Festival Città Impresa, a Bergamo i big dell’economia e della società

festival città impresa - BergamoIl Festival Città Impresa, dibattito internazionale sulle questioni chiave dell’economia e della società contemporanee, che si tiene dal 2008, ha scelto Bergamo per l’edizione autunnale.

Dal 10 al 12 novembre sono in programma 22 appuntamenti, nelle sedi della Camera di Commercio, dell’Università, della Provincia, di Confindustria e al Kilometro Rosso, con i più importanti opinion leader, imprenditori, economisti ed esponenti del mondo delle istituzioni, della ricerca e dell’innovazione.

La manifestazione, diretta da Dario Di Vico, editorialista del Corriere della Sera, accende i riflettori sulle città-impresa di tradizione manifatturiera, seguendo e interpretando le traiettorie di sviluppo e le grandi trasformazioni urbanistiche e antropologiche che attraversano il territorio e il produrre.

Tra gli ospiti, il presidente del Consiglio dei Ministri, Paolo Gentiloni (interverrà sabato 11 novembre alle ore 10 al Kilometro Rosso all’incontro “Territori e innovazione per rilanciare l’Italia”), il presidente del Parlamento Europeo Antonio Tajani, il ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali Maurizio Martina, il fondatore di Energie per l’Italia Stefano Parisi, la presidente Business Europe Emma Marcegaglia, il consigliere delegato di UbiBanca Victor Massiah, il presidente di Brembo Alberto Bombassei, il direttore del Corriere della Sera Luciano Fontana, Paola Severino, rettore dell’Università Luiss di Roma.

Numerosi i temi sul piatto, dalle politiche di sviluppo locali al rapporto tra tecnologie e pmi, dall’apprendistato al valore della diversità in azienda, dalle fabbriche intelligenti alle fake news, passando dagli scenari internazionali ai fattori di attrattività dei territori.

Qui il programma completo della tre giorni. La partecipazione è gratuita, è necessaria la registrazione.


La ripresa prosegue e trascina l’occupazione. Malvestiti: «Fiducia per il recupero dei consumi»

lavoro - industria

Anche nel terzo trimestre dell’anno è proseguita la fase di ripresa della produzione industriale a Bergamo. «La variazione congiunturale, in un periodo come quello estivo tipicamente anomalo e di difficile “destagionalizzazione” – spiega il Servizio Studi della Camera di Commercio di Bergamo -, è modesta (+0,1%) ma consente di inanellare l’ottavo trimestre consecutivo di crescita. Nel confronto con il corrispondente trimestre dell’anno scorso la dinamica si attesta solidamente al +1,6%, portando così la crescita complessiva dei primi tre quarti del 2017 a un promettente tendenziale del +2,2%».

A livello regionale la dinamica positiva si rafforza e, dopo l’esito incerto dello scorso trimestre, accelera al +0,4% con un tendenziale al +3,1%.

Il fatturato dell’industria bergamasca è in crescita, sospinto da una domanda vivace, anche sul mercato interno, e da un rincaro delle materie prime parzialmente trasferito sui prezzi alla produzione. Gli ordinativi sono in accelerazione, sia quelli esteri sia quelli dal mercato interno, questi ultimi con una crescita tendenziale notevole nell’ultimo trimestre.

Molto positivi anche i segnali sul fronte occupazionale, con un aumento degli addetti dell’industria sia nel trimestre che su base tendenziale. Nei primi tre trimestri del 2017 l’occupazione industriale è aumentata dello 0,7%, dopo una crescita complessiva dello 0,6% nel 2016.

Una conferma dell’estensione della ripresa alle diverse filiere della manifattura proviene, oltre che dagli ordini interni dell’industria, dalla congiuntura dell’artigianato orobico con una progressione della produzione dell’1,1% nel trimestre e una crescita tendenziale del 3,8%. La variazione media dei primi nove mesi dell’anno raggiunge il +2,8%, un dato superiore alla media regionale.

