Domenica tornano i castelli aperti, i nostri consigli per una sosta golosa

È un’iniziativa di successo quella organizzata dallo Iat Bassa Bergamasca con l’aiuto delle Pro Loco. Una giornata al mese in cui ben otto castelli, palazzi e borghi – Brignano Gera d’Adda, Cologno al Serio, Malpaga, Martinengo, Pagazzano, Romano di Lombardia, Torre Pallavicina e Urgnano – aprono i battenti al pubblico, che si può facilmente immergere in epoche passate e apprezzare una programmazione ricca e variegata, con molti eventi collaterali. L’ultima data del calendario primaverile è fissata domenica 5 giugno, una bella occasione per passare una giornata diversa con gli amici o la famiglia, senza tralasciare il piacere di sedersi attorno a una buona tavola.

Malpaga - Locanda Nobli Viaggiatori - Alice e Bruno Ferrari
Alice e Bruno Ferrari – Locanda Nobili Viaggiatori – Malpaga

Si può partire con Malpaga, nel comune di Cavernago, facilmente raggiungibile da Bergamo. Un bellissimo borgo antico, un luogo bucolico immerso nelle fertili campagne, diversamente da molti altri castelli e fortezze, costruite sulla cima delle colline. La figura che ha reso grande la struttura è quella di Bartolomeo Colleoni, che il 29 aprile 1456 acquistò il castello ormai in stato di abbandono dal Comune di Bergamo. Il condottiero vi si stabilì con la moglie, ospitando personaggi di grande calibro e importanza. Ora è di proprietà della Malpaga spa e l’obbiettivo è quello del far rivivere il borgo medievale, con attività economiche artigianali. Ecco che nel luglio del 2013 apre la “Locanda dei Nobili Viaggiatori”, il nome subito celebra gli importanti ospiti che Bartolomeo Colleoni accolse al castello. «Il ristorante è stato ricavato in una struttura del 1400, nei locali adiacenti il castello – racconta Alice che, con il papà Bruno, gestisce il ristorante –. Lo stile è moderno, nordico, con la cucina a vista ed è proprio questo che crea un contrasto di gusto con la struttura antica, bello da vedere e da vivere». Alice lavora in sala e si occupa dell’accoglienza e dei servizi di banqueting, mentre Bruno è lo chef. «Tutte le nostre paste sono preparate in casa – continua Alice –, la nostra cucina è un mix tra la creatività di mio padre e la cucina tradizionale bergamasca. Mia nonna aveva un hotel a Castione della Presolana».

Malpaga locanda nobili viaggiatori - Filetto Garronese 180g con polenta di Malpaga e patate al rosmarinoIl consiglio è di assaggiare i piatti preparati a partire dalle materie prime locali: la polenta di Malpaga, preparata con la farina di mais prodotta dall’azienda agricola Malpaga, nei terreni del borgo, e i cappellacci dello chef ripieni di ricotta e Surfin dei Quattro Portoni con carciofi e ristretto di birra Orobia. I giorni di chiusura sono il lunedì e la domenica sera. Il ristorante è aperto in pausa pranzo. Il prezzo medio per una cena è va dai 30 ai 45 euro. La Locanda dispone anche di cinque stanze, chiamate con i nomi dei nobili e passati ospiti del castello.

Se ci si sposta verso sud, lungo il corso del fiume Serio, si arriva a Martinengo, altro comune con un borgo storico fortificato che è stato denominato “castello”. Anche in questo caso Bartolomeo Colleoni fu un personaggio importante, infatti è attribuita a lui la paternità della grande torre a pianta quadrata. L’interno della torre è praticamente vuoto, fatta eccezione della parte basale di forma ovoidale che ospitava una ghiacciaia.

Tre Lanterne - Martinengo
Tre Lanterne – Martinengo

La sosta golosa consigliata a Martinengo è al ristorante “Tre Lanterne”, nato nel 1962 da Vincenzo Nozza e Anita Vecchiarelli. «Poi nel 1974 – ricorda Gianpietro Nozza, nipote di Vincenzo e attuale gestore – continuarono lo zio Giuseppe e la zia Marisa, con mio padre Angelo e mia madre Rita e poi sono arrivato io: la terza generazione. Il fascino del mondo culinario mi ha spinto a continuare con passione e dedizione questo mestiere servendo nel mio ristorante una cucina mediterranea raffinata, con l’aggiunta di prodotti bergamaschi. Serviamo inoltre pizze rigorosamente schiacciate preparate a partire da lievito madre, con la possibilità di scegliere tra un impasto classico, kamut e di avena con germe di grano». Il ristorante possiede un grande spazio esterno.

