Confcommercio Milano: petizione online contro i cortei al sabato

Aperta su change.org dopo che i tre sabati “No green pass” sono costati a negozi e locali 10,2 milioni di euro

Confcommercio Milano prende posizione a favore di uno stop al diluvio di cortei dei “No green pass” che ormai ogni sabato bloccano la città. Lo fa attraverso una petizione su Change.org in cui si legge che “Milano produttiva vuole dire con chiarezza che la città non può e non vuole dividersi sulle soluzioni per combattere la pandemia. Milano vuole far sentire la voce pacifica ma ferma della grande maggioranza dei propri cittadini che non condivide la paralisi ogni sabato della città per cortei ripetitivi che spesso non rispettano le regole creando disagi crescenti e rischi per la collettività”. “In vista del periodo natalizio Milano non può accettare, dopo tutta la sofferenza di questo lungo anno e mezzo di pandemia, che si crei un clima di contrapposizione dannoso per la società civile e per il mondo delle imprese”, si legge ancora nella petizione.

Sangalli: “Appello alla responsabilità nel rispetto della libertà di tutti”

“La probabile estensione dell’emergenza sanitaria – commenta il presidente Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio Milano – dimostra che la pandemia resta ancora un problema aperto e una fonte di preoccupazione. Proprio per questo è fondamentale ricordare che è il Covid il nemico comune e non le soluzioni per combatterlo. La petizione che abbiamo voluto lanciare è un appello forte alla responsabilità da parte di tutti, nel rispetto della libertà di tutti. Dopo un anno e mezzo drammatico Milano, e il nostro Paese, hanno assoluto bisogno di tornare a crescere in sicurezza. Tutti insieme per il bene comune e per la libertà”.

 

Tre sabati “No green pass” sono costati a negozi e locali 10,2 milioni di euro

Solo per l’area del centro e corso Buenos Aires il costo delle manifestazioni “No Green pass” è stato di 10,2 milioni di euro negli ultimi tre sabati, ovvero una perdita del 27% del  fatturato di negozi, bar e ristoranti. La stima è dell’Ufficio Studi di Confcommercio Milano effettuata in base a un sondaggio condotto su 613 imprese. “È un bilancio che potrebbe essere ben più pesante se dovesse perdurare questa situazione di caos con un impatto significativo sull’attrattività della città. Chi sarebbe infatti invogliato a recarsi in città – si chiede Marco Barbieri, segretario generale di Confcommercio Milano – sapendo di trovare confusione e disagi per cortei più o meno autorizzati? Il danno economico rischia seriamente di aggravarsi con l’avvicinarsi del periodo natalizio”.

Dal sondaggio emerge che il 70% si dice favorevole all’obbligo di green pass sui luoghi di lavoro e che il 73% non ha riscontrato criticità legate al relativo controllo. Il 71%, poi, risente ancora dei danni subiti per effetto dell’emergenza Covid, percentuale che si innalza nella ristorazione: 86%. Il 68% delle imprese, infine, ritiene non condivisibili le proteste anti green pass e il 16% chiede percorsi definiti e un maggior controllo da parte delle forze dell’ordine.

 

 

 


Il 23 ottobre scatta il primo “Think Local Day”: gli esercizi di vicinato protagonisti della vita di quartiere

Anche Ascom Bergamo Confcommercio aderisce alla Giornata Nazionale della Prossimità Locale in programma domani in tutta Italia per festeggiare il valore di quello che ci circonda

Anche Ascom Bergamo Confcommercio aderisce al Think Local Day – Giornata Nazionale della Prossimità Locale – iniziativa in programma domani in tutta Italia per festeggiare il valore di quello che ci circonda, il proprio quartiere, la propria città. Alla sua prima edizione e con il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri, la Giornata Nazionale della Prossimità Locale nasce dalla spinta di un gruppo di cittadini, imprenditori, impiegati, professionisti uniti in una “action tank” con l’associazione eroiNORMALI per promuovere iniziative di sensibilizzazione anche verso l’importanza del commercio di vicinato.

In occasione del Think Local Day, Ascom Confcommercio Bergamo ha pubblicato sui propri canali social sei video con brevi interviste ad attività associate di Bergamo e provincia che, in modalità diverse, mantengono vivo il tessuto sociale ed economico: l’albergo ristorante Il Sole in Città Alta, il Panificio Marchesi e il ristorante-pizzeria Gennaro e Pia Maria in Borgo Palazzo, l’Hotel Best Western Cappello d’Oro e lo Spaccio del Parmigiano in centro città e Ortofrutta Vaglietti di Zanica. L’intento è di mettere in “vetrina” realtà storiche del quartiere e di valorizzare i rapporti umani che creano senso di comunità e appartenenza.

“La filosofia di Think Local è quella riscoprire il luogo dove si vive sotto tutti gli aspetti – dalla bottega storica al sito culturale – connettersi con le realtà del proprio quartiere, vivere la cultura di prossimità, valorizzare e rilanciare l’economia limitrofa – sottolinea Oscar Fusini, direttore di Ascom Confcommercio Bergamo -. Erroneamente abbiamo inteso l’utilizzo del digitale al fine di creare un mondo parallelo, attratti dal fascino della non distanza, perdendo il significato originario di qualsiasi innovazione tecnologica. Ecco questo è il nostro messaggio: vivere consapevolmente di prossimità locale utilizzando il digitale come mezzo abilitante per semplificare l’accesso al valore che ci circonda: il nostro quartiere, la nostra città”.

Scarica il “dodecalogo” di ThinkLocal

 

Best Western Hotel Cappello d’Oro

 

ALBERGO RISTORANTE IL SOLE

 

PANIFICIO MARCHESI

RISTORANTE GENNARO E PIA

 

LO SPACCIO DEL PARMIGIANO

 

ORTOFRUTTA VAGLIETTI


Cashback autostradale, l’8 ottobre convegno sul tema dei rimborsi

Fari accesi su come ottenere i rimborsi per i ritardi in autostrada, tema molto sentito da parte degli agenti di commercio

 

Venerdì 8 ottobre, ore 13:30, si svolgerà il webinar gratuito organizzato da Fnaarc in collaborazione con Free To X sul tema dei rimborsi in caso di ritardi per Autostrade per l’Italia. Per la prima volta, infatti, Autostrade per l’Italia introduce i rimborsi per i ritardi in autostrada, tema concreto e molto sentito da parte degli agenti di commercio.
Durante il webinar verrà spiegato il funzionamento dell’applicazione e come ottenere i rimborsi in caso di ritardi sia per chi paga il pedaggio con carte o contanti sia per chi utilizza Telepass o altri operatori.
Il webinar è aperto a soci e non soci Fnaarc, a tutti gli agenti (i posti sono limitati).