Le aspettative sul trimestre finale dell’anno sono prevalentemente ottimistiche nell’industria e in progressivo miglioramento anche nell’artigianato.

spesa bio frutta verduraNel commercio al dettaglio, il volume d’affari a Bergamo aumenta su base annua del +3,6%, come risultato di una flessione nell’alimentare (-3,2%) e di un aumento nel non alimentare (+4,8%) e nel commercio non specializzato (+3,5%). Il più ampio campione dell’intera Lombardia segnala tuttavia un incremento del volume d’affari complessivo modesto (+1,1%).

Informazioni da una fonte diversa (IRI-Information Resources) rispetto all’indagine congiunturale segnalano invece vendite del largo consumo confezionato in ipermercati e supermercati in calo tendenziale sia a Bergamo che in Lombardia.

Più promettente (e con maggiore coerenza tra dato provinciale e regionale) il quadro nei servizi diversi dal commercio al dettaglio. Il volume d’affari è in crescita sostenuta (+2,7%) sia a Bergamo che nella media regionale.

La dinamica tendenziale è positiva in tutti i comparti delle imprese di servizi bergamasche: commercio all’ingrosso, alberghi e ristoranti, servizi alle persone e, con un recupero importante, anche nei servizi alle imprese che, nella media regionale, registrano una netta accelerazione da inizio anno.

Nell’edilizia si è arrestata la caduta, ma i dati medi regionali sono ancora deboli e indicherebbero un lieve arretramento rispetto a un anno fa.

«L’Indagine congiunturale del terzo trimestre 2017 – commenta il presidente della Camera di Commercio Paolo Malvestiti – conferma che a Bergamo, come in Lombardia, la ripresa sta procedendo a buon ritmo e sta generando nuova domanda di lavoro e occupazione. È in corso un rafforzamento della crescita a livello europeo e internazionale e la nostra industria sta beneficiando al meglio del canale estero, ma ha preso vigore anche la domanda interna, soprattutto di beni d’investimento, segno che il rinnovo degli impianti e l’innovazione stanno accelerando. Tutta la filiera della manifattura è in movimento: cresce l’industria e cresce l’artigianato di produzione, con un risultato per Bergamo superiore alla media regionale. Anche nei servizi abbiamo segnali positivi, pur con qualche incertezza sull’andamento delle vendite nel commercio al dettaglio e sulla dinamica dei consumi finali».

«Mi preme sottolineare – continua Malvestiti – il dato occupazionale perché il miglioramento del mercato del lavoro dà fiducia e può consolidare la ripresa anche sul versante delle famiglie, dei redditi e dei consumi. L’indagine congiunturale, i dati degli addetti delle imprese iscritte in Camera di Commercio e altre fonti di informazione sul lavoro sono concordanti: l’occupazione sta aumentando in diversi settori dell’economia provinciale. Ora concentriamoci sulla qualità e sulle competenze del lavoro che sono il carburante dell’innovazione 4.0 e della crescita della produttività».

Secondo le elaborazioni camerali sui dati delle forze lavoro al primo semestre 2017, gli occupati residenti in provincia di Bergamo sono in aumento tendenziale del +2,5% e il tasso di disoccupazione è sceso dal 5,2 al 4,4% della forza lavoro. Nel terzo trimestre queste tendenze positive sono rafforzate da una congiuntura favorevole, il che fa presumere un risultato soddisfacente a fine anno.

