Federmobili, al Salone un convegno sul servizio al cliente

salone del mobile convegno federmobili

Le nuove tecnologie, le nuove abitudini di consumo e di acquisto, l’evolversi delle esigenze dei consumatori aprono scenari nel campo del servizio che la distribuzione indipendente di mobili e arredamento deve sapere cogliere per riuscire a fronteggiare la competizione sempre più agguerrita della Gdo e del web, focalizzata sulla proposta di prezzo e sempre di più anche sul servizio. Sono anche un’importante occasione anche per ritornare a riflettere su un vecchio problema oggi ancora imperante: la difficoltà nel valorizzare i servizi “tradizionali” prestati al cliente.

Su questo tema ha scelto di soffermarsi Federmobili Confcommercio al Salone del Mobile di Milano, con il convegno dal titolo “Il servizio al cliente: punto di forza e di debolezza del retail indipendente” in programma giovedì 6 aprile dalle 10.30 alle 12.30 nella sala Aquarius, al primo piano del Centro congressi del polo fieristico di Rho/Pero.

Il convegno ha l’obiettivo di riflettere su questi temi e di offrire, con l’ausilio di esperti e di casi di successo, degli utili spunti per innovare la strategia di servizio della distribuzione indipendente.

Il PROGRAMMA

 

10.30 Welcome coffee e registrazione partecipanti

 

10.45 Saluti di apertura
  • Mauro Mamoli, presidente Federmobili Confcommercio Imprese per l’Italia
  • Claudio Feltrin, presidente Assarredo Federlegno Arredo
11 Relazioni
  • Come sta evolvendo la distribuzione e come si pone rispetto ai servizi. Ricerca Federmobili 2017, Mauro Mamoli, Federmobili
  • Offrire valore al cliente per indurlo ad entrare nel punto vendita, Jacopo Bargellini, IED Design
  • Il cliente nella digital transformation, Agos Ducato
11.30 Case history
  • Concept Store: la materioteca per il negozio di arredo, Alessandro Muzzarelli – Mad051
  • Servizio su misura per il cliente con il nuovo concept di Leroy Merlin, Luciano Sala – Leroy Merlin
  • L’arte dell’abitare raccontata in un percorso multisensoriale, Maurizio Elli – Salvioni Arredamenti
  • Comunicare i servizi e aumentare le vendite con Facebook, Mattia Fiorin – Fiorin Arredamenti
12.30 Conclusioni

>>ISCRIZIONE


Stop ai voucher lavoro, per commercio e turismo «un epilogo paradossale»

voucher lavoro

Voucher addio. Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto che abroga le norme sui buoni lavoro e sugli appalti oggetto dei referendum convocati per il prossimo 28 maggio e promossi dalla Cgil, che quindi saltano. Il testo ricalca quello approvato dalla Commissione Lavoro della Camera che prevede lo stop immediato dell’acquisto dei buoni, mentre i voucher già acquistati potranno essere usati (o rimborsati) fino al 31 dicembre.

Immediate le reazioni delle categorie imprenditoriali. «I voucher erano l’unico strumento legale, tracciabile, soggetto a copertura Inps e Inail e idoneo a coprire prestazioni saltuarie e occasionali anche nelle imprese – è il commento della Confcommercio -. La scelta della loro cancellazione, che sembra legata più alla volontà di evitare il referendum che ad una valutazione di merito, crea un vuoto, non tenendo conto che quelle prestazioni sono comunque presenti nelle imprese». Secondo la Confederazione la vicenda è giunta «a un epilogo ancor più paradossale, se si considera che nei settori rappresentati da Confcommercio, in particolare nel turismo e nella ristorazione, dove peraltro l’occupazione stabile è cresciuta, i voucher erano uno strumento molto apprezzato soprattutto perché consentivano di operare legalmente e con semplicità». «Si è scelta la strada della cancellazione – prosegue l’associazione – senza che ci siano strumenti alternativi e senza preoccuparsi del vuoto che si crea perché con l’eliminazione dei voucher non possono essere coperte quelle attività occasionali comunque presenti nelle imprese».

Fipe, attraverso le parole del presidente Lino Stoppani, ha ribadito «la totale contrarietà ad una riforma guidata non dal proposito di migliorare questo strumento quanto da principi puramente ideologici e demagogici». «Dietro tali provvedimenti – ha detto – c’è molta strumentalizzazione alla luce di una campagna elettorale di fatto già iniziata, che non tiene conto degli effetti che questa decisione potrebbe avere sulle imprese e sul mercato del lavoro. Riteniamo pertanto che a questo punto affidarsi al referendum sia una scelta migliore rispetto ad una legge concepita frettolosamente e che non tiene conto delle esigenze delle imprese e dei cittadini».

Dello stesso parere sono anche Federalberghi e Fida. Secondo la federazione albergatori: «Sarebbe meglio affidarsi alla volontà popolare. Regolamentare il lavoro accessorio è utile e doveroso per prevenire gli abusi ma, da quel che si apprende, ciò che emerge è una disciplina ingiustamente punitiva e discriminatoria che rischia di consegnare all’economia sommersa la maggior parte delle prestazioni lavorative che oggi sono rese attraverso i buoni lavoro».

