Negozi storici in Lombardia, oggi la cerimonia di premiazione a Milano. A Bergamo 20 nuovi riconoscimenti

Cinque in città, quindici in provincia: il totale delle attività con più di 40 anni alle spalle riconosciute dalla Regione sale a 213 

L’elenco regionale delle attività storiche e di tradizione si è arricchito di 117 nuovi riconoscimenti che portano a 2234 il numero di insegne con più di quarant’anni di storia alle spalle, riconosciute dal 2004. Tra i nuovi inserimenti, figurano in particolare, 65 negozi storici, 28 locali storici e 24 botteghe artigiane storiche. In provincia bergamasca sono 20 le nuove attività storiche riconosciute dalla Regione (di cui 5 in città) portando così il totale a 213 riconoscimenti.
L’elenco ufficiale racchiude un’ampia varietà di piccole e grandi imprese che raccontano l’operosità, la capacità di rinnovarsi, l’impegno costante e il coraggio di tanti imprenditori nell’affrontare le sfide dei tempi che cambiano, nelle realtà più disparate della nostra regione. Testimonia inoltre la ferma volontà di trasmettere i valori della tradizione e la memoria delle esperienze del passato, in imprese orgogliosamente tramandate di generazione in generazione.

I 20 nuovi negozi storici bergamaschi riconosciuti dalla Regione

– Arcene, Scaini Calzature (1969), Negozio Storico, Storica Attività
– Bergamo, C&D Elettronica (1980), Negozio Storico, Storica Attività
– Bergamo, Capra Gomme (1958), Bottega Artigiana Storica, Storica Attività Artigiana
– Bergamo, Cereria Pernici (1973), Negozio Storico, Storica Attività
– Bergamo, Emmegi Contachilometri (1959), Bottega Artigiana Storica, Storica Attività Artigiana
– Bergamo, Landisport (1975), Negozio Storico, Storica Attività
– Bottanuco, Panificio Tradizionale Forza Rosario (1981), Bottega Artigiana Storica, Storica Attività Artigiana
– Calcinate, Bar 2000 (1974), Locale Storico, Storica Attività
– Calcinate, Dolce Eta’ (1980), Negozio Storico, Storica Attività
– Calcinate, Ristorante Amalfitano (1980), Locale Storico, Storica Attività
– Caravaggio, Antica Macelleria Mezzanotte In Caravaggio (1952), Negozio Storico, Storica Attività
– Fara Gera D’adda, Dal 1968 Il Salone Di Bellezza Maria Tibaldi Acconciature Estetica E Barberia (1968), Bottega Artigiana Storica, Storica Attività Artigiana
– Fonteno, Ristorante Panoramico (1967), Locale Storico, Storica Attività
– Montello, Cantiere Tri Plok – Tutto Per La Cantina (1974), Negozio Storico, Storica Attività
– Nembro, Pizzeria Tre Corone (1956), Locale Storico, Storica Attività
– Sedrina, Panificio-Alimentari Vitali (1890), Negozio Storico, Storica Attività
– Selvino, Pizzeria La Ruota (1968), Locale Storico, Storica Attività
– Songavazzo, La Baitella (1979), Locale Storico, Storica Attività
– Treviglio, La Miniera Abbigliamento (1978), Negozio Storico, Storica Attività
– Villa Di Serio, Alimentari Brissoni (1927), Negozio Storico, Storica Attività

La premiazione in diretta streaming

Mercoledì 14 luglio, presso l’Auditorium Testori di Palazzo Lombardia si è svolta la cerimonia di premiazione delle 117 attività storiche e di tradizione riconosciute nello scorso mese di marzo. Al mattino sono state premiate le imprese delle Province di Bergamo, Brescia, Mantova e Sondrio, mentre nel pomeriggio le imprese delle Province di Como, Cremona, Lecco, Lodi, Milano, Monza Brianza, Pavia e Varese. Alla cerimonia erano presenti l’Assessore allo Sviluppo economico, Guido Guidesi, esponenti della Giunta regionale, Consiglieri regionali oltre ai rappresentanti delle istituzioni e delle associazioni delle imprese. Per Ascom Confcommercio Bergamo era presente il vicepresidente Luciano Patelli (nella foto l’ultimo a destra)

 

