali, ma si portano a casa anche consigli preziosi per l’ottimale cottura e presentazione dei piatti».

La Fiera di Sant’Alessandro si svolge dal 30 agosto al 1 settembre. Per informazioni sulla manifestazione www.fieradisantalessandro.it


Carne, dai macellai tre ricette con quel tocco un più

Macellai Ascom - Fiera di Sant'Alessandro 2017 (2)

La professionalità dei macellai nel selezionare i capi e lavorare le carni e i consigli di uno chef per qualche tocco in più: sono stati gli ingredienti dell’iniziativa realizzata dal gruppo Macellai dell’Ascom di Bergamo alla Fiera di Sant’Alessandro, il tradizionale appuntamento cittadino con l’agricoltura e il mondo contadino.

Spesso infatti le “abilità” culinarie si fermano alla fettina e a qualche spezzatino. La buona riuscita di un piatto di carne, invece, comincia dalla carne stessa e materia prima di qualità, giusto taglio e cottura rispettosa possono regalare grandi soddisfazioni. Non a caso i macellai sono stati affiancati da uno chef, il giovane Daniele Cortesi, 28 anni, titolare del ristorante La Follia a Gazzaniga, che ha suggerito ricette per ogni tipologia e taglio di carne, da quelle più tradizionali a quelle più creative.

Al lavoro, coordinati dal presidente di categoria Ettore Coffetti, Luciano Pandolfi di Cologno al Serio, Elio e Nicola Cazzaniga di Canonica d’Adda, impegnati su un posteriore di vitello, un anteriore di manzo e sul maiale, mentre Daniele Cortesi, 28 anni, chef titolare del ristorante La Follia a Gazzaniga, ha suggerito ricette per ogni tipologia e taglio di carne. Ve ne proponiamo una selezione.

Carpaccio di magatello fresco, funghi champignon, melograno e pecorino

Ingredienti per 4 persone

– 600 g di carpaccio fresco di magatello
– 200g di funghi champignon freschi
-1 melograno
-1 spicchio di pecorino romano
– olio extravergine di oliva per condire
-1 limone
– sale e pepe

Procedimento

Tagliare con l’affettatrice il carpaccio e posizionare le fette sul piatto di portata. Sgranare il melograno e tenere da parte. Fare delle scaglie di pecorino romano con il pelapatate. Pulire gli champignon dalla terra, tagliarli e condirli con in filo di olio e una spruzzata di limone per non farli annerire.

Comporre il patto salando e pepando la carne, disporre i funghi a ventaglio, cospargere qua e là qualche chicco di melograno e delle scaglie di pecorino.

Carrè di maiale laccato al miele con prugne e finferli

Ingredienti per 4 persone

– 1 carrè da 800 g di maiale
– 6 prugne settembrine
– 200 g di finferli
-2 cucchiai di miele millefiori
-1 spicchio di aglio
-1 bicchiere di vino bianco
-1 noce di burro
– aromi (rosmarino,timo,maggiorana)
– olio extravergine di oliva
– sale e pepe q.b.

Procedimento

Rifilare il carrè dal tessuto connettivo e con un foglio di carta alluminio coprire le costole per non farle annerire nella cottura. In una casseruola in ferro rosolare con l’olio a fuoco alto il carrè in modo che si formi una crosticina, chiudere i pori e non far uscire i succhi della carne. Spennellare la carne con il miele, salare e pepare. Sfumare con un bicchiere di vino bianco e infornare a 140° per circa 2 ore.

A parte trifolare velocemente con una noce di burro i finferli con lo spicchio d’aglio, gli aromi e le prugne, private del nocciolo e tagliate a cubetti.

Una volta cotto, fare riposare il carrè per circa 30 minuti. Scaloppare la carne tra una costola e l’altra per creare una bella fetta. Servire con la salsa di finferli e prugne, aggiungendo anche l’intingolo di cottura.