Link di iscrizione al webinar (è possibile iscriversi al webinar anche tramite il sito web www.fnaarc.it)

 


Assemblea Confcommercio: a Roma anche una delegazione Ascom. Zambonelli: «Ora è tempo di ricostruire il futuro»

Pandemia, Europa, lavoro, fisco, città, welfare: tanti i temi al centro dell’assise nazionale di questa mattina

Ascom Confcommercio Bergamo ha partecipato con una delegazione all’assemblea annuale di Confcommercio che si è tenuta questa mattina a Roma. L’importante appuntamento dell’assise nazionale è stato l’occasione per fare il punto sullo stato e sulla condizione del mondo del commercio e del terziario italiano nel contesto socio-economico attuale: un momento di confronto con le istituzioni e con le forze politiche parlamentari e di governo che si è aperto con il messaggio del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e si è concluso con l’intervento del Ministro dello Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti.
Pandemia, Europa, lavoro, fisco, città, welfare sono stati i temi toccati dal presidente Carlo Sangalli nella sua relazione nella quale ha ribadito che «forse è finita la crisi, ma non sono finiti i sacrifici dei nostri imprenditori”. E dopo aver evidenziato il ruolo decisivo del terziario di mercato, che nel secondo trimestre ha contribuito per il 53% alla crescita del valore aggiunto, Sangalli ha sottolineato che «stiamo sì correndo, ma per tornare al punto di partenza, cioè al 2019. Dunque, recuperare è d’obbligo, ma ci aspetta ancora la partita più importante: quella della crescita, robusta, duratura e inclusiva, in grado di assicurare benessere per molti, possibilmente per tutti».
«È stata l’assemblea delle imprese che sono state travolte dalla crisi con più intensità e durezza ma che hanno comunque reagito in modo straordinario – sottolinea Giovanni Zambonelli, presidente Ascom Confcommercio Bergamo, alla guida della delegazione bergamasca insieme ai vicepresidenti Luciano Patelli e Giorgio Beltrami e al direttore Oscar Fusini -. Come ha ribadito Sangalli, ora è tempo di ricostruire il futuro, a partire dall’Europa, che ha bisogno di nuove regole che rendano più efficace e trasparente non solo il merito, ma anche il metodo».

No al salario minimo per legge

Passando ai temi di casa nostra, Sangalli ha cominciato con l’affrontare quello del lavoro, sottolineando che “serve un deciso passo in avanti” nella contrattazione collettiva e dicendo no al salario minimo per legge. E ha indicato la via di “un circuito virtuoso intorno al quale fare convergere gli impegni di parte pubblica e delle parti sociali: produttività, crescita e crescita dei redditi da lavoro”.  È questo, ha detto, “il patto che occorre, per mettere al centro dell’agenda politiche misure e risorse da mobilitare per affrontare le sfide dell’innovazione e della sostenibilità”.

“Non sono finiti i sacrifici dei nostri imprenditori”

Per l’economia in generale, se le prospettive sono confortanti, non si può dimenticare che “forse è finita la crisi, ma non sono finiti i sacrifici dei nostri imprenditori”: da quelli del turismo, a quelli della cultura, dei teatri, del cinema. Ma anche del comparto del gioco pubblico, dell’intrattenimento e dello sport. Per non parlare delle discoteche, “ancora inspiegabilmente chiuse”. Dopo aver evidenziato il ruolo decisivo del terziario di mercato,  che nel secondo trimestre ha contribuito per il 53% alla crescita del valore aggiunto, Sangalli ha  sottolineato che “stiamo, sì, correndo, ma per tornare al punto di partenza, cioè al 2019. Dunque, recuperare è d’obbligo, ma ci aspetta ancora la partita più importante: quella della crescita, robusta, duratura e inclusiva, in grado di assicurare benessere per molti, possibilmente per tutti”.

Tre incertezze sul Paese

Dopo aver indicato tre incertezze che gravano sul Paese (il nuovo assetto dei nostri settori economici; la crescita equilibrata nella componente degli investimenti, del saldo estero e dei consumi e la transizione demografica), la relazione è proseguita parlando di PNRR (che “ben individua le leve necessarie al Paese per crescere”) e terziario di mercato. Ebbene, servono risorse per inserire il turismo “nelle grandi priorità del Paese”, serve risolvere il problema della Bolkestein applicando ”un principio di ragionevolezza per dare certezza agli imprenditori nella continuità della propria attività”, serve “una strategia duratura in favore dell’intermodalità, dalle autostrade del mare al combinato ferroviario, insieme a un processo di rinnovo del parco circolante e delle flotte, a cominciare dalle navi e dai traghetti”, serve “una sostenibilità ambientale che sia contemporaneamente anche sociale ed economica”, serve “ridurre i costi dell’energia, serve mettere le pmi in condizione di fare investimenti per partecipare alla rivoluzione digitale”, servono infine “i finanziamenti garantiti dal Fondo Centrale, la proroga della moratoria dei prestiti bancari e il rafforzamento del sistema dei consorzi fidi”.

No a nuove tasse

Passando ai temi fiscali il presidente di Confcommercio ha ribadito il “no a nuove tasse, perché in questa stagione lo Stato deve dare e non prendere”. “Abbiamo bisogno – ha proseguito – di meno imposte e più semplici. Aliquote contenute e ampie basi imponibili determinano anche meno occasioni di evasione ed elusione”. Quanto al reddito d’impresa, Sangalli ha chiesto di reintrodurre, “al di sopra delle soglie previste per l’applicazione della flat tax”, l’Iri abrogata nel 2019. E di superare l’Irap “in una forma compatibile tra finanza territoriale e abbassamento della pressione fiscale sulle imprese”. Infine no, ovviamente, a qualche forma di patrimoniale, a partire dalla revisione del catasto.

