“GourmArte per Expo”, un poker di chef stellati atterra nel centro di Bergamo

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Massimo Bottura

GourmArte si fa “special” per Expo 2015. La manifestazione della Promoberg dedicata alle eccellenze enogastronomiche lombarde, da tre anni a questa parte organizzata in Fiera nel mese di dicembre, si trasferisce nel centro di Bergamo in occasione dell’esposizione universale.

Tra settembre e ottobre la rassegna propone quattro date che agli appassionati della tavola d’autore conviene annotarsi. Si tratta infatti di quattro incontri con altrettanti artisti della cucina italiana: Massimo Bottura (Osteria Francescana, Modena), Pino Cuttaia (La Madia, Licata – Agrigento), Annie Féolde (Enoteca Pinchiorri, Firenze) e Gennaro Esposito (Torre del Saracino, Vico Equense – Napoli). Il poker stellato (sul piatto ci sono complessivamente 10 stelle Michelin) sarà completato da un’ultima data a inizio novembre alla Cantalupa di Brusaporto, per una grande chiusura in tavola firmata dai fratelli tri-stellati Michelin di Bergamo, i Cerea del ristorante Da Vittorio.

L’evento si snoda tra il Balzer, lo storico locale recentemente rinnovato nell’ambiente e nella gestione, la tensostruttura del Quadriportico-Spazio Creberg e la Domus Bergamo, la “casa” allestita nel cuore della città per ospitare nel semestre di Expo gli eventi culturali e gastronomici del territorio.

Le date sono le seguenti: 2 settembre Massimo Bottura; 21 settembre Pino Cuttaia; 5 ottobre Annie Féolde e i suoi chef; 12 ottobre Gennaro Esposito. La chiusura con i fratelli Cerea è invece fissata per venerdì 6 novembre.

Il format dei quattro appuntamenti in città è lo stesso. A partire dalle 18, utilizzando la struttura della Domus Bergamo in piazza Dante, a pochi passi dal Balzer, il cuoco che firma la cena racconterà la sua esperienza professionale durante un aperitivo con prodotti locali e poi in un talk show che prevede anche la dimostrazione dell’elaborazione di un piatto con un prodotto bergamasco tra quelli riconosciuti dal marchio “Bergamo città dei Mille… sapori”. A seguire, indicativamente dalle ore 20,30, la cena al Balzer che prevede cinque portate per un totale di 60-80 coperti.

Gli ingressi alla Domus Bergamo (compreso lo show-cooking) e alla tensostruttura del Quadriportico-Spazio Creberg sono liberi e gratuiti. Il costo dell’aperitivo in Domus Bergamo è di 10 euro, mentre quello dellla cena al Balzer è di 99 euro a persona, tutto compreso.

GourmArte per l’Expo è un evento Promoberg in collaborazione con Balzer, Domus Bergamo e Multimedia, e ha quali partner la Camera di Commercio di Bergamo, l’Ascom di Bergamo, l’Accademia del Gusto, l’Ente Bilaterale Commercio e Servizi di Bergamo e l’Ente Bilaterale Alberghiero e dei Pubblici Esercizi di Bergamo.

Per informazioni e prenotazioni per la cena, occorre rivolgersi a Balzer (tel. 035 234083 – info@balzer.it)


Pasticcini o piatti salati? Gotti lascia di stucco i piccoli MasterChef

Lo chef bergamasco Francesco Gotti continua a stupire in tv. Dopo aver preparato qualche anno fa una frittata perfetta ad occhi bendati sul palcoscenico di “Italia’s got talent”- conquistando il plauso convinto dei giurati Maria De Filippi, Gerry Scotti e Rudy Zerbi – ha lasciato a bocca aperta i piccoli concorrenti di Junior MasterChef. Nell’ottava puntata, andata in onda ieri sera su Sky, l’executive del Bobadilla di Dalmine e manager della squadra Junior della Nazionale Italiana cuochi ha presentato in trasmissione quello che sembrava un bel vassoio di paste mignon, che al palato si sono invece rivelati veri e propri piatti salati.