Nel 2020 Brescia in testa. Seguono Milano, Bergamo e Mantova

Sono 353 i negozi storici e le attività storiche riconosciute da Regione Lombardia nell’anno 2020. Un’edizione che nei numeri è da record. Si tratta di 183 negozi storici, 108 locali storici e 62 botteghe artigiane storiche. Sono tutte caratterizzate dalla continuità nel tempo, per almeno 40 anni, della gestione, dell’insegna e della merceologia offerta. Altri fattori presi in considerazione sono la collocazione in strutture di pregio e la conservazione di arredi e attrezzature storici. “Quest’ anno purtroppo – spiega l’assessore allo Sviluppo economico Alessandro Mattinzoli – non potremo svolgere il consueto evento di premiazione delle nuove attività storiche. Ma nonostante tutto quello che stiamo vivendo, dobbiamo riconoscere il loro valore, il loro peso nel sistema economico, culturale, sociale”. “Regione Lombardia – prosegue – non può che essere solidale con questa fetta così importante del mondo produttivo che con forza e tenacia va avanti superando ogni sfida. Oggi ancora di più ne danno prova. Noi ne siamo orgogliosi e sempre al loro fianco con passione ed entusiasmo”.

La parte del leone la fa la provincia di Brescia con 79 nuovi riconoscimenti. Seguono Milano con 53; Bergamo 40 e quindi Mantova con 36. Ci sono poi Sondrio 30; Como 24 e Varese 23. Successivamente troviamo Cremona e Lecco con 20 e  Monza e Brianza con 10. Chiudono le province di Lodi e Pavia con 9. Le nuove attività riconosciute vanno ad arricchire l’elenco regionale delle attività storiche e di tradizione, che comprende in totale 2.118 imprese.

Dal 2004 riconosciuto il valore di queste imprese

In Lombardia negozi e locali storici sono riconosciuti dal 2004, nella consapevolezza del valore rappresentato dal patrimonio di questi esercizi. Sono, infatti, testimonianze ed espressioni vive dell’identità storica, economica, culturale e urbanistica di un’area e di un territorio. Nel 2019 è stata approvata una modifica alla legge regionale 6/2010 ‘Testo unico delle leggi regionali in materia di commercio e fiere’. La riforma ha incluso anche le botteghe artigiane per riconoscere formalmente la rilevanza del patrimonio delle attività storiche.  In particolare l’obiettivo è di poterle sostenere in modo più efficace, portando a rango legislativo il percorso di valorizzazione messo in atto in precedenza.

Per saperne di più: Riconoscimento delle attività storiche e di tradizione, Attività storiche della Lombardia


Agenti di commercio, per la domanda del rimborso del bollo auto c’è tempo fino al 29 luglio

Tramite la piattaforma “Bandi online” della Regione Lombardia. Attenzione ai requisiti richiesti

Viene prorogata al 29 luglio, per gli agenti e rappresentanti di commercio lombardi, la possibilità di presentare domanda a Regione Lombardia per il rimborso del bollo auto 2020. Dal 5 luglio, infatti, gli agenti e rappresentanti di commercio operanti in Lombardia possono presentare domanda alla Regione Lombardia per il rimborso del bollo auto 2020: si tratta di una misura di sostegno, a titolo di indennizzo per le limitazioni e i disagi subiti nella crisi da Covid-19, rivolta alle microimprese che svolgono attività di intermediari del commercio.
Agenti e rappresentanti, con i requisiti richiesti, potranno quindi richiedere un contributo a fondo perduto pari al valore della tassa automobilistica pagata per ciascun veicolo utilizzato per la propria attività d’impresa e al netto di eventuali sanzioni e interessi. Un importante risultato ottenuto da Fnaarc-Confcommercio Lombardia grazie anche alla collaborazione degli assessori Guido Guidesi e Davide Caparini.

“L’auto è come l’ufficio per gli agenti. La scadenza del bando era domani, ma da parte della Regione, con gli assessori Davide Caparini e Guido Guidesi, è arrivato quest’importante ulteriore segnale d’attenzione per la nostra categoria fortemente penalizzata nei mesi più difficili dell’emergenza Covid – commenta Alberto Petranzan, presidente di Fnaarc (Confcommercio) che ricorda anche come “per la prima volta in Italia una Regione abbia riconosciuto il rimborso del bollo auto agli agenti e rappresentanti di commercio motore di sviluppo per la piccola e media impresa”. A tutte le associazioni territoriali lombarde Fnaarc (che nell’azione con Regione Lombardia per ottenere questo risultato ha avuto il costante supporto di Confcommercio Lombardia) gli agenti e rappresentanti di commercio possono continuare rivolgersi per un supporto sulla pratica di rimborso.

