Congiuntura economica Confcommercio Il 2021 inizia più in salita del previsto

“Il 2021 inizia più in salita del previsto: ancora emergenza Covid, dati sui consumi in calo e Pil in forte riduzione. Difficile immaginare il rimbalzo previsto dal Governo nei prossimi mesi. Una situazione gravissima che rischia di peggiorare con la crisi politica in atto. Le imprese, che sono allo stremo, hanno bisogno di tre certezze: indennizzi immediati e commisurati alle perdite subite, regole chiare sulla riapertura delle loro attività, un progetto condiviso sull’utilizzo efficace del Recovery Plan”. Non usa giri di parole Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio, nel commentare i dati dell’ultima congiuntura economica elaborata da Confcommercio. Per l’Ufficio Studi confederale, infatti, il peggioramento della situazione sanitaria e il prolungamento delle misure di contrasto alla pandemia non aprono scenari rassicuranti per il 2021, deludendo così le aspettative di un concreto recupero di ampia parte delle perdite di prodotto e di consumi patite nel 2020.

Per quanto riguarda nello specifico i consumi, a dicembre l’ICC è sceso su base annua dell’11,1% rispetto al -16,2% di novembre, sintesi di un leggero calo dei beni (-0,6%), mentre per molti servizi di mercato, anche per dell’inasprimento delle misure nel periodo delle festività natalizie, la caduta ha ampiamente superato il 50%.  L’anno si chiude così con un ICC in discesa del 14,7%, dato differente rispetto a quello che riflette il calo complessivo dei consumi, stimato dall’Ufficio Studi al 10,8%.

Quanto al Pil di gennaio la stima è di un -0,8% su dicembre, quinto calo consecutivo, e di un -10,7% sullo stesso mese del 2020. Nel quarto trimestre il Pil dovrebbe ridursi del 3% rispetto al terzo quarto del 2020 e del 7,5% tendenziale per una chiusura annua a -9%.

Il calo dell’11,1% è la sintesi di riduzioni del 41,3% per i servizi, i più colpiti dalle misure restrittive, e dello 0,6% per i beni. Nel complesso del 2020 l’indicatore segnala un calo del 14,7%, con una riduzione del 30,3% per i servizi e del 7,9% per i beni. Fanno eccezione a questo andamento solo le spese per l’alimentazione domestica (+2,1%) e per le comunicazioni (+8,7%).

Come già avvenuto nei mesi precedenti sono i servizi legati alla mobilità e alla fruizione del tempo libero quelli che sono andati peggio, mentre i beni hanno beneficiato del tentativo delle famiglie di conservare un’apparenza di normalità durante le festività di fine anno. Di questa reazione hanno però poco beneficiato, nel confronto annuo, sia l’abbigliamento e le calzature (-12,1%) sia i carburanti (-20,7%). Per molti settori nel 2020 c’è stato un vero e proprio tracollo della domanda, con riduzioni ampiamente superiori al 50%, particolarmente nei comparti del turismo in senso lato, dei servizi ricreativi, dell’abbigliamento, delle calzature, dei mobili e dell’arredamento.

Per gennaio l’Ufficio Studi prevede un aumento dello 0,3% in termini congiunturali, in larga parte determinato dalla ripresa dei prezzi degli energetici regolamentati e non, e una variazione nulla su base annua.

 


La ripresa prosegue e trascina l’occupazione. Malvestiti: «Fiducia per il recupero dei consumi»

lavoro - industria

Anche nel terzo trimestre dell’anno è proseguita la fase di ripresa della produzione industriale a Bergamo. «La variazione congiunturale, in un periodo come quello estivo tipicamente anomalo e di difficile “destagionalizzazione” – spiega il Servizio Studi della Camera di Commercio di Bergamo -, è modesta (+0,1%) ma consente di inanellare l’ottavo trimestre consecutivo di crescita. Nel confronto con il corrispondente trimestre dell’anno scorso la dinamica si attesta solidamente al +1,6%, portando così la crescita complessiva dei primi tre quarti del 2017 a un promettente tendenziale del +2,2%».

