Astino nel Gusto, promossi i sapori della Bergamasca

Comune denominatore la conoscenza e l’ammirazione per il territorio bergamasco, i suoi prodotti e gli chef che li plasmano per i palati dei loro ospiti.
Il grande lavoro portato avanti negli ultimi anni sta dando i suoi frutti e, grazie anche allo stimolo generato dai milioni di turisti che ogni anno sbarcano in terra orobica, è giunta l’ora di proseguire sulla strada della promozione delle nostre realtà.

La tre giorni del gusto ad Astino si chiude con la consapevolezza di aver raggiunto buoni livelli nella ristorazione. Sulla strada tracciata dalle stelle che si sono affermate nel corso degli anni, sono infatti cresciute molte realtà più giovani in grado oggi di garantire un’offerta invidiabile.

Il progetto East Lombardy ha inoltre favorito una serie di scambi virtuosi, accompagnati da una sana competizione tra le diverse province. «L’alleanza generata con East Lombardy è sicuramente positiva – afferma Mauro Vielmi del ristorante Da Sapì di Esine -. Bergamo e Brescia hanno un’idea comune di cucina con una ricerca della materia prima sul territorio».

Romano Tamani
Romano Tamani

«In Europa la Lombardia è il cuore goloso per materie prime e capacità di chi le lavora – ci racconta con grande passione lo stellato Romano Tamani dell’Ambasciata di Quistello -. Abbiamo la fortuna di avere una terra generosa e un palato che è rappresentato dal territorio profondo. Bergamo è terra di cultura contraddistinta da una forte preparazione e dal grande amore per la cucina. E non mi riferisco solo ai ristoranti più famosi perché ci sono decine di attività che garantiscono un’ottima qualità per tutte le tasche».

Davide Oldani
Davide Oldani

Anche lo chef pop Davide Oldani incorona «Bergamo come una regina della ristorazione che non ha nulla da invidiare ad altre province perché rappresenta un esempio virtuoso per tutti noi chef». Vittorio Fusari ha instaurato da tempo un rapporto con la nostra terra, grazie ad una consulenza per l’aeroporto nello spazio creato per diffondere i valori enogastronomici del territorio “Italy Loves Food”. «Bergamo è indubbiamente una città di grande tradizione gastronomica – esordisce Fusari -. Lo sviluppo dell’aeroporto è fondamentale per far conoscere il territorio oltre che per determinare le impressioni dei turisti, stranieri e non, tenuto conto che lo scalo rappresenta il primo posto per chi arriva e l’ultimo prima di partire. Il ricordo enogastronomico è fondamentale per determinare il giudizio dei visitatori».

Carlo Cracco
Carlo Cracco

«Il territorio bergamasco è fantastico perché in grado di offrire il maggior numero di formaggi Dop – riconosce Carlo Cracco -. Con un patrimonio del genere si possono veramente creare piatti originali». E tra gli chef blasonati c’è chi, come Antonino Cannavacciuolo, deve eterna riconoscenza a Bergamo che lo ha visto crescere da Vittorio con la famiglia Cerea.

Nella kermesse hanno lasciato il segno Antonia Klugmann del ristorante “L’argine a Venico’” di Gorizia con l’originale “Orzo, farro e radice amara”, gli stellati Romano Tamani del ristorante Ambasciata di Quistello (Mn) con i delicatissimi “Anoli ripieni di piccione” e Giuliana Germiniasi del ristorante bresciano “Il Capriccio” che ha proposto un eccezionale “Polpo grigliato su crema di patate acida e uova di trota; Sergio Carboni del ristorante cremonese “Locanda degli artisti” con la sua creazione “Gnocchi a sfera di ricotta di capra con crema di blu di capra, vellutata di zucca e nocciole tostate”; il bresciano Mauro Vielmi del ristorante “Da Sapì’” che ha servito un tenerissimo filetto di maiale allevato sul territorio e avvolto da speck artigianale e stagionato appositamente per l’occasione.

Vittorio Fusari
Vittorio Fusari

Imperdibili il Timballo di fregola con salsa al vino bianco, zafferano e gambero proposto dal ristorante D’O del grande Davide Oldani; la seppia in oliocottura con giardiniera agrodolce dell’inossidabile Nadia Vincenzi “Da Nadia”; il delicatissimo luccio in salsa dell’osteria mantovana Da Pietro di Fabiana Tabai; la speciale “essenza di pecora in una vita del cavolo” creata sapientemente dal bresciano Michele Valotti de La Madia; la particolarissima “Galantina di cappone dei Gonzaga con mostarda di zucca e pere” di Raffaella Cantadori dell’agriturismo mantovano “Le Caselle”. Molto particolare e interessante “Bourguignonne all’italiana”, il piatto creato dal cremonese Federico Malinverno, terza generazione del “Caffè la Crepa”.

Sabato sera notevoli l’esplosione di gusto di “Fontana o pomodoro?” di Heinz Beck; la “Patata viola, Gambero rosso e Franciacorta” di Stefano Cerveni de “Le due colombe” di Corte Franca; l’anatra con le verze in giro per il mondo di Vittorio Fusari; la coppa di maialino arrostita con radice dì prezzemolo e ketchup di albicocche del talentuoso Fabio Abbattista “Ristorante Leone Felice” di Erbusco.

Tra i dolci segnaliamo il fantastico Cannoncino con creme di Giovanni Cavalleri della Pasticceria Da Roberto a Erbusco, il delicatissimo dolce natalizio mantovano “Anello di monaco” di Marco Antoniazzi dell’omonima pasticceria mantovana, il  “Morbidone di cioccolato con olio d’oliva del Garda Dop con un eccezionale cremoso al mango, crema al cioccolato e sorpresa” della pasticceria bresciana Di Novo.

Chiusa la pagina dedicata agli chef vivono e operano fuori dalla nostra provincia, segnaliamo le proposte di grande qualità offerte dai nostri operatori. I quattro appuntamenti di Astino nel Gusto hanno permesso di mostrare a migliaia di persone i frutti di una crescita costante.

Venerdì sera hanno fatto onore alla terra bergamasca, Marco e Vittorio Colleoni del San Martino di Treviglio con il loro piatto “Spuma di patate affumicata con calamaro croccante, chips di pane nero e pomodorini datterini”, veramente equilibrato e uno dei più gettonati della serata. Così come le “Polpette di pecora di razza gigante bergamasca con crema di zucca” di Alessia Mazzola del ristorante “Al Gigianca”, una portata originale e delicata con una forte connotazione territoriale. Per il fine pasto si è fatto notare il “Casoncello dolce” di Giovanni Pina, rivisitazione del famoso piatto tipico bergamasco, con un impasto di mandorle.

Loredana Vescovi, Camillo Rota e lo staff
Loredana Vescovi, Camillo Rota e lo staff

Sabato a pranzo, invece, il protagonista è stato il “vero” casoncello alla bergamasca preparato sapientemente da Loredana Vescovi che con il marito Camillo Rota gestisce l’Antica Osteria dei Camelì ad Ambivere. Un’interpretazione magistrale del primo piatto simbolo di Bergamo. Lo stesso che è stato oggetto di una rivisitazione da parte di Roberto Proto che ha proposto il piatto “Bergamo-Amalfi: casoncello di mare”, originale e ben studiato negli equilibri dallo chef stellato de “Il Saraceno” di Cavernago.

Sempre sabato ma a cena si è ben evidenziata la proposta di Pier Antonio Rocchetti del ristorante “Loro & CO” con “Pianeta verde”, un raviolo di pasta fresca dal sapore unico e originale. Stefano Arrigoni e Paolo Benigni dell’Osteria della Brughiera di Villa d’Almé hanno invece servito “L’insalata autunnale del buongustaio” con racchiusa una coscetta di quaglia ben studiata nei suoi equilibri.