Stufato di fusello al cioccolato con polenta bianca morbida

Ingredienti per 4 persone

– 800 g fusello di spalla di manzo
– 400 g di farina per polenta bianca
– 1 cucchiaio di cacao amaro
– 2 cubetti di cioccolato fondente
– sedano, carota, cipolla, aglio
– aromi (rosmarino, salvia, alloro)
– olio extravergine di oliva
– sale e pepe
– chiodi di garofano, bacche di ginepro
– vino rosso

Procedimento

Rifilare il fusello dal tessuto connettivo e ricavarne dei cubetti. Marinare la carne nel vino con sedano, carota e cipolla tagliati a pezzetti e gli aromi. Lasciar marinare per 24 ore. Scolare la carne e le verdure dalla marinatura. A parte preparare altre verdure per il soffritto, appassirle con l’olio, rosolare la carne, infine sfumare con il vino e le verdure della marinatura. Cuocere circa 3 ore a fuoco molto lento.

Alla fine della cottura aggiungere il cacao amaro e il cioccolato. Lasciar fondere a fuoco spento e servire.

Per la polenta seguire il classico procedimento di preparazione, lasciandola molto morbida.


Macellai all’opera, quando le botteghe fanno spettacolo

La professionalità dei macellai bergamaschi si è fatta show. Un pubblico numeroso e interessato ha seguito la dimostrazione di lavorazione delle carni organizzata dal Gruppo Macellai dell’Ascom alla Fiera di Sant’Alessandro – lo storico appuntamento con l’agricoltura e il mondo contadino di scena al polo di via Lunga – nella giornata di ieri.

«Dopo il buon successo dell’anno scorso, abbiamo deciso di replicare l’iniziativa e il risultato è stato ancora maggiore – commenta con soddisfazione il presidente dei Macellai Ascom Ettore Coffetti -. Tanti i visitatori che si sono fermati per seguire le operazioni di disossatura e sezionamento, curiosi di conoscere le caratteristiche dei diversi tagli e le modalità di cottura».

Spesso infatti le “abilità” culinarie si fermano alla fettina e a qualche spezzatino. La buona riuscita di un piatto di carne, invece, comincia dalla carne stessa e materia prima di qualità, giusto taglio e cottura rispettosa possono regalare grandi soddisfazioni. Non a caso i macellai sono stati affiancati da uno chef, il giovane Daniele Cortesi, 28 anni, titolare del ristorante La Follia a Gazzaniga, che ha suggerito ricette per ogni tipologia e taglio di carne, da quelle più tradizionali a quelle più creative.

Al lavoro, nello stand della Regione Lombardia, padiglione A, Luciano Pandolfi di Cologno al Serio, Elio e Nicola Cazzaniga di Canonica d’Adda, impegnati su un posteriore di vitello, un anteriore di manzo e sul maiale. «Abbiamo scelto di realizzare questo evento – ricorda il presidente Coffetti – per mostrare non solo la varietà che si trova sul bancone, ma anche cosa avviene nei laboratori delle nostre macellerie, la manualità e la competenza che sta dietro ad ogni prodotto, che non si vede ma c’è ed è importantissima».

Un’operazione che serve su un piatto d’argento la voglia di cucinare carne.


Dimostrazioni e ricette, alla Fiera di Sant’Alessandro torna lo show dei macellai

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Anche quest’anno il Gruppo Macellai dell’Ascom di Bergamo ha scelto la storica Fiera di Sant’Alessandro (al polo espositivo di via Lunga fino al 3 settembre) per presentare al pubblico tutto il lavoro di selezione e preparazione che sta dietro ad ogni grande ricetta a base di carne, pietanza in cui la materia prima la vince su tutto.

Domenica 3 settembre dalle 16 alle 18 nello stand di Regione Lombardia (Padiglione A), i macellai Ascom Luciano Pandolfi di Cologno al Serio e Elio Cazzaniga di Canonica d’Adda terranno una dimostrazione di disossatura e sezionamento di manzo, vitello e maiale, illustrando le caratteristiche di ogni singolo taglio e i segreti per riconoscerne a vista d’occhio qualità e freschezza.