Come presentare domanda

Le domande per accedere al contributo dovranno essere presentate esclusivamente tramite la piattaforma “Bandi online” di Regione Lombardia. L’accesso a Bandi online per la presentazione della domanda potrà essere effettuato tramite identità digitale SPID o tramite Tessera Sanitaria/Carta Nazionale dei Servizi (CNS) con PIN dispositivo.
Le domande possono essere presentate da lunedì 5 a mercoledì 14 luglio secondo 6 finestre suddivise su base provinciale: gli intermediari del commercio della provincia di Bergamo rientrano nella finestra 2 e l’apertura per l’invio della domanda è alle ore 15.00. Tutte le finestre si chiuderanno mercoledì 14 luglio alle ore 17.00.

I requisiti del bando

Ciascuna impresa può presentare, in un’unica istanza, la domanda di contributo anche per più di un veicolo utilizzato per l’attività di intermediazione e anche per veicoli in leasing o noleggio a lungo termine purché la tassa automobilistica sia riferita all’impresa richiedente. Alla data di presentazione della domanda dovranno però essere soddisfatti diversi requisiti tra cui l’essere microimprese (secondo la definizione di cui all’Allegato I del Regolamento UE 651 del 17/06/2014), avere una sede operativa attiva in Lombardia e il codice Ateco primario inerente l’attività di intermediari del commercio (anche di autovetture, autoveicoli, motocicli e ciclomotori).
Tra gli altri requisiti essenziali si ricorda che le imprese devono avere subito un calo di fatturato di almeno un terzo nel periodo 1° marzo-31 dicembre 2020, rispetto al medesimo periodo del 2019 (ad eccezione delle imprese costituite a partire dal 1° gennaio 2019).

L’ufficio Fnaarc Ascom Bergamo è a disposizione per compilazione e invio della domanda telematica previo appuntamento. Tel. 035.4120304 – ata@ascombg.it.


Bar e ristoranti: in zona bianca nessun limite di capienza ai tavoli

Il massimo delle 4 persone al chiuso rimane solo per la Valle d’Aosta, unica regione ancora in zona gialla

 

Tutta Italia in zona bianca, con eccezione della Valle d’Aosta collocata ancora in zona gialla. Con Ordinanza del 18 giugno 2021 il Ministero della Salute ha infatti disposto il passaggio dal 21 giugno in zona bianca anche di Basilicata, Bolzano, Calabria, Campania, Marche, Sicilia e Toscana. Inoltre, come precisa la Fipe, a partire dal 22 giugno per la zona bianca viene meno il limite massimo di capienza di 6 persone per tavolo, negli spazi al chiuso, in precedenza previsto con Ordinanza del Ministero della salute del 4 giugno (si ricorda che la limitazione già non riguardava i tavoli all’aperto – cfr. cartello Fipe). In zona gialla, invece, permane la limitazione delle 4 persone per tavolo, salvo che siano tutte conviventi.

Abolito il coprifuoco anche nelle zone gialle

Infine, da ieri anche per i territori collocati in zona gialla (dunque, allo stato, solo la Valle d’Aosta) viene meno ogni limitazione oraria agli spostamenti e quindi anche all’esercizio delle attività di ristorazione. Per le misure di prevenzione applicabili al settore dei pubblici esercizi si consiglia di consultare le check list Fipe (ristorazione, cerimonie, stabilimenti balneari e giochi), elaborate sulla base delle linee guida della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome approvate con Ordinanza del Ministero della Salute dello scorso 29 maggio.


Altro che risparmio, l’economia italiana riparte dai consumi. E lo dice la Banca Centrale Italiana

Ora che l’ha detto anche Banca d’Italia è certificato quanto sosteniamo da mesi: siamo piombati in una situazione di dualismo, mai conosciuta dalle nostre parti, tra le diverse categorie di lavoratori e imprenditori. “L’economia della Lombardia”, la ricerca redatta dalla sede milanese della Banca Centrale Italiana segnala nel 2020 la perdita del 9,4% del Pil lombardo e di 77.000 posti di lavoro. Lo studio evidenzia una perdita di fatturato nel settore dei servizi dell’11,4%, mentre il reddito delle famiglie è calato del 2,9%. A prima vista, per chi rappresenta il terziario bergamasco, sembrano quasi buone notizie.

Purtroppo non è così. È chiaro che si tratta della cosiddetta “media del pollo”, perché i cali registrati dai settori del commercio non alimentare, del turismo e dei pubblici esercizi sono ben al di sopra di queste percentuali, come documentano anche i contributi erogati dai decreti ristori e sostegni per perdite ben più alte del 30% necessario per accedere ai contributi stessi.
Lo shock, perché di questo si deve parlare, è stato brutale non solo nella sua dimensione ma soprattutto nella sua selezione. Da un lato, pensionati, lavoratori pubblici e dipendenti del settore privato, che non sono stati investiti dalla crisi, non percepiscono cosa sia avvenuto, confortati anche da una ripresa dei valori di Borsa, dopo il crollo da pandemia, che ha quasi del miracoloso; dall’altro una fetta di società è in una situazione mai vissuta.

