Servizi per gli animali in città: Comune sufficiente, discreta l’Asl

passeggiata-cane-parcoVita da cani, non sempre è una frase retorica. Fuor di metafora, infatti, è davvero dura la vita in Italia per i nostri amici a quattro zampe, in almeno sei città su dieci: pochi servizi, informazioni carenti ai cittadini, scarsi controlli, politiche disomogenee. Un nuovo rapporto di Legambiente “Animali in città” – che valuta le performance che Comuni e Asl dichiarano di offrire ai cittadini che hanno animali d’affezione e, in generale, per la migliore convivenza in città con animali padronali e selvatici – svela un quadro in chiaroscuro, quello di un paese che è ancora poco pet friendly.

Dal report – elaborato in base alle risposte ad un questionario inviate da 85 capoluoghi e 74 aziende sanitarie locali – emerge che nel 59% delle città le cose non vanno bene e che invece, per esempio, a Prato e Terni il sistema funziona mentre a Napoli c’è la Asl migliore. Soltanto il 35% delle città si può dire sia “amica degli animali” arrivando alla sufficienza; arriva al buono il 3,5% (Modena, Ferrara e Verona), ottimo solo per il 2,5% (Terni e Prato). Bergamo non svetta, ma si difende. La performance del Comune è stata giudicata sufficiente da Legambiente, discreta quella dell’Asl.

Più nel dettaglio, tra le Aziende sanitarie raggiungono una performance sufficiente, ossia almeno 30 punti su 100, 22 aziende sanitarie su 74 che hanno risposto, pari al 30% del campione, mentre hanno una performance discreta, ossia almeno 40 punti su 100, 13 aziende sanitarie (Asur 3 Macerata, Asur1, Avezzano-Sulmona-L’Aquila, Firenze, Brescia, Asti, Roma G, Mantova, Milano, Ausl Umbria 2, Como, Bergamo, Lecco), pari al 17,5% del campione, ed infine solo 1 azienda sanitaria (Napoli 1 Centro) supera i 50 punti su 100, ossia poco più dell’1% del campione, e quindi ha un performance ottima.

PUNTEGGI OTTENUTI DAI COMUNI CAPOLUOGO E LE RELATIVE PERFORMANCE
Punteggi ottenuti dai comuni capoluogo e relative performance

Quanto ai comuni capoluogo, rispetto al quadro dei regolamenti comunali e/o ordinanze sindacali relativi agli animali, risultano superare il 50% del punteggio massimo totalizzabile 10 città (Verona, Modena, Trieste, Roma, Cremona, Napoli, Lecco, Foggia, Terni, Firenze) pari all’11,7% del campione. Rispetto alla risorse impegnate ed ai risultati ottenuti in alcuni elementi chiave, emerge solo 1 città (Como), pari all’1,1% del campione. Rispetto invece all’organizzazione delle strutture e i servizi offerti al cittadino, superano il 50% ben 17 città (Terni, Massa, Prato, Perugia, Ferrara, Modena, Gorizia, Genova, Catania, Roma, Venezia, Udine, Bergamo, Cremona, Pesaro, Arezzo, Trento) pari al 20% del campione.

PUNTEGGI OTTENUTI DALLE ASl E LE RELATIVE PERFORMANCE
Punteggi ottenuti dalle Asl e relative performance

Nle report c’è poi un capitolo dedicato alle opportunità che si hanno nelle città di avere spazi aperti dedicati, facilmente raggiungibili, dove poter giocare e rilassarsi nel corso delle quotidiane e ripetute uscite con il proprio amico a quattro zampe. Anche in questo caso i dati mostrano una realtà assai differenziata. A Napoli, il caso peggiore, risulta un’area dedicata ogni 191.914 cittadini e una distribuzione spaziale ogni 23,4 kmq. Siena è la più virtuosa con un’area dedicata ogni 3.636 cittadini e una distribuzione spaziale ogni 7,9 kmq. Bergamo ha un’area dedicata ogni 6.641 cittadini e una distribuzione spaziale ogni 2,2 kmq. “Le politiche del settore in Italia – è l’appello della direttrice generale di Legambiente, Rossella Muroni – devono passare da una fase pioneristica ad una in cui diventino patrimonio diffuso in tutto il Paese”.