Pubblicità, rinnovato il credito d’imposta per il 2019

Il credito d’imposta riconosciuto per gli investimenti pubblicitari incrementali sulla stampa quotidiana e periodica, anche online, e sulle emittenti televisive e radiofoniche locali, analogiche o digitali, riparte con alcune sostanziali modifiche introdotte dall’articolo 3-bis inserito nel decreto legge 59/19 durante la conversione in legge

Beneficiari:

Tutti i soggetti titolari di reddito d’impresa o di lavoro autonomo e gli enti non commerciali che effettuano investimenti in campagne pubblicitarie su giornali, quotidiani e periodici nazionali e locali, anche on line, e su emittenti televisive e radiofoniche locali; il cui valore complessivo superi di almeno l’1% gli investimenti effettuati nel periodo di esercizio precedente, sugli stessi mezzi di informazione.

Agevolazione:

L’agevolazione consiste in un credito d’imposta pari al 75% del valore incrementale degli investimenti effettuati, rispetto alla medesime voce di spesa. Il credito di imposta è utilizzabile in compensazione con F24

Spese ammissibili:

Sono ammissibili al credito d’imposta gli investimenti gli investimenti sostenuti dal 01 Gennaio 2019 al 31 Dicembre 2019

  • giornali quotidiani e periodici, nazionali e locali, anche on-line purché iscritti presso il competente Tribunale e dotati della figura del Direttore Responsabile

  • emittenti televisive e radiofoniche locali, purché iscritte presso il Registro degli operatori di comunicazione 

Sono escluse dal credito d’imposta le spese sostenute per l’acquisto di spazi destinati a servizi particolari; ad esempio: televendite, servizi di pronostici, giochi o scommesse con vincite di denaro, di messaggeria vocale o chat-line con servizi a sovraprezzo.

Sono inoltre escluse dalla valorizzazione tutte le spese per le quali non è possibile un raffronto con il periodo d’imposta precedente

Per informazioni e assistenza: Matteo Milesi Sportello del Credito Fogalco tel. 035.41.20.210 – mail matteo.milesi@fogalco.it


Indagine sulle carte di credito e debito dell’Osservatorio del credito Confcommercio

E’ stata realizzata la nuova indagine sulle carte di credito e sulle carte di debito/bancomat dell’Osservatorio Credito Confcommercio, relativa alle imprese del terziario e riferita al primo trimestre del 2019.

I dati raccolti mettono in evidenza che due imprese su tre hanno ricevuto il POS in comodato d’uso gratuito, il 30% in locazione e solo il 4% l’ha acquistato. Di queste solo il 53% possiedono anche un POS con la funzione contactless.

Per il 61% delle imprese del terziario l’utilizzo del POS non è vantaggioso a causa degli elevati oneri economici; la percentuale si alza al 77% se si tratta di POS contactless. Il POS viene utilizzato per pagamenti con carte di credito nel caso di importi sopra i 50 euro, altrimenti si usano le carte di debito. Cresce comunque la quota delle operazioni effettuate tramite POS (+ 1,7% rispetto al 2018). Parallelamente aumenta la quota di ricavi realizzata tramite operazioni effettuare con il POS (+ 1% rispetto al 2018). Secondo gli imprenditori i clienti preferiscono pagare in contanti per avere innanzitutto un maggior controllo sulle proprie spese (34%), perché lo ritengono più sicuro (29,3%), perché non dispongono carte di pagamento (29,35) oppure perché non vogliono lasciare traccia degli acquisti (7,5%).

Il 66,8% degli imprenditori è al corrente che dal dicembre 2015 è entrato in vigore il nuovo Regolamento dell’Unione Europea che riduce le commissioni interbancarie sulle carte di credito e sui bancomat. E un imprenditore su due si è rivolto alla propria banca per trattare una riduzione sulle commissioni; in quasi la metà dei casi la banca ha concesso tale riduzione.

