Da Intesa Sanpaolo 700 milioni per le imprese del commercio lombarde

Gli associati potranno chiedere finanziamenti da 18 mesi a sei anni, con preammortamento di 24 mesi, per esigenze di liquidità a fronte del calo di fatturato

Confcommercio-Imprese per l’Italia e Intesa Sanpaolo hanno siglato un nuovo accordo per ampliare con ulteriori 3 miliardi di euro il supporto di 2 miliardi già varato nel mese di marzo 2020 per le imprese associate alla Confederazione. L’accordo nazionale è già pienamente operativo sul territorio, dove la rete associativa di Ascom Confcommercio e le filiali di Intesa Sanpaolo hanno coordinato la comunicazione alle Imprese e le modalità di collaborazione per fare arrivare agli operatori la liquidità necessaria per fronteggiare la crisi.

Nel dettaglio, Intesa Sanpaolo propone agli associati Confcommercio finanziamenti di 18 mesi meno un giorno, di cui 6 di pre-ammortamento, finalizzati anche ad anticipare i crediti di imposta che matureranno sugli affitti e finanziamenti fino a sei anni, con preammortamento di 24 mesi, per esigenze di liquidità a fronte della riduzione di fatturato. Le soluzioni di finanziamento potranno essere abbinate alle misure del Decreto Liquidità per l’accesso al Fondo Centrale di Garanzia e alla Garanzia Italia di Sace.

I benefici per le imprese

Il gruppo bancario italiano, inoltre, estenderà fino a giugno 2021 agli associati Confcommercio i benefici dell’accordo per accedere ai portafogli di finanziamento tranched cover del valore di 100 milioni di euro, per favorire gli investimenti e supportare la necessità di liquidità a condizioni vantaggiose, mentre sarà estesa a fine 2021 la convenzione che riguarda la restituzione delle commissioni sulle transazioni fino a 10 euro effettuate tramite POS Intesa Sanpaolo. Confcommercio e Intesa Sanpaolo si avvarranno inoltre del sistema dei Confidi attivando tavoli di confronto per declinare al meglio le iniziative sul territorio.

Il nuovo accordo con Intesa Sanpaolo assume un significato ancora più importante sul territorio alla luce di quanto avvenuto con l’acquisizione di Ubi Banca e dimostra, ancora una volta, l’importanza della collaborazione tra banche e associazioni a favore delle imprese sottolinea Giovanni Zambonelli, presidente di Ascom Confcommercio Bergamo . In un momento di difficoltà economica e di crisi, infatti, poter disporre di liquidità diventa essenziale per la sopravvivenza delle nostre imprese”.

Tito Nocentini, Direttore regionale Lombardia di Intesa Sanpaolo: L’aggiornamento dell’accordo con Confcommercio si traduce in potenziali 700 milioni di nuovo credito per gli esercenti in Lombardia. Quando abbiamo siglato il primo accordo, quasi un anno fa, eravamo all’inizio della pandemia e ritenemmo importante dare subito un segnale di vicinanza alle imprese. Con questo rinnovo confermiamo la volontà di continuare a sostenerle nel percorso di crescita e rilancio che tutti auspichiamo”.


Saldi invernali: in Lombardia si comincia il 7 gennaio

Al via i saldi invernali che in Lombardia prenderanno il via il 7 gennaio, con una durata di 60 giorni e quindi fino a domenica 7 marzo 2021.

Per effetto della situazione di emergenza provocata dalla pandemia, l’Ufficio Studi Confcommercio stima che quest’anno lo shopping dei saldi interesserà oltre 15 milioni di famiglie e ogni persona spenderà circa 110 euro, muovendo però in totale 4 miliardi di euro contro i 5 miliardi dell’anno scorso. In Bergamasca, secondo Ascom Confcommercio Bergamo, la stima è più alta con una spesa procapite di circa 124 euro, e una spesa complessiva di oltre 138 milioni di euro.

Sono saldi all’insegna della confusione creata dal susseguirsi dei decreti del Governo che destabilizzano i consumatori e ovviamente gli operatori, costretti a rispettare un calendario di aperture e chiusure alternato che non giova alle imprese – rileva Diego Pedrali, presidente del Gruppo Abbigliamento, calzature e articoli sportivi Ascom Confcommercio Bergamo e vicepresidente di Federazione Moda Italia-Confcommercio -. Non dimentichiamo però che i saldi rappresentano sempre una grande opportunità per il commercio al dettaglio. L’emergenza sanitaria e la crisi hanno infatti messo in ginocchio tutto il settore: le stime parlano di oltre 20 mila imprese in Italia a rischio chiusura, con circa 55 mila lavoratori a rischio disoccupazione. Invitiamo quindi i consumatori ad acquistare nei negozi di prossimità ma anche a diffidare da sconti esagerati e confidiamo nell’onestà e nella trasparenza di tutta la categoria”.

