Azzano San Paolo, sei ore di corsa sperimentando il buio

6-ore-azzano

Sabato primo ottobre ad Azzano San Paolo è in programma una gara podistica un po’ speciale. Una sei ore individuale o a squadre (di sei persone, un’ora ciascuna) durante la quale, al cambio del testimone, ciascuno staffettista effettuerà un passaggio all’interno del parco degli Alpini bendato ed accompagnato da un compagno di squadra che darà tutte le indicazioni necessarie per evitare gli ostacoli naturali presenti sul percorso.

«La manifestazione è una sfida alla portata di chiunque abbia voglia di provarci – spiegano gli organizzatori di Difffevent – per scoprire che la vita di chi non vede non è né vuota né triste. Questa esperienza non è una simulazione della cecità, ma l’invito a sperimentare come, in assenza della luce, la percezione della realtà e la comunicazione diventano molto più profonde e intense».

L’evento è realizzato in collaborazione con “Azzano Giovani-Associazione Culturale” e patrocinato da Regione Lombardia, Comune di Azzano San Paolo e Uci-Unione Ciechi e Ipovedenti di Bergamo e affianca alla gara una serie di iniziative collaterali.

Nel Parco dell’anfiteatro, circa un’ora dopo la partenza della “6 ore di Azzano”, fissata alle 14, si svolgerà una corsa di velocità per bambini sulla distanza di 2-3-4 giri, a staffetta (un giro circa per partecipante) dedicata agli under 6 (assistiti dai genitori), under 10 e under 15: un modo divertente per avvicinare i bambini alla corsa. Nella sala della casetta degli Alpini – adiacente al Parco – l’Uci allestirà il “Bar al buio”, per trasformare un gesto abituale, all’apparenza banale, come il sorseggiare una tazza di caffè o una bibita, in altra esperienza straordinaria. Nel “buio che non nasconde, ma svela” gruppi di otto persone per volta verranno accompagnati all’interno del locale adibito a bar per seguire un percorso obbligato e consumare una bevanda o uno snack: varcato l’ingresso (linea di confine tra la luce ed il buio), avranno modo di sperimentare una condizione nuova, originale, ed imparare un “altro vedere” affidandosi esclusivamente ai sensi del tatto, dell’udito, dell’olfatto e del gusto. «Questo viaggio in un buio che disorienta e sconcerta – proseguono i promotori – sarà l’occasione per scoprire nuove dimensioni in modo sorprendentemente semplice e cambiare il proprio modo di pensare. Al buio anche bere il caffè o sgranocchiare una patatina avrà un sapore diverso, più intenso, più vero».

Per la partecipazione bisogna rivolgersi al Comune di Azzano San Paolo presso il Centro Servizi Marchesi di via Papa Giovanni XXIII o accedere alla pagina dedicata nel sito web del Comune entro e non oltre mercoledì 28 settembre.


Quando la danza è terapia. A Credaro un percorso per i bimbi e le loro mamme

LOCANDINA DANZATERAPIA CREDAROLa danza come terapia per esprimere le proprie emozioni e stare bene. A Credaro prende il via “Danza con me”, percorso in gruppo di danzaterapia. L’iniziativa è promossa da Associazione Angelman onlus in collaborazione con la scuola di Danzaterapia Risvegli Maria Fux di Milano ed è aperto a tutti i bambini a partire dai 5 anni, con particolare attenzione per i bimbi con disabilità.

Sono proposti 10 incontri il venerdì, a partire dal 19 febbraio, con due opzioni di orario: dalle 16.15 alle 17 o dalle 17.45 alle 18.30. Gli incontri si svolgono all’agriturismo La Cascina dei Prati, sono tenuti da una insegnante di danza e propongono il metodo Maria Fux. Per i bimbi in difficoltà è prevista l’assistenza. Durante gli incontri, alle mamme è proposto “Il tempo per te”, un momento di svago davanti a una tazza di tè per conoscersi, confrontarsi e dedicarsi a se stesse. Ma ci saranno anche momenti in cui mamme e bimbi si ritroveranno per danzare insieme. Il progetto ha il patrocinio del Comune di Credaro.

