Il mondo celebre le eccellenze lombarde

Dal cioccolato ai formaggi, dal buon cibo al latte sino alle biciclette, alle barche e agli articoli sportivi. Cresce in maniera esponenziale l’export di prodotti legati al turismo dalla Lombardia nel mondo: 1,8 miliardi di euro nel primo trimestre 2019, +5,8% rispetto allo stesso periodo del 2018, su un export italiano che vale oltre 10
miliardi di euro, con una crescita del 5,5%. 
I dati sono stati elaborati sulla base di una ricerca condotta dalla Camera di Commercio di Milano Monza Lodi e Promos Italia, certificano il successo della Lombardia nel mondo. Dal food al
vino, dalle biciclette alle barche, dagli articoli sportivi ai prodotti fotografici fino ai prodotti delle attività artistiche, di intrattenimento e divertimento, l’appeal della nostra regione è in forte crescita.

REGIONE ATTRATTIVA, ‘MADE IN LOMBARDIA’ È BRAND
“Regione Lombardia – commenta Lara Magoni, assessore regionale al Turismo, Marketing Territoriale e Moda – è sempre più attrattiva a livello internazionale. Dal cibo al vino, dai prodotti artigianali sino alla tecnologia e all’innovazione, il mondo certifica il giusto riconoscimento all’eccellenza delle nostre produzioni e alla creatività dei nostri maestri artigiani. L’appeal dei nostri territori e’ in continua espansione e il’Made in Lombardia’ sta diventando sempre di più un brand di successo e di garanzia di qualità’”.

PROVINCIA DI MILANO IN POLE POSITION

La prima provincia e’Milano con 481 milioni, +7,4% rispetto allo stesso periodo del 2018. Poi, ecco Bergamo (269 milioni, +13%), Brescia e Mantova con 158 milioni, rispettivamente +7,9% e +3,2%, Cremona con 155 milioni, +13,2%. L’export di Varese vale 115 milioni (+1,5%),quello di Lodi 97 milioni (+11,8%) e quello di Lecco 81 milioni,con un +6,3% rispetto al 2018. Le altre provincie fanno registrare una flessione.

ESPORTAZIONI IN EUROPA PER OLTRE 1 MILIARDO

Si esporta in Europa (1,3 miliardi), America (202 milioni), Asia (145 milioni). Si tratta in particolare di 344 milioni di altri prodotti alimentari (zucchero, cioccolato, caramelle,confetture, tè, caffè, condimenti, sughi e spezie, pasti e piatti preparati), latte e formaggi con 309 milioni, vini con 280 milioni, biciclette e moto con 194 milioni, carni e prodotti da forno, ognuno con oltre 150 milioni, frutta e pesce con circa 50 milioni.

 

 


Certificato d’origine, dal 6 novembre la richiesta è solo on line

modulo - merce - export

Già dal 6 giugno 2017 il certificato di origine può essere richiesto alla Camera di commercio in modalità telematica e dal 6 novembre questa modalità sarà l’unica possibile.

Non è il certificato di origine a essere stato dematerializzato. A causa di problemi di raccordo tra le diverse autorità internazionali e della regolamentazione in vigore, il documento di attestazione dell’origine della merce negli scambi internazionali continuerà a essere cartaceo.

Le norme italiane, tuttavia, stabiliscono che lo scambio di informazioni e documenti tra le imprese e le Pubbliche Amministrazioni avvenga tramite procedure informatiche e questo ha permesso di rendere telematica almeno la richiesta di certificati e di visti per l’estero.

«Con la richiesta telematica – spiega il segretario generale della Camera di commercio di Bergamo Maria Paola Esposito – non è più necessario dotarsi di modelli cartacei. Ma soprattutto, le richieste possono essere presentate anche fuori orario di sportello, senza spostamento, senza problemi di parcheggio e senza code. Il legale rappresentante dell’impresa firma la richiesta elettronicamente e pertanto questo passo può essere svolto anche quando non si trova in sede».