Allo chef Daniele Cortesi del ristorante “La Follia” di Gazzaniga sarà affidato il compito di spiegare come esaltare ogni pezzo di carne, dai tempi e dalle modalità di cottura, con tanto di ricette. «L’iniziativa mostra al pubblico tutto il lavoro che sta dietro al bancone, dalla selezione degli animali alla lavorazione delle carni – sottolinea il presidente del Gruppo Macellai Ascom, Ettore Coffetti -. Oggi, in tempi di supermercati e confezioni già pronte, non si conoscono in molti casi i diversi tagli di carne, quelli che il macellaio sa invece sempre consigliare al meglio a seconda della pietanza da preparare. In macelleria non si acquistano solo prodotti di qualità, controllati e con indubbi valori nutrizionali, ma si portano a casa anche consigli preziosi per l’ottimale cottura e presentazione dei piatti».

Le ricette dello chef si spera facciano tornar la voglia di mettersi ai fornelli per davvero, senza limitarsi a guardare in tv gli altri a cucinare: «Si parla sempre di cucina, ma in realtà oggi le giovani famiglie hanno rinunciato a preparare tanti piatti che fanno parte della nostra tradizione. Grazie alle ricette presentate in Fiera vorremmo far ritrovare la voglia di cimentarsi in qualche proposta, dalle preparazioni più classiche a quelle più veloci ed attuali», auspica Coffetti.


I macellai confermano Coffetti. «Iniziative in piazza per promuovere il settore»

La concorrenza dei supermercati, i nuovi stili di vita che privilegiano i pasti fuori casa, l’addio delle giovani generazioni ai piatti dalle lunghe cotture di mamme e nonne, le tendenze vegane e vegetariane: i problemi non mancano per i macellai, che di una cosa restano però certi, della loro capacità di essere un punto di riferimento per chi apprezza la buona carne.

È da questa consapevolezza che riparte il Gruppo macellai dell’Ascom di Bergamo, che ha confermato presidente Ettore Coffetti. Classe 1972, terza generazione della macelleria di famiglia in Borgo Santa Caterina, è al terzo mandato alla guida della categoria, che lo vede impegnato nell’attività sindacale dall’età di 18 anni. È stato anche fondatore e presidente del Gruppo Giovani, revisore dei conti della Fogalco e incaricato dei rapporti con gli istituti di credito nei Giovani Imprenditori Confcommercio. Confermata anche la sua squadra, con Giuseppe Oberti, di Grone, vicepresidente, e i consiglieri Elio Algeri (Nembro), Stefano Castelli (Romano di Lombardia), Elio Cazzaniga (Canonica d’Adda), Marco Fracassetti (Bergamo), Gianni Licini (Alzano Lombardo) e Luciano Pandolfi (Cologno al Serio). Il nuovo ingresso è quello di Nicola Cazzaniga, che dopo aver seguito le orme del padre Elio in macelleria lo fa anche in Associazione.

Dopo la discesa drastica delle attività dei primi anni Duemila, il settore si è stabilizzato. Al 31 dicembre 2016 le macellerie in Bergamasca erano 264 (3 in più rispetto al 2015), delle quali 24 in città (una in più rispetto all’anno precedente). Cinque anni fa i negozi erano 272 in totale, 21 in città.

«Nonostante le vecchie e nuove criticità – afferma Coffetti – i macellai non hanno mai abbassato la guardia rispetto a qualità e professionalità, due elementi che, insieme al rapporto diretto con la clientela, ci caratterizzano e continuano a fare la differenza». Da questa base partono due linee di azione ben delineate per il nuovo mandato, il rafforzamento del Gruppo e la promozione dei confronti dei consumatori. «Un primo passo sarà una lettera a tutti i macellai, associati e non – annuncia Coffetti -, per illustrare cosa facciamo e stimolarli a partecipare. Il nostro Gruppo ha sempre funzionato bene, con grande collaborazione, ci piacerebbe coinvolgere altri colleghi, soprattutto giovani, per poterci confrontare su nuove idee e progetti. Per gli associati predisporremo anche un questionario che ci consenta di individuare con precisione criticità e priorità».