L’indagine della Banca d’Italia “le famiglie italiane durante la pandemia”, realizzata a marzo di quest’anno, presenta una tabella molto significativa su come la crisi impatti in maniera asimmetrica. L’analisi della capacità di fronteggiare le spese mensili, secondo la condizione occupazionale del capofamiglia, ha messo in evidenzia come, sia pur in un quadro di peggioramento complessivo, la capacità di pensionati e di dipendenti sia nettamente diversa da quella degli autonomi e dei disoccupati.

Siamo, quindi, piombati in una situazione di dualismo non conosciuta dalle nostre parti, dove la discriminante è stata sempre e solo tra chi lavorava (quasi tutti) e chi era disoccupato (in pochi). La causa è ben nota. In tempi moderni non si era mai registrato un crollo dei consumi di questa portata. Talmente grave e dai risvolti così negativi per molti da sovvertire quel giudizio tramandato dai nostri genitori secondo cui il risparmio è la destinazione “venerabile” del proprio reddito, a scapito del consumo concepito come sperpero.
Eloquente, nella stessa ricerca di Banca d’Italia, la suddivisione delle motivazione alla riduzione dei consumi che vede prevalere come motivi in coloro che possono facilmente o abbastanza facilmente affrontare le spese mensili le restrizioni imposte e la paura del contagio (76,6%), mentre in coloro che affrontano le spese con difficoltà (al 38,3%) l’ovvia risposta è la minore disponibilità economica.

Il crollo dei consumi, ironia della sorte, è un circolo vizioso che rischia di inghiottirci tutti perché dapprima sottrae reddito a imprese e lavoratori delle filiere, partendo dagli ultimi anelli (commercio al dettaglio e ingrosso, turismo e ristorazione), poi, se prosegue, travolge tutti gli altri. Ora è fondamentale che le buone notizie inneschino subito un percorso opposto. Partendo da chi ha i risparmi per allargarsi a tutti.
Ne abbiamo bisogno tutti, gente. C’è bisogno, per chi se lo può permettere, di “far girare l’economia” comprando e consumando. Solo non solo si avvantaggia il mercato ma che il fiducia


La Lombardia entra in zona bianca. Il ritorno alla normalità si avvicina

Abolito il coprifuoco e via libere a fiere, convegni, congressi, centri termali e parchi tematici di divertimento. Ancora in stand by invece le discoteche e le sale da ballo

Anche la Lombardia entra in zona bianca: da oggi, lunedì 14 giugno, la nostra regione (insieme a Lazio, Piemonte, Emilia Romagna, Puglia e provincia autonoma di Trento) cambia di colore ed entra nella fascia più bassa di rischio covid, con regole meno rigide e niente coprifuoco. Rimane comunque l’obbligo della mascherina sia all’aperto sia al chiuso e il divieto di assembramento. Regole meno vincolanti per i ristoranti: nessun limite alle presenze al tavolo all’aperto, 6 commensali al tavolo se il locale è al chiuso. I locali pubblici potranno osservare orari liberi.

Per chi si trova in fascia bianca il coprifuoco viene abolito immediatamente. Ciò vuol dire che non è più necessario rientrare a casa entro una certa ora: ci si può insomma spostare senza limiti di orario. In questa zona i bar, i ristoranti e le altre attività di ristorazione sono aperti ed è possibile consumare cibi e bevande al loro interno, senza limiti orari.
Sono consentite senza restrizioni anche la vendita con asporto di cibi e bevande e la consegna a domicilio, che deve comunque avvenire nel rispetto delle norme sul confezionamento e sulla consegna dei prodotti. Le nuove regole prevedono che in zona bianca all’aperto non ci siano limiti di persone ai tavoli (tra i quali deve esserci comunque il distanziamento di un metro), mentre nei bar e nei ristoranti al chiuso potranno sedere allo stesso tavolo massimo sei persone salvo che siano tutti conviventi. Resta invece il divieto di assembramento e l’obbligo di mascherina, sia all’aperto sia al chiuso.

In zona bianca sono consentite, anche al chiuso, le feste e i ricevimenti successivi a cerimonie civili o religiose, rispetto alle quali permane l’obbligo per i partecipanti di possedere una delle certificazioni verdi Covid-19, come chiarito dal Ministero della salute e della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome.
Sono, inoltre, consentite le attività di sale giochi, sale scommesse, sale bingo e casinò, anche se svolte all’interno dei locali adibiti ad attività differenti e lo svolgimento in presenza di fiere e congressi. Restano sospese le attività che abbiano luogo in sale da ballo, discoteche e locali assimilati, all’aperto o al chiuso.