Gotti MasterChef (1) Gotti MasterChef (2)Da qui è nato lo spunto per la sfida tra gli aspiranti chef, quella a creare piatti salati che sembrassero dei dolci. Le loro proposte, realizzate in un’ora, sono andate dallo stecco gelato di tartare di ricciola al tiramisù con melanzane, al gelato salato con crema al basilico e alla barbabietola, alla finta colazione con vellutata di funghi servita in tazza e biscotti al parmigiano.

Dell’arte di ingannare i sensi a tavola, presentando piatti e prodotti che alla vista appaiono consueti ma al gusto si rivelano tutt’altro, Francesco Gotti è un vero esperto, tanto da racchiudere le sue creazioni nel libro “Pensavo fosse… invece è! Giochi di percezione nel gusto”, realizzato con l’Accademia del Gusto dell’Ascom e pubblicato dalla Rassegna nel 2008.

La puntata di Junior MasterChef, che ha selezionato i semifinalisti, ha visto in scena anche un altro chef bergamasco. Lo stellato Giancarlo Morelli del Pomireau di Seregno, che ha dispensato consigli per la prova in esterna.

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le fotografie sono dell’Unione Cuochi Regione Lombardia


Giovani chef per Expo, sul podio due bergamaschi

Ci sono anche due giovani bergamaschi tra i nuovi talenti dei fornelli selezionati dal concorso della Regione “New talented Italian chef for Expo 2015”. Sono il 18enne Luca Vezzoli e la 17enne Elisa Zanella, entrambi allievi dell’ente di formazione Ikaros che ha attivato il corso a Grumello del Monte, entrati a far parte con le proprie ricette nell’Albo d’oro dei migliori studenti dei centri di formazione lombardi. Un’iniziativa che vuole essere una vetrina da mettere a disposizione degli operatori della ristorazione per esperienze sia nell’ambito dell’Expo di Milano sia per successive occasioni di inserimento nel mondo del lavoro o di potenziamento delle competenze professionali.

I ragazzi ammessi sono una cinquantina, suddivisi nelle categorie cucina, pasticceria e sala/bar. Luca ed Elisa hanno partecipato nella sezione cucina proponendo rispettivamente “Casoncello con pasta di salame e mele della Val Brembana in crema di mais Spinato rosso di Gandino” e “Risotto mantecato alla scarola bergamasca, crema di Strachitunt e gelatina di mele della Val Brembana”.

Il concorso richiedeva di scegliere come tema uno dei Cluster presenti in Expo e di presentare un piatto, una bevanda o un prodotto di panificazione o pasticceria rielaborando una ricetta della tradizione.

I due giovani sono stati tra i quattro che si sono meritati anche una menzione speciale: «Descrizione dettagliata e ragionata dei passaggi necessari per la realizzazione del piatto. Notevole creatività nella rivisitazione della ricetta e originalità nella presentazione del piatto. Esecuzione molto articolata, con ricorso a tecniche e ingredienti ricercati» per Vezzoli, mentre dell’elaborato di Elisa Zanella la commissione ha evidenziato: «Conoscenza approfondita delle caratteristiche degli ingredienti utilizzati e ottima padronanza delle tecniche di preparazione. Interessanti accostamenti di sapori e consistenze».

Tutti i vincitori

 


Fornelli in tv, il bergamasco Ronzoni nella bolgia di Hell’s Kitchen

mirko ronzoni  hell's kitchenLo chef bergamasco Mirko Ronzoni  è pronto a scendere nella bolgia infernale di Hell’s Kitchen. Le porte della cucina più diabolica e infuocata della tv si apriranno giovedì 21 maggio alle 21.10 su Sky Uno HD e Ronzoni è pronto a lanciarsi tra le fiamme per scontrarsi con altri 15 concorrenti (otto donne ed altri sette uomini)  e cercare di conquistare, a suon di sudore e prove, la fiducia del severo e “spietato” Carlo Cracco.

In palio l’occasione di diventare executive-chef del primo ristorante Hell’s Kitchen nel mondo, all’interno del Forte Village Resort in Sardegna.