Sarà potenziata anche la visibilità. «Vogliamo tornare in piazza – spiega il presidente – un po’ come succedeva con Passeggiar Gustando. Per fare questo intendiamo proporre un nostro spazio durante feste e manifestazioni nei principali centri della provincia dove, in accordo con le Amministrazioni comunali e appoggiandoci su un macellaio locale, cucinare e far assaggiare i nostri prodotti, destinando poi i fondi raccolti ad un fine benefico». Sarà inoltre replicata – dopo il bel riscontro della prima edizione – la dimostrazione di lavorazione delle carni all’interno della Fiera di Sant’Alessandro, accompagnata dai consigli di uno chef per le cotture e le ricette più adatte per i diversi tagli. In previsione c’è anche una rubrica di ricette e consigli sui canali di informazione Ascom tenuta a rotazione da un macellaio del Gruppo.

Per quanto riguarda la formazione, torneranno gli incontri con gli esperti dell’Ats sulle normative e le corrette prassi, mentre chi vuole imparare la professione può contare sulle lezioni dei colleghi più esperti. Il Gruppo cura infatti la docenza del corso “Vorrei fare il banconiere di macelleria”, che l’Accademia del Gusto di Osio Sotto organizza a partire dal 20 aprile, per cinque giovedì e un totale di 25 ore. «Si tratta di un professione richiesta – evidenza Coffetti -, che offre buone prospettive d’impiego».


L’inno alla “ciccia” del macellaio-poeta

In tempi in cui della carne si preferisce avere la visione più distante possibile dall’animale – in forma di fettine o arrosti, belli e pronti da mettere in padella – Dario Cecchini, il macellaio di Panzano in Chianti che ha reso il suo negozio una meta turistica internazionale, fa l’esatto contrario e trasforma in uno show (riuscitissimo!) niente meno che il sezionamento e il taglio di una mezzena di manzo.

È stato lui l’ospite della cena degli auguri dell’Associazione cuochi bergamaschi, che nell’occasione lo ha nominato socio onorario.

Gesti sicuri, parlata schietta e i versi di Dante a dire che dentro le vene di questo artigiano, erede di una tradizione nella macelleria lunga 250 anni, scorre anche il gusto per la poesia. «L’animale bisogna trattarlo il meglio possibile, dargli cibo buono, una vita lunga e una morte dignitosa, più compassionevole possibile. E per rendergli il giusto onore va usato tutto, dal naso alla coda, perché se la qualità c’è, è dappertutto». È il primo caposaldo del Cecchini-pensiero.

Il secondo, e conseguente, è l’elogio delle parti meno nobili. «La prima ricetta dell’Artusi è il brodo, che, guarda caso, si fa con le ossa, non con il filetto». E che dire della pancia del manzo? «Oggi ci si fanno gli hamburger, ma a me sembra sprecata – evidenzia -, prima ci si facevano bolliti eccezionali».

Sarà che è stato tirato su con gli “scarti” della macelleria di famiglia. «Da piccolo pensavo che la mucca avesse 5 teste, 20 zampe e 4 code – ricorda -. Le bistecche erano per i clienti e alla nonna portavano da cucinare tutto ciò che in bottega non era richiesto. La mia “prima volta” con la bistecca è stata al compimento dei 18 anni: è stato meraviglioso, ma è stato meraviglioso anche tutto quanto avevo mangiato fino ad allora, grazie alla sapienza in cucina della nonna».