La procedura informatica effettua un controllo preventivo di correttezza e completezza della documentazione e permette all’impresa di disporre di un archivio che raccoglie tutte le richieste inviate ed evase. Anche il pagamento dei diritti di segreteria avviene a distanza in modalità elettronica.

logo_certo«Si tratta di un altro passo in avanti di una pubblica amministrazione che vuole stare al passo con i tempi», afferma Esposito, esprimendo soddisfazione per l’avvio di Cert’O, che considera «un grande aiuto per l’imprenditore e la conferma che l’ente camerale rispetta il tempo del suo lavoro».

L’ente camerale intanto sta accompagnando gli utenti nel passaggio dalla modalità cartacea a quella telematica, l’unica possibile dal prossimo 6 novembre.

Nel maggio scorso si sono tenute quattro sessioni di formazione per operatori, alle quali hanno partecipato 218 persone. Inoltre è disponibile in linea la documentazione di supporto con un manuale utente, le domande frequenti e un corso di formazione a distanza. Si prevede infine di riproporre tra settembre e ottobre un paio di sessioni di formazione in presenza.

Per utilizzare Cert’O l’impresa deve essere abilitata in Telemaco per la consultazione e l’invio delle pratiche. Il software è semplice e intuitivo, riproducendo a video esattamente la grafica del modello cartaceo. L’ufficio esegue l’istruttoria e avvisa per posta elettronica quando il certificato è stato emesso, invitando al ritiro presso lo sportello camerale senza alcuna attesa. Il ritiro può avvenire nella sede di Bergamo o di Treviglio.


Quattoerre Group sempre più internazionale. E anche il look si adegua

sede QUATTROERRE GROUP 2017 svQuattroerre Group, l’azienda di distribuzione di vini e bevande di Torre de’ Roveri, capitanata dai quattro fratelli Rota, si appresta ad affrontare il futuro con una serie di progetti dedicati non solo allo sviluppo interno ma anche alle molteplici opportunità che il mercato internazionale può generare.

«Molto è stato fatto – spiega il presidente di Quattroerre Group, Giampietro Rota – e molto si deve ancora fare. Nati come produttori di vino, abbiamo fatto evolvere la nostra azienda integrandola con altri prodotti e servizi che ci permettono, con grande determinazione, di affrontare tutte le sfide che il mercato locale ed internazionale ci offre quotidianamente. Dopo trentacinque anni, abbiamo sentito la necessità di riaggiornare il nostro emblema, rendendolo più confacente all’attuale momento e, cogliendo l’occasione del nuovo aumento di capitale sociale varato dai soci, prettamente opportuno per consolidare un’immagine di stampo internazionale».

«Altro passaggio fondamentale – prosegue Rota – è stato quello di costituire una rete d’impresa (Aidg – Attitude for Italian distribution of gourmet), prima nel suo genere sul territorio, con altre aziende che condividono gli stessi nostri valori. Ogni mercato, da quello bergamasco a quello oltreoceano, ha bisogno prima di essere capito, poi interpretato ed infine anticipato. Per fare ciò, servono uomini, mezzi e una cultura del lavoro assai importante».

Il percorso va di pari passo con gli investimenti. «Da meno di un anno – ricorda il presidente – abbiamo terminato anche la riqualificazione delle strutture per la logistica, necessarie per tener testa alle nuove esigenze commerciali. Gli investimenti, partendo da quello fatto assieme alla Cantina Sociale Bergamasca per il vigneto a Scanzorosciate, arrivando a quello legato alle risorse umane, fondamentali per garantire all’azienda una squadra di uomini e donne di prim’ordine, ci danno la giusta serenità per programmare un futuro da protagonisti. La partnership con il Birrificio Otus di Seriate è stata un’intuizione incredibile. Il mercato cambia, evolve. Bisogna però essere in grado, come dicevo, di interpretarlo e di cogliere ogni sfumatura possibile. La grande attenzione dedicata oggi al prodotto birra artigianale non può e non deve essere vista a livello amatoriale. La ricetta e il prodotto devono sì avere questa ispirazione, ma la produzione, il controllo qualità e un sistema a salvaguardia dell’ambiente necessitano di un processo metodico, senza attenuanti. Infine, è il consolidamento del mercato asiatico il nostro prossimo obbiettivo: già presenti a Singapore e in Corea del Sud, stiamo cercando di definire nuove operazioni commerciali partendo dall’Indonesia arrivando, perché no, al mercato cinese».

