Seriate, un serpentone di bancarelle per la “Fiera d’autunno”

ambulnati - bancarelle - fiera santa lucia seriateDomenica 25 ottobre a Seriate torna la “Fiera d’autunno”, il serpentone di bancarelle con prodotti alimentari, artigianali e d’abbigliamento organizzato dalla Comap, la cooperativa per commercio su aree pubbliche di cui fa parte anche la Fiva Ascom di Bergamo.

La manifestazione si svilupperà lungo via Italia, dall’intersezione con via Paderno fino a piazza Giovanni XXIII, su piazzale Donatori di Sangue e via Dante. L’area sarà chiusa al traffico dalle 7 alle 21, il traffico deviato su via Paderno e corso Roma e istituito il divieto di sosta con rimozione forzata in via Partigiani, nell’area attigua all’ufficio postale, per consentire la fermata dell’autobus Atb in servizio di linea.

L’iniziativa, effettuata con il patrocinio dell’assessorato al Commercio, vuole dare visibilità al commercio ambulante e la possibilità di vivere una domenica diversa, tra shopping e incontri.


Mercati estivi, la mappa per fare affari in villeggiatura

Per l’estate i paesi delle Valli si animano con i mercati che danno l’occasione di socializzare, fare qualche buon affare e passare un po’ di tempo con la famiglia.

Castione, Gromo, Carona, Selvino, Piazzatorre, Rovetta, Rota Imagna, San Pellegrino per citare solo le principali località montane bergamasche che offrono anche quest’anno ai propri visitatori un’estate ricca di occasioni di shopping.

I tradizionali appuntamenti con le bancarelle di prodotti locali, frutta e verdura, caramelle, abbigliamento, casalinghi, fiori, articoli per la persona moltiplicano le loro proposte e offrono ai turisti, ma anche ai residenti, la possibilità di fare acquisti convenienti e, in molti casi, a chilometro zero.

mercato san pelleginoL’appuntamento di maggiore richiamo e più caratteristico è il mercato serale del lunedì a San Pellegrino che quest’estate giunge alla ventesima edizione: fino alla fine del mese di agosto dalle ore 18.30 alle ore 23 via Belotti ospita circa 40 bancarelle dalle proposte più varie, tutte rigorosamente non alimentari; un percorso dedicato allo shopping che dà la possibilità di fare una passeggiata suggestiva sul viale illuminato e di fare acquisti con una spesa contenuta.

Gli altri appuntamenti sono tutti in versione diurna. Ognuno ha alle spalle una lunga tradizione.

Il lunedì le bancarelle del mercato sono a Carona in via Locatelli. Il martedì sono a Branzi, Valbondione, Aviatico, Roncobello, Santa Brigida; il mercoledì tocca a Serina, alla frazione Ama di Aviatico, a Castione della Presolana (dove il mercato tradizionale triplica le sue proposte da 10 a 35 banchi) e a Gromo che aggiunge una ventina di banchi ai suoi 15 invernali.

Il giovedì il commercio ambulante è a Selvino, Foppolo, Roncola, Rota Imagna e Bratto, dove le bancarelle salgono da 7 a 50. Il venerdì è la volta di Oltre il Colle e Schilpario che ospita ben 60 banchi. Infine, il sabato tocca a Piazzatorre, Costa Imagna, Lizzola e Rovetta che aumenta di 20 banchi rispetto ai 30 tradizionali; e domenica a Fuipiano Valle Imagna e Costa Serina.

«Il mercato di San Pellegrino è nato circa vent’anni fa per vivacizzare il paese in un giorno spento. Oggi è frequentato anche gente da altri paesi: ci sono persone che salgono a San Pellegrino apposta anche da Bergamo e dalla Bassa Bergamasca – spiega Mauro Dolci, presidente di Fiva Ascom Bergamo -.  Gli altri sono mercati stagionali, cioè delle versioni ampliate dei piccoli mercatini che si svolgono durante il resto dell’anno. D’estate la popolazione delle località montane con l’arrivo dei turisti aumenta in misura importante e quindi si cerca di ampliare l’offerta merceologica, anche per aiutare le attività locali ad affrontare le richieste dei villeggianti. È uno sforzo importante da parte degli ambulanti, alcuni devono lasciare il mercato che hanno per poterci essere».  