Misure dedicate per l’impresa al femminile

Detto affrontando i temi della vitalità delle città e dei centri storici che oggi “sono decisive le politiche e le iniziative diffuse in tema di rigenerazione urbana”, Sangalli è passato ad affrontare l’ultimo dei grandi temi del suo discorso, welfare e previdenza, dicendo innanzi tutto che Confcommercio “è impegnata a valorizzare il ruolo dei professionisti” e che “è necessario incentivare l’impresa al femminile con misure dedicate”. Dopo aver chiesto che “venga riconsiderato l’aumento di aliquota previsto, a decorrere dal 2022, per gli indennizzi per la cessazione delle attività commerciali”, si è detto d’accordo sull’aggiunta di altre mensilità di cassa integrazione senza oneri fino alla fine dello stato di emergenza, mentre il finanziamento degli ammortizzatori sociali “deve rispondere ad una regola molto semplice: chi più li utilizza, più vi contribuisce”.

Il ministro dello Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti, intervenuto all’assemblea di Confcommercio, ha sottolineato l’importanza di “promuovere le condizione per la crescitaDalla Nota di aggiornamento al Def che abbiamo approvato oggi arrivano buone notizie in questo senso”. Secondo il ministro, “la crescita del 6% di quest’anno può derivare da un rimbalzo ma anche dal fatto che stiamo tornando ad essere liberi anche se soggetti a condizioni a volte difficili da accettare”.  “Guardando avanti – ha detto Giorgetti – resta l’incognita del virus, che comunque è stato un trauma sociale ed economico.  Ho davanti a me una platea di imprenditori duramente colpiti in particolare tutti coloro che in modo diretto e indiretto sono legati al turismo e al commercio. E penso anche alle discoteche e alle sale da ballo che ancora sono le uniche attività che non hanno potuto riaprire”.

Quindi per Giorgetti, “il governo deve impegnarsi per rendere il rimbalzo economico un’occasione di crescita duratura. Lo sviluppo non si fa per legge, lo fanno gli imprenditori giorno per giorno. Dobbiamo affrontare e sciogliere diversi nodi per aiutare la crescita del Paese: c’è la grande sfida della banda larga, della Pubblica Amministrazione per renderla efficiente e al servizio del cittadino e delle imprese”.

Il ministro si è poi soffermato sul tema della concorrenza. “La concorrenza assicura lo sviluppo economico ed è importante. L’Europa ci richiama a declinare le regole sulla concorrenza ma un principio valido in assoluto deve poi essere inserito nella realtà economica e sociale del singolo Paese.  Ad esempio, parlando della Bolkestein, ci viene chiesto di assicurare una concorrenza regolare ma noi non possiamo dimenticare che le imprese balneari italiane sono da decenni imprese a carattere familiare”. “Il principio della politica – ha aggiunto Giorgetti – deve essere quello del realismo. Nel 2050 tutti auspichiamo la decarbonizzazione del pianeta ma ad una condizione di concorrenza uguale per tutti”.  Il ministro ha concluso il suo intervento sottolineando la necessità di “accettare la sfida di una discontinuità storica ed economica alla quale il Covid ci ha messo davanti.  Tutti siamo chiamati a fare la nostra parte a livello nazionale e a livello locale”. “Il Recovery Plan che abbiamo approvato diventerà recovery se tornerà ad essere messa al centro la cultura del lavoro e dell’impresa. Dobbiamo migliorare la formazione e le politiche attive del lavoro”.


Dal margine al 25% alla detrazione. Le richieste delle librerie per riformare l’editoria scolastica

Botti, presidente del Gruppo Librai e Cartolai di Ascom Confcommercio Bergamo rilancia il grido di allarme dell’Ali, l’Associazione Librai Italiani

Scuola, anno nuovo, vecchi problemi. A richiamare l’attenzione sulle criticità vissute dalle librerie in tema di editoria scolastica è Cristian Botti, presidente del Gruppo Librai e Cartolai di Ascom Confcommercio Bergamo che rilancia il grido di allarme dell’Ali, l’Associazione Librai Italiani aderente a Confcommercio, per denunciare la necessità urgente di riformare l’editoria scolastica e di aiutare le librerie che stentano a sopravvivere. Secondo l’Associazione infatti, le dinamiche contrattuali in essere stanno mettendo con le spalle al muro le librerie, penalizzate anche da un mancato miglioramento dei servizi distributivi che, al momento, non sta garantendo la disponibilità di tutti i testi scolastici adottati entro l’inizio delle lezioni, con i relativi disagi per gli studenti e per la filiera stessa.

“Il problema, di fatto, è a monte – sottolinea Botti, secondo cui il tema della concentrazione della produzione editoriale è la prima criticità da risolvere -. La presenza di 4 gruppi editoriali, che oggi controllano circa l’80% del mercato, determina una riduzione della competitività all’interno della filiera ed espone maggiormente gli operatori commerciali librai, e non solo, a politiche commerciali imposte. Il risultato? Sempre meno librerie sotto casa”.
Altro nodo da risolvere riguarda il mercato dei libri scolastici che sta creando una disparità economica che penalizza proprio l’ultimo anello della filiera: “La rete delle librerie e cartolibrerie – prosegue Botti – è oggi messa a rischio dalla bassa marginalità sui libri scolastici riconosciuta dagli editori. Una contrazione costante negli anni iniziata dopo la denuncia nel 1991 da parte di Aie degli accordi economici con Ali che regolavano il rapporto editore-libreria per i libri di testo. Da allora in trent’anni, le librerie hanno perso il 40% della marginalità passando da un margine del 25% previsto nell’accordo a un valore medio che ora si attesta attorno al 16%. Un valore fuori mercato dato che l’attuale legge consente la vendita di libri di testo con sconto al pubblico fino al 15% del prezzo di copertina”.

Le cinque richieste dell’Ali

Condizioni che hanno portato l’Associazione dei Librai Italiani a presentare 5 richieste alle commissioni Cultura di Camera e Senato per sostenere le librerie e per denunciare l’urgenza di una riforma dell’editoria scolastica. Oltre al margine fisso garantito al 25% per poter competere con gli altri operatori commerciali, al vincolo di destinazione d’uso delle somme trasferite dallo Stato ai Comuni per il diritto allo studio, alla revisione dei tempi di distribuzione dei libri per evitare ritardi e alla riduzione al 5% dello sconto al pubblico, l’Associazione chiede di introdurre una vera rivoluzione fiscale, ovvero la detrazione, al pari di quella per le spese mediche, per chi acquista libri.


