Val d’Astino, “La biodiversità dentro la città” vince il Premio nazionale del Paesaggio 2021

Un riconoscimento prestigioso alla vigilia di Bergamo Capitale Europea della Cultura 2023. Premiato il lavoro ultradecennale del progetto della Fondazione MIA 

L’importante Premio Nazionale del Paesaggio 2021, promosso dal ministero della Cultura, è stato assegnato a “La biodiversità dentro la città: la Val d’Astino di Bergamo”, il progetto presentato da Fondazione Misericordia Maggiore di Bergamo-Mia. Un riconoscimento straordinario che premia un lavoro ultradecennale e che lo elegge a candidato italiano alla settimana edizione del Premio del Paesaggio del Consiglio d’Europa.
Il Premio Nazionale del Paesaggio 2021 è stato conferito domenica 14 marzo in occasione della Giornata Nazionale del Paesaggio, alla presenza del ministro della Cultura, Dario Franceschini, e del Direttore generale di Archeologia, Belle Arti e Paesaggio, Arch. Federica Galloni (andata in “onda” sul canale YouTube del Ministero della Cultura).

Una soddisfazione grandissima che investe la città di Bergamo e che valorizza il ruolo di regia svolto da Fondazione MIA di concerto a una pluralità di attori e che riguarda un luogo identitario per la città di Bergamo e la comunità locale, qual è Astino con il Monastero e la sua Valle, e che proietta Bergamo stessa – con il riconoscimento a Capitale Europea della Cultura 2023 – a punto di riferimento italiano e internazionale per la tutela dell’ambiente, dell’ecosistema con la sua biodiversità, e dei beni culturali quali leve di sviluppo complessivo per l’intero territorio.

Il progetto è realizzato in partnership con Comune di Bergamo; Regione Lombardia; Provincia di Bergamo; Parco dei Colli di Bergamo; Centro Studi sul Territorio, Università degli Studi di Bergamo; Orto Botanico di Bergamo “Lorenzo Rota”. Un particolare ringraziamento per il supporto e la collaborazione dimostrati va a Riccardo Rao, Centro Studi sul Territorio, Università degli Studi di Bergamo, Enrico Antignati Presidente A.P.A.B. (Associazione Produttori Agricoli Biologici della Valle d’Astino), Gabriele Rinaldi, Direttore Orto Botanico di Bergamo “Lorenzo Rota” e a Angelo Colleoni, Vice Presidente Parco dei Colli di Bergamo.

“Con l’importante progetto di Astino è stata recuperata un’area periurbana che è diventata il cuore verde della biodiversità della città di Bergamo – sottolinea Fabio Bombardieri, Presidente Fondazione della Misericordia Maggiore MIA -. Il progetto è stato realizzato dalla Fondazione della Misericordia Maggiore, le cui origini risalgono al 1265, fondazione attraverso la quale la città di Bergamo e i suoi cittadini hanno dedicato grande attenzione alle attività caritative e culturali in tutte le loro declinazioni. Voglio rivolgere un caloroso ringraziamento al prezioso lavoro svolto dalle istituzioni pubbliche come l’Università, la Regione, la Provincia, il Comune e il Parco dei Colli, ma anche dall’Orto Botanico, dall’Associazione dei Produttori Agricoli Biologici, dalle Associazioni e dalle Cooperative che hanno coinvolto persone svantaggiate e con disabilità, e anche ai giovani. Grazie a tutti questi soggetti appassionati direttamente impegnati nel progetto, La Valle d’Astino con il suo splendido complesso monastico è diventato un punto di riferimento per la città di Bergamo e la sua popolazione e ciò tanto per la sua bellezza che per il ruolo di centro culturale. E, non da ultimo, per l’importante opera di sensibilizzazione ai valori fondamentali della natura, del paesaggio e dell’agroalimentare”.

Al cuore del Premio Nazionale del Paesaggio 2021

Un progetto, quello de “La biodiversità dentro la città: la Val d’Astino di Bergamo” dalla grande ambizione e complessità, premiato anzitutto per la sua capacità di restituire alla pubblica fruizione un paesaggio in stato di degrado che rischiava di essere oggetto di interventi speculativi. Tra i molteplici aspetti che hanno meritato al progetto bergamasco il conferimento del Premio Nazionale del Paesaggio 2021 spiccano: la costruzione di un processo di pianificazione condivisa e rigenerazione attraverso una collaborazione pubblico-privato, posta in capo alla Fondazione della Misericordia Maggiore. L’eccellente lavoro di regia territoriale con cui i diversi attori hanno agito e hanno saputo integrarsi. Il coinvolgimento di ampie e diversificate tipologie di fruitori. La solidità della visione scientifica che ha sorretto il progetto. L’attenzione alla governance basata su criteri di sviluppo sostenibile.

