Spuntini e aperitivi, da oggi anche in macelleria e pescheria

Via libera al consumo di carne e pesce all’interno dei piccoli esercizi commerciali. È quanto stabilisce una norma voluta dal consigliere regionale della Lega Nord Pietro Foroni contenuta all’interno del Legge di semplificazione votata ieri in aula dal Consiglio Regionale lombardo. «Il provvedimento consentirà a macellerie e pescherie di vendere i propri prodotti di gastronomia destinati al consumo immediato presso i locali dell’esercizio – spiega Foroni – come già avviene per altre categorie artigianali come pizzerie da asporto, gelaterie e pasticcerie. Una facoltà che sarà concessa solo ai piccoli esercizi a condizione che siano utilizzate stoviglie e posate a perdere su piani temporanei di appoggio, senza alcun tipo di servizio ai tavoli per i clienti. In questo modo si vuole evitare ogni tipo di concorrenza sleale nei confronti di bar e ristoranti. Si tratta di una disposizione pensata per aiutare alcune categorie in difficoltà e al contempo per promuovere e incentivare la cultura del cibo di qualità, che rimane uno dei capisaldi della nostra tradizione gastronomica. Inoltre è stato approvato un Ordine del giorno che impegna la Giunta regionale a prevedere una forte semplificazione in materia di pubblici esercizi al fine di armonizzare i regolamenti in essere e semplificando la normativa».

Precisazioni che non soddisfano Lino Stoppani, presidente della Fipe, la federazione dei pubblici esercizi, che aveva già manifestato il proprio netto dissenso quando il provvedimento era in fase di discussione e che ora ribadisce: «È una legge tecnicamente sbagliata, incoerente e ingiusta. Perché crea un mercato parallelo di concorrenza sleale. La ristorazione non può essere considerata un plus e valorizzata solo nei convegni. Se il modello del turismo italiano deve diventare solo low cost dove tutti possono mangiare senza tener conto della qualità, allora questa legge è perfetta. Così però si dequalifica un mercato».


Alimentari, in etichetta torna lo stabilimento di produzione. Ma alla distribuzione non piace

Il Consiglio dei ministri ha approvato lo schema di disegno di legge di delegazione europea che all’art. 4 contiene la delega per la reintroduzione dell’indicazione obbligatoria della sede dello stabilimento di produzione o confezionamento per i prodotti alimentari e per l’adeguamento della normativa nazionale alle disposizioni del regolamento n. 1169/2011 in materia di etichettatura. Entrato in vigore a dicembre dello scorso anno, il provvedimento europeo, abolendo quest’obbligo, aveva suscitato le reazioni negative dei produttori e dell’opinione pubblica, che segnalavano un passo indietro nella trasparenza.

L’obbligo di indicare la sede dello stabilimento riguarderà gli alimenti prodotti in Italia e destinati al mercato italiano. Allo stesso tempo partirà a breve la notifica della norma alle autorità europee per la preventiva autorizzazione. Era stato il ministro delle Politiche Agricole, Martina a chiedere di tornare all’obbligo di indicazione dello stabilimento e ad annunciare l’intenzione del governo di lavorare anche sul fronte europeo per quanto riguarda le norme comunitarie. L’approvazione da parte del Consiglio dei ministri «è un passo importante – ha dichiarato Martina – che conferma la volontà del governo di dare indicazioni chiare e trasparenti al consumatore sullo stabilimento di produzione degli alimenti. Diamo una risposta anche alle tantissime aziende che hanno chiesto questa norma e hanno continuato in questi mesi a dichiarare lo stabilimento di produzione nelle loro etichette. Non ci fermiamo qui, porteremo avanti la nostra battaglia anche in Europa, perché l’etichettatura sia sempre più completa, a partire dall’indicazione dell’origine degli alimenti. Per noi si tratta di un punto cruciale, perché la valorizzazione della distintività del modello agroalimentare italiano passa anche da qui».

