Pos, nuova convenzione Ascom BPER per i soci

L’accordo prevede condizioni vantaggiose a partire dall’ installazione gratuita 

In vista dell’imminente entrata in vigore, il 30 giugno, delle sanzioni in capo agli esercenti in caso di mancata accettazione dei pagamenti elettronici di qualsiasi importo, Ascom Confcommercio Bergamo ha stipulato una convenzione con Banca BPER.

L’accordo è riservato ai soci Ascom che non abbiano ancora introdotto il Pos all’interno della loro attività imprenditoriale e prevede installazione gratuita, sei mesi di canone gratuito e a seguire un costo mensile che va dai 14,60 euro alla gratuità, a seconda delle transazioni fatte in un mese. Le commissioni applicate vanno dallo 0,70% per i Pagobancomat, all’ 1,05% per Visa, all’1,10 % per Mastercard. La tipologia di Pos è un Gprs C-less Car Dati Cliente.

“Considerato che è ancora ampia la fascia delle imprese che non si è dotata di un sistema di incasso elettronico, abbiamo stretto con una delle banche fortemente radicate sul territorio una convenzione specifica pensata appositamente per loro – spiega Giovanni Zambonelli, presidente di Ascom Confcommercio Bergamo – Le condizioni sono molte interessanti anche per le imprese che avranno bassi incassi con i pagamenti elettronici e poche transazioni”.

“È con grande soddisfazione che avviamo con Ascom Confcommercio Bergamo una collaborazione che offrirà alle realtà associate l’opportunità di sottoscrivere un servizio ormai indispensabile nell’attuale mondo del lavoro- ha commentato Luca Gotti, direttore territoriale Lombardia Ovest di BPER Banca-. Grazie a quest’offerta, infatti, gli imprenditori associati potranno sottoscrivere, a condizioni vantaggiose, il servizio POS GPRS. BPER Banca conferma così il suo impegno a fianco delle associazioni di categoria, delle realtà produttive e dei lavoratori nei territori presidiati”.

Per informazioni consulenza@ascombg.it e 035 4120123

 

 

 

 

 

 


Credito, il terziario fa i conti con la liquidità. Mille imprese a rischio con la fine della moratoria

Dall’indagine Ascom con Format Resarch emerge una situazione in chiaro scuro e anche nell’ultimo semestre 2021 1 imprenditore su tre ha chiesto un nuovo prestito

La liquidità continua ad essere la reale criticità per le imprese del terziario di Bergamo: anche nell’ultimo semestre dell’anno circa un imprenditore su tre si è visto costretto a ricorrere a un nuovo prestito e, da inizio pandemia, l’indebitamento è andato crescendo nonostante sia leggermente calato il numero di imprese che hanno chiesto un finanziamento rispetto al primo semestre 2021. Un trend che graverà sulle spalle delle imprese non appena le moratorie si interromperanno il 31 dicembre, nonostante la quasi totalità delle imprese non ha aderito alla proroga del DL Sostegni bis perché non ne ha ravvisato la necessità. Una situazione che parrebbe in miglioramento, quindi, ma se il fabbisogno finanziario del terziario è leggermente in calo siamo di fatto ancora lontani dai livelli pre covid, soprattutto nel turismo e nelle imprese sotto i 6 addetti.
È quanto emerge dal nuovo Rapporto di ricerca (Osservatorio sulle imprese del terziario) realizzato da Format Research per conto di Ascom Confcommercio Bergamo sulle imprese del terziario. Il rapporto conferma il trend in atto da ormai più di un anno: l’indicatore, rispetto al semestre precedente, è migliorato di 3 punti da 33 a 36 e in prospettiva salirà a 38 a fine anno secondo il giudizio degli imprenditori. Il dato provinciale è inferiore di 5 punti rispetto al dato nazionale dove la situazione, più pesante nello scorso semestre, è migliorata rispetto a Bergamo.
L’indice a 36 è ancora troppo basso ancora rispetto al livello pre Covid del II° semestre 2019 quando era a 59 (-39,0%). Il dato è fortemente condizionato dai numeri drammatici del settore turismo (24), mentre il commercio (42) e i servizi (48) hanno già in parte recuperato e stanno tornando ai livelli pre pandemia. A soffrire sono soprattutto le micro e le piccole imprese fino a 5 addetti, nettamente sotto la media.