A conferma di quanto le paste ripiene siano parte integrante della cultura e della cucina made in Bergamo, un altro grande chef come Antonio Cuomo dell’Hostaria San Lorenzo di Città Alta ha proposto i “Tortelli di pasta di grano saraceno con ripieno di coniglio al forno, pesto di olive, spuma di salvia e pancetta nostrana”, una creazione molto gradita agli ospiti. Sul versante delle pizze, inconfondibile la “Regina Margherita Doc” di Mimmo realizzata con prodotti di alta qualità da Luca Carannante. Per chiudere la serata non potevano mancare la Torta Donizetti e la mitica Stracciatella creata al momento da Niccolò Panattoni, nipote dell’inventore di questo gusto, che ha utilizzato l’evoluzione mobile del macchinario verticale che dal 1961 delizia i nostri palati con un mix di fiordilatte e cioccolato fondente. Sul gelato più famoso al mondo è in corso il progetto “La stracciatella il Gelato di Bergamo” che promuove il nostro territorio con un brand e un disciplinare.

Paolo e Petronilla Frosio
Paolo e Petronilla Frosio

Domenica la serata conclusiva della manifestazione, dove si sono messi in bella mostra gli chef bergamaschi, capitanati dalla presidente dei ristoratori Ascom, Petronilla Frosio del ristorante Posta di Sant’Omobono, con una squisita e ben equilibrata polpetta di coniglio e polenta taragna; Paolo Frosio dell’omonimo ristorante di Almé ha invece proposto un ottimo cannoncino di baccalà ricavato dall’autentico e originale stoccafisso norvegese Halvors. Mario Cornali del Collina di Almenno San Bartolomeo ha realizzato un amabilissimo Risotto Venere su verde di broccoletti e fondente di missoltino mentre il creativo Daniel Facen dell’Anteprima di Chiduno ha servito il suo piatto sorpresa “Il lento movimento della natura”. Fiorella Visconti dell’omonima trattoria di Ambivere ha portato il suo gradevolissimo Gnocco di spinaci e farina di mais nostrano dell’Isola con Formai de Mut d’alpeggio.

Da segnalare infine la focaccia di East Lombardy che racchiude i sapori delle quattro province coinvolte con zucca mantovana, porro, pasta di salame di Cremona e julienne di Salva Cremasco Dop. Nei dessert Riccardo Schiavi della Pasqualina si è ben proposto con un fantastico sorbetto al cioccolato fondente con cachi freschi, biscuit al mais di Gandino e fave di cacao, senza dimenticare il dolce Convivium della pasticceria mantovana Atena creato con ingredienti East Lombardy come l’olio del Garda Dop, il Moscato di Scanzo, la glassa al torrone di Cremona e un ripieno a base di zucca e pere macerate nel Moscato di Scanzo Docg.

Aspan a Astino nel Gusto
I panificatori dell’Aspan

Per quanto riguarda i produttori bergamaschi, ricordiamo i panificatori bergamaschi dell’Aspan, Ca’ del Botto con l’omonimo prosciutto crudo stagionato sul nostro territorio, il salame e la pancetta bergamasca; la Latteria di Branzi, la nuova cooperativa Monti e Laghi con lo stracchino del monte Bronzone; la Latteria sociale di Calvenzano con Taleggio Dop, Quartirolo Dop e Torta orobica; Casarrigoni con lo Strachitunt Dop e il Taleggio Dop.

Tra i produttori di vini, in ordine di serata, hanno proposto ottimi abbinamenti le cantine Medolago Albani, La Rovere, Fejoia, Locatelli Caffi, Tosca, De Toma, Quattroerre group, Il Cipresso, Cavalli Faletti, Cantina Sociale Bergamasca, Bonaldi Cascina del Bosco, Tallarini.


Antonia Klugmann: «Non spariamo sulla tv, sta dando una visibilità senza precedenti alla ristorazione»

Se non fosse per il lungo viaggio dall’ultimo lembo d’Italia, tra Carso e Collio, ai confini con la Slovenia, il primo desiderio di Antonia Klugmann sarebbe stato quello di concedersi una passeggiata nella valle della biodiversità di Astino. Ma la migliore cuoca dell’anno per L’Espresso, che basa la sua cucina su ingredienti dell’orto e erbe spontanee, spera di ritagliarsi un attimo di tempo: «Conto di farlo perché ci tengo molto – spiega la chef dopo un’ora di show-cooking prima di salire in postazione e servire oltre 800 porzioni del suo “orzo, farro e radice amara” nella serata di apertura di Astino nel Gusto -. Purtroppo a Bergamo sono stata solo una volta, ma spero di visitarla e scoprirla. Per me è la città dei Cerea: da Vittorio è una realtà d’eccellenza, un bell’esempio per tutta la cucina italiana».

Mentre buona parte della ristorazione accusa la tv di dare un’immagine distorta della cucina, la nuova giudice di Masterchef ama ricordare di aver desiderato fare la chef, guardando Ferran Adrià sul piccolo schermo, a 21 anni: «È inutile sparare a zero sulla tv, che ci sta dando una visibilità senza precedenti e che porta gente nei nostri ristoranti – puntualizza chef Klugmann, conosciuta dal grande pubblico anche per la vittoria del talent de La prova del cuoco -. È ora di aprirsi, a partire dalla comunicazione, per valorizzare la cucina italiana. Il vero giudice al di là di Masterchef è sempre il cliente».

Non c’è dubbio che in tv tutto sembri molto più facile e bello di quanto lo sia nella realtà: «La cucina è fatica, il nostro è un lavoro pesante e se di fatto aumentano gli iscritti alle scuole alberghiere, solo una minima parte finisce con il lavorare in cucina».

Ci sarà da aspettarsi un po’ d’indulgenza in più nel giudizio degli aspiranti Masterchef di una chef avvocato mancato che ha deciso di cambiare vita? «Cambiare si può e sempre se ci si crede. Io ho fatto la mia scelta (gettando alle ortiche quasi tutti gli esami di Giurisprudenza alla Statale di Milano, ndr.). Ma serve serietà. Quando ho avuto chiaro il mio obiettivo ho fatto di tutto per perseguirlo». In questo progetto di vita ha subito coinvolto anche il compagno Romano De Feo, sommelier che tiene alta la sala del loro “Argine a Venco’” di Dolegna del Collio: «Ci siamo conosciuti da ragazzini. Ho la fortuna di avere al mio fianco un uomo che ha capito quanto per me questo lavoro sia importante». Anche se la chef non ama le distinzioni di genere, è impossibile negare quanto la carriera da chef sia dura per una donna: «Gli orari sono impossibili e il lavoro è pesante, ma credo che per le donne non esistano proprio agevolazioni o sconti in nessuna carriera. Si fa fatica doppia in tutte le professioni, ma sappiamo essere molto determinate e concrete».

astino nel gusto KlugmannNon manca un incoraggiamento a chi frequenterà in futuro ad Astino la scuola d’alta cucina di Niko Romito: «Non sapevo del progetto, ma se c’è di mezzo Niko sarà un successo. Auguro la migliore carriera possibile a tutti i ragazzi che la frequenteranno». Intanto c’è l’attesa di vedere la chef all’opera nel ruolo di giudice nella nuova stagione del talent di cucina più seguito di tutti i tempi. I “selfie” fioccano già, la chef si presta dispensando un sorriso a tutti, ma poi vola in postazione con le sue Clarks rosa ai piedi.

Di certo quanto a serietà e impegno c’è poco da appuntare al suo rigore mitteleuropeo da brava triestina. Tanto per cominciare ha chiuso per i due mesi di registrazioni del talent il suo ristorante. Il personale ha frequentato corsi di aggiornamento e il locale ha subito un piccolo restyling. «Per me è stata l’unica scelta possibile, non me la sentivo di lasciare il mio ristorante. La nostra è una struttura piccola e lontana da tutto».


Astino, i grandi chef fanno il pieno di prenotazioni. Navette gratuite per il monastero

ASTINO 4A poche ore dall’apertura di Astino nel Gusto, l’evento gastronomico che, in occasione del G7 dell’Agricoltura porta a Bergamo grandi chef e le eccellenze agroalimentari della Lombardia Orientale-East Lombardy, le prenotazioni hanno raggiunto quota 2.400 persone per i tre giorni dell’evento.