In altri termini, sono stati riconosciuti e premiati tanto l’ampia visione che l’approccio multidisciplinare al paesaggio, aspetti ben evidenti negli articolati sviluppi del progetto e che hanno investito sia la dimensione economico produttiva, che ambientale, estetica e, non da ultimo, quella dimensione sociale i cui interventi particolarmente incisivi hanno meritato l’encomio della Commissione giudicatrice.

Più di tutto, “La biodiversità dentro la città: la Val d’Astino di Bergamo” viene indicato dal Ministero come progetto di eccellenza per via della sua esemplarità: vale a dire quale modello replicabile in altri territori per la tutela, gestione, valorizzazione, e anche trasformazione di un paesaggio. Da periferia degradata a spazio vissuto: la rigenerazione di Astino ha restituito infatti alla città di Bergamo un parco agricolo e naturale, accessibile attraverso una mobilità dolce. Una risorsa verde all’interno del territorio di una città industrializzata. E così facendo ha favorito il recupero di una profonda relazione identitaria che ha coinvolto e coinvolge la cittadinanza nel segno della sostenibilità.

Il Premio conferito riconosce il ruolo rivestito da Astino quale centro di promozione e rafforzamento dei valori del paesaggio e dell’identità europea. E lo presenta come candidato italiano alla VII edizione del Premio del Paesaggio del Consiglio d’Europa perché vi vede chiaramente espressi i valori della Convenzione Europea del Paesaggio del 2000 che attribuisce un ruolo essenziale al paesaggio quale risorsa favorevole all’attività economica, come componente fondamentale del patrimonio culturale e naturale, oltre a contribuire al benessere dei cittadini.

Un progetto ultradecennale con una pluralità di attori e la Fondazione MIA capofila dell’intervento

E del resto è su un profondo sentire comune, che appartiene a Bergamo e alla popolazione bergamasca, che si innesta il progetto: già a partire dall’immediato dopoguerra, quando l’area di Astino si trova in una situazione di abbandono, la cittadinanza si dimostra consapevole del valore paesaggistico dell’area. Il Comune, in maniera antesignana, crea una serie di vincoli per proteggerla, ponendo limiti all’edificazione a partire dal 1951. Politica di vincolo che viene rafforzata nel 1977 con l’istituzione del Parco dei Colli di Bergamo da parte della Regione. Anche associazioni come WWF, Italia Viva, associazioni di quartiere si mobilitano per evitare le speculazioni e tenere viva l’attenzione su Astino. La mobilitazione dei cittadini e la volontà politica di valorizzare un’importante porzione di territorio alle porte di Bergamo porteranno a quel processo di pianificazione condivisa e di rigenerazione attraverso una collaborazione pubblico-privato che è posta in capo alla Fondazione della Misericordia Maggiore – MIA.

Quando nel 2007 la Fondazione Misericordia Maggiore di Bergamo – MIA acquisisce il monastero e i terreni della valle, avvia da subito il progetto di riqualificazione della Valle d’Astino. E lo fa varando un accordo di programma, che verrà perfezionato nel 2017 e con il quale intende far rivivere il monastero grazie alle attività educative e culturali legate al paesaggio e all’alimentazione all’interno del complesso, ripristinando le colture tradizionali sui fondi agricoli, tutelando e promuovendo la biodiversità e agendo su più livelli per affermare un’interazione sostenibile.

Una comunità tenace e operosa: un “modello esemplare” anche nella sfida pandemica

La commissione ministeriale ha posto un’enfasi particolarmente accentuata sul carattere esemplare testimoniato dall’orgoglio e dalla volontà di una comunità tenace e operosa, quale quella bergamasca, profondamente colpita dalla prima ondata dell’emergenza Covid-19. E ha riconosciuto l’impegno da parte della Fondazione MIA, insieme ai soggetti partner, di non interrompere le attività sul territorio, scelta questa apparsa tanto più virtuosa in quanto ha offerto uno spazio di socialità aperto alla cittadinanza che si è rivelato assai prezioso in un momento di drammatica difficoltà.