Le spese obbligate si “mangiano” il 43% dei consumi delle famiglie bergamasche

Solo per l’abitazione, tra affitti e utenze, nel 2021 si spenderanno 4.074 euro pro capite, dato più alto dal 1995

Spese per l’abitazione, affitti o mutui, bollette e altre utenze, manutenzioni, assicurazioni, tariffe rifiuti: se c’è una certezza che il Covid non ha spazzato via, ma che anzi ha contribuito a confermare, è che le spese obbligate, soprattutto quelle che riguardano la casa (affitti e bollette), continuano a incidere pesantemente sui bilanci delle famiglie. L’analisi dell’Ufficio Studi Confcommercio sulle spese obbligate delle famiglie tra il 1995 e il 2020, mette bene in evidenza che nel 2020 la pandemia ha compresso le spese libere, con i servizi scesi al 15,6% del totale consumi (il minimo dal 1995), e aumentando le spese obbligate (quasi il 44%, il livello più alto dal 1995) arrivate a 7.168 euro annue pro capite.
Stesso trend anche per il 2021: nonostante il parziale recupero dei consumi in alcuni segmenti, le spese obbligate si confermano la principale voce di spesa assorbendo il 42,8% dei consumi totali che, in termini monetari, significano 7.291 euro pro capite. Tra queste spese, sono quelle legate alla casa ad incidere maggiormente arrivando a “mangiarsi” – tra affitti, manutenzioni, bollette, e smaltimento rifiuti – 4.074 euro, la cifra più alta mai raggiunta dal 1995; all’interno dei consumi commercializzabili invece (9.741 euro pro capite nel 2021) la componente principale è rappresentata dai beni con una quota sul totale consumi pari al 40,3% (in lieve riduzione rispetto al 41,1% del 2020), mentre recuperano i servizi passando dal 15,6% del 2020 al 16,9%, stessa quota di spesa destinata agli alimentari.

 

In Bergamasca le spese obbligate ammontano a 6,6 miliardi di euro

Il dato nazionale si riflette anche in provincia di Bergamo dove le spese obbligate a cui devono far fronte le oltre 460 mila famiglie bergamasche ammontano a oltre 6,6 miliardi di euro, circa il 43% delle spesa annua che si attesta sui 15,5 miliardi di euro. “Rispetto a prima della pandemia, ossia al 2019, le spese per servizi acquistabili sono sotto del 4,2% – sottolinea Oscar Fusini, direttore di Ascom Confcommercio Bergamo -. Mancano all’appello i servizi ricreativi, sportivi, culturali eventi i cui consumi nel 2021 sono sotto di oltre 650 milioni, per una spesa che quest’anno è stimata in 2,616 miliardi di euro. Anche la ridotta mobilità continua a contenere le spese per i mezzi di trasporto e i carburanti. Restano alti invece i consumi di beni, soprattutto alimentari, e le spese obbligate per la casa”.
“Per il 2021 – prosegue Fusini – si stima una spesa media procapite di 2.800 euro a famiglia, circa 165 euro in meno rispetto al 2019, per un totale di una spesa media mensile di 1,29 miliardi di euro. Occorre, quindi, superare al più presto l’emergenza sanitaria con i vaccini per consolidare il clima di fiducia, precondizione necessaria per rafforzare la crescita economica e sostenere i consumi”.


I giovani e la loro socialità sono le vittime trascurate della pandemia

Da mesi è al centro del dibattito l’analisi di chi abbia subito le conseguenze economiche della pandemia, mentre è quasi assente la discussione su chi stia subendo l’impatto sociale delle restrizioni. Se nel primo caso sono le imprese del terziario (turismo, commercio servizi) con i loro titolari, collaboratori e dipendenti quelle che più hanno pagato economicamente nell’ultimo anno e mezzo, le persone più colpite dai lockdown sono i giovani. Non è casuale. C’è, infatti, un legame forte tra le attività del commercio e le giovani generazioni come conferma lo studio “Le giovani generazioni in Italia dopo la pandemia” edito dall’ufficio studi di Confcommercio a luglio 2021 e che tra i diversi paragrafi che descrivono il dramma della situazione demografica e lavorativa dei giovani in Italia aggiunge “La socialità negata (per nobili ragioni) durante la pandemia”.

Anche a prescindere dal “disastro” scuola, la già difficile condizione giovanile in Italia è peggiorata sensibilmente dal 2020. I giovani sono stati i più colpiti nella loro vita sociale. In occasione dell’indagine Censis-Confcommercio “Clima di fiducia e aspettative delle famiglie italiane”, realizzata durante la scorsa primavera, sono state rivolte, nella seconda parte di aprile, ai responsabili degli acquisti delle famiglie (1.000) alcune domande su comportamenti e attese delle famiglie durante la pandemia. Esaminando le risposte del totale degli intervistati emergono alcune indicazioni interessanti su cosa è mancato di più durante il periodo della pandemia.

L’indagine Censis-Confcommercio “Clima di fiducia e aspettative delle famiglie italiane”

Le diverse fasi di confinamento domestico o di limitazione agli spostamenti e all’utilizzo di determinati servizi, oltre a determinare impatti di varia natura e intensità sull’economia delle famiglie, hanno comportato rinunce e modifiche comportamentali. Come era facilmente prevedibile, quello di cui si è maggiormente sentita la mancanza è stata la libertà di incontrare amici e parenti (punteggio medio di 8,2 in un range da 1, minimo disagio, a 10, massimo disagio), seguita dalla possibilità di viaggiare (punteggio medio 7,3) e dalle gite fuori-porta nei fine settimana (6,9). Sostanzialmente tutto ciò che è riconducibile alla libertà di impiegare il proprio tempo libero nel modo preferito.

Tra le tipologie di esercizi/servizi la cui chiusura è pesata di più per la popolazione, si segnalano bar e ristoranti (6,3) seguiti da musei e altri luoghi di cultura (6,2) e cinema, teatri, eventi concertistici (6,0). La rinuncia all’attività sportiva è stata “dolorosa” più o meno come l’impossibilità di praticare lo shopping e accedere ai servizi di cura della persona come estetisti, parrucchieri e barbieri (dal 5,3 al 5,6). Voti decisamente più bassi per l’impossibilità di recarsi sul luogo di lavoro (3,2) e di frequentare locali notturni e sale da ballo (2,7).