Quattoerre Group

via Marconi, 1
Torre de’ Roveri
tel. 035 580701
info@quattroerre.com
www.quattroerre.com


Internazionalizzazione, in campo Aice e Confcommercio Lombardia

Con un volume totale di interscambio con l’estero di 226 miliardi di euro (quasi 100 miliardi, il 44%, nell’area di Milano) l’internazionalizzazione è strategica per la Lombardia. Confcommercio Lombardia ed Aice, l’Associazione italiana commercio estero (Confcommercio), hanno firmato oggi (assieme alle altre organizzazioni di rappresentanza) l’Accordo partenariale per le politiche di internazionalizzazione del sistema economico ed imprenditoriale lombardo promosso da Regione Lombardia con il vicepresidente Fabrizio Sala. L’Accordo siglato oggi punta a favorire il processo di internazionalizzazione delle imprese agendo su più fronti: supporto istituzionale della Regione; la previsione di un portale web dedicato alle imprese; azioni di formazione, orientamento; servizi di assistenza su Paesi target; strumenti finanziari dedicati.

“Internazionalizzazione – afferma Renato Borghi, vicepresidente vicario di Confcommercio Lombardia – fondamentale per il sistema economico regionale: l’export ha superato i 112 miliardi di euro, il 27% del totale Italia, ma fortemente significativo è il dato sulle importazioni: più del 30% del totale Paese con un ruolo centrale della nostra regione nella distribuzione di merci e servizi sia verso il resto d’Italia che in Europa”. “Dobbiamo promuovere e sostenere l’import strategico – sottolinea Claudio Rotti, presidente Aice – quale leva competitiva per migliorare le nostre esportazioni: attraverso una razionalizzazione delle politiche di import di materie prime, macchinari, semilavorati, tecnologia, anche favorendo meccanismi di aggregazione nell’acquisto. E dobbiamo saper supportare al meglio l’internazionalizzazione dei servizi: in particolare i servizi logistici, distributivi, di manutenzione e post-vendita”.

Sono oltre 63mila le imprese lombarde che esportano: “Quasi 10mila in più dal 2008 – rileva Borghi – e nel 60% dei casi si tratta di micro-esportatori: un dato che rafforza l’importanza di strumenti che accordi come quello firmato oggi possono generare”.


Marron glacé, uno su due in Europa è made in Bergamo

marron glace italcanditiBergamo patria dei marron glacé? Ebbene sì! La metà delle preziose e golosissime castagne glassate consumate ogni anno in Europa, ossia 700 tonnellate, viene prodotta a Pedrengo dalla Italcanditi Vitalfood, come si legge in un’ampia intervista al fondatore, Angelo Goffi, realizzata dalla rivista Città dei Mille. il prodotto è uno dei fiori all’occhiello della storica azienda, nata nel 1963 dall’esperienza nel laboratorio artigianale del padre Alfredo, fin al 1945 specializzato nei marron glacé, nella frutta candita e nelle confetture e oggi leader a livello europeo nella produzione di confetture, creme, frutta candita, preparati per yogurt, verdure stabilizzate, creme salate e salse.

Il dominio nel settore dei marron glacé si deve «ai prezzi prezzi più concorrenziali sul mercato – ha spiegato il titolare nell’intervista -, ovvero agli investimenti tecnologici nell’impiantistica della produzione». Si parte da castagne attentamente selezionate, che vengono pelate a vapore e lavorate artigianalmente per conservarne sapore, fragranza e morbidezza, utilizzando tecnologie produttive avanzatissime, unite ad un severo controllo sulla qualità e sulla rispondenza ai più elevati standard di igiene.

L’innovazione dei processi produttivi e gli investimenti in ricerca e sviluppo sono, del resto, nel Dna dell’azienda, che ha una produzione complessiva di 60mila tonnellate, 400 dipendenti, un fatturato di 100 milioni di euro ed esporta in cinquanta Paesi nel mondo.

Un punto di forza è rappresentato anche dalle politiche energetiche e di tutela dell’ambiente, in primis dagli impianti fotovoltaico e a biogas, ricavato dall’impianto di depurazione delle acque reflue dello stabilimento.