Per gli imprenditori del terziario l’utilizzo del POS resta oneroso. Sono onerose le commissioni a carico di ciascuna transazione effettuata, il costo per l’acquisto dell’apparecchio (circa 69 euro); il costo di installazione (circa 129 euro), il canone mensile del servizio (circa 19 euro), l’estratto conto mensile dei movimento su POS.

Per la stragrande maggioranza è prioritaria la riduzione dei costi per una spinta generale alla diffusione di carte di credito e di debito.

Se l’attenzione si sposta sui nuovi strumenti di incasso l’82% delle imprese non accetta pagamenti tramite smartphone e app, prevalentemente perché non ne sono a conoscenza o non li ritengono convenienti. Chi li utilizza lo fa per velocizzare le operazioni di pagamento (44%), perché lo ritiene più conveniente (30%), perché lo richiede il cliente (26%).


Avvio d’impresa: corso di formazione gratuito dalla Camera di Commercio

Al via la nuova edizione del corso per la creazione d’impresa, rivolto agli aspiranti imprenditori che desiderano acquisire conoscenze e strumenti utili a definire la propria idea imprenditoriale e a
progettare la fase di startup. Il percorso serale, con incontri dalle 18 alle 22 si terrà nelle aule formative di Bergamo Sviluppo e avrà un taglio pratico e interattivo.

In moduli della durata di otto ore verranno affrontati i seguenti argomenti:
– competenze per diventare imprenditori: analisi delle competenze per intraprendere correttamente la strada dell’autoimprenditorialità (es. risoluzione di problemi, capacità organizzative e relazionali, di comunicazione, ecc.); 
– validazione dell’idea e del modello d’impresa: presentazione di metodi e strumenti innovativi per studiare e definire la tipologia di clientela, validare il modello d’impresa individuato e raggiungere poi il mercato;
– pianificazione economico-finanziaria: approfondimenti relativi a piano degli investimenti, fonti di finanziamento e conto economico previsionale;
– strategie di marketing: analisi del contesto di mercato e delle esigenze della clientela, valutazione del proprio posizionamento e definizione delle leve operative di marketing.

Al termine del corso i partecipanti potranno usufruire anche di un percorso di assistenza individuale per la stesura del proprio progetto d’impresa. Il corso si svolgerà al Point di Dalmine nei giorni 27 giugno, 1, 3, 8, 9, 10, 15, 16, 17 luglio.

L’iniziativa è finanziata dalla Camera di commercio di Bergamo e realizzata da Bergamo Sviluppo nell’ambito del progetto LOGICA – Linea di Orientamento per Giovani e aspiranti Imprenditori per Creare Autoimprenditorialità.

Il corso è a partecipazione gratuita previa iscrizione, da effettuarsi entro giovedì 27 giugno su www.bergamosviluppo.it. Le candidature verranno raccolte in ordine cronologico sino ad
esaurimento dei 25 posti disponibili.

Informazioni sull’iniziativa e sui requisiti per l’iscrizione presso Bergamo Sviluppo (Francesca Raso, tel. 035.38.88.011, raso@bg.camcom.it).


Contributi alle Piccole e Medie imprese per l’efficientamento energetico

È aperto fino al 30 settembre 2019 il bando per l’assegnazione di contributi destinati alle Piccole e Medie Imprese per incentivare la realizzazione delle diagnosi energetiche oppure l’adozione del Sistema di Gestione dell’Energia ISO 50001 in una o più delle sedi operative situate in Lombardia.

L’assegnazione del contributo avviene secondo l’ordine cronologico di presentazione delle domande.

Ad esaurimento della dotazione finanziaria verrà consentito l’inserimento online delle richieste di contributo per la creazione di una lista di riserva, fino a un massimo di richieste aggiuntive pari al 10% delle risorse inizialmente stanziate. Gli interventi in lista d’attesa verranno finanziati in caso di rinuncia o riduzione dei costi degli interventi già rendicontati.

Una volta esaurita la disponibilità finanziaria destinata alla lista d’attesa, non sarà possibile inoltrare ulteriori richieste di contributo.