Lo chef  bergamasco “prêt- à- porter” – come ama definirsi anche sul nuovo sito web www.mirkoronzoni.it-  e docente all’Accademia del Gusto di Osio Sotto ha già alle spalle, a soli 24 anni, esperienze in Italia e all’estero da Londra a New York. Non può sbottonarsi, ma dell’esperienza della sfida culinaria evidenzia: «Si vive in un loft  isolati da tutto e da tutti, con sveglia anche alle 4 del mattino e due servizi in cucina, sia a pranzo che cena,  al cardiopalma. Tensione e pressione sono sempre alle stelle con Carlo Cracco in cucina e il sistema di ricompense e punizioni previsto dal programma è davvero snervante – spiega il concorrente, originario di Dalmine e diplomato all’alberghiero di Nembro -. A mettere zizzania nelle squadre ci sono poi le nomination, anche se l’ultima parola spetta sempre allo chef Cracco».

Nella prima puntata – come annuncia il sito del programma – Carlo Cracco e il suo staff (Marion Lichtle, chef e pasticcera a “Il pagliaccio” di Roma, e  lo chef Misha Sukyas mentre a dirigere la sala è Luca Cinacchi) mettono alla prova i cuochi per assegnare le giacche dei futuri membri della squadra rossa e della squadra blu. Non tutti gli aspiranti cuochi, però, potranno avere la tanto sospirata giacca e uno di loro dovrà lasciare l’inferno prima ancora di aver iniziato un servizio!

Nel corso delle successive puntate, oltre ai commensali del ristorante, siederanno allo chef table di Cracco alcuni ospiti special, da importanti chef a volti del mondo dello spettacolo. In un susseguirsi di prove ed eliminazioni, bisognerà attendere  l’ottava e ultima puntata per scoprire chi sarà il vincitore, pronto a fare la prima stagione da executive al Forte Village Resort in Sardegna.


Federazione cuochi, Bergamo protagonista

La Lombardia e Bergamo hanno un ruolo di primo piano all’interno della Fic, la Federazione italiana cuochi, che il 20 aprile a Roma ha rinnovato il direttivo nazionale eleggendo alla presidenza Rocco Pozzulo, chef e docente dell’istituto alberghiero di Potenza, già project manager della Federazione.

Vicepresidente vicario eletto per acclamazione è stato Carlo Bresciani, presidente della Fic di Brescia, mentre tesoriere è stato confermato il cosentino Carmelo Fabbricatore. Nel Consiglio siede invece Fabrizio Camer, vicepresidente e segretario dell’Associazione cuochi bergamaschi, nonché vicepresidente dell’Unione dei cuochi regione Lombardia. Nel corso dei lavori è arrivata anche la notizia della nomina di Francesco Gotti, già portacolori della Nazionale italiana cuochi, a manager del team Junior, del quale è entrato recentemente a far parte un altro bergamasco, il 21enne Andrea Tiziani. In tema di competizioni, da registrare inoltre il successo del bresciano Cristian Spagnoli al Global Chef Sud Europa appena concluso.

«Il programma non può che muovere dalla valorizzazione ulteriore della figura del cuoco professionista, nonché del ricco patrimonio enogastronomico che l’Italia vanta – ha annunciato il neopresidente Pozzulo, che succede a Paolo Caldana e resterà in carica per quattro anni -. Ma, premesso ciò, non posso non avviare la mia azione da una duplice consapevolezza: la straordinaria eccezionalità della situazione di crisi economica in cui versa la nostra amata Italia e, al tempo stesso, le grandi potenzialità che la Federazione Italiana Cuochi conserva, per progettare un futuro diverso. Di fronte al rischio incombente dell’omologazione, occorre molto di più di un’accorta e attenta gestione del quotidiano. Ritengo che si dovrà realizzare una profonda riorganizzazione e innovazione del tessuto gestionale e associativo, implementando adeguate strategie, anche a medio e lungo termine. La Federazione ha costruito in tutti questi anni un ruolo di primaria associazione professionale di categoria grazie al lavoro silenzioso di tanti uomini e donne che con una straordinaria disponibilità hanno messo al servizio del bene comune tempo e professionalità. Oggi, a mio parere, occorre osare di più, bisogna unire al tempo e alle competenze di base, requisito indispensabile, la capacità e la voglia di cogliere le sfide dell’innovazione e del cambiamento».