 


Commercio, a Bergamo vendite e prezzi in ripresa

Industria, artigianato e commercio chiudono in positivo il 2016, invariato il comparto dei servizi, ancora negativa l’edilizia. Sono i dati dell’indagine congiunturale in provincia di Bergamo nel quarto trimestre 2016, realizzata dall’Ufficio Studi della Camera di Commercio. Nonostante qualche segnale di indebolimento del canale estero nell’ultimo trimestre del 2016, la produzione dell’industria bergamasca mette a segno un risultato congiunturale positivo (+0,2%) e una crescita su base annua del +1,1%. Il consuntivo dell’intero anno 2016 si chiude per l’industria con risultati ampiamente positivi e in miglioramento rispetto alla performance del 2015: la produzione è aumentata dell’1,7% (più dell’ 1,3% medio regionale), il fatturato del 3,5%, gli ordini nazionali del 3%, gli ordini dall’estero del 4,9% (anche se in decelerazione a fine 2016) e l’occupazione del +0,6%. Il consolidarsi di un quadro di moderata crescita produttiva nell’anno è confermato anche dai risultati dell’artigianato manifatturiero che segna un aumento medio della produzione dell’1,5% (contro il +1,2% lombardo) e un incremento pari al +0,7% dei suoi addetti. Tornando al profilo congiunturale della produzione industriale, la spinta che il 2016 trasferisce sull’anno nuovo è leggermente più debole rispetto a quella “ereditata” all’inizio del 2016. Non mancano elementi di incertezza sull’evoluzione del ciclo: si registra in particolare un segno negativo nella dinamica trimestrale sia delle vendite che degli ordinativi dall’estero, non compensato dalla domanda interna che pure si mantiene in fase positiva. Le incognite che incombono sull’evoluzione del quadro politico internazionale, europeo e nazionale non sembrano aver condizionato le previsioni nel breve termine delle imprese: le attese sul primo trimestre del 2017 sono prevalentemente ottimistiche e in miglioramento. L’occupazione fa i conti con la drastica riduzione dei generosi incentivi alle assunzioni dell’anno precedente ma mette a frutto gli incrementi di addetti cumulatisi tra la fine del 2015 e la prima metà del 2016, parallelamente ad un riassorbimento progressivo della Cassa integrazione, evidente soprattutto nelle ore richieste. Il dato medio annuo della variazione degli addetti del campione dell’industria nel 2016 (+0,6%) è il primo segno positivo nella serie storica degli anni successivi alla grande crisi.

Per quanto riguarda la composizione settoriale della ripresa industriale, la serie annuale della produzione a livello regionale (che ha una copertura campionaria maggiore e comprensiva dei settori a livello provinciale) conferma per il terzo anno consecutivo una crescita della meccanica a tassi superiori al 2% e buoni risultati per siderurgia, mezzi di trasporto, chimica e gomma-plastica. L’artigianato manifatturiero segna nell’ultimo quarto dell’anno un netto avanzamento della produzione sia su base trimestrale (+2,7%) che su base annua (+2%) e, come già ricordato, un risultato per l’intero 2016 al di sopra della media regionale. Bene anche fatturato e, guardando all’intero anno, l’occupazione. Il giudizio complessivamente positivo sull’artigianato di produzione è temperato, oltre che da una più incerta evoluzione dell’indice di diffusione della ripresa, dai dati provenienti dagli archivi camerali sulla nati-mortalità delle imprese che vedono proseguire un processo di dura selezione nell’artigianato manifatturiero.

Per quanto riguarda il comparto terziario, tenendo conto della minore affidabilità del campione statistico provinciale rispetto a quello regionale, Bergamo registra un risultato positivo nel commercio al dettaglio e una perdurante situazione di debolezza del volume d’affari nei restanti servizi. Le vendite dell’intero commercio al dettaglio di Bergamo nel quarto trimestre 2016 sarebbero in crescita su base annua del +2,9% (il più robusto dato medio regionale indica un calo del -0,4%) come risultato di una flessione del -0,9% nel settore alimentare, un aumento del +2,9% in quello non alimentare e del +3,6% nel commercio non specializzato. L’incremento delle vendite risente anche della dinamica dei prezzi, per effetto dei primi cenni di risveglio dell’inflazione e per fattori più stagionali. Il consuntivo dell’anno 2016 segna un aumento del +0,7% a livello provinciale ma solo del +0,1% per l’intera Lombardia. Informazioni di altra fonte (IRI – Information Resources) segnalano a Bergamo per le vendite di prodotti del largo consumo confezionato in ipermercati e supermercati una crescita tendenziale nell’ultimo trimestre del 2016 del +0,7% in volume e del +3,2% in valore. Nell’intero 2016 le vendite di largo consumo a Bergamo sono state pari a 992 milioni in valore con una flessione del -0,4% sul 2015.