«La portata per cui molti vengono nel nostro ristorante – svela Nozza – è il nostro piatto unico: gli spaghetti allo scoglio. Buoni e golosi!». La proposta è ben descritta nel vasto menù alla carta, in cui è possibile scegliere tra piatti ricercati a base di pesce oppure carne. Il prezzo medio, bevande escluse, si aggira attorno ai 35-40 euro.

Proseguendo lungo la sponda ovest del fiume, si incontra Romano di Lombardia, caratterizzata dalla rocca viscontea in centro al paese, composta da quattro torri e un cortile interno. Prima utilizzata solo come struttura di difesa, poi adibita a scopo abitativo, è molto suggestiva, soprattutto di sera, grazie all’illuminazione esterna. All’interno del cortile invece riemergono alcuni affreschi, mentre la torre di sud-est porta la testimonianza del passaggio del Colleoni, che vi fece aprire una loggetta che conserva delle decorazioni geometriche realizzate ad affresco.

ROMANO hotel mariet (2)
Hotel Mariet – Romano di Lombardia

ROMANO hotel mariet (1) Dopo la visita alla rocca, una tappa all’Hotel “Mariet” è d’obbligo. L’hotel e il ristorante si trovano nel centro storico di Romano di Lombardia. «L’insegna deriva dal soprannome di mia bisnonna, la signora Mariet – spiega Andrea Giassi, attuale gestore – perché aveva vissuto come emigrante in Francia. Io sono arrivato qui dopo aver studiato alla scuola alberghiera e dopo alcuni anni di esperienza in giro per il mondo, lavorando come barman, poi in sala e in cucina. Per questo motivo, conoscendo bene tutto ciò che ruota attorno alla realtà ristorativa, coordino il ristorante dalla cucina alla sala». Il menu è basato sulla stagionalità delle materie prime e sull’utilizzo di alcuni prodotti considerati “fusion” come il miso, le alghe kombu, il mirin o il sake, senza però stravolgere la grande tradizione culinaria Italiana. Molti i piatti in carta, tutti da assaggiare, ma il consiglio di Andrea è di non perdere la tartare di ricciola con avogado, cipolla rossa e pomodoro e, successivamente, l’insalata di astice al vapore e salsa citronette. È possibile farsi guidare dal menù degustazione di carne oppure pesce a 35 euro, compresi i vini in abbinamento. Mentre il prezzo medio di una cena alla carta è di 65-70 euro.

TORRE PALLAVICINA Trattoria dell'Angelo (3)Ora ci si sposta ai confini della provincia di Bergamo, per arrivare a Torre Pallavicina, una zona agricola limitrofa alla sponda est del fiume Oglio. Il paese possiede un piccolo gioiello architettonico: il Palazzo Barbò, tutt’ora di proprietà dei Conti Barbò, costruito in seguito alla Pace di Lodi del 1453 tra il Ducato di Milano e la Repubblica Veneta. Il Palazzo è inserito in un parco immenso costellato da alberi secolari, silenziosi testimoni della storia di questi posti. Visitando il palazzo è facile lasciarsi affascinare dai bellissimi soffitti a cassettoni, dai preziosi affreschi e dai camini in marmo sparsi nelle numerose stanze e nei saloni.

TORRE PALLAVICINA Trattoria dell'Angelo (2)
Simona Consolandi e lo staff della Trattoria dell’Angelo

La storia e la tradizione di questa zona è facile percepirla anche alla “Trattoria dell’Angelo”, aperta da prima del 1865 e sempre gestita dalla famiglia di Simonetta Consolandi, che oggi porta avanti l’attività con l’aiuto del marito Andrea Bonetti e del figlio Claudio, entrambi al lavoro in cucina. «Qui cucinavano i piatti caserecci della tradizione rurale come i ravioli, preparati abitualmente a Ferragosto – afferma Simonetta – oppure il lesso o la gallina bollita. È possibile assaggiare dei salumi nostrani locali, prodotti e selezionati da noi, così come i formaggi». Un posto sincero, una vera trattoria, in cui ritrovare i sapori di casa, con i bolliti e gli stufati che, nel periodo estivo, lasciano il posto a piatti come le carni alla brace. Simona consiglia di non perdere i ravioli, preparati rigorosamente in casa con il ripieno di stufato. Nulla a che vedere con i classici casoncelli. È una ricetta tramandata di generazione in generazione, più simile al raviolo mantovano. Il prezzo medio per un pasto è va da 25 a 40 euro, in relazione alla scelta del vino.