Donatella Prampolini Manzini presidente della Federazione Italiana Dettaglianti dell’Alimentazione di Confcommercio-Imprese per l’Italia e vicepresidente Confcommercio afferma che «i dati Inps provano senza alcun dubbio che i voucher non sono utilizzati come sostitutivi di un contratto di lavoro. Le modifiche ai voucher che si sentono in questi giorni non ci trovano assolutamente d’accordo. Tant’è che piuttosto di una modifica fatta in questa maniera, assolutamente demagogica, preferiamo la consultazione referendaria: siamo certi che gli italiani partorirebbero una soluzione meno catastrofica di quella proposta».

«Il provvedimento che porta alla cancellazione dei voucher è assolutamente sbagliato perché rischia di veder gettate al vento le basi di un metodo costruito per tamponare temporaneamente le esigenze del dettaglio moda soprattutto durante picchi di lavoro come, ad esempio, sotto Natale, in occasione delle manifestazioni fieristiche e dei campionari, dei saldi o in caso di temporanea malattia dei dipendenti», evidenzia Renato Borghi, presidente di Federazione Moda Italia. «Critichiamo fortemente la scelta dell’abrogazione dei voucher anche perché potrebbe addirittura portare all’incremento del lavoro nero. Inoltre, non riusciamo proprio a comprendere il rumore di uno strumento che rappresenta solamente meno dello 0,4% del monte ore lavorato complessivamente in Italia».


I vicepresidenti: «Salvaguardata l’identità, ora riflettori puntati sulle nuove categorie»

1701 Ascom - assemblea straordinaria revisone statuto (12)

La nuova carta che regola la vita associativa dell’Ascom di Bergamo (approvata all’unanimità dall’assemblea straordinaria del 23 gennaio 2017) è frutto di un’analisi puntuale, che ha visto in prima fila anche i vicepresidenti Riccardo Martinelli e Giovanni Zambonelli. «Sono stati mesi impegnativi che hanno portato ad un buon risultato, che ha fissato alcune norme divenute negli anni prassi senza però essere regolamentare», ha ricordato Martinelli. Si va dalle modalità di adesione a Confcommercio Imprese per L’Italia e a Confcommercio Lombardia – con la definizione dei livelli nazionali e regionale dell’organizzazione e l’individuazione delle competenze tra piano provinciale, regionale e nazionale – a quelle per l’adesione e l’inquadramento del socio, fino al riconoscimento ufficiale dei Gruppi, già attivi, Terziario Donna e Giovani Imprenditori, dei quali si evidenzia la funzione consultiva e propositiva.

«Il nuovo statuto – ha proseguito Martinelli – definisce anche l’incompatibilità con cariche politiche per coloro che ricoprano cariche associative, tale da garantire il concetto dell’apartitismo dell’Associazione». Ci sono poi novità nella composizione del Consiglio e nella durata del mandato. «Il Consiglio direttivo passerà da 11 membri più tre cooptati, a 13 più tre favorendo una maggiore partecipazione – ha spiegato -, mentre il presidente non potrà essere eletto per più di due mandati consecutivi e resterà in carica cinque anni, in linea con la durata del mandato nazionale. Per quanto riguarda il ruolo del direttore vengono fissate delle incompatibilità e aumentate le sue responsabilità». «In sintesi – ha concluso – si tratta di uno statuto che rispetta la storia e la nostra tradizione della nostra Associazione e ci consente di guardare avanti con ottimismo».

«Nell’affrontare il lavoro di revisione – ha dichiarato Zambonelli -, siamo partiti non tanto dallo schema fornito da Confcommercio per le associazioni provinciali ma dallo Statuto che da oltre 70 anni regola la nostra Associazione. Il risultato è una carta statutaria basata sulla snellezza della gestione degli organi, che vede potenziate le regole per l’elezione, la partecipazione, la trasparenza e i sistemi di controllo per gli associati».

«Uno degli aspetti che ha richiesto maggiore attenzione – ha aggiunto – è stata la definizione delle norme che regolano i rapporti con il piano regionale e nazionale dell’Associazione. Infatti pur aderendo pienamente a Confcommercio Imprese per l’Italia, siamo riusciti a definire alcune autonomie a beneficio degli associati e del territorio come il mantenimento nella denominazione del nostro nome Ascom, talune funzioni quali per esempio l’autonomia nei contratti di lavoro e l’indipendenza dell’operato dei probiviri provinciale».

Obiettivo è fare in modo che l’associazione possa rispondere alle esigenze, vecchie e nuove, dei propri iscritti. «Sappiamo che le associazioni, quelle che per noi sono corpi intermedi vivi che hanno una funzione fondamentale – ha rilevato Zambonelli -, saranno chiamate a grandi cambiamenti nei prossimi anni. Dovranno rafforzare l’efficacia dell’essere sindacato e quindi organi di tutela delle piccole imprese e rispondere ai loro bisogni con efficienza. Il nuovo Statuto risponde a questa esigenza. Ma non solo, regola infatti anche l’appartenenza delle Associazioni esterne ed autonome che vogliano aderire ad Ascom, mettendoci a disposizione di quelle più piccole e meno strutturate».