Tra le proposte delle bancarelle, le più gettonate sono i generi alimentari, soprattutto quelli tipici. «I villeggianti che frequentano queste località sono per la maggior parte alloggiati in appartamenti, quindi si appoggiano volentieri al mercato per comprare i prodotti alimentari. Ma anche i residenti dimostrano di apprezzare le offerte del mercato», conclude Dolci.


Longuelo, ecco le attività del nuovo mercato

l’attuale appuntamento del giovedì mattina

 

Due nuovi banchi di frutta e verdura, due rosticcerie e un banco di dolciumi sul versante alimentare. E tre attività non alimentari, ossia abbigliamento, intimo e calzature.

Vanno ad aggiungersi ai due fruttivendoli e al banco di formaggi già presenti in forma di posteggi isolati il giovedì mattina in via Mattioli a Longuelo per dare vita al nuovo mercato rionale – in totale 11 attività – che debutta il 3 settembre e potrà offrire un servizio in più alla zona, in carenza di attività di vicinato per la spesa quotidiana.

La composizione risulta dalla graduatoria approvata dal Comune di Bergamo dopo la chiusura del bando che metteva a disposizione otto posteggi, equamente divisi tra commercio alimentare e non alimentare. Le domande pervenute sono state nove, di cui sei per l’assegnazione di posteggi nel settore alimentare e tre nel settore non alimentare, più una richiesta di partecipazione di un produttore agricolo, escluso dalla graduatoria perché mancante dei prerequisiti alla partecipazione al bando, ma ammesso come spuntista.

Avvalendosi della possibilità di colmare l’assegnazione con la merceologia residua, il Comune ha destinato ad un ulteriore banco alimentare il posteggio che non ha ricevuto richieste per il settore non alimentare.

Queste le assegnazioni

  • Frutta e verdura – Pagliaroli Amedeo
  • Rosticceria – Giovannetti Franco
  • Frutta e verdura – Oasi di Ghisalberti Gianmario e C. Snc
  • Dolciumi – Willy & Dany di Nembrini Riccardo Snc
  • Rosticceria – Rebussi Roberta
  • Abbigliamento – Lancini Giuliano
  • Intimo – Vavassori Gianpietro
  • Calzature – Zonca Emiliano

In caso di rinunce, l’operatore che non ha ottenuto assegnazione di posteggio verrà invitato a manifestare, entro 10 giorni dalla comunicazione, l’interesse per il posto


Longuelo, arriva un “vero” mercato

Il mercato di Longuelo cresce e si allarga dopo l’estate. Parola del Comune che assicura che per settembre il quartiere potrà contare su un’offerta di almeno 11 banchi. Il bando, che si è chiuso alla fine di giugno, ha visto pervenire a PalaFrizzoni 10 domande per 8 posteggi al massimo. Per la graduatoria bisognerà aspettare ancora qualche giorno: la pubblicazione è attesa per la fine di luglio.

Anche se è ancora presto per capire come sarà il nuovo mercato del quartiere, il Comune non nasconde l’intento di mantenere un equilibrio tra offerta alimentare e non alimentare, come del resto esplicitato dal bando stesso che assegna 4 postazioni per tipologia (con la specifica richiesta di un posteggio per la vendita di prodotti tipici), con la possibilità di colmare l’assegnazione con la merceologia residua. L’attesa è alta sia per i commercianti che per i frequentatori del mercato di un quartiere che ha visto chiudere nel giro di pochi anni supermarket e negozi di alimentari. Oggi la piazza conta solo tre posteggi: due fruttivendoli e un banco di formaggi.