Chi parteciperà è bene che sappia che il parcheggio di servizio all’antico complesso monastico non sarà disponibile in quanto riservato al carico/scarico dei fornitori. Comune di Bergamo, Visit Bergamo e Atb hanno messo a disposizione dei visitatori il parcheggio del centro commerciale Auchan, da cui partiranno navette gratuite per coloro che mostreranno il biglietto per l’evento.

La partenza della navetta, che recherà l’indicazione “Astino” sul pannello frontale, si trova in corrispondenza della via Salvo d’Acquisto (palina Atb del bus 2), mentre la partenza dal monastero di Astino di fronte alla scalinata della Chiesa del Santo Sepolcro. In prossimità della fermata di via Carducci sarà posizionato un gazebo e sarà attivo un servizio di assistenza per fornire informazioni.

Il servizio navetta sarà attivo con i seguenti orari, in base all’inizio e fine degli eventi:

VENERDÌ 13 OTTOBRE 2017

  • Dalle ore 17:10 alle ore 20:30 dal parcheggio Auchan al Monastero di Astino ogni 10 minuti.
  • Dalle ore 20:30 alle ore 21:30 dal parcheggio Auchan al Monastero di Astino ogni 20 minuti.
  • Dalle ore 22:30 alle ore 24:00 dal Monastero di Astino al parcheggio Auchan ogni 10 minuti.
  • Dalle ore 24:00 alle ore 1:00 dal Monastero di Astino al parcheggio Auchan ogni 20 minuti.

SABATO 14 OTTOBRE 2017

  • Dalle ore 10:15 alle ore 13:30 dal parcheggio Auchan al Monastero di Astino ogni 15 minuti.
  • Dalle ore 13:30 alle ore 16:00 dal Monastero di Astino al parcheggio Auchan ogni 15 minuti.
  • Dalle ore 17:10 alle ore 20:30 dal parcheggio Auchan al Monastero di Astino ogni 10 minuti.
  • Dalle ore 20:30 alle ore 21:30 dal parcheggio Auchan al Monastero di Astino ogni 20 minuti.
  • Dalle ore 22:30 alle ore 24:00 dal Monastero di Astino al parcheggio Auchan ogni 10 minuti.
  • Dalle ore 24:00 alle ore 1:00 dal Monastero di Astino al parcheggio Auchan ogni 20 minuti.

DOMENICA 15 OTTOBRE 2017

  • Dalle ore 17:10 alle ore 20:30 dal parcheggio Auchan al Monastero di Astino ogni 10 minuti.
  • Dalle ore 20:30 alle ore 21:30 dal parcheggio Auchan al Monastero di Astino ogni 20 minuti.
  • Dalle ore 22:30 alle ore 24:00 dal Monastero di Astino al parcheggio Auchan ogni 10 minuti.
  • Dalle ore 24:00 alle ore 1:00 dal Monastero di Astino al parcheggio Auchan ogni 20 minuti.


Parata di grandi chef ad Astino, ecco chi c’è e quando cucina

astino nel gusto

Il G7 dell’Agricoltura, che il 14 e 15 ottobre prossimi porterà a Bergamo i ministri dei Paesi più industrializzati del mondo, ha anche un corollario gastronomico di tutto rispetto. Si chiama Astino nel Gusto e dal 13 al 15 ottobre permette di assaporare i piatti di grandi chef e i migliori prodotti di Bergamo, Brescia, Mantova e Cremona ovvero le quattro province che compongono East Lombardy l’alleanza che quest’anno ha il titolo di Regione europea della Gastronomia.

Quattro gli appuntamenti: cena il venerdì, pranzo e cena sabato e cena domenica. Per ognuno la stessa formula: 25 isole gastronomiche, quattro chef East Lombardy, quattro chef stellati, un guest chef, una pizzeria, un panificio e due pasticcerie d’autore, insieme alle eccellenze di quattro produttori locali e otto cantine del territorio.

Le stelle sono Antonia Klugmann, prossima giudice di Masterchef, di scena il venerdì; Davide Oldani, guru della cucina pop, ai fornelli sabato a pranzo; il tristellato Heinz Beck della Pergola di Roma che illuminerà la cena di sabato e per finire con il dream team formato da Antonino Cannavacciuolo, Carlo Cracco e dai fratelli Cerea.

Tutti si esibiranno in cooking show con degustazione, insieme a due chef internazionali provenienti dai Paesi che partecipano al G7.

Il costo di ciascun evento è di 70 euro, che diventano 55 registrandosi in anticipo sul sito della manifestazione

I protagonisti di ogni giornata

chef astino nel gusto

Venerdì 13 ottobre – cena

  • guest chef stellata ANTONIA KLUGMANN del Ristorante L’ARGINE a Dolegna del Collio (Go)
  • chef stellato ROMANO TAMANI del Ristorante AMBASCIATA a Quistello (Mn)
  • chef stellato PHILIPPE LEVEILLÉ del Ristorante MIRAMONTI L’ALTRO a Concesio (Bs)
  • chef stellata GIULIANA GERMINIASI del Ristorante CAPRICCIO a Manerba del Garda (Bs)
  • chef stellati MARCO E VITTORIO COLLEONI del Ristorante SAN MARTINO a Treviglio (Bg)
  • chef East Lombardy MAURO VIELMI del Ristorante DA SAPÍ a Esine (Bs)
  • chef East Lombardy CARLO ALBERTO VAILATI del Ristorante IL NUOVO RIDOTTINO a Crema (Cr)
  • chef East Lombardy ALESSIA MAZZOLA del Ristorante AL GIGIANCA a Bergamo
  • chef East Lombardy SERGIO CARBONI del Ristorante LOCANDA DEGLI ARTISTI a Cappella de’ Picenardi (Cr)
  • mastro pizzaiolo ANTONIO PAPPALARDO della Pizzeria CASCINA DEI SAPORI a Rezzato (Bs)
  • mastro pasticcere GIOVANNI CAVALLERI della Pasticceria DA ROBERTO a Erbusco (Bs)
  • mastro pasticcere GIANNI PINA della Pasticceria GIOVANNI PINA a Trescore Balneario (Bg)
  • 4 prodotti tipici e 8 calici di vino delle migliori selezioni italiane

Sabato 14 ottobre – pranzo

  • guest chef stellato DAVIDE OLDANI del Ristorante D’O a Cornaredo (Mi)
  • chef stellati LOREDANA VESCOVI E CAMILLO ROTA del Ristorante ANTICA OSTERIA DEI CAMELÌ a Ambivere (Bg)
  • chef stellata NADIA VINCENZI del Ristorante DA NADIA a Erbusco (Bs)
  • chef stellato ROBERTO PROTO del Ristorante SARACENO a Cavernago (Bg)
  • chef stellato MASSIMO FEZZARDI del Ristorante ESPLANADE a Desenzano del Garda (Bs)
  • chef East Lombardy MICHELE VALOTTI del Ristorante LA MADIA a Brione (Bs)
  • chef East Lombardy FEDERICO MALINVERNO del Ristorante CAFFE’ LA CREPA a Isola Dovarese (Cr)
  • chef East Lombardy FABIANA TABAI del Ristorante DA PIETRO a Castiglione delle Stiviere (Mn)
  • chef East Lombardy RAFFAELLA CANTADORI del Ristorante LE CASELLE a San Giacomo delle Segnate (Mn)
  • mastro panificatore MICHELE QUARANTANI del Panificio PANE IN SALUTE a Cremona
  • mastro pizzaiolo PAOLO GHIDINI della Pizzeria AL FIENILE a Palazzolo S/O (Bs)
  • mastro pasticcere MARCO ANTONIAZZI della Pasticceria ANTONIAZZI a Bagnolo San Vito (Mn)
  • mastro pasticcere MARIO CREMONESI della Pasticceria DOSSENA a Crema (Cr)
  • 4 prodotti tipici e 8 calici di vino delle migliori selezioni italiane