 


Bollo auto, via libera al rimborso per agenti e rappresentanti di commercio colpiti dalla crisi

Regione Lombardia a breve definirà le modalità per fare domanda e partecipare al bando che in Bergamasca riguarda oltre 3.800 liberi professionisti

Promessa mantenuta e un sollievo economico dopo mesi di difficoltà. Fnaarc, la Federazione degli agenti e rappresentanti di commercio Confcommercio, commenta positivamente il rimborso del bollo auto 2020 agli agenti e rappresentanti di commercio che potranno richiedere un contributo a fondo perduto pari al valore della tassa automobilistica pagata lo scorso anno. La misura riguarderà gli agenti che hanno avuto un calo di fatturato di almeno un terzo tra marzo e dicembre 2020 rispetto allo stesso periodo del 2019.

Grande soddisfazione, quindi, per Fnaarc e Confcommercio per il risultato ottenuto dopo mesi di lavoro e interlocuzione insieme agli assessori regionali Guido Guidesi, Assessore allo Sviluppo Economico, e Davide Caparini, Assessore al Bilancio e Finanza, che hanno mostrato interesse e impegno per la categoria che rappresenta un intermediario fondamentale delle Piccole e Medie Imprese del territorio. Il provvedimento di ieri della Giunta di Regione Lombardia dà infatti attuazione alla mozione approvata mesi fa dal Consiglio Regionale con l’impegno a sospendere il bollo auto per tutte quelle attività dove l’utilizzo dell’autoveicolo risultava essenziale per lo svolgimento dell’attività.

In Bergamasca coinvolti oltre 3.800 agenti di commercio

Il sostegno sarà quindi disponibile per le micro imprese iscritte e attive al Registro delle imprese: circa 36.600 agenti e rappresentanti di commercio presenti in Lombardia, di cui oltre 3.800 in provincia di Bergamo. Saranno interessati al rimborso del bollo auto tutti gli intermediari del commercio, gli intermediari di autovetture e di autoveicoli leggeri, di altri autoveicoli, di parti e accessori di autoveicoli, di motocicli e ciclomotori e di parti e accessori per motocicli e ciclomotori.

“Il rimborso del bollo auto 2020 – commenta Fabio Fracassi, vicepresidente del Gruppo Agenti di Ascom Confcommercio Bergamo – è una misura che abbiamo fortemente sollecitato e che auspicavamo da tempo, così come già avvenuto per taxi, ncc e bus turistici. Del resto l’auto è come l’ufficio per un agente di commercio, uno strumento di lavoro fondamentale e con l’emergenza Covid gli agenti sono stati tra le categorie maggiormente penalizzate nello svolgimento della propria attività. L’aumento dei costi legati alla mobilità, i ricavi in discesa e i sostegni governativi non del tutto sufficienti: un mix devastante che ha messo a rischio il lavoro di tanti professionisti. Ora finalmente Regione Lombardia ha deciso il rimborso del bollo auto pagato nel 2020 agli intermediari di commercio come sostegno ai mancati introiti e al calo di fatturato dovuti alle limitazioni dalla pandemia. Ora non resta che attendere le modalità per fare domanda e partecipare al bando”.


Alberghi e non solo: dalla Regione altri 8 milioni per finanziare il bando “Strutture ricettive”

Le risorse totali salgono a 25 milioni e consentiranno di finanziare gran parte delle 300 domande già presentate. L’assessore Magoni” Gli operatori lombardi dimostrano di credere nella ripresa”

Aumentano di 8 milioni le risorse stanziate per il bando regionale “Sostegno alla competitività delle strutture ricettive alberghiere e delle strutture ricettive non alberghiere all’aria aperta”. Il nuovo stanziamento, previsto su proposta dell’assessore al Turismo, Lara Magoni, porta così le risorse totali a 25 milioni e consentirà di finanziare gran parte delle domande presentate.  Il Bando, che prevede contributi a fondo perduto al 50%, per un massimo di 200 mila euro, con un investimento minimo di 80 mila euro, consente la realizzazione, ristrutturazione e riqualificazione degli immobili e aree destinati all’attività ricettiva, delle strutture ed infrastrutture complementari direttamente connesse e l’ acquisto e installazione di arredi, macchinari o attrezzature anche di carattere tecnologico.