Anche a livello locale non manca la voglia di potenziare le iniziative e la collaborazione. È infatti in fase di realizzazione un nuovo sito (www.cuochibergamo.it) che conterrà anche una sezione cerco/offro lavoro ed è cominciato l’aggiornamento tramite newsletter. Proseguono inoltre gli appuntamenti formativi. Lunedì 4 maggio all’Enaip di Como si svolgerà il primo corso artistico con l’utilizzo della pasta frolla, mentre martedì 26 maggio presso Love Kitchen di Casirate (via dell’industria, 16) è in programma un corso base sulla lavorazione del cioccolato, a cura dell’Accademia Italiana del dessert con lo chef Andrea Marin (gratuito per i soci Fic, al costo di 40 euro per i non associati, info: 328 2767257).

Per quanto riguarda le cene, invece, martedì 12 maggio c’è l’appuntamento ormai classico “Il sentiero delle erbe” all’hotel ristorante San Marco di Schilpario, con un menù a base di erbe spontanee e fiori e la presentazione e degustazione di prodotti tipici della Valle di Scalve (il costo è di 30 euro, prenotazioni Hotel San Marco tel. 0346 55024).


I grandi chef da bambini? Ecco cosa mangiavano

immagini 194Non tutti gli chef che portano in alto la nostra ristorazione sono stati delle buone forchette, nonostante i buoni esempi a casa. Di contro ci sono grandi chef cresciuti con cucine non troppo stimolanti che hanno sviluppato sin da bimbi un palato eccezionale: «Da piccolo ero curioso, mangiavo tantissimo ed il momento clou era la domenica, con arrosti, pasticci, antipasti toscani, fritti e tanti dolci – racconta lo chef Enrico Bartolini, due stelle Michelin al Devero di Cavenago -. In settimana era un po’ una sofferenza perché mia mamma, che è una grande mamma, cucinava un così e così. La domenica però ci pensava la zia Emilia. E a volte anche il venerdì, quando faceva la polenta e ogni tanto il baccalà». I suoi, ancora piccoli, mangiano già di tutto: «Giovanni, 2 anni, vivrebbe di patanegra e acciughe, senza contare nei dolci il gelato. Tommaso, 8 anni, mangia di tutto, ma ama soprattutto la pasta ed i risotti».

Daniel Facen A'AnteprimaDaniel Facen, nato in Svizzera ma trentino nell’anima e ormai bergamasco d’adozione, è cresciuto in una casa con pentole e padelle sempre sul fuoco: «Mia mamma Roberta lavorava a servizio di un’importante famiglia milanese prima e poi svizzera, dove sono nato. È sempre stata, anche per lavoro, una grande cuoca: grandi secondi di carne, piatti tradizionali lombardi come la cassoela, gli ossibuchi con risotto e la cotoletta alla milanese, erano solo alcune delle sue specialità, assieme a piatti svizzeri come la raclette». Cresciuto coi manicaretti di mamma, lo chef dell’A’ Anteprima di Chiuduno, una stella Michelin, è sempre stato una buona forchetta: «Un piatto odiato e uno amato? Ho sempre mangiato di tutto, ma ricordo con affetto la semplicità di uova con dente di leone, un piatto che segnava l’arrivo della primavera e della bella stagione. Invece, francamente, la faraona con polenta è un piatto che ho odiato e non amo nemmeno oggi: le carni risultano sempre asciutte. Non sono mai andato al ristorante da bambino e per me l’unica cucina è sempre stata quella di mia madre». Suo figlio non ha mai fatto un capriccio a tavola ed è un grande appassionato di cucina: «Luca, che ora ha 21 anni, cucina davvero bene – dice Facen -, tanto che è quasi sempre lui a mettersi ai fornelli a casa. È sempre aggiornato su tendenze e grandi chef, sperimenta nuove ricette. Anche da piccolo ha sempre voluto assaggiare tutto, con grande curiosità».