Sabato 14 ottobre – cena

  • guest Chef stellato HEINZ BECK del Ristorante LA PERGOLA di Roma
  • chef stellati STEFANO ARRIGONI E PAOLO BENIGNI del Ristorante OSTERIA DELLA BRUGHIERA a Villa d’Almè (Bg)
  • chef stellato STEFANO CERVENI del Ristorante DUE COLOMBE a Corte Franca (Bs)
  • chef stellato Pier Antonio ROCCHETTI del Ristorante LO RO a Trescore Balneario (Bg)
  • chef East Lombardy STEFANO FAGIOLI del Ristorante VIA VAI a Ripalta Cremasca (Cr)
  • chef East Lombardy VITTORIO FUSARI del Ristorante PIAZZA FRANCIACORTA a Orio al Serio (Bg)
  • chef East Lombardy FABIO ABBATTISTA del Ristorante LEONE FELICE a Erbusco (Bs)
  • chef East Lombardy ANTONIO CUOMO del Ristorante HOSTARIA SAN LORENZO a Bergamo
  • chef East Lombardy GIANNI BRIARAVA del Ristorante BENACO a Salò (Bs)
  • mastro panificatore SIMONE RODOLFI del Panificio PROFUMO DI LIEVITO a Brescia
  • mastro pizzaiolo LUIGI CARANNANTE della Pizzeria DA MIMMO a Bergamo
  • mastro pasticcere CARMELO DI NOVO della Pasticceria DI NOVO a Manerba del Garda (Bs)
  • mastro pasticcere NICCOLÒ PANATTONI della Pasticceria LA MARIANNA a Bergamo
  • 4 prodotti tipici e 8 calici di vino delle migliori selezioni italiane

Domenica 15 ottobre – cena

  • guest chef stellato ANTONINO CANNAVACCIUOLO del Ristorante VILLA CRESPI a Orta San Giulio (No)
  • guest chef stellato Guest CARLO CRACCO del Ristorante DA CRACCO a Milano
  • chef stellato International ENRICO E BOBO CEREA del Ristorante DA VITTORIO a Brusaporto (Bg)
  • chef stellato RICCARDO CAMANINI del Ristorante LIDO84 a Gardone Riviera (Bs)
  • chef stellato DANIEL FACEN del Ristorante A’ANTEPRIMA a Chiuduno (Bg)
  • chef stellato PAOLO FROSIO del Ristorante FROSIO a Almè (Bg)
  • chef East Lombardy MARIO CORNALI del Ristorante COLLINA a Almenno San Bartolomeo (Bg)
  • chef East Lombardy FIORELLA VISCONTI del Ristorante TRATTORIA VISCONTI a Ambivere (Bg)
  • chef East Lombardy PETRONILLA FROSIO del Ristorante POSTA a Sant’Omobono Terme (Bg)
  • chef East Lombardy GIACOMO VERDELLI del Ristorante DA GIACOMO a Pizzighettone (Cr)
  • mastro pizzaiolo PACO MAGRI del RISTORANTE PIZZERIA DORDONI a Cremona
  • mastri panificatori ERALDO CASTAGNA, ELIO FINARDI, IVAN MOROSINI, CARLO TRIONFINI di ASPAN- QUI VICINO
  • mastro pasticcere RICCARDO SCHIAVI della Pasticceria LA PASQUALINA a Almenno San Bartolomeo (Bg)
  • mastro pasticcere GIANNI MARGINI della Pasticceria ATENA a Sabbioneta (Mn)
  • 4 prodotti tipici e 8 calici di vino delle migliori selezioni italiane


Imprese, professioni e food: per ogni esigenza c’è un corso Ascom

sede ascom - accademia del gusto osio sotto rit

Riapre dopo la pausa estiva la stagione formativa dell’Ascom di Bergamo, con una proposta di 140 corsi a catalogo (in programma da ottobre a giugno nella sede di Osio Sotto) e la possibilità di realizzare percorsi ritagliati sulle singole esigenze aziendali.

Il mood del nuovo anno formativo è all’insegna della pienezza e leggerezza del sapere, come evidenziano le immagini giocose della copertina del nuovo catalogo: per l’area business le idee si accendono e volano su uno sfondo vitaminico verde, per l’area food palloncini rosa si librano in un cielo “millennial pink”e perfino un’anguria si fa eterea e spicca il volo.

«Imparare divertendosi non solo è possibile, ma risulta anche più efficace – commenta Daniela Nezosi, responsabile dell’Area Formazione Ascom Confcommercio Bergamo -. Anche quest’anno abbiamo incrociato le esigenze degli imprenditori con laboratori dalla forte connotazione pratica e dalla didattica interattiva, che si aggiungono alla formazione manageriale specifica per le categorie. Siamo inoltre a disposizione delle imprese per creare percorsi formativi e seminari su misura».

In programma ci sono corsi dedicati a agenti immobiliari, pubblici esercizi, autosalonisti e asili nido; da segnalare un corso innovativo per i fruttivendoli, pronti a diventare orto-chef. «Quest’anno proponiamo per la prima volta percorsi formativi accreditati per la nuova categoria Assonidi, ultima nata in casa Ascom – continua Daniela Nezosi -. I gestori e gli educatori di asilo nido possono contare su una proposta formativa incentrata sulla cura dei più piccoli e l’attenzione al loro mondo. Sul fronte food, alla formazione sulla gestione manageriale d’impresa si affiancano laboratori pratici con grandi interpreti della cucina e seminari pronti a cogliere i nuovi trend per il comparto drink».

Nel settore business spiccano i corsi per migliorare le trattative commerciali tramite portali e-commerce, grazie alla conoscenza dell’inglese e per gestire al meglio vendite e accordi attraverso la conoscenza di usi e costumi dei clienti stranieri. Tra i corsi di lingue, alle basi di russo e giapponese si affiancano corsi mirati per accogliere i clienti, come il vocabolario minimo d’inglese, l’abc per ogni attività.

Anche quest’anno l’Accademia del Gusto, la sezione di Ascom Formazione dedicata al mondo dell’enogastronomia, porta a Osio Sotto i migliori chef e ambasciatori del cibo, con corsi che colgono le nuove tendenze di mercato e organizza viaggi del gusto con quattro Convivium che fanno tappa in ristoranti stellati. La proposta si suddivide tra food, beverage, lievitati e pasticceria, con corsi specifici per ogni comparto.

Ascom risponde anche all’esigenza di chi vuole reinventarsi sul mercato o per chi vuole apprendere i segreti del mestiere con i corsi professionalizzanti per diventare barman, pizzaiolo, pasticciere, addetto di sala, cuoco e gastronomo.

FORMAZIONE PROFESSIONALE E PERSONALE

Ascom Formazione - corsi 2017-18 area businessI laboratori del sapere colgono la sfida del marketing emozionale e delle trattative commerciali tramite piattaforme digitali e portali. Non mancano corsi per portare più valore e più persone in negozio e fidelizzare la clientela, dall’organizzazione eventi ai segreti per vendere di più, dal visual merchandising alla vendita suggerita. La sezione informatica si concentra sul web marketing e sulle strategie commerciali per far fronte alla concorrenza sempre più forte delle vendite on line. I corsi studiati per le categorie aiutano a mettere in campo strategie vincenti, dalla gestione di start- up nella ristorazione alla gestione economica di un bar, dal catering management alla creazione del successo di ogni locale. Vendita convincente e intelligenza emotiva servono per incrementare le vendite degli autosalonisti, mentre l’arte della persuasione e la comunicazione efficace si rivelano fondamentali per finalizzare la vendita di casa per gli agenti immobiliari. Per i gestori di asilo nido e gli educatori la proposta di corsi – accreditata a livello regionale, in programma al sabato per rispondere alle loro esigenze – spazia dalle attività all’aperto alla gestione dell’aggressività e dei conflitti, dal gioco psicomotorio alla lettura delle fatiche dei bimbi.

Per ritrovare lo spirito di gruppo, sono in calendario anche quest’anno i percorsi di team building: la visione d’impresa si costruisce con i Lego, l’albero di Natale ravviva il team spirit e davanti a una gara di cucina e a una bottiglia di vino si finisce col mettere sempre tutti d’accordo. Ascom pensa anche alla crescita personale con seminari sul teatro, lo stile personale a cura della stylist Carla Gozzi, il gusto per l’accoglienza con l’esperta di accoglienza e arredo Paola Marella, l’arredo floreale con la “stilista” di giardini Simonetta Chiarugi.