A livello regionale la dinamica positiva si rafforza e, dopo l’esito incerto dello scorso trimestre, accelera al +0,4% con un tendenziale al +3,1%.

Il fatturato dell’industria bergamasca è in crescita, sospinto da una domanda vivace, anche sul mercato interno, e da un rincaro delle materie prime parzialmente trasferito sui prezzi alla produzione. Gli ordinativi sono in accelerazione, sia quelli esteri sia quelli dal mercato interno, questi ultimi con una crescita tendenziale notevole nell’ultimo trimestre.

Molto positivi anche i segnali sul fronte occupazionale, con un aumento degli addetti dell’industria sia nel trimestre che su base tendenziale. Nei primi tre trimestri del 2017 l’occupazione industriale è aumentata dello 0,7%, dopo una crescita complessiva dello 0,6% nel 2016.

Una conferma dell’estensione della ripresa alle diverse filiere della manifattura proviene, oltre che dagli ordini interni dell’industria, dalla congiuntura dell’artigianato orobico con una progressione della produzione dell’1,1% nel trimestre e una crescita tendenziale del 3,8%. La variazione media dei primi nove mesi dell’anno raggiunge il +2,8%, un dato superiore alla media regionale.

Le aspettative sul trimestre finale dell’anno sono prevalentemente ottimistiche nell’industria e in progressivo miglioramento anche nell’artigianato.

spesa bio frutta verduraNel commercio al dettaglio, il volume d’affari a Bergamo aumenta su base annua del +3,6%, come risultato di una flessione nell’alimentare (-3,2%) e di un aumento nel non alimentare (+4,8%) e nel commercio non specializzato (+3,5%). Il più ampio campione dell’intera Lombardia segnala tuttavia un incremento del volume d’affari complessivo modesto (+1,1%).

Informazioni da una fonte diversa (IRI-Information Resources) rispetto all’indagine congiunturale segnalano invece vendite del largo consumo confezionato in ipermercati e supermercati in calo tendenziale sia a Bergamo che in Lombardia.

Più promettente (e con maggiore coerenza tra dato provinciale e regionale) il quadro nei servizi diversi dal commercio al dettaglio. Il volume d’affari è in crescita sostenuta (+2,7%) sia a Bergamo che nella media regionale.

La dinamica tendenziale è positiva in tutti i comparti delle imprese di servizi bergamasche: commercio all’ingrosso, alberghi e ristoranti, servizi alle persone e, con un recupero importante, anche nei servizi alle imprese che, nella media regionale, registrano una netta accelerazione da inizio anno.

Nell’edilizia si è arrestata la caduta, ma i dati medi regionali sono ancora deboli e indicherebbero un lieve arretramento rispetto a un anno fa.

«L’Indagine congiunturale del terzo trimestre 2017 – commenta il presidente della Camera di Commercio Paolo Malvestiti – conferma che a Bergamo, come in Lombardia, la ripresa sta procedendo a buon ritmo e sta generando nuova domanda di lavoro e occupazione. È in corso un rafforzamento della crescita a livello europeo e internazionale e la nostra industria sta beneficiando al meglio del canale estero, ma ha preso vigore anche la domanda interna, soprattutto di beni d’investimento, segno che il rinnovo degli impianti e l’innovazione stanno accelerando. Tutta la filiera della manifattura è in movimento: cresce l’industria e cresce l’artigianato di produzione, con un risultato per Bergamo superiore alla media regionale. Anche nei servizi abbiamo segnali positivi, pur con qualche incertezza sull’andamento delle vendite nel commercio al dettaglio e sulla dinamica dei consumi finali».

«Mi preme sottolineare – continua Malvestiti – il dato occupazionale perché il miglioramento del mercato del lavoro dà fiducia e può consolidare la ripresa anche sul versante delle famiglie, dei redditi e dei consumi. L’indagine congiunturale, i dati degli addetti delle imprese iscritte in Camera di Commercio e altre fonti di informazione sul lavoro sono concordanti: l’occupazione sta aumentando in diversi settori dell’economia provinciale. Ora concentriamoci sulla qualità e sulle competenze del lavoro che sono il carburante dell’innovazione 4.0 e della crescita della produttività».