Veniamo da mesi difficili con le chiusure di novembre e un dicembre con consumi a singhiozzo anche a causa dei ritardi del cashback – aggiunge Oscar Fusini, direttore Ascom Confcommercio Bergamo -. C’è poi il rebus chiusure alle porte, con danni soprattutto per i negozi nei centri commerciali, e l’impatto del commercio elettronico sui saldi che, di fatto, è un’ulteriore spada di Damocle sulla categoria. Alla luce di queste problematiche, occorre che il Governo garantisca la libertà di spostamento tra i comuni e quindi anche una stabilità di apertura dei negozi, anche perché dopo questo primo weekend di saldi i rischi di assembramento al loro interno saranno minori”.

 

La guida e il vademecum sui saldi

Confcommercio ha pubblicato una guida dedicata ai saldi (www.confcommercio.it/-/saldi) Si tratta di un vademecum utile sia ai consumatori sia ai negozianti dedicato ai saldi e, in generale, alle vendite straordinarie (vendite di fine stagione, vendite promozionali, vendite di liquidazione). 

Per il corretto acquisto degli articoli in saldo, inoltre, Federazione Moda Italia e Confcommercio ricordano alcuni principi di base sui saldi ai tempi del Covid:

  1. Cambi: la possibilità di cambiare il capo dopo che lo si è acquistato è generalmente lasciata alla discrezionalità del negoziante, a meno che il prodotto non sia danneggiato o non conforme (d.lgs. 6 settembre 2005, n. 206, Codice del Consumo). In questo caso scatta l’obbligo per il negoziante della riparazione o della sostituzione del capo e, nel caso ciò risulti impossibile, la riduzione o la restituzione del prezzo pagato. Il compratore è però tenuto a denunciare il vizio del capo entro due mesi dalla data della scoperta del difetto.

  2. Prova dei capi: non c’è obbligo. È rimesso alla discrezionalità del negoziante.

  3. Pagamenti: le carte di credito devono essere accettate da parte del negoziante e vanno favoriti i pagamenti cashless.

  4. Prodotti in vendita: i capi che vengono proposti in saldo devono avere carattere stagionale o di moda ed essere suscettibili di notevole deprezzamento se non venduti entro un certo periodo di tempo.

  5. Indicazione del prezzo: obbligo del negoziante di indicare il prezzo normale di vendita, lo sconto e il prezzo finale.

  6. Rispetto delle distanze: occorre mantenere la distanza di un metro tra i clienti in attesa di entrata e all’interno del negozio.

  7. Disinfezione delle mani: obbligo di igienizzazione delle mani con soluzioni alcoliche prima di toccare i prodotti.

  8. Mascherine: obbligo di indossare la mascherina fuori dal negozio, in store ed anche in camerino durante la prova dei capi.

  9. Modifiche e/o adattamenti sartoriali: sono a carico del cliente, salvo diversa pattuizione.

  10. Numero massimo di clienti in store: obbligo di esposizione in vetrina di un cartello che riporti il numero massimo di clienti ammessi nei negozi contemporaneamente.

Confcommercio segnala, inoltre, le varie iniziative promosse sull’intero territorio nazionale da Federazione Moda Italia, come “Saldi Chiari e Sicuri”, “Saldi Trasparenti”, “Saldi Tranquilli”.

 


Referendum, ecco i risultati Comune per Comune

lombardia- referendum - voto elettronicoSi è completato nella giornata di lunedì lo scrutinio della prima votazione elettronica sperimentata in Italia, quella per il referendum consultivo per l’autonomia della Regione di domenica 22 ottobre. Il nuovo sistema ha creato qualche criticità tecnica di troppo, in particolare il riversamento dei dati dalle voting machine.

In totale hanno votato 3.011.395 lombardi, pari al 38,26% degli aventi diritto. La provincia di Bergamo è quella in cui si è registrata la partecipazione maggiore, il 47,37% (410.611 votanti). Seguono Lecco (44,78%) e Brescia (44,1459. L’indice più basso è invece quello registrato nella Città Metropolitana di Milano (31,23%).

Tra i Comuni bergamaschi, Valgoglio è stato quello con l’afflusso maggiore al seggio (66,67%), seguito da Piazzatorre (65,96%9, Branzi (65,51%) Cazzano Sant’Andrea (63,98%) e Selvino (63,83%). Sopra il 60% anche Valleve, Viadanica, Peia, Barbata, Parre e Isso. L’affluenza più bassa ad Averara (35%), preceduta da Bergamo (35,97%), Lovere (36,02%), Blello (37,10%), Ornica (37,14%) e Treviglio (37,87%).

Per quanto riguarda i risultati 395.422 bergamaschi hanno votato “sì”, pari al 96,3%, mentre per il “no” si sono espressi in 12.310 (3%). Le schede bianche sono state 2.879 (0,7%).