Nel campione dell’indagine congiunturale, il saldo tra le imprese commerciali di Bergamo che indicano una variazione positiva o negativa delle vendite torna ad avvicinarsi alla parità con un miglioramento sensibile nelle ultime rilevazioni Sostanzialmente invariato è il volume d’affari nei servizi a Bergamo (-0,1% su base annua) contro un incremento medio regionale del +1,5%. Il differenziale a sfavore di Bergamo pare derivare in specifico dal commercio all’ingrosso e dai servizi alle imprese, mentre alberghi e ristoranti limitano al minimo le perdite in confronto alla Lombardia. L’anno 2016 si chiude a Bergamo con una variazione negativa (-0,7%) di contro a una moderata crescita (+0,6%) in Lombardia. L’occupazione risulta sostanzialmente invariata nel commercio come nei servizi. Infine, nell’edilizia un risultato negativo ma non in peggioramento emerge dall’intero campione regionale. Anche per l’edilizia, l’elevata mortalità delle aziende, soprattutto artigiane, testimonia di una situazione ancora critica.


Commercio, a Bergamo ancora segno “più”. In flessione l’alimentare

La produzione industriale di Bergamo cresce nel primo trimestre dell’anno sia su base trimestrale (+0,5%) che nel confronto tendenziale (+1,7%) rileva l’indagine congiunturale della Camera di Commercio. Il risultato del campione provinciale si inserisce sullo sfondo di una tendenza debolmente espansiva che prosegue, anche se in decelerazione, a livello dell’intera Lombardia (+0,1% nel trimestre, +1,3% sull’anno).

La fase di ripresa del ciclo in provincia di Bergamo è confermata dall’indice di diffusione che vede prevalere le imprese in espansione, con un aumento relativo delle indicazioni positive e negative agli estremi della scala. Le imprese di maggiori dimensioni registrano risultati nettamente migliori rispetto alle piccole e medie aziende.

Il fatturato cresce, in uno scenario deflazionistico, a buoni ritmi (+0,9% nel trimestre, +3,5% anno su anno), con variazioni più brillanti per le vendite sul mercato nazionale rispetto a quelle estere. Gli ordinativi sono ancora in crescita.

Note positive vengono dal versante occupazionale. La variazione a saldo nel primo trimestre dell’anno è positiva e il tasso d’ingresso degli addetti dell’industria – dopo il rialzo nel precedente trimestre probabilmente influenzato dalla prevista riduzione degli esoneri contributivi sulle assunzioni dal 1° gennaio – si mantiene sugli stessi livelli dell’anno precedente.

Le previsioni delle imprese per il prossimo trimestre restano prevalentemente improntate all’ottimismo.

Nell’artigianato di produzione l’indicatore del ciclo è tipicamente più variabile. Dopo il balzo della scorsa indagine, la variazione congiunturale si riporta in territorio negativo (-1,3%) ma rimane al di sopra (+1,2%) dei livelli di un anno fa. Anche nell’artigianato manifatturiero l’occupazione è in netto aumento a inizio anno.

Nel commercio si fa più incerta, a Bergamo come in Lombardia, la risalita dei consumi finali: prosegue la crescita tendenziale ma con una dinamica congiunturale in decelerazione (+0,2%) e, a livello regionale, di poco negativa (-0,3%). Si notano ampie differenze a seconda delle merceologie e, probabilmente, dei canali di vendita.