Chicco CereaEnrico, detto Chicco, primogenito dei cinque fratelli Cerea ed executive chef del tristellato Da Vittorio a Brusaporto è cresciuto tra pentole fumanti e i profumi di una cucina eccellente come quella di papà Vittorio. «Il palato va istruito, allenato, e tenuto sempre aggiornato – afferma -. È qualcosa che in parte si ha nel dna, ma poi contano ambiente ed esperienze, curiosità e desiderio di sperimentare nuovi gusti. Non sempre sono amori a prima vista e gusto: a otto anni, ad esempio, ricordo che sputai un’ostrica. Oggi ne vado letteralmente pazzo». Ma che bimbo è stato Chicco Cerea? «Sono stato goloso sin da piccolo – ammette -. Ho sempre mangiato di tutto: ricordo ancora quel piacere di affondare il dito in una salsa di pomodoro appena preparata in casa. Ricordo con affetto le merende con mio padre del mercoledì, giorno ancora oggi di chiusura del ristorante. Papà ci veniva a prendere a scuola e andavamo tutti insieme a piedi fino in Città Alta per gustare pane, burro e acciuga o pane, salame e cetriolini alla Trattoria Colombina». Anche i “piccoli” di casa Cerea sono dei gourmet come papà: «I miei tre figli – Beatrice, 20 anni, Maria Vittoria, 17 anni e Vittorio, 15 anni – hanno sempre assaggiato ogni piatto sin da piccoli. Ad ogni ricorrenza abbiamo il nostro rituale: regalarci una cena in un ristorante importante. Ci divertiamo un mondo a scegliere la meta gastronomica, sbirciare i menù, iniziando su internet il nostro viaggio tra i sapori. Devo dire che i miei figli sono stati sempre molto aperti all’assaggio e anche il vino l’ho fatto provare a tutti. Io stesso sono il primo ad accettare ogni loro suggerimento: ad esempio Beatrice che ha vissuto tre mesi ad Hong Kong mi ha consigliato su alcune spezie e mi ha portato nuove ricette dall’Oriente».

Roberto Proto e Maria MorbiRoberto Proto, chef de Il Saraceno di Cavernago, fresco di stella Michelin, è approdato alla cucina dopo aver fatto per un paio di anni il parrucchiere e aver capito che non era la sua strada. Ha respirato sin da bambino l’atmosfera del ristorante nella trattoria di famiglia aperta nel 1976 da papà Salvatore e da mamma Trofimena, che da Amalfi avevano inseguito un lavoro e i loro sogni prima in Svizzera, dove erano stati a servizio come governanti presso un’importante famiglia, e poi a Bergamo, dove avevano aperto il loro ristorante “Da Salvatore”. Nonostante i manicaretti di mamma Mena, Roberto Proto non è stato un bimbo gourmet né ha mai avuto una grande predisposizione all’assaggio: «Il mio universo gastronomico è stato per anni quello della pizza margherita, delle bistecchine e delle penne al pomodoro, senza nemmeno l’ombra di un filo di cipolla». Nemmeno un pesce a guizzare in questo menù ristretto e un po’ ottuso, un fatto quanto meno curioso per uno chef destinato in futuro ad esaltare ogni specialità di mare. «Mia mamma non ha mai smesso di propormi piatti di pesce, che ho scoperto però solo a dodici anni. Prima non c’è stato verso di farmeli provare». Ma è stata solo una questione di tempo. «Oggi mangio davvero tutto, ma se posso evito i peperoni. Il piatto a cui non potrei rinunciare è invece la pasta e fagioli di mia madre, un piatto storico della mia famiglia, tramandato di generazione in generazione». Le bimbe dello chef devono ancora ampliare il loro menù, ma mamma Maria Morbi, con tanto di laurea di psicologia in tasca, è pronta a dar loro tutto il tempo necessario, anche perché – come sottolinea – forzare i bimbi a mangiare è uno dei più grandi errori da fare, per non parlare di punizioni e ricompense. «Le mie bambine, Martina di 9 anni e Giulia di 6 anni, purtroppo non mangiano proprio tutto, a partire dal pesce – allarga le braccia Roberto Proto -. Nonostante le paste e le torte fatte in casa dalle nonne Mena e Lisetta, la cura che mette mia moglie Maria nel proporre loro verdure, riducendole in crema o presentandole al meglio, le nostre bimbe non sono delle grandi forchette. La più piccola oggi, ad esempio, non voleva andare in mensa perché in menù c’era il pesce fritto».