Qui i risultati di ogni Comune

 

Roberto Maroni«Da domani in Consiglio regionale apriremo la procedura per avviare in tempi rapidi la trattativa col Governo – ha detto il presidente della Regione Roberto Maroni -, faremo una risoluzione di Consiglio regionale, per la quale do tempo due settimane, poi faremo una squadra, con il Cal e gli stakeholder, che voglio rappresenti la Regione Lombardia, da cui voglio restino fuori la politica e le strumentalizzazioni».

«Ho parlato col presidente Gentiloni questa mattina, per illustrargli i risultati del nostro test e le intenzioni che ho – ha aggiunto il governatore -. Gentiloni ha confermato interesse e il via libera del Governo al confronto su tutte le materie previste dalla Costituzione. Sarà un lavoro lungo di approfondimento, abbiamo dialogato sul Coordinamento del sistema tributario, materia straordinariamente importante. Partiamo ora con il sottosegretario Bressa, ma poi, se sarà necessario, ci sarà il coinvolgimento del Mef».

«Penso che la sfida sia da condividere da tutte le Regioni – ha evidenziato Maroni -. Cominciamo con l’Emilia Romagna, ma sono disponibile anche a coinvolgere le Regioni del Sud, proprio per confermare che non e’ stato un voto “contro”, ma serve a scrivere il nuovo rapporto tra Regioni e il Centro e su  questo il presidente Gentiloni mi è parso molto interessato ad aprire e scrivere con noi una pagina nuova nel regionalismo italiano».


Black friday, anche in Lombardia “legali” i supersconti

black fridayDa quest’anno anche in Lombardia il black friday sarà “legale”. La Regione Lombardia ha approvato ieri, su proposta dell’assessore allo Sviluppo Economico Mauro Parolini, una modifica alla normativa sulle vendite straordinarie che abolisce il divieto di vendite promozionali nel periodo dal 25 novembre al 31 dicembre, mantenendo esclusivamente la disposizione che le vieta nei trenta giorni antecedenti i saldi. Per quanto riguarda il 2017 lo stop agli sconti dovrebbe scattare (perché sia ufficiale la modifica deve essere approvata dal Consiglio regionale) perciò il 6 dicembre, lasciando campo libero alle superofferte del black friday, la corsa allo shopping in uso negli Stati Uniti che sta prepotentemente prendendo piede anche in Italia e che interessa anche i giorni precedenti e successivi all’evento.

L’appuntamento – lo si ricorda – cade il venerdì dopo il Giorno del Ringraziamento, a sua volta mobile, poiché si celebra il quarto giovedì di novembre. E così è capitato che nel 2016 la giornata risultasse “fuorilegge” per la disciplina lombarda. «Ora la normativa è la stessa presente in quasi tutte le regioni d’Italia – spiega il direttore dell’Ascom di Bergamo Oscar Fusini – ed è la stessa in vigore per i saldi estivi, che prevede il divieto alle vendite promozionali nei trenta giorni precedenti, senza ulteriori limitazioni».

«Anche la Lombardia, come praticamente tutte le altre regioni d’Italia, potrà  avere il suo black friday – commenta il presidente di Federazione Moda Italia Renato Borghi -. Un evento in cui si potrà offrire per un solo giorno sconti eccezionali al fine di stimolare le vendite, ma anche un’occasione per creare un pacchetto di proposte con i settori della cultura, del food e del design. Di fronte ad un ciclone come è stato il “Black Friday” da un punto di vista commerciale, non  si poteva rimanere indifferenti. Il dettaglio indipendente è stato di fatto discriminato rispetto alle multinazionali che hanno bypassato le regole a fronte di un basso rischio di sanzioni. Il divieto di effettuare promozioni partirà, come già previsto dalla legge regionale e una volta concluso l’iter di approvazione in Consiglio Regionale, nei trenta giorni antecedenti i saldi sia invernali sia estivi. Chiediamo ora alle Istituzioni locali controlli più efficaci contro i trasgressori che faranno sconti nei periodi non consentiti e sanzioni proporzionate alle superfici del punto vendita».

 

 


Start-Up Factory, anche Bergamo fa scuola ai nuovi imprenditori

start-up-factory-2Anche Bergamo ha portato la propria testimonianza a “Start-Up Factory”, il grande evento che Confcommercio Lombardia e Cariplo Factory, in collaborazione con Capac Politecnico del Commercio e Scuola Superiore, hanno organizzato allo Spazio “Base” Area ex Ansaldo di Milano, dedicato a start up, a imprese che vogliono avviare un percorso di rete, aspiranti imprenditori e liberi professionisti, ma anche agli studenti.

Obiettivo dell’incontro era offrire strumenti per dare corpo all’idea imprenditoriale o consolidare l’impresa già avviata, attraverso focus di informazione e orientamento sui diversi aspetti del business, con la possibilità di partecipare a desk di consulenza gratuita.