A Bergamo, nel commercio al dettaglio continua il recupero su base annua: il volume d’affari dell’intero commercio cresce del +1,8%, ma con andamenti merceologici molto diversi: negativi nel settore alimentare (-3,7%), positivi nel non alimentare (+2,5%). Nel commercio non specializzato il giro d’affari risulta in crescita (+2%). Secondo i dati IRI – Information Resources, inoltre, volumi e valori delle vendite di prodotti del largo consumo confezionato in ipermercati e supermercati sono in netto calo tendenziale a Bergamo nel primo trimestre dell’anno.

Tornando all’indagine campionaria regionale, le imprese commerciali di Bergamo che segnalano un aumento tendenziale delle vendite prevalgono su quelle in difficoltà con un saldo positivo leggermente inferiore rispetto al trimestre precedente. L’occupazione, nell’insieme del commercio, al netto della stagionalità registra una caduta nel primo trimestre del 2016. Gli addetti nel primo trimestre del 2016, diminuiscono a Bergamo (- 1,1% a saldo di un tasso d’ingresso grezzo del 3,5% e di un tasso di uscita del 4,5%) e in misura più contenuta in Lombardia (-0,3%). L’indice dell’occupazione, fatto 100 il livello medio del 2007, è a Bergamo a quota 87,8, mentre in Lombardia è al 93,3.

Poco brillante il quadro congiunturale nei servizi. Il giro d’affari cala del -0,5% su base annua, sia a Bergamo che nell’insieme della regione. Le vendite crescono, a Bergamo come in Lombardia, nel commercio all’ingrosso e nei servizi alle persone.

Per alberghi e ristoranti si registra una leggera flessione a Bergamo e una decelerazione in Lombardia. Negativo il giro d’affari nei servizi alle imprese.

L’occupazione è stazionaria e Bergamo si mantiene su un trend distante da quello, più stabilmente positivo, della Lombardia.

Infine, nelle costruzioni si conferma una crescita del volume d’affari (intorno ai 3 punti percentuali nella media regionale) e prosegue un lento miglioramento delle proiezioni a breve termine che, per la prima volta da quattro anni, vedono prevalere aspettative positive sull’evoluzione di fatturato e occupazione.


Davos, i leader dell’economia si incontrano al Buddha Bar made in Bergamo

Gli esponenti e gli esperti della politica e dell’economia mondiale si incontrano al Buddha Bar. Sì, perché accanto ai meeting e alle conferenze, il World Economic Forum di Davos, che si apre oggi e si chiuderà il 23 gennaio, offre ai partecipanti anche uno spazi eventi originale.

A realizzarlo un’azienda bergamasca, la e.20, chiamata come project manager e general contractor per realizzare in uno dei migliori hotel di Davos, il Rixos Flüela, un’appendice in grado di aumentare gli spazi a disposizione della struttura dove avverranno, al mattino, incontri ufficiali bilaterali e che al pomeriggio e alla sera diventeranno un vero e proprio salotto per gli incontri di tutti i partecipanti.

buddha bar davos -2 - e20Lo spazio realizzato è un Buddha Bar e rispecchia a tutti gli effetti i locali che si trovano nelle principali capitali mondiali. «Abbiamo ideato il concept secondo le direttive di Buddha Bar, in mood con il locale di Parigi», commenta Andrea Amighetti, architetto e presidente di e.20, società di comunicazione con sede ad Alzano Lombardo (Bg), Milano, Vercelli e Roma. «Abbiamo coinvolto quattro aziende, leader nei loro settori, per la realizzazione vera e propria: Arabesque di Nazareno Pol ed Egidio Veronese per decori e arredi, Ferraro Allestimenti per le tensostrutture, pavimenti e riscaldamento, Hollywood Service per audio, video, luci, falegnameria e proiezioni. Abbiamo creato un salone, che è provvisorio e verrà disallestito al termine del Wef, ma è di grande prestigio, a testimonianza di come la competente abilità creativa delle nostre imprese possa segnare nel mondo dei percorsi imprenditoriali di assoluto rilievo».