Secondo le elaborazioni camerali sui dati delle forze lavoro al primo semestre 2017, gli occupati residenti in provincia di Bergamo sono in aumento tendenziale del +2,5% e il tasso di disoccupazione è sceso dal 5,2 al 4,4% della forza lavoro. Nel terzo trimestre queste tendenze positive sono rafforzate da una congiuntura favorevole, il che fa presumere un risultato soddisfacente a fine anno.

 


Bergamo, commercio e servizi in affanno

Industria e artigianato in leggera flessione ma positive nel bilancio annuale, più in difficoltà commercio, servizi ed edilizia. Sono i dati dell’indagine congiunturale in provincia di Bergamo nel terzo trimestre 2016, realizzata dall’Ufficio Studi della Camera di Commercio.

Nel periodo luglio-settembre la produzione industriale registra una flessione minima (-0,1% la variazione congiunturale) ma si mantiene in territorio ampiamente positivo rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso (+1,8%). Il risultato è migliore del dato medio regionale, che registra un calo nel trimestre (-0,2%) e una dinamica tendenziale (+0,4%) in marcata decelerazione rispetto alle indagini precedenti. Nell’arco dei primi tre trimestri la produzione industriale a Bergamo è cresciuta a un tasso medio del +2% (contro il +1,3 in Lombardia): si profila quindi un risultato positivo per l’intero anno 2016.

La fase espansiva è confermata dai ritmi di crescita del fatturato industriale che, sempre nei primi tre trimestri del 2016, aumenta su base annua del 4,3%, con un andamento più brillante delle vendite all’estero rispetto alla pur positiva performance sul mercato interno.

L’indebolimento del ciclo nell’ultimo trimestre, più evidente nel quadro dell’intera regione, è confermato nell’indagine provinciale da alcuni elementi: la minore estensione settoriale della ripresa, la lieve riduzione delle imprese in forte crescita e il parallelo aumento di quelle in difficoltà, la flessione degli ordini interni (mentre gli ordinativi dall’estero risultano ancora in crescita, anche se meno intensa rispetto agli scorsi trimestri).

Sul versante occupazionale, i nuovi ingressi si riducono rispetto all’anno precedente (quando erano ancora fortemente incentivati) e determinano un saldo trimestrale nullo al netto della stagionalità. Nei primi tre trimestri del 2016 gli addetti dell’industria risultano in crescita tendenziale del +0,7%, mentre continua il progressivo calo nell’utilizzo della Cassa integrazione.

Le previsioni delle imprese industriali per il prossimo trimestre restano positive ma in attenuazione per quanto riguarda la produzione. Riprende quota anche l’ottimismo sulla domanda estera. Restano invece negative le aspettative sull’evoluzione della domanda interna e, marginalmente, per l’occupazione.

L’artigianato manifatturiero registra una flessione della produzione su base trimestrale (-1,2%), meno intensa nel confronto tendenziale (-0,2%). Anche l’artigianato può contare su un bilancio complessivamente positivo dei primi tre trimestri dell’anno, con una variazione (+0,7%) superiore al dato medio regionale.

Gli addetti dell’artigianato manifatturiero risultano in riduzione nel trimestre per effetto congiunto di un calo degli ingressi e di un incremento delle uscite. Nei primi 9 mesi dell’anno l’occupazione dell’artigianato mette comunque a segno un incremento medio (+0,9%) significativo.

Più ombre che luci dalle informazioni sulle vendite del commercio al dettaglio in sede fissa. A Bergamo il volume d’affari è stazionario su base annua (+0,1% ma il più robusto dato medio regionale indica un calo del -0,9%) come risultato di un +0,1% nel settore alimentare, di una flessione del -1% in quello non alimentare e di un aumento del +1,2% nel commercio non specializzato.