A raccontare la propria esperienza anche Luca Bonicelli, presidente del Gruppo Giovani dell’Ascom di Bergamo, che sta traghettando la salumeria di famiglia a Villa d’Ogna, classico esercizio di vicinato, verso il catering, con puntate anche all’estero. «Fare impresa oggi non significa solo sviluppare progetti high tech – spiega Bonicelli -, ma anche rinnovare e sviluppare qualcosa che c’è già. E non conta nemmeno da dove si viene, ma contano dove si vuole andare, la passione e la volontà per arrivarci. Nel mio caso, da perito chimico sono finito a fare il cuoco e l’imprenditore, mi sono ritrovato a portare avanti un’attività storica con la necessità di aprire anche nuovi orizzonti, in pratica una start up anche se non nell’accezione propria del termine».

Chi vuole lanciarsi in un’attività in proprio deve però muoversi con attenzione, perché se è vero che la nuove aperture in Lombardia sono in media 160 al giorno (33mila nel primo semestre), in prevalenza nel terziario (il 64,7%) e per un terzo su iniziativa di giovani, è altrettanto vero che quasi un terzo del totale non arriva ai tre anni di vita. «Fare impresa si può, ma non deve essere una scelta di ripiego, magari perché non si trova lavoro o lo si ha perso – prosegue Bonicelli -. È un percorso che va costruito con scrupolo, informandosi, studiando il mercato, valutando tutti i costi di gestione. In questo le associazioni di categoria come la nostra possono aiutare, dando indicazioni e supporto. È un tema che come Gruppo Giovani seguiamo con particolare interesse e che vogliamo sviluppare per proporci sempre più come un punto di riferimento per la nuova imprenditoria. Confrontarsi e fare rete è infatti importante, non solo dal punto di vista professionale, ma anche umano».

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Sagre, la stretta si avvicina. Ecco le regole per i Comuni

In Lombardia scatta la stretta sulle sagre. Con l’approvazione da parte della Commissione Attività produttive e Occupazione del Consiglio Regionale nella seduta di giovedì 21 luglio hanno il via libera le “Linee guida per la stesura dei Regolamenti comunali delle Sagre”. Si tratta dell’ultimo passaggio per giungere alla piena regolamentazione di queste manifestazioni, dopo la legge del 2 febbraio 2010, la Risoluzione approvata nel 2015 dal Consiglio Regionale e le modifiche legislative introdotte per la prima volta ad aprile 2016 (L.R. 10/2016), con il nuovo inquadramento normativo delle “Sagre” e l’istituzione del Calendario regionale. Le linee guida saranno definitivamente ratificate dalla Giunta Regionale nella seduta di lunedì 1° agosto ed entreranno in vigore con la successiva pubblicazione sul Burl.

L’obiettivo è riportare equilibrio tra l’esigenza di salvaguardare appuntamenti dal valore religioso, sociale, culturale ed enogastronomico, da un lato, e porre un limite al proliferare di eventi che di fatto sono attività commerciali ma senza le stesse regole, dall’altro. Un intervento sollecitato a più riprese dal mondo della ristorazione e dei pubblici esercizi, costretti a confrontarsi con una concorrenza penalizzante soprattutto perché non giocata ad armi pari.

Tutti i Comuni lombardi sono ora tenuti a predisporre Regolamenti – con l’obbligo di consultare la Commissione comunale per il commercio su aree pubbliche, in composizione integrata con i rappresentanti delle Associazioni maggiormente rappresentative del settore somministrazione – in linea con i seguenti elementi: calendarizzazione delle sagre entro il 30 novembre dell’anno precedente, aspetto che potrà favorire oltre alla regolamentazione la promozione turistica; rispetto della normativa igienico-sanitaria, di sicurezza e fiscale; dotazioni obbligatorie in termini di parcheggi e servizi igienici (anche per disabili), relazione di impatto acustico, raccolta differenziata rifiuti; obbligo per l’operatore di rilasciare garanzia per il ripristino dell’area pubblica interessata; possibilità per i Comuni di limitare l’orario di svolgimento per motivi di ordine pubblico e sicurezza; possibilità di destinare parte della superficie interessata dalla sagra agli operatori in sede fissa o ambulanti. Tocca infine agli stessi Regolamenti dei Comuni stabilire la durata massima delle Sagre e l’eventuale intervallo tra manifestazioni susseguenti.

Le linee guida erano sono state già approvate della giunta Regionale e tengono conto di una serie di rilievi presentati anche da Confcommercio Lombardia con la collaborazione di Fipe e Fiva.

«È una buona legge – commenta il direttore dell’Ascom Oscar Fusini – ma toccherà ai Comuni saperla interpretare e svolgere la funzione di vigilanza. Ci si arriva perché il settore dei pubblici esercizi è al collasso con evidenti rischi di cadute occupazionali per gli addetti di bar e ristoranti». «Il problema – ricorda Fusini – è nato da uno svilimento del termine stesso di sagra. Negli ultimi anni c’è stato un proliferare di spazi attrezzati per dare da mangiare e bere all’aperto che fanno concorrenza agli operatori del settore. La legge approvata nell’aprile di quest’anno ha in primo luogo introdotto la definizione di sagra come occasione aggregativa in cui la somministrazione di alimenti e bevande è temporanea, accessoria e non esclusiva. In buona sostanza, dare da mangiare e bere deve essere un mezzo per aggregare e non il fine ultimo per fare cassetto. Ha anche previsto la creazione di un calendario regionale. Ora la partita è sui Regolamenti comunali, a tutela dei clienti e di chi lavora e come freno ad evidenti casi di concorrenza sleale».