Verrà presentato nel corso di un open day informativo venerdì 5 febbraio dalle ore 17 alla Cascina dei Prati di Credaro. Le iscrizioni saranno accolte fino a esaurimento dei posti disponibili. È prevista una quota sociale di partecipazione a titolo di parziale rimborso spese. Per informazioni: 349 2447559 – info@associazioneangelman.itwww.associazioneangelman.it

«Il progetto – spiega il presidente dell’Associazione Angelman Luca Patelli – è nato qualche mese fa. A novembre abbiamo promosso e finanziato un breve ciclo di incontri pilota con un gruppo di mamme e di bimbi, alcuni dei quali affetti dalla Sindrome di Angelman. L’esperienza è stata molto positiva per cui abbiamo deciso di riproporla e di aprirla ad altri bambini. È la prima iniziativa che rivolgiamo direttamente alle famiglie. È stata pensata in particolare per i bimbi con disabilità e le loro mamme, che vivono ogni giorno situazioni di stress emotivo e fisico e spesso anche di isolamento. Speriamo di offrire a entrambi una occasione di socializzazione perché l’inclusione è un obiettivo da perseguire in ogni situazione, come presupposto di una vita più normale possibile per chi vive la disabilità. Purtroppo per i bimbi disabili non è facile partecipare ai corsi exstrascolastici perché hanno bisogno di assistenza e, di norma, non è prevista. Abbiamo voluto creare un’occasione accessibile anche ai bambini in difficoltà. Abbiamo scelto la danza e in particolare il metodo Maria Fux perché è un’arte e un’esperienza che tutti i bambini possono vivere, al di là dei limiti fisici o cognitivi che possono avere».

GLI INCONTRI

La danzaterapia è uno spazio di libertà, un tempo diverso dove ognuno balla la danza che ha dentro. Il percorso sarà uno spazio in cui ciascuno avrà la libertà di esprimere e condividere la creatività che già possiede dentro di sé. In ogni incontro si vivrà un’esperienza sempre nuova grazie al clima che il gruppo, il conduttore e la musica costruiranno insieme. Ci saranno incontri molto animati dove ad esempio si potranno danzare ritmi decisi, forti emozioni, e altri profondamente quieti e rilassanti fatti di sguardi e ascolto. Ciò che accomuna ogni incontro, che caratterizza il metodo, è la spontaneità, l’attento ascolto rispetto a quelle che sono le necessità del gruppo nel “qui ed ora” in cui l’incontro nasce. Non saranno “lezioni” dove l’insegnante propone qualcosa di stabilito e preconfezionato ma “incontri” in cui le suggestioni offerte, tramite il linguaggio poetico del metodo, la musica, e la sensibilità del conduttore, fungono da stimoli per il gruppo, finalizzati a esprimere con verità quella che è in quel momento la necessità comunicativa e relazionale dei danzatori attraverso un linguaggio puramente corporeo e spontaneo.

MARIA FUX E IL SUO METODO

Maria Fux (Buenos Aires, 2 gennaio 1922) è una danzatrice e coreografa argentina, fondatrice del metodo di danzaterapia che ha preso il suo nome e che è oggi conosciuto in tutto il mondo. Nelle sue scuole di danza in Argentina ed Europa ha istruito fisioterapisti, terapisti occupazionali, logopedisti, insegnanti di danza e ginnastica, psicoterapisti e psicologi. Ha anche formato insegnanti che lavorano con differenti tipi di disabilità. È stata invitata da istituzioni, conferenze e seminari per testimoniare la propria esperienza su problemi relativi a sordità, sindrome di Down, spasticità, autismo e vecchiaia. È stata il soggetto del film documentario Dancing with Maria, presentato per la settimana della critica alla 71ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia.

La danzaterapia di Maria Fux utilizza forme libere di danza volte all’espressione di sé. Questo approccio si fonda sull’utilizzo della creatività come momento fondamentale di ascolto e relazione, di conoscenza e riscoperta di sé. È stato sperimentato con enorme successo lavorando con tutte le età della vita e con problematiche di disabilità sensoriali visive e uditive nonché con handicap psichici e fisici, ma ha benefici su tutti.

L’ASSOCIAZIONE

L’Associazione Angelman onlus è nata nel 2012 a Credaro su iniziativa di una famiglia e si occupa di raccogliere fondi per sostenere la ricerca sulla Sindrome di Angelman, una malattia genetica rara che provoca gravi disabilità motorie e cognitive. Nel 2015 ha finanziato, in collaborazione con la Fondazione From dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII, una borsa di studio di 120.000 euro per una giovane ricercatrice bergamasca all’Erasmus Mc di Rotterdam, centro di ricerca primario in Europa.


La tecnologia va in aiuto a dislessia, autismo, disabilità. A Bergamo un centro specializzato

2042012103910-inclusionedigitale

Lavagne interattive, comunicatori vocali, software didattici per imparare la matematica, le lingue straniere, le regole di comportamento sociale.

