Pos, Ascom e Fogalco
abbassano i costi

La norma è in vigore, ma non ci sono sanzioni. Resta perciò ancora fluido lo scenario entro il quale si inserisce l’obbligo, scattato il 30 giugno scorso, per imprese e professionisti di accettare pagamenti con carta di debito per importi superiori a 30 euro. Il confronto sul provvedimento, quindi, prosegue. Accanto alle proteste degli operatori, che evidenziano come l’avvio, il mantenimento e le commissioni del Pos (point of sale) rappresentino un ulteriore aggravio sulle spalle di categorie imprenditoriali già pesantemente vessate, si è, ad esempio, schierato il Consiglio della Regione Lombardia che ha approvato una mozione per chiedere al Governo la sospensione dell’obbligo sino a quando i costi del servizio non saranno in linea con la media europea. Lo stesso ministero dello Sviluppo Economico ha avviato il 16 luglio un tavolo di confronto che coinvolge i soggetti interessati dal provvedimento (Banca d’Italia, Abi, Consorzio Bancomat e organizzazioni di categoria) con l’obiettivo, da un lato, di colmare il forte ritardo rispetto agli altri Paesi europei che l’Italia registra nell’uso della moneta elettronica e, dall’altro, di arrivare ad una riduzione dei costi di questa modalità di pagamento, attivando economie di scala, maggiore efficienza e concorrenza.
A Bergamo nel frattempo si sono attivate anche l’Ascom e la sua cooperativa di garanzia Fogalco, che a settembre presenteranno le nuove convenzioni stipulate con gli istituti di credito locali che abbasseranno per gli associati le commissioni per pagobancomat e carte di credito. «La riduzione dell’uso del contante e una più marcata diffusione della moneta elettronica rappresentano un obiettivo condiviso dai commercianti e dai consumatori – afferma Oscar Fusini, vicedirettore dell’Ascom -. Un obiettivo dai molteplici benefici per la collettività: maggiore sicurezza per gli esercenti, migliore propensione agli acquisti, la possibilità di tracciare tutti i movimenti, con evidente utilità nel contrasto dell’evasione fiscale. Ma oggi si impone una riflessione sulle modalità con cui questo processo debba avvenire perché i costi, sia fissi (installazione, canone, componente fissa cosiddetta flat fee) che variabili (legati al volume complessivo degli incassi tramite Pos), derivanti dall’uso di strumenti per l’utilizzo della moneta elettronica non possono ricadere esclusivamente sugli esercenti, come attualmente avviene. Come Associazione, e in stretta collaborazione con la nostra cooperativa di garanzia Fogalco, stiamo attivando delle nuove convenzioni con gli istituti bancari locali che prevedono un buon margine di risparmio sulle commissioni per pagobancomat e carte di credito».
Sul versante delle regole a livello nazionale, Confcommercio propone alcune misure concrete per rimuovere gli ostacoli alla diffusione della moneta elettronica che, in sintesi, prevedono: l’introduzione dei tetti massimi alle commissioni interbancarie in coerenza con quanto previsto dalla proposta di Regolamento della Commissione Ue sulle commissioni interbancarie del 24 luglio 2013; la ridefinizione della clausola cosiddetta di “non discrimination rule” per favorire l’utilizzo degli strumenti di pagamento più efficienti, in coerenza con quanto previsto anche dal Libro verde della Commissione europea del 2012 “Verso un mercato europeo integrato dei pagamenti”; la detraibilità fiscale di tutti gli oneri legati all’installazione e alla gestione del Pos.

In Germania meno terminali ma più bonifici

– In Italia sono istallati nei punti di vendita 1.501.600 terminali Pos, contro 1.834.000 della Francia e 720.000 della Germania. In Francia l’ammontare totale in euro delle transazioni è più del doppio (398 miliardi) rispetto alla Germania (174 miliardi) e all’Italia (160 miliardi).

– Per l’utilizzo dei bonifici, è invece la Germania (56.600 miliardi di euro) che supera di oltre il doppio la Francia (24.100 miliardi di euro) e di circa 7 volte l’Italia (7.800 miliardi di euro).

– Alla luce di questi dati, «il tema della diffusione della moneta elettronica va ripensato  – secondo Confcommercio – in termini ben più ampi e non può essere circoscritto ai pagamenti tramite carte di plastica introducendo, di fatto, nuovi oneri a carico di soggetti dotati di minore potere contrattuale nei confronti del sistema bancario».ù

Per i “piccoli” il servizio pesa di più

Più l’impresa è piccola, più pesa la moneta elettronica. Lo dice un’indagine di Confcommercio che evidenzia come l’incidenza percentuale dei costi legati agli incassi tramite Pos cresca al diminuire della dimensione aziendale, anche in relazione al minore potere contrattuale nei confronti del sistema bancario. 

 

Impresa A

Impresa B

Stima ammontare incassi tramite Pos

pari al 50% del totale

Canone annuale gestione

servizio Pos

Commissione media

Spese annue per chiusura

e accredito giornaliero Pos

Percentuale sul fatturato incassato

2,56%

3,12%