Natale del cuoco 2016 -premiazione cecchiniIl giusto incentivo ai cuochi in sala a trasformare con passione e arte anche le parti più difficili. «Anche la gente, che ha sempre visto il manzo come un oggetto misterioso, sta cominciando a capire che la carne non deve essere per forza magra», rassicura Cecchini, che intanto svela un segreto: «Il taglio migliore, quello che i macellai non vendono mai ma che tengono come ricompensa per la famiglia è il “ragno”, un pezzettino brutto e un po’ grasso, con delle nervature a mo’ di ragnatela, da cui il nome». Dalla coscia, farcita di midollo e insaporita con sale e aromi, ha invece ricavato il pezzo forte di Natale della sua macelleria, il brasato al midollo.

Quanto alla bistecca, le regole sono poche ma tassative. «Deve essere alta troppo, grande troppo e bella troppo. Sotto i quattro centimetri è carpaccio – sentenzia – . Va cotta sulla brace otto minuti da un lato, otto dall’altro e otto per in piedi e mangiata nella maniera più primitiva possibile, portando in tavola solo sale e olio».

Con buona pace della fettina.


La pausa pranzo? In macelleria. A Nembro la nuova formula è un successo

macelleria-algeri-nembro-24Ebbene sì, con qualche ritocco e tanta voglia di mettersi in gioco, anche un piccolo negozio tradizionale può diventare una meta golosa e seguire una delle tendenze più in voga del momento, quella dei piatti espressi, specializzati e senza troppi fronzoli, come insegnano street food, hamburgerie, gastronomie regionali, etniche, vegetali e via con le formule. Solo che non siamo a Milano e nemmeno in centro città o in un moderno complesso commerciale, ma a Nembro e per di più in una zona defilata. E su format, ambienti studiati e strategie di marketing vincono schiettezza e semplicità.

Tipico esempio di casa con bottega, nessuna insegna, in via Marconi, poco distante dal vecchio ponte che collega con la sponda sinistra del Serio, “La Macelleria dei fratelli Algeri” è difficile persino da individuare se non la si sta cercando. Eppure in poco tempo è diventata un’apprezzata alternativa per il pasto di mezzogiorno o della sera (ma senza fare tardi, la chiusura è alle 22). Ha infatti cominciato a cucinare le carni del proprio bancone e ad offrire la possibilità di consumarle su alcuni tavoli a disposizione all’interno e all’esterno del negozio. Una modalità sancita lo scorso anno dalla Regione Lombardia, che permette il consumo non assistito di piatti di produzione propria anche nelle piccole attività commerciali, come macellerie e pescherie, estendendo un’opportunità già prevista per il settore artigianale, dalla pizza d’asporto alla gelateria.

«È cominciato quasi per caso – ricorda mamma Maria -. Proprio qui di fronte la Persico (la nota azienda di stampi ndr.), nei primi mesi del 2015, ha effettuato la riparazione di una delle imbarcazioni della Volvo Ocean Race. C’erano diversi addetti ma mancava un servizio per la pausa pranzo. Ha iniziato un signore a chiederci di preparare un panino, dopo qualche giorno gli abbiamo proposto un piatto di roastbeef, giusto per cambiare un po’. E i colleghi a domandargli da dove provenisse. Le richieste si sono moltiplicate, anche dalle aziende vicine». Dopo l’estate il negozio si è strutturato per offrire oltre al take away e alle consegne a domicilio qualche posto a sedere. «Avevamo già realizzato la cucina perché volevamo proporre alcuni piatti pronti – prosegue – ma abbiamo scoperto che c’era anche l’esigenza di fermarsi a mangiare e ci siamo organizzati». Richiesta in Comune, bagno accessibile ai disabili, le tasse per l’uso del parcheggio pubblico alcuni degli adempimenti e delle spese, non proprio irrisori, che sono stati necessari per dare alla bottega il suo nuovo volto.

Il sistema è rigorosamente self service. Il cliente entra, dà un’occhiata al banco, ordina, prende posto. Tovagliette di carta, posate e bicchieri usa e getta sono a disposizione su un tavolino insieme ai condimenti. Acqua, bibite, birra e vino si prendono dal frigo. Quando il piatto è pronto il macellaio chiama e lo si ritira. È buona norma sparecchiare.