FOOD & BEVERAGE

Ascom Formazione - corsi 2017-18 area FoodQuest’anno le trasferte del Convivium nei ristoranti stellati Michelin sono quattro: a Milano al “Contraste” di Matias Perdomo e Simon Press, Da Aimo e Nadia nel loro “Luogo”, a Verbania al “Piccolo Lago” da Marco Sacco e a Gardone Riviera al “Lido 84” da Riccardo Camanini.

La novità è la nascita in Accademia del “Club degli ortochef”, che segna l’unione tra i professionisti del settore ortofrutta del Gruppo Fruttivendoli Ascom e i ristoratori. Sotto la guida esperta della chef Francesca Marsetti i fruttivendoli scoprono nuove proposte per incrementare la gamma e proporre servizi innovativi alla clientela, dalla vasocottura alle pappe per i bimbi, a ricette pronte a cogliere la sfida, per citarne una, di fare di cavoli e broccoli un piatto gourmet.

In Accademia la cucina si declina in tutte le sue sfaccettature, dalla lezione di cucina “locale” che arriva quest’anno dal sud, dallo chef stellato calabrese Luca Abbruzzino a quella mediterranea del pugliese Fabio Abbattista, a quella dell’altopiano esaltata ad Asiago da Alessandro Dal Dagan.

Tanti i corsi da non perdere: i pluripremiati fratelli Damini Giorgio e Gian Pietro spiegano come selezionare ed esaltare le carni, lo chef Eugenio Boer sprigiona il gioco dei contrasti in cucina, Luca Montersino propone la sua micro-pasticceria salata, Emanuele Saracino illustra il dessert per un carrello dei dolci perfetto al ristorante, Fabrizio Ferrari esalta la cucina sottovuoto.

Data la crescita costante – triplicata nel 2017 secondo il rapporto Eurispes dei vegani, che rappresentano ormai oltre il 7% degli italiani – in calendario un corso di cucina Veg con tanto di aggiornamento e un seminario di pasticceria veggy. Arricchiscono la proposta per gli chef i corsi monotematici su tartufo, selvaggina e sulle potenzialità delle verdure fermentate, considerate tra i superfood per la salute.

Nei corsi dedicati a sala, bar & wine spicca l’attenzione ad aperitivo e dintorni, dagli stuzzichini a drink e food gourmet, alle nuove tendenze analcoliche, non manca un approfondimento sul drink-cost. Nella pasticceria, oltre ai laboratori pratici anche molto specifici come quello dedicato a les éclaires, la tendenza del km zero sposa dessert sfiziosi del territorio.

Ascom si rivolge anche agli appassionati, con un ricco calendario di corsi, e organizza “serate wow”. Si può partecipare a sfide in cucina come nei reality, con mistery box e alla Hell’s Kitchen, oppure a serate a tema (ostriche e champagne; gin e sushi; birra, fish and chips). E ci si può organizzare per uno speed-date ai fornelli, con serate per single.

Per scoprire la proposta a catalogo: www.ascomformazione.it

Ascom Formazione

piazzetta don Gandossi, 1 – Osio Sotto
tel. 035 41.85.706/707
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G7 dell’Agricoltura, Bergamo fa il pieno di eventi e ospiti

Bergamo si prepara al G7 dell’agricoltura, il 14 e 15 ottobre prossimi, con un calendario di appuntamenti e iniziative, a partire da sabato 7 ottobre, che coinvolgono associazioni del territorio e ospiti di rilievo nazionale e internazionale.

g7 agricoltura - presentazioneTra gli appuntamenti più interessanti, in ordine cronologico, si distinguono una conferenza sul “Futuro del cibo” con l’ex rettore dell’Università di Bergamo Stefano Paleari; il convegno sull’“Agricoltura urbana di qualità”, organizzato dal Parco dei Colli con molti attori del territorio e l’assessore regionale Terzi; l’incontro con Vandana Shiva, attivista politica e ambientalista, in programma l’11 ottobre all’Auditorium di piazza della Libertà sul tema dell’agricoltura sociale; il seminario di Save The Children sulle strategie per porre fine alla malnutrizione dei bambini entro il 2030; i tre giorni su “Agrogeneration” organizzati dal Mipaaf sull’innovazione della filiera agroalimentare alla presenza del ministro Martina e della ministra Fedeli; la conferenza sul “Diritto al cibo” con relatori del calibro del magistrato Gherardo Colombo e del comandante dei NAS di Brescia Simone Martano.

Venerdì 13 ottobre appuntamento al teatro Sociale di Bergamo con Giorgio Gori, il vescovo Francesco Beschi, il ministro Martina, il commissario europeo per l’agricoltura Phil Hogan e la sottosegreteria Maria Elena Boschi per ragionare sull’“indice globale della fame 2017”. Sempre il 13 ottobre sarà la volta del premio Nobel per la medicina Renato Capecchi in collaborazione con l’Associazione BergamoScienza; sabato 14 incontro con mons. Nunzio Galantino, segretario della Cei e Graziano Da Silva, direttore generale della Fao.

chef astino nel gustoAll’interno del calendario anche la rassegna “Astino nel Gusto”, quattro giorni di appuntamenti con ristoratori, cantine e produttori locali e internazionali per celebrare East Lombardy 2017. Cracco, Oldani, Cannavacciuolo, Beck, Klugmann, i fratelli Cerea, Carlin Petrini si alterneranno tra laboratori, workshop, convegni in collaborazione con Visit Bergamo, Fondazione MIA e Magenta Bureau.

«Sono contento – ha affermato il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina presentando gli eventi – che sia Bergamo a ospitare, a due anni da Expo Milano, il G7 dell’Agricoltura. Un momento internazionale di grande rilievo in cui avremo modo di confrontarci sulle azioni e sulle responsabilità da esercitare in campo agricolo e alimentare per produrre meglio sprecando meno, per garantire livelli di sostenibilità maggiori al futuro dell’agricoltura globale. C’è bisogno di risposte concrete e urgenti. Da qui, dunque, rilanciamo il nostro contributo all’agenda globale. Per questo concentreremo la discussione su due temi cruciali: la cooperazione agricola correlata al fenomeno delle migrazioni e la protezione degli agricoltori, soprattutto piccoli, davanti alle crisi economiche e ambientali».

«Bergamo arriva preparata a questo appuntamento – ha sottolineato il sindaco Giorgio Gori – e lo sente a buon diritto particolarmente “suo”. Perché i temi dell’agricoltura sostenibile, della valorizzazione della filiera agroalimentare locale, della relazione tra produzione agricola e tutela del paesaggio sono esattamente quelli di cui ci siamo occupati in questi anni, grazie anche alla spinta di Expo 2015. Le esperienze si sono intrecciate: il lavoro del tavolo permanente sull’agricoltura, insediato in Comune, il moltiplicarsi dei mercati dei produttori e il crescere delle forme di consumo alimentare consapevole, l’avventura della Valle della Biodiversità, la nascita del Biodistretto, la collaborazione con l’Università e con la Camera di Commercio, i progetti sulle mense scolastiche, il contributo costante di BergamoScienza e di istituzioni importanti come il Cesvi. Bergamo ospita dunque il G7 dell’agricoltura con il giusto grado di consapevolezza intorno ai temi che ne animeranno gli incontri, così da poter scommettere che l’evento del 14 e 15 ottobre lascerà il segno, e costituirà motivo – nei prossimi anni – per porre ancora più energia nell’affermazione dell’agricoltura sostenibile come leva di sviluppo economico, di qualificazione dei costumi alimentari e di valorizzazione del nostro territorio».

