Cashback addio: niente operazione per il secondo semestre dell’anno

L’iniziativa sospesa da oggi. Per Confcommercio è un’occasione per riflettere sulle criticità e per puntare sull’abbattimento di costi e commissioni sugli strumenti di moneta elettronica

 

Cashback addio. Dopo aver “spaccato” la maggioranza (nell’aprile scorso su una mozione presentata da Fratelli d’Italia in Senato che ne chiedeva la sospensione Forza Italia, Lega e Iv si erano astenuti), il cashback (vedi l’approfondimento realizzato da Confcommercio) continua ad agitare le acque del governo Draghi. Nonostante la forte opposizione del M5S, l’operazione sarà infatti sospesa il 30 giugno, con il pagamento delle somme accumulate con i pagamenti delle carte di debito e credito e con il ‘superpremio’ da 1.500 euro ai maggiori utilizzatori. Verrà quindi cancellata l’operazione prevista per il secondo semestre dell’anno.

Per Confcommercio si tratta di un’occasione per riflettere sulle criticità e per puntare sull’abbattimento di costi e commissioni sugli strumenti di moneta elettronica: “Adesso occorre che si apra una riflessione approfondita sulle criticità fin qui segnalate, a partire dalle considerazioni della Banca centrale europea sulla necessità di un approccio neutrale nei confronti dei vari mezzi di pagamento disponibili fino alle considerazioni circa i possibili effetti sperequativi tra i redditi e l’effettivo impulso ai consumi” commenta di Confcommercio che ribadisce che “l’impulso alla diffusione della moneta elettronica andrebbe anzitutto perseguito abbattendo costi e commissioni a carico di consumatori ed esercenti, in particolare per la fascia dei micropagamenti”.


Cashback addio entro fine anno? Ma che brutta idea. Forse è il caso di fermare la lotteria degli scontrini

Le anticipazioni di stampa riferiscono che il nuovo Governo intende chiudere il cashback entro fine anno. Ragioni di costo.

Le anticipazioni di stampa riferiscono che il nuovo Governo intende chiudere il cashback anticipatamente a fine anno. Ragioni di costo. Invece di tagliare il super cashback (1.500 euro per i primi 100.000 fortunati) che costa tanto e che sta facendo crescere i furbetti della strisciata al distributore di benzina il Governo preferisce affossare definitivamente questo strumento.

Peccato che il cashback piace alla gente ed è l’unica reale opportunità per comprare in negozio e quindi favorire il commercio tradizionale rispetto a quello online. Gli acquisti sotto casa producono introiti di Iva e Irpef allo Stato che il commercio elettronico, soprattutto quello dei portali stranieri, qualche dubbio sul contributo all’erario ce lo fanno nutrire.

Il Governo non parla invece di togliere la lotteria degli scontrini. Quella certo che andrebbe eliminata perché è sbagliata nelle sue motivazioni di fondo e nella sua applicazione. E poi fa impazzire i commercianti per l’incasso dell’euro di un caffè.