Domanda di credito
In leggera diminuzione la percentuale di imprese che ha chiesto un finanziamento negli ultimi 6 mesi. Sono il 32% contro il 35,0% di aprile 2021 (-8,6%). Di queste, il 55% ha vista accolta la sua domanda, il 32% accolta con ammontare inferiore, l’8,3% non accolta e il 4,7% è in attesa.
Rispetto al semestre precedente è aumentato da 52 a 55 la percentuale delle pratiche accolte (+5,8%) e ridotto il numero delle pratiche in sospeso (erano 5 ora al 4,7), segnale che le reazioni tra banca impresa si stanno normalizzando dopo la pandemia. Sono diminuite di 3 punti attestandosi al 32% (-8,6%) quelle accolte con importo inferiore e aumentate dall’8,0% al 8,3%% le pratiche respinte. Al netto di coloro che respinti ritenteranno nel trimestre successivo, l’11,3% delle imprese non ottengono una risposta positiva dal sistema bancario a fronte del bisogno di credito.

Costo del finanziamento e dell’istruttoria
Gli imprenditori del terziario bergamasco fanno segnare un miglioramento del sentiment con riguardo il costo del finanziamento. Da 48 a 52 (+8,3%). Il miglioramento ha portato l’indice al dato del secondo semestre 2019, quindi a prima della pandemia, e l’indice è migliore di 3 punti rispetto al dato nazionale. È il segnale di una maggiore consapevolezza degli imprenditori orobici oppure di un effettivo miglior trattamento economico.
Anche il costo dell’istruttoria viene giudicato in leggero miglioramento rispetto al semestre precedente. L’indice è salito da 37 a 38 (+2,7%) rispetto al I° semestre 2021. L’indice è migliore di quello nazionale che si attesta a 35 e confermato rispetto ad aprile.

Durata dei prestiti e garanzie richieste
Per quanto riguarda la durata temporale del credito la situazione è stabile con un indice che sui conferma a 41. Da inizio pandemia si registra proprio nella minore durata dei finanziamenti il crollo dell’indice, quando era 50, con 9 punti in più (-18%). La situazione bergamasca resta comunque nettamente migliore a quella nazionale il cui indice è a 23, con 18 punti percentuali più bassi rispetto al dato orobico.
In leggero miglioramento anche il giudizio delle imprese bergamasche rispetto alle garanzie richieste con 43 e +1 punto (+2,4%) rispetto al primo semestre 2021. L’indice resta più alto rispetto a prima della pandemia ma è quasi tornato alla normalità dopo che nell’anno 2020 era cresciuto a seguito dell’estensione della garanzia del Fondo Centrale di garanzia con il decreto Legge liquidità (Legge 5/06/2020 n. 40). L’indice è nettamente migliore a quello nazionale che si attesta a 35.

Costo dei servizi bancari
In leggero peggioramento l’indice relativo al costo dei servizi bancari registrato presso le imprese di Bergamo che si porta a 45 con -1 punto (-2,2%) rispetto al semestre precedente. L’indice è nettamente migliore di quello nazionale che si attesta a 33 ed è in peggioramento.

“Il bisogno di liquidità delle imprese bergamasche rappresenta un problema più sentito rispetto al dato nazionale e la pandemia è stato un “bagno di sangue” per la liquidità delle micro e piccole imprese del terziario – sottolinea Cristian Botti, presidente Fogalco, la Cooperativa di Garanzia di Ascom Confcommercio Bergamo -. Dopo il trauma del primo semestre 2020 stanno normalizzandosi i rapporti banca impresa sia nel numero di pratiche accolte sia nella riduzione di quelle in attesa tornate ad un livello normale ma l’indebitamento è andato crescendo e questo graverà sulle spalle delle imprese non appena le moratorie si interromperanno. A questo si aggiunge il fatto che resta preoccupante la difficoltà di una percentuale di imprese significative di attingere al prestito bancario. Circa i costi e le condizioni del credito, il giudizio degli imprenditori bergamaschi del terziario sui servizi bancari è in miglioramento forse anche per una maggiore competizione del sistema bancario sul territorio. E il dato è nettamente migliore a quello nazionale”.