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«Tutto è preparato al momento con grande semplicità ed è proprio questo che piace», spiega Enrico Algeri, 50 anni, che con il fratello Antonio, 49, rappresenta la terza generazione dell’attività, dopo il nonno, che ha aperto nel ’57 a Gavarno, per trasferirsi nel ’59 nella sede attuale, e papà Elio, in macelleria da una vita. La griglia fa la parte del leone ed è pronta ad accogliere il taglio preferito. Costata, filetto, tagliata, spiedini e ancora salamelle e petto di pollo, che possono finire anche in mezzo ad un panino. Come gli hamburger, tra i più gettonati. Il panino classico è fatto con due medaglioni da cento grammi l’uno, la versione maxi con uno o più “dischi” da 250 grammi. Oppure ci sono i piatti freddi, tartare, carpacci, roastbeef, carne salata. Chi vuole aprire con un antipasto (ma la tendenza è per un solo piatto) può optare per salumi (alcuni sono preparati in proprio) e formaggi. Per contorno patatine fritte, verdure grigliate e insalate. Insomma, nessuna divagazione dal tema carne e un’attenzione alla scelta locale per i “complementi”. Il pane è del fornaio del paese che utilizza la farina del progetto “Qui Vicino”, i formaggi provengono dal monte Farno, da Gorlago quelli di capra. «Non siamo cuochi – precisa Enrico -, ci limitiamo a cucinare i nostri prodotti, a far provare la nostra carne. Ma è proprio qui che probabilmente sta la differenza. Siamo specializzati, macelliamo noi ed acquistiamo le carni da piccoli allevatori, che hanno anche solo qualche capo e con i quali abbiamo un rapporto consolidato. Ci riforniamo qui in zona, Albino, Pedrengo, Calcinate, arriviamo al massimo a Zanica, Cologno, Cenate e Trescore. Sappiamo dove crescono gli animali, come vengono allevati. Alla fine questo si sente nel piatto e non c’è bisogno di grandi preparazioni o ricette». Anche se, per la verità, qualche specialità la propongono, come la “brascada”, un panino farcito di carne, cipolle e prosciutto crudo della tradizione valenciana che hanno rivisto in chiave bergamasca, utilizzando formaggio del Farno e pancetta fatta in casa. Da provare.

macelleria-algeri-nembro-tagliata-rit«La scelta di diversificare non è stata dettata da una flessione dell’attività della macelleria – precisa papà Elio -, continuiamo ad avere un buon giro di clientela, anche perché siamo conosciuti. Volevamo però costruire un’opportunità per la nuova generazione. Certo ora è impegnativo seguire macello, vendita e cucina, ma così ci sarà spazio anche per i nipoti». Il primo è Sebastiano, 20 anni, già al lavoro in bottega. «E poi le due attività si aiutano a vicenda – aggiunge Elio -. Se i clienti si fermano a mangiare possiamo parlare di più, migliorare il rapporto, raccontare meglio cosa facciamo. Le vendite sono migliorate».

In accordo con il principio della normativa, l’atmosfera è talmente libera e informale che un cliente affezionato alla costata arriva con le proprie posate, per non accontentarsi di quelle di plastica, qualche compagnia porta il proprio vino e alcuni piatti nascono al momento. «Un cliente un giorno ha visto il fegato nel banco ed ha chiesto quello, un altro ha voluto la salsiccia con le cipolle – rileva Enrico –, è un periodo in cui si guarda più cosa c’è nel piatto che a ciò che ci sta attorno». Ma anche il prezzo gioca la sua parte. I ricarichi sono contenuti e così per una tagliata da 200 grammi si spendono 7-8 euro, per l’hamburger maxi 8 euro, per quello standard con patatine e bibita 6 euro. L’attività è aperta dalle 8 alle 14 e dalle 15.30 alle 22.