«Il mercato deve rappresentare un servizio per il quartiere, garantendo la possibilità di fare la spesa a due passi da casa- spiega Abramo Gareggioli, specializzato nella vendita di formaggi, storica presenza a Longuelo-. L’importante è la diversificazione, fondamentale per destare interesse ed aumentare la frequentazione. Purtroppo non sempre accade così. Ad esempio, a Presezzo – uno dei mercati in cui siamo presenti oltre a Osio Sotto, San Pellegrino, Verdello e Calusco – ci sono cinque banchi quasi uguali e ben tre fruttivendoli. Speriamo che non accada lo stesso qui, anche perché questa è una buona piazza e, compatibilmente con la crisi che ha ritoccato i consumi di tutti, la clientela non manca mai».

Più che un mercato vero e proprio quello di Longuelo è un posteggio per due banchi storici, cui si è aggiunto da poco il fruttivendolo che di solito fa base in Piazza Sant’Anna tre giorni a settimana: «È difficile crearsi una clientela quando la gente è abituata da anni a servirsi all’altro banco – allarga le braccia Natalina Mangiapane, da quattro anni ambulante nel settore ortofrutta -. Speriamo che il mercato si allarghi e che non vi siano altri fruttivendoli: due banchi su tre sono già sufficienti».

Riccardo Pagliaroli da quasi trent’anni è una presenza fissa in via Mattioli e il via vai è continuo al suo banco di frutta e verdura: «Questa è una buona piazza, lavoriamo da sempre molto bene e i banchi sono un importante servizio per il quartiere, specialmente per gli anziani e per chi vuol fare la spesa a due passi da casa. Non manca chi arriva dai comuni vicini, diventati anno dopo anno nostri clienti affezionati. Speriamo che i nuovi posteggi siano assortiti per merceologia e che a fianco dei banchi alimentari non manchino abbigliamento e articoli di merceria».

Le aspettative della clientela sono alte. Laura Briosi, da quasi 15 anni ogni giovedì fa la spesa a Longuelo: «Sarebbe bello poter contare su nuovi banchi – spiega mentre sceglie frutta e verdura -. Mi piacerebbe vedere un mercato simile a quello del sabato allo stadio. Ben venga un mercato più grande, basta che con diventi una casbah».

 

La signora Rosa Marina Piccinelli ogni volta che va a trovare sua nipote a Longuelo, da Borgo di Terzo, va ancora a fare le spese, con un’energia invidiabile alla sua età. «Da 28 anni faccio la spesa qui, ormai sono una cliente affezionata. È un mercato in miniatura ma mi sono sempre trovata bene ad acquistare formaggi e frutta e verdura. Non posso che essere contenta che arrivino nuovi banchi»«.

Luigi Prussiani della “Taberna La Coronne”  sta tornando al lavoro con una cassetta piena di insalate per il locale: «Da tre anni al giovedì mi servo spesso qui per frutta e verdura. Anche se vado sempre di corsa, l’arrivo di nuovi banchi non può che essere una buona notizia, specialmente per il quartiere che ha visto ormai la scomparsa dei negozi di alimentari, del supermercato Pellicano e del macellaio».

Giovanni Comi e Luigia Marza quando vengono in città da Capriate non mancano mai all’appuntamento del giovedì con le bancarelle alimentari: «Da quattro anni facciamo acquisti qui e ci siamo sempre trovati molto bene. Avremo un motivo in più per tornare se il mercatino si arricchisce di nuovi banchi». In coda altri clienti arrivano da Curno, ma anche da Ponte San Pietro e da Treviolo. Non male per un mercato con soli tre posteggi.

Chi è del quartiere saluta come una benedizione l’allargamento del mercato: «Ormai qui non è rimasto neanche un negozio. È una vera impresa fare la spesa. Per fortuna che c’è il mercatino, con ottimi prodotti e prezzi contenuti. È da anni che aspettiamo qualche banco in più, non vediamo l’ora che la piazza si ingrandisca» spiega Fiorella Sorti.