Sulla necessità di trovare un equilibrio tra organizzazione e politica centrale e le esigenze e le caratteristiche locali è intervento anche Costante Persiani, avvocato consulente di Confcommercio Lombardia, nonché assistente del presidente di Confcommercio Imprese per l’Italia per le Politiche Legislative, che ha supportato l’Ascom di Bergamo nel processo di revisione dello statuto. «Il più fedele interprete del territorio è chi lo vive – ha dichiarato -, per questo, dove è stato possibile, abbiamo fatto in modo che Bergamo potesse mantenere l’autonomia. Del resto un’associazione è di proprietà delle imprese ed è giusto che, se funziona bene, siano queste ad averne il controllo».

«Dagli anni Sessanta – ha invece sottolineato l’avvocato Gianfranco Lodetti, che da tempo segue l’Ascom – l’associazione accompagna i propri associati con un’assistenza qualificata. Ha seguito sfide importanti, come l’avvento dei supermercati, ed ora è pronta a rinnovare il proprio impegno a tutela dell’interesse del singolo associato e della comunità bergamasca».


Nuovo statuto Ascom, ecco cosa cambia

Nell’assemblea straordinaria del 23 gennaio 2017, l’Ascom ha approvato la revisione del proprio statuto. Ecco le principali novità, illustrate dal direttore Oscar Fusini.

  • Denominazione, sede, durata e ambito di rappresentanza

L’Associazione degli esercenti e dei commercianti della Provincia di Bergamo diventa Ascom Bergamo Confcommercio Imprese per l’Italia. La definizione dell’ambito non fa più riferimento alla provincia ma al territorio di Bergamo. Viene estesa la rappresentanza nel settore dei servizi e allarghiamo alla libera professione e al lavoro autonomo.

  • Principi, valori ispiratori, codice etico, scopi e funzioni

I principi e i valori ispiratori sono gli stessi dello statuto confederale: libertà associativa, pluralismo, responsabilità, impegno costante verso la legalità, democrazia interna, sviluppo sociale ed e economico, sussidiarietà, solidarietà ed europeismo sono i principi enunciati. Gli scopi sono allineati all’operato fin qui svolto con la promozione dei principi, tutela e promozione delle imprese, erogazione di servizi di informazione, formazione, promozione, assistenza, consulenza ed altri.

  • Adesione a Confcommercio Imprese per l’Italia e regionale

1701 Ascom - assemblea straordinaria revisone statuto (23)Viene confermata l’adesione a Confcommercio Imprese per l’Italia e l’accettazione delle sue delibere. Nello specifico ci si impegna a collaborare con la Confederazione pur mantenendo quelle prerogative di autonomia corrispondenti all’interesse degli associati e del territorio. Si introduce il codice etico Confcommercio per le persone che assumono cariche associative e viene ufficialmente riconosciuta Confcommercio Lombardia, costituita da oltre vent’anni.

  • Adesione ed inquadramento, modalità, decadenza e recesso

Viene indicato in maniera precisa chi può iscriversi e le modalità di adesione; sono inoltre specificate le modalità delle iscrizioni di enti, consorzi e associazioni. Si afferma che può esercitare i diritti sociali solo chi è in regola con il pagamento della quota e vengono definite le procedure di ammissione e espulsione.

  • Gruppi

Restano confermate le modalità di costituzione e funzionamento dei gruppi di categoria. Sono introdotti i gruppi consultivi e di proposta dei Giovani Imprenditori e del Terziario Donna, già attivi.

  • Organi associativi ed eleggibilità, incompatibilità

Viene confermato l’assetto attuale con l’Assemblea, il Consiglio delle Categorie, il Consiglio direttivo, il Presidente, il Collegio dei Revisori dei Conti e il Collegio dei Probiviri e le norme per la loro elezione.

Vengono stabiliti il limite dei 75 anni per candidarsi e la durata delle cariche di 5 anni. Sono inoltre fissate le incompatibilità con ruoli politici salvo deroga del Direttivo che non vale per presidente, vicepresidenti e direttore.

Infine viene introdotta la decadenza dalla carica per ragioni penali (con condanna definitiva).

  • Assemblea

È introdotta l’approvazione del conto preventivo insieme al rendiconto dell’esercizio precedente. In sede di rinnovo degli organi viene prevista la certificazione del Rendiconto dell’esercizio precedente approvato dall’Assemblea.

  • Consiglio delle categorie e Consiglio direttivo

Viene aumentato il numero dei membri da 11 a 13, più 3 cooptati.

  • Presidente

È prevista la non rieleggibilità per più di una volta di seguito (massimo due mandati consecutivi cioè 10 anni).

  • Collegio dei revisori dei conti, Probiviri, Direttore

Gli aspetti salienti riguardano l’incompatibilità con ruoli politici, senza possibilità di deroghe, e la responsabilità per i bilanci associativi.