“La risposta dai lombardi – spiega Lara Magoni – è stata incredibile: sono arrivate infatti oltre 300 domande. Si tratta di un segnale importantissimo di grande fiducia e di voglia di ripartire con entusiasmo. In un momento di forte crisi, dove migliaia di operatori del turismo sono sull’orlo del fallimento, imprenditori e famiglie decidono di investire nel futuro. Questo loro coraggio è per me un ulteriore incentivo nel continuare a combattere su tutti i tavoli per portare la voce di un comparto che rappresenta non solo un valore economico, ma la forza di quelle persone che amano il proprio lavoro e ne diventano ambasciatori nel mondo. Eroi lombardi ai quali va tutto il mio personale sostegno. Un avvenire che vedrà la Lombardia ricca di eventi di grande spessore: innanzitutto nel 2023, con Bergamo e Brescia Capitali italiane della Cultura, e poi con le Olimpiadi invernali del 2026”.

“Dobbiamo farci trovare pronti. Ecco perché sostengo con convinzione – aggiunge l’assessore – chi vuole investire nella qualità dell’accoglienza, offrendo ai turisti servizi innovativi e un’attrattività sempre più all’avanguardia, in grado di rispondere alle esigenze di ogni visitatore. Perciò ho deciso di incentivare chi voleva rilanciare la propria attività, sostenendo le riqualificazioni con un contributo a fondo perduto pari fino al 50% dell’investimento, per un massimo di 200.000 euro”.

Cosa prevede il bando

Il bando prevede uno stanziamento di 17 milioni di euro per sostenere la competitività delle strutture ricettive lombarde (ma potrebbero essere di più in caso di economie derivanti dalla chiusura della rendicontazione del bando nella prima edizione). Il contributo è al 50% e a fondo perduto ed è previsto per progetti di investimento minimo di 80.000 euro e massimo di 200.000 euro.Il bando sarà aperto presumibilmente intorno ad aprile/maggio 2020. La misura ha lo scopo di la finalità di promuovere progetti di eccellenza per favorire

Possono partecipare al bando le micro, piccole e medie imprese: strutture ricettive alberghiere (alberghi o hotel; residenze turistico-alberghiere; alberghi diffusi; condhotel) e strutture ricettive non alberghiere all’aria aperta (villaggi turistici, campeggi e aree di sosta) che investono in interventi di riqualificazione di qualità.

La misura è indirizzata alle micro, piccole e medie imprese e ha la finalità di promuovere progetti di eccellenza per favorire la realizzazione e la riqualificazione di strutture ricettive alberghiere (alberghi o hotel; residenze turistico-alberghiere; alberghi diffusi; condhotel) e strutture ricettive non alberghiere all’aria aperta (villaggi turistici, campeggi e aree di sosta).

Interventi ammissibili
Sono ammessi al contributo progetti di realizzazione e riqualificazione di alberghi e aziende ricettive all’aria aperta. I progetti dovranno riguardare i seguenti macrotemi: Enogastronomia & food experience; Natura & green; Sport & turismo attivo; Terme & benessere; Fashion & design; Business congressi & incentive. Tra le spese ammissibili ci sono arredi, macchinari, attrezzature, strutture ed opere edili-murarie e impiantistiche.

Spese ammissibili
Sono ammesse spese per arredi, macchinari e attrezzature; opere edili-murarie e impiantistiche; progettazione e direzione lavori per un massimo dell’8% delle spese ammissibili).
Tutti i giustificativi di spesa conformi sono ammissibili se emessi successivamente alla data di presentazione della domanda.

Criteri di valutazione
Gli interventi saranno valutati secondo criteri di qualità progettualità e impatto sui temi di interesse. ad esempio, accessibilità family friendly, disabilità, sostenibilità ambientale e sociale, addizionabilità finanziarie, titolarità femminile/giovanile e/o rilevanza della componente femminile/giovanile nella compagine societaria, appartenenza a progetti di stabile aggregazione tra reti di imprenditori.

La durata massima dei progetti di intervento è di di 18 mesi dalla data di pubblicazione sul Bollettino Ufficiale di Regione Lombardia della graduatoria.

Per ulteriori informazioni contattare lo sportello del Credito Fogalco (Matteo Milesi: tel.0354120210 – matteo.milesi@fogalco.it)


Imprese, dalla Regione Lombardia 7,5 milioni di euro per favorire l’internazionalizzazione

In arrivo risorse per sviluppare e consolidare la capacità di azione del bando “Linea Internazionalizzazione Plus” con contributi a fondo perduto. Domande dal 20 aprile

Aprirà il prossimo 20 aprile il bando “Linea Internazionalizzazione Plus – Supporto alla realizzazione di progetti di internazionalizzazione” di Regione Lombardia. La misura, con uno stanziamento di 7,5 milioni di euro, rispetto alle precedenti edizioni prevede ora una quota di finanziamento a fondo perduto e un ampliamento delle spese ammissibili.