 

 


Marcelle, la pioniera delle patatine fritte a Bergamo

«In Italia non vengo perché non ci sono le patatine fritte», aveva detto a mo’ di provocazione 47 anni fa la giovane Marcelle Gibert al marito che progettava di rientrare in patria dal Belgio, dove – lei belga, lui figlio di emigranti bergamaschi – si erano conosciuti e sposati.

Invece in Italia ci è venuta, ma ci ha portato anche le patatine fritte dalla sua terra, che si vuole (la disputa con i francesi è aperta) abbia dato i natali ai famosi bastoncini, oggi il più abituale dei contorni o degli snack ma una cinquantina di anni fa pressoché sconosciuti all’ombra delle Orobie.

Da quella battuta l’idea del lavoro che insieme avrebbero potuto fare nel nuovo paese. «Avevo 24 anni ed avevo studiato da cuoca, mio marito era perito meccanico – ricorda –, abbiamo intuito che poteva essere un’opportunità e ci siamo costruiti da soli il mestiere». Gli esordi sono stati su un furgone al Ponte del Costone in Val Seriana e, in Val Brembana, a Zogno ad intercettare il flusso di gitanti di ritorno dalla montagna la domenica (come non ricordare l’acquolina e la tentazione di una sosta?). Poi sono arrivati i mercati e la proposta si è ampliata con polli allo spiedo, wurstel e spiedini. Oggi Marcelle, la pioniera delle patatine, ha 71 anni e dirige con piglio deciso e la parlantina schietta di chi è abituato a vivere la piazza la rosticceria ambulante La Casalinga, con sede a Torre Boldone, che arriva ad impiegare anche sette persone, tra cui la figlia Fulvia Colombi, il genero e il socio Mario. Mentre il marito ha preso la via della Spagna portando anche lì le patatine on the road.

«Ora le domeniche non lavoriamo più – spiega -. Siamo presenti in sei mercati settimanali (nell’ordine da lunedì a sabato: Bergamo, Calolziocorte, Alzano, Nembro, Ponte San Pietro e Gazzaniga) e l’offerta si è moltiplicata. Abbiamo ben 56 prodotti diversi, tra polleria arrosto e fritti». Davanti al bancone c’è l’imbarazzo della scelta, tra polli, arrotolati di vario genere, cosce, spiedini, ali, anche piccanti alla messicana, quaglie. E sul versante dei fritti, accanto alle classiche patatine e crocchette, ogni sorta di verdura pastellata, bocconcini, fagottini, panzerotti. L’evoluzione del gusto e dei tempi ha portato anche le carni certificate halal, per rispondere ai dettami religiosi dei clienti musulmani.

«Si tratta di prodotti già pronti per la cottura, fresche le carni, surgelate le fritture, che poi cuociamo direttamente sul furgone e facciamo trovare sempre caldi – racconta -. La gamma si è ampliata grazie a ditte specializzate che offrono grande scelta e, per certi versi, semplificato il lavoro». Gli inizi, infatti, sono stati tutt’altra cosa. «Utilizzavamo patate fresche – ricorda Marcelle -. Siccome sul furgone non c’era l’acqua le pelavamo in sede, prima a mano, poi è arrivata una macchina, e le trasportavano in contenitori appositi immerse nell’acqua. Una volta sul posto le tagliavamo e le friggevamo». La tecnica è quella belga: una prima frittura, si levano dall’olio, si lasciano asciugare e si ributtano per alcuni minuti al momento di consumarle per ottenere lo speciale mix tra esterno croccante e interno morbido. Un procedimento che la signora consiglia a chi vuole prepararle in casa. «Nella ristorazione invece – evidenzia – non c’è più nessuno che parte dal fresco, le patatine surgelate hanno avuto la meglio. Sono una comodità ed è inutile negarlo. Tutto sta nello scegliere prodotti di qualità e nel friggerle al meglio».