L’indagine / Imprese, la carica delle reti. In Lombardia crescono del 25%

Crescono in Lombardia le reti d’impresa. Nel 2015 sono state circa 500 le imprese lombarde che hanno stipulato un contratto di rete portando a 2.435 il numero complessivo delle imprese lombarde in rete (sulle 13mila italiane: la Lombardia è la prima Regione per numero di imprese in rete, doppia quasi l’Emilia Romagna).

Dopo l’agricoltura (+35%) è il settore dei servizi (+24%) ad aver registrato la crescita più intensa dei contratti di rete, secondo i dati Unioncamere. Milano è l’area con il maggior numero di imprese coinvolte (835). E proprio nella sede milanese di Confcommercio si è tenuto l’evento “Insieme, protagonisti della ripresa. Storie di Reti del Terziario” organizzato da Confcommercio Lombardia con la presentazione dell’indagine TradeLab sulle aspettative e i risultati delle imprese che hanno intrapreso percorsi di aggregazione di rete.

Evento aperto da Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio, e dal presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni. Con gli interventi di Renato Borghi (vicepresidente vicario della Confcommercio lombarda) e Luca Zanderighi (professore ordinario di Economia e gestione delle imprese dell’Università degli Studi di Milano, che ha presentato i dati dell’indagine). Da tre imprenditori, poi, è arrivata una testimonianza diretta della propria esperienza di rete (Dario Bossi con la rete “Photop”; Luigino Poli con la rete degli albergatori “La Milano che conviene” e Diana Da Ros con “MB Circle” ed “MB Wedding”). L’incontro, moderato da Oscar Giannino, si è concluso con la consegna, da parte di Confcommercio Lombardia, di un riconoscimento alle 23 reti di impresa più attive di commercio, turismo e servizi. Tra queste anche l’Ascom di Bergamo per il progetto “GoinBergamo – I Distretti del Commercio in Rete”, che mette in rete i distretti dell’attrattività, le loro attività commerciali, i punti di interesse e le manifestazioni tramite l’ecosistema digitale E015 e la realizzazione del portale e della webapp www.goinbergamo.it.

L’indagine, invece, ha coinvolto imprenditrici e imprenditori del terziario che, nell’ultimo triennio, hanno costituito o sono entrati a far parte di una rete d’impresa: nel complesso 21 reti d’impresa.

Le aziende che fanno rete

Dall’indagine emerge come l’86% delle aziende inserite in una rete d’impresa operi in Lombardia: il 36% a Milano e area metropolitana, quasi il 30% a Monza Brianza. In prevalenza sono imprese che appartengono al settore del commercio (45%), seguite dai servizi (25%) e dal turismo (22%). E sono soprattutto pmi: il 56% ha meno di 5 addetti e il 19% occupa almeno 10 persone. Il fatturato dichiarato (dato 2014) è inferiore ai 500mila euro per il 51% delle imprese mentre il 28% dichiara un fatturato di oltre 1 milione di euro. Dal punto di vista della composizione giuridica, il 45% delle aziende nelle reti d’impresa è una società di capitali; il 33% una società di persone e il 22% è costituito da ditte individuali. La rete d’impresa coinvolge in maniera significativa le imprese più giovani: quasi il 40%, infatti, svolge la propria attività da meno di 15 anni e tra di esse il 14% ha iniziato ad operare dopo il Duemila. Nel 70% dei casi il titolare dell’azienda che fa parte di una rete d’impresa è uomo. Un quarto degli imprenditori ha meno di 50 anni e il 25% ha conseguito una laurea o un master: essenzialmente fra quelli più giovani. Ma che caratteristiche hanno le aziende che fanno parte di una rete d’impresa? Il 63% delle imprese è indipendente, il 37% partecipa o è partecipato finanziariamente da altre imprese. Chi opera in una rete d’impresa è in genere comunque già abituato ad avere legami con altre realtà del territorio: il 42% fa parte di un Distretto e il 16% di un consorzio.

Realtà giovani e “formalizzate”

Le reti d’impresa sono giovani: costituite per oltre il 90% tra il 2014 e il 2013 (l’adesione delle imprese a una rete ha di fatto coinciso con la costituzione della rete stessa). E sono “formali”: l’86% delle imprese ha infatti stipulato un contratto di rete (più del 62% di chi attualmente fa invece parte di reti “informali” non ritiene sia necessario stipulare nel prossimo futuro un contratto di rete). Poco più del 28% delle imprese fa parte di una rete d’impresa con un fondo patrimoniale comune e personalità giuridica; quasi il 22% a una rete con un fondo patrimoniale comune e il circa 36% a una rete “light” (senza fondo patrimoniale comune e personalità giuridica). Le imprese sono comunque più interessate a consolidare l’esperienza di rete con una maggiore condivisione di azioni e cultura manageriale piuttosto che a costituire un modello contrattuale più “hard” (con un fondo patrimoniale comune).