«All’interno dello spazio – continua Andrea Amighetti – verranno realizzati alcuni eventi, ai quali faremo assistenza e per i quali coordineremo alcune specifiche, dalla gestione della comunicazione multimediale e streaming video per la conferenza internazionale di una società russa, così come il meeting per la sottoscrizione di accordi bilaterali Kazakhstan-Svizzera». Non senza difficoltà di gestione logistica per le elevate norme di sicurezza della zona e per i tempi record di studio e realizzazione, l’evento, nel freddo polare della località svizzera, dà un impulso ottimistico alla e.20 che vede nel mercato estero un potenziale di sviluppo della propria attività e dei propri partner.


Consumi, a Bergamo è cominciata la ripresa

Il cambio di passo dell’industria bergamasca atteso nel corso del 2015 si vede per ora più nelle aspettative sul secondo trimestre che nei risultati del primo. La dinamica dei tre mesi iniziali del 2015 per Bergamo è di poco negativa sia sul piano congiunturale (-0,5% sull’ultimo trimestre del 2014) che nel confronto con un anno fa (-0,3%).  Sono le indicazioni che emergono dall’indagine congiunturale della Camera di Commercio sul primo trimestre dell’anno. Il dato complessivo – e statisticamente più affidabile – dell’intera industria lombarda descrive una situazione di sostanziale stazionarietà del ciclo: dopo la battuta d’arresto della scorsa indagine (-0,1%) la variazione trimestrale torna debolmente positiva (+0,2%). Su base annua il recupero è del +0,4%, in progresso rispetto alla precedente rilevazione (+0,2%).

Il risultato provinciale è coerente con le previsioni molto caute che le stesse imprese del campione avevano espresso nella scorsa indagine – rileva lo studio -. In base alle attuali aspettative delle imprese, un più marcato miglioramento del ciclo potrebbe manifestarsi dal prossimo trimestre: le attese di crescita sono prevalenti non solo per quanto riguarda la domanda estera ma anche per la produzione e per l’occupazione. Risulta meno negativamente squilibrato anche lo scenario previsto per la domanda interna.

Nello specifico dell’analisi, il fatturato totale segna un modesto progresso, più dinamico nella sempre più rilevante componente estera rispetto a quella interna, mentre gli ordinativi mostrano un andamento fiacco, soprattutto quelli provenienti dal mercato interno. L’intero comparto metalmeccanico si distingue per performance nettamente migliori. Il proseguimento di una fase positiva del ciclo è confermato dall’indicatore, più strutturale, rappresentato dal saldo tra imprese con livelli produttivi in crescita o in calo su base annua: il saldo è risalito e vede la maggioranza delle imprese in fase positiva.

Dati incoraggianti emergono sul versante occupazionale: gli addetti all’industria nel trimestre crescono del +0,7% (+0,3% al netto della stagionalità), un incremento più elevato rispetto ai trimestri iniziali degli anni precedenti. È possibile che si tratti di un “rimbalzo” dopo la contrazione nell’ultimo trimestre del 2014 contemporanea all’annuncio degli sgravi fiscali e della nuova normativa sul lavoro avviate rispettivamente a gennaio e a marzo di quest’anno. Conferme di un miglioramento della situazione occupazionale vengono dal graduale riassorbimento della Cassa integrazione ordinaria.

L’artigianato manifatturiero conferma una dinamica congiunturale all’insegna della stazionarietà (+0,1% nel trimestre) ma anche un primo distacco (+2,6% sull’anno scorso) dai livelli produttivi in cui è sprofondato da tempo. Il relativo miglioramento è suggerito anche da un’evoluzione positiva delle aspettative dei produttori artigiani.  Va tuttavia considerato che il ciclo della produzione artigiana nell’intera regione mostra ancora segni negativi.