Ritornando verso il fiume Serio, oltrepassandolo e risalendo verso la città, si raggiunge Cologno al Serio, con il suo borgo antico ricco di fascino. Stradine strette da percorrere a piedi, vicoli e scorci mozzafiato. La fortezza è stata ricostruita nel 1200 e attualmente è stata oggetto di un restauro conservativo. Il borgo antico è circondato dal fossato e dalle mura, dalle quattro torri e dalla rocca. Tutt’ora l’accesso è consentito attraverso i quattro portoni, non più muniti com’è ovvio che sia dal ponte levatoio. Internamente il castello ha perso le caratteristiche originarie, convertito attualmente in una struttura residenziale.

Cologno dista pochi chilometri di castelli di Brignano Gera d’Adda e di Pagazzano, anch’essi tappe del circuito delle “giornate aperte”. Dopo le visite a questi siti, una tappa consigliata è il “Convento dei Neveri” di Bariano, un’altra struttura storica che da poco più di sei anni è diventata un ristorante molto particolare. «I tavoli – chiarisce la signora Antonella, proprietaria e gestrice – sono disposti nelle vecchie cellette dei frati, abbiamo celle da 2 a 8 posti. Inoltre, c’è un soppalco e vi sono altre sale per l’accoglienza dei nostri ospiti». L’offerta del ristorante è di due tipologie: “Il Braciere”, in cui vengono servite principalmente carni alla brace, ma anche bruschette, taglieri e piatti della tradizione, preparati con cura e ricercatezza. «Nel convento – dice Antonella – diversi decenni fa c’era una signora che si chiamava Ninì che aveva una trattoria. Abbiamo voluto richiamare questa cosa, offrendo una cucina simile a quella delle vecchie osterie e trattorie». Il prezzo di un menù va da 30 a 50 euro.

BARIANO convento neveri
Convento dei Neveri – Bariano

“Il Ristorante” è caratterizzato invece da una cucina mediterranea che punta sulla stagionalità delle materie prime, sulle verdure fresche e su una proposta gastronomica orientata principalmente al pesce e ai prodotti ittici. Qui il prezzo è compreso tra 70 e 100 euro, con la possibilità di scegliere un menù degustazione da cinque portate a 60 euro e da sei portate a 75 euro.

Infine, risalendo ancora verso Bergamo, si incontra Urgnano che ospita il Castello Albani, nato strategicamente all’incontro di due importanti vie di comunicazione: la strada “Francesca”, proveniente da Milano verso Brescia, e la strada “Cremasca”, che unisce Bergamo e Crema. Un castello a pianta quadra e con le tipiche quattro torri, costruito interamente in cotto come vuole la tradizione viscontea. Al suo interno è possibile visitare il cortile e il giardino pensile, che contiene nove statue nane caricaturali, tipiche del grottesco del Settecento. Sono molti gli eventi organizzati nella rocca.

URGNANO Il frate (2)Per proseguire in bellezza, merita un pranzo o una cena al ristorante “Il Frate” di Urgnano: «È un ristorante storico ubicato nel centro del paese – esordisce Lorenza Sala – aperto dai miei genitori Elia e Mariuccia e io sto continuando questa attività. Mio padre faceva il fornaio, quindi ha iniziato con la pizzeria. All’epoca non ce n’erano molte, poi negli anni Ottanta abbiamo ristrutturato in modo importante il locale ed è diventato solo ristorante. Siamo conosciuti perché proponiamo una cucina tradizionale piacentina, viste le nostre origini». Pane e focacce sono fatte in casa, ma anche le paste fresche tipiche della tradizione emiliana. Dove mangiare dei buoni Pisarei e fasò? Questo è il posto giusto! Il prezzo per un pasto è di 35–50 euro.