Il bando concede contributi per le seguenti tipologie di interventi:

  • La realizzazione di diagnosi energetiche eseguite in osservanza dell’allegato 2 del d.lgs. 102/2014. La conformità ai criteri di cui al suddetto allegato 2 è verificata secondo le norme tecniche UNI CEI 16247 – 1-2-3-4. Le diagnosi energetiche dovranno essere obbligatoriamente condotte dai soggetti elencati all’art. 8, comma 1, del D.lgs 102/14, ovvero società di servizi energetici, esperti in gestione dell’energia o auditor energetici, certificati da organismi accreditati ai sensi dell’articolo 8, comma 2 del d.lgs. 102/14.
  • L’adozione del sistema di gestione dell’energia conforme alla norma ISO 50001, comprovato da un certificato di conformità rilasciato da Organismo terzo, indipendente ed accreditato ai sensi del Regolamento (CE) n. 765/2008 del Parlamento europeo e del Consiglio del 9 luglio 2008 o firmatario degli accordi internazionali di mutuo riconoscimento. La stessa adozione deve riguardare l’intera sede operativa a cui è riferita e non può’ essere circoscritta ad una sola filiera produttiva o a un solo comparto della medesima sede.

Chi può partecipare

La domanda di contributo può essere presentata dal legale rappresentante di una Piccola e Media Impresa.

Le risorse stanziate per il bando sono complessivamente pari a euro 2.271.132 di cui il 50% regionali e il 50% statali.

Caratteristiche dell’agevolazione

Il contributo è finalizzato a coprire il 50% delle spese ammissibili per la realizzazione di diagnosi energetiche o per l’adozione del sistema di gestione ISO 5000 in ognuna delle sedi operative in cui svolge la propria attività la PMI, fino ad un massimo di 10 sedi operative.

Le spese ammissibili non saranno considerate oltre l’importo di:

  • € 10.000 al netto dell’iva per ciascuna diagnosi energetica;
  • € 20.000 al netto dell’iva per la 50001 per ciascuna adozione del sistema di gestione ISO 50001.

Pertanto il contributo massimo che potrà essere riconosciuto sarà di:

  • € 5.000 per ogni diagnosi energetica;
  • € 10.000 per ogni adozione del sistema di gestione ISO 50001.

Per informazioni e assistenza nella presentazione delle domande: contattare Matteo Milesi – Sportello del Credito Fogalco al numero 035.41.20.210 – mail matteo.milesi@fogalco.it.


Asconfidi Lombardia: Riunita l’assemblea dei soci

Una rete che comprende 16 Confidi operanti in tutte le province lombarde e che conta oltre 50mila imprese socie: sono i numeri del sistema di Asconfidi Lombardia, che conferma la sua presenza ormai consolidata sul territorio.

Un aspetto evidenziato in occasione dell’annuale Assemblea dei soci di Asconfidi Lombardia, che si è riunita nel pomeriggio di ieri, giovedì 23 maggio, nella sede dell’Unione Artigiani Claai di Milano, in via Doberdò. Tra gli argomenti all’ordine del giorno, l’analisi della situazione economico-patrimoniale nel corso del 2018, cui si è aggiunta quella della dinamica degli ultimi 5 anni (dal 2013). Ne è scaturito un quadro complessivo dalle note positive, che ha messo in evidenza come Asconfidi Lombardia confermi il suo radicamento sul territorio lombardo, nonché la sua rilevanza per il sistema delle PMI e la sua solidità.

Vi sono, infatti, elementi di positività e stabilità operativa, con 150 milioni di flussi finanziari nel 2018 e uno stock a fine anno di circa 400 milioni di finanziamenti in essere; buona anche la qualità del credito con un deteriorato stabile al 10% circa e buoni gli indicatori di patrimonialità, con il CET1 oltre il 20% e il texas ratio al 62%.