Un ulteriore elemento di interesse sono le differenze generazionali nella percezione delle difficoltà. Il voto su quanto si è sentita la mancanza di diverse occasioni di socializzazione è stato, infatti, applicato agli intervistati suddivisi in tre classi di età. Dalla ricerca emerge che l’impedimento a poter vivere momenti di socializzazione è stato molto più gravoso per i giovani che per gli anziani con scarti molto significativi. Questo risultato, forse scontato al punto da essere completamente trascurato dal dibattito pubblico, fa apprezzare ancora di più lo sforzo eccezionale che hanno fatto i giovani durante la pandemia a rispettare tutte le misure di contenimento alla diffusione del coronavirus.
Se l’impossibilità di incontrare amici e parenti è stata vissuta dalle fasce di età più giovani in linea con il dato medio, alcune voci mostrano invece scarti significativi. Ad esempio, la mancata frequenza di locali notturni e discoteche, pur essendo all’ultimo posto nella graduatoria, è stata vissuta dai giovani con maggior sacrificio rispetto alle fasce di età più adulte (quasi il doppio 4,2 contro 2,7). Analoga considerazione vale per le passeggiate, le cene e gli aperitivi fuori casa e la partecipazione a eventi sportivi.

La solidarietà genitori-figli

Al di là delle tante rinunce che in diversa misura hanno colpito tutta la popolazione e i giovani in particolare, è interessante quello che emerge dall’indagine riguardo alle opinioni su quali siano state le fasce d’età maggiormente penalizzate dalla pandemia. Secondo gli intervistati la situazione emergenziale che si è venuta a determinare da un anno a questa parte ha visto tra gli “sconfitti” prima di tutto i più giovani, categoria indicata da circa il 46% delle risposte. Esaminando i giudizi espressi sulla base della classe di età emerge una sorta di solidarietà genitori-figli. Per i più giovani, l’attenzione è verso la classe di età nel pieno dell’attività lavorativa, cioè 45-64 (48,1%); per l’età pienamente lavorativa, l’attenzione non è affatto su di sé, anzi, ma è verso i giovani (54,4%); probabilmente madri e padri, figlie e figli, soffrono più delle sofferenze dei congiunti che direttamente delle proprie.

È verosimile che questo dato sia riconducibile al fatto che le famiglie hanno “toccato con mano” le difficoltà e lo spaesamento dei loro figli nel doversi adattare alla didattica a distanza e all’intermittente ritorno in aula, nell’impossibilità di socializzare con i coetanei, nelle limitazioni alla pratica sportiva. Pochi si concentrano sulle difficoltà degli anziani e a ben guardare neppure gli anziani stessi (il 12,8% del campione li ritiene i più penalizzati).
Si tratta di un risultato molto forte, considerando che gli anziani sono stati le principali vittime – in senso proprio – della pandemia e hanno dovuto subire un fortissimo confinamento domestico, avendo tra l’altro più difficoltà nell’organizzarsi una “vita in digitale” là dove era l’unica possibilità in essere. Ma i giovani che con il digitale hanno comunque affrontato le restrizioni, sono coloro che hanno rinunciato più di tutti al loro stile di vita nella lotta alla pandemia.

 


Da oggi in vigore il Green Pass in Italia: bar, ristoranti, alberghi ed eventi. Ecco cosa cambia

Obbligatorio per entrare e consumare nei locali al chiuso. Fipe: “Pronti sul Green Pass ma non a controllare i documenti di identità, non siamo pubblici ufficiali”

Scatta da oggi il green pass obbligatorio per entrare nei ristoranti al chiuso e consumare al tavolo anche nei bar. Ad imporlo è l’articolo 9 bis del decreto 105 del 23 luglio 2021, che prevede l’impiego della certificazione verde anche per:

· spettacoli aperti al pubblico, eventi e competizioni sportive;

· musei e altri istituti e luoghi di cultura;

· piscine, palestre, centri benessere – compresi quelli collocati all’interno di strutture ricettive – al chiuso;

· sagre, fiere, convegni e congressi;

· centri termali, parchi tematici e di divertimento;

· centri culturali, sociali e ricreativi limitatamente alle attività al chiuso e con esclusione dei centri educativi per l’infanzia, compresi i centri estivi e le relative attività di ristorazione;

· sale gioco, scommesse, bingo e casinò;

· concorsi pubblici

Come noto, rimane altresì ferma la disposizione di cui all’art. 8 bis del “Riaperture” che impone il possesso di una delle certificazioni verdi per i partecipanti alle feste conseguenti a cerimonie civili e religiose. I verificatori di cui all’art. 13, comma 2 del DPCM del 17 giugno u.s. sono tenuti ad accertare la validità di tale certificazione esclusivamente attraverso l’App “Verifica C19”, scaricabile gratuitamente, da installare su un dispositivo mobile (qui il video illustrativo).

Come si ottiene il Green Pass

Il pass viene rilasciato dopo la prima dose di vaccino – passati 15 giorni dalla somministrazione – o a conclusione del ciclo vaccinale e quindi dopo la seconda dose, (valido 9 mesi), con il certificato di guarigione dal Covid (valido 6 mesi), con l’esito negativo di un tampone effettuato nelle 48 ore precedenti. L’obbligo di avere il green pass non si applica a tutti coloro che hanno meno di 12 anni – per i quali non è autorizzata la vaccinazione – e, dice il decreto, “ai soggetti esenti sulla base di idonea certificazione medica rilasciata secondo i criteri definiti con circolare del ministero della Salute”.

Chi è esonerato

L’obbligo di esibire il green pass non si applica ai bambini di età inferiore ai 12 anni compiuti (in quanto esclusi per età dalla campagna vaccinale) e ai soggetti esenti sulla base di idonea certificazione medica rilasciata secondo i criteri definiti con circolare del Ministero della salute. Con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri saranno individuate le specifiche tecniche per trattare in modalità digitale le predette certificazioni, al fine di consentirne la verifica digitale, assicurando contestualmente la protezione dei dati personali in esse contenuti. Nelle more dell’adozione del predetto decreto, per le finalità di accesso ai servizi e attività elencati all’articolo 3, possono essere utilizzate le certificazioni rilasciate in formato cartaceo.

Ristoranti e bar

Il certificato servirà per le consumazioni al tavolo al chiuso in ristoranti e bar, dove non sarà invece necessario per il servizio al bancone. Il decreto prevede che “i titolari o i gestori dei servizi e delle attività ” per le quali serve il certificato “sono tenuti a verificare che l’accesso ai predetti servizi avvenga nel rispetto delle prescrizioni”. Dunque spetta ai titolari degli esercizi controllare il pass, attraverso ‘Verifica C19’, la app ufficiale del ministero della Salute. Controlli che, ovviamente, potranno esser svolti anche dalle forze di polizia.