Il bando promuove l’internazionalizzazione del tessuto imprenditoriale lombardo, supportando la realizzazione di progetti di internazionalizzazione complessi da parte delle PMI. Tramite programmi integrati di sviluppo, le PMI lombarde potranno dotarsi di un portafoglio articolato di servizi e attività per la partecipazione ad iniziative finalizzate ad avviare in maniera strutturata e/o consolidare il proprio business nei mercati esteri.

Per la Linea Plus sono ammissibili i progetti che prevedano l’affitto spazi e locali, noleggio di stand e materiali ai fini dell’allestimento dei locali. Sono quindi compresi arredi, attrezzature e strumentazioni tecniche. È inoltre contemplata la quota di partecipazione e iscrizione alle fiere, incluse quelle virtuali. Ammesse anche le spese per l’utilizzo di piattaforme di matching/agendamento di incontri collegati alle fiere. Sono inclusi anche i servizi di trasporto e similari connessi al trasporto di campionari utilizzati, servizi di interpretariato e traduzione. Inoltre sono consentiti i servizi erogati da società intermediarie per la messa a disposizione di personale dedicato, servizi di catering, servizi assicurativi collegati.

Sono infine autorizzati i progetti per la realizzazione di materiale informativo. Tra questi la realizzazione, redazione e traduzione testi, grafica e stampa, di cataloghi/brochure/cartelle stampa in lingua straniera. Concessi inoltre lo sviluppo e l’adeguamento di siti web per i mercati esteri e le azioni di web marketing. Sono ammissibili anche i progetti che prevedono spese totali per un importo non inferiore a 40.000 euro.

L’agevolazione è concessa fino al 100% delle spese ammissibili di cui l’80% sotto forma di finanziamento agevolato ed il restante 20% sotto forma di contributo a fondo perduto ed è compreso tra un minimo di 40.000 euro e un massimo di 500.000,00 euro.

Per tutte le informazioni: https://www.fesr.regione.lombardia.it/wps/portal/PROUE/FESR/Bandi/DettaglioBando/Agevolazioni/linea-internaliz-plus.


Sospensione bollo auto, Fnaarc suona la sveglia alla Lombardia

La Federazione degli agenti e rappresentanti di commercio chiede chiarezza alla Regione sulle tempistiche di attuazione del provvedimento che in Bergamasca interessi 3 mila professionisti

Fnaarc, la Federazione degli agenti e rappresentanti di commercio, chiede all’assessore a Bilancio e Finanza di Regione Lombardia, Davide Carlo Caparini, l’esenzione del pagamento del bollo auto per la categoria degli agenti, come previsto dalla mozione approvata all’unanimità dal Consiglio Regionale lombardo il 1° dicembre 2020 con i contributi alle imprese e alle partite Iva.
Con l’emergenza Covid, gli agenti e rappresentanti di commercio, oltre 36.600 in Lombardia e poco meno di 3 mila in Bergamasca, sono tra le categorie maggiormente penalizzate nello svolgimento della propria attività. L’aumento dei costi legati alla mobilità, i ricavi in discesa e i sostegni governativi finora inadeguati, mettono a rischio il lavoro di tanti agenti. L’auto – prosegue la Federazione – è come l’ufficio per un agente di commercio: uno strumento di lavoro fondamentale.

Con la mozione approvata dal Consiglio Regionale si impegna la Giunta e l’assessore competente a sospendere il bollo auto per tutte quelle attività dove l’utilizzo dell’autoveicolo risulta essenziale per lo svolgimento della propria attività, quindi anche gli agenti e rappresentanti di commercio. Fnaarc chiede perciò chiarezza a Regione Lombardia sulle tempistiche di attuazione del provvedimento: su quando la sospensione del bollo auto sarà riconosciuta anche agli agenti e rappresentanti di commercio. Ad oggi, infatti, rileva Fnaarc, la sospensione è stata concessa solamente a taxi, ncc e bus turistici.

“Il provvedimento è già stato approvato e la Regione deve solo darne seguito – conferma Fabio Fracassi, presidente del Gruppo Agenti di Ascom Confcommercio Bergamo -. Chiediamo quindi che venga mantenuta la promessa così come già avvenuto per taxi, ncc e bus turistici. Per la nostra categoria l’automobile è un mezzo essenziale, anche e soprattutto in un periodo come questo dove le restrizioni anti-Covid sono un vero e proprio freno all’attività. Il nostro è un mondo molto variegato che va dal piccolo imprenditore con il furgone che vende surgelati all’attività che gestisce decine di persone. I settori che hanno retto il contraccolpo sono però pochissimi, mentre chi lavora nel tessile, nell’abbigliamento, nella ristorazione e nel turismo è in sofferenza da diversi mesi e un piccolo sostegno come la sospensione del bollo auto può dare sollievo a migliaia di professionisti”.