  • Patrimonio, trasparenza, esercizio finanziario liquidazione

Viene confermato l’attuale assetto pur modificando le disposizioni.

  • Norma transitoria.

Per la prossima assemblea di rinnovo degli organi associativi non si terrà conto del mandato e dei mandati ricoperti anteriormente.


Negozi, tutto quello che c’è da sapere per stare sul web. E avere successo

L’e-commerce continua a crescere senza sosta – oltre 26 volte nell’abbigliamento dal 2005 al 2015 secondo i recenti dati Confcommercio – mettendo in allarme il commercio tradizionale, nessuna categoria esclusa. Applicazioni come Amazon Price check o RedLaser con una foto dell’articolo o del codice a barre restituiscono proposte di prezzo o cercano addirittura il prodotto nei negozi vicino. Manichini-robot virtuali cercano di compensare l’impossibilità di indossare i capi attraverso l’etere e le immagini del prodotto sempre più dettagliate, tra zoom e diverse prove di colori e fogge, provano a far bucare lo schermo di pc e smartphone a merce di ogni sorta.

Di fronte alla crescente concorrenza del web, i negozi tradizionali tremano, eppure la vendita on-line può rappresentare un’opportunità per le piccole imprese. Ne è convinto Fabio Fulvio, responsabile del settore Politiche per lo Sviluppo della Confcommercio che da anni monitora l’impatto dell’e-commerce sul commercio tradizionale. Non mancano dati incoraggianti: chi ha imparato a vendere on-line e a coinvolgere e promuovere attraverso i social la propria attività ha visto crescere il proprio business e ha allargato lo sguardo dalla propria vetrina, magari di un piccolo paese in provincia, al mondo.

I saldi sono superati dall’e-commerce che propone shopping d’occasione tutto l’anno?

«Il prezzo non è la sola molla per gli acquisti sul web. Da analisi e interviste emerge che le motivazioni per comprare on-line sono solo in parte economiche. Il maggiore assortimento, la sensazione di fare un acquisto più consapevole, forte di recensioni positive e analisi comparative, e, non ultima, la comodità di acquistare a qualsiasi ora anche dal cellulare sono alcuni tra i principali plus evidenziati da chi opta per l’e-commerce. Di contro, esistono altrettante resistenze nell’acquisto via web: la mancanza di relazione, la scarsa fiducia nei mezzi di pagamento e l’incertezza sul bene acquistato, oltre che su eventuali procedure di reso».

Quali consigli per le imprese che vogliono sbarcare sul web?

slide 1«Anche se una presenza internet è irrinunciabile per qualsiasi attività, non è detto che si debba fare e-commerce per forza, ma per resistere alla concorrenza del web bisogna mettere in campo professionalità e capacità di analisi. Ci sono due strade per stare sul mercato: continuare ad essere venditori tradizionali e migliorare il punto vendita e l’esperienza d’acquisto oppure integrare web e negozio tradizionale. La maggior parte dei negozianti – diciamo 9 su 10 –  non sa quante persone entrano nel loro negozio. E non è proprio ammessa l’approssimazione se si vuol giocare la partita con concorrenti che sul web hanno a disposizione analisi sofisticate che profilano la clientela in tempo reale. Non basta vedere crescere i “like” sulla propria pagina Facebook, ma bisogna valutare in modo preciso l’impatto del social sulle performance del negozio. Solo un negozio su 5 sa valutare i margini per prodotto, l’abc per chi vuole fare promozioni e rivedere l’assortimento della propria attività, perché molti hanno prodotti che non si pagano il posto sullo scaffale e vanno “sfrattati”».

Per avere tutte queste informazioni le piccole attività, in un momento di crisi, devono fare investimenti importanti?

«No. Bastano davvero piccoli accorgimenti per analizzare con precisione il proprio business, migliorare le vendite ed essere davvero competitivi sul mercato. Investire un centinaio di euro in una cellula fotoelettrica per analizzare il passaggio in negozio è una piccola spesa che può portare a grandi risultati e dare molte più informazioni utili per incrementare le proprie entrate. Perché guardare solo quanto resta nel cassetto la sera non stimola certo il proprio business né rende più competitivi».

I social salvano i piccoli negozi, visto che la concorrenza in questo campo si gioca tutta sulla relazione?

«I social aiutano a fare bene e meglio cose che alcuni negozianti già fanno, ma non risolvono certo i problemi di attività gestite in modo più approssimativo. Sono ad esempio uno strumento molto agile per creare ed intercettare community, per fidelizzare la clientela e allargare il business a chi condivide gli stessi interessi e passioni. Io, ad esempio, sono un sub e non mi limito ad acquistare attrezzatura varia nel mio negozio di fiducia, dato che organizza immersioni ed eventi, mi ci posso rivolgere per nuovi brevetti e per una serie di consigli tecnici. Basta organizzare un gruppo chat via whatsapp, un post sulla gita organizzata all’Argentario, per supportare lo sforzo profuso per trasformarsi da venditore di beni a qualcosa in più, a un punto di riferimento per gli appassionati, oltre che a recuperare redditività. I social estendono la conoscenza della clientela, che ogni negoziante ha il vantaggio, a differenza di una big company del web, di coltivare da vicino e magari da anni. E questo patrimonio di conoscenze non sarà mai sostituibile da un software».