«Credo che la presenza della Provincia – ha spiegato il presidente Matteo Rossi – sia fondamentale in un’occasione come quella del G7 dell’agricoltura. Per tre motivi precisi: in primo luogo la vitalità dell’impresa agricola bergamasca, che ha visto nel 2017 nascere 38 nuove imprese under40 sul territorio e che ci spingono ad aprire nuovi indirizzi scolastici per rinforzare la filiera agricola e alimentare. In secondo luogo per rilanciare la sfida contro la fame nel mondo secondo principi di equità e giustizia che ruotano intorno al tema del cibo: intendiamo avviare una riflessione per promuovere in Lombardia una nuova legge sull’economia solidale con attenzione particolare al mondo agricolo. Infine per ricordare e valorizzare le tradizioni del territorio bergamasco attraverso anche precise scelte urbanistiche, come la riduzione del consumo di suolo e la conservazione del bene primario della terra. La società civile bergamasca porti il proprio contributo positivo al G7 e non perda l’occasione di essere protagonista di questo percorso: il sistema cibo e il suo rapporto con la terra e la democrazia possono essere la leva per rifondare e alimentare una nuova politica.”

Info e calendario: http://agriculturabg.it


Gazzaniga, la “Follia” di Daniele che vuole portare in tavola anche le meduse

La Follia di Daniele Cortesi è quella “sana”, la capacità di mettersi in gioco anche quando il senso comune spingerebbe ad andare sul sicuro. È così che tre anni e mezzo fa, all’età di 25 anni, ha aperto il suo ristorante scegliendo di fissare nell’insegna quell’atto di coraggio e volontà che condivide con la fidanzata Valeria Tiraboschi, appena 21enne all’epoca dei fatti.

Il locale si trova a Gazzaniga, in via Dante 9, nel centro storico. Trenta posti che permettono ai due di gestire praticamente da soli cucina (lui) e sala (lei).

Il giovane chef è stato una lieta sorpresa nel corso della dimostrazione organizzata dai Macellai Ascom alla recente Fiera di Sant’Alessandro, un’iniziativa che ha voluto mostrare la professionalità degli operatori e offrire ai visitatori le dritte giuste per scegliere e cucinare un buon piatto di carne. Cortesi ha spaziato dalle preparazioni classiche ai tocchi creativi, come i chicchi di melograno sul carpaccio o lo stufato arricchito con cacao e cioccolato fondente.

È questo anche lo stile della sua cucina, che non disdegna prodotti e abbinamenti insoliti e ricercati, frutto dell’esperienza internazionale. Diplomato alla scuola alberghiera di Nembro, Cortesi, infatti, non si è lasciato sfuggire l’occasione di vedere come vanno le cose dall’altro capo del mondo e dopo il cursus di rito Sardegna-Val Gardena-Inghilerra è volato al The Venetian di Macao, gemello dell’omonimo hotel casinò di Las Vegas che ricrea palazzi e canali di Venezia: un colosso da 3.000 suite e 18mila dipendenti, settimo tra gli edifici più grandi al mondo, primo degli alberghi.

«In Cina ci sono rimasto sei mesi – ricorda – poi una serie di circostanze mi ha fatto decidere di rientrare. Del resto, avevo già ben chiara l’idea di aprire un locale mio e di chiamarlo proprio La Follia, che dice della mia voglia di provarci. È vero, i tempi non sono dei migliori e siamo giovani, ma finché non ci si butta non si può sapere come andrà. Noi l’abbiamo fatto, scegliendo una dimensione che possiamo gestire. Non è semplice, ovviamente, ma le soddisfazioni pian piano arrivano».

ristorante La Follia - Gazzaniga (1)«Un pizzico di “follia” sta anche nel menù – evidenzia -. Lavorare in estremo Oriente e in un ambiente internazionale mi ha fatto conoscere tanti prodotti e sapori e la nostra proposta vuole appunto offrire qualcosa di diverso. Secondo me chi esce a cena deve trovare piatti che non mangia a casa. È difficile farlo capire in un contesto come il nostro, in cui si dà più valore all’abbuffata, ma ci proviamo».

La lista è essenziale: quattro proposte (due di terra e due di mare) di ciascuna portata – antipasto, primo, secondo – più i dessert. Il menù degustazione permette di assaggiare tutti i piatti (di pesce o di carne) al costo di 55 euro, acqua e vino compresi. Tra le ricette che meglio descrivono la sua cucina, Daniele Cortesi cita la tartare di cobia (uno squaletto che nel piatto ricorda merluzzo e ricciola indicato come il pesce del futuro per la sostenibilità dell’allevamento) con yogurt di ravanelli e brunoise di zucchine, gli gnocchi di patate e maggiorana con crudo di gambero rosso, piselli e zenzero, il filetto di storione in crosta di pane e basilico, cous cuos in caponata di verdure dell’orto.

Vero e proprio simbolo del locale è diventato il cappuccino, una zuppa di patate e funghi con spuma al parmigiano, servita in tazza come al bar, accompagnata da un croissant salato. L’attenzione è anche alle nuove tecniche, con cotture sottovuoto, marinature e affumicature. Il menù cambia con le stagioni e non mancano le serate a tema (la prossima è sui porcini, il 15 e 16 settembre, ma ci sono anche quella sul pesce crudo, sui tartufi, la serata bergamasca e quella sarda).

E chissà che la follia dello chef non vada oltre. «In futuro mi piacerebbe osare un po’ di più – confessa -. Tra i cibi più strani che ho assaggiato in Cina e che più mi sono piaciuti c’è la medusa. Devo solo capire come fare ad averla… ».

 


G7 dell’agricoltura, ad Astino spazio anche a produttori, chef e ristoratori

La presentazione della Fiera di Sant’Alessandro – il tradizionale appuntamento per gli operatori agricoli e gli amanti del mondo rurale, delle tradizioni contadine e dei prodotti tipici, in programma dall’1 al 3 settembre prossimi al polo espositivo di via Lunga a Bergamo – ha acceso i riflettori anche sul G7 dell’agricoltura, l’evento che il 14 e 15 ottobre porterà a Bergamo i ministri dell’agricoltura dei sette stati più sviluppati del mondo per confrontarsi sui temi chiave delle risorse alimentari, della loro distribuzione e della sostenibilità.

Un appuntamento che farà di Bergamo la capitale mondiale dell’agroalimentare e che rappresenta un’importante occasione per la promozione territoriale, come ha sottolineato Luigi Trigona, segretario generale di Promoberg e presidente di Turismo Bergamo nel proprio intervento. «Tutta la settimana che conduce all’incontro – spiega – sarà interessata da iniziative che ci vedranno in prima linea attraverso gli attori territoriali e turistici, tra cui Turismo Bergamo ed il progetto East Lombardy».

«Ci saranno convegni – chiarisce -, ospiteremo i cento produttori più importanti d’Italia e saranno coinvolte le scuole. Sul fronte gastronomico sarà invitato uno chef da ognuno dei Paesi G7 per un confronto internazionale e sarà organizzato un vero e proprio tour tra i sapori della quattro province di East Lombardy, con chef, ristoratori, pasticcieri, produttori e cantine che ruoteranno all’interno dell’ex monastero di Astino».


Peghera, alla sagra del Taleggio torna lo chef “atomico” Mainardi

taleggio
Torna la sagra del Taleggio a Peghera, patria del famoso formaggio e luogo d’eccellenza per la stagionatura.

La nona edizione si terrà domenica 23 luglio e permetterà di conoscere i segreti della produzione e le virtù gastronomiche del prodotto, grazie anche alla presenza di Andrea Mainardi, lo chef bergamasco conosciuto con l’appellativo di “atomico”, per la creatività e l’energia del carattere, che torna in Valtaleggio dopo lo showcooking dello scorso anno. Noto in tv per la partecipazione alla Prova del Cuoco di Raiuno e la conduzione di programmi su FoxLife sarà il protagonista di un tour alle 10.45.