La carta vincente: strategie e interventi diversificati

La ricchezza del progetto “La biodiversità dentro la città: la Val d’Astino di Bergamo” si articola in un ventaglio ampio e diversificato di interventi, tutti riconosciuti, nelle loro specificità, dal Ministero quali meritevoli di essere indicati sia per l’efficacia delle azioni svolte che per la qualità delle strategie adottate.

E in concreto riguardano: la riqualificazione e valorizzazione del patrimonio culturale materiale e immateriale a partire dal restauro dell’ex Monastero, che ha coinvolto anche gli scavi archeologici. La riqualificazione e valorizzazione degli antichi usi e dei paesaggi rurali. Il coinvolgimento dei residenti, così come di persone svantaggiate e con disabilità. L’attuazione di forme di turismo sostenibile con la creazione e il recupero della rete sentieristica e ciclopedonale: grazie a una rete articolata di percorsi pedonali in grado di garantire la possibilità di fruizione fisica, funzionale e fisica degli elementi caratterizzanti la Valle d’Astino.

Una concezione innovativa della governance che regola il rapporto tra pubblico e privato con strumenti giuridici originali

Astino è ritenuto modello esemplare anche per il sistema di governance a partecipazione pubblico-privato. Un’architettura complessa che grazie alla regia della MIA coinvolge e regola il lavoro di una molteplicità di attori. Dagli albori con il piano organico di sviluppo agroalimentare che coinvolge Parco dei Colli di Bergamo, Comune di Bergamo, Slow Food Bergamo. Alla sottoscrizione nel 2014 del Protocollo d’intesa tra Regione Lombardia, Parco dei Colli di Bergamo, Comune di Bergamo, Fondazione MIA e Società Valle Astino S.r.l che parte dal riconoscimento dell’importanza della Valle d’Astino, con il suo complesso monastico e degli spazi aperti come parti costitutrici del valore storico, culturale, ambientale e paesaggistico della città. Con il Protocollo d’Intesa del 2014 viene perfezionato anche il piano delle coltivazioni. Viene creata una Carta Etica che obbliga i coltivatori al metodo biologico. La scelta del biologico è intesa a “salvaguardare la flora e la fauna tipica del compendio fondiario”.

Nel 2016 i coltivatori si costituiscono in associazione. Nasce A.P.A.B.: associazione di produttori agricoli biologici che aderiscono al “Progetto di valorizzazione agroambientale della Valle d’Astino” e ne condividono gli ideali, culturali e ambientali contenuti nella Carta Etica. Viene creato un marchio per i prodotti agricoli di Astino, che contribuisce alla loro diffusione nei sistemi di filiera corta in raccordo con la città: si tratta di un’iniziativa autonoma dei coltivatori che segna un passo importante nella direzione di una sempre maggior sostenibilità e durabilità del progetto di Astino. Tra il 2016 e il 2017 si crea una nuova piattaforma per la governance di Astino.

Nel 2017 viene siglato un nuovo Accordo di programma da Fondazione MIA, Comune di Bergamo, Regione Lombardia, Provincia di Bergamo, Parco dei Colli: anche la regione si inserisce dunque nella rete di enti pubblici territoriali che partecipano alla rigenerazione del paesaggio di Astino. Questo accordo sviluppa le linee di indirizzo avviate sin dal 2007 e via via perfezionate negli anni rilanciandole in maniera sempre più ambiziosa.

La sostenibilità ambientale con l’incentivo della biodiversità

Un aspetto che ha destato grande interesse nel progetto di Astino riguarda la sostenibilità ambientale: più nello specifico, il contrasto alle monocolture avviene con l’introduzione di una pluralità di coltivazioni attestate nella valle sin dal Medioevo. Il piano delle colture di Astino si è sviluppato a poco a poco negli anni, anche attraverso il consiglio scientifico dell’Università, che ha indirizzato verso scelte congrue con la qualità argillosa dei terreni, le caratteristiche idrogeologiche e la tradizione e la storia agraria della valle. Si impiantano meli, peri, erbe aromatiche. Ma anche erbe officinali e frutti di bosco che richiamano alla vocazione tipica dei monasteri. Si coltiva l’ulivo che è già documentato nel medioevo nella zona di Astino, attraverso la reintroduzione di varietà autoctone (la “sbresa”, ma anche l’”Oliarola”). Si conducono attività di apicoltura. Viene coltivato il luppolo, il lino, la canapa da fibra. Vengono coinvolte nella gestione di un orto un’associazione di famiglie con la finalità di sviluppare “un’agricoltura sociale al servizio della comunità e del territorio”.