L’integrazione tra negozio tradizionale e web è alla portata anche delle imprese più piccole?

«Anche i piccoli negozi – a patto che abbiano lavorato già per migliorare il punto vendita e conoscano in modo approfondito e analitico il proprio business – possono integrare con successo on-line e off-line. Confcommercio ha siglato un accordo nazionale con eBay che offre alle imprese associate una vetrina on-line Premium gratis per sei mesi (con un risparmio di 3o euro mensili) e, sul fronte dei social, con Facebook ha formato in dodici tappe nazionali 10mila imprese. A L’Aquila – dove eBay ha fatto anche un ulteriore sforzo per solidarietà ai negozianti che han perso tutto con il terremoto – molte attività hanno recuperato clienti e fatturato e sono riuscite a vendere anche all’estero. I social – a patto di usarli in modo mirato – offrono modi innovativi di coinvolgere la clientela e portarla nel proprio negozio; i costi per iniziative pubblicitarie e per altre forme di marketing sono davvero ancora bassi e i risultati di campagne molto mirate non tardano ad arrivare».

L’e-commerce può quindi essere un’opportunità per le insegne indipendenti?

slide 2«È sia una minaccia che un’opportunità. È una modalità di acquisto nuova ed in costante crescita che erode senza dubbio lo shopping tradizionale, ma può essere una risorsa importante a patto che la si sappia sfruttare al meglio. Sono molti i negozi tradizionali che vendono più di prima e che inviano pacchi dall’altra parte del mondo, raggiungendo destinazioni impensabili per una piccola attività del territorio, magari di un piccolo paese in provincia. I negozi tradizionali, se ci si crea una nicchia di mercato, difficilmente saranno attaccabili dalla concorrenza on-line. Molti si chiedono se tra 10 anni i negozi resisteranno alle nuove tendenze nei consumi e noi ne siamo convinti, ma anche gli stessi colossi del web lo sono. Credo che l’on-line resterà un canale alternativo e complementare, certo in costante crescita, ma che non potrà mai sostituire il piacere dell’acquisto in negozio».

Molti commercianti lamentano di dedicare attenzioni e tempo a clienti che poi si copiano il codice dell’articolo e lo acquistano on-line, facilitati da comparazioni prezzi, con tanto di geolocalizzazione. I negozi non rischiano di fare da show-room agli e-shopper?

il negozio nell'era di internet - bussole confcommerci«Il “Topo” (try off-line, purchase on-line, ovvero prova in negozio, compra su internet) è un fenomeno negativo ed è il motivo che mi ha spinto a dedicare una pubblicazione della Collana Le Bussole Confcommercio all’e-commerce (“Il negozio nell’era di internet”). La titolare di un negozio di ottica mi aveva chiesto come fare a risolvere il problema del cliente che entra in negozio, prova i vari modelli di occhiali da sole, si prende nota del codice e del prezzo e poi con una scusa rimanda l’acquisto perché molto probabilmente andrà a comprarli on-line. Per questo ho scelto di interpretare la delusione, l’amarezza e la sana indignazione di chi gestisce un negozio con passione, nonostante le sempre maggiori difficoltà, di fronte a questo comportamento».

Come possono difendersi i negozianti?

«Con la personalizzazione, il consiglio giusto e il servizio. Avere di fronte un cliente che pensa di acquistare on line può essere anche una chance e una sfida da giocarsi al meglio. Di fronte alla personalizzazione, all’idea che quel paio di occhiali sono stati adattati perfettamente a me, con la distanza focale giusta, che quella bicicletta è proprio perfetta per il passo della mia gamba, che la camicia avrà le mie cifre ricamate, che le scarpe da ginnastica sono state scelte in base a come appoggio il piede e via dicendo, credo che alla fine opterà per l’acquisto in negozio, tanto più se il punto vendita mi garantisce assistenza e consulenza in garanzia, riparazioni e quant’altro. La personalizzazione vince sempre, come mostrano alcune nuove aperture eccellenti nel mondo: è il caso di Bite Beauty Lip Lab che a New York crea un rossetto ideale e su misura in base all’incarnato del viso in migliaia di tonalità e con diverse caratteristiche.

C’è poi anche il fenomeno inverso ed altrettanto diffuso del “Ropo” (research on-line, purchase off-line, ovvero cerca sul web, acquista in negozio). Si ha di fronte una clientela sempre più preparata, che sa tutto di quel prodotto perché ne ha ponderato l’acquisto e ne ha letto decine di recensioni, ma decide di comprare nel negozio tradizionale. In questo caso il personale deve essere più che preparato: non è ammissibile che il cliente ne sappia quasi più di chi sta dietro il bancone».