Spunti positivi giungono dal commercio al dettaglio: l’aumento del +0,4% delle vendite complessive su base annua, presente anche nella dinamica regionale, è di entità modesta ma interrompe una serie negativa da tempo e pare indicare un primo risveglio dei consumi. Anche nel commercio migliorano relativamente le aspettative ed aumenta nel primo trimestre del 2015 il numero degli addetti delle imprese minori.

Meno incoraggianti i dati provenienti dai servizi: il giro d’affari è in calo tendenziale (-2,1%, ma il più robusto dato regionale indica una variazione positiva) soprattutto nei servizi alle imprese. Anche qui le aspettative sono in rialzo e gli addetti aumentano nel trimestre.

Infine, nelle costruzioni si delinea a livello regionale un primo timido risultato positivo.


L’Ocse dà la scossa. Bergamo: «Pronti a reagire»

Lo avevano già detto nel 2001, in occasione del primo rapporto su Bergamo. Ora gli esperti dell’Ocse hanno ora scelto di ribadire il concetto, indicandolo come lo strumento di lavoro attraverso il quale realizzare concretamente gli interventi sulle potenzialità e i punti deboli del sistema territoriale.

Ciò che serve in primo luogo per far recuperare a Bergamo le posizioni in termini di produttività, occupazione e competitività perdute dal 2001 ad oggi, e non solo per via della crisi, è una governance che metta insieme pubblico, privato e mondo accademico.

Paolo Malvestiti – Camera di Commercio

Paolo MalvestitiUn indirizzo che trova piena approvazione da parte del presidente della Camera di Commercio, l’ente che ha commissionato lo studio. «La creazione una piattaforma e di gruppi di lavoro tra i diversi attori indicati dall’organismo internazionale è fondamentale – rileva Paolo Malvestiti –, è il punto chiave e servirà a interpretare e supportare le vere esigenze imprenditoriali del territorio e a proiettarlo con più decisione verso la dimensione regionale, nazionale e globale, così da realizzare soluzioni concrete per lo sviluppo». La Camera di Commercio continuerà ad avere un ruolo centrale, anzi, con la riorganizzazione del sistema lombardo, estenderà il proprio raggio d’azione. «Siamo chiamati a condividere con le altre province lombarde la nostra esperienza – ricorda Malvestiti -, in particolare per quanto riguarda i temi dell’innovazione e dell’internazionalizzazione portati avanti con Bergamo Sviluppo. L’Ocse ci chiede di realizzare una governanvce per il territorio, ma dovremo sempre di più aprire l’orizzonte e pensare in una dimensione più ampia».

 

Matteo Rossi – Provincia di Bergamo

matteo rossiSe la riforma delle province ha creato «un’incertezza istituzionale circa i ruoli e le funzioni del nuovo ente, lasciati alla discrezione dei governi regionali, dall’altra – dice lo studio – rappresenta un’opportunità di stabilire a livello provinciale meccanismi di governance meglio allineati e rispondenti alle esigenze del territorio». «Ci stiamo muovendo proprio in questa direzione – evidenzia il presidente della Provincia Matteo Rossi – definendo entro maggio le aree omogenee, ovvero dieci aggregazioni di comuni, e convocando per inizio giugno gli stati generali dei Comuni bergamaschi». La Provincia può fare molto anche su un altro dei punti fondamentali segnalati dall’Ocse, quello dell’innalzamento delle competenze della forza lavoro. «È nostra ferma intenzione fare di può per valorizzare la formazione professionale e con la fiera dei mestieri di inizio maggio, puntiamo a rilanciarne l’importanza strategica, come occasione di innovazione dell’impresa artigiana e lotta all’abbandono scolastico. Certo resta il problema delle risorse – evidenzia – e a più riprese abbiamo fatto presente al governo regionale che questa transizione avrebbe dovuto essere più governata e supportata». Ma è anche convinto «del valore superiore delle idee» e sposa la linea del «si può fare meglio con meno», consapevole che «le autonomie locali sono chiamate a giocarsi il tutto per tutto in questa partita».