Di diverso avviso il mondo della distribuzione rappresentato da Confcommercio. «L’aver attribuito anche al ministero delle Politiche Agricole e Forestali la competenza in materia di etichettatura dei prodotti alimentari rischia di produrre una grave penalizzazione per tutto il sistema distributivo italiano – commenta l’organizzazione -. E la reintroduzione dell’obbligo di indicazione in etichetta dello stabilimento di produzione ne è il primo esempio. Infatti questo provvedimento non solo non è una misura che aumenta la competitività del made in Italy, ma rischia anche di tradursi in costi e oneri aggiuntivi per i soli operatori nazionali considerato che la norma si potrà applicare solo ai prodotti confezionati in Italia non essendo prevista a livello europeo e configurandosi, pertanto, come un chiaro caso di gold plating (l’introduzione, in sede di recepimento di direttive europee, di adempimenti ed oneri ulteriori rispetto a quelli definiti dal regolatore comunitario ndr.). Per questi motivi Confcommercio chiede che venga quanto meno assicurato a tutte le imprese della distribuzione italiana un congruo lasso di tempo per smaltire i prodotti già etichettati (senza l’indicazione dello stabilimento) e critica fortemente l’«ipotesi, peraltro non prevista nel regolamento 1169 del 2011, dell’ introduzione di un obbligo generalizzato di indicazione dell’origine degli ingredienti. Materia che, in ogni caso, impone un ampio confronto con tutti i soggetti interessati».


Alimentari e casa, ora la spesa si fa anche su Amazon

Da oggi la spesa alimentare e per la casa si può fare anche su Amazon.it.

Sul portale sono presenti marchi nazionali e internazionali come Barilla, Valfrutta, Knorr, Rio Mare, San Benedetto, Mulino Bianco, prodotti per l’infanzia di Plasmon, Mellin o Huggies e quelli per la casa come Chanteclair, Dash, Scottex, Cuki ealtri. L’acquisto può avvenire sia online che dall’applicazione gratuita di Amazon.it e si può la spesa in qualsiasi momento, da qualsiasi luogo, ricevendo quanto ordinato entro 24 ore.

Il nostro nuovo negozio Alimentari e cura della casa è disponibile 24 ore al giorno e 7 giorni su 7. Adesso i clienti possono acquistare migliaia di prodotti alimentari a lunga conservazione e per la cura quotidiana della casa con un click e dimenticare code e pesanti borse da trasportare» dichiara François Nuyts, Country Manager di Amazon Italia e Spagna. «Oggi è solo il primo giorno: abbiamo iniziato con migliaia di prodotti da centinaia di marchi nazionali e internazionali di eccellenza e continueremo ad ampliare la nostra selezione in modo rilevante nelle prossime settimane e nei prossimi mesi. A cominciare da questa estate daremo l’opportunità ai venditori terzi di offrire i loro prodotti all’interno del nuovo negozio Alimentari e cura della casa: questa è una grande occasione per le aziende alimentari italiane di raggiungere milioni di clienti Amazon sia in Italia sia all’estero».

Un mercato che l’Osservatorio eCommerce B2c Netcomm – Politecnico di Milano ha fotografato : «Il comparto alimentare è nel 2015 uno dei settori più dinamici nel panorama dell’eCommerce B2c italiano», spiega Alessandro Perego, Direttore Scientifico degli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano. «Crescono sia il Grocery (spesa da supermercato), che ne l 2015 supera i 200 milioni di euro, sia il Food&Wine enogastronomico, che sfiora i 260 milioni di euro». E aggiunge: «Negli ultimi due anni sono diverse le insegne della grande distribuzione che hanno attivato iniziative di Click&Collect, con la possibilità di ordinare online e di ritirare presso il punto vendita. Anche nel Food&Wine enogastronomico rileviamo un certo fermento grazie all’intraprendenza di produttori, “presidi territoriali” (che valorizzano prodotti locali), retailer, enoteche e start up, come ad esempio nella vendita di prodotto fresco (soprattutto frutta e verdura), nella consegna del pranzo pronto a domicilio, e nella vendita di prodotti in nicchie molto specifiche. L’ingresso di Amazon non può che incrementare ulteriormente la vitalità del comparto. Ne beneficeranno anche le Pmi del settore food, che con il Marketplace potranno avere un ulteriore canale di accesso all’eCommerce e all’export online».