Alberghi

Nel decreto non c’è una norma specifica ma il Cdm ha confermato quanto già previsto: i clienti che vogliono accedere ai ristoranti e ai bar al chiuso all’interno delle strutture non dovranno utilizzare il green pass che è invece richiesto ai non ospiti delle strutture alberghiere. Nel caso in cui però i servizi di ristorazione della struttura ricettiva siano aperti anche a clienti che non alloggiano nella struttura, l’accesso sarà riservato soltanto a chi è in possesso di una certificazione verde in caso di consumo al tavolo al chiuso. Il Green Pass in questo caso sarà richiesto sia al cliente della struttura che al cliente esterno.
Per i centri benessere degli alberghi, invece, il pass servirà, come stabilito dal decreto di luglio.

Cinema e teatri

Arriva l’obbligo di green pass per cinema e teatri, ma aumenta il numero di spettatori ammessi ad assistervi. In zona gialla si entrerà con green pass, mascherina e distanziamento, ma gli spettatori potranno salire all’aperto dagli attuali 1000 a un massimo di 2500 e al chiuso da 500 a 1000. Mentre in zona bianca, dove ora sono fissati limiti di capienza, viene fissato un tetto all’aperto di 5000 persone e al chiuso di 2500 persone.

Verifiche 

I titolari o i gestori dei servizi e delle attività per cui è richiesto il green pass, sono tenuti a verificarne il possesso con le modalità indicate dal Dpcm 17 giugno 2021. Al riguardo, si rammenta che la verifica del possesso del green pass si effettua mediante la lettura del codice a barre bidimensionale, utilizzando l’applicazione “VerificaC19”, scaricata su un dispositivo mobile. Tale applicazione consente di verificare la validità delle certificazioni senza la necessità di avere una connessione internet (offline), garantendo inoltre l’assenza di informazioni personali memorizzate sul dispositivo. L’interessato mostrerà al verificatore il relativo QR Code (in formato digitale oppure cartaceo).
L’ App VerificaC19 legge il QR Code, ne estrae le informazioni e procede con il controllo del sigillo elettronico qualificato. L’App mostra graficamente al verificatore l’effettiva validità della certificazione nonché il nome, il cognome e la data di nascita dell’intestatario della stessa. L’interessato, su richiesta del verificatore, esibisce un proprio documento di identità in corso di validità ai fini della verifica di corrispondenza dei dati anagrafici presenti nel documento con quelli visualizzati dall’App. Si ricorda infine che tra i soggetti verificatori, deputati quindi alla verifica del possesso del green pass (quando il possesso del green pass è richiesto dalle norme vigenti per attività da svolgersi all’interno delle strutture ricettive), sono ricompresi i titolari delle imprese coinvolte che possono delegare soggetti terzi, incaricandoli con atto formale recante le necessarie istruzioni sull’esercizio dell’attività di verifica.

Sanzioni 

In caso di violazione delle disposizioni previste, è applicabile la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 400 a euro 1.000, sia a carico dell’esercente sia dell’utente. Dopo due violazioni commesse in giornate diverse, si applica, a partire dalla terza violazione, la sanzione amministrativa accessoria della chiusura dell’esercizio o dell’attività̀ da uno a dieci giorni.

Fipe: “Pronti sul Green Pass ma non a controllare i documenti di identità, non siamo pubblici ufficiali”

I 270mila bar e ristoranti sono pronti a controllare i green pass dei clienti che consumeranno al tavolo all’interno dei locali, pur tra notevoli difficoltà organizzative. Anche se non manca chi, soprattutto tra i bar, ha scelto di eliminare il consumo al tavolo perché non in grado di garantire il controllo dei certificati. Ma è l’ipotesi di dover controllare anche i documenti di identità che viene vissuta con profondo disagio dagli esercenti, perché rappresenta un atto di sfiducia nei riguardi dei clienti e una forzatura, visto che imprenditori e addetti non possono svolgere funzioni di pubblico ufficiale.

“La responsabilità dell’uso improprio del green pass – spiega Aldo Cursano, vicepresidente vicario di Fipe-Confcommercio – non può ricadere sulle imprese ed è per questo che fin dall’inizio abbiamo sostenuto la procedura dell’autocertificazione che è stata alla base di tutte le norme varate nei momenti più complicati della pandemia. Occorre immediatamente mettere mano al decreto legge per correggere una distorsione che le imprese faranno fatica ad applicare”.

La Federazione segnala infine la difficoltà di quel 40% di imprese che non ha spazi esterni e che si troverà costretto a respingere i turisti che provengono da quei Paesi che hanno somministrato vaccini non riconosciuti dall’Ema. Un bel paradosso in piena stagione turistica.

 

Federalberghi: “Bene la scelta sui ristoranti degli alberghi”

Le persone alloggiate nelle strutture ricettive possono consumare i propri pasti al chiuso nei ristoranti delle strutture stesse anche se non sono in possesso della certificazione verde. Lo ha confermato la cabina di regia, specificando che il “green pass” dovrà invece essere esibito dai clienti non soggiornanti.

“Possiamo quindi rassicurare i nostri ospiti – commenta il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca – sulla possibilità di usufruire normalmente dei servizi di food and beverage presso le strutture turistico ricettive, sia per la prima colazione sia per l’accesso al ristorante e al bar. Ringrazio il ministro del Turismo, il Governo e la Conferenza delle Regioni per aver risposto alle istanze di Federalberghi con una soluzione che consente alle famiglie di trascorrere in tranquillità le proprie vacanze”.

Nuovo decreto sul green pass, novità per scuola e trasporti

Il Consiglio dei ministri ha approvato il nuovo decreto che rende obbligatorio l’uso del green pass per scuola, università e trasporti a lunga percorrenza. Il testo è entrato in vigore il 6 agosto scorso. Vediamo il dettaglio delle misure.