Informazioni di altra fonte (IRI – Information Resources) segnalano a Bergamo volumi e valori delle vendite di prodotti del largo consumo confezionato in ipermercati e supermercati ancora in calo tendenziale nel terzo trimestre dell’anno (e da quattro trimestri consecutivi).

Nel campione dell’indagine congiunturale, le imprese commerciali di Bergamo che indicano una riduzione delle vendite prevalgono su quelle in ripresa con un saldo negativo ancora consistente, anche se in leggera attenuazione rispetto alla precedente indagine.

I prezzi sono in calo nel trimestre tanto in provincia (-0,7%) che nella media regionale (-0,6%) e gli addetti nel terzo trimestre del 2016 aumentano marginalmente a Bergamo (+0,1% a saldo di un tasso d’ingresso del 3,1% e di un tasso di uscita del 3%) e risultano in lieve flessione (-0,1%) in Lombardia. Nel periodo gennaio-settembre gli addetti sono aumentati su base annua dello 0,1% a Bergamo e dello 0,2% in Lombardia.

Negativa la dinamica del giro d’affari dei servizi a Bergamo, sia su base congiunturale (-2,4) che annuale (-0,9). Il dato regionale è anch’esso in lieve flessione ma, a differenza di Bergamo, si conferma stabilmente al di sopra dei livelli minimi toccati nel 2013. Le vendite a Bergamo crescono nel commercio all’ingrosso, di poco, e più ampiamente nei servizi alle persone; in flessione il giro d’affari di alberghi e ristoranti e dei servizi alle imprese.

Infine, nelle costruzioni si segnala un calo del volume d’affari a livello regionale (-1,8% su base annua).

 


Commercio, a Bergamo ancora segno “più”. In flessione l’alimentare

La produzione industriale di Bergamo cresce nel primo trimestre dell’anno sia su base trimestrale (+0,5%) che nel confronto tendenziale (+1,7%) rileva l’indagine congiunturale della Camera di Commercio. Il risultato del campione provinciale si inserisce sullo sfondo di una tendenza debolmente espansiva che prosegue, anche se in decelerazione, a livello dell’intera Lombardia (+0,1% nel trimestre, +1,3% sull’anno).

La fase di ripresa del ciclo in provincia di Bergamo è confermata dall’indice di diffusione che vede prevalere le imprese in espansione, con un aumento relativo delle indicazioni positive e negative agli estremi della scala. Le imprese di maggiori dimensioni registrano risultati nettamente migliori rispetto alle piccole e medie aziende.

Il fatturato cresce, in uno scenario deflazionistico, a buoni ritmi (+0,9% nel trimestre, +3,5% anno su anno), con variazioni più brillanti per le vendite sul mercato nazionale rispetto a quelle estere. Gli ordinativi sono ancora in crescita.

Note positive vengono dal versante occupazionale. La variazione a saldo nel primo trimestre dell’anno è positiva e il tasso d’ingresso degli addetti dell’industria – dopo il rialzo nel precedente trimestre probabilmente influenzato dalla prevista riduzione degli esoneri contributivi sulle assunzioni dal 1° gennaio – si mantiene sugli stessi livelli dell’anno precedente.

Le previsioni delle imprese per il prossimo trimestre restano prevalentemente improntate all’ottimismo.

Nell’artigianato di produzione l’indicatore del ciclo è tipicamente più variabile. Dopo il balzo della scorsa indagine, la variazione congiunturale si riporta in territorio negativo (-1,3%) ma rimane al di sopra (+1,2%) dei livelli di un anno fa. Anche nell’artigianato manifatturiero l’occupazione è in netto aumento a inizio anno.

Nel commercio si fa più incerta, a Bergamo come in Lombardia, la risalita dei consumi finali: prosegue la crescita tendenziale ma con una dinamica congiunturale in decelerazione (+0,2%) e, a livello regionale, di poco negativa (-0,3%). Si notano ampie differenze a seconda delle merceologie e, probabilmente, dei canali di vendita.