Fine delle moratorie
Le imprese bergamasche del terziario avevano aderito per il 22,8% alle moratore del D.L. “Cura Italia”: circa una su 4, pari a oltre 5.450 imprese orobiche. Di quelle che non avevano aderito, la stragrande maggioranza (90,3%) perché non ne avevano la necessità, il 6,1% perché mancante dei requisiti e il 3,6% per mancanza di informazione o ritardi.
L’84,7% delle imprese non ha aderito alla proroga del Dl Sostegni bis. Anche qui la quasi totalità 88,3% perché non ne avevano la necessità, il 4,8% per mancanza di requisiti e il 6,9% per mancanza di informazione o ritardo.
Il giudizio degli imprenditori circa la scadenza resta interlocutorio. Riguardo all’impatto sul settore il 46,9% resta negativo, il 34,1% moderatamente negativo e il 12,8% molto negativo. Riguardo l’impatto sulla propria impresa, il giudizio non è così negativo con il 20,6 che ritiene che l’impatto sarà moderatamente negativo mentre il 4,2 sarà molto negativo.

“Alle moratorie hanno aderito un quarto circa delle imprese bergamasche del terziario, ovvero 5.000-6.000 imprese – afferma Oscar Fusini, direttore di Ascom Confcommercio Bergamo -. Di queste circa 3.600-4.000 hanno richiesto proroga. Sono numeri comunque elevati ed è chiaro che il giudizio negativo è di coloro che la moratoria l’hanno richiesta e, più in generale, anche di chi non l’ha chiesta se inserito in una filiera nella quale la debolezza economica potrebbe portare difficoltà. La preoccupazione è per coloro 4,2% che esprimono un giudizio di impatto molto negativo sulla propria impresa, che corrispondono a poco più 1.000 imprese bergamasche del terziario, circa un quarto di quelle che hanno richiesta la proroga, che con la fine della moratoria, potrebbero incontrare grosse difficoltà a sostenere di nuovo i debiti contratti”.


Garanzie per i finanziamenti oggi un seminario spiega le nuove regole

Dal 15 marzo sono in vigore le nuove Disposizioni operative che danno attuazione alla riforma del Fondo di garanzia. Oggi, giovedì 18 marzo, alle 16 all’Hotel Settecento a Presezzo si tiene un seminario tecnico per spiegare per spiegare le novità, in particolare la ridefinizione delle modalità d’intervento che vengono articolate in garanzia diretta, riassicurazione e controgaranzia, l’applicazione all’intera operatività del Fondo del modello di valutazione basato sulla probabilità di inadempimento delle imprese beneficiarie, la riorganizzazione delle misure di copertura e di importo massimo garantito, l’introduzione delle operazioni a rischio tripartito.

Le nuove Disposizioni operative si applicheranno alle richieste di ammissione alla garanzia del Fondo presentate a partire dal 15 marzo 2019.

PROGRAMMA: 

15.45 – Registrazione

16.00 Carlo Vimercati (Presidente Onorario – CdO Bergamo)
Saluti e Introduzione

16.10 Mariangela Locatelli (Mediocredito Italiano – Gruppo Intesa Sanpaolo)
“La procedura di accesso diretto: l’introduzione di un sistema di rating”

 

 16.40 Antonio Arrigoni (Fogalco Bergamo)
“La garanzia tripartita e le operazioni di controgaranzia

 

17.10 Sergio Serra (CdO Bergamo)
Il modello di calcolo del nuovo rating MCC 662
Casi pratici

 

17.45 – Domande & Risposte

L’evento è gratuito e aperto a tutti, clicca qui per iscriverti.

