Oltre al documento d’identità, va verificata di persona, faccia a faccia, la corrispondenza tra il titolare del documento identificativo e l’effettivo ospite della struttura. Il Consiglio di Stato, con sentenza del 21 novembre 2025, accogliendo le istanze del Ministero dell’Interno e di Federalberghi, ha annullato definitivamente la sentenza del TAR Lazio del 27 maggio scorso che aveva sospeso l’efficacia della circolare del Viminale sul riconoscimento de visu degli alloggiati.
La decisione del massimo organo di giustizia amministrativa ribadisce dunque che i gestori di tutte le strutture ricettive, incluse le unità immobiliari destinate alle locazioni brevi, oltre a ricevere il documento d’identità dell’ospite e a trasmetterlo all’autorità di pubblica sicurezza, devono effettuare il riconoscimento delle persone alloggiate verificando di persona la corrispondenza tra il titolare del documento e l’effettivo ospite della struttura.
Una procedura che contribuisce a elevare in maniera significativa i livelli di sicurezza, a vantaggio sia degli ospiti delle strutture ricettive sia della cittadinanza, a partire dalle persone che subiscono i disagi derivanti dall’abitare nei palazzi in cui si registra un continuo viavai di persone sconosciute, dirette agli appartamenti affittati ai turisti.
“Siamo soddisfatti del lavoro che la nostra Federazione ha portato avanti con determinazione e del risultato ottenuto – afferma Alessandro Capozzi, presidente di Federalberghi Bergamo -. Questa procedura assume un ruolo determinante in termini di prevenzione e di sicurezza. La verifica della corrispondenza tra la persona recata nel documento d’identità e quella che effettivamente entra nella struttura va a vantaggio sia degli ospiti delle strutture ricettive sia della cittadinanza. Inoltre il riconoscimento de visu degli alloggiati comporta un impegno che gli albergatori (così come i gestori di residence, bed and breakfast, affittacamere e campeggi) assolvono da sempre con grande senso civico, consapevoli delle ricadute positive di cui beneficia tutta la comunità. Aggiungo anche che, da un’analisi svolta dal Dipartimento legale di Federalberghi, risulta che l’obbligo di riconoscere gli alloggiati è presente nell’ordinamento italiano sin dall’epoca preunitaria, in forza di una tradizione giuridica consolidata, le cui radici affondano nella storia. Il primo documento risale infatti a una legge del Regno di Sardegna del 1859”.
Nel corso del giudizio d’appello presso il Consiglio di Stato, il Ministero dell’Interno ha evidenziato il ruolo determinante che può assumere, in termini di prevenzione di eventuali minacce, la verifica della corrispondenza tra la persona recata nel documento d’identità e quella che effettivamente entra nella struttura alloggiativa. Sono diversi i casi recenti in cui, grazie al riconoscimento degli alloggiati, sono stati individuati e catturati pericolosi malviventi in tutta Italia.