 

Matteo Zanetti – Confindustria Bergamo

matteo zanettiIl rapporto dell’Ocse ribadisce il ruolo dell’industria manifatturiera non solo nel presente di Bergamo, ma anche come motore dello sviluppo futuro. «Dopo lo studio della Fondazione Edison – commenta il vicepresidente di Confindustria Bergamo Matteo Zanetti – l’Ocse lo conferma: ormai dovrebbe essere un concetto a prova di sordi la centralità del ruolo del manifatturiero, naturalmente con i suoi pregi ed i suoi difetti. Tra gli aspetti su cui lavorare ci sono senz’altro la formazione di collaboratori e dipendenti e l’attenzione all’innovazione tecnologica, che pure sta facendo passi in avanti. Tra le criticità evidenziate dall’Ocse credo che sia significativo soffermarsi sulla mancanza di nuova imprenditorialità. È un punto cruciale su cui impegnarsi, sono infatti i giovani coloro che possono dare la maggiore spinta innovativa».

 

Remo Morzenti Pellegrini – Università di Bergamo

Remo Morzenti Pellegrini«Dal punto di vista dell’Università – evidenzia invece il prorettore delegato ai Rapporti con Enti e Istituzioni pubbliche del territorio Remo Morzenti Pellegrini – la sfida ad un innalzamento dell’offerta e della qualità formativa è già stata colta. Dal 2010 al 2015 sono cresciuti nettamente iscritti e dimensione, sono nati centri per la didattica e la ricerca e ben sei corsi di laurea sono in lingua inglese. I problemi evidenziati dall’Ocse riguardano più che altro l’istruzione di livello inferiore. È vero, si lamenta anche uno scarso raccordo tra il mondo delle imprese e quello della formazione, ma è piuttosto una mancanza da parte degli attori istituzionali a trovare una sintesi, da far poi confluire sull’Università».

 

Roberta Garibaldi – docente di Economia e gestione delle imprese turistiche

Roberta GaribaldiTema emergente nel Rapporto 2001, al turismo la revisione Ocse 2015 ha dedicato solo un paragrafo nella sintesi presentata al pubblico. «Il fatto è che allora lo sviluppo del turismo era indicato come una necessità di diversificazione – hanno spiegato i redattori – ora va considerato come complementare, parte di un piano di sviluppo generale che può generare ulteriore valore. Pensiamo a Bergamo Scienza, ad esempio, che è motivo di attrazione, ma è anche occasione per parlare di ricerca e sviluppo». Ma secondo Roberta Garibaldi, docente di Economia e gestione delle imprese turistiche all’Università di Bergamo, «resta un settore da valorizzare». «A Bergamo negli ultimi anni il turismo è cresciuto più che a livello nazionale e regionale – ricorda -. Sono certamente stati fatti passi avanti: è cresciuta l’attività di sistema e di rete e c’è la grande risorsa rappresentata dall’aeroporto. Nuove possibilità si aprono inoltre con Expo e con gli investimenti realizzati per prepararsi all’evento internazionale».

Ecco la sintesi del rapporto Ocse


Rapporto Ocse, la presentazione dei risultati

A quasi 15 anni dalla prima indagine realizzata nel 2001, l’Ocse, Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, ha presentato un aggiornamento sui punti di forza e debolezza del territorio bergamasco, indicando nella formalizzazione di una governance il passo fondamentale per realizzare politiche coordinate di sviluppo. Lo studio, commissionato dalla Camera di Commercio, è stato presentato questa mattina all’ex Borsa Merci dagli esperti internazionali che lo hanno realizzato.