Il web si sta attrezzando con strumenti ultra sofisticati, dai manichini virtuali con diverse tipologie di corporatura a formule che consentono la prova e restituzione gratuita dei prodotti. Come rendere l’esperienza fisica di acquisto irrinunciabile?

slide 3«Chi vende on-line sta cercando in tutti i modi di ridurre la distanza fisica  attraverso chat ed altri strumenti che mostrano il prodotto al meglio. Però non siamo robot e le motivazioni che stanno dietro ad un acquisto non sono certo tutte dettate dalla razionalità. Mettendo in campo creatività e lavorando su allestimenti, posizionamento della merce e visual merchandising si possono incrementare di molto le vendite. Tra i punti di forza del negozio c’è la capacità di suscitare emozioni e di coinvolgere attraverso stimoli sensoriali. Il visual merchandising può invitare i clienti a frequentare i negozi per un’esperienza sensoriale. Il paradosso è che in molti casi il visual merchandising è più curato sul web che nei negozi. E non basta fare delle belle vetrine, ma curare l’esposizione interna, orientare le scelte in uno spazio circoscritto e rendere più chiaro l’allestimento. Non servono grandi investimenti ma tanta creatività: basta un sapiente mix di dimensioni, colori e dettagli, giocando con spazi, volumi, altezze. Gli interventi di miglioramento visivo nei negozi hanno un impatto immediato oltre che sulla piacevolezza dell’esperienza del cliente anche sulle vendite, con incrementi che spesso superano il 30%».

Il web invoglia ad acquistare di più di quanto si vorrebbe suggerendo proposte di total look e rendendo evidenti altri prodotti che potrebbero interessare o che chi ha acquistato prima di noi ha selezionato oltre ai nostri nel carrello virtuale. Uno stimolo in più per il commercio per cercare di incrementare lo scontrino medio?

«Stimolare gli acquisti è l’abc del commercio e rappresenta la forza dei negozi che hanno successo oggi e che lo avranno sempre anche domani. Non significa cercare di rifilare tutto e subito ad un cliente, ma è un lavoro che si porta avanti con passione e calma, ma soprattutto con la conoscenza e annotandosi gli acquisti fatti. Non servono necessariamente software, basta un foglio Excel, ma anche un semplice pezzo di carta. Solo così si possono proporre alla clientela acquisti aggiuntivi, abbinamenti e spese complementari, incrementando lo scontrino medio. Il bravo venditore anticipa gli acquisti futuri dei clienti, magari ricordandosi, per esempio, di un’imminente cerimonia, vacanza o evento e così riesce a vendere assieme ad un paio di pantaloni anche il completo perfetto per la laurea del figlio e via dicendo. Gli heavy spender si rivolgono ad un personal shopper per gli acquisti, i negozianti possono essere i migliori consulenti d’immagine per i loro clienti».

I distretti del commercio possono rappresentare un’occasione per creare piattaforme di vendita indipendenti?

«I distretti del commercio, così come la concentrazione in alcune vie di medesime attività in apparente concorrenza tra loro, possono incentivare lo shopping. C’è ancora chi teme la concorrenza del dirimpettaio in una via ricca di ristoranti ed invece accade il contrario: succede che si lavora di più tutti perché la via diventa una meta per chi vuole uscire a cena. Basta guardare al successo delle vie della moda, in grado di attrarre sempre per lo shopping. I distretti hanno organizzato con successo forme di fidelizzazione della clientela per gli acquisti, ma quanto alla creazione di piattaforme indipendenti per l’e-commerce sono un po’ scettico. Meglio optare per piattaforme note, se non arcinote, nonostante chiedano contratti e commissioni più o meno elevate. Raggiungere la diffusione dei colossi del web e la tecnologia delle big company è troppo difficile per chi inizia una rincorsa quasi impossibile da zero».

 


Il gelo e i prezzi dell’ortofrutta / «Ma quale speculazione? I consumatori sanno scegliere»

Il freddo delle ultime settimane ha fatto impennare i prezzi dei prodotti ortofrutticoli ma ha anche alimentato l’allarme speculazione. La denuncia di rincari ingiustificati è arrivata dalle associazioni degli agricoltori, dei consumatori e anche da una parte dei dettaglianti.

Di diverso avviso è Livio Bresciani, presidente del gruppo Fruttivendoli dell’Ascom di Bergamo che guida anche la categoria a livello nazionale in Fida Confcommercio. «Operiamo in un contesto di libero mercato dalle dinamiche chiare e note – ha dichiarato a Italian Fruit News, in un faccia a faccia con il presidente di Assofrutterie Fiesa Confesercenti Daniele Mariani -. In situazioni come queste si cerca di vendere al meglio, ma riteniamo non ci siano operazioni speculative di significativa entità. Anche perché il consumatore è maturo e consapevole, boccia eventuali situazioni estreme limitando o allontanandosi dall’acquisto fino a quando non tornano condizioni normali: si può vivere tranquillamente senza comprare un determinato ortaggio per qualche giorno». Per Bresciani, infine, «questa ondata di gelo sta destando scalpore, ma non va dimenticato che siamo in pieno inverno, un inverno rigido e non mite come quello cui forse ci si era abituati. E le conseguenze sono anche aumenti di quotazioni legate all’offerta esigua».