La tecnologia informatica va in aiuto dei bambini e dei ragazzi che hanno difficoltà di apprendimento con una rete di programmi informatici e ausili elettronici. In gergo si chiamano strumenti tecnologici compensativi, in pratica sono una sorta di facilitatori che li aiutano a seguire le lezioni e a fare un percorso uguale o comunque simile a quello dei compagni.

La novità è che questi software, finora solo a pagamento, oggi esistono anche gratuiti. A Bergamo, all’Istituto Comprensivo Muzio di Colognola, c’è un servizio, anch’esso gratuito, che spiega a insegnanti e genitori di cosa si tratta, come installarli sul proprio pc e come utilizzarli nella didattica. Si chiama Centro Territoriale di Supporto-Nuove Tecnologie per la Didattica (CTS-NTD) e fa capo al Centro territoriale di supporto (CTS) e ai Centri Territoriali per l’Inclusione (CTI), guidati dalla professoressa Antonella Giannellini.

Tutti hanno l’obiettivo di favorire l’inclusione a scuola. Ce ne parla la coordinatrice Cristina Campigli. «Il Centro è nato nel 2006 per dare risposta ai problemi della disabilità ma dal 2010 ci occupiamo anche di disturbi specifici dell’apprendimento (DSA), disturbo dell’attenzione e iperattività (ADHD) e bisogni educativi speciali (BES),  quindi tutto il mondo della fragilità. Siamo tre insegnanti specializzati, oltre alla consulenza informatica diamo anche un’assistenza educativa e pedagogica e questo fa la differenza».

Oggi il mondo dell’open source mette a disposizione software gratuiti che sono in grado di sostituire al 100% quelli a pagamento. «Noi partiamo da questi – dice Campigli – con la convinzione che questi strumenti debbano essere alla portata di tutti e il più condivisi possibile, a casa e a scuola». «La tecnologia – sottolinea – non risolve tutti i problemi ma associata a una metodologia didattica specifica è uno strumento potente per contenere e controllare queste patologie».

Per ogni bisogno c’è un programma e una tecnologia su misura: per i bambini e ragazzini dislessici, che hanno difficoltà nella lettura, ci sono un software di sintesi vocale che traduce in parlato il testo scritto e un altro che permette di organizzare il testo di studio in mappe e schemi, con il valore in più di mettere in sequenza temporale le informazioni e di poter aggiungere le immagini multimediali. Inoltre ci sono gli audiolibri dei romanzi classici che si possono scaricare in formato mp3 da AdAltaVoce di  Radio Rai3 o da Liber Liber.

Per gli alunni con discalculia esistono software per la matematica che vanno dalla calcolatrice vocale a programmi per elaborare o scrivere un’espressione; per gli alunni DSA, sono a disposizione software per le lingue straniere che aiutano per la pronuncia, la fonetica, l’apprendimento. L’elenco continua. I bambini e ragazzi autistici possono contare su un programma che traduce la parole in simboli e permette di comunicare attraverso questi (Comunicazione aumentativa alternativa) e su un software che aiuta ad editare storie sociali, ovvero frasi o storie che aiutano a comprendere quali comportamenti sono socialmente corretti e quali no. Infine uno strumento di utilità trasversale molto importante per l’inclusione è la Lavagna Interattiva Multimediale (LIM) già adottata in tante scuole, che si utilizza come fosse il monitor di un pc: si tratta di un pannello collegato a un pc portatile o fisso che si attacca al muro, per scrivere invece del dito o della penna si usa il mouse.

«A insegnanti e genitori – informa Campigli – spieghiamo come usare nella didattica questi programmi e anche anche come rendere accessibile il pc, come inserire dei limitatori per rallentare i comandi e impedire al bambino di passare da un’applicazione a un’altra e come impostare e visualizzare il timer con il tempo che richiede l’esercizio da svolgere, che è una funzione molto utile per i bambini iperattivi e con poca attenzione».

Lo sportello è attivo da settembre a giugno, il lunedì pomeriggio dalle 14.30 alle 18.30 al CTS Bergamo Nuove tecnologie per la didattica presso l’Istituto Scolastico Comprensivo “V. Muzio” via San Pietro ai Campi 1, Bergamo. Si può portare il proprio pc e ricevere un aiuto per installare i software oppure basta portare una chiavetta Usb. È consigliabile prendere appuntamento per telefono al numero  035.316754 (fax 035 312306 – mail: segreteria@icmuzio.it).