Al centro dell’attenzione dell’incontro, anche il rinnovo cariche per il triennio 2019-2021. L’Assemblea, infatti, ha eletto il nuovo Consiglio di Sorveglianza – risultato composto da Attilio Aimetti, Luca Brenna, Giuseppe Ciresa, Federico Corrà, Gianluca Del Barba, Marino Del Curto, Paolo Ferrè, Riccardo Martinelli, Irene Paccani, Carlo Alberto Panigo e Marco Sartorello -, confermando presidente del medesimo Carlo Alberto Panigo e vicepresidente Attilio Aimetti, e neovicepresidente Irene Paccani.

L’Assemblea, presieduta dal presidente della Gestione Enzo Ceciliani, ha quindi unanimemente incaricato il medesimo di strutturare la composizione del nuovo Consiglio di Gestione per la sua prossima approvazione da parte del Cds.


È online il nuovo portale di Ascom dedicato alle imprese storiche bergamasche

È online il nuovo portale di Ascom Confcommercio Bergamo, “Rete Imprese Storiche di Bergamo”, dedicato alle imprese storiche bergamasche. L’obiettivo dell’associazione è quello di valorizzare tutte le imprese del commercio, turismo e servizi che hanno più di 25 anni di attività.

Con la rete delle imprese storiche, Ascom offre alle attività più longeve di Bergamo e provincia un marchio, un sito internet e servizi di assistenza e consulenza su misura per aiutarle nella promozione dell’attività.

Chi entra a far parte del circuito sarà riconoscibile da una vetrofania, da un attestato e dalla pubblicazione della loro storia e delle foto più significative sul sito www.reteimpresestoriche.it.

Ad oggi sono circa 30 le attività, suddivise per i settori Food & Wine, Alimentari, Strutture ricettive, Bar e intrattenimento, Moda e stile, Commercio no food, Arredo casa, Auto moto e bici, Servizi, che hanno aderito al progetto.

Aderire è molto semplice. Basta compilare un format predisposto sulla pagina del sito www.reteimpresestoriche.it, che richiede i dati e la storia dell’azienda oltre ad alcune foto significative recenti e/o storiche.

Il riconoscimento e l’adesione al progetto sono totalmente gratuiti. Il sito internet mette a disposizione di ogni attività una pagina dedicata con recapiti, fotografie, presentazione dell’attività e volendo un video di presentazione. Navigando tra le pagine il visitatore potrà così conoscere gli indirizzi, la storia, e il lavoro e la passione che c’è dietro ciascuna attività. Una volta all’anno è prevista anche l’organizzazione di una festa per tutte le aziende iscritte alle quali si consegneranno attestato e vetrofania.

All’iniziativa possono partecipare anche i panificatori iscritti ad Aspan.

Le imprese interessate ad aderire al circuito possono contattare Simona Nessi di Ascom Confcommercio Bergamo al tel. 035.4120183 e all’indirizzo simona.nessi@ascombg.it – www.reteimpresestoriche.it

 


Futurability convegno di presentazione di CFMT

FuturAbility è la ricerca presentata in anteprima in un evento di CFMT all’hotel Excelsior Gallia di Milano lo scorso 16 aprile.

La ricerca sarà pubblicata in un libro di Cosimo Finzi e Giorgio Del Mare, edito da Franco Angeli e disponibile da giugno 2019.

Futurabilty è un osservatorio innovativo di CFMT sul futuro del Terziario volto a mettere a fuoco una serie di trend, trasversali o settoriali, che avranno un impatto significativo nell’arco del periodo temporale 2019-2021, grazie al coinvolgimento di 100 protagonisti dell’economia italiana. 

Partendo dallo studio approfondito degli scenari più qualificati disponibili a livello mondiale si è giunti a realizzare una lista di trend potenzialmente impattanti sul Terziario in Italia sulla quale sono stati chiamati ad esprimere la propria opinione esperti, manager ed imprenditori. 

Lo studio tocca molti argomenti attuali divisi in tre filoni.

