Mercato ortofrutticolo, specchio di una società in crisi

C’è chi si muove per gli acquisti alle prime luci dell’alba e chi invece arriva quando la maggior parte dei negozi ha già alzato la saracinesca, cercando di spuntare un prezzo migliore. Non manca qualche battibecco quando qualche prodotto finisce e spesso chi ha comprato un intero bancale di pomodori cuore di bue decida di cedere anche solo un paio di cassette al collega. Al mercato ortofrutticolo della Celadina il via vai è continuo e in settimana l’orario clou va dalle 4 alle 8 del mattino, anche se c’è chi continua a presentarsi alle 3. Per molti commercianti andare al mercato è un rituale da godersi in tutta calma, girando ogni grossista e scambiando due chiacchiere con fornitori e colleghi, prima di iniziare una giornata di lavoro in negozio o al mercato. Le prime ore di apertura sono tutte dedicate agli operatori commerciali e sembra quasi di interrompere qualcosa, aggirandosi tra torri di frutta e verdura, bilance e uffici.

Michele Breda, Egidia Rosbuco e Alberto Brivio
Michele Breda, Egidia Rosbuco e Alberto Brivio

Egidia Rosbuco

titolare dell’ omonimo negozio di Ortofrutta a Dalmine da quarant’anni si presenta ogni giorno puntuale alle 5.30 per rifornire il suo negozio: «Sto facendo gli ultimi acquisti. Non amo delegare la spesa e per me venire qui è una piacevole abitudine. Si scambiano due chiacchiere si beve il primo caffè e si tratta sulla fornitura, si discute sulla qualità e sulla provenienza. Ogni giorno giro tutto il mercato e compro qui e là, cercando di portare a casa il miglior rapporto qualità-prezzo, ma come tutti ho i miei grossisti di riferimento». La clientela oggi spende meno e pretende sempre qualcosa in più: «Cercano la qualità e si informano sulla provenienza. Peccato però che molti continuino ad ignorare la stagionalità dei prodotti ed arrivino con richieste assurde, come l’Uva Italia a marzo».

 Giancarlo Finetti

ambulante per 45 anni in tutta la provincia, da 7 anni ha inaugurato un negozio a Ponte Nossa: «Mi chiamano la “scopa del mercato”. Non arrivo mai qui prima delle 7 e finisco di fare spesa anche alle 11.30. Sono forse l’ultimo a finire di fare acquisti. Mentre sto ancora trattando arriva già qualche privato».

 Angelo Nespoli

Angelo Nespoli
Angelo Nespoli

ha da una vita con la moglie Raffaella Previtali un negozio di ortofrutta in Via Colleoni, in Città Alta. Anche per lui la sveglia da trent’anni è puntata alle 5, il tempo di raggiungere la Celadina per le 5.30 al massimo: «La spesa dura fino alle 9-9.30 e non c’è giorno in cui non visiti quasi una decina di banchi, solo oggi ho fatto acquisti in otto banchi. Anche se mi trovo in una piazza privilegiata come Città Alta, i consumi sono cambiati. Si acquista meno, ma non si rinuncia alla qualità per cui vi è una grandissima attenzione».

 Michele Breda

fa ancora l’ambulante “porta a porta” nei mercati delle contrade della media e alta Val Seriana. Anche per lui la spesa, sincronizzata con i colleghi, inizia alle 5.30: «E non finisce prima delle 9.30, a volte anche fino alle 10. Quanto agli acquisti, conto su una clientela affezionata. Per molti anziani ricevere la spesa direttamente a casa è una grossa comodità, ma il giro di clientela abbraccia diverse generazioni. La crisi però pesa sulle famiglie e modifica i comportamenti d’acquisto: prima vendevo frutta e verdura a cassette, ora si limitano a chiedere ortaggi a numero o al massimo a chili».

 

Mentre i commercianti si affannano con gli ultimi acquisti, i grossisti fanno il punto sull’andamento delle vendite

 Stefano Cortinovis

Stefano Cortinovis
Stefano Cortinovis

afferma che è «inutile dire che il caldo di questi giorni sta facendo crescere il consumo di frutta estiva, contribuendo a tenere le vendite alte. In generale – commenta – anche quest’anno ha confermato una tendenza a fare acquisti ponderati: si acquista meno e si sta sempre attenti al prezzo. Frutta e verdura di stagione vanno sempre per la maggiore».

Ezio Benigni e Fulvio Bosatelli
Ezio Benigni e Fulvio Bosatelli

 Ezio Benigni e Fulvio Bosatelli

della B.b.r confermano il trend in flessione: «Anche se il fatturato non cambia, si sono modificate profondamente le abitudini di consumo, sempre più imprevedibili. L’andamento varia a seconda della settimana e a volte i consumi sono imponderabili: c’è il giorno in cui non si trova più una sola cassetta di un prodotto che magari fino a qualche ora prima non riscuoteva il minimo successo.  Il caldo è vero che spinge i consumi di frutta e verdura, ma le rimanenze purtroppo restano. Il sabato poi, con l’apertura ai privati, la piazza si trasforma: il prezzo la fa da padrone e vanno a ruba i prodotti dal costo inferiore».

 Sergio Bonetali

gestisce da 36 anni il posteggio alla Celadina, dopo aver ereditato il mestiere da papà Albino, che negli anni del boom economico, aveva inaugurato l’attività di commercio all’ingrosso, oggi è affiancato nel lavoro di tutti i giorni dalla figlia Federica. «Dalle 3 alle 8 del mattino facciamo il grosso delle

Federica e Sergio Bonetali
Federica e Sergio Bonetali

vendite, poi c’è chi inizia a muoversi più tardi. La qualità resta il primo requisito, purché il prezzo la giustifichi. C’è anche molta attenzione alle provenienze, con il privilegio assoluto dato a merce italiana. Qualche privato arriva dalle 9 alle 11 ma è il sabato il loro giorno: si sfiorano le 5 mila presenze. Molti sono extracomunitari che cercano prodotti al prezzo più basso, ma la crisi ha fatto crescere anche il numero dei bergamaschi, dagli anziani alla coppia giovane alle famiglie».