 


Le banche: «Se i confidi sono validi restano alleati preziosi»

Le banche si aggregano e così pure i confidi, per migliorare stabilità e operatività. Ma per un buon credito il filo diretto con il territorio resta fondamentale. Lo hanno evidenziato i rappresentanti di alcuni istituti bancari all’assemblea della Fogalco, la cooperativa di garanzia dell’Ascom di Bergamo.

«I confidi sono l’unico modo per superare la spersonalizzazione che si realizza con la concentrazione bancaria – ha affermato Lodovico Armanelli, Crediti territoriali di Ubi Banca -. Quando sono validi, ossia sono in grado di tenere il polso del territorio e sono affidabili, costituiscono con le banche un connubio vincente, che arricchisce entrambi. Fogalco è uno di questi e con Ubi Banca il rapporto è speciale, come dimostra l’alta percentuale delle posizioni che la cooperativa ha in essere con il nostro gruppo. La nascita della banca unica non modifica l’obiettivo di cercare di far crescere il territorio, del resto la dirigenza, la rete e le persone sono ancora le stesse». Quanto alle richieste di credito, conferma la tendenza evidenziata a livello generale dall’Osservatorio del Credito Confcommercio. «Anche nelle nostre aree stiamo assistendo ad un ritorno agli investimenti, spesso spinti dalle iniziative di finanza agevolata, come la ex Sabatini, che in pratica sterilizza il costo del credito».

«Se sono le collaborazioni consolidate a coprire la maggior parte delle pratiche, dove sono le altre banche? Una realtà come Fogalco è ancora utile? Si comprende che l’attività del confidi non è solo quella della garanzia ma anche l’analisi del progetto imprenditoriale? E che supportare gli investimenti non porta vantaggi solo all’azienda che li mette in atto ma genera una crescita generalizzata?». Le domande del consigliere Mauro Dolci, hanno trovato risposta nell’intervento di Alberto Colombo Area Retail Bergamo di Unicredit. «L’evoluzione continua del mercato impone di essere vicini al territorio e di approfondire la conoscenza del cliente, due punti che sono al centro del piano industriale del gruppo e che abbiamo in comune con Fogalco, non a caso una delle poche realtà consortili con le quali abbiamo scelto di collaborare». «La scritta “crescita” che campeggia nella comunicazione della cooperativa è anche un nostro obiettivo».

Le aggregazioni caratterizzano anche le Banche di credito cooperativo, che mantengono però un dimensione locale. «La nostra visione è la stessa dei confidi, dobbiamo aiutare i nostri soci ma pensare anche al nostro capitale -, ha sintetizzato Gianni Gabbiadini, Area Mercato della Bcc Bergamasca e Orobica -. Con i confidi possiamo crescere e vorrei in questa sede promuovere un diverso approccio: non più condivisione del rischio ma del merito creditizio e, ancor meglio, del percorso degli associati, condividere cioè l’attività dell’impresa per i cinque anni del finanziamento. Oggi il mondo va veloce, cinque anni sono una generazione, e se e vero che, nel momento in cui concediamo il credito, conosciamo la situazione aziendale e la valutiamo positivamente non sappiamo cosa può succedere dopo qualche anno. È importante perciò restare in contatto “nel durante” anche per trovare soluzioni prima che sia troppo tardi».


Negozi di moda, finanziamenti su misura grazie all’accordo nato in Ascom

Parte da Bergamo l’accordo di collaborazione tra la Federazione Moda Italia e il Gruppo Ubi Banca che mette a disposizione di tutte le imprese commerciali lombarde dei settori abbigliamento, calzature, pelletteria e accessori uno specifico plafond di finanziamenti.

Realizzato in sinergia con Fogalco, la cooperativa di garanzia dell’Ascom di Bergamo, va a beneficio delle imprese che avviano entro la fine del 2016 programmi e progetti di investimento – riqualificazione, ristrutturazione, ampliamento, ammodernamento delle strutture o dei processi – o di sostegno nell’ambito della gestione ordinaria.

Il requisito per accedere è che l’impresa sia iscritta alla Federazione Moda Italia, la più importante organizzazione di rappresentanza del dettaglio e ingrosso dei settori abbigliamento, tessile per arredamento, tessuti per abbigliamento, calzature, pelletteria, accessori, articoli sportivi con oltre 35mila imprese commerciali piccoli e medie associate.