La giornata, dalle 9.30 alle 18, propone bancarelle con prodotti artigianali e un programma che unisce sapori, cultura e intrattenimento. Alle 9.45 si terrà una dimostrazione di caseificazione, mentre, dopo il tour con lo chef, si potrà pranzare nei punti ristoro o con lo speciale menù dedicato alla sagra nei ristoranti convenzionati. Alle 14.30 sono previste due visite guidate, alle cantine di stagionatura del Taleggio Dop e alla Pala di San Giacomo del pittore Palma il Vecchio nella chiesa Parrocchiale. Alle 15.30 si potrà andare “a passeggio con i transumanti”, mentre alle 16 la novità dei Taleggiochi, per squadre di grandi e piccini. A curare l’animazione per i bambini “Jaime Show” mentre l’intrattenimento musicale è affidato a “Ale&friends”.

Tra i protagonisti anche gli stagionatori, con CasArrigoni che propone un menù degustazione all’interno della propria struttura e Casearia Arnoldi che punta su un “aperipranzo” e sulla curiosità del gelato al taleggio realizzato dalla gelateria La Pasqualina.

Alla manifestazione partecipa anche il Centro Studi Valle Imagna presentando la Strada dello Stracchino e della Pietra, nell’ambito delle relazioni di sviluppo socio-economico tra i territori dell’alta Valle Imagna, Valle Taleggio e Valsassina, e per anticipare la prossima uscita del nuovo libro di Irene Foresti “Cibo, terra e lavoro”, che sarà stampato entro il mese di ottobre.

Per informazioni: Sagra del Taleggio


Chef stellate: brillano in cucina, meno sui media

donna chef

Se grandi cuochi come Paul Bocuse, Roger Vergè e George Blanc non hanno mai nascosto di dover tutto alle donne, a partire da La Mere Brazier, è duro a tramontare il pregiudizio che quella dello chef sia una carriera prettamente maschile. Un lavoro di sacrificio per un uomo, figuriamoci per una donna, chiamata da sempre a tessere e tenere le fila di equilibri familiari spesso in bilico. E invece, dati alla mano, la cucina italiana si declina al femminile e non solo per tradizione nelle cucine casalinghe dove ancora si spadella (ahimè sempre meno), ma nei ristoranti più blasonati.

Con 45 chef stellate Michelin, l’Italia detiene un vero e proprio record mondiale della “cucina d’autrice”. Sono infatti solo 134 le donne premiate dalla Guida rossa in tutto il mondo. In moltissimi casi sono davvero “Wonder”, da São Paulo in Brasile alla Slovenia. Da Helena Rizzo, architetto ed ex super modella brasiliana, migliore chef al mondo nel 2014, ad Ana Ros, miglior cuoca al mondo in carica World’s 50 Best, nonché ex sciatrice della nazionale jugoslava, laureata in relazioni internazionali, che a Caporetto ha optato per la cucina con relativa disfatta della sua carriera diplomatica.

La maggior parte delle chef di casa nostra è autodidatta in cucina e ha fatto studi, quasi sempre universitari, in tutt’altro campo. A molte è toccato lavorare gomito a gomito con la suocera come executive-chef e chissà se non sia stato proprio questo doppio stress a farle brillare in cucina fino a catturare una o più stelle Michelin. Hanno risollevato e portato in alto ristoranti di famiglia in località nella maggior parte dei casi sperdute, hanno trasformato in indirizzi esclusivi agriturismi come Caterina Ceraudo o addirittura pub come Maria Cicorella. Molte non hanno rinunciato al metter su famiglia, anche numerose: è il caso di Nadia Vincenzi, 4 figli e 9 nipoti e di Katia Maccari, mamma di tre bambini, per citarne solo alcune. Eppure i riflettori sono quasi sempre puntati sui colleghi maschi, salvo qualche rara eccezione, in particolare le tristellate, tutte orgogliosamente autodidatte, Nadia Cavaliere Santini e Annie Feolde, che hanno portato la cucina italiana ai massimi livelli. Dalla prossima stagione Antonia Klugmann – chef de “L’Argine di Vencò” di Dolegna del Collio che ha detto addio a un futuro da avvocato – prenderà il posto di Carlo Cracco nella giuria di Masterchef, talent che tutti gli addetti ai lavori rinnegano come diseducativo, ma che di fatto a suon di record di ascolti riuscirà – si spera – a far brillare la cucina in rosa. Nel frattempo, abbiamo chiesto a due chef stellate, Loredana Vescovi e Nadia Vincenzi, e alla presidente dei ristoratori bergamaschi Ascom, Petronilla Frosio, di ripercorrere la loro storia professionale e di svelare i segreti di una cucina orgogliosamente femminile.

Loredana Vescovi

Antica Osteria dei Camelì – Ambivere

Loredana VescoviLoredana Vescovi questo lavoro si può dire l’abbia sposato qualche mese prima del matrimonio ufficiale con Camillo Rota. A dicembre 1985 si è presa una pausa dal lavoro di addetta paghe e contributi in uno studio per lavorare a fianco della futura suocera Fernanda Paredi, classe 1930, ancora oggi in cucina all’Antica Osteria dei Camelì di Ambivere. «Ma non è stata una prova di fuoco prima del nostro matrimonio a giugno del 1986 – precisa con un sorriso Loredana Vescovi -. Con mia suocera siamo andate subito d’accordo e io le ho rubato giorno dopo giorno il mestiere con gli occhi. Dopo tre mesi ho chiamato lo studio per dire che non sarei più tornata e dal 1° gennaio del 1986 sono sempre in questa cucina, dalle 7.30 alle 16 e dalle 18.30 a mezzanotte se va bene, ma anche all’una e alle due di notte. Unica eccezione, in 30 anni, uno stage da Angelo Paracucchi ad Ameglia nel 1993».

La passione per la cucina è stata subito grande e l’ha spinta ad alzare presto l’asticella, fino a farsi strada, lasciando che fossero i piatti a parlare per lei. Fino ad ottenere nel 2006 per lo storico locale, una cascina del Cinquecento, dal 1856 gestita dalla famiglia Rota, la stella Michelin.

Quella del Camelì è sempre stata ed è tuttora una cucina totalmente al femminile, custode della tradizione per scelta ma creativa per natura: «Siamo tutte donne in cucina e in pasticceria. Lavoriamo da talmente tanto tempo assieme, che ormai ci basta uno sguardo per intenderci. Credo che le donne abbiano una naturale propensione per la cucina, per nutrire, ricevere, accogliere. Ce l’abbiamo nel dna». Quella femminile, secondo Loredana Vescovi, è una cucina diversa, con più cura e più cuore: «C’è una cura tutta femminile nell’amore per i dettagli, nella pulizia e nell’ordine, che credo che comunque emerga. Io, ad esempio, amo svuotare e ripulire tutti i cassetti in cucina con una certa frequenza, passo molto tempo a preparare i fiori che abbelliscono la tavola. Non so quanti miei colleghi facciano altrettanto».

Camelì - piattoLavorare in famiglia, con il marito Camillo in sala, è naturale per la chef del Camelì, che sembra smorzare sul nascere qualsiasi tensione e litigata casalinga: «La nostra forza è la famiglia. Ci si sopporta e capisce al volo e di fatto non si è mai litigato davvero in tanti anni di lavoro assieme. È anche forse l’unico modo per vedersi, con un lavoro che di tempo libero ne lascia davvero poco». I sacrifici del mestiere sono tanti e per una donna diventano doppi: «Io non ho figli, ho la fortuna di lavorare con mio marito e per andare a casa devo solo salire le scale. È faticoso a volte conciliare tutto per me, non oso immaginare come faccia chi ha bambini da crescere», ammette Loredana Vescovi, che tra una lievitazione e l’altra, sta pensando al cambio armadi che continua a rinviare.

È un mestiere che comunque consiglia, purché lo si faccia per convinzione: «Alle aspiranti chef consiglio di mettere la passione al primo posto e di usare gli ingredienti migliori, perché specialmente in questi anni difficili la qualità alla fine ripaga sempre e avere un rapporto diretto con i produttori porta a rispettare al massimo la materia prima e a far sì che essa si esprima al meglio. Per farsi strada ci vuole carattere, ma non serve sgomitare: è meglio rubare il lavoro con gli occhi e farsi valere perché quello che fai vale davvero». Anche perché i pregiudizi esistono ancora: «Tante volte mi capita di rispondere al telefono e di sentirmi chiedere dall’altra parte della cornetta di parlare con lo chef».