A Bergamo, nel commercio al dettaglio continua il recupero su base annua: il volume d’affari dell’intero commercio cresce del +1,8%, ma con andamenti merceologici molto diversi: negativi nel settore alimentare (-3,7%), positivi nel non alimentare (+2,5%). Nel commercio non specializzato il giro d’affari risulta in crescita (+2%). Secondo i dati IRI – Information Resources, inoltre, volumi e valori delle vendite di prodotti del largo consumo confezionato in ipermercati e supermercati sono in netto calo tendenziale a Bergamo nel primo trimestre dell’anno.

Tornando all’indagine campionaria regionale, le imprese commerciali di Bergamo che segnalano un aumento tendenziale delle vendite prevalgono su quelle in difficoltà con un saldo positivo leggermente inferiore rispetto al trimestre precedente. L’occupazione, nell’insieme del commercio, al netto della stagionalità registra una caduta nel primo trimestre del 2016. Gli addetti nel primo trimestre del 2016, diminuiscono a Bergamo (- 1,1% a saldo di un tasso d’ingresso grezzo del 3,5% e di un tasso di uscita del 4,5%) e in misura più contenuta in Lombardia (-0,3%). L’indice dell’occupazione, fatto 100 il livello medio del 2007, è a Bergamo a quota 87,8, mentre in Lombardia è al 93,3.

Poco brillante il quadro congiunturale nei servizi. Il giro d’affari cala del -0,5% su base annua, sia a Bergamo che nell’insieme della regione. Le vendite crescono, a Bergamo come in Lombardia, nel commercio all’ingrosso e nei servizi alle persone.

Per alberghi e ristoranti si registra una leggera flessione a Bergamo e una decelerazione in Lombardia. Negativo il giro d’affari nei servizi alle imprese.

L’occupazione è stazionaria e Bergamo si mantiene su un trend distante da quello, più stabilmente positivo, della Lombardia.

Infine, nelle costruzioni si conferma una crescita del volume d’affari (intorno ai 3 punti percentuali nella media regionale) e prosegue un lento miglioramento delle proiezioni a breve termine che, per la prima volta da quattro anni, vedono prevalere aspettative positive sull’evoluzione di fatturato e occupazione.


Commercio al dettaglio, a Bergamo ancora col segno “più”

La produzione industriale di Bergamo è cresciuta tra aprile e giugno (+0,2 nel trimestre), ma le oscillazioni irregolari degli ultimi trimestri, con alternanza di variazioni marginali più o meno intorno allo zero, evidenziano un’intonazione ancora debole della ripresa, con un lieve divario (-0,4) rispetto a un anno fa. È quanto emerge dall’analisi della congiuntura economica al secondo trimestre 2015 effettuata dall’Ufficio Studi della Camera di Commercio di Bergamo, che evidenza però come il risultato medio regionale, che può contare su un errore campionario minore, descriva un più coerente ciclo di moderata ma crescente espansione (+0,7 nel trimestre, +1,9 su base annua) con variazioni in entrambi i casi in accelerazione.

Messa in conto la minore affidabilità statistica del campione provinciale, si osserva nell’industria di Bergamo una divaricazione ampia tra i settori (influenzata anche dalle tipologie, domestiche e internazionali, dei mercati di sbocco delle diverse filiere). In particolare la meccanica bergamasca, che copre quasi la metà delle risposte del campione provinciale, continua a inanellare da tempo risultati molto positivi e con un’accelerazione della dinamica tendenziale: l’ultima variazione segna un progresso di oltre 6 punti percentuali sui livelli dello stesso periodo del 2014. E buoni risultati si vedono anche nell’ultimo trimestre della gomma-plastica (+5,2%). Gli altri due settori in crescita tendenziale, come nella rilevazione precedente, sono chimica e industria alimentare. Risultano in calo i minerali non metalliferi, la siderurgia, i mezzi di trasporto, pelli-calzature, tessile (positivo nel trimestre precedente), abbigliamento, carta-editoria e industrie varie.