Il primo riguarda le persone e nel seminario è stato intitolato “rischi e opportunità per le risorse umane”. Questa parte ha affrontato diversi temi tra cui lo skill gap, nuovi lavori e professioni e smart working.

Il secondo tema è la tecnologia con “Il digitale per molti ma non per tutti” con l’esame dei big Data, software predittivi, ai robot ma anche social commerce, food delivery, virtual experience e sharing. In ultimo il business che riguarda sia filoni trasversali come l’accesso anziché il possesso, l’acquisto etico a quelli settoriali che riguardano il retail e l’e commerce, nuovi target per il turismo e la terziarizzazione dell’economia.

Di ogni argomento si è verificato la posizione del campione tra consonanza o dissonanza e le peculiarità, in questo modo si sono registrati sia gli aspetti che costituiscono criticità sia le potenzialità sul tema.


Salvaguardiamo le imprese storiche, un valore per le nostre comunità

Il problema del nostro territorio non è favorire il tasso di imprenditorialità. I bergamaschi sono storicamente propensi a creare un’attività d’impresa: è nelle corde storiche di un popolo lavoratore e di emigranti.

È necessaria, invece, la conservazione del tessuto delle imprese del terziario in un momento di difficoltà che incide sulla sopravvivenza dell’azienda stessa.

In questi anni le politiche centrali e regionali hanno incentivato la creazione di impresa e aiutato le nuove imprese senza renderle strutturalmente più forti. A parte le start up innovative che da noi restano poche, per le altre non ci sono stati veri e propri incentivi.

Misure che non chiamerei neppure “tampone” e destinate a non dare frutti. Anzi in alcuni casi gli aiuti hanno richiesto lo sforzo postumo da parte dei nostri imprenditori di restituire gli incentivi, in quanto non sono stati in grado di far fronte alle richieste che l’erogazione del contributo imponeva.

Statistiche alla mano, negli ultimi anni hanno chiuso due nuove imprese su tre. 

Troppo poco invece si è fatto per la sopravvivenza delle imprese, soprattutto di quelle storiche per le quali si sono spesi riconoscimenti e belle parole e poco altro. Non vogliamo essere corporativi.

Un’impresa nuova non ha meno dignità di una che è sul mercato da molto tempo; anzi molto spesso è portatrice di valori imprenditoriali e competenze, soprattutto digitali, superiori a quelle tradizionali. Il problema è la capacità di sopravvivere a lungo termine e di offrire in continuità servizi e lavoro.

Vent’anni fa le imprese passavano per successione famigliare o vendita. In entrambi i casi, con il necessario periodo di affiancamento, veniva garantita una continuità di mercato e un passaggio di competenze. Oggi, salvo poche eccezioni, le imprese chiudono ed aprono in discontinuità assoluta, settoriale e soggettiva.

Il sistema perde quindi le competenze tecniche e imprenditoriali di chi chiude definitivamente.

Non è un caso che per le attività maggiormente in rotazione, come i bar, la successione sia solo nel valore degli arredi. In questi anni notiamo imprese più deboli che sostituiscono quelle che chiudono, con sempre meno risorse disponibili per ammodernare.

Cosa fare? Se in altri settori potrebbe bastare agire sulle condizioni fiscali e il costo del lavoro per evitare delocalizzazioni, nel terziario occorre agire sulle regole di apertura. La deregulation, travestita da liberalizzazione, ha spaccato il settore. Negli altri Paesi europei, come la Germania, non si è liberi di aprire dove e quando si vuole. Il decreto Bersani, a vent’anni dalla sua introduzione, non risponde più alle esigenze dello sviluppo equilibrato del commercio. Bisogna porvi presto rimedio. 

Ma non basta. Occorre riconoscere la funzione di servizio delle piccole attività commerciali e riconoscere sgravi e incentivi tali da metterle in condizioni di equilibrio rispetto ai concorrenti, grande distribuzione e on line.