Nadia Vincenzi

Ristorante “Da Nadia” – Castrezzato

Nadia VincenziNadia Vincenzi, chef del Ristorante “Da Nadia” di Castrezzato, dove brilla dal 2011 la stella Michelin, che già aveva conquistato nel 2000 “Al Desco”, a Sarnico, questo lavoro lo vive e respira tutti i giorni sin da ragazzina. Gli anni spensierati delle Superiori, a ragioneria, quando viene eletta anche Miss Molise, lasciano presto il passo a grandi responsabilità. Un brutto incidente in auto costringe ad una lunga convalescenza i suoi genitori Valter e Liliana, così a Nadia e suo fratello Bobo, da anni ristoratore affermato del Ribo di Guglionesi, tocca mandare avanti il ristorante di famiglia.

«Ci muovevamo all’alba con una 600 sgangherata, senza ancora la patente, per acquistare il pesce al mercato di Termoli, dove a trattare sul prezzo e ad aiutare mio fratello a caricare casse ero l’unica ragazzina», racconta Nadia Vincenzi. Sulla conoscenza del pesce e sull’amore per la cucina ha costruito poi il suo successo, dopo essersi dedicata al mestiere di mamma, anche in questo campo in grande, dato che ha messo al mondo ben quattro figli. Ai fornelli si è dedicata in pianta stabile dal 1990, iniziando a fare apprezzare la sua cucina di pesce a San Giuseppe di Rovato, in provincia di Brescia, dove è approdata – come ama ricordare – con l’alta marea, per amore. Nel 1993 riparte da zero, aprendo “Al Desco” a Sarnico, che da sola, divisa tra gestione e cucina, riesce a fare apprezzare come uno dei templi lombardi del pesce, premiato dalla Michelin con la stella all’inizio del nuovo millennio. Nel 2003 è costretta a chiudere il ristorante per un intervento alle gambe che le impone di rinunciare ai fornelli per un bel po’. Fino al 2004, quando sfida le nebbie padane e decide con coraggio di portare i sapori dell’Adriatico in piena campagna a Castrezzato, dove il rombo dei motori del vicino autodromo si mischia ai muggiti delle stalle.

Da_Nadia_zuppa pesce«Solo una donna poteva riuscire a trasformare una vecchia trattoria dismessa in mezzo alla campagna e lontana da tutto in un ristorante ricercato – ammette con orgoglio -. Riuscire qui è stata una soddisfazione doppia». “Da Nadia” è un locale elegante, che come la chef-patronne rifugge ogni etichetta, dove si gusta, con tanto di bavaglia, una zuppa di pesce pantagruelica cotta e servita nel coccio, da leccarsi le dita. «Non la toglierò mai dal menù, assieme ad altri piatti semplici della tradizione. Ci vuole più tempo a pulire bene i canolicchi dalla sabbia che a fare tante schiume e salsine come va tanto di moda», spiega la “pasionaria del pesce”, per cui ogni notte i camion provenienti da Chioggia e diretti al mercato del pesce di Milano fanno una deviazione al casello di Palazzolo sull’Oglio, per consegnare i migliori prodotti ittici, come le schie di laguna, da provare abbinate alla polentina bianca.

Nadia Vincenzi non nasconde i sacrifici del mestiere: «È un lavoro che dà tanto, ma tanto toglie. Da un lato la famiglia inevitabilmente risente di questi ritmi di lavoro, dall’altro è un piacere ritrovare ai tavoli con i loro bimbi ragazzi che ho visto crescere, che conosco da quando erano in fasce e ora han messo su famiglia. Dà significato e un’idea di continuità ai 27 anni che non festeggio Natale, Capodanno e Pasqua». Quanto alla cucina, non ha dubbio che sia regno femminile: «Anche se i riflettori sono sempre e solo per i colleghi, le donne sono nate in cucina e l’amore che ci mettono, anche da chef, è diverso. Perché siamo più generose, perché ci mettiamo l’anima. Non a caso mi affianca in cucina una donna, Julia che, partita come lavapiatti, si è fatta presto strada con talento e carattere. La mia è una cucina semplice, che esalta la tradizione, che difficilmente impiega più di tre ingredienti, che seleziono personalmente. Se ogni notte attendo il carico del pesce, le mie vacanze le passo in giro per l’Italia a scovare prodotti interessanti pronti ad esaltare la mia cucina di mare, dai pomodori Marinda a Pachino ai legumi molisani».

E ora la chef dalle mille vite e pronta a ripartire di nuovo da capo, quest’estate (l’idea è aprire a luglio) con il nuovo ristorante “Da Nadia in Franciacorta” a Erbusco, in un’antica cascina di proprietà della famiglia Moretti (Bellavista, L’Albereta): «La mia clientela potrà contare su uno spazio esterno curatissimo e su sale con camino dal fascino d’altri tempi. Quanto a me, avrò finalmente casa sopra al ristorante, una comodità irrinunciabile».

Petronilla Frosio

Ristorante Posta – Sant’Omobono Terme

1702 petronilla frosio - presidente ristoratori AscomPetronilla Frosio, del “Ristorante Posta” di Sant’Omobono Terme, erede di una tradizione di famiglia nella ristorazione che dura dal 1910 e presidente del Gruppo Ristoratori Ascom, aveva le idee chiare da ragazzina, con tre punti fermi: «Ho sempre detto che non sarei mai andata a lavorare in cucina, che non avrei mai sposato il figlio di un ristoratore e che avrei avuto una famiglia grande, con cinque figli. E ho fatto poi l’esatto contrario perché nella vita poi i programmi cambiano». O forse, come saggezza popolare insegna,“mai dire mai”. Il suo intento era quello di darsi a conti e numeri così, dopo la maturità scientifica, si era iscritta a Economia e Commercio.

Poi a 23 anni, a furia di trovarsi a dare una mano in famiglia nella gestione dell’attività, ha finito con l’appassionarsi a tal punto da esserne irreparabilmente e senza scampo imbrigliata. «Ovviamente in cucina ci ero entrata ben prima, poco più che bambina – racconta -. Con mia sorella ci giocavamo sempre, con tanto di sorteggio, le incombenze di sala o di cucina: nessuna di noi voleva andare a servire ai tavoli perché la timidezza di quell’età aveva sempre il sopravvento e stare davanti ai fornelli metteva al riparo da ogni imbarazzo. Ed io ero ben contenta di starmene dietro le quinte. Ancora oggi mia sorella, che lavora in sala, ci scherza sopra e dice che alla fine ci ho perso io a starmene rinchiusa in cucina».

La forza dei Frosio è sempre stata la famiglia, ma Petronilla non nasconde come a volte lavorare insieme non sia facile: «Ci sono tanti equilibri da gestire. La tensione è altissima e le nostre famiglie sono sempre sull’orlo di una crisi di nervi, che fortunatamente non scoppia mai o quasi mai», sottolinea ridendo. Nella sua cucina non ci sono altre donne, ma solo per il fatto che non sono molte le chef a proporsi.

«Sono tutti uomini, però li comando tutti io – precisa, stretta nella giacca cifrata a doppiopetto -. Per le donne, ma vale anche per chi lavora in sala, è una professione totalizzante che lascia poco spazio ad altro. Gli uomini si dedicano più alla carriera, alle donne toccano doppie fatiche, quella professionale e privata».

La numero uno dei ristoratori Ascom è convinta che la cucina nasca femmina: «Nelle cucine sparpagliate in tutta Italia ci sono sempre state solo che donne e la tradizione l’hanno custodita e tramandata senz’altro loro. E la cura che ci mettono è indiscutibile, è materna, senza esibizioni o azzardi. Io credo che il tocco femminile si percepisca». Nella veste di presidente dei ristoratori non manca di invitare le colleghe ad una maggiore partecipazione alla vita associativa: «So quanto sia duro ritagliarsi del tempo per riunioni e confronti, però non è solo stando rinchiuse in cucina che riusciremo a valorizzare il nostro lavoro».