Astino, polo culturale che guarda al futuro

Per quanto riguarda il fondamentale aspetto della partecipazione pubblica, il Premio Nazionale del Paesaggio 2021 riconosce a “La biodiversità dentro la città: la Val d’Astino di Bergamo” quel «progetto che ha favorito il recupero di una profonda relazione identitaria tra la città di Bergamo e il paesaggio di Astino». Lo testimonia la cifra significativa di presenze – stimate a 400mila – che dal 2015, anno di apertura al pubblico del complesso di Astino e della sede distaccata dell’Orto botanico, al 2019 hanno visitato la Valle d’Astino. Grazie anche ai numerosissimi eventi culturali che hanno coinvolto la popolazione con l’obiettivo di educare ai valori del paesaggio, dei beni culturali e dell’alimentazione. Ma merito anche di eventi di rilevanza internazionale come il G7 dell’Agricoltura che si è svolto appunto ad Astino o l’Université d’Été, che dal 2020 tiene un corso full immersion annuale per promuovere una migliore conoscenza e diffusione anche in Italia dei valori della Convenzione Europea sul Paesaggio: prestigiose iniziative, queste, che proiettano la millenaria storia vissuta nella Valle d’Astino in avanti. Verso un futuro che intende mostrare una strada virtuosa da percorrere.


Parata di grandi chef ad Astino, ecco chi c’è e quando cucina

astino nel gusto

Il G7 dell’Agricoltura, che il 14 e 15 ottobre prossimi porterà a Bergamo i ministri dei Paesi più industrializzati del mondo, ha anche un corollario gastronomico di tutto rispetto. Si chiama Astino nel Gusto e dal 13 al 15 ottobre permette di assaporare i piatti di grandi chef e i migliori prodotti di Bergamo, Brescia, Mantova e Cremona ovvero le quattro province che compongono East Lombardy l’alleanza che quest’anno ha il titolo di Regione europea della Gastronomia.

Quattro gli appuntamenti: cena il venerdì, pranzo e cena sabato e cena domenica. Per ognuno la stessa formula: 25 isole gastronomiche, quattro chef East Lombardy, quattro chef stellati, un guest chef, una pizzeria, un panificio e due pasticcerie d’autore, insieme alle eccellenze di quattro produttori locali e otto cantine del territorio.

Le stelle sono Antonia Klugmann, prossima giudice di Masterchef, di scena il venerdì; Davide Oldani, guru della cucina pop, ai fornelli sabato a pranzo; il tristellato Heinz Beck della Pergola di Roma che illuminerà la cena di sabato e per finire con il dream team formato da Antonino Cannavacciuolo, Carlo Cracco e dai fratelli Cerea.

Tutti si esibiranno in cooking show con degustazione, insieme a due chef internazionali provenienti dai Paesi che partecipano al G7.

Il costo di ciascun evento è di 70 euro, che diventano 55 registrandosi in anticipo sul sito della manifestazione

I protagonisti di ogni giornata

chef astino nel gusto

Venerdì 13 ottobre – cena

  • guest chef stellata ANTONIA KLUGMANN del Ristorante L’ARGINE a Dolegna del Collio (Go)
  • chef stellato ROMANO TAMANI del Ristorante AMBASCIATA a Quistello (Mn)
  • chef stellato PHILIPPE LEVEILLÉ del Ristorante MIRAMONTI L’ALTRO a Concesio (Bs)
  • chef stellata GIULIANA GERMINIASI del Ristorante CAPRICCIO a Manerba del Garda (Bs)
  • chef stellati MARCO E VITTORIO COLLEONI del Ristorante SAN MARTINO a Treviglio (Bg)
  • chef East Lombardy MAURO VIELMI del Ristorante DA SAPÍ a Esine (Bs)
  • chef East Lombardy CARLO ALBERTO VAILATI del Ristorante IL NUOVO RIDOTTINO a Crema (Cr)
  • chef East Lombardy ALESSIA MAZZOLA del Ristorante AL GIGIANCA a Bergamo
  • chef East Lombardy SERGIO CARBONI del Ristorante LOCANDA DEGLI ARTISTI a Cappella de’ Picenardi (Cr)
  • mastro pizzaiolo ANTONIO PAPPALARDO della Pizzeria CASCINA DEI SAPORI a Rezzato (Bs)
  • mastro pasticcere GIOVANNI CAVALLERI della Pasticceria DA ROBERTO a Erbusco (Bs)
  • mastro pasticcere GIANNI PINA della Pasticceria GIOVANNI PINA a Trescore Balneario (Bg)
  • 4 prodotti tipici e 8 calici di vino delle migliori selezioni italiane