Per le informazioni sui castelli e le iniziative www.bassabergamascaorientale.it


Turismo enogastronomico, Marchesi firma sette itinerari in Lombardia

marchesiLa buona tavola è un fattore di attrazione turistica sempre più importante. Lo dicono gli studi e le ricerche, che indicano nella possibilità di vivere la vacanza come esperienza, conoscenza e contatto diretto con il territorio uno dei maggiori interessi dei viaggiatori. Ed è una carta che ha deciso di valorizzare anche la Regione Lombardia che, nell’ambito del progetto “Da Expo al Giubileo” finanziato con 20 milioni di euro, ha previsto una linea di intervento dedicata al “Turismo legato alla food&wine experience”.  L’obiettivo è promuovere, attraverso la costituzione di partenariati locali, l’attrattività del territorio mediante la valorizzazione degli itinerari del turismo esperienziale enogastronomico e l’integrazione tra i soggetti della produzione, distribuzione, somministrazione e ristorazione.

In quest’ambito si inserisce “Wonderfood (and wine) Premium”, che si avvale della collaborazione tecnica della Accademia G. Marchesi e del maestro Gualtiero Marchesi in qualità di testimonial di sette itinerari turistici a tema enogastronomico, che valorizzeranno il territorio in chiave turistica guidando il visitatore alla scoperta delle eccellenze vinicole e gastronomiche lombarde.


Tra Astino e Città alta, visite guidate al sapore di montagna

foto Matteo Zanga

Camminare in città con il gusto dell’escursione in montagna. È la singolare accoppiata che offrono i percorsi turistico-gastronomici proposti da “Forme – Bergamo capitale europea dei formaggi”, il progetto patrocinato dalla Camera di Commercio e attuato dall’associazione San Matteo – Le Tre Signorie per valorizzare in occasione dell’Expo le produzioni casearie della provincia, tra cui si contano ben nove Dop.

Dal 21 di giugno al 25 ottobre sono proposte dieci uscite lungo un itinerario tra il monastero di Astino e Città alta, in compagnia non solo di guide turistiche che illustrano i luoghi storici e le bellezze artistiche, ma anche di istruttori di nordic walking, la salutare disciplina della camminata con i bastoncini. E per rifocillarsi è prevista la sosta in un ristorante (a rotazione) per la “Colazione dell’Alpeggiatore”, con la degustazione di uno dei formaggi Principi delle Orobie (Bitto Storico, Formai de Mut dell’Alta Valle Brembana, Branzi FTB, Strachítunt Val Taleggio, Stracchino all’antica delle Valli orobiche, Agrì di Valtorta e Formaggi di capra orobica). L’iniziativa è infatti realizzata in collaborazione con la Comunità delle Botteghe di Città Alta, oltre che con il Gruppo Guide Turistiche Città di Bergamo e gli istruttori di Nordic Walking.

«Bergamo è arte, cultura, natura e storia – dice Francesco Maroni, presidente dell’associazione San Matteo-Le Tre Signorie – ma vuol dire anche sapori d’eccellenza, quelli dei nostri formaggi. Con questi itinerari abbiamo voluto legare in un’unica esperienza tutti questi valori: il turista conoscerà la straordinaria ricchezza artistica di Astino e Città Alta, magari luoghi meno conosciuti ma di altrettanto fascino, e poi altri gioielli, quelli caseari delle nostre valli. Il tutto legato da una sana camminata lungo vicoli e percorsi antichi, accompagnati da guide esperte. In questo modo arte, cultura, sport e gastronomia si fondono con l’unico obiettivo di far vivere un’esperienza turistica a 360 gradi».

I percorsi proposti sono due, con partenza o dal Monastero vallombrosano di Astino o da piazza Vecchia in Città Alta, il primo più impegnativo perché prevede un cammino in salita, più facile il secondo perché in discesa. Durante la camminata si potranno conoscere in modo approfondito il monastero di Astino, porta Sant’Alessandro, piazza Mascheroni e il Fontanone. Queste le date delle uscite la maggior parte diurne, alcune serali nei mesi più caldi: 21 giugno, 5 e 19 luglio, 2 e 30 agosto, 13 e 27 settembre, 4, 18 e 25 ottobre.

Per prenotazioni è possibile inviare una mail a: lebotteghedibergamoalta@gmail.com entro le 18 del venerdì che precede l’appuntamento scelto.

La quota di partecipazione è di 8 euro, viene raccolta in loco prima della partenza e comprende: lezione introduttiva al nordic walking e noleggio dell’attrezzatura, visita guidata di Città Alta e Astino, degustazione dei Formaggi Principi delle Orobie. La durata è di circa tre ore.

Ecco i dettagli

orari- itinerari progetto forme