Il finanziamento proposto è di tipo chirografario a medio termine per un importo massimo di 100mila euro, con la possibilità di condividere eventuali deroghe. L’importo del finanziamento potrà essere al massimo pari a quattro volte il volume delle transazioni del Pos annuo, che sarà interamente canalizzato sul conto di regolamento del prestito. La durata massima è di 48 mesi, con rimborso in rate mensili posticipate costanti.

Il tasso proposto per la finalità investimenti è variabile indicizzato all’Euribor 3 mesi maggiorato di uno spread compreso tra il 2,65% e il 3,50%, a seconda del rating assegnato dalla banca. Per altre finalità gli spread vanno dal 3,15% al 3,95%.

Le spese di istruttoria sono ridotte nella misura dello 0,90% dell’importo del finanziamento, con un minimo di 300 euro e un massimo di 600 euro. Qualora intervenisse un Confidi, è previsto un ulteriore abbattimento del 50% delle spese di istruttoria con un minimo di 300 euro.

L’accordo riguarda le imprese del settore operanti in Lombardia e le banche del Gruppo Ubi Banca operanti sul territorio: Banca Popolare di Bergamo, Banco di Brescia, Banca Popolare Commercio &Industria, Banca di Valle Camonica.

«Sono soddisfatto per l’accordo che abbiamo stipulato – afferma Diego Pedrali, presidente del Gruppo abbigliamento di Ascom Confcommercio Bergamo e membro di Giunta della Federazione Moda Italia -, soprattutto perché è un accordo che ha una valenza lombarda ed è indirizzato a tutte le imprese del settore. Inoltre le condizioni offerte sono particolarmente vantaggiose e vanno a beneficio di una importante categoria che, nonostante le difficoltà del contesto economico, continua a svolgere un importante ruolo nell’economia del paese. L’accordo è frutto della collaborazione in atto tra Ascom Bergamo, Ubi Banca e FedermodaItalia, che ha scelto la nostra città per portare avanti e concludere un progetto così importante, la cui valenza potrebbe diventare nazionale. Dopo una primo rodaggio l’accordo potrà essere indirizzato alle 98 associazioni provinciali e alle 35mila imprese che fanno parte della nostra Federazione. È un aiuto che vogliamo offrire all’intero settore che nel 2014 ha visto chiudere 3.378 negozi e nel primo trimestre di quest’anno 1.749 attività. Per superare il momento di crisi attuale abbiamo pensato di mettere in campo un progetto che potesse dare ossigeno alle nostre imprese, coinvolgendo Ubi Banca che è presente su tutto il territorio nazionale. Vogliamo stimolare i nostri commercianti facendo loro conoscere questa nuova opportunità, che è un punto di forza del nostro sistema».

«Attraverso la società partecipata AsconfidiLombardia, soggetto intermediario finanziario vigilato, siamo nelle condizioni di prestare al sistema bancario una garanzia qualificata che consente all’imprenditore di ottenere risorse a condizioni agevolate – evidenzia Antonio Arrigoni, direttore di Fogalco -. Questo accordo consente inoltre di fornire all’impresa una consulenza mirata e personalizzata sulla propria situazione economica e creditizia, che permette di conoscere in maniera più approfondita la propria capacità e solidità finanziaria».

«La firma di questo accordo – dichiara Osvaldo Ranica, direttore generale di Banca Popolare di Bergamo – è importante sia per la nuova collaborazione attivata con una Federazione particolarmente rappresentativa di settori economici significativi per la nostra economia sia per la rinnovata sinergia con Ascom e la sua cooperativa di garanzia Fogalco, che si traduce in un quotidiano e reciproco essere al fianco delle aziende del territorio di cui siamo Banca di riferimento».

«L’accordo raggiunto con FedermodaItalia – aggiunge Luca Gotti, direttore territoriale di Banca Popolare di Bergamo – ci consente di mettere a disposizione di tutte le aziende iscritte una forma di credito, quella del finanziamento chirografario, con condizioni dedicate e finalizzato a sostenere sia l’avvio di programmi e progetti di investimento sia le più ordinarie esigenze della gestione operativa tipiche delle imprese del settore del commercio».