 


Martinengo va oltre la sagra. Tre giorni con menù gourmet

A Martinengo hanno deciso di andare oltre la sagra. Per giorni, da venerdì 17 a domenica 19 aprile, il centro sportivo si trasforma in un’elegante sala banchetti dove va in scena “A Martinengo con gusto!”, promossa dall’Amministrazione comunale e da numerose associazioni coinvolgendo la ristorazione, i locali ed i negozi del territorio. L’annosa contrapposizione tra feste di piazza e gestori viene quindi superata mettendo al lavoro a turno chef, gastronomi e pasticcieri delle insegne del paese e del circondario, facendo della manifestazione un’occasione per far conoscere quanto di buono offrono quotidianamente. Come ogni festa che si rispetti, non manca l’attenzione al sociale e i proventi saranno destinati alle associazioni organizzatrici.

Il 17 aprile la cena, con inizio alle 20.30, è affidata al ristorante Palazzo Colleoni di Cortenuova, che propone: Bresaola con patata morbida di Martinengo e formaggio fresco di capra, Piramide di tre risi su vellutata di zucca, fonduta e lecca lecca di Parmigiano e Aletta di vitello con pancetta croccante, caponata di verdure e cipolline all’agro. Il dolce, Royal di mandorle e mele, è invece realizzato dalla pasticceria Gamba di Martinengo.

Sabato si parte alle 20 con il menù di pesce curato dalla gastronomia Asperti, attiva a Martinengo dal 1943. Si apre con Filetto di scorfano dorato con asparagi e cannellini in salsa mimosa per proseguire con Risotto all’arancia e mandorle con gambero rosso e Orata alla plancia con patate schiacciate al Martini e chips di patate viola. Il dolce è della gelateria Brina, un Semifreddo all’arancia con farcitura e croccante di mandorle.

Sarà invece uno chef misterioso – di un ristorante di primissima categoria dicono gli organizzatori, che hanno scelto di solleticare la curiosità oltre che i palati – a curare la cucina del pranzo di domenica 19 (ore 12.30). Preparerà Moscardini alla birra e polenta bramata, Paccheri scami e zucchine e pomodoro candito, Branzino con piccola panzanella. La Bavarese ai lamponi che chiude in bellezza il pasto sarà realizzata da Le Dolcezze di Davide e Claudia.

È previsto anche un menù bambini con pasta al pomodoro, cotoletta panata, patatine fritte e gelato.

La prenotazione è obbligatoria, per informazioni www.amartinengocongusto.it


InGruppo, la cena benefica è già a quota 500

serata benefica ingruppo 2013Oltre 500 adesioni sono già pervenute alla sede del comitato organizzatore dell’evento promosso dai 16 chef stellati aderenti a InGruppo, che si svolgerà martedì 10 marzo, dalle 19.30, all’interno della Fiera di Bergamo.
Una manifestazione all’insegna della solidarietà, che si avvia a superare il successo della prima edizione e che quest’anno si avvale della collaborazione con il Rotary Club Bergamo.
Il ricavato della serata, che prevede anche una lotteria con tanti e prestigiosi premi in palio, andrà a sostegno di un progetto che darà vita alla Casa del Bambino, una nuova struttura del Centro d’Ospitalità e Formazione Paolo Belli – La Nuova Casa del Sole.
Il costo di partecipazione alla serata è di 55 euro. Per le ulteriori informazioni e prenotazioni: www.ingruppo-casadelbambino.it, cell. 331/9538130. I biglietti d’ingresso sono disponibili nella serata stessa e acquistabili anche alla cassa della Fiera.