SCUOLA E UNIVERSITÀ

L’obbligo della certificazione varrà anche per gli studenti universitari, un’ipotesi che non era emersa nei giorni scorsi. A scuola, professori e personale non docente dovranno avere ed esibire la certificazione e se non lo faranno scatteranno le sanzioni: il mancato rispetto delle disposizioni, dice la bozza del decreto, “è considerata assenza ingiustificata” e dopo cinque giorni il rapporto di lavoro “è sospeso e non sono dovuti la retribuzione né altro compenso o emolumento”. I controlli spetteranno ai dirigenti scolastici. Il decreto raccomanda poi il rispetto del distanziamento di un metro, “salvo che le condizioni strutturali-logistiche degli edifici lo consentano” e ribadisce l’obbligo di mascherina per tutti gli studenti, ad eccezione dei bambini sotto i 6 anni e per chi ha patologie incompatibili con l’utilizzo. Il governo non esclude però che si possa stare in classe senza mascherina: per le classi di studenti “che abbiano tutti completato il ciclo vaccinale o abbiano un certificato di guarigione”, i protocolli possono prevedere delle deroghe all’obbligo. Il decreto è invece molto restrittivo sulla possibilità di derogare alla presenza in classe degli studenti. I governatori potranno disporre la Dad solo per “specifiche aree del territorio o per singoli istituti…esclusivamente in zona rossa o arancione” e “in circostanze di eccezionale e straordinaria necessità dovuta all’insorgenza di focolai o al rischio estremamente elevato di diffusione del virus o di sue varianti nella popolazione scolastica”.

TAMPONI A 8 EURO DA 12 A 18 ANNI

Sempre nell’ottica di favorire il rientro a scuola, il Commissario per l’Emergenza, Francesco Figliulo, ha siglato un protocollo d’intesa con le farmacie per i tamponi antigenici a prezzi calmierati: i giovani da 12 a 18 anni pagheranno 8 euro, gli over 18 invece 15. Nelle prenotazioni le farmacie dovranno dare la precedenza ai ragazzi e avranno una remunerazione complessiva di 15 euro, 7 dei quali saranno coperti con un contributo dello Stato.

TRASPORTI A LUNGA PERCORRENZA

L’altro punto centrale del decreto è l’obbligo del green pass per i trasporti a lunga percorrenza, che scatterà dal primo settembre. Dovrà essere esibito per salire sugli aerei, sulle navi e sui traghetti, sui treni ad alta velocità e sugli intercity e anche sugli autobus di linea che collegano regioni diverse o su quelli a noleggio con conducente. Ad effettuare i controlli saranno i gestori dei servizi e chi sarà trovato senza il pass avrà una sanzione da 400 a 1000 euro. Nessun obbligo, invece, per i collegamenti con le isole minori e per lo Stretto di Messina, per bus e metropolitane del trasporto pubblico locale e per bus e treni regionali. Sia per la lunga percorrenza sia per il trasporto pubblico locale la capienza salirà dal 50 all’80%, sia in zona bianca che in zona gialla.

ALBERGHI

Nel decreto non c’è una norma specifica ma il Cdm ha confermato quanto già previsto: i clienti che vogliono accedere ai ristoranti e ai bar al chiuso all’interno delle strutture non dovranno utilizzare il green pass. Per i centri benessere degli alberghi, invece, il pass servirà, come stabilito dal decreto di luglio.

QUARANTENA VACCINATI E REITHERA

La cabina di regia tra i capigruppo di maggioranza ha anche dato il via libera ad altri due provvedimenti. Il primo riguarda la quarantena per chi ha completato il ciclo vaccinale ed entra in contatto con un positivo al Covid: dovrà rimanere in isolamento non più dieci giorni ma sette, al termine dei quali dovrà fare un tampone. Un’ordinanza del ministro della Salute, Roberto Speranza, definisce invece la procedura per chi fatto la sperimentazione con il vaccino di Reithera e ha avuto una o due dosi di quel farmaco: ci sarà un certificato di esenzione temporanea alla vaccinazione valida fino al 30 settembre. A rilasciare il certificato sarà il medico responsabile del centro dove è stata fatta la somministrazione.


Confcommercio Lombardia incontra l’assessore Guidesi: “Sostenere il terziario per tornare a crescere”

Confronto costruttivo ieri tra l’assessore allo Sviluppo economico, il presidente Carlo Sangalli e i presidenti delle Confcommercio territoriali lombarde 

“La ripresa economica si sta consolidando ma occorre tempo per recuperare il terreno perduto. Le imprese del terziario sono state le più colpite dall’emergenza sanitaria ed è necessario continuare a sostenere questo settore che rappresenta in Lombardia oltre il 60 per cento del Pil. Puntare, dunque, su accesso al credito – continuando anche a valorizzare il ruolo dei Confidi – semplificazioni, digitalizzazione, sostenibilità e internazionalizzazione per rafforzare commercio, turismo e servizi. Bene, inoltre, le risorse stanziate per il Salone del Mobile e le ulteriori misure che vanno nella direzione di supportare la nascita di nuove imprese, sostenendo imprenditori che, con coraggio e visione, sfidano il momento guardando con fiducia al futuro”. Così il presidente di Confcommercio Lombardia, Carlo Sangalli, in occasione dell’incontro di lunedì 26 luglio con l’Assessore allo Sviluppo Economico di Regione, Guido Guidesi, e i Presidenti delle Confcommercio territoriali della Lombardia.

Un’opportunità di confronto che, a poco più di trenta giorni dall’entrata della Regione in zona bianca, ha permesso di delineare il quadro dei primi sei mesi dell’anno dal punto di vista del terziario lombardo e di guardare alle iniziative comuni più urgenti per accompagnare la ripartenza. “Con l’Assessore Guidesi c’è condivisione di obiettivi e strategie per sostenere e facilitare la ripartenza delle migliaia di imprese che rappresentiamo – ha affermato Sangalli – Per questo, occorre continuare a garantire l’accesso al credito e la patrimonializzazione, così come gli investimenti sulla transizione digitale e sulle politiche sostenibili, guardando alle risorse che arriveranno dal PNRR. Fondamentale, inoltre, puntare sul comparto del turismo, delle fiere e degli eventi, in vista di appuntamenti importantissimi come le Olimpiadi 2026 e Bergamo e Brescia capitali della Cultura 2023”.“Sarà inoltre essenziale mettere al centro le politiche di rigenerazione urbana, per consolidare da un lato quella rete di territorio nata e cresciuta con i distretti del commercio, dall’altro per contrastare la desertificazione delle città affinché siano sempre più punti di attrattività per l’insediamento di nuove imprese, anche dall’estero”.