L’insieme dei restanti indicatori del ciclo provinciale dell’industria conferma il consolidamento della fase di ripresa in corso: il saldo tra segnalazioni di crescita e diminuzione della produzione resta positivo (con oltre il 36% delle imprese in “forte” aumento tendenziale); il fatturato cresce, poco ma costantemente, grazie alle vendite all’estero ma anche a una risalita della domanda interna; gli ordini sono in ascesa, anche se la dinamica congiunturale di quelli esteri è modesta.

Sul versante occupazionale si confermano segnali moderatamente positivi (+0,3% nel trimestre) e una riduzione del divario sui livelli dell’anno scorso. L’utilizzo della Cassa integrazione (destinata in futuro ad essere progressivamente sostituita dai nuovi istituti e indennità di disoccupazione) è in lenta riduzione.

Nonostante un quadro internazionale in cui si sono recentemente moltiplicati rischi e incertezze, le aspettative delle imprese industriali sono ottimistiche e in miglioramento per produzione e occupazione; ancora largamente positive, seppur ridimensionate, per la domanda estera; e solo di poco negative per la stessa domanda interna.

L’artigianato manifatturiero torna a flettere in negativo (-1,8 nel trimestre, -1,4 su base annua). Anche in questo caso le oscillazioni della serie recente suggeriscono cautela nella lettura del dato locale, tanto più se si considera che il risultato complessivo del campione regionale è positivo (+0,8 nel trimestre, +1,6 sull’anno) e che lo stesso saldo provinciale tra aziende in crescita e in contrazione migliora per il terzo trimestre consecutivo. Sono in flessione le dinamiche di fatturato, occupazione e aspettative dell’artigianato bergamasco.

Buoni segnali provengono da commercio e servizi, a conferma di una moderata ripresa dei consumi interni.

Nel commercio al dettaglio un aumento del +1,7% delle vendite complessive su base annua, confermato anche dalla dinamica regionale (+1,6%), non si vedeva da tempo. Le vendite nel settore alimentare tradizionale (con debole copertura campionaria a livello provinciale) sono invece negative: -3,7% a Bergamo, -0,9% in Lombardia.

Nel non alimentare Bergamo cresce del +2,4% contro un dato lombardo del +1,4%, entrambi in miglioramento.

Il giro d’affari nel commercio al dettaglio non specializzato, corrispondente in linea di massima alla grande o media distribuzione, è in crescita sia a Bergamo (+1,9%) che in Lombardia (+2,3%). Per la prima volta dal 2010, le imprese commerciali che segnalano un aumento tendenziale delle vendite prevalgono su quelle in difficoltà.

I prezzi sono segnalati in aumento nel trimestre a Bergamo (+1%), così come in Lombardia (+0,7%).

Le aspettative sono timidamente positive ed il numero degli addetti delle imprese risulta in crescita (+0,7%), anche se non nelle imprese di maggiore dimensione.

Incoraggianti i dati provenienti dai servizi: il giro d’affari è in modesta crescita (+0,3%) a Bergamo (lo è già da tempo in Lombardia, che segna +1,5%) e anche le imprese dei servizi vedono prevalere le segnalazioni positive su quelle negative. Buoni i dati relativi all’occupazione, in peggioramento le aspettative.

Per quanto riguarda i comparti, la variazione tendenziale del volume d’affari è pari a +0,1% nel commercio all’ingrosso (in Lombardia +2,6%), a +1% per alberghi e ristoranti (in Lombardia +1,3%), a -2,2% nei servizi alle persone (in Lombardia +1,2%) e a +0,5% nei servizi alle imprese (+1,3% in Lombardia).

I prezzi dei servizi risultano in aumento nel trimestre a Bergamo (+0,3%) e in Lombardia (+0,3%). L’occupazione nel complesso dei servizi cresce a Bergamo dell’1,1% e in Lombardia dell’1,2%.

Le prospettive per il volume d’affari e l’occupazione nel trimestre successivo formulate dalle imprese di servizi di Bergamo sono in ripiegamento.

Infine, nelle costruzioni sembra confermarsi a livello regionale, e anche nel più esiguo campione provinciale, un lento progressivo miglioramento.