Sostegno all’export, la Regione punta sui manager

Quattro milioni di euro a disposizione delle aziende lombarde per finanziare l’acquisto di servizi per la promozione dell’export e dell’impresa sui mercati esteri, e la partecipazione a fiere virtuali e a fiere internazionali in Italia o all’estero.

La Regione Lombardia ha approvato il bando “Export Business Manager” destinato alle Pmi e alle Reti di impresa lombarde con fatturato minimo di 500mila euro. Lo scopo dell’iniziativa è accompagnare e sostenere in maniera innovativa ed efficace le imprese lombarde nell’intero percorso di avvio o di consolidamento dell’export, che oggi, per molte realtà produttive, è uno dei principali driver di sviluppo.

Il bando erogherà voucher a fondo perduto di importo fisso pari a 8mila euro per l’acquisto di servizi per la promozione dell’export (ricerca partner, studi di fattibilità ecc.) e per l’acquisto di servizi di promozione dell’impresa sui mercati esteri (comunicazione, advertising ecc.) e partecipazione a fiere internazionali.

Tali servizi potranno essere erogati alle imprese unicamente da “Export business manager” che dovranno accreditarsi presso un apposito elenco regionale. Potrà trattarsi di Società, Consorzi, Società e studi associati tra Professionisti, Aziende speciali delle Camere di Commercio che rispondano a precisi parametri qualitativi: almeno 10 progetti per l’export realizzati nell’ultimo triennio o, in alternativa, almeno 5 figure professionali – compresi soci e collaboratori – con comprovata esperienza nel settore.

L’avviso per l’accreditamento degli “Export business manager” sarà aperto entro il mese di giugno. A luglio sarà attivato il Bando per la concessione dei voucher alle imprese.

La novità del bando è nella qualificazione del sostegno all’export. I contributi sono infatti erogati per servizi offerti da figure con comprovata esperienza professionale.


Dal risotto alla polenta, la cucina lombarda che piace all’estero

Non solo spaghetti con le polpette e fettuccine Alfredo. Complice il diffondersi della cultura gastronomica, della curiosità culinaria e dei viaggi, la cucina italiana all’estero oggi riesce anche ad esprimersi in maniera autentica, facendo spazio ai prodotti e ai piatti regionali.

La Camera di commercio di Milano ha scelto di verificare l’impronta della buona tavola lombarda sul portale Italian Quality Experience promosso insieme a Unioncamere e alle altre Camere di commercio (www.italianqualityexperience.it). È emerso che sono 123 i ristoranti italiani (tra singole attività e catene) che all’estero offrono cucina regionale di tradizione o ispirazione lombarda certificati dalle Camere di commercio e che sono presenti prevalentemente in Europa (28%), Asia (27%) e Centro e Sud America (21%).

Si scopre anche che il simbolo del mangiare lombardo nei ristoranti esteri è il risotto, protagonista in un menù su tre, seguito dalla costoletta alla milanese (15%), dalle zuppe e i minestroni (15%) e dal vitello tonnato (11%). Diffusi anche la polenta e l’ossobuco alla milanese (un menù su dieci li offre). Ci sono inoltre gnocco fritto alla polenta con funghi freschi o gorgonzola, ossobuco, risotto alla milanese con midollo, tagliere di formaggi tipici lombardi, casonsei e zuppa bresciani, costoletta alla milanese, cannelloni di zucca alla cremonese, pulaster, chips di polenta fritta.

Proposte rispettose della tradizione e degli ingredienti tipici si traducono in promozione dell’agroalimentare e in un marketing diffuso. I prodotti partono soprattutto da Milano (oltre un miliardo), Bergamo (470 milioni) e Mantova (420). Carne, frutta, formaggi e prodotti farinacei vanno sulle tavole francesi, il pesce in Grecia, gli oli e i vini negli Stati Uniti, le granaglie e gli amidi in Germania. In crescita il Regno Unito, soprattutto per pane e prodotti da forno (+22%) e per vini e bevande (+11%) così come gli Stati Uniti (+14%), il Giappone per gli oli (+29,5%) e la Svizzera per le carni (+9,8%) e i pesci (+7,6%), secondo quanto emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano su dati Istat nei primi nove mesi del 2015 e 2014.