Sabato 14 ottobre – pranzo

  • guest chef stellato DAVIDE OLDANI del Ristorante D’O a Cornaredo (Mi)
  • chef stellati LOREDANA VESCOVI E CAMILLO ROTA del Ristorante ANTICA OSTERIA DEI CAMELÌ a Ambivere (Bg)
  • chef stellata NADIA VINCENZI del Ristorante DA NADIA a Erbusco (Bs)
  • chef stellato ROBERTO PROTO del Ristorante SARACENO a Cavernago (Bg)
  • chef stellato MASSIMO FEZZARDI del Ristorante ESPLANADE a Desenzano del Garda (Bs)
  • chef East Lombardy MICHELE VALOTTI del Ristorante LA MADIA a Brione (Bs)
  • chef East Lombardy FEDERICO MALINVERNO del Ristorante CAFFE’ LA CREPA a Isola Dovarese (Cr)
  • chef East Lombardy FABIANA TABAI del Ristorante DA PIETRO a Castiglione delle Stiviere (Mn)
  • chef East Lombardy RAFFAELLA CANTADORI del Ristorante LE CASELLE a San Giacomo delle Segnate (Mn)
  • mastro panificatore MICHELE QUARANTANI del Panificio PANE IN SALUTE a Cremona
  • mastro pizzaiolo PAOLO GHIDINI della Pizzeria AL FIENILE a Palazzolo S/O (Bs)
  • mastro pasticcere MARCO ANTONIAZZI della Pasticceria ANTONIAZZI a Bagnolo San Vito (Mn)
  • mastro pasticcere MARIO CREMONESI della Pasticceria DOSSENA a Crema (Cr)
  • 4 prodotti tipici e 8 calici di vino delle migliori selezioni italiane

Sabato 14 ottobre – cena

  • guest Chef stellato HEINZ BECK del Ristorante LA PERGOLA di Roma
  • chef stellati STEFANO ARRIGONI E PAOLO BENIGNI del Ristorante OSTERIA DELLA BRUGHIERA a Villa d’Almè (Bg)
  • chef stellato STEFANO CERVENI del Ristorante DUE COLOMBE a Corte Franca (Bs)
  • chef stellato Pier Antonio ROCCHETTI del Ristorante LO RO a Trescore Balneario (Bg)
  • chef East Lombardy STEFANO FAGIOLI del Ristorante VIA VAI a Ripalta Cremasca (Cr)
  • chef East Lombardy VITTORIO FUSARI del Ristorante PIAZZA FRANCIACORTA a Orio al Serio (Bg)
  • chef East Lombardy FABIO ABBATTISTA del Ristorante LEONE FELICE a Erbusco (Bs)
  • chef East Lombardy ANTONIO CUOMO del Ristorante HOSTARIA SAN LORENZO a Bergamo
  • chef East Lombardy GIANNI BRIARAVA del Ristorante BENACO a Salò (Bs)
  • mastro panificatore SIMONE RODOLFI del Panificio PROFUMO DI LIEVITO a Brescia
  • mastro pizzaiolo LUIGI CARANNANTE della Pizzeria DA MIMMO a Bergamo
  • mastro pasticcere CARMELO DI NOVO della Pasticceria DI NOVO a Manerba del Garda (Bs)
  • mastro pasticcere NICCOLÒ PANATTONI della Pasticceria LA MARIANNA a Bergamo
  • 4 prodotti tipici e 8 calici di vino delle migliori selezioni italiane