Fondo Ristorazione, come mai ci sono ritardi nell’erogazione dei contributi

Il bonus è fermo al palo. La Fipe: “Entro la fine di gennaio doveva arrivare il pagamento dell’anticipo del 90% sugli acquisti dei prodotti agroalimentari”. Anche la Regione sollecita l’erogazione. 

Quando sarà effettuato il pagamento del Fondo ristorazione? È la domanda che migliaia di ristoratori si stanno ponendo da giorni e su cui è intervenuta anche la Fipe lanciando l’allarme per il settore: gli oltre 46mila imprenditori della ristorazione che hanno chiesto il contributo a fondo perduto per l’acquisto dei prodotti agroalimentari italiani, non hanno ancora ricevuto quanto promesso dal governo, nonostante siano passati due mesi dall’ultima data utile per la presentazione delle domande (il 15 dicembre). Al momento Ascom ha curato circa 100 pratiche, per le quali si attende ancora una risposta.
“Ci era stato garantito – sottolinea Fipe Confcommercio – che entro la fine di gennaio sarebbe stato effettuato il pagamento dell’anticipo del 90% sugli acquisti dei prodotti agroalimentari. Siamo a metà febbraio e ancora i ristoratori non hanno visto un euro. Chiediamo un intervento immediato da parte del neo ministro dell’Agricoltura, Stefano Patuanelli: in ballo ci sono oltre 345 milioni di euro, fondamentali per un settore messo in ginocchio dalle misure di contenimento del Covid-19. Non dimentichiamoci, inoltre, che il plafond complessivo raggiungeva i 600 milioni di euro. Queste risorse non possono essere perse, ma vanno immediatamente riallocate a sostegno della filiera agroalimentare”.

Il chiarimento del Ministero
Come riporta il Portale della ristorazione del ministero della Politiche agricole, a proposito del Fondo ristorazione, “la prima fase dell’iniziativa prevede la raccolta e la verifica di tutte le domande presentate dai potenziali beneficiari, in quanto solo al termine di tali attività sarà possibile determinare il valore del contributo erogabile a ciascun effettivo beneficiario. Di conseguenza la distribuzione dei fondi potrà essere pianificata soltanto nel corso dei primi mesi del 2021”.
Sempre sul portale si specifica che non c’è stato nessun click day e che “l’ordine di presentazione non dà diritto ad alcuna precedenza sulla erogazione del contributo”.

Rischio di errori nella presentazione della domanda
C’è poi lo “spettro” di eventuali errori nella procedura di invio della domanda: chi non ha scelto la procedura online e ha presentato la richiesta tramite gli Uffici delle Poste può aver sbagliato e, dunque, è rimasto escluso dal Fondo come riporta lo stesso Portale della ristorazione del ministero della Politiche agricole: “Le domande eventualmente presentate con modalità diverse da quella prevista sono irricevibili e non saranno prese in considerazione”.

Il sollecito della Regione Lombardia
Sulla questione sono intervenuti anche gli assessori di Regione Lombardia, Guido Guidesi, Sviluppo economico, e Fabio Rolfi, Agricoltura, che la scorso 11 febbraio hanno scritto al presidente del Consiglio uscente, Giuseppe Conte, e al ministero delle Politiche agricole per chiedere lo “sblocco immediato dei pagamenti del Fondo Ristorazione di 600 milioni di euro ad oggi ancora non disponibile. Ogni giorno di ritardo sono pensieri e preoccupazioni aggiuntive per i lavoratori della filiera agroalimentare, già particolarmente in difficoltà a causa della persistente emergenza sanitaria”. “La misura – continua la lettera – rivolta a ristoranti, pizzerie, mense, servizi di catering, agriturismi e alberghi con somministrazione di cibo permette di richiedere contributi a fondo perduto da un minimo di mille euro fino a un massimo di diecimila euro per l’acquisto di prodotti 100% Made in Italy. Ad oggi è noto esclusivamente l’importo dei bonus richiesti in via telematica: si tratta di oltre 221 milioni di euro, per una media di 7.139 euro a domanda”. “Non c’è più tempo da perdere – concludono i due assessori – per questo confidiamo in una risoluzione immediata”.