Regali di Natale, budget confermato. Ecco chi sale e chi scende

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Per il Natale 2016, gli italiani regaleranno in prevalenza generi alimentari, giocattoli e giochi per bambini, capi di abbigliamento, libri, prodotti per la cura della persona, vino, calzature, telefoni cellulari e smartphone. I generi alimentari si confermano anche per il 2016 la tipologia di regalo più diffusa: il 73,7% (contro il 74,7% del 2015) del campione dell’indagine realizzata da Confcommercio in collaborazione con Format-Reserach ha affermato che effettuerà un regalo di questo genere.

Tra i prodotti maggiormente acquistati nel 2016 salgono rispetto al 2015 i giocattoli per i bambini (46,7% contro il 45,4% del 2015), capi d’abbigliamento (46,3% contro il 46,2% del 2015), i libri (41,7% contro il 36,4% del 2015), i prodotti per la cura della persona (34,9% nel 2016, erano il 30,6% nel 2015), il vino (27,8% contro il 26,4% del 2015) e le calzature (17,1% nel 2016, erano il 15,5% nel 2015). In aumento anche la percentuale dei consumatori che pensano di acquistare gioielli e bijoux (10,8% contro il 7,8% del 2015). In diminuzione cellulari, smartphone e articoli tecnologici: accessori per il pc, tablet, stampanti, etc.

Forse anche per un senso di incertezza per l’attuale situazione – rileva l’indagine – si faranno più regali ai propri familiari (il 68,6% contro il 67,8% del 2015) e a se stessi (44,4% contro il 37,1% dello scorso anno) e un po’ meno a conoscenti, amici e parenti lontani (il 30,5% contro il 32,5), anche se, ed è un segnale positivo, quest’anno si riduce di quasi 20 punti la percentuale di chi attenderà gli ultimissimi giorni a ridosso delle festività per acquistare i regali (dal 37,3% al 18,6%).

Quanto al budget di spesa previsto, la stragrande maggioranza dei consumatori (93,3%) cercherà di non superare complessivamente i 300 euro (sostanzialmente in linea con l’anno scorso), cifra che potrebbe aumentare anche per effetto dell’abolizione della Tasi.

Gli acquisti saranno effettuati in prevalenza presso i punti vendita della grande distribuzione (75,6%) e i negozi tradizionali (56%), ma è in forte crescita l’utilizzo del web, un canale di acquisto a cui nel 2009 si rivolgeva appena il 3,8% degli italiani. Dopo tre anni, nel 2012 la percentuale è salita al 28,3%, nel 2015 al 39,6% e oggi si attesta al al 44%.

>>L’indagine


Bonus arredi, tutto quello che c’è da sapere in un sito e un video

Federmobili Confcommercio Imprese per l’Italia, grazie alla collaborazione con il Ministero dell’Economia e delle Finanze, ha lanciato una campagna di comunicazione al grande pubblico riservata ai negozi indipendenti di arredamento. Il claim, “Vuoi arredare la casa? Hai il 50% di ragioni in più per farlo”, mira a catturare l’attenzione sui bonus fiscali a disposizione per gli acquisti di arredi legati agli interventi di recupero del patrimonio edilizio e all’acquisto della prima casa da parte di giovani coppie. Ma l’informazione fornita al consumatore non si limita ai bonus arredi disponibili: grazie al sito web creato appositamente per la campagna, il pubblico interessato può trovare anche tutte le informazioni sui negozi aderenti, organizzati per area geografica.

L’iniziativa è supportata dall’impegno costante che Federmobili, insieme alle altre organizzazioni di categoria interessate, mette in campo per mantenere alta l’attenzione del Governo sul settore dell’arredamento, nell’ambito delle misure a sostegno degli investimenti per la casa. A questo riguardo è bene precisare che, mentre il bonus mobili ed elettrodomestici legato alle ristrutturazioni è stato prorogato a tutto il 2017 dalla Legge di Bilancio attualmente all’esame delle Camere, lo stesso non vale ancora per il bonus arredi giovani coppie, per il momento previsto in scadenza al 31 dicembre 2016. Federmobili sta lavorando insieme a FederlegnoArredo affinché anche il Bonus Giovani possa essere prorogato ma, a scanso di equivoci, nello spot usato per la campagna è stata inserita prudenzialmente la data di scadenza vigente.

Lo spot rimanda al sito dedicato www.bonusarredi.it che contiene le informazioni sui bonus e l’elenco dei negozi aderenti alla campagna ai quali il consumatore può rivolgersi per fare i propri acquisti. Ogni punto vendita ha una scheda personalizzata con immagini, contatti e link diretto al sito dello showroom. Il video stato diffuso per sette giorni nelle sale cinematografiche – un canale che rappresenta una novità assoluta nelle scelte di comunicazione – ed ora la campagna prosegue sul web, mirata al target di consumatori maggiormente interessati.