Per informazioni: Fogalco tel. 035 4120321.


Accordo Ascom-Popolare di Vicenza, nuove convenzioni per gli associati

L’Ascom di Bergamo e la Banca Popolare di Vicenza hanno rinnovato nei giorni scorsi l’accordo siglato nel settembre 2013, aggiornandolo ed integrandolo con nuove opportunità per gli associati.

Il pacchetto comprende condizioni agevolate su conti correnti, sistemi di incasso e pagamento e alcune forme di elasticità di cassa come l’anticipo sugli incassi Pos calcolato sul transato trimestrale. Le maggiori novità riguardano due strumenti di finanziamento: un prestito chirografario entro i 18 mesi non finalizzato e uno, sempre chirografario, della durata massima di 84 mesi, per un importo fino a 50mila euro, destinato alle start up. Ci sono inoltre alcuni servizi di base per l’operatività con l’estero.

L’intesa pensa anche alle esigenze personali degli imprenditori associati Ascom e di tutti i loro dipendenti. Prevede per entrambi i profili un conto corrente a costo zero e un affidamento fino a 5mila euro al tasso del 4,75%. «Con l’ingresso del fondo Atlante e l’aumento di capitale da 1,5 miliardi di euro – hanno evidenziato Diego Ipprio e Maurizio Rossi, responsabili di area e del mondo dei confidi della Popolare di Vicenza – sono rientrate le criticità emerse a fine anno. La banca è stata messa in sicurezza ed oggi la situazione patrimoniale è tra le migliori del settore. L’istituto di credito è pronto a scendere in campo mettendo a disposizione due miliardi per operazioni da qui alla fine dell’anno».

«L’economia mostra segnali di miglioramento, ma il momento resta difficile – ha affermato il presidente dell’Ascom di Bergamo Paolo Malvestiti -. Compito dell’associazione è ricercare tutti gli strumenti che possano essere d’aiuto alle aziende per uscire da questa lunga crisi. L’attenzione al mondo del credito è una delle priorità e l’accordo con la Banca Popolare di Vicenza si inserisce nel quadro delle nostre trattative con i diversi istituti per mettere a disposizione degli associati servizi e prodotti interessanti».

Per informazioni e dettagli sulle condizioni è possibile contattare in Ascom-Fogalco il numero 035 4120212.


Mutui casa, è boom. Nel 2015 sono raddoppiati

Un incremento delle erogazioni dei mutui del 97,4% nell’ultimo anno. Lo ha stabilito l’Abi sulla base di un campione di banche che rappresentano oltre l’80% del mercato. Nei primi 11 mesi del 2015 le nuove erogazioni di mutui per l’acquisto di immobili da parte delle famiglie hanno registrato un incremento annuo del +97,4% rispetto al medesimo arco temporale dello scorso anno. I dati relativi al periodo gennaio-novembre del 2015 evidenziano la forte ripresa del mercato dei finanziamenti alle famiglie per l’acquisto delle abitazioni. Nel periodo gennaio-novembre 2015 l’ammontare delle erogazioni di nuovi mutui è stato pari a 44,340 miliardi di euro rispetto ai 22,465 miliardi dello stesso periodo del 2014. L’incremento su base annua è, quindi, del 97,4%.

L’incidenza delle surroghe sul totale dei nuovi finanziamenti è pari, nei primi 11 mesi del 2015, a circa il 32%. L’ammontare delle nuove erogazioni di mutui nel 2015 è anche superiore sia al dato dello stesso periodo del 2013, quando si attestarono sui 17,123 miliardi di euro, sia al valore dei primi undici mesi del 2012 (18,794 miliardi di euro). I mutui a tasso variabile rappresentano, nei primi undici mesi del 2015, il 43,7% delle nuove erogazioni complessive; nei mesi più recenti sono in forte incremento i mutui a tasso fisso che hanno raggiunto a novembre 2015 quasi il 65% delle nuove erogazioni, erano meno del 25% dodici mesi prima.