La “Rete di imprese storiche” non vuole essere il museo da rimpiangere ma un ecosistema vivo di relazione e di servizio per la gente che va conservato. Il nostro progetto di valorizzazione delle imprese storiche è il primo passo per porre l’enfasi sul bisogno e trovare soluzioni.

Le difficoltà dei negozi e dei pubblici esercizi della montagna e dei piccoli comuni vanno evidenziate. Altrimenti le piccole imprese, nuove e storiche, non ce la faranno. La prossimità dei nostri negozi non è solo geografica ma è di relazione. È questo  che vogliamo salvaguardare. 


Nasce il circuito “Rete Imprese storiche di Bergamo”

Le attività storiche di Bergamo ora hanno una rete dedicata che comprende un marchio, un sito internet e servizi di assistenza e consulenza su misura per aiutarle nella loro attività.

L’iniziativa è di Ascom Confcommercio Bergamo che ha deciso in questo modo di tutelare e valorizzare le imprese longeve della città e della provincia.

Il progetto si chiama ‘Rete Imprese Storiche di Bergamo’ ed è rivolto a tutte le imprese del commercio, turismo e servizi bergamasche con più di 25 anni di attività.

Il riconoscimento di impresa storica e l’adesione al progetto sono gratuiti. È richiesta la continuità familiare e imprenditoriale nello stesso settore, pur con imprese diverse.

“L’autenticità di una città si trova soprattutto nelle sue botteghe più antiche. Negozi, bar, ristoranti, alberghi raccontano la storia di un territorio, di una città, di un borgo. Sono un patrimonio di cultura, tradizione e passione, colorano e rendono vivaci le città e regalano ai visitatori l’occasione per conoscere la cucina e vivere le abitudini locali – afferma Oscar Fusini, direttore di Ascom Confcommercio Bergamo -. Creare esperienze che integrino lo shopping e il consumo alla cultura, l’arte e il turismo significa avere occasioni di visibilità e vendita uniche. Il network tra le imprese che hanno alle spalle una lunga storia costituisce l’elemento per richiamare e fidelizzare i clienti”. 

“La bergamasca ha saputo conservare il fascino dei suoi negozi storici. La città e la provincia sono tutta una scoperta di negozi e locali che si tramandano da generazioni e che occupano un posto speciale nel cuore dei bergamaschi. Uno scrigno di ‘monumenti viventi’ che rappresentano un punto di riferimento per residenti e turisti”, afferma Alessandro Riva, referente del progetto per Ascom e coordinatore dei negozi storici dal 2009. 

Il sito internet mette a disposizione di ogni attività una pagina dedicata con recapiti, fotografie, presentazione dell’attività e volendo un video di presentazione. Navigando tra le pagine il visitatore potrà così conoscere gli indirizzi, la storia, e il lavoro e la passione che c’è dietro ciascuna attività.

Le imprese interessate ad aderire al circuito possono contattare Ascom Confcommercio Bergamo al tel. 035.4120304 e all’indirizzo soci@ascombg.it www.reteimpresestoriche.it

 

Presentazione Rete Imprese Storiche


Ascom presenta il progetto “Rete imprese storiche di Bergamo”

Domani, giovedì 11 aprile 2019 alle ore 11.00 alla Sala Conferenze di Ascom Bergamo in via Borgo Palazzo 137 (terzo piano), si terrà la conferenza stampa di presentazione del progetto “Rete Imprese Storiche di Bergamo”, il marchio esclusivo, il portale e i servizi che l’associazione commercianti ha creato per tutelare e valorizzare i negozi con oltre 25 anni di attività di Bergamo e provincia.

L’incontro sarà l’occasione per presentare i dati che fotografano la realtà dei negozi di lunga data nella nostra provincia.

Interverranno:
Oscar Fusini, direttore Ascom
Alessandro Riva, referente del progetto “Rete Imprese storiche di Bergamo”
Giorgio Puppi, responsabile del servizio Innovazione e Digitalizzazione Ascom Bergamo