Le imprese che aderiscono al contratto di rete hanno un elevato grado di collaborazione: il 60% svolge attività in comune e il 31% ha comunque una frequente consultazione con le altre aziende. È ancora molto limitata la presenza di un manager di rete. Le reti d’impresa sono per lo più di piccole e medie dimensioni – il 47% con meno di 5 imprese e il 49% con più di 10 – e sono in particolare localizzate a Milano area metropolitana (quasi il 62%) e nelle altre zone della Lombardia (poco più del 27%).

Opportunità e difficoltà

Perché le imprese del terziario aderiscono a una rete d’impresa (risposte multiple nell’indagine)? Il 76% per politiche di marketing e di comunicazione in comune, il 54% per sviluppare nuovi prodotti/servizi. Molto importante anche la riduzione dei costi operativi (acquisti in comune, razionalizzazioni della struttura dei costi) sottolineata da circa un terzo delle imprese.

Le maggiori difficoltà che si incontrano nell’avvio della rete riguardano, da un lato, i diversi adempimenti amministrativi necessari (30%) e, contestualmente, reclutare e coinvolgere le imprese (28%). Un aspetto, quest’ultimo, sentito in particolare nel settore commerciale: bene, quindi (e importante, rileva Confcommercio Lombardia, può essere in questo senso il ruolo del sistema associativo) iniziative territoriali che favoriscano incontro e confronto fra potenziali partecipanti a una rete.

Il ruolo dell’associazione di rappresentanza e di categoria è importante, assieme alle imprese, anche nel predisporre un contratto di rete giudicato molto e/o abbastanza complesso da oltre l’80% delle imprese. Più del 56% degli imprenditori si rivolge alle associazioni per chiedere supporto nello start up della rete. Significativo anche il coinvolgimento di consulenti/figure professionali (più del 32%). Supporto in particolare per il contratto di rete (informazioni 40% e formalizzazione il 34%). Poi il matching tra imprese (19%) e la definizione degli obiettivi della rete (16%).

Funzionano le reti d’impresa?

Le reti d’impresa funzionano: oltre i due terzi degli imprenditori dichiara di aver ricevuto un beneficio effettivo con l’adesione alla rete. Il beneficio riguarda soprattutto l’aumento della gamma di prodotti/servizi offerti (42%) e la riduzione dei costi o la possibilità di accedere a nuovi segmenti di mercato (assieme il 28%). Per il 47% delle imprese l’adesione alla rete è stata in linea con le attese. Più del 23% ritiene di aver avuto effetti superiori alle aspettative mentre il 29% si attendeva di più. Con riguardo all’organizzazione aziendale interna e allo sviluppo di nuove opportunità di mercato, il giudizio positivo è di circa la metà delle imprese.

Il rapporto con le banche

È un punto ancora critico: solo 15% ritiene che l’adesione alla rete d’impresa abbia effettivamente migliorato il livello di solidità finanziaria e affidabilità nei rapporti con gli istituti di credito.

Gli sviluppi

Nelle azioni future emerge soprattutto l’esigenza di consolidare il livello di operatività delle imprese in rete (33%) ed è sentita l’esigenza di una maggiore visibilità esterna della rete stessa (quasi il 40%).

Il ruolo delle associazioni

Per Confcommercio Lombardia il giudizio sui dati emersi dall’indagine è complessivamente positivo: dopo una prima iniziale sperimentazione, gran parte delle imprese sembra pronta ad affrontare il consolidamento della rete d’impresa e del suo progetto strategico. Occorre, però, accrescere il livello di cultura manageriale e rafforzare la governance delle reti. E le associazioni d’impresa – conclude Confcommercio Lombardia – hanno, in questo processo, un ruolo decisivo.


Contenimento dello smog, le proposte di Confcommercio Lombardia

Uscire dalla logica dell’emergenza. È  il messaggio che Confcommercio Lombardia ha lanciato in occasione del Tavolo istituzionale dell’aria in Regione con l’assessore all’Ambiente Claudia Terzi, che ha annunciato l’introduzione dal 15 ottobre prossimo (e fino al 15 aprile 2017) l’estensione del divieto di circolazione ai mezzi Diesel Euro 3 in tutti i 209 Comuni compresi nella Fascia 1(in Bergamasca sono 37)

