Stati generali della mobilità: la priorità è rinnovare il parco circolante

Il settore dell’automotive è stato al centro della seconda edizione degli Stati generali della mobilità. L’appuntamento di confronto e studio, organizzato da Federmotorizzazione e Assomobilità Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza, si è tenuto oggi nella sede milanese di Confcommercio e ha visto dialogare politici e rappresentanti di tutti i comparti del settore, una realtà che conta circa 125.000 imprese. 
Al centro della giornata la necessità di dare risposte concrete al settore dell’auto alla luce della lotta all’inquinamento. 

Il focus del dibattito è stato il futuro della mobilità elettrica.  Malgrado gli incentivi della politica, l’elettrico rimane un obiettivo di lungo periodo dal momento che, come ha sottolineato il direttore di “Quattroruote“, Gianluca Pellegrini, «gli incentivi fino a 6.000 euro per l’acquisto di auto che costano 50.000 euro non servono a chi oggi guida e si può permettere solo una Punto del 1997».  «Secondo le previsioni i prossimi dieci anni le auto elettriche ed elettrificate non supereranno quote del 20-30 per cento. Il resto resterà legato ai motori termici» ha detto il professor Sergio Savaresi del Politecnico di Milano. «Non bisogna cadere nell’errore di pensare che l’energia elettrica sia la soluzione per tutti i problemi; purtroppo non è così, poiché non è un’energia primaria, ma deve essere prodotta prodotta» ha ammonito l’onorevole Luca Squeri.

 
Il dibattito ha chiarito che diesel, elettrico e altre soluzioni devono convivere, per fare in modo che merci e persone possano continuare a circolare, migliorando la qualità della vita.

È emersa soprattutto la necessità, condivisa, di intervenire sul rinnovamento del parco circolante, poiché già eliminando i modelli più vecchi in circolazione con veicoli Euro 6, ma anche Euro 5, si otterrebbe il raggiungimento degli obiettivi fissati per il 2030 in tema di riduzione di emissioni di CO2. A questo proposito, la scelta della politica di criminalizzare il diesel va nella direzione opposta, mentre la soluzione più efficace passa attraverso un utilizzo di tutte le tecnologie più attuali. 
Anche per Raffaele Cattaneo, assessore all’Ambiente e al clima di Regione Lombardia “L’azione più efficace per ridurre le emissioni è senza dubbio la sostituzione del parco obsoleto con veicoli nuovi, a prescindere dalla loro tecnologia. Se il mercato offre soluzioni efficaci, non ci sono motivi per vietarne l’uso».

Dello stesso avviso anche Loreno Epis, presidente del gruppo autosalonisti Ascom e consigliere nazionale di Federmotorizzazione, tra i partecipanti alla giornata (nella foto è con Simonpaolo Buongiardino presidente Federmotorizzazione, Oscar Fusini, direttore Ascom Bergamo Confcommercio e Giorgio Lazzari, responsabile marketing Ascom): «È più realistico e concreto puntare sulle tecnologie attuali che consentono di abbattere le emissioni inquinanti, ovvero gli euro 6 che sono quasi a impatto zero, l’ibrido e anche i combustibili alternativi come metano, gpl. Il problema è che su 35 milioni di autoveicoli circolanti in Italia quasi 15 milioni sono altamente inquinanti. Le ricette sono più d’una: cercare di fare cambiare il parco circolante, potenziare i carburanti alternativi e perseguire l’ammodernamento del trasporto urbano».