Domenica 15 ottobre – cena

  • guest chef stellato ANTONINO CANNAVACCIUOLO del Ristorante VILLA CRESPI a Orta San Giulio (No)
  • guest chef stellato Guest CARLO CRACCO del Ristorante DA CRACCO a Milano
  • chef stellato International ENRICO E BOBO CEREA del Ristorante DA VITTORIO a Brusaporto (Bg)
  • chef stellato RICCARDO CAMANINI del Ristorante LIDO84 a Gardone Riviera (Bs)
  • chef stellato DANIEL FACEN del Ristorante A’ANTEPRIMA a Chiuduno (Bg)
  • chef stellato PAOLO FROSIO del Ristorante FROSIO a Almè (Bg)
  • chef East Lombardy MARIO CORNALI del Ristorante COLLINA a Almenno San Bartolomeo (Bg)
  • chef East Lombardy FIORELLA VISCONTI del Ristorante TRATTORIA VISCONTI a Ambivere (Bg)
  • chef East Lombardy PETRONILLA FROSIO del Ristorante POSTA a Sant’Omobono Terme (Bg)
  • chef East Lombardy GIACOMO VERDELLI del Ristorante DA GIACOMO a Pizzighettone (Cr)
  • mastro pizzaiolo PACO MAGRI del RISTORANTE PIZZERIA DORDONI a Cremona
  • mastri panificatori ERALDO CASTAGNA, ELIO FINARDI, IVAN MOROSINI, CARLO TRIONFINI di ASPAN- QUI VICINO
  • mastro pasticcere RICCARDO SCHIAVI della Pasticceria LA PASQUALINA a Almenno San Bartolomeo (Bg)
  • mastro pasticcere GIANNI MARGINI della Pasticceria ATENA a Sabbioneta (Mn)
  • 4 prodotti tipici e 8 calici di vino delle migliori selezioni italiane


Astino, non solo “movida”. Piace anche la Valle della Biodiversità

In due mesi e mezzo sono stati 13.500 i visitatori della Valle della Biodiversità, la sezione dell’Orto Botanico di Bergamo realizzata ad Astino e aperta al pubblico dallo scorso 14 maggio.

Mentre si accende il dibattito sulla destinazione e l’utilizzo definitivo del prospiciente monastero di Astino, le 1.500 varietà di piante che costituiscono uno dei progetti di punta della “Bergamo per Expo” stanno affermandosi sempre più come una delle attrazioni più interessanti e apprezzate della città.

«Il pubblico della Valle della Biodiversità – spiega Gabriele Rinaldi, direttore dell’Orto Botanico – è diverso rispetto a quello della sezione storica di Bergamo Alta: sono ancora pochi gli stranieri, il 5% tra maggio e giugno, ma tra questi, grazie al Cesvi, una delegazione tecnico-politica peruviana e una visita a sorpresa di un importante funzionario di Vitoria (capoluogo della comunità autonoma dei Paesi Baschi in Spagna) a capo di un sorprendente progetto che coniuga urbanistica e biodiversità. Ci siamo quindi anche potuti permettere nuove proposte: per la prima volta abbiamo dei prati a disposizione e questo ci consente di accogliere anche i Centri Ricreativi Estivi cittadini: circa 1.000 tra ragazzini, ragazzine e accompagnatori hanno potuto entrare in contatto e conoscere le centinaia di varietà di piante dello spazio di Astino».

Le statistiche delle presenze dei primi 45 giorni di apertura della Valle dicono che il 50% dei visitatori proviene dalla città di Bergamo, il 35% dalla provincia, il 5% dalla Lombardia, un altro 5% da fuori regione e un altro 5% dall’estero.

Dal mese di settembre avranno inizio le visite delle scuole del territorio: «Sotto i nostri occhi – prosegue Rinaldi – crescono più di 1.500 varietà di piante i cui cicli di crescita sono “reali”, lenti, oltre 200 varietà di pomodori e decine di specie di cetrioli: i visitatori dell’orto imparano così a comprendere il concetto di stagionalità, capiscono cosa la terra offre di mese in mese e apprendono la sorpresa della biodiversità, la necessità di usare il plurale per ogni specie e la povertà dell’offerta quotidiana in commercio. A questo tema stiamo lavorando per realizzare un progetto che dia valore ai corridoi ecologici e alle colture agricole, con l’obiettivo di far capire con immediatezza la ragnatela della vita che si svolge intorno a noi».

Tra i progetti avviati, anche quello partecipato di raccolta dei prodotti della Valle della Biodiversità: nei giorni scorsi sono stati raccolti e venduti oltre 100 kg di pomodori, grazie alla partecipazione e all’attività dei visitatori. Il ricavato della raccolta viene poi interamente utilizzato per l’acquisto di altri semi e piante, per alimentare di continuo il ciclo vitale dell’ orto.

«La Valle della Biodiversità – conclude Rinaldi – è un “museo verde vivo” e ha la necessità di rinnovarsi costantemente: quello che offriamo ai visitatori è quindi uno spazio sempre nuovo, da scoprire e da vivere continuamente».