Al Tavolo, con il segretario generale della Confcommercio lombarda Giovanna Mavellia, ha partecipato Simonpaolo Buongiardino, vicepresidente di Confcommercio Milano e presidente di Assomobilità, subito partito con una proposta di metodo: Regione Lombardia renda al più presto stabile e permanente un gruppo di lavoro con le organizzazioni di rappresentanza delle imprese, amministrazioni pubbliche, tecnici qualificati e agenzie territoriali. «Proprio per instaurare – ha affermato Buongiardino – un dialogo fuori dall’emergenza e affrontare già in questo 2016 il problema inquinamento con una visione d’insieme programmatica. Nella Pianura Padana, in considerazione della particolare conformazione geomorfologica, il ricambio d’aria è spesso limitato o inesistente. Da qui la situazione di permanenza della concentrazione di agenti inquinanti nell’aria che si ripete abitualmente per buona parte del periodo invernale. Occorrono interventi strutturali per limitare la produzione di inquinanti uscendo, però, dall’adozione di vecchie ricette di blocchi e limitazioni territoriali estemporanei: misure penalizzanti e non risolutive. Vanno, invece, individuate il più possibile soluzioni condivise, omogenee e armonizzate a livello di bacino padano».

tavolo aria regione lombardia gennaio 2016Confcommercio Lombardia ha portato all’attenzione della Regione e dei partner del Tavolo alcune proposte.

Il divieto di circolazione degli Euro 3 diesel dal 15 ottobre 2016 – in Lombardia circolano oltre 200mila veicoli commerciali leggeri o pesanti Euro 3 immatricolati fra il 2001 e il 2005 – rende innanzitutto urgenti contributi e agevolazioni per incentivare in modo significativo l’acquisto di veicoli commerciali meno inquinanti. Sono inoltre importanti forme di sostegno economico alle imprese “green” che contengono le emissioni inquinanti nell’aria, riducono già a monte i rifiuti, conseguono certificazioni energetiche, utilizzano veicoli a basso impatto ambientale.

«Per affrontare in modo strutturale il problema inquinamento – ha rilevato Buongiardino – occorre inoltre intervenire sul riscaldamento e l’edilizia senza trascurare l’adozione di efficaci buone pratiche ‘trasversali’».

Sul versante del riscaldamento bisogna sostituire le caldaie più obsolete dei condomini e dell’edilizia pubblica. Confcommercio Lombardia condivide la richiesta, avanzata congiuntamente da Regione e Anci Lombardia al Governo, di stabilizzare gli incentivi statali per il risparmio e la riqualificazione energetica degli edifici e degli impianti. Va inoltre esteso con opportuni incentivi il “Contratto servizio energia” (già previsto dal legislatore nazionale e promosso da Camera di Commercio e Confcommercio Milano con Assopetroli Lombardia) che, applicato su larga scala e integrato con i sistemi di termoregolazione e contabilizzazione individuale (in vigore dal 2014) può garantire importanti performance.

Nell’edilizia va incentivata la diffusione di materiali cosiddetti “assorbenti” anche prevedendone l’obbligo di utilizzo per gli edifici di nuova costruzione e l’impiego in particolare negli edifici pubblici, nell’edilizia residenziale pubblica, nelle medie e grandi strutture produttive e distributive.

Ma anche il lavaggio delle strade più frequente ed un’efficace manutenzione del manto stradale nelle zone a più elevato traffico possono contribuire a tenere sotto controllo l’inquinamento. «L’applicazione di asfalto drenante – spiega Buongiardino – può ridurre fino all’80% la quantità di particolato depositata al suolo e rimessa in circolo».


Agenti immobiliari, il bergamasco Patelli coordinatore regionale Fimaa

Luciano Patelli

Il bergamasco Luciano Patelli è stato eletto ieri coordinatore di Fimaa Lombardia, la struttura regionale della Federazione italiana mediatori agenti d’affari del sistema Confcommercio. Patelli, classe 1958, titolare della Patelliimmobiliare di Bergamo è da oltre 10 anni presidente di Fimaa Ascom Bergamo e da 8 segretario della Federazione lombarda. Subentra a Tino Taverna, eletto a luglio presidente nazionale di Fimaa.

«La nomina è una grande soddisfazione sia personale che per l’Associazione provinciale – afferma -. Sostituisco un presidente che ha saputo condurre una associazione regionale in modo egregio, rendendola solida e al servizio degli associati. Per questo lo ringrazio. Il coordinamento regionale di Fimaa è molto coeso e sempre pronto ad affrontare tutte le tematiche che riguardano le categoria. Il mio desiderio è di proseguire sulla strada tracciata da Taverna, lavorando al servizio degli associati e per il consolidamento e la ripresa del nostro settore».