Ottimismo delle imprese anche sul fronte dell’occupazione: il sondaggio di Confcommercio Lombardia

L’incontro è stata inoltre l’occasione per tracciare il quadro della ripartenza grazie ai risultati di un sondaggio che Confcommercio Lombardia ha diffuso tra oltre 350 imprese del terziario. Più di un imprenditore su due (51%) si è detto ottimista sulle prospettive della propria attività. Percentuale che sale al 58% tra le imprese della ristorazione, anche a seguito della caduta della maggior parte delle restrizioni.

Segnali confortanti dal punto di vista dell’occupazione: per 8 imprese su 10 il numero dei dipendenti o collaboratori nei prossimi mesi dovrebbe restare stazionario, o aumentare, con picchi di fiducia nei servizi. Le debolezze maggiori in questo caso si riscontrano tra le imprese della ricettività, per il 40% delle quali l’organico potrebbe andare incontro ad una diminuzione, anche alla luce delle incognite sui flussi turistici e per le conseguenti ricadute sull’occupazione stagionale. Per la continuità del proprio business, quasi un’attività di ristorazione su due si è rivolta ad attività di food delivery, e oltre un’impresa del commercio su tre ha attivato un canale di e-commerce. Sul fronte delle eredità post pandemia, se la maggior parte degli imprenditori intervistati manterrà attenzione a sicurezza e prevenzione (63%), l’accelerazione sul digitale è vista come un’opportunità in particolare dal 35% delle imprese under 42, una percentuale più alta della media del totale delle imprese.

“È evidente che le prospettive positive sono legate soprattutto al successo della campagna vaccinale. Si tratta però di segnali che dimostrano la reattività delle nostre imprese decise ad essere protagoniste della ripartenza” ha concluso il presidente Sangalli.

 

Approvato il bando “Nuova Impresa”

L’incontro è stato anche l’occasione per presentare “Nuova Impresa”, la misura approvata dalla Giunta di Regione Lombardia su proposta dell’assessore Guidesi. Con un contributo di 4 milioni di euro, Regione sostiene l’avvio di nuove imprese lombarde del commercio, terziario, manifatturiero e artigiani e l’autoimprenditorialità quale opportunità di ricollocamento dei soggetti fuoriusciti dal mercato del lavoro. Si procederà attraverso l’erogazione di contributi a fondo perduto sui costi connessi alla creazione delle nuove imprese.

La misura è rivolta a chi vuole aprire una micro piccola media impresa del commercio, terziario, manifatturiero e artigiani dei medesimi settori. L’agevolazione consiste nella concessione di un contributo a fondo perduto fino al 50% della spesa ritenuta ammissibile, che dovrà essere pari ad almeno 5.000 euro, e comunque nel limite massimo di 10.000 euro per impresa. Sono ammissibili esclusivamente le spese sostenute per l’avvio della nuova impresa sostenute e comprendono ad esempio gli oneri notarili per la costituzione dell’impresa, gli onorari per prestazioni e consulenze relative all’avvio, l’acquisto di beni strumentali, macchinari, attrezzature, arredi anche finalizzati alla sicurezza; inoltre rientrano nei costi anche l’acquisto di software e hardware, i canoni di e spese di comunicazione. Sarà riconosciuto il contributo per metà di spese in conto corrente e per metà in conto capitale.

L’apertura dello sportello per la presentazione delle domande è prevista a dicembre così da consentire alle imprese di terminare gli adempimenti amministrativi per l’avvio dell’attività di impresa, nonché per sostenere le spese prima della presentazione della domanda. Potranno attingere al bando tutte le imprese aperte dopo questa delibera. Il termine di conclusione del procedimento di concessione con la relativa erogazione sarà di 90 giorni a decorrere dalla scadenza per la presentazione delle domande comprensiva della rendicontazione.


Fantasia e creatività nell’estate dei bartender

Dalla rivisitazione dei grandi classici anni ‘80 ai mocktail alla frutta e agli elevated cocktail: ecco i trend della bella stagione 

Osare, osare e osare. E quest’anno ancora di più. Tra rielaborazioni di grandi classici anni Ottanta, drink analcolici alla frutta ed elevated cocktail, i trend dell’estate 2021 strizzano l’occhio alla fantasia dietro al bancone come conferma Andrea Villa, bartender di M10cafè (Lesmo), campione italiano nella categoria “Coffee in good spirits” e docente dell’Accademia del Gusto di Ascom Confcommercio Bergamo:  «Quest’anno la tendenza va su tre linee principali a cominciare dai cocktail Iba anni 80, mai usciti di moda e anzi tornati alla ribalta in questi mesi in cui le chiusure anticipate hanno spinto i barman a concentrarsi sugli aperitivi. La voglia di sperimentare ha così portato ai remake dei grandi classici rivisti con prodotti di nicchia e più ricercati. Penso ad esempio al Negroni con gin, vermouth e bitter particolari o al Daiquiri con rum differenti, succo di limone fresco e sciroppo di zucchero home made».

La ricerca del salutare che ha contraddistinto questo anno di pandemia si riflette invece in mocktail poco alcolici e drink a base di frutta bio o spremute e con estratti di frutta fresca e dalla gradazione alcolica contenuta.  «Sono di facile preparazione, l’importante è giocare con la fantasia e scegliere i giusti abbinamenti frutta-verdura con le sode – conclude Villa -. Per chi ama invece le sfide a colpi di creatività e abilità tecnica si può osare con gli elevated cocktail, drink con preparazioni home made per ottenere gusti più complessi e articolati e con tecniche all’avanguardia prese in prestito dal mondo della ristorazione, dalle riduzioni al fat washed e milk washed. Con la chiarificazione, ad esempio, si può proporre un Bloody Mary trasparente dall’effetto wow garantito».

 

Il negroni & il mare

Ingredienti:

3 cl vermouth Cocchi

3 cl gin mare

3 cl gajardo bitter radicale

2 cl acqua di mare

Garnish:

Crustas di sale maldon

Scorza di arancia candita e rosmarino bruciato

 

Mockfruit

Ingredienti:

5 cl di succo di melograno

15 cl di acqua frizzante

5 cl spremuta di pompelmo rosa

1 cl sciroppo d’agave

Garnish:

Arancia disidratata e crustas di zucchero

 

Old crispy fashioned

Ingredienti:

4.5 ml Rye whisky bacon fat washed

2/3 gocce di Angostura

1 zolletta di zucchero (o 2 cucchiaini di zucchero) soda

Garnish:

Scorza di arancia

Ciliegina al maraschino

Bacon croccante