«Siamo molto soddisfatti di poter collaborare con il Ministero dell’Economia e delle Finanze – ha dichiarato il presidente di Federmobili Confcommercio Imprese per l’Italia, Mauro Mamoli – con un’iniziativa specifica per il settore che si iscrive nell’ambito della campagna informativa del Governo #CasaConviene per comunicare alle famiglie italiane tutte le agevolazioni fiscali che ruotano attorno al sistema casa. È importante che chi cerca informazioni sulle agevolazioni legate ai mobili trovi anche delle indicazioni sui negozi ai quali potersi rivolgere per fare i propri acquisti in sicurezza e ricevendo la consulenza necessaria: sul sito bonusarredi.it è possibile farlo. Si tratta di una grande opportunità per i negozi di arredamento che si distinguono per affidabilità, garanzie, servizio al cliente, e che vogliono mantenere le distanze da una comunicazione focalizzata solo su sconti e offerte speciali che non scadono mai».


Start-Up Factory, anche Bergamo fa scuola ai nuovi imprenditori

start-up-factory-2Anche Bergamo ha portato la propria testimonianza a “Start-Up Factory”, il grande evento che Confcommercio Lombardia e Cariplo Factory, in collaborazione con Capac Politecnico del Commercio e Scuola Superiore, hanno organizzato allo Spazio “Base” Area ex Ansaldo di Milano, dedicato a start up, a imprese che vogliono avviare un percorso di rete, aspiranti imprenditori e liberi professionisti, ma anche agli studenti.

Obiettivo dell’incontro era offrire strumenti per dare corpo all’idea imprenditoriale o consolidare l’impresa già avviata, attraverso focus di informazione e orientamento sui diversi aspetti del business, con la possibilità di partecipare a desk di consulenza gratuita.

A raccontare la propria esperienza anche Luca Bonicelli, presidente del Gruppo Giovani dell’Ascom di Bergamo, che sta traghettando la salumeria di famiglia a Villa d’Ogna, classico esercizio di vicinato, verso il catering, con puntate anche all’estero. «Fare impresa oggi non significa solo sviluppare progetti high tech – spiega Bonicelli -, ma anche rinnovare e sviluppare qualcosa che c’è già. E non conta nemmeno da dove si viene, ma contano dove si vuole andare, la passione e la volontà per arrivarci. Nel mio caso, da perito chimico sono finito a fare il cuoco e l’imprenditore, mi sono ritrovato a portare avanti un’attività storica con la necessità di aprire anche nuovi orizzonti, in pratica una start up anche se non nell’accezione propria del termine».

Chi vuole lanciarsi in un’attività in proprio deve però muoversi con attenzione, perché se è vero che la nuove aperture in Lombardia sono in media 160 al giorno (33mila nel primo semestre), in prevalenza nel terziario (il 64,7%) e per un terzo su iniziativa di giovani, è altrettanto vero che quasi un terzo del totale non arriva ai tre anni di vita. «Fare impresa si può, ma non deve essere una scelta di ripiego, magari perché non si trova lavoro o lo si ha perso – prosegue Bonicelli -. È un percorso che va costruito con scrupolo, informandosi, studiando il mercato, valutando tutti i costi di gestione. In questo le associazioni di categoria come la nostra possono aiutare, dando indicazioni e supporto. È un tema che come Gruppo Giovani seguiamo con particolare interesse e che vogliamo sviluppare per proporci sempre più come un punto di riferimento per la nuova imprenditoria. Confrontarsi e fare rete è infatti importante, non solo dal punto di vista professionale, ma anche umano».

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Professionisti Ict, in Confcommercio nasce l’associazione

Se è vero che i professionisti del digitale stanno aumentando rapidamente e che costituiscono l’ossatura della Trasformazione Digitale, è altrettanto vero che in Italia non hanno vita facile. Il mercato è una prateria in cui la concorrenza è sfrenata, complice soprattutto la corsa al ribasso delle tariffe che mina la qualità del lavoro. Inoltre le competenze non vengono spesso garantite e tanto meno certificate, così fare business diventa un’impresa.

Per tutelare la professionalità e incidere come categoria a livello di mercato e politico è nata Pro4Ict, Associazione nazionale dei professionisti Ict. «Ciò che serve è creare un contesto in cui ci si possa mettere in gioco a livello identitario e avere la forza per far sentire la propria voce – spiega la neo presidente Deborah Ghisolfi -. Pro4Ict nasce in seno a Confcommercio Imprese per l’Italia, del cui peso istituzionale potremo beneficiare fin da subito per partire con le attività rivolte ai nostri associati, e raccoglie il knowhow di Assintel, che rappresenta l’altra faccia della medaglia della rappresentanza dell’Ict a livello aziende».

logo pro4ict - confcommercio professioni digitali«Una nuova associazione nasce all’interno di Confcommercio – aggiunge Anna Rita Fioroni, responsabile professioni Confcommercio – e aderisce al nostro Coordinamento delle professioni per la rappresentanza e la tutela di professionisti nel settore Ict, la cui opera è strategica per la competitività delle imprese e del Sistema Paese. Insieme faremo un cammino di valorizzazione delle qualità e delle competenze per distinguersi nel mercato dell’innovazione».

Per seguire le attività, chiedere informazioni e partecipare alle discussioni è attiva la pagina Facebook Pro4Ict.