Il nuovo incarico vede Patelli occuparsi delle questioni più urgenti della categoria e del mercato immobiliare lombardo: «Innanzitutto lavoreremo per rinnovare i servizi fondamentali per gli associati, a partire da quelli che riguardano le visure immobiliari, la modulistica da scaricare on line e quelli assicurativi. Tra gli obiettivi posti c’è anche la realizzazione di un “Borsino” unico degli immobili lombardi, che faccia da riferimento per tutto il settore regionale. Tra i nostri compiti c’è inoltre l’iter, già ben avviato, per la trasformazione dell’associazione da coordinamento a federazione. Infine ci impegneremo a livello sindacale e politico per contribuire al un rilancio effettivo del settore immobiliare sia per quanto riguarda la prima casa che gli investimenti, chiedendo innanzitutto una riduzione del prelievo fiscale».

Tra gli obiettivi anche la realizzazione di un Ufficio studi regionale, che aiuterà i mediatori immobiliari nel tracciare una mappa dell’invenduto e farà ricerche di interesse specifico per il settore.


Turismo, premi per 96mila euro a foto e video che raccontano la Lombardia

wonderful lombardy“Wonderful Lombardy – Storie e immagini per scoprire la Lombardia” è il titolo e l’obiettivo del concorso aperto a fotografi e videomaker – ma anche a registi, accademie e scuole del settore delle arti visive – che la Regione Lombardia ha lanciato per promuovere e valorizzare l’attrattività turistica nel mercato globale.

La delibera approvata dalla giunta, su proposta dell’assessore al Commercio, Turismo e Terziario Mauro Parolini, mette a disposizione un montepremi di 96mila euro, che sarà ripartito ai vincitori delle categorie previste nelle due sezioni

Il concorso prevede inoltre un riconoscimento speciale per le opere presente dai giovani tra i 18 e i 28 anni e per i migliori concorrenti non professionisti.

«Il turismo oggi gioca gran parte della propria partita sull’efficacia della comunicazione e sulla capacità di sfruttare al meglio il grande potere del racconto. In questo contesto molto dinamico, che continua ad offrire grande opportunità di crescita – ha commentato l’assessore Parolini – il linguaggio delle immagini gioca un ruolo particolarmente importante, soprattutto nelle attività di promozione sulla rete». «Wonderful Lombardy – ha aggiunto – non è un semplice slogan, ma è la sintesi più appropriata per descrivere una regione realmente meravigliosa e con una grande attrattività turistica, che passa attraverso la bellezza delle città d’arte, dei laghi e delle montagne, la tradizione enogastronomica, quella religiosa e la vivacità del suo tessuto economico. Riacquistare la consapevolezza di questo patrimonio è un passaggio fondamentale che deve essere supportato da una attività di promozione innovativa e di qualità. Con questo concorso, aperto fino al 30 settembre 2015 ci poniamo pertanto l’obiettivo di premiare la creatività di chi opera nel settore delle arti visive, per potere raccontare la storia e la bellezza della Lombardia, soprattutto quella meno conosciuta e quella in grado di esprimere eccellenze in settori turistici dalle potenzialità ancora inespresse, attraverso la narrazione e la suggestione delle immagini».

Le categorie del concorso sono:

Sezione audiovisivi

  1. Cortometraggio finalizzato a far conoscere attraverso il racconto di una storia aspetti particolari e inconsueti della Lombardia, di cui generalmente non si parla né sulle guide né sugli opuscoli turistici.
  2. Video virale per la promozione turistica della Regione Lombardia. Il video è finalizzato alla diffusione sul web e attraverso altri media di comunicazione preposti alla valorizzazione del territorio lombardo.
  3. Mini guide video su destinazioni/prodotti turistici, con riferimento agli ambiti laghi, città d’arte, cicloturismo, enogastronomia della Lombardia.

Per ciascuna delle tre categorie della sezione audiovisivi il primo premio è di 8mila euro, il secondo di 6mila e il terzo di 4mila.

Sezione fotografica

  1. categoria acqua, laghi e montagne della Lombardia
  2. categoria città d’arte, borghi e nuove polarità urbane della Lombardia
  3. categoria moda, design e shopping in Lombardia.

Per ciascuna delle tre categorie, il primo premio è di 5mila euro, il secondo di 3mila e il terzo di 2mila.

Audiovisivi e fotografie dovranno essere originali ed inediti. Ciascun partecipante può inviare una sola fotografia, un solo audiovisivo oppure una fotografia e un audiovisivo.

Possono partecipare al concorso:

  • persone fisiche: tutte le persone maggiorenni, che abbiano compiuto il diciottesimo anno di età entro il 30 settembre 2015, residenti in Italia e all’estero. In particolare il concorso è rivolto a filmmakers, videomakers, fotografi, registi, grafici, anche non professionisti, studenti e diplomati di licei artistici, accademie di belle arti, corsi universitari, scuole professionali del settore delle arti visive, e soggetti qualificati in attività similari che operano sull’intero territorio dell’Unione Europea.
  • classi o gruppi di studenti di licei artistici, accademie di belle arti, corsi universitari, scuole professionali del settore delle arti visive. Ogni gruppo partecipante dovrà presentare il proprio progetto con la supervisione di un docente dell’istituto/facoltà universitaria di appartenenza.

Per i dettagli: www.commercio.regione.lombardia.it