Questi i ristoranti che partecipano a InGruppo e i patti che cucineranno in diretta nella speciale serata: A’ Anteprima (Maccheroncini alla carbonara, verza e tartufo nero), Al Vigneto (Cannolo siciliano 2015), Antica Osteria dei Camelì (Ravioli di polenta e cotechino, spinaci e grana), Colleoni & Dell’Angelo (Insalata di rombo ai semi di senape e limone candito), Collina (Lachburger), Da Vittorio (Spinato di Gandino con baccalà mantecato, meringa al lime e ajo bianco), Devero Ristorante (Patata soffice uovo e uova), Frosio (crocchette di lingue di merluzzo), Il Saraceno (Ricci-ola), La Caprese (Catalana di pesce azzurro), Lio Pellegrini (Lasagne), LoRo (Manzo nel giardino), Osteria della Brughiera (Sacher-torte 2015), Posta (Spuma di zabaione al Marsala, briciole di torta sbrisolona e gelato al marzapane), Roof Garden Restaurant (Bavarese al cioccolato bianco ivoire e cocco, cuore di lamponi, cialda croccante all’arancia), Villa Patrizia Ristorante (Calamaretti su spuma verde e pane nero tostato).


Isola bergamasca, la cucina tiene banco alla fiera del libro

Si è aperta all’insegna della cucina la nona edizione della Fiera del Libro dell’Isola Bergamasca, promossa da PromoIsola, in collaborazione con il Comune di Calusco d’Adda, il Sistema Bibliotecario Area Nord-Ovest, la Provincia di Bergamo, Ascom e Turismo Bergamo.

Il via alla manifestazione – che ha come tema“Il libro e/è la tua passione: arte, vita e cultura” – è stato dato nel pomeriggio di sabato 7 marzo da Silvano Ravasio, presidente PromoIsola, Roberto Colleoni, sindaco di Calusco d’Adda, Massimo Cocchi, assessore alla cultura di Calusco d’Adda e Luigi Trigona, direttore dell’Ascom e presidente Turismo Bergamo.

È seguita la consegna del Premio in Memoria di Francesco Arrigoni, giunto alla sua IV edizione e promosso da PromoIsola in collaborazione con Ascom e Camera Commercio di Bergamo. Il premio, nato per rendere omaggio a Francesco Arrigoni, noto giornalista bergamasco del settore enogastronomico scomparso nel 2011, è stato attibuito quest’anno a Camillo Rota e Loredana Vescovi dell’Antica Osteria dei Camelì di Ambivere, eccellenza del territorio dell’Isola bergamasca. Il riconoscimento è stato consegnato dalla moglie di Arrigoni, Antonella.

A chiudere lo chef Carlo Cracco, intervistato da Max Pavan, giornalista di Bergamo Tv, ha presentato il suo ultimo libro “Dire fare brasare”, edito da Rizzoli.

La Fiera, ospitata dal Comune di Calusco d’Adda, nel Centro Civico San Fedele (Chiesa Vecchia) prosegue fino al 15 marzo 2015.

 


Anche Maria Acquaroli alla cena benefica in fiera

Maria-Acquaroli -concorrente-MasterchefDue testimonial femminili della cucina made in Bergamo saranno le madrine della Festa di Beneficenza organizzata dai sedici ristoranti che aderiscono a InGruppo, martedì 10 marzo, alla Fiera di Bergamo. Hanno infatti garantito la propria partecipazione la blogger di cucina e organizzatrice di eventi Maria Acquaroli, recente concorrente del talent “Masterchef” su Sky, e Giuliana D’Ambrosio, l’amatissima ristoratrice titolare dell’omonima osteria di via Broseta 58, in città.

Durante la serata, che ha come protagonisti i 16 piatti realizzati dagli chef, sarà effettuata una lotteria il cui ricavato andrà a sostegno di un progetto che creerà, all’interno della nuova struttura della Paolo Belli, una Casa del Bambino per iniziativa del Rotary Club Bergamo.

La serata prevede inoltre l’intrattenimento musicale offerto dalla “Bb band”, gruppo composto da 17 professionisti bergamaschi e dal “mitico” DJ Albertino King Carrara. I vini in abbinamento ai